Perché la comunicazione politica online non funziona più
1. Dal self-branding
all’Open Gov
Gianni Florido e la
Nuovi paradigmi per la comunicazione
politica online in ItaliaTaranto
Provincia di
Ninja Camp comunicazione
Strategia di
Napoli, 13 ottobre 2012
Dino Amenduni, Proforma
2. Chi scrive?
Mi chiamo Dino Amenduni (
biglietto da visita elettronico)
Sono il responsabile dei nuovi media e
consulente per la comunicazione politica a
Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia
città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro
Sono blogger sul Fatto Quotidiano e su Valigia Blu
e scrivo su altre testate online (Lo Spazio della
Politica, Tr3nta)
Tutte le mie presentazioni (download libero) sono
su www.slideshare.net/doonie
4. Democrazia senza fiducia
Indagine annuale “Gli italiani e lo Stato” commissionata dal quotidiano “La Repubbl
Partiti: 3.9% (7.7% nel 2011).
Parlamento 8.9% (13.4% nelle 2011)
Stato: 29%
Solo tre istituzioni con un tasso di fiducia superiore al
50%: sono le Forze dell’Ordine (71.8%), il Presidente
della Repubblica (65.1%, meno 5.8% in un anno) e la
scuola (55.7%). Tra le istituzioni politiche, è il Comune
l’unico presidio in grado di mantenere un tasso di
affidabilità apprezzabile (45%)
5. Democrazia senza fiducia
Indagine annuale “Gli italiani e lo Stato” commissionata dal quotidiano “La
Repubblica” (gennaio 2012) sul tasso di fiducia nelle istituzioni
Livello complessivo di fiducia verso le istituzioni
politiche (Magistratura, Comune, Regione, Unione
Europea, Presidente della Repubblica, Partiti,
Parlamento): 33% nel 2012 (-9% dal 2005)
Anche le istituzioni non strettamente politiche sono
sempre meno affidabili per gli italiani: le Associazioni
degli imprenditori, le banche, la Chiesa e i sindacati
registrano un dato medio di fiducia del 26% nel 2012 (-
9% dal 2005)
6. Democrazia senza fiducia
Il clima di crescente sfiducia nella politica non è, in
ogni caso, una specificità italiana. Una recente
ricerca della Commissione Europea mostra come
l’89% dei cittadini del Vecchio Continente
denuncia un “vuoto crescente tra cittadini e
politica”
Solo il 15% dell’elettorato greco ritiene che il suo
voto possa realmente influenzare l’andamento della
vita politica del loro Paese - in Italia è il 18%
Krastev: le persone cominciano a capire che
possono cambiare i governi, ma non possono
cambiare la politica
8. Sconfitta della politica?
I dati dell’indagine annuale di Repubblica “Gli italiani e lo Stato”
sembrano smentire questa ipotesi
Indice di “partecipazione politica diretta” nel 2012: 48%
(nel 2002 era al 49%)
(per partecipazione politica diretta si intende il prendere parte a
manifestazioni organizzate da partiti, nei quartieri, legate a tematiche
ambientali o a mobilitazioni di protesta)
Indice di “partecipazione sociale”: 61%
(nel 2002 era al 53%)
(per partecipazione sociale si intende l’aver svolto attività in associazioni
di volontariato, professionali e di categoria, culturali, e sportive)
10. Crisi della forma-partito?
I dati dell’indagine annuale di Repubblica “Gli italiani e lo Stato”
restituiscono dati contradditori
Il 47.9% degli italiani ritiene che la democrazia non abbia
bisogno dei partiti per funzionare (nel 2007: 38.8%)
Quasi il 70% degli italiani ritiene l’attuale sistema dei partiti
sufficiente a rappresentare le forze sociali del Paese, a
condizione che i partiti oggi esistenti cambino
profondamente
Sintesi: la richiesta di interazione e la voglia di
partecipazione esiste ma è attualmente frustrata
12. I politici italiani sui social media
Tre esponenti politici del nostro Paese sono tra i cento più
popolari nel mondo sui social media (fonte: www.starcount.com -
dati ponderati di Facebook, Youtube, Twitter)
- Beppe Grillo è il ventesimo politico più popolare nel mondo sui
social media, in Europa, secondo solo al premier turco Erdogan;
- Nichi Vendola è ottantesimo nel mondo e decimo in Europa (due
anni fa era il politico europeo in carica con il maggior seguito su
Facebook in Europa);
- Antonio Di Pietro è novantasettesimo, tredicesimo in Europa
Sette pagine politiche italiane su Facebook hanno più di
centomila iscritti (Grillo, Vendola, Berlusconi, De Magistris, Di
Pietro, Renzi, Pisapia in ordine di numero di iscritti)
14. Popolarità online = fiducia?
Atlante politico Demos-La Repubblica – Giugno 2012
La personalità politica che gode della maggiore fiducia in Italia è
l’attuale Presidente del Consiglio Mario Monti (52%. A marzo 2012
era al 67%). Monti non ha una presenza ufficiale sui social media
Tra i politici italiani con il maggior seguito online è Antonio Di
Pietro quello che gode del maggior tasso di fiducia (37%, prima di
lui Monti, Fornero, Montezemolo, Passera e Bonini), Silvio
Berlusconi il minore (22.8%)
Non esiste dunque una correlazione diretta tra
popolarità online e fiducia
15. Se non è fiducia, cos’è?
#1
I profili sui social media di politici, organizzazioni e
istituzioni rappresentano la valvola di sfogo di una
cittadinanza che percepisce un livello sempre crescente di
impermeabilità della politica rispetto alle proprie istanze e
persino al proprio desiderio di contribuire democraticamente
e in modo positivo ai processi decisionali a livello
amministrativo e politico
Esempio: se non posso parlare nei partiti, provo a parlare su
Internet o, addirittura, provo a parlare direttamente con il
politico, in un contesto ibrido privato-pubblico (lo scambio
è uno-a-uno, il contesto narrativo è molti-a-molti)
16. Se non è fiducia, cos’è?
#2
La concentrazione dei poteri editoriali (e la vicinanza tra
potere mediatico e potere politico) ha spesso obbligato
politici, associazioni e gruppi di interesse a utilizzare
Internet in quanto unico strumento realmente disponibile
Esempio: referendum 2011 sui beni comuni. La quasi totale
impossibilità di accedere alle informazioni sul voto in
televisione sui mezzi tradizionali ha facilitato la conseguente
“caccia alla notizia” (e la sua condivisione) sui social media
17. Sintesi
Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa
Popolarità sui social media dei politici italiani:
alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi
obiettivi qualitativi
Nuovo paradigma: dal self-branding all’Open Gov
18. La comunicazione
politica online
da domani
La seconda stagione: dal self-
branding all’Open Gov
19. Cos’è l’Open Gov
L’Open Government è una dottrina politica che afferma che i
cittadini devono avere il diritto di accedere ai documenti
pubblici e ai processi legislativi al fine di potenziare la capacità
di controllo e regolazione delle politiche pubbliche (Laptrop e
Ruma, 2010)
Il raggiungimento di questo obiettivo dipende in buona parte dalla
volontà politica delle pubbliche amministrazioni di liberare i dati
pubblici (Open Data)
Le pubbliche amministrazioni, i partiti e le organizzazioni politiche
che intendano adottare decisioni con l’ausilio di sistemi di Open
Gov dovrebbero attenersi a queste indicazioni. Nello specifico
dovrebbero pubblicare documenti in formato libero e non
proprietario, i cui dati all’interno dei documenti possano essere
liberamente copiabili all’esterno
20. Cos’è l’Open Gov
La filosofia ‘open’, applicata alle piattaforme, ai software e ai
processi, permetterebbe ai cittadini di partecipare alle decisioni
attraverso metodi di ascolto, condivisione e decisione basati
proprio sulla pubblicazione, sull’analisi, sulla condivisione e sulla
verifica di dati aperti
I contributi degli utenti, e le piattaforme utilizzate per
raccoglierli, dovrebbero consentire la riproducibilità e la
scalabilità dei processi
Esempio: se un’applicazione funziona efficacemente in un
Comune, dovrebbe essere possibile adottarla anche nelle altre
Pubbliche Amministrazioni
21. Modelli di Open Gov
#1
Governare con i cittadini:
il modello Code for America
22. Code for America
Code for America (www.codeforamerica.org) è un’organizzazione
apolitica e senza scopo di lucro creata nel 2009 con lo scopo di
portare tecnici dell’informazione sul web (in particolare
programmatori e sviluppatori di applicazioni) all’interno dei
municipi delle città degli Stati Uniti
A dicembre 2011 Code for America ha ricevuto 1.5 milioni di dollari
da Google per sviluppare due nuove linee di intervento.
‘Accelerator’ è il piano con cui l’organizzazione organizza l’offerta
di spazi fisici, consulenza/mentorship e i primi fondi economici
destinati a privati cittadini affinché questi ultimi si impegnino a
costituire ‘start-up civiche’, ossia società o gruppi impegnati a loro
volta nello sviluppo di piattaforme e software che favoriscano
meccanismi di Open Gov; ‘Brigade’ è il piano con cui Code for
America si impegna a collaborare con comunità locali allo scopo di
convertire e riutilizzare software per ‘usi civici’
23. Code for America
Applicazioni (1)
La città di Boston durante l’inverno è spesso coperta di neve. I
cittadini si impegnavano a ripulire le strade e i marciapiedi, ma
non avevano lo stesso tipo di cura per gli idranti i quali, ricoperti
di neve ed esposti al freddo per periodi lunghi, rischiavano di
risultare inutilizzabili. Code for America ha dunque sviluppato
un’applicazione che permetteva ai cittadini di individuare gli
idranti presenti a Boston e di rendersi ‘proprietari’ dell’idrante:
qualsiasi abitante di Boston può scegliere un idrante, associarlo a
un nome e ricevere la pubblica attestazione della ‘proprietà’,
impegnandosi in cambio si impegna nella gestione della
manutenzione dell’idrante. Il principale punto di forza di
un’applicazione come quella utilizzata per gli idranti di Boston è la
sua capacità virale: è sufficiente una mappa e un obiettivo per
poter sfruttare l’infrastruttura tecnologica per gli scopi più
disparati
24. Code for America
Applicazioni (2)
Il Comune di Boston si è dotato di un’applicazione chiamata
Citizen Connect. Dopo aver cercato aiuto presso l’Ufficio Relazioni
con il Pubblico di Boston, una cittadina invia la segnalazione su
Citizen Connect. Un suo vicino di casa la legge, va a trovarla e
risolve il problema. Il potenziale di questo strumento può essere
facilmente colto se si immaginano utilizzi ben più rilevanti di
questa applicazione nella gestione dei problemi della vita
quotidiana: un guasto idraulico, l’assistenza a un anziano,
l’organizzazione del trasporto dei figli a scuola. Sono questioni
che si potrebbero risolvere semplicemente condividendo le
informazioni disponibili all’interno di una comunità cittadina e
che, invece, spesso ricadono sull’ente pubblico, sul Comune in
questo caso, che deve affrontare costi evitabili per (non)
risolvere problemi la cui varietà rende impossibile una codifica
universale e certa delle prassi da parte dei dipendenti comunali
25. Modelli di Open Gov
#2
Governare grazie ai cittadini:
il modello Fix my street
26. Fix my street
Fix my Street (www.fixmystreet.com) è un sito web realizzato da
MySociety, progetto di e-democracy finanziato dalla fondazione
non a scopo di lucro UK Citizens Online Democracy
È un portale che può essere definito user generated, animato cioè
dai contenuti sviluppati dagli utenti della piattaforma, ma può
essere anche definito public authority generated
Le pubbliche amministrazioni di Inghilterra, Scozia e Galles
ricevono infatti segnalazioni dai cittadini, attraverso report
prodotti dal portale, su questioni attinenti la manutenzione
ordinaria di strade, arredo urbano, illuminazione e sulla base di
quelle segnalazioni possono intervenire, risolvere il problema e
usare la stessa piattaforma per condividere gli esiti
dell’intervento dell’Amministrazione
28. Fix my street
La redazione del portale si impegna a inviare le segnalazioni alle
pubbliche amministrazioni per conto dei cittadini e a
monitorarne la presa in carico da parte dei Comuni con
statistiche aggiornate in tempo reale
L’interfaccia del portale richiede al cittadino/utente di compilare
la segnalazione indicando il proprio codice postale, localizzare il
problema su una mappa interattiva e scrivere un report dettagliato
del problema. In fase di compilazione della segnalazione si ha la
possibilità di allegare immagini per rendere la segnalazione più
attendibile
L’utente può inoltre ricevere informazioni dettagliate su tutti i
report prodotti in una zona geografica a sua scelta (la propria
città, per esempio), può inviare segnalazioni attraverso
un’applicazione disponibile su telefoni cellulari e tablet, e può
anche sviluppare nuove varianti della applicazione originale
30. Fix my street
Fix My Street prende in carico la segnalazione dei report prodotti
dai cittadini e li trasmette ai Comuni, verificandone lo stato di
avanzamento. Non solo: My Society ha realizzato una piattaforma
speculare a quella disponibile per gli utenti e messa a
disposizione dei Comuni che così possono verificare in tempo
reale quali segnalazioni sono state effettuate dai cittadini al fine
di agevolare la loro gestione e la relativa comunicazione della
risoluzione dei problemi
La presentazione dell’applicazione Fix My Street per i Comuni non
bada troppo a giri di parole nel presentare i vantaggi per le
Pubbliche Amministrazioni che decideranno di utilizzare la
piattaforma:
“notificare i problemi risolti e migliorare i tassi di
customer satisfaction”
32. Fix my street
Fix My Street è la somma dei report indipendenti,
decentralizzati, autonomi e aggregati su un’unica
piattaforma e restituisce un quadro analitico dei problemi di
manutenzione urbana user-generated che una pubblica
amministrazione non può offrire, pur con persone stipendiate
al suo interno
Applicazioni come queste mettono le Pubbliche
Amministrazioni davanti a una scelta precisa: valutare se la
sola comunicazione delle proprie attività istituzionali sia
sufficiente a mantenere un buon livello di approvazione da
parte dei cittadini, o se piuttosto la comunicazione con i
cittadini (e il governo grazie ai cittadini) permetta
contemporaneamente di governare meglio e di ottenere
consenso senza troppi effetti collaterali negativi
33. Modelli di Open Gov
#3
L’Open Gov, in Italia,
senza Internet:
il modello Capannori
34. Bilancio socio-partecipativo
Il Comune di Capannori (Lucca) ha ideato un progetto di
partecipazione finanziato dall’Autorità Regionale per la
partecipazione della Toscana
In particolare l’Amministrazione ha sviluppato uno
strumento chiamato ‘bilancio socio-partecipativo’ con
cui i cittadini hanno potuto conoscere la qualità e la
quantità di servizi erogati dal Comune, offrire un
proprio indirizzo politico e gestionale
all’Amministrazione e, nello specifico, valutare e
persino scegliere quali opere pubbliche dovessero
essere realizzate nell’anno seguente
35. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (1)
Il processo è nato con un meccanismo di campionamento
statisticamente significativo della popolazione di Capannori.
Durante l’estate del 2011 è stato costruito un panel di ottanta
persone (venti per ogni quartiere) selezionate grazie a un sorteggio
dalle liste anagrafiche e a una successiva intervista telefonica di
conferma. Il gruppo è stato convocato in quattro sessioni plenarie
tra settembre e ottobre 2011
In questa prima fase i cittadini hanno valutato il bilancio sia dal
punto di vista economico che politico, restituendo valutazioni
che avrebbero poi concorso alla stesura del Bilancio sociale del
Comune di Capannori. Queste valutazioni hanno rappresentato il
punto di partenza politico per la stesura del Bilancio
economico 2012 e, in particolare, hanno tratteggiato
la lista delle priorità
36. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (2)
Nella seconda fase del processo i cittadini sono stati divisi in
quattro gruppi da venti cittadini, omogenei per luogo di residenza
(abitavano nello stesso quartiere). I gruppi si sono autoconvocati in
modo indipendente per due volte durante il mese di ottobre e
hanno avuto il compito di stilare idee progettuali per la
creazione di opere pubbliche sul territorio di Capannori nel
2012
Il background comune di conoscenza è rappresentato dalla
prima fase di conoscenza e di analisi delle carte del bilancio
comunale. Ogni cittadino può portare la propria competenza,
esperienza e sensibilità poggiando la propria biografia su questo
substrato informativo condiviso
37. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (3)
I progetti realizzati dagli ottanta cittadini sono stati analizzati
dagli uffici comunali, che ne hanno valutato la fattibilità, i costi
e i tempi di realizzazione
Le idee che hanno superato questa prima selezione sono poi state
sottoposte a una valutazione popolare più estesa: nel mese di
dicembre 2011, infatti, i progetti presentati dai cittadini e
giudicati fattibili dal Comune sono stati oggetto di un’iniziativa
unitaria nella sede del Municipio di Capannori
38. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (4)
La prima parte del 2012 è servita a raccogliere i voti sui progetti
da parte dell’intera popolazione (stranieri inclusi) della cittadina
toscana. Il Comune ha infatti allestito veri e propri seggi nelle
quattro circoscrizioni e i cittadini hanno potuto esprimere la
loro preferenza per i sette giorni successivi all’apertura dei
seggi
Contemporaneamente gli ottanta cittadini che hanno partecipato
al processo di scrittura dei progetti hanno convocato assemblee
pubbliche di presentazione dei loro lavori nella loro
circoscrizione e al termine della presentazione i cittadini presenti
in assemblea hanno potuto votare.
Solo in questa fase Internet è stato utilizzato per raccogliere
ulteriori voti dai cittadini di Capannori
39. Bilancio socio-partecipativo
Il processo (5)
L’Amministrazione Comunale ha destinato 400mila euro
ai progetti più votati all’interno del processo di
creazione del bilancio socio-partecipato (100mila per
Circoscrizione) e il denaro è stato distribuito sui
progetti più votati durante la consultazione popolare
L’Amministrazione Comunale si è impegnata a
sviluppare i progetti ‘vincitori’ entro la fine del 2012
40. E se proprio non sono
riuscito a convincervi…
Non siamo ciò che diciamo,
siamo il credito che ci danno.
(José Saramago)
41. Un grande abbraccio
Grazie!
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