Sarà centrato sulla Germania e sui servizi il piano di rilancio di Prelios, l'immobiliare gravata da debiti per oltre 500 milioni di euro in cui è previsto l'ingresso del socio industriale Feidos attraverso un aumento di capitale. L'attuale patto di sindacato manterrà però il controllo della società per i prossimi tre anni: la società guidata da Massimo Caputi entrerà nel patto solo con una piccola quota, mentre il resto sarà conferito a un veicolo, che non avrà diritto di voto nei primi anni.
2. PRELIOS La Feidos 11 di Caputi & C imposterà il nuovo corso della società in primo luogo
sull'acquisizione e sulla gestione dei crediti immobiliari in sofferenza nei portafogli
delle banche. Un business in costante crescita.
A me i rischi del mattone
di Andrea Montanari
Il mercato e i concorrenti riconoscono a Massimo Caputi fiuto per gli affari,
tempismo nel cogliere i nuovi business e lungimiranza nella scelta del campo
d'azione. L'ingegnere di Chieti naviga dalla metà degli anni 80 nel mondo del
mattone, sia privato sia pubblico. Dapprima con la società di famiglia Proger,
poi con la Fimit, che ha portato sino alle nozze con IDeA uscendone con una
ricca dote (19,2 milioni) dopo aver acquistato parte dei patrimoni immobiliari
delle prime due banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit. Proprio dal
consolidato rapporto con questi istituti di credito ripartirà la terza vita
imprenditoriale del manager, con un passato anche in Grandi Stazioni e Sviluppo
Italia. L'operazione-Prelios, ovvero l'ingresso nel capitale del gruppo ora
sotto l'egida di Camfin tramite l'aumento di capitale da 185 milioni (100
milioni per cassa e il resto tramite conversione del debito), ruoterà in gran
parte su nuovi accordi di natura commerciale e gestionale con le banche. Perché,
secondo rivelato a MF-Milano Finanza da più fonti, uno dei capisaldi del
business plan per il rilancio del gruppo immobiliare della Bicocca sarà
rappresentato dal rafforzamento nel settore dei non performing loan, in cui
opera la controllata Prelios Credit Servicing, di recente promossa da
Standard&Poor's (valutazione «above average. con un outlook innalzato a
stabile). A fine settembre gli incassi di crediti in sofferenza erano limitati a
117 milioni e il risultato operativo era negativo per 37,5 milioni, ma in futuro
questo diventerà un business fondamentale per Prelios. Perché i soci storici
(Camfin, Generali, Intesa e Massimo Moratti) e l'alleato industriale Feidos ll
(la cordata Caputi-Rovati-Cornetto Bourlot e Diaz Della Vittoria Pallavicini)
hanno intenzione di mettere nelle mani del nuovo top manager Sergio Iasi un
pacchetto complessivo di crediti distressed di 4-8 miliardi. La sfida è
difficile e stimolante, in un mercato come quello italiano che sta registrando
un significativo alleggerimento dell'esposizione delle banche al real estate: in
18 mesi, per esempio, Unicredit ha tagliato i propri impegni nell'immobiliare
del 22%, Ubi del 9%, Mps dell'8% e così via. Si tratta di un flusso di decine di
miliardi che qualche operatore, come appunto Prelios, potrebbe acquisire in
maniera massiccia rilevando la gestione dei portafogli dei primi sette operatori
del mercato. Soggetti che al 30 settembre presentavano sofferenze totali per
oltre 46 miliardi, in forte crescita rispetto ai quasi 40 miliardi di fine 2011.
«La gestione dei non performing loan è uno dei segmenti di mercato, se non
l'unico, che sta crescendo., sostiene Claudio Scardovi, managing director di
Alix Partner nonché autore di una serie di studi sul business. «Se si escludono
gli operatori captive, manca un player indipendente e qualificato di
riferimento.. Eccola, quindi, la porta d'accesso al florido e crescente business
dalla quale vorrebbe passare la nuova Prelios. La società è di fatto ingessata
da due anni, prima per la lunga indagine Bankitalia e poi per la ricerca del
partner per la ristrutturazione. Il gruppo si focalizzerà anche sul rilancio
delle attività di facility management e sull'asset management. A questo
proposito, va ricordato che attualmente Prelios ha in gestione un portafoglio di
5,4 miliardi di asset in Italia, ma l'obiettivo di Caputi & C è arrivare alla
soglia dei 10 miliardi, lo stesso obiettivo cui ha puntato il numero uno del
mercato, ossia la IDeAFimit, che il manager abruzzese conosce bene. Va segnalato
inoltre che la parte di ristrutturazione del debito (561 milioni) che verrà
convertita in strumenti partecipativi (un convertendo) potrebbe essere allungata
da 7 anni (ipotesi oggi sul tavolo) a 10-15 anni. Un paracadute che le banche
sarebbero pronte a concedere proprio per permettere il rilancio in grande stile
di Prelios e garantire più tempo per la cessione delle proprietà, viste le
difficoltà del mercato.
3. Vertice Demanio e investitori, la concessione dei 50 anni
di Giovanni Stringa, 30/11/2012 pg. 33
MILANO - Anche il mattone ha la sua concertazione. Che si chiama «Valore Paese».
Ed ha radunato ieri l'interesse di una cinquantina di persone in rappresentanza
di banche, società d'investimento immobiliare e studi legali. Il progetto
«Valore Paese», rilanciato a Milano dall'Agenzia del Demanio in un incontro a
porte chiuse - a cui hanno partecipato anche l'Anci e la Cassa depositi e
prestiti -, mira a «valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico», come si
legge in una nota dell'Agenzia guidata da Stefano Scalera. Come? Per esempio,
con concessioni di lunga durata (fino a 50 anni) per l'uso degli immobili. Tra i
privati ieri presenti ad ascoltare la presentazione del progetto ci sarebbero -
a quanto sembra - Prelios, Banca Finnat, Investire Immobiliare, Deutsche Bank,
Unicredit, Nomura, JpMorgan, Feidos, Royal Bank of Scotland e Avalon Real
Estate. Tra gli obiettivi dell'Agenzia del Demanio c'è «l'attività di
concertazione tra tutti i soggetti coinvolti nei processi di sviluppo degli
asset immobiliari». La lista dei beni patrimoniali che potrebbero essere presto
dati in concessione è lunga. Ci sono tante ex caserme, ma anche palazzi storici
(come alcuni nel centro di Piacenza). Resta ora da vedere se a tanta offerta
risponderà altrettanta domanda.
Per Prelios il piano di rilancio parte dalla Germania
01/12/2012 pg. 21
MILANO . Sarà centrato sulla Germania e sui servizi il piano di rilancio di
Prelios, l'immobiliare gravata da debiti per oltre 500 milioni di euro in cui è
previsto l'ingresso del socio industriale Feidos attraverso un aumento di
capitale. L'attuale patto di sindacato manterrà però il controllo della società
per i prossimi tre anni: la società guidata da Massimo Caputi entrerà nel patto
solo con una piccola quota, mentre il resto sarà conferito a un veicolo, che non
avrà diritto di voto nei primi anni. Il Cda di lunedì dovrebbe nominare nuovo Ad
Sergio Iasi.
L'alba di Prelios nel nuovo mondo di Iasi
È in programma oggi lunedì 3 dicembre il cda di Prelios che nominerà Sergio Iasi
amministratore delegato della società immobiliare della Bicocca. La nomina
rappresenta il primo segnale del nuovo azionista Feidos, e inoltre troverebbe il
consenso delle banche. Il manager 54enne è salito agli onori della cronaca per
essere stato direttore generale della Rai, e successivamente per aver realizzato
il rilancio delle società immobiliari Sansedoni e del gruppo Toti. Nel corso del
consiglio odierno, il nuovo ad dovrebbe poi condividere le linee guida del piano
2013-2016 che puntano a fare di Prelios un polo europeo nei servizi immobiliari
e finanziari anche attraverso una progressiva dismissione delle attività di
investimento, che in passato hanno causato più di un problema alle casse
dell'azienda milanese. Le direttrici dovrebbero poi prevedere un ulteriore
efficientamento dei costi, con uno snellimento della holding a favore delle
società operative e un potenziamento e una maggiore autonomia della divisione
tedesca, che verrà dunque mantenuta mandando in soffitta l'ipotesi spezzatino
paventata nella primavera scorsa.
4. Coppia di ritorno alla nuova Prelios
di Andrea Ducci, 30/11/2012 pg. 20
Ex Pirelli Re Il passato e il futuro di Massimo Caputi e Sergio Iasi
La coppia è assai rodata. Un sodalizio professionale quello tra Massimo Caputi e
Sergio Iasi che si salda esattamente dieci anni fa e da quel momento non conosce
battute d'arresto fi no alla cronaca degli ultimi giorni, che li annuncia in
tandem alla guida della malandata Prelios. Il lungo cammino, che oggi li pone
sotto i riflettori come la coppia che tenter à di traghettare l'ex Pirelli Real
Estate fuori dalle secche, ha inizio nell'autunno del 2002. Il tetto sotto il
quale viene cementata la fratellanza è quello del carrozzone pubblico Sviluppo
Italia (attuale Invitalia: vedere articolo a pagina 18 ). All'epoca Caputi è
reduce dall'operazione Grandi Stazioni, svolta per conto di Ferrovie, e l'ex
ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, lo sceglie per af fi dargli il rilancio
dell'Agenzia Nazionale per l'Attrazione degli Investimenti, il nome con cui
viene ribattezzata Sviluppo Italia. Iasi è invece di ritorno da un rapido quanto
fortunato blitz in Rai in veste di vice direttore generale con delega alla fi
nanza. L'esperienza si esaurisce in appena due mesi perch é il dg Agostino Sacc
à lo detesta e ne ottiene la defenestrazione a tempo di record, con una
buonuscita da 750 mila euro. Un vero bingo alla luce di 60 giorni di lavoro. Al
Tesoro, azionista di Rai quanto di Sviluppo Italia, decidono tuttavia di
continuare ad avvalersi di Iasi dirottandolo alla corte di Caputi. E nella
holding pubblica il top manager transitato come un meteorite da Viale Mazzini
diventa una delle figure chiave dell'organigramma. Nell'ordine ricopre la carica
di amministratore delegato delle controllate Italia Navigando e Italia Turismo,
procuratore per la holding, oltre che consigliere in alcune societ à minori. Nel
2005 il gioco in Sviluppo Italia volge al termine ma il duo targato Caputi e
Iasi resta saldamente in piedi. Mentre il primo vive la sua stagione di feeling
(destinata a interrompersi bruscamente) con Franco Gaetano Caltagirone
diventandone l'uomo chiave nei consigli di Mps e Acea, il secondo continua a
orbitare tra gli interessi del suo ex capo. Iasi infatti viene nominato prima
presidente di Feidos, societ à di cui Caputi è azionista all'80%, e in seguito
entra nel consiglio di Idea Fimit. Per Iasi inizia anche il percorso di crescita
nel real estate che lo porta al vertice di Sansedoni, controllata Mps che si
occupa di immobiliare, e poi dal 2010 a capo delle attivit à del gruppo Lamaro
per conto dei fratelli Toti. L'ultimo deal prima di rivestire la carica di ad di
Prelios è quello che nelle prossime settimane lo vedr à fi rmare l'accordo per
l'ingresso di Groupe G é n é rale Immobilière del fi nanziere Robert de Balkany
nello sviluppo dei Mercati Generali a Roma. Congedati i Toti, per Iasi ha cos ì
inizio la nuova avventura al fianco di Caputi. L'obiettivo è mettere in pratica
le linee guida del piano di rilancio dell'ex Pirelli Re gi à da gennaio. Un
progetto che prevede il potenziamento e l'autonomia del mercato tedesco, dove
sar à nominato un nuovo ad per gestire l'organico di 400 persone e asset per
oltre 5 miliardi di euro. Tra i compiti che Caputi af fi der à a Iasi c'è lo
snellimento della holding italiana in cui lavorano circa 140 persone che in
parte saranno trasferite alle attivit à di business. L'altra priorit à è
garantirsi, da un lato, la fi delizzazione degli oltre cento investitori
istituzionali presenti nei veicoli gestiti da Prelios e, dall'altro, la
focalizzazione sui servizi destinati a patrimoni italiani ed esteri. Una
scommessa su cui con fi dano in molti a cominciare da Cam fi n, il socio di
riferimento che detiene tuttora un 14% di Prelios.
5. Prelios, focus piano su Germania, a patto controllo per 3
anni
MILANO, 30 novembre (Reuters) - Sarà centrato sulla Germania e sui servizi il
piano di rilancio di Prelios, l'immobiliare gravata da debiti per oltre 500
milioni di euro in cui è previsto l'ingresso del socio industriale Feidos
attraverso un aumento di capitale. L'attuale patto di sindacato, tuttavia,
manterrà il controllo della società per i prossimi tre anni: la società guidata
da Massimo Caputi entrerà nel patto solo con una piccola quota, mentre il resto
sarà conferito a un veicolo, che non avrà diritto di voto nei primi anni. E'
quanto spiegano due fonti vicine alla situazione in vista del cda di lunedì. Le
linee guida del piano industriale prevedono uno snellimento della holding a
favore delle società operative, nonché un potenziamento e una maggiore autonomia
della divisione tedesca, senza interventi sul perimetro aziendale. "Le linee
guida del piano, che saranno approfondite lunedì, prevedono il forte
dimagrimento della holding, con una maggiore efficienza dei costi e il
trasferimento di risorse umane dalla holding alle società di business. Tutte
queste società saranno potenziate", spiega una prima fonte. "La Germania sarà
resa più autonoma e sarà individuato un presidente tedesco di elevato standing",
aggiunge. Il Cda di lunedì prossimo, inoltre, dovrebbe nominare nuovo
amministratore delegato Sergio Iasi, cooptato nell'ultimo consiglio, al posto
del dimissionario Paolo Bottelli, spiega la fonte. "Il nuovo AD prenderà atto
delle linee guida presentate nello scorso consiglio. Ci si vuole concentrare sul
potenziamento della parte dei servizi, accelerando la dismissione dei
coinvestimenti", sottolinea una seconda fonte, confermando la strategia di
rafforzamento della Germania, in direzione opposta rispetto alle ipotesi di
spezzatino emerse quest'estate. L'ENTRATA DEI NUOVI SOCI E LA GOVERNANCE Sono in
corso le discussioni per la definizione dei dettagli dell'entrata dei nuovi soci
nel capitale della ex Pirelli RE, dopo che l'esclusiva tra Feidos e Pirelli è
stata estesa fino al 21 dicembre. "In questi giorni sono in corso colloqui per
la definizione di un accordo quadro che regoli i rapporti tra gli attuali soci,
i nuovi soci e le banche", spiega ancora la prima fonte. "L'aumento di capitale
dovrebbe essere concluso entro febbraio", aggiunge la stessa fonte, spiegando
che, al termine della ricapitalizzazione, l'azionariato dovrebbe vedere "un 20%
di flottante, un 25% all'attuale patto, un 25% al veicolo con i nuovi
investitori e il resto a Pirelli e alle banche", anche se l'assetto definitivo
dipenderà da quanto sottoscriverà il mercato. Nel comunicato dello scorso 13
novembre, si spiega che è prevedibile che l'aumento parta nel primo trimestre
2013. In totale dovrebbe essere di 185 milioni di euro, di cui 100 milioni per
cassa e il restante attraverso l'eventuale conversione di parte dei debiti. La
fonte spiega che l'attuale patto di sindacato "conserverà la governance per i
prossimi tre anni". La seconda fonte precisa che Feidos, che metterà circa 20
milioni nell'aumento, entrerà con una quota minima nel patto di sindacato,
apportando una cifra intorno ai 2 milioni, che, però, gli permetterà di
partecipare ai meccanismi di governance. Il resto sarà conferito a un veicolo,
che avrà una dotazione complessiva intorno ai 50 milioni e a cui parteciperanno
in parte i soggetti creditori, conferendo una parte dei crediti che saranno
convertiti. I principali finanziatori di Prelios sono UniCredit, Intesa Sanpaolo
e Pirelli. "Per tre anni questo veicolo non avrà diritto di voto... dopo lo
acquisirebbe e, quindi, potrebbe prendere il controllo della società", continua
la fonte, aggiungendo che, invece, il vecchio patto dovrebbe mantenere circa lo
stesso peso azionario che ha attualmente. Attualmente, il patto di sindacato,
che controlla il 21,3% del capitale, è composto da Camfin, Mediobanca, Edizione,
Generali, Intesa Sanpaolo e Massimo Moratti. Il memorandum of understanding tra
Feidos e Prelios, secondo la nota diffusa alcune settimane fa, prevede che
"l'attuale assetto partecipativo rappresentato nel patto Prelios non sia
sostanzialmente modificato per effetto delle nuove sottoscrizioni, fatta
eccezione per l'attribuzione a Feidos di alcune prerogative di governance
tipiche del ruolo che la stessa assumerebbe come socio industriale,
subordinatamente al consenso degli attuali aderenti allo stesso patto Prelios".