2. CHE COS’È?
DEFINIZIONE DIZIONARIO:
Atto aggressivo, prevaricante o molesto compiuto tramite
strumenti telematici (sms, e-mail, siti web, chat, ecc.).
DEFINIZIONE SITO:
Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia «bullismo online»)
è il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto,
offensivo e sistematico attuato mediante gli strumenti
della rete .Il termine cyberbullying è stato coniato dal
docente canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono
di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra
minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che
avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne . Tuttavia
nell'uso corrente cyber-bullismo viene utilizzato
indifferentemente per entrambi i casi. Come il bullismo nella
vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una
violazione del Codice civile e del Codice penale e, per
quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della
Privacy (D.Lgs 196 del 2003).
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3. COME SI MANIFESTA?
Si manifesta in diverse tipologie come:
1.Flaming: spedizione di messaggi online offensivi e volgari
indirizzati ad un singolo o ad un gruppodi persone. Il caso tipico è
rappresentato da insulti verbali all’interno di forum di discussione
on-line.
2.Molestie (Harassment): spedizione ripetuta e ossessiva di
messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
3.Denigrazione (Put-downs): spedizione di mail, sms, post su blog a
diversi soggetti con lo scopo di danneggiare gratuitamente la
reputazione di un singolo.
4.Sostituzione di persona (Masquerade): farsi passare per un’altra
persona per spediremessaggi o per pubblicare contenuti volgari e
reprensibili.
5.Rivelazioni (Exposure): rendere pubbliche informazioni
riguardanti la vita privata e intima di una persona.
6.Inganno (Trickery): ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno
per ottenere confidenze, racconti privati, spesso imbarazzanti, al
fine di renderli pubblici o condividerli con un gruppo di persone.
7.Esclusione (Exclusion): esclusione intenzionale di un soggetto da
un gruppo online (“lista di amici”), da una chat, da un game
interattivo o da altri ambienti protetti da password.
8.Cyber-persecuzione(cyberstalking): molestie e denigrazioni
ripetute e minacciose mirate a incutere paura che spesso sfocia in
vero e proprio terrore per la propria incolumità fisica.
9.Cyberbashing o happy slapping: comportamento criminale che
ha inizio nella vita reale (un individuo un gruppo di individui
molestano fisicamente un soggetto mentre altri riprendono
l’aggressione con il videotelefonino) e che poi continua, con
caratteristiche diverse, on line: le immagini, pubblicate su internet
e visualizzate da utenti ai quali la rete offre, pur non avendo
direttamente partecipato al fatto, occasione di condivisione,
possono essere, commentate e votate. Il video ‘preferito’ o ritenuto
il più ‘divertente’ viene, addirittura, consigliato.
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4. COME SI COMBATTE?
Per prima cosa, bisognerebbe non accettare
l’amicizia sui social network da persone che
non conosciamo o che ci sembrano sospette,
anche se abbiamo altre amicizie con loro in
comune: prima di accettare, informarsi bene
sulla persona, anche se, come è ormai
risaputo, non sappiamo mai chi si può
nascondere dietro uno schermo. Altre soluzioni
da adottare, potrebbero essere, per esempio,
cambiare indirizzo di posta elettronica e non
frequentare più, o per un po’, siti e chat in cui
agisce il cyber-bullo; non fare il gioco del
persecutore come supplicarlo di smettere,
rispondergli per le rime o mostrarsi arrabbiati
perché, a volte, non fa che aumentare il suo
interesse. La vittima può inviare un unico
messaggio con scritto che i genitori sono stati
informati e hanno sporto denuncia alla Polizia.
Inoltre, se le cose non cambiano e i fatti
continuano a verificarsi, anche dopo aver
adottato queste soluzioni, è preferibile
contattare realmente la Polizia Postale e delle
Comunicazioni o i Carabinieri/Polizia.
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5. DIFFERENZA TRA BULLISMO E CYBERBULLISMO
CYBERBULLISMO BULLISMO
Chiunque può essere coinvolto Sono coinvolti solo gli studenti della classe o dell’Istituto
I cyberbulli e i loro alleati possono essere anonimi,
quindi la vittima non sa con chi sta interagendo
I bulli e i loro complici sono studenti conosciuti dalla
vittima perchè appartenenti allo stesso Istituto. Contatto
corporeo e visivo diretto
Chiunque può diventare un cyberbullo, anche chi è
percepito come “sfigato”
Generalmente il bullo è fisicamente prestante o sa
usare il corpo per fare del male
Il cyberbullo ha la possibilità di agire 24 su 24 Il bullo agisce nell’orario scolastico o nel tragitto casa-
scuola
La diffusione del materiale prodotto non ha limiti
geografici
Gli atti di bullismo vengono raccontati ad altri studenti
della scuola o di scuole vicine
Alto livello di disinibizione: i cyberbulli spesso fanno
online ciò che non farebbero nella vita reale. Le
comunicazioni online possono essere particolarmente
sadiche.
Minor livello di disinibizione. Il bullismo raramente
raggiunge forme di sadismo, se non quando evolve
nella criminalitàa minorile
Il cyberbullo approfitta della propria invisibilità per agire Il bullo cerca di rendersi visibile attraverso le sue azioni.
Ha bisogno di dominare le relazioni interpersonali
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6. statistiche
59%
17%
13%
11%
DOVE SI
MANIFESTA IL
CYBERBULLISMO
FACEBOOK
INSTAGRAM
TWITTER
SNAPCHAT 0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
ITALIA NORD
OVEST
NORD
EST
CENTRO SUD ISOLE
ATTI DI CYBERBULLISMO IN
ITALIA
MAI QUALCHE VOLTA ALL'ANNO
UNA O PIU VOLTE AL MESE
Seconda pagina
Da questi grafici possiamo capire che:
• Il cyberbullismo si diffonde grazie ai social
• Il maggior numero di cyberbullizzati si trova su facebook
• In Italia non è molto diffuso il cyberbullismo
• Nel nord ovest e nel nord est dell’Italia è più concentrato il cyberbullismo
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Da questi dati possiamo dire che:
• I reati di stalking sono poco frequenti
• I reati più denunciati sono quelli di diffamazione
online, nonstante non siano i più frequenti
• Ingiurie minacce e molestie online sono le più
frequenti
• Il furto di identità è il reato con il rapporto
casi/denunce più basso
• La diffusione di materiale pedopornografico è poco
diffuso è molto denunciato
• Circa 1reato su 8 viene denunciato in media
8. 1. La presente legge si pone l'obiettivo di contrastare il fenomeno del
cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere
preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei
confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di
responsabili di illeciti, assicurando l'attuazione degli interventi senza
distinzione di eta' nell'ambito delle istituzioni scolastiche.
2. Ai fini della presente legge, per «cyberbullismo» si intende qualunque
forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione,
diffamazione, furto d'identita', alterazione, acquisizione illecita,
manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di
minorenni, realizzata per via telematica, nonche' la diffusione di
contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o piu' componenti della
famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di
isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso,
un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo. 3. Ai fini della presente
legge, per «gestore del sito internet» si intende il prestatore di servizi
della societa' dell'informazione, diverso da quelli di cui agli articoli 14, 15
e 16 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, che, sulla rete internet,
cura la gestione dei contenuti di un sito in cui si possono riscontrare le
condotte di cui al comma 2.
Legge sulla privacy
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10. NCH (Formerly National Children's Home, UK, 2002) ha svolto due ricerche in Inghilterra.
Nella prima, del 2002, i ricercatori hanno rilevato che un quarto degli studenti, di età
compresa tra gli 11 e i 19 anni, sono stati vittime di cyberbullismo, attraverso telefono
cellulare o computer, mentre il 16% ha ricevuto messaggi di testo offensivi. In un successivo
studio su 4500 studenti di età compresa tra gli 11 e i 60 anni, il 20% ha affermato di essere
stato cyberbullizzato, mentre l'11% ha dichiarato di aver inviato messaggi minacciosi a
qualcuno.
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11. Ybarra e Mitchell (USA, 2004) hanno svolto una ricerca su 1501 studenti di età
compresa tra i 10 e i 17 anni che usano regolarmente Internet. Il 12% ha riferito di
essere diventato aggressivo con qualcuno, on line, mentre il 4% afferma di aver
subito aggressioni. Il 3% dichiara, inoltre, di aver qualche volta subito
cyberbullismo, altre volte di essersi comportato aggressivamente on line. Gli autori
ipotizzano, allora, che alcune vittime di bullismo (reale) possano usare internet per
attaccare gli altri, e vendicarsi on line delle offese subite nella vita reale.
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12. Olweus (Norvegia, 2005) ha svolto una ricerca su 4000 studenti, rilevando che il 3,6% di
studenti e il 2% delle studentesse hanno subito cyberbullismo (due, tre volte o più al
mese).
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13. Slonje e Smith (Svezia, 2006) hanno svolto un ricerca su 360 adolescenti tra i 12 e i 20 anni. La
ricerca ha evidenziato che il 12% è stato cyberbullizzato una o due volte, mentre il 10% ha
dichiarato di aver agito prepotenze online.
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14. Kapatzia e Syngollitou (Grecia, 2007) hanno svolto una ricerca su 544 studenti, di età compresa tra i 14
e i 19 anni. Le vittime di cyberbullismo sono risultate il 90% (una o due volte al mese), il 6% (due o tre
volte al mese), mentre i cyberbulli il 9% (una o due volte al mese) e il 7% (due o tre volte al mese).
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15. Pisano e Saturno (Italia, 2008) in uno studio su 1047 studenti, di età compresa tra i 14 e i
20 anni, hanno rilevato che il 14% degli studenti delle scuole medie inferiori ed il 16%
delle scuole medie superiori sono state vittime di cyberbullismo
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16. Vandebosh (Belgio, 2010), ha svolto una ricerca su 2052 studenti, ha rilevato che il
62% è stato vittima di cyberbullismo.
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