Pellegrinaggio 2011 - Subiaco - San Benedetto.
Visita Arezzo, Alatri, Certosa di Trisulti e Abbazia di Casamari.
Subiaco: Monasteri di Santa Scolastica e San Benedetto (Sacro Speco)
1. DEGNATI, PADRE
Degnati di concedermi,
Padre buono e santo,
un’intelligenza che ti comprenda,
un sentimento che ti senta,
un animo che ti gusti,
una diligenza che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
uno spirito che ti conosca,
un cuore che ti ami,
un pensiero che sia rivolto a te,
un’azione che ti da gloria,
un udito che ti ascolti,
degli occhi che ti guardino,
una lingua che ti confessi, Giovedì 18 agosto
una parola che ti piaccia,
una pazienza che ti segua, Partenza dal piazzale dell’Oratorio S.G.Bosco ore 6.00 (ritrovo 5,45 per carico bagagli)
una perseveranza che ti aspetti, Arrivo ad Arezzo entro le ore 10.30
Ore 12.30 (pranzo al sacco)
una fine perfetta, Arrivo a Subiaco prima di cena
Serata: visita alla città
e la tua santa presenza, FORESTERIA SANTA SCOLASTICA, 0774/85569 - 3486537743 -
la resurrezione, E-Mail foresteria@benedettini-subiaco.org
la ricompensa e la vita eterna. Romagnolo. Come testimonia l'architettura
Arezzo stessa della città, vanta un'origine antichissi-
ma che l'ha vista essere una delle maggiori
San Benedetto da Norcia DESCRIZIONE città etrusche e successivamente una strate-
Arezzo sorge su una collina nella Toscana gica città romana. La parte più elevata della
orientale a ridosso dell'Appennino Tosco- città conserva uno spiccato aspetto medieva-
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 44 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 1
2. le, dominata dalla Cattedrale e dalla Fortezza Cilnio Mecenate, il Museo Statale d'Arte Me-
Medicea. La Cattedrale, che presenta nel suo dioevale e Moderna, il Museo e Casa Vasari,
aspetto tratti gotici, custodisce pregevoli la Casa Museo Ivan Bruschi e il Museo Dioce-
opere d'arte tra le quali La Maddalena di sano.
Piero della Francesca e le vetrate istoriate di ANFITEATRO ROMANO
Guillaume de Marcillat. Al centro della città L'anfiteatro romano di Arezzo è un sito arche-
Piazza Grande dispiega una vera antologia di ologico di epoca romano realizzato ad Arezzo,
stili architettonici. Accanto alle torri medieva- situato nella zona meridionale della "città
li, si ergono l'imponente Loggiato Vasariano, murata", è accessibile da Via Margaritone e
una delle più interessanti opere architettoni- da Via F.Crispi. Realizzato tra la fine del I e
che rinascimentali; il Palazzo della Fraternita l'inizio del II secolo d.C. con blocchi di arena-
dei Laici, bell'esempio di sintesi di architettu- ria, laterizi e marmi, presenta una forma ellit-
ra gotica e rinascimentale e l'abside della tica, a due ordini di gradinate. L'asse maggio-
Pieve di Santa Maria. Piazza Grande, il penul- re misura 121 metri; la capienza raggiungeva,
timo sabato di giugno e la prima domenica di presumibilmente, gli 8.000 spettatori. Ripetu-
settembre, diventa lo scenario della Giostra tamente saccheggiato, nel corso dei secoli è
del Saracino, torneo stato privato dei mate-
cavalleresco di origini riali più preziosi per eri-
medioevali. La stessa gere edifici di culto. An-
piazza e gran parte del cora visibili la platea e
centro storico ospitano, parte degli ambulacri.
ogni prima domenica Sui resti dell'emiciclo sud
del mese ed il sabato è stato costruito nel XVI
precedente, la Fiera secolo il Monastero di
Antiquaria. La cappella San Bernardo, oggi sede
Bacci nella Basilica di del Museo Archeologico.
San Francesco accoglie PIAZZA GRANDE
lo straordinario ciclo di La piazza grande di Arez-
affreschi della Leggenda della Vera Croce di zo è lo scenario della Giostra del Saracino e
Piero della Francesca, una delle più alte testi- della fiera antiquaria. Si apre nel cuore della
monianze della pittura rinascimentale italia- città medioevale ed ha una caratteristica
na. Nella Chiesa di San Domenico, semplice forma trapezoidale, adattata su un piano
costruzione a navata unica, si conserva la inclinato. La piazza risale al XIII secolo e subì
croce dipinta di Cimabue, opera giovanile la ristrutturazione più importante nel corso
dell'artista. Molte altre chiese e palazzi testi- del XVI secolo, con l’abbandono e
moniano con la loro bellezza e la loro origina- l’abbattimento di Palazzo del Comune e pa-
lità stilistica la civiltà aretina e la sua impor- lazzo del Popolo e la realizzazione del loggiato
tanza nelle varie epoche storiche. Ricordiamo vasariano nel lato nord. Gli altri tre lati, dove
tra queste la Badia delle Sante Flora e Lucilla, le trasformazioni edilizie furono meno impor-
la Chiesa della Santissima Annunziata, edifici tanti, ci permettono di ammirare una sintesi
come Palazzo Pretorio e Palazzo dei Priori, e a dell'architettura toscana dal Duecento al
qualche minuto fuori le mura della città, la Settecento.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Pieve Ai lati si ammirano dunque edifici e palazzi di
romanica di Sant'Eugenia al Bagnoro. I musei carattere civile come Palazzo Lippoli e Palazzo
della città offrono ai visitatori la possibilità di Còfani, l'abside della pieve di Santa Maria, il
ammirare una varietà di beni di inestimabile palazzo del Tribunale e il palazzo della Frater-
valore artistico: il Museo Archeologico Gaio nita dei Laici.
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 2 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 43
3. Sulla Piazza si aprono cinque vie. Via G. Vasa- costruzioni del III-II secolo a.C. e poi
ri, dove dal 1484 era situato il Monte di Pietà, dall’antica cittadella medievale, rasa al suolo
con la scalinata di Vicolo dell'Arco; la Piaggia per eliminare ogni impedimento al tiro delle
di San Martino, con resti di costruzioni medie- bocche da fuoco. È una possente costruzione
vali, Via Borgunto che conserva una casa- poligonale con impianto stellare a cinque
torre degli ultimi anni del XII secolo, Via Pe- punte, inserita magistralmente nella cintura
scaia, con resti medievali inseriti nelle case, muraria.
Via di Seteria abitata nel 1300 dalle botteghe La costruzione inglobò parte del forte a forma
dei setaioli. trapezoidale progettato da Giuliano e Antonio
LA GIOSTRA DEL SARACINO il Vecchio da Sangallo nei primi anni del Cin-
La prima domenica di settembre e la terza quecento. Della precedente costruzione ri-
domenica di giugno (ma quest’ultima non è mangono due baluardi del fianco est e alcuni
una data fissa) si svolgono l’edizione principa- tratti di cortina. I bastioni del fianco occiden-
le e l’edizione secondaria della Giostra del tale, del Belvedere, della Spina, della Diac-
Saracino. Si tratta di un antico torneo cavalle- ciaia, e gli ambienti interni, risalgono alla
resco medievale ripristinato nel 1931 come nuova costruzione.
rievocazione storica. Il primo documento Originariamente dotata di tre porte e circon-
aretino che menziona la giostra è del 1535, data da un ampio fossato, la fortezza rimase
per cui le autorità cittadine ordinavano di funzionante fino alla fine del XVIII secolo,
giostrare "ad burattum" per solennizzare la quando venne parzialmente smantellata dai
festa del martire Donato, patrono di Arezzo. francesi. Fu restaurata nel 1868 e successiva-
Il torneo si svolge nella piazza Grande prece- mente più volte rimaneggiata. Alla fine
duto da evoluzioni equestri ed esibizioni degli dell'Ottocento venne donata dal Conte Enrico
Sbandieratori della città di Arezzo. I quartieri Falciai Fossombroni al Comune di Arezzo.
che si sfidano sono Porta Crucifera, Porta del IL “PRATO”, PARCO FORTEZZA MEDICEA
Foro, Porta Sant’ Andrea e Porta Santo Spiri- Il parco cittadino più antico e sugestivo di
to. La giostra consiste in lanciarsi al galoppo Arezzo è il “Prato”. Si trova in posizione eleva-
contro un automa corazzato armato di flagel- ta tra la Cattedrale e la Fortezza medicea, in
lo, raffigurante il saraceno "Buratto, Re delle un’area di alto interesse archeologico. Gli
Indie". Si tratta di un'evoluzione di un eserci- alberi secolari che lo contraddistinguono
zio militare che vedeva un cavaliere armato di poggiano le radici su una vasta depressione
lancia affrontare un automa con le sembianze naturale, che alcuni secoli fa separava le due
del nemico. colline con gli insediamenti della Cattedrale e
La coppia di giostratori che nel colpire lo scu- della Fortezza. Oggi, il parco si estende da
do del Saracino realizza il maggior punteggio porta Stufi al bastione meridionale della For-
vince. Al Quartiere vincitore viene invece tezza.
premiato con la "lancia d'oro". LA CATTEDRALE DI SAN DONATO
CINTA MURARIA E FORTEZZA MEDICEA La cattedrale di Arezzo fu costruita per volere
La fortezza medicea di Arezzo è un del vescovo Guglielmo degli Ubertini verso il
bell’esempio di architettura militare cinque- 1278. Il nuovo edificio sostituiva quello vec-
centesca, realizzata su direzione di Antonio chio, ormai periferico rispetto alla cttà e la
da Sangallo il Giovane e Nanni Unghero tra il sua costruzione durò fino all'inizio del Cinque-
1538 ed il 1560, per volere di Cosimo I de’ cento. Infatti la chiesa soffrì una storia molto
Medici. travagliata. Venne consacrata una volta eret-
Si alza sul colle di San Donato, a 305 metri di te la parte absidale e le due prime campate,
quota, da dove si gode uno splendido panora- ma la fabbrica dovette fermarsi in seguito alla
ma della città, nell’area occupata prima da morte del vescovo. I lavori ripresero con il
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 42 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 3
4. cotte robbiane.
LA PIEVE DI SANTA MARIA
La pieve di Santa Maria è una delle più sugge-
stive espressioni dell'arte romanica ad Arez-
zo. Di origine antichissime e paleocristiane, la
costruzione originale subì diversi rimaneggia-
menti tra i secoli IX e XI, fino ad assumere il
suo aspetto romanico verso la metà del XII
secolo. Nel XIII secolo fu rifatto l'esterno, con
una facciata in stile pisano-lucchese, e il seco-
lo successivo, nel 1330, la torre campanaria,
detta delle "cento buche", fu terminata con
nuovo vescovo Guido Tarlati, e si conclusero cinque ordini di bifore accoppiate per ogni
verso il 1380 con la realizzazione della terza lato. Ma la sua travagliata storia continuò fino
campata e del portale laterale. Nel 1384, il al XIX secolo, con il ripristino della cripta e la
comune di Arezzo venne ceduto a Firenze e la rimozione di diversi altari sei-settecenteschi.
costruzione subì una nuova sospensione. Si L’interno è a tre navate con arcate leggerme-
riprese nel 1471 per finire definitivamente, te ogivali, congiunte al presbiterio da uno
nel 1511. La facciata però fu conclusa all'ini- pseudo-transetto. Ospita sia elementi gotici
zio del Novecento, in stile gotico, con tre che forme romaniche. Pregevoli opere d’arte
portali ad arco acuto, separati da una coppia si trovano in tutta la chiesa. In controfacciata
di lesene, sovrastate da un bel rosone e un un raffinato bassorilievo dell’XI-XII secolo
coronamento di archetti pensili. Sul lato de- raffigurante l’Epifania; lungo la navata destra,
stro dell’edificio, il portale romano-gotico in il trecentesco fonte battesimale a pianta esa-
stile fiorentino è del XIV secolo, fiancheggiato gonale e formelle con Storie di San Giovanni
da due tronconi di colonna in porfido, resti di Battista; nella navata sinistra, gli affreschi
un edificio preesistente, forse romano. Nella della Cappella del Sacramento di Luigi Ade-
lunetta si trova un gruppo trecentesco raffi- mollo, un grande Crocifisso ligneo del XV-XVI
gurante la Madonna con Bambino, tra San secolo e un bassorilievo del XIII secolo in mar-
Donato e Gregorio X. A metà del XIX secolo, a mo raffigurante il Presepio.
fianco dell'abside fu eretto il campanile. Nella zona presbiteriale, sopra l’altare mag-
L'interno è diviso in tre navate da alti pilastri giore, si trova la pala di Pietro Lorenzetti
a fascio, sormontati da archi ogivali che con- (1320), Madonna col Bambino e i Santi Gio-
feriscono un forte slancio ascensionale, e in vanni Evangelista, Donato, Giovanni Battista e
cinque campate con volte a crociera affresca- Matteo. Nella cripta absidata si ammirano
te. Da segnalare le vetrate a colori, in gran una statua lignea policroma della Vergine e il
parte opera di Guglielmo de Marcillat del XVI busto reliquiario di San Donato, in argento
secolo; il gotico sepolcro di Gregorio X del XIV dorato e pietre preziose, realizzato nel 1346
secolo nella navata destra, presso il primo dagli orafi aretini Pietro Vanni e Paolo Ghisel-
altare di Burali di Teofilo Torri (1614) e la li.
cappella Tarlati del 1334. Sopra l'altare mag- IL PALAZZO DEI PRIORI
giore si ammira l'Arca di San Donato del XIV Il palazzo dei Priori, oggi sede comunale, si
secolo, mentre nella navata sinistra si trova affaccia sul lato occidentale di piazza della
l’affresco di Piero della Francesca raffigurante Libertà. Venne costruito nel 1333, ma della
la Maddalena ed il Cenotafio di Guido Tarlati. struttura originaria rimangono solo la faccia-
La cappella della Madonna del Conforto, ope- ta, e alcune parti murarie della torre, eretta
ra della fine del XVIII secolo, contiene terra- nel 1337, a cui venne aggiunto l’orologio nel
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 4 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 41
5. 1468, prelevato dalla Pieve di Santa Maria. Il Lorentino di Andrea, la Cappella Guasconi,
palazzo subì numerosi rifacimenti e restauri interamente affrescata da Spinello Aretino
nel corso dei secoli fino al 1800. L’ultima ri- verso la fine del 1300 e la Cappella Tarlati,
strutturazione, opera di Giuseppe Castellucci che ospita l'Annunciazione e i SS.Girolamo e
ed Umberto Tavanti, risale al 1930. Francesco di Neri di Bicci.
L’interno si apre su un cortile a portico del Nel coro troviamo uno dei più alti capolavori
Cinquecento. Sul pianerottolo è visibile una del Rinascimento italiano, gli affreschi di Piero
“Madonna in trono della Francesca
col Bambino e San- ispirati alla Leggen-
ti” di Lorentino da Aurea di Jacopo
d’Arezzo, mentre da Varazze: Leggen-
lungo la scala da della Vera Croce,
un’opera di Angelo dieci riquadri che
di Lorentino (1465- narrano appunto la
1527) raffigurante storia della Croce.
“San Francesco Lungo la parete
stigmatizzato”. Le sinistra, si può am-
sale della Giunta mirare la Cappella
Comunale e del di Sant’Antonio, con
Consiglio sono visitabili solamente su richie- affreschi di Lorentino di Andrea del 1480
sta. Nella prima sono conservati i fregi deco- Al di sotto della Basilica, estesa per la metà
rativi di Teofilo Torri, dodici scene affrescate della sua lunghezza, sorge la Chiesa Inferiore,
nel 1610, raffiguranti momenti della storia risalente al XIII-XIV secolo,a tre navate con
aretina, mentre nella seconda sono conserva- capitelli di fattura romanica e una sinopia
te il quattrocentesco affresco della Crocifis- della metà del Trecento.
sione di Parri di Spinello, e San Giovanni e la LA CHIESA DI SAN DOMENICO
Madonna, dello stesso artista, il Crocifisso e La Chiesa di San Domenico è un bell’esempio
San Donato di Alessandro Forzori e il ritratto di gotico lineare del XIII secolo. Fu costruita
di Pietro Aretino. grazie al sostegno dato all’ordine dalle fami-
LA BASILICA DI SAN FRANCESCO glie aretine degli Ubertini e dei Tarlati.
La basilica di San Francesco fu iniziata nella La facciata è scandita da quattro lesene, con
seconda metà del XIII secolo per volere dei un bel portale romanico e piccolo campanile
frati Francescani e venne completata verso la a vela, in stile gotico.
fine del 1300, su progetto di frate Giovanni da L’interno è a navata unica con soffitto a ca-
Pistoia, con aggiunte nei secoli XV-XVI di edi- priate ed è caratterizzato dai suoi numerosi
cole, cappelle e dipinti. L’edificio è caratteriz- affreschi del XIV-XV secolo. Lungo la parte
zato da semplici linee gotiche di influenza destra, tra gli altri, si trovano l’affresco raffi-
umbro-toscana. La facciata è rimasta incom- gurante Santa Caterina d’Alessandria di Parri
piuta e la torre campanaria appartiene ad una di Spinello, affreschi trecenteschi di scuola
fase costruttiva della fine del XVI secolo. aretina, l’affresco con Gesù tra i dottori di
L’interno, ad’unica grandiosa navata con co- Gregorio e Donato di Arezzo sull’altare in
pertura a capriate, è uno scrigno di tesori pietra serena. Nella cappella a destra della
d’arte. Nella controfacciata, tra le altre opere, maggiore, possiamo ammirare il pregevole
si trova la vetrata del rosone, decorata con affresco staccato della Crocifissione, assegna-
San Francesco e Papa Onorio III da Guillaume bile ad artista aretino della prima metà del
de Marcillat. Nella parte destra, è possible Trecento; una Madonna col Bambino, opera
ammirare la Cappella Carbonati, con opera di in pietra sempre di scuola aretina, del XIV
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 40 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 5
6. secolo; e l’Annunciazione, altro lavoro di Spi- Lungo la parte sinistra, è possibile ammirare Norcia (Perugia), ca. 480 - Montecassino (Frosinone), 21
nello Aretino. un Crocifisso tra i SS. Giovanni e Michele, una marzo 543/560
Nella zona presbiteriale si conserva al di so- Madonna col Bambino in trono e Santi ed
pra dell’altare maggiore, un bellissimo Croci- un’Annunciazione, assegnati a Giovanni È il patriarca del monachesimo occidentale. Dopo un perio-
fisso dipinto, opera giovanile del Cimabue. d’Agnolo di Balduccio, il San Vincenzo Ferrari, do di solitudine presso il sacro Speco di Subiaco, passò alla
Nella cappella absidale di sinistra, si trova di Lazzaro Vasari, e l’affresco, con i Santi Filip- forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. La
invece l’affresco Madonna col Bambino, di po e Giacomo Minore e storie della loro vita, sua Regola, che riassume la tradizione monastica orientale
Angelo Lorentino. di Spinello Aretino. adattandola con saggezza e discrezione al mondo latino,
apre una via nuova alla civiltà europea dopo il declino di
quella romana. In questa scuola di servizio del Signore han-
no un ruolo determinante la lettura meditata della parola di
Venerdì 19 agosto Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un
clima intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Nel
PROGRAMMA : solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e
Visita ai Monasteri di Santa Scolastica e San Benedetto nelle isole centri di preghiera, di cultura, di promozione
ore 13.00 pranzo umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Due secoli
ore 15.00 Possibile visita al Monte Livata e/o Laghetto dopo la sua morte, saranno più di mille i monasteri guidati
Rientro per cena dalla sua Regola. Paolo VI lo proclamò patrono d'Europa (24
ottobre 1964). (Avvenire)
SERATA: M OMENTO DI PREGHIERA E VISITA ALLA CITTÀ DI SUBIACO
Patronato: Europa, Monaci, Speleologi, Architetti, Ingegneri
romanico. Nel secolo XI l’abate francese Um- Etimologia: Benedetto = che augura il bene, dal latino
Subiaco berto edificò il campanile, il dormitorio dei Emblema: Bastone pastorale, Coppa, Corvo imperiale
monaci, una sala comune riscaldata e una Martirologio Romano: Memoria di san Benedetto, abate,
STORIA parte del chiostro con colonne di marmo.
Il II° Libro de “I Dialoghi” di San Gregorio Ma- Successivamente Giovanni V, considerato che, nato a Norcia in Umbria ed educato a Roma, iniziò a
gno racconta che San Benedetto fondò nella l’abate più grande tra tutti gli abati di Subia- condurre vita eremitica nella regione di Subiaco, raccoglien-
valle sublacense dodici cenobi, abitati da do intorno a sé molti discepoli; spostatosi poi a Cassino,
co, dotò il monastero di altri locali, che diven- fondò qui il celebre monastero e scrisse la regola, che tanto
altrettanti monaci. Egli andò a vivere in un nero ancora più numerosi sotto l’abate Ro-
luogo poco distante, situato nella villa nero- si diffuse in ogni lugo da meritargli il titolo di patriarca dei
mano. In questo periodo prese vita il mona- monaci in Occidente. Si ritiene sia morto il 21 marzo.
niana, posta sulla riva stero di San Benedetto,
destra dell’Aniene: que- (21 marzo: A Montecassino, anniversario della morte di san Benedetto, abate, la cui memoria
ad opera del Beato Pa- si celebra l’11 luglio).
sto fu il primo monaste- lombo che chiese a Ro-
ro, che si chiamò “San mano il permesso di di-
Clemente”. morare, come eremita,
San Benedetto dedicò a presso la “sacra grotta”;
papa Silvestro un altro PREGHIERA AI PASTI
altri si avvicinarono a lui
monastero, che più tardi e, alla fine del XII secolo,
si chiamerà “Santa Scola- si impiantò il primo ceno-
stica”. Nel IX secolo fu Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
bio, con un priore dipen-
distrutto dai Saraceni: dente dall’abate della sottostante abbazia. Santo. Amen.
papa Gregorio IV lo riedificò, Leone IV lo com- Vi furono, quindi, due monasteri e un’unica
pletò e Benedetto VII lo consacrò col nome di comunità (salvo l’interruzione dal 1739 al
O Dio, amante della vita, che nutri gli uccelli del
San Benedetto e Santa Scolastica. 1853), che i papi seguirono con grande cura, li cielo e vesti i gigli del campo, benedici noi e
Nel X secolo, sotto l’abate Leone III, fu co-
struita una grande e nuova chiesa in stile
beneficarono generosamente e spesso in essi questo cibo perché possiamo servirti meglio nei
soggiornarono. Tra questi ricordiamo Inno-
nostri fratelli. Amen.
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 6 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 39
7. 1990, p. 58). Cercando il vero progresso, a- riposo), col quale Benedetto rivaluta il tempo cenzo III, Gregorio IX e Alessandro IV. In se- stro”, successivamente (IX secolo) fu detto
scoltiamo anche oggi la Regola di san Bene- come un bene da non sperperare mai. Lo guito ad un fatto increscioso, gli abati furono “Monastero di San Benedetto e di Santa Sco-
detto come una luce per il nostro cammino. Il spirito di fraternità, infine, incoraggia e rasse- eletti dalla Curia romana: non sempre ciò fu lastica” e nel XIV secolo prese il nome attuale.
grande monaco rimane un vero maestro alla rena l’ubbidienza: c’è l’autorità dell’abate, ma conveniente, tanto che i monaci diminuirono Si presenta come un complesso di edifici co-
cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere Benedetto, con la sua profonda conoscenza di numero e tra essi vi furono molti nobili, struiti in epoche e stili diversi: un ingresso, sul
l’umanesimo vero. dell’uomo, insegna a esercitarla "con voce figli cadetti, obbligati ad entrare in monastero quale figura la scritta “Ora et Labora”, con
grande e dolce". e, perciò, insofferenti. strutture del XX secolo, introduce nel primo
Autore: Papa Benedetto XVI (Udienza Gene- Il fondatore ha dato ai tempi nuovi ciò che Nel 1363 fu eletto abate Bartolomeo III, di chiostro o “Chiostro Rinascimentale” del se-
rale 9.04.2008) essi confusamente aspettavano. C’erano già Siena, che, non riuscendo a ridurre a discipli- colo XVI, dal quale si passa in un secondo
tanti monasteri in Europa prima di lui. Ma con na i monaci, espulse quelli più indocili e invitòchiostro o “Chiostro Gotico” del secolo XIV
lui il monachesimo-rifugio diventerà mona- altri, di nazioni diverse, a venire a Subiaco. I ed, infine, in un terzo, detto “Chiostro Cosma-
chesimo-azione. La sua Regola non rimane Tedeschi accorsero e dal 1364 ai primi decen- tesco”, del secolo XIII. Il Campanile è del XII
italiana: è subito europea, perché si adatta a ni del 1500 a Subiaco ci fu una comunità eu- secolo e la Chiesa attuale è della fine del
tutti. ropea. Tra il XIV e il XV secolo l’abbazia fu 1700, l’ultima di ben cinque chiese stratifica-
La sua nobile famiglia lo manda a Roma per
Due secoli dopo la sua morte, saranno più di intitolata a Santa Scolastica e il monastero tesi lungo i secoli.
gli studi, che lui non completerà mai. Lo attra-
mille i monasteri guidati dalla sua Regola (ma dello Speco si chiamò “San Benedetto”. Il monastero ebbe il periodo di maggiore
e la vita monastica, ma i suoi progetti iniziali
non sappiamo con certezza se ne sia lui il Tra i monaci tedeschi arrivarono anche due splendore tra il secolo XI e il secolo XIII. Nel
falliscono. Per certuni è un santo, ma c’è chi
primo autore. Così come continuiamo ad chierici tipografi Corrado Sweynheym e Ar- 1465 i due chierici tedeschi A. Pannartz e C.
non lo capisce e lo combatte. Alcune canaglie
essere incerti sull’anno della sua morte a noldo Pannartz, che, nel 1464, introdussero Sweynheym vi impiantarono la prima tipogra-
in tonaca lo vogliono per abate e poi tentano
Montecassino). Papa Gregorio Magno gli ha l’arte della stampa. Nel 1456 nei monasteri di fia italiana, che arricchì la Biblioteca, già esi-
di avvelenarlo. In Italia i Bizantini strappano ai
dedicato un libro dei suoi Dialoghi, ma soltan- Subiaco fu disposto l’istituto della Commen- stente, di incunaboli e di libri di grande valo-
Goti, con anni di guerra, una terra devastata
to a scopo di edificazione, trascurando molti da; sui monaci, cioè, doveva vigilare un eccle- re.
da fame, malattie e terrore. Del resto, in Gal-
particolari importanti. siastico di nomina pontificia. La Biblioteca è oggi situata sul lato nord del
lia le successioni al trono si risolvono in fami-
Nel libro c’è però un’espressione ricorrente: i Nel 1514 gli abati furono temporanei ed eletti Chiostro Gotico, mentre il Refettorio si trova
glia con l’omicidio.
visitatori di Benedetto – re, monaci, contadini dal capitolo generale della Congregazione nel lato ovest del Chiostro Cosmatesco, un
"Dovremmo domandarci a quali eccessi si
– lo trovano spesso "intento a leggere". An- Cassinese, della quale i due monasteri erano tempo sormontato dal Dormitorio.
sarebbe spinta la gente del Medioevo, se non
che i suoi monaci studiano e imparano. Il entrati a far parte. Sotto i Giacobini i monaci Il monastero di Santa Scolastica si trova ad
si fosse levata questa voce grande e dolce".
cenobio non è un semplice sodalizio di eruditi dovranno andarsene dall’ottobre 1798 est di Subiaco, a 510 metri di altezza, ed è
Lo dice nel XX secolo lo storico Jaques Le
per il recupero dei classici: lo studio è in fun- all’ottobre 1799 e sotto Napoleone per cin- disposto longitudinalmente e parallelamente
Goff. E la voce di Benedetto comincia a farsi
zione dell’evangelizzare. Ma quest’opera fa que anni. Nel 1850 Pio IX chiamò a Subiaco alla valle, dove, per secoli, vissero nella con-
sentire da Montecassino verso il 529. Ha cre-
pure di esso un rifugio della cultura nel tem- Pier Francesco Casareto con monaci liguri, templazione e nella preghiera, eremiti e mo-
ato un monastero con uomini in sintonia con
po del grande buio. che riportarono la comunità ad una sequela naci, che le meritarono il nome di “valle san-
lui, che rifanno vivibili quelle terre. Di anno in
Autore : Domenico Agasso più rigorosa. ta”.
anno, ecco campi, frutteti, orti, il laborato-
Nel 1915 la commenda fu soppressa. Nel CHIESA DI S. SCOLASTICA
rio... Qui si comincia a rinnovare il mondo: qui
1944 Subiaco subì i danni della guerra, ben- La Chiesa del Monastero di Santa Scolastica
diventano uguali e fratelli “latini” e “barbari”,
ché limitati e senza vittime. Oggi è un punto sorge sul primo oratorio di San Benedetto, di
ex pagani ed ex ariani, antichi schiavi e antichi
di riferimento per tutti coloro che, sulle orme cui, nel 1962, si sono scoperte le tracce.
padroni di schiavi. Ora tutti sono una cosa
di San Benedetto, vogliono “cercare Dio”. Molto probabilmente nel secolo IX una secon-
sola, stessa legge, stessi diritti, stesso rispet-
da chiesa fu costruita su quella preesistente,
to. Qui finisce l’antichità, per mano di Bene-
MONASTERO DI SANTA SCOLASTICA come si può dedurre dai resti che affiorano
detto. Il suo monachesimo non fugge il mon-
do. Serve Dio e il mondo nella preghiera e nel Dei dodici monasteri voluti da San Benedetto da sotto il campanile e presenti nella chiesa
lavoro. nella valle sublacense, l’unico sopravvissuto ai più moderna. Una terza chiesa, consacrata
Irradia esempi tutt’intorno con il suo ordina- terremoti e alle distruzioni saracene fu quello nel 980 da Benedetto VII, fu edificata in stile
di Santa Scolastica, che, sino alla fine del XII romanico e, nel 1300, fu rifatta, mantenendo
mento interno fondato sui tre punti: la stabili-
secolo, fu il solo monastero di Subiaco. immutate le dimensioni, secondo lo stile goti-
tà, per cui nei suoi cenobi si entra per restar-
ci; il rispetto dell’orario (preghiera, lavoro, In origine si chiamò “Monastero di San Silve- co-cistercense.
È ancora possibile vedere, nel transetto, i
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 38 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 7
8. resti del rosone originario. Nella zona supe- e lo si deduce dalla cornice di archetti roma- dall’amore (5,2), il monaco conquista l’umiltà anche un uomo che sa ascoltare e sa impara-
riore ed inferiore della parete orientale dello nici intrecciati. Il lato rivolto ad est presenta (5,1), alla quale la Regola dedica un intero re da quanto ascolta.
stesso vi è un dipinto che rappresenta la Pen- minor rilievo decorativo: non ci sono trifore, capitolo (7). In questo modo l’uomo diventa
tecoste ed è ambientato in una città; nella ma bifore con pilastro al centro. Nel lato sud sempre più conforme a Cristo e raggiunge la Benedetto qualifica la Regola come “minima,
parete occidentale è raffigurata l’Ascensione; la decorazione è a due ordini di nicchie a vera autorealizzazione come creatura ad im- tracciata solo per l’inizio” (73,8); in realtà
nella parete settentrionale oggi sono visibili fondo piatto, con gli archivolti circondati da magine e somiglianza di Dio. però essa offre indicazioni utili non solo ai
solo le scene laterali, che rappresentano l’ ghiere di laterizi di forma romboidale. monaci, ma anche a tutti coloro che cercano
“Incoronazione della Vergine”, di un affresco, Nell’arcata del lato est, vicino alla Chiesa, è All’obbedienza del discepolo deve corrispon- una guida nel loro cammino verso Dio. Per la
il cui centro è presente una pit- dere la saggezza sua misura, la sua
andato distrutto tura del secolo IX, dell’Abate, che nel umanità e il suo
nella costruzione che raffigura un monastero tiene “le sobrio discernimen-
della volta di co- cerchio, simbolo di veci di Cristo” (2,2; to tra l’essenziale e
pertura del tran- Dio, nel quale è 63,13). La sua figu- il secondario nella
setto attuale. Il evidente la Sua ra, delineata soprat- vita spirituale, essa
famoso architetto mano benedicen- tutto nel secondo ha potuto mantene-
Giacomo Quaren- te, quale segno di capitolo della Rego- re la sua forza illu-
ghi, nel 1769, fecondità. la, con un profilo di minante fino ad
restaurò la Chiesa Nell’arcata oppo- spirituale bellezza e oggi. Paolo VI, pro-
in stile neoclassi- sta sono pitture di esigente impe- clamando nel 24
co, seguendo la risalenti al IX-X gno, può essere ottobre 1964 san
struttura gotica secolo e sono rap- considerata come Benedetto Patrono
precedente. presentati, al centro, l’Agnello di Dio, e agli un autoritratto di d’Europa, intese
Possiamo ammirare il bel portale gotico, i cui angoli gli Evangelisti e i loro simboli zoomorfi. Benedetto, poiché – riconoscere l’opera
elementi decorativi ricordano l’architettura Una novità, rispetto alla pittura tradizionale come scrive Grego- meravigliosa svolta
cistercense del basso Lazio, con un affresco dello stesso periodo, è data dalla figura di San rio Magno – “il San- dal Santo mediante
nella lunetta e, ai lati del portale, altri affre- Matteo, che ha la faccia di un uomo o di un to non poté in alcun la Regola per la
schi di scuola senese del secolo XIV, con sce- angelo e il corpo di un animale. modo insegnare formazione della
ne della vita di San Benedetto: l’episodio del CHIOSTRO DEI COSMATI diversamente da civiltà e della cultu-
Goto, il tentativo di avvelenare il santo col "Magister Jacobus Romanus fecit hoc opus" si come visse” (Dial. II, ra europea. Oggi
vino e il castigo inferto al monaco infedele. legge nell'archivolto, in pietra calcare, del lato 36). L’Abate deve l’Europa – uscita
La Chiesa è a croce latina, ad una navata di meridionale del terzo chiostro del monastero essere insieme un tenero padre e anche un appena da un secolo profondamente ferito da
forma rettangolare irregolare, quasi un trape- di Santa Scolastica. severo maestro (2,24), un vero educatore. due guerre mondiali e dopo il crollo delle
zio, con volta a botte e con decorazioni risa- La firma indica l'autore, il marmoraro romano Inflessibile contro i vizi, è però chiamato so- grandi ideologie rivelatesi come tragiche uto-
lenti ai restauri del Quarenghi, che si ispirò al Jacopo il Vecchio, figlio di Lorenzo di Tebaldo, prattutto ad imitare la tenerezza del Buon pie – è alla ricerca della propria identità. Per
Palladio e in particolare alla chiesa del SS.mo che lo iniziò probabilmente prima del 1210. Pastore (27,8), ad “aiutare piuttosto che a creare un’unità nuova e duratura, sono certo
Redentore alla Giudecca (Venezia); l’abside, a Suo figlio Cosma, dal quale prese il nome dominare” (64,8), ad “accentuare più con i importanti gli strumenti politici, economici e
semicupola, sostenuta da due colonne, fu l'arte dei marmorari romani, alla morte del fatti che con le parole tutto ciò che è buono e giuridici, ma occorre anche suscitare un rin-
terminata nel 1852 dall’architetto Giacomo padre, verso il 1240, insieme ai figli Luca e santo” e ad “illustrare i divini comandamenti novamento etico e spirituale che attinga alle
Monaldi; nelle cappelle laterali sono visibili Jacopo, continuò e portò a termine la costru- col suo esempio” (2,12). Per essere in grado radici cristiane del Continente, altrimenti non
vari dipinti. Nel 1052-53, forse sulla torre zione È da notare l'assenza dell'incrostazione di decidere responsabilmente, anche l’Abate si può ricostruire l’Europa. Senza questa linfa
campanaria della chiesa del 980, costruita a a mosaico caratteristica di quegli artisti; in deve essere uno che ascolta “il consiglio dei vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di
sua volta sul nartece della chiesa del IX seco- compenso, però, sulle colonne sono presenti fratelli” (3,2), perché “spesso Dio rivela al più soccombere all’antica tentazione di volersi
lo, di cui restano quattro grossi pilastri con diverse testine mostruose, tipiche dello stile giovane la soluzione migliore” (3,3). Questa redimere da sé – utopia che, in modi diversi,
altrettanti archi, fu fatto innalzare dall’abate romanico internazionale, che Jacopo tentò di disposizione rende sorprendentemente mo- nell’Europa del Novecento ha causato, come
francese Umberto il campanile a cinque piani. imitare. derna una Regola scritta quasi quindici secoli ha rilevato il Papa Giovanni Paolo II, “un re-
Gli ultimi due piani furono successivamente Al tempo dell'abate Cirillo (1577-1581) fu fa! Un uomo di responsabilità pubblica, e gresso senza precedenti nella tormentata
rifatti, anche se non si sa ben definire l’epoca, costruito, con arcate di tufo, il piano superio- anche in piccoli ambiti, deve sempre essere storia dell’umanità” (Insegnamenti, XIII/1,
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 8 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 37
9. vivevano in modo dissoluto, e non voleva simbolico: la vita monastica nel nascondimen- re, ma nel 1700 ne fu murato il lato nord, due colonne binate poste sul muretto, che
cadere negli stessi loro sbagli. Voleva piacere to ha una sua ragion d’essere, ma un mona- volendo dare una nuova sistemazione alla divide la galleria dal resto del chiostro.
a Dio solo; “soli Deo placere desiderans” (II stero ha anche una sua finalità pubblica nella parte riservata ai novizi. Il Chiostro ha la for- Chi dal pozzo guarda l'apertura, vede a sini-
Dial., Prol 1). Così, ancora prima della conclu- vita della Chiesa e della società, deve dare ma di un rettangolo, i cui lati lunghi vanno stra una bifora, i cui archetti a tutto sesto e
sione dei suoi studi, Benedetto lasciò Roma e visibilità alla fede come forza di vita. Di fatto, nello stesso senso della chiesa. Il portico, da centinati poggiano sul capitello di una colon-
si ritirò nella solitudine dei monti ad est di quando, il 21 marzo 547, Benedetto concluse ovest ad est, è costituito da archi romanici na tortile e su un robusto pilastro, posto sul
Roma. Dopo un primo soggiorno nel villaggio la sua vita terrena, lasciò con la sua Regola e che poggiano su colonnine in parte binate, in muretto.
di Effide (oggi: Affile), dove per un certo peri- con la famiglia benedettina da lui fondata un parte solitarie e tortili su una delle quali è Di fianco sta una quadrifora i cui archetti
odo si associò ad una “comunità religiosa” di patrimonio che ha portato nei secoli trascorsi presente la faccia di un diavolo e su un'altra centinati, a tutto sesto poggiano, alle estremi-
monaci, si fece eremita nella non lontana e porta tuttora frutto in tutto il mondo. una testa umana rovesciata, con capitelli tà, su massicci pilastri che partono dal muret-
Subiaco. Lì visse per tre anni completamente sempre diversi, in marmo bianco di Carrara, to e nella parte centrale sui capitelli di colon-
solo in una grotta che, a partire dall’Alto Me- Nell’intero secondo libro dei Dialoghi Grego- preso, dopo un terremoto, da S. Clemente, ne tortili e binate.A destra dell'apertura si
dioevo, costituisce il “cuore” di un monastero rio ci illustra come la vita di san Benedetto primo monastero benedettino sorto in uno trova una bifora identica a quella di sinistra e,
benedettino chiamato “Sacro Speco”. Il perio- fosse immersa in un’atmosfera di preghiera, degli ambienti della vicina villa di Nerone. di fianco ad essa, una coppia di cinque archet-
do in Subiaco, un periodo di solitudine con fondamento portante della sua esistenza. Le cornici hanno un andamento irregolare, ti centinati, poggianti sui capitelli di colonne
Dio, fu per Benedetto un tempo di maturazio- Senza preghiera non c’è esperienza di Dio. Ma perché scendono e risalgono, con un effetto binate lisce e tortili, alternate. Nella pur reale
ne. Qui doveva sopportare e superare le tre la spiritualità di Benedetto non era plastico notevole. L'architettura organica ed disorganicità il Lato Nord del Chiostro Cosma-
tentazioni fondamentali di ogni essere uma- un’interiorità fuori dalla realtà. equilibrata di questo Chiostro non solo com- tesco è complessivamente armonioso, in
no: la tentazione dell’autoaffermazione e del Nell’inquietudine e nella confusione del suo pensa l'assenza del mosaico, presente in altri linea perfetta con le caratteristiche dell'archi-
desiderio di porre se stesso al centro, la ten- tempo, egli viveva sotto lo sguardo di Dio e chiostri cosmateschi, ma ne fa un esempio di tettura medioevale, secondo le quali fu realiz-
tazione della sensualità e, infine, la tentazio- proprio così non perse mai di vista i doveri stile, pressoché unico. zato.
ne dell’ira e della vendetta. Era infatti convin- della vita quotidiana e l’uomo con i suoi biso- I pezzi che compongono gli archi sono nume- LATO ORIENTALE
zione di Benedetto che, solo dopo aver vinto gni concreti. Vedendo Dio capì la realtà rati progressivamente da I a XVII e sui pilastri Il Lato Est del Chiostro Cosmatesco è il lato
queste tentazioni, egli avrebbe potuto dire dell’uomo e la sua missione. Nella sua Regola si notano segni identici a quelli delle lastre più breve dell'asimmetrico "rettangolo" che
agli altri una parola utile per le loro situazioni egli qualifica la vita monastica “una scuola del collocate vicine orizzontalmente: ciò fa pen- costituisce il Chiostro stesso.
di bisogno. E così, riappacificata la sua anima, servizio del Signore” (Prol. 45) e chiede ai suoi sare ad un lavoro prefabbricato a Roma e poi L'apertura è centrale ed è segnata da un ar-
era in grado di controllare pienamente le monaci che “all’Opera di Dio [cioè all’Ufficio qui trasportato e ricomposto. Sulle pareti chetto a tutto sesto, centinato, leggermente
pulsioni dell’io, per essere così un creatore di Divino o alla Liturgia delle Ore] non si ante- della galleria sono dipinti i simboli dei paesi più grande degli altri, che poggia su due capi-
pace intorno a sé. Solo allora decise di fonda- ponga nulla” (43,3). Sottolinea, però, che la che nel Medioevo erano sotto la giurisdizione telli di colonne binate ed ha, a ciascun fianco,
re i primi suoi monasteri nella valle dell’Anio, preghiera è in primo luogo un atto di ascolto temporale dell'abate, come Cervara (bandiera una bifora i cui archetti centinati poggiano
vicino a Subiaco. (Prol. 9-11), che deve poi tradursi nell’azione col cervo), Ponza (bandiera con i ponti) e sulle lateralmente su un robusto pilastro.
concreta. “Il Signore attende che noi rispon- volte sono presenti pitture del secolo XIV: Chi guarda l'apertura dal pozzo, vede partire
Nell’anno 529 Benedetto lasciò Subiaco per diamo ogni giorno coi fatti ai suoi santi inse- l'Agnello e gli Evangelisti; da notare l'occhio dal pilastro di destra una quadrifora che alter-
stabilirsi a Montecassino. Alcuni hanno spie- gnamenti”, egli afferma (Prol. 35). Così la vita centrato di San Matteo, che guarda lo spetta- na colonne singole e lisce a colonne binate
gato questo trasferimento come una fuga del monaco diventa una simbiosi feconda tra tore, da qualunque parte egli si posizioni. altrettanto lisce, i cui archetti a tutto sesto
davanti agli intrighi di un invidioso ecclesiasti- azione e contemplazione “affinché in tutto Il pavimento delle gallerie è più basso rispetto sono grandi ed ariosi. A sinistra, invece, la
co locale. Ma questo tentativo di spiegazione venga glorificato Dio” (57,9). In contrasto con a quello del cortile interno, al centro del qua- quadrifora, pur presentando analoghe carat-
si è rivelato poco convincente, giacché la una autorealizzazione facile ed egocentrica, le, dal 1578, sta un pozzo rivestito di marmi teristiche relativamente alle colonne, ha gli
morte improvvisa di lui non indusse Benedet- oggi spesso esaltata, l’impegno primo ed provenienti dalla villa neroniana. archetti molto più piccoli e stretti.
to a ritornare (II Dial. 8). In realtà, questa irrinunciabile del discepolo di san Benedetto LATO SETTENTRIONALE Tali anomalie non ostacolano la bellezza che
decisione gli si impose perché era entrato in è la sincera ricerca di Dio (58,7) sulla via trac- Il Lato Nord del Chiostro Cosmatesco corre complessivamente caratterizza il Chiostro
una nuova fase della sua maturazione interio- ciata dal Cristo umile ed obbediente (5,13), parallelamente alla Chiesa: è il lato lungo di Cosmatesco.
re e della sua esperienza monastica. Secondo all’amore del quale egli non deve anteporre un rettangolo asimmetrico. Esso presenta LATO MERIDIONALE
Gregorio Magno, l’esodo dalla remota valle alcunché (4,21; 72,11) e proprio così, nel un'apertura, non centrale, ma più spostata ad Il Lato Sud è il lato lungo del rettangolo asim-
dell’Anio verso il Monte Cassio – un’altura servizio dell’altro, diventa uomo del servizio e ovest, contraddistinta da un arco centinato, a metrico del Chiostro Cosmatesco. L'apertura
che, dominando la vasta pianura circostante, della pace. Nell’esercizio dell’obbedienza tutto sesto, schiacciato, poggiante, per cia- è corrispondente a quella del lato nord ed è
è visibile da lontano – riveste un carattere posta in atto con una fede animata scun lato, su un unico e massiccio capitello di caratterizzata da un arco che poggia su due
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 36 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 9
10. robusti pilastri, che si innalzano dal muretto. stro, vede sei archetti centinati, a tutto sesto,
L'arco, a tutto sesto, è più alto degli altri ar- stretti, poggianti su grossi capitelli sovrastanti San Benedetto da Norcia
chetti ed ha una centina che tocca l'aggetto una colonna tortile, centrale, e colonne lisce
della sottocornice, sulla quale si innalza il laterali, singole e binate. Sul pilastro che sta a
prospetto degli ambienti del monastero. Chi sinistra dell'apertura, è disegnata con vernice compiuti dal Santo, ed anche qui non vuole
guarda l'apertura dal pozzo, a destra del pila- rossa una testa umana rovesciata. semplicemente raccontare qualche cosa di
stro, vede sei archetti centinati, a tutto sesto, Da questo pilastro si susseguono sei archetti strano, ma dimostrare come Dio, ammonen-
stretti, poggianti su grossi capitelli sovrastanti centinati, a tutto sesto, poggianti su colonne do, aiutando e anche punendo, intervenga
una colonna tortile, centrale, e colonne lisce singole, lisce, alternate a colonne binate. nelle concrete situazioni della vita dell’uomo.
laterali, singole e binate. Sul pilastro che sta a L'ultimo archetto poggia su un altro grosso Vuole mostrare che Dio non è un’ipotesi lon-
sinistra dell'apertura, è disegnata con vernice pilastro, dal quale partono altri sei archetti, tana posta all’origine del mondo, ma è pre-
rossa una testa simili ai prece- sente nella vita dell’uomo, di ogni uomo.
umana rovescia- denti , poggianti
ta. su colonne che Questa prospettiva del “biografo” si spiega
Da questo pila- si ripetono con anche alla luce del contesto generale del suo
stro si susseguo- la stessa disposi- tempo: a cavallo tra il V e il VI secolo il mondo
no sei archetti zione. I pezzi che era sconvolto da una tremenda crisi di valori
centinati, a compongono gli e di istituzioni, causata dal crollo dell’Impero
tutto sesto, archi sono nu- Romano, dall’invasione dei nuovi popoli e
poggianti su merati progres- dalla decadenza dei costumi. Con la presenta-
colonne singole, sivamente da I a San Benedetto, Fondatore del monachesimo zione di san Benedetto come “astro lumino-
lisce, alternate a XVII e sui pilastri occidentale, e anche Patrono del mio pontifi- so”, Gregorio voleva indicare in questa situa-
colonne binate. si notano segni cato. Comincio con una parola di san Grego- zione tremenda, proprio qui in questa città di
L'ultimo archet- identici a quelle rio Magno, che scrive di san Benedetto: Roma, la via d’uscita dalla “notte oscura della
to poggia su un delle lastre col- “L’uomo di Dio che brillò su questa terra con storia” (cfr Giovanni Paolo II, Insegnamenti,
altro grosso locate vicine tanti miracoli non rifulse meno per II/1, 1979, p. 1158). Di fatto, l’opera del Santo
pilastro, dal orizzontalmen- l’eloquenza con cui seppe esporre la sua dot- e, in modo particolare, la sua Regola si rivela-
quale partono te; molto proba- trina” (Dial. II, 36). Queste parole il grande rono apportatrici di un autentico fermento
altri sei archetti, simili ai precedenti , pog- bilmente il lavoro fu fatto a Roma e poi fu qui Papa scrisse nell’anno 592; il santo monaco spirituale, che mutò nel corso dei secoli, ben
gianti su colonne che si ripetono con la stessa trasportato e ricomposto. era morto appena 50 anni prima ed era anco- al di là dei confini della sua Patria e del suo
disposizione. I pezzi che compongono gli archi CHIOSTRO GOTICO ra vivo nella memoria della gente e soprattut- tempo, il volto dell’Europa, suscitando dopo
sono numerati progressivamente da I a XVII e Il secondo Chiostro del monastero di Santa to nel fiorente Ordine religioso da lui fondato. la caduta dell’unità politica creata dall’impero
sui pilastri si notano segni identici a quelle Scolastica, detto anche “Chiostro Gotico”, fu San Benedetto da Norcia con la sua vita e la romano una nuova unità spirituale e cultura-
delle lastre collocate vicine orizzontalmente; costruito tra la fine del 1200 e gli inizi del sua opera ha esercitato un influsso fonda- le, quella della fede cristiana condivisa dai
molto probabilmente il lavoro fu fatto a Roma 1300. mentale sullo sviluppo della civiltà e della popoli del continente. E’ nata proprio così la
e poi fu qui trasportato e ricomposto. La sua forma irregolare, a sei lati, deriva cultura europea. La fonte più importante sulla realtà che noi chiamiamo “Europa”.
LATO MERIDIONALE dall’unione di due rettangoli con diverso o- vita di lui è il secondo libro dei Dialoghi di san
Il Lato Sud è il lato lungo del rettangolo asim- rientamento: i lati adiacenti alla chiesa rispet- Gregorio Magno. Non è una biografia nel La nascita di san Benedetto viene datata in-
metrico del Chiostro Cosmatesco. L'apertura tano la disposizione della parte più antica del senso classico. Secondo le idee del suo tem- torno all’anno 480. Proveniva, così dice san
è corrispondente a quella del lato nord ed è monastero, mentre gli altri seguono una dire- po, egli vuole illustrare mediante l’esempio di Gregorio, “ex provincia Nursiae” – dalla regio-
caratterizzata da un arco che poggia su due zione che devia verso est. un uomo concreto – appunto di san Benedet- ne della Nursia. I suoi genitori benestanti lo
robusti pilastri, che si innalzano dal muretto. Forse qui un tempo stava l’ingresso, come si to – l’ascesa alle vette della contemplazione, mandarono per la sua formazione negli studi
L'arco, a tutto sesto, è più alto degli altri ar- vede nell'affresco de “Il miracolo della falce”, che può essere realizzata da chi si abbandona a Roma. Egli però non si fermò a lungo nella
chetti ed ha una centina che tocca l'aggetto posto nella galleria meridionale. Si chiama a Dio. Quindi ci dà un modello della vita uma- Città eterna. Come spiegazione pienamente
della sottocornice, sulla quale si innalza il “Chiostro Gotico” per gli archi a sesto acuto, na come ascesa verso il vertice della perfezio- credibile, Gregorio accenna al fatto che il
prospetto degli ambienti del monastero. Chi con doppio sguancio, che poggiano su robusti ne. San Gregorio Magno racconta anche, in giovane Benedetto era disgustato dallo stile
guarda l'apertura dal pozzo, a destra del pila- pilastri. Al centro sta un pozzo esagonale con questo libro dei Dialoghi, di molti miracoli di vita di molti suoi compagni di studi, che
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 10 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 35
11. IL CUBICOLO DELLA VELATA ammirare una scena suggestiva: la Madonna parapetto e colonne di marmo, che, un tem- sono rappresentati alcuni angeli che incorni-
Il cubicolo prende il nome dall'affresco della seduta col Bambino sulle ginocchia e accanto po appartenevano alla villa neroniana. ciano la statua della Madonna in trono, posta
lunetta di fondo, raffigurante una giovane a lei un profeta in tunica e pallio che addita Nel lato ovest, all’altezza del terzo e del quar- al centro. Questo particolare, unico in Italia, si
donna in ricca tunica e col capo velato,con le una stella, allusione alla profezia di Bala- to arco, è possibile ammirare il campanile e il trova, invece, in portali gotici d'oltralpe so-
braccia alzate in atteggiamento di preghiera. am:"Una stella spunta da Giacobbe e uno monte Francolano. La parete del lato nord è prattutto spagnoli e catalani. L'influsso catala-
Ai lati della figura orante sono rappresentate scettro sorge da Israele." (Nu 24,15-17) Lo ornata di reperti provenienti dalle diverse no, evidente nell'Arco, testimonia la presenza
due scene probabilmente riferentisi a mo- stile e la localizzazione (nella parte iniziale del chiese del monastero e dalla villa di Nerone. nel monastero, in quel periodo, di monaci
menti importanti della vita della defunta. Al cimitero) la fanno ritenere l'immagine della In una lapide, murata su un pilastro posto spagnoli e di altre nazionalità europee, secon-
centro della volta è dipinto il Buon Pastore Madonna più antica del mondo: inizi del III dirimpetto al portale della chiesa, è raffigura- do l'apertura culturale ed artistica dei mona-
nel giardino paradisiaco. secolo. to il noto simbolo eucaristico: due cervi si steri sublacensi, e la presenza di un abate
Gli episodi dell'Antico Testamento dipinti abbeverano ad un recipiente poggiato su una spagnolo (il cardinale Torquemada).
nell'ambiente simboleggiano la salvezza: in- pianta. Sulla schiena dell’animale di sinistra Un'ulteriore conferma dell'influsso iberico è
fatti, come per l'intervento divino furono sta un’epigrafe, che allude alla consacrazione data dall'edicola rettangolare che inquadra
salvati i tre giovani ebrei dal fuoco, Isacco dal della chiesa di Santa Scolastica (4 Dicembre l'Arco e che risulta leggermente aggettante
sacrificio della sua vita e Giona dal mostro, 980). rispetto al muro. Gli Spagnoli avevano eredi-
così l'anima cristiana ottiene la salvezza gra- Non chiaro è, invece, il significato tato questo elemento architettonico dagli
zie alla Redenzione. Le pitture, incredibilmen- dell’iscrizione posta nella parte superiore Arabi, dei quali per anni subirono la presenza.
te ben conservate, sono datate alla seconda della lapide. Dal XIII secolo in questo luogo CHIOSTRO RINASCIMENTALE
metà del terzo secolo. vennero stipulati gli atti pubblici, perciò era Il primo Chiostro o “Chiostro Rinascimentale”
LA CAPPELLA GRECA accessibile anche ai laici; tale prassi cessò con è la parte più recente del monastero di Santa
Ambiente riccamente decorato con pitture di l’abate Cirillo (1577-1581), che apportò radi- Scolastica.
stile pompeiano, finto marmo e stucchi, pre- cali modifiche alla vita monastica. La sua costruzione iniziò nel 1580, durante
senta una forma particolare con tre nicchie ARCO GOTICO - FLAMBOYANT l’abbaziato di Cirillo di Montefiascone e fu
per sarcofagi sul fondo e un bancone per Il lato ovest del secondo chiostro del mona- portata a termine nel 1689, quando era abate
refrigeri sul lato sinistro. Sono molti gli episo- stero di Santa Scolastica presenta al suo inizio Michelangelo Inurea, fratello del doge Luca
di dell'Antico e Nuovo Testamento qui raffi- un grande Arco "flamboyant", del 1400, a Maria. Il lato ovest, ricostruito dopo il bom-
gurati e anche alcuni simboli della mitologia doppia arcata, dal quale si vede la facciata bardamento del 23 Maggio 1944, e il lato sud
pagana che alludono all'immortalità e alla della chiesa gotica e il campanile romanico. sono formati da archi poggianti su robusti
risurrezione: le stagioni e la fenice che esce Grande importanza assumono i due archivol- pilastri; il lato nord ed il lato est, che, prima
dal rogo. ti, con larga modanatura a gola: l'arco interno del 1580, costituivano la facciata e l’ingresso
Nell'arco di fondo viene raffigurata un ban- è acuto e ornato di grosse foglie, quello ester- del monastero, sono oggi occupati da altri
chetto, la cosiddetta "Fractio Panis," e nell'ar- no è a chiglia, con nicchie all'imposta e fiore edifici.
co di fronte Gesù che chiama Lazzaro fuori sulla cuspide. Affreschi di autore ignoto, risalenti al 1600, si
dalla tomba. Ci sono le figure bibliche che La novità dell'Arco sta proprio nella curvatu- trovano sui pilastri del lato sud e raffigurano i
richiamano la salvezza attraverso l'acqua del ra, detta appunto "a profilo di chiglia" dell'ar- papi che, nel tempo, visitarono il cenobio:
battesimo (Noè e Mosè) e quelle che mostra- cata esterna, che fu un elemento decorativo Gregorio IX, Alessandro IV, Urbano VI, Pio II.
no questa salvezza prefigurata nell'Antico notevole nel gotico d'oltralpe; si usò soprat- Sulla parete dello stesso lato si trovano, in-
Testamento: Daniele tra i leoni, i tre giovani tutto nelle entrate delle corniciate, fotocopie di docu-
nella fornace e Susanna accusata dai vecchio- chiese e in qualche fac- menti, di codici e di incuna-
ni e salvata dal profeta Daniele. ciata, ma fu poco pre- boli presenti nella biblioteca
LA PIU' ANTICA IMMAGINE DELLA MADONNA sente in Italia. del monastero, come la Re-
Sul soffitto di una nicchia approfondita a gal- La prima arcata contie- gola di San Benedetto e il
leria per la presenza di una tomba venerata, ne, in tenero calcare, Regesto del IX secolo, non-
c'è lo stucco, in parte caduto, del Buon Pasto- figure di patriarchi o di ché fotografie che testimo-
re, immagine di Cristo in un giardino con albe- profeti dai volti barbuti, niano la visita degli ultimi
ri in stucco e rami e fiori dipinti in verde e sorretti da mensole; papi: Giovanni XXIII, Paolo VI
rosso. All'estrema destra della pittura si può nella seconda arcata e Giovanni Paolo II.
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 34 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 11
12. MUSEO to. Il recupero iniziò solo nel 1970, ad opera DAL BASSO MEDIOEVO AL XVI SECOLO affreschi (la più conosciuta è la "cripta dei
Il Museo è oggi collocato in locali sottostanti del Direttore Generale delle Antichità e Belle Traslate le reliquie all'interno della città, le papi" nella catacomba di san Callisto).
il monastero di Santa Scolastica, restaurati Arti, dottor Vito Agresti, per merito del quale catacombe furono completamente abbando- Infine, per ragioni di spazio alcune tombe
dall’amministrazione della Provincia di Roma è arrivato sino a noi. nate; gli accessi furono ostacolati dalla vege- erano scavate anche nel pavimento dei corri-
con fondi del Giubileo del 2000. Un tempo, al BIBLIOTECA tazione e dalle frane, i santuari e i cimiteri doi (formae): questa tipologia di sepoltura
suo posto, si trovava il vecchio frantoio; sono Nel monastero di Santa Scolastica, al piano caddero nell'oblio. era diffusa soprattutto nei pressi della tomba
ancora visibili, infatti, buche profonde un paio superiore del lato nord del chiostro gotico, Durante il Medioevo si perse ogni traccia di un martire, luogo ricercato dai primi cristia-
di metri, coperte da lastre di vetro, che indi- con finestre ad arco che vi si affacciano, è della loro ubicazione e si faceva gran confu- ni per la loro ultima dimora.
cano il luogo nel quale un tempo si raccoglie- collocata la Biblioteca. sione sui nomi. Le uniche catacombe ad esse- CATACOMBE DI SANTA PRISCILLA
va l’olio. Nella “Regola” San Benedetto impose ai mo- re ricordate furono quelle di San Sebastiano, LA REGINA DELLE CATACOMBE
Nel museo sono presenti oggetti diversi ri- naci la lettura di libri sia privata, che comuni- di San Lorenzo (o di Ciriaca) e di San Pancra- La catacomba di
guardanti le scienze geologiche, archeologi- taria, soprattutto in particolari momenti zio. Priscilla, conosciuta
che, paleontologiche, etnologiche e strumenti dell’anno liturgico. ETÀ MODERNA in tutti i documenti
scientifico-didattici per la scuola. È dedicato a Era, quindi, necessario un luogo dove conser- In epoca moderna furono accidentalmente topografici e liturgi-
Luigi Ceselli, ex ufficiale del Genio pontificio, varli, ma a Santa Scolastica non è rimasto riscoperte nel XVI secolo e cominciarono ad ci antichi, si apre
presidente della sezione di scienze naturali alcun segno di tale pratica. Si sa, invece, che essere esplorate prima con Antonio Bosio sulla via Salaria con
nell’Accademia Pontificia della Concezione, alla fine del 1100 l’abate Giovanni V, amante (1575-1629 col suo libro postumo Roma Sot- ingresso presso il
presidente della sezione di mineralogia della cultura, dotò il monastero di uno terranea del 1634) e soprattutto con le ricer- monastero delle
nell’accademia pontificia dei Quiriti, membro “Scriptorium”, nel quale chiamò miniatori di che di Giovanni Battista de Rossi (1822-1894). Suore Benedettine
onorario dell’Istituto Filotecnico Nazionale e grande fama da monasteri italiani e stranieri. Negli anni cinquanta del XX secolo furono di Priscilla. Per la
socio corrispondente di altre Accademie na- Commissionò il “Sacramentarium Sublacen- ritrovate molte catacombe nei pressi di Ro- sepoltura di nume-
zionali e straniere. se”, che oggi si trova alla Biblioteca Vallicellia- ma. rosi martiri questa
Egli raccolse ossa di animali preistorici e molti na di Roma e molti altri libri, dando origine ad TIPI DI SEPOLTURA catacomba era
oggetti di utilità quotidiana, necessari ad una vera e propria biblioteca. Le catacombe romane sono costituite da denominata nell'antichità "la Regina delle
evidenziare il modo di vivere, familiare e so- Anche i suoi successori fecero altrettanto, gallerie sotterranee (ambulacra), lungo le cui catacombe".
ciale, dell’epoca di appartenenza (dal VI seco- così che alla fine del 1300 la biblioteca di pareti erano ricavate le tombe (loculi). I locu- Il cimitero, scavato tra il II e il V secolo, inizia
lo a. C. fino all’età tardo-antica), che sono Santa Scolastica poteva contare diecimila li, generalmente disposti su file verticali da tre nuclei originariamente indipendenti e
oggi preziosissimi, poiché l’espansione edilizia volumi. Nei secoli successivi molti libri anda- (pilae), potevano contenere uno o più cada- separati tra loro, dei quali i principali sono: un
ha distrutto buona parte dei siti archeologici rono dispersi, ma nel 1465 due stampatori di veri; esternamente erano chiusi da lastre di arenario, il criptoportico di una villa e l'ipogeo
dai quali provengono. Magonza, i chierici A. Pannartz e C. Swe- marmo, su cui spesso erano incisi il nome del a carattere familiare degli Acilii Glabrioni.
Il Ceselli morì nel 1882 e della sua collezione ynheym, vi impiantarono la prima tipografia defunto ed il mestiere, accompagnati da ele- LE GALLERIE CIMITERIALI
non si seppe nulla sino al 1915, quando Mar- italiana. menti simbolici cristiani o ebraici. Scavate nel tufo, si snodano per circa 13 chi-
co Ceselli, suo nipote ed erede, ne fece dono Si mise fine, così, ad attività connesse con la Un'altra tipologia di sepoltura, tipica delle lometri in percorsi irregolari, ogni tanto inter-
alla comunità benedettina di Subiaco, per preparazione di materiali scrittori, con la catacombe romane, è l'arcosolio rotte da piccole stanze, i cubicoli, tombe di
onorare anche lo zio Mariano, fratello di Luigi copiatura dei testi e con la loro ornamenta- (arcosolium), costituito da una nicchia arcua- famiglia o sepolcri venerati.
Ceselli, che era stato monaco in questa comu- zione, ma si diede vita, il 29 Ottobre 1465, al ta sovrastante una lastra marmorea posta in Il corpo del defunto, avvolto in un sudario e
nità. I reperti furono schedati e ordinati da primo libro stampato in Italia, in uno stile orizzontale, che chiudeva la tomba (il solium senza una cassa, veniva adagiato in una stret-
Don Antonio Caselli, professore di scienze nel tipografico detto “stile Subiaco”. sub arcu). L'arcosolio poteva essere semplice ta insenatura rettangolare, detta loculo, sca-
seminario di Parma e furono messi a disposi- Molti altri libri furono stampati, ma non sem- (ossia per una sola persona), oppure compo- vata nelle pareti delle gallerie.
zione di insegnanti e studenti del seminario pre gelosamente custoditi; fino al 1848, quan- sito, fino ad accogliere le sepolture di una Le lastre di chiusura, in marmo o in terracot-
diocesano di Subiaco. do fu curato il riordinamento della Biblioteca intera famiglia. ta, sono state quasi completamente asporta-
Le rovine causate al monastero dall’ultima e dell’archivio e furono acquistate opere ri- Lungo i corridoi non sono infrequenti i cubi- te col passare del tempo. Alcuni frammenti di
guerra non risparmiarono il museo e i cimeli guardanti la Storia della Chiesa, la Sacra Scrit- coli (cubicula), camere sepolcrali di forma iscrizioni in latino o in greco sono affissi sulle
in esso custoditi, che solo in parte furono tura, classici latini ed autori stranieri. Durante quadrata o poligonale, contenenti più loculi o pareti o sui muri di sostegno eretti in zone
recuperati. Nel 1953 l’abate Salvi si interessò le incursioni garibaldine i libri furono nascosti arcosoli destinati a membri della stessa fami- pericolanti. Piccoli buchi tra una tomba e
presso il Ministero della Pubblica Istruzione, in un luogo sconosciuto. Nel 1873 furono glia o di famiglie imparentate tra loro; oppure l'altra servivano per appoggiare le lucerne a
perché il patrimonio del museo venisse salva- confiscati dallo Stato e, come gli altri beni del le cripte (cryptae), cappelle decorate con olio che illuminavano il percorso.
Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 12 Subiaco, il Monachesimo Benedettino agosto 2011 pag. 33