Vuoi ricevere i prossimi contenuti e slide? Iscriviti alla newsletter. È gratis. :) bit.ly/mocanewsletter Slide utilizzate alla 6^ edizione della #colazionedamoca. Questa volta, assieme a Rosario Toscano, si è parlato di CRO: conversion rate optimization. Si è partiti da cosa NON è la CRO perché, trattandosi di un argomento e servizio interessante ed utile, tanti - troppi - si sono messi a venderla senza grosse riflessioni prima: CRO non è fare solo e subito A/B test, se si testa una soluzione senza aver fatto prima il processo di ricerca dell'ipotesi, si rischia di perdere (o far perdere all'azienda) tempo e soldi. Quindi è stato introdotto un concetto importante: evolutionary site redesign, ovvero fare dei redesign, dei miglioramenti, un pezzo alla volta senza, ogni tot anni, rifare da zero il sito web (pensa ad Amazon: hai mai visto un restyling di Amazon? No, semmai, ogni giorno, vengono apportate piccole migliorie). Poi è stato il turno del processo di conversion research: da dove partire, quali domande farsi, tramite quali strumenti (Google Analytics, mappe di calore, eye tracking, user testing, thinking aloud, form analytics, questionari via mail, questionari online, test di usabilità) andare in cerca della risposta. Ed una buona notizia è che in casa le aziende hanno già un sacco di dati. La cattiva notizia è che un processo di conversion research restituisce tanti interventi - anche dai 100 ai 250 - quindi serve un criterio di ordinamento che bilanci costi e benefici. Infine abbiamo chiuso con 10 pillole: 5 cose da fare e 5 cose da non fare. CRO: "Devi conoscere il contesto specifico e scoprire le informazioni che contano davvero"