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RASSEGNA STAMPA 
Agosto 2014 
Massimo Caputi / PRELIOS SGR
PAOLO SCORDINO DI PRELIOS SGR SI CONFRONTA CON LE 
IDEE PER ACCELLERARE LA RIPRESA DEI FONDI 
IMMOBILIARI 
RICETTE PER LA RIPRESA 
di Teresa Campo 
Un quadro abbastanza desolante quello che emerge dalla tornata di semestrali dei 
fondi immobiliari quotati: performance negative, pochi i dividendi e altrettanto 
scarsi i rimborsi anticipati, e tutto questo mentre lo sconto tra quotazioni di 
borsa e Nav è sempre alle stelle. Insomma, nonostante gli accenni di 
miglioramento intravisti nel 2013, il quadro odierno indica che il settore resta 
a metà del guado e che le rive della ripresa, complice uno scenario 
macroeconomico poco confortante, appaiono parecchio lontane. «In realtà per il 
settore immobiliare nel suo complesso un leggero miglioramento c'è stato, spiega 
Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, «nel senso che indubbiamente c'è un 
po' più di vivacità sul fronte delle transazioni e si assiste a qualche 
incursione degli investitori esteri. Il problema più grande è però quello dei 
prezzi degli immobili in portafoglio ai fondi, e le mediocri pagelle semestrali 
stanno a indicare proprio questo. In altre parole, le continue revisioni al 
ribasso dei Net asset value dei singoli fondi e l'ampio sconto tra quotazioni di 
borsa e Nav segnalano che, nonostante le molte svalutazioni effettuate, il 
mercato ritiene che gli asset in portafoglio siano ancora sopravvalutati, sia in 
termini di prezzo sia di canoni potenziali ricavabili dall'affitto. E i fatti 
sembrano dare ragione al mercato: non a caso quel poco che i fondi riescono a 
vendere, passa di mano a prezzi decisamente più bassi rispetto ai valori teorici 
indicati in bilancio». Del resto in un mercato asfittico e con prezzi ancora 
calanti, per tutte le tipologie immobiliari ma soprattutto per gli uffici, non 
potrebbe essere diversamente, specie che gli acquirenti hanno tutti un approccio 
opportunistico. I fondi italiani inoltre sono assai poco diversificati verso i 
mercati esteri, che oggi invece attraversano una fase congiunturale migliore. 
Non a caso uno dei pochi fondi immobiliari con performance positive è Amundi Re 
Europa. Ma a schiacciare il comparto come noto contribuisce anche il rapido 
avvicinarsi delle date di scadenza dei singoli fondi, termine entro cui dovranno 
dismettere tutti i beni in portafoglio e rimborsare i quotisti. Tutti in realtà 
hanno già provveduto a chiedere proroga e periodo di grazia, ma per molti la 
scadenza resta imminente o comunque prossima. In arrivo, insieme al decreto 
competitività, dovrebbe comunque essere la misura che concede a tutto il 
comparto una proroga di due anni, provvedimento certo non risolutivo alla luce 
del prolungarsi della crisi e della quantità di immobili pronti ad arrivare sul 
mercato, dismissioni pubbliche in primis, ma che rappresenterebbe comunque una 
boccata d'ossigeno per il comparto. Più volte annunciato, nei giorni scorsi è 
stato fmalmente approvato, per cui entro il 24 agosto dovrebbe diventare legge. 
Nel frattempo però c'è chi ha già provveduto a soluzioni alternative, per 
esempio Prelios con il fondo Olinda che, proprio in vista dell'inappellabile 
scadenza a fine anno (il fondo era già in periodo di grazia, ovvero non poteva 
chiedere ulteriori rinvii, e non era sicuro arrivasse quello concesso dal 
governo) ha ceduto il portafoglio di immobili commerciali ad Axa. Lo sconto è 
stato significativo, intorno al 25-30% rispetto alla valutazione in bilancio, 
«ma in fondo giustificato, spiega Paolo Scordino, amministratore delegato di 
Prelios sgr, «non tanto per la qualità degli immobili, sempre valida, quanto 
perché alcuni inquilini degli spazi commerciali erano diventati incerti, come la 
francese Conforama che a breve potrebbe uscire dall'Italia, mentre altri spazi 
erano occupati da cinema multiplex, in questo momento non i prediletti dalla
domanda. L'offerta è quindi arrivata a proposito, e anzi abbiamo goduto anche 
del momento attualmente favorevole per gli immobili commerciali». Verso la 
stessa strada della dismissione in blocco si stanno incamminando altri fondi in 
scadenza, come Atlantic 2 Berenice di Idea Fimit che si prepara a cedere un 
pacchetto di 6 immobili a Cerberus per 143 milioni: anche in questo caso il 
prezzo è inferiore alla valutazione in bilancio *** (162,2 milioni) a causa in 
particolare di due immobili sfitti, uno ad Agrate Brianza e l'altro ad Assago. 
Diversa invece la strada che Prelios prefigura per Tecla: «in questo caso il 
flottante è solo del 10%, quindi si può pensare a rilevare le quote degli 
azionisti a un valore non penalizzante, forse addirittura il Nav, per procedere 
poi a una cessione di quote a terzi», continua Scordino, «una soluzione che 
pensiamo di seguire anche alla luce dei due anni di proroga, anche se in questo 
caso non necessariamente entro il 2014, mentre Olinda verrà chiuso. Per il 
futuro comunque stiamo già guardando a nuovi investimenti, in particolare 
all'estero, dove stiamo pensando di operare attraverso un fondo di fondi». 
IL RESPONSO DELLE SEMESTRALI DEI FONDI (I) Proroghe deliberate senza 
considerare periodo di grazia di 3 anni. (2) Considerando I periodo di grazia rI 
3 anni. (3) La data ávdicata fa riferimento al Business Plan come riportato nel 
rendiconto del 30/06/2012 (4)H fondo Immobiliare Dinamico è quotato a partire da 
maggio 2011.5 I fondo Mediolanum RE è guatata a partire da ottobre 2012. (6) 
Performance calcolata secondo metodo Dies (7) N fondo Socrate è quotato a 
partire da febbraio 2014. (8) A partite dal 1 Febbraio 2013 Castello SGR è 
subentrata a RREEF Fondimmobiliari SGR. (9) I fondi BNL Parlfobo Immobiiare e 
Immobaum 2001. d'interno dei resoconti intermedi di gestione 81 31103/2014. 
hanno deliberato un rimborso rispettivamente pari a 240Ee 75f per quota con data 
di stacco entro fine maggio Fonte: Nomisma GRAF GA 1.f i1 LANOi NANIA RIMBORSI E 
DIVIDENDI DEL 2014 (1) Proroghe deliberate senza considerare d periodo di grazia 
di 3 anni. (2) Considerando d periodo di grazia di 3 anni. (3) La data indicata 
fa riferimento al Business Plan come riportato nel rendiconto del 30/06/2012. 
(4) fondo Immobiliare Dinamico è quotato a partire da maggio 2011. (5) U fondo 
Mediolanum RE è quotato a partire da ottobre 2012. (6) Performance calcolata 
secondo d metodo Dietz. (7)11 fondo Socrate è quotato a partire da febbraio 
2014. (8) A partire dal 1 Febbraio 2013 Castello SGR è subentrata a RREEF 
Fondimmobiliari SGR. (9)1 fondi BNL Portfolio Immobiliare e Immobilium 2001, 
all'interno dei resoconti intermedi di gestione al 31/03/2014, hanno deliberato 
un rimborso rispettivamente pari a 240E e 75E per quota con data di stacco entro 
fine maggio 
LA PRELIOS GUIDATA DA CAPUTI FA ACCORDI CON IL 
COLOSSO AMERICANO FORTRESS PER CREDIT SERVICING E 
SGR ? 
Corriere della Sera - Fabio Savelli - 10/08/2014 pg. 25 ed. Nazionale 
Fortress, un miliardo sulle sofferenze delle 
banche 
Finanza Il gruppo americano controlla Italfondiario, società di gestione di 
crediti incagliati. Il ruolo dell'ambasciatore Castellaneta 
L'investimento del fondo Usa in vista degli stress test della Bce. Il dossier 
Uccmb 
MILANO - Un miliardo di euro sull'Italia. Investendo sui crediti in sofferenza 
delle banche che - complice la Grande Crisi - avrebbero toccato i 166 miliardi 
(fonte Abi). Il rinnovato interesse nei confronti del nostro Paese - segnalato
anche dai recenti investimenti sino-americani nel capitale delle blue chip 
quotate a Piazza Affari - si esprime stavolta sotto forma di equity per 
alleggerire le posizioni degli istituti di credito in vista degli stress test 
della Bce previsti per ottobre. È la strategia del fondo Usa Fortress, quotato a 
Wall Street, che ha deciso di scommettere sul ricco piatto di prestiti non 
performanti (non performing loans), cioè fidi per i quali i debitori (le 
imprese) non riescono più a rimborsare i creditori (le banche). Dice Giovanni 
Castellaneta, senior advisor di Fortress e presidente di Italfondiario (società 
specializzata nella gestione dei crediti incagliati controllata dal fondo Usa e 
partecipata da Intesa Sanpaolo) che l'obiettivo è di remunerare gli 
investimenti, esigenza conciliabile con quella del sistema-Paese che ha 
necessità di liberare risorse e capitali per le imprese. Prova ulteriore sarebbe 
il recente accordo firmato da Italfondiario con Bnl-Bnp Paribas per la gestione 
di alcuni portafogli di«sofferenze» per un valore di 800 milioni di euro, dopo 
le collaborazioni con Crédit Agricole, Bbva, Deutsche Bank e la Popolare 
dell'Emilia Romagna. A ben vedere la partita più importante è però quella 
riguardante Uccmb di Unicredit che avrebbe in pancia circa una trentina di 
miliardi di incagli. Qui Fortress ha recapitato un'offerta in consorzio con 
Prelios mettendo sul piatto l'equity (alla società guidata da Massimo Caputi 
spetterebbero gli oneri gestionali). In caso di affermazione sulle altre due 
proposte sul tavolo (una di Goldman Sachs con Deutsche Bank, l'altra proveniente 
da una cordata formata dal gruppo Cerved e i fondi Cvc e Cerberus) Fortress e 
Prelios integrerebbero le loro rispettive società di gestione del risparmio 
(quella del fondo Usa presenta tra gli azionisti proprio Unicredit attraverso la 
controllata Pioneer) e di servizi. Nascerebbe un colosso nella gestione degli 
incagli di piccola entità mentre le banche, pur contabilizzando a bilancio le 
perdite, avrebbero fatto finalmente pulizia delle «sofferenze». Attenuando le 
restrizioni sul credito ai Piccoli. 
FORTRESS INVESTE UN MILIARDO PER NPL BANCARI E 
PROSEGUE LA TRATTATIVA PER L’INTEGRAZIONE CON LA 
PRELIOS DI CAPUTI 
Fortress, un miliardo sulle sofferenze delle 
banche 
MILANO - Un miliardo di euro sull’Italia. Investendo sui crediti in sofferenza 
delle banche che - complice la Grande Crisi - avrebbero toccato i 166 miliardi 
(fonte Abi). Il rinnovato interesse nei confronti del nostro Paese - segnalato 
anche dai recenti investimenti sino-americani nel capitale delle blue chip 
quotate a Piazza Affari - si esprime stavolta sotto forma di equity per 
alleggerire le posizioni degli istituti di credito in vista degli stress test 
della Bce previsti per ottobre. È la strategia del fondo Usa Fortress, quotato a 
Wall Street, che ha deciso di scommettere sul ricco piatto di prestiti non 
performanti (non performing loans), cioè fidi per i quali i debitori (le 
imprese) non riescono più a rimborsare i creditori (le banche). Dice Giovanni 
Castellaneta, senior advisor di Fortress e presidente di Italfondiario (società 
specializzata nella gestione dei crediti incagliati controllata dal fondo Usa e 
partecipata da Intesa Sanpaolo) che l’obiettivo è di remunerare gli 
investimenti, esigenza conciliabile con quella del sistema-Paese che ha 
necessità di liberare risorse e capitali per le imprese. Prova ulteriore sarebbe 
il recente accordo firmato da Italfondiario con Bnl-Bnp Paribas per la gestione 
di alcuni portafogli di«sofferenze» per un valore di 800 milioni di euro, dopo 
le collaborazioni con Crédit Agricole, Bbva, Deutsche Bank e la Popolare 
dell’Emilia Romagna. A ben vedere la partita più importante è però quella
riguardante Uccmb di Unicredit che avrebbe in pancia circa una trentina di 
miliardi di incagli. Qui Fortress ha recapitato un’offerta in consorzio con 
Prelios mettendo sul piatto l’equity (alla società guidata da Massimo Caputi 
spetterebbero gli oneri gestionali). In caso di affermazione sulle altre due 
proposte sul tavolo (una di Goldman Sachs con Deutsche Bank, l’altra proveniente 
da una cordata formata dal gruppo Cerved e i fondi Cvc e Cerberus) Fortress e 
Prelios integrerebbero le loro rispettive società di gestione del risparmio 
(quella del fondo Usa presenta tra gli azionisti proprio Unicredit attraverso la 
controllata Pioneer) e di servizi. Nascerebbe un colosso nella gestione degli 
incagli di piccola entità mentre le banche, pur contabilizzando a bilancio le 
perdite, avrebbero fatto finalmente pulizia delle «sofferenze». Attenuando le 
restrizioni sul credito ai Piccoli. 
PRELIOS FORTRESS E LONE STAR RESTANO IN GARA PER 
IL TESTA A TESTA SU UCCMB DI UNICREDIT 
Per Uccmb in gara restano solo in due 
La controllata/1. Fortress-Prelios e Lone Star Per Uccmb in gara restano solo in 
due — Testa a testa finale per Uccmb, la UniCredit Credit Management Bank, 
società controllata dal gruppo Uni-Credit leader nel settore della gestione dei 
crediti non per-formanti. Secondo indiscrezioni, UniCredit avrebbe infatti 
selezionato due soggetti rispetto ai cinque che erano dati in corsa nelle ultime 
settimane: si tratterebbe, secondo i rumors, della cordata Fortress-Prelios (con 
l'assistenza di Mediobanca) e del gruppo finanziario statunitense Lone Star. Le 
offerte dei due soggetti sarebbero state scelte in quanto ritenute 
economicamente migliori delle altre giunte nei giorni scorsi. All'advisor Ubs 
erano infatti arrivate anche le proposte degli americani di Apollo, della 
cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg. In corsa, ma con 
un'offerta circoscritta alla sola piattaforma di servizi, c'era anche la cordata 
formata da Jupiter (gruppo Cerved), Cvc e Cerberus. Il gruppo guidato da 
Federico Ghizzoni punterebbe ora a trattare con Lonestar e Fortress-Prelios per 
chiudere l'operazione di riassetto di Uccmb all'inizio di autunno con la scelta 
fra uno dei due in gara. Da una parte c'è infatti in vendita la società di 
servizi, mentre dall'altra c'è l'acquisizione di un portafoglio di non 
performing loans per 4,4 miliardi di euro. Secondo i rumors la piattaforma di 
servizi sarebbe stata valutata in media attorno ai 30o milioni e il portafoglio 
di Npl attorno ai 600 milioni. 
IL FONDO DI SOCIAL HOUSING DI CASSA DEPOSITI E 
PRESTITI VA A PRELIOS SGR 
Social Housing, Prelios gestirà fondo da 50 
milioni 
di Manuel Follis
I1 portafoglio di Prelios Sgr si arricchisce di un fondo di social housing. Si 
chiama Asci (Abitare Sostenibile Centro Italia) ed è il 26esimo fondo della sgr 
guidata dall'amministratore delegato Paolo Scordino e da Andrea Cornetti, 
responsabile del business development. Il fondo, istituito a ottobre 2011, ha 
avviato la propria operatività nel 2013, mediante l'apporto di un immobile 
residenziale ad Ascoli Piceno, già realizzato e locato, a cui è seguito 
l'acquisto di un terreno edificabile a Bastia Umbra (Pg). Su questo spazio 
Prelios Sgr, che come detto da poco ne è il nuovo gestore, prevede di realizzare 
un progetto con 174 unità immobiliari a destinazione residenziale, con 
prevalenza appunto di alloggi sociali, oltre a 40 unità ad uso commerciale, 
alcune delle quali saranno locate a canone moderato e poi adibite a servizi per 
la comunità, come ad esempio asili e servizi per i cittadini. I due asset per 
ora in portafoglio al fondo valgono poco più di 7 milioni, ma una volta 
completato il progetto, il portafoglio di Asci dovrebbe arrivare a circa 50 
milioni anche se il fondo, che è previsto abbia una durata di 27 anni, ha 
previsto fino a 200 milioni di investimenti. Azionista principale di Asci è 
Cassa Depositi e Prestiti (con una quota di circa il 60%) che diventerà così 
investitore di Prelios Sgr. 
PRELIOS SGR SI AGGIUDICA IL FONDO ASCI PER IL 
SOCIAL HOUSING IN CENTRO ITALIA 
Social Housing, Prelios gestirà fondo da 50 
milioni 
Il portafoglio di Prelios Sgr si arricchisce di un fondo di social housing. Si 
chiama Asci (Abitare Sostenibile Centro Italia) ed è il 26esimo fondo della sgr 
guidata dall'amministratore delegato Paolo Scordino e da Andrea Cornetti, 
responsabile del business development. Il fondo, istituito a ottobre 2011, ha 
avviato la propria operatività nel 2013, mediante l'apporto di un immobile 
residenziale ad Ascoli Piceno, già realizzato e locato, a cui è seguito 
l'acquisto di un terreno edificabile a Bastia Umbra (Pg). Su questo spazio 
Prelios Sgr, che come detto da poco ne è il nuovo gestore, prevede di realizzare 
un progetto con 174 unità immobiliari a destinazione residenziale, con 
prevalenza appunto di alloggi sociali, oltre a 40 unità ad uso commerciale, 
alcune delle quali saranno locate a canone moderato e poi adibite a servizi per 
la comunità, come ad esempio asili e servizi per i cittadini. I due asset per 
ora in portafoglio al fondo valgono poco più di 7 milioni, ma una volta 
completato il progetto, il portafoglio di Asci dovrebbe arrivare a circa 50 
milioni anche se il fondo, che è previsto abbia una durata di 27 anni, ha 
previsto fino a 200 milioni di investimenti. Azionista principale di Asci è 
Cassa Depositi e Prestiti (con una quota di circa il 60%) che diventerà così 
investitore di Prelios Sgr.
FINANZA.LASTAMPA.IT del 12.08.2014 
Unicredit (+1,3%): Lone Star e 
Fortress/Prelios in gara per Uccmb 
Commenti - Piazza Affari Unicredit (+1,3%): Lone Star e Fortress/Prelios in gara 
per Uccmb (Sole 24 Ore) FTA Online News Il Sole 24 Ore riporta l'indiscrezione 
in base alla quale Unicredit avrebbe selezionato una short list di due 
pretendenti per Unicredit Credit Management Bank (Uccmb) dalle cinque 
candidature iniziali. In gara resterebbero quindi solo Fortress/Prelios e Lone 
Star. Piazza Cordusio punta a chiudere l'operazione per l'inizio dell'autunno. 
(Simone Ferradini) 
PRELIOS-FORTRESS NELLA SELEZIONE DI GARA PER UCCMB 
DI UNICREDIT 
CARLOFESTA.BLOG.ILSOLE24ORE.COM 
Nella gara per la Uccmb di Unicredit 
selezionate le offerte di Lone Star e 
Fortress-Prelios 
Testa a testa finale per Uccmb, la Unicredit Credit Management Bank (Uccmb), 
società controllata dal gruppo Unicredit leader nel settore della gestione dei 
crediti non performanti. Secondo indiscrezioni, Unicredit avrebbe infatti 
selezionato due soggetti rispetto ai cinque che erano dati in corsa nelle ultime 
settimane: si tratterebbe, secondo i rumors, della cordata Fortress-Prelios (con 
l’assistenza di Mediobanca) e del gruppo finanziario statunitense Lone Star. Le 
offerte dei due soggetti sarebbero state scelte in quanto ritenute 
economicamente migliori delle altre giunte nei giorni scorsi. All’advisor Ubs 
erano infatti arrivate anche le proposte degli americani di Apollo, della 
cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg. In corsa, ma con 
un’offerta circoscritta alla sola piattaforma di servizi, c’era anche la cordata 
formata da Jupiter (gruppo Cerved), Cvc e Cerberus. Il gruppo guidato da 
Federico Ghizzoni punterebbe ora a trattare con Lonestar e Fortress-Prelios per 
chiudere l’operazione di riassetto di Uccmb all’inizio di autunno con la scelta 
fra uno dei due in gara. Da una parte c’è infatti in vendita la società di 
servizi, mentre dall’altra c’è l’acquisizione di un portafoglio di non 
performing loans per 4,4 miliardi di euro. Secondo i rumors la piattaforma di 
servizi sarebbe stata valutata in media attorno ai 300 milioni e il portafoglio 
di Npl attorno ai 600 milioni. Segui @carlopaolofesta
REGIONE E UNIVERSITA’ IMPEGNATI SUL PROGETTO FICO, 
LA FABBRICA ITALIANA CONTADINA CON FONDO PAI DI 
PRELIOS SGR 
CASTEL SAN PIETRO LA PRESIDE DELL'ISTITUTO SCAPPI E IL PROGETTO LEGATO ALLA 
FABBRICA CONTADINA 
«Così formeremo le nuove leve per Fico» 
SINERGIA «Avviati da marzo i contatti con Regione e Università per definire il 
progetto» - CASTEL SAN perno — UN ISTITUTO di formazione superiore collegato 
all'istituto alberghiero Bartolomeo Scappi' per sfornare quelle figure 
professionali che serviranno alla bolognese Fico, la Fabbrica Italiana Contadina 
che diventerà il più grande centro al mondo dedicato all'agro-alimentare 
italiano. E' l'ambizioso progetto che proprio negli ultimi giorni è stato 
approvato e che coinvolgerà, appunto, l'istituto castellano, che da marzo ha 
iniziato a lavorare all'idea incontrando sia la Regione Emilia Romagna che 
l'Università di Bologna. «E' una grande opportunità di crescita per noi — dice 
la preside dello Scappi', Paola Mambelli -, e soprattutto è una grande 
opportunità da cogliere per il futuro dei nostri alunni. In un momento storico 
così delicato da punto di vista economico e lavorativo, progetti come questi 
offrono un contributo reale e concreto per il futuro dei giovani che scelgono 
questo ramo». Soddisfazione che diventa doppia se si pensa che, ammette la 
preside Mambelli, «abbiamo avuto il primo incontro con la Regione a marzo, poi 
ci sono stati incontri con l'Università di Bologna per sviluppare il progetto 
che, di fatto, in così pochi mesi ha trovato approvazione, e questo appunto è un 
ulteriore motivo di soddisfazione visto che spesso i tempi di progetti come 
questi risi-dilatano molto». Restano da definire i dettagli del progetto di un 
istituto superiore che, ospitato dallo Scappi, sarà frequentabile dagli alunni 
dell'alberghiero «una volta diplomati, e dunque concluso il normale ciclo dei 
cinque anni di studio». Di certo si conoscono comunque gli aspetti più 
importanti del progetto, ovvero che proprio attraverso l'Istituto si andranno a 
formare quelle figure professionali che poi entreranno nel mondo del lavoro 
negli 80 mila metri quadrati della Fico. Claudio Bolognesi *** 
ALLA PRELIOS DI CAPUTI IL FONDO ASCI PER IL SOCIAL 
HOUSING 
Social Housing: Prelios gestirà Asci, fondo 
da 50 milioni 
(Il Ghirlandaio) Roma, 12 ago - Prelios Sgr arricchische il suo portafoglio con 
un fondo social housing: Asci (Abitare sostenibile centro Italia), 26esimo fondo 
della società guidata dall'ad Paolo Scordino e da Andrea Cornetti, responsabile
del business development. Secondo quanto riporta Mf, il fondo è stato istituito 
a ottobre 2011 ed è operativo dal 2013 mediante l'apporto di un immobile 
residenziale ad Ascoli Piceno, a cui è seguito l'acquisto di un terreno 
edificabile a Bastia Umbra. 
INTERVISTA SUI PROBLEMI DEGLI AFFITTI IMMOBILIARI 
A LUCA TURCO, BRACCIO DESTRO DI CAPUTI A PRELIOS 
Casa, l'affitto azzoppato 
«Mancano misure incentivanti per rilanciarlo» 
MILANO Sul mercato immobiliare italiano spuntano i primi, timidi segni di 
ripresa, anche se il recupero è ancora lento e la crisi ha inciso profondamente: 
a causa della recessione, i prezzi di vendita e i canoni d'affitto sono calati 
in maniera considerevole, e gli italiani, per tradizione popolo di proprietari, 
iniziano a scegliere sempre più spesso la casa in affitto. I numeri sono 
eloquenti: in sette anni (dati No-misma) le compravendite residenziali si sono 
più che dimezzate, passando dalle 869.308 del 2006 alle 403.124 del 2013, e 
nello stesso periodo i prezzi sono crollati del 17% nelle tredici città italiane 
più grandi. Tuttavia, «negli ultimi mesi il mercato sembra aver registrato 
qualche segno di vivacità in più - nota Luca Turco, responsabile Business 
Investments di Prelios - anche se siamo ancora a livelli esigui, sia nei 
confronti del mercato italiano pre-crisi, sia nei confronti dei mercati esteri». 
Questa ripresa, «similmente a quanto è accaduto in altri Paesi del sud Europa, è 
dovuta soprattutto all'ingresso di capitali opportunistici, investimenti 
speculativi provenienti in gran parte dagli Usa - aggiunge Turco -. Grandi fondi 
come Blackstone o Apollo hanno raccolto grosse masse di liquidità da investire 
nei Paesi dell'Europa meridionale, approfittando dei prezzi bassi e del costo 
del denaro competitivo negli Usa» Luca Turco residenziale è di (Prelios): per 
circa il 7%, mentr i proprietari in Italia è intorno tedeschi al 3% e perdi più 
il rendimento è fortemente della locazione penalizzato dalla fiscalità D'altra 
parte gli italiani, il cui potere d'acquisto si è notevolmente eroso negli 
ultimi anni, non investono più nel mattone come un tempo. «È un dato che ha 
sorpreso anche noi: l'Italia resta un Paese di proprietari, ma la loro 
percentuale è calata dall'80% del 2010 al 69% attuale», spiega Turco. Le ragioni 
di questo crollo sono diverse: «Innanzitutto, i prezzi. Per le famiglie è sempre 
più difficile acquistare, anche perché chi vende tende a mantenere alto il 
prezzo dell'immobile - sottolinea il manager-. Ci sono poi motivazioni sociali, 
come i legami meno stretti con la città di origine, e i cambiamenti nella vita 
lavorativa delle persone, che portano a un'elevata mobilità. Inoltre, pesa la 
difficoltà di ottenere credito dalle banche: è sempre più difficile ricevere un 
prestito per l'intero valore dell'immobile. Serve quindi una grande mole di 
liquidità, di cui non tutti dispongono: oltre a poter sostenere la rata del 
mutuo, agli acquirenti viene richiesto un capitale iniziale che molti non 
hanno». Secondo Turco, «il problema principale degli investimenti in immobili 
residenziali è rappresentato dai ritorni sul capitale investito. Fino a poco 
tempo fa gli italiani investivano nella casa di proprietà, sperando che il 
valore dell'immobile aumentasse negli anni, mentre il mercato delle locazioni 
aveva un valore esiguo. In Germania, invece, chi investe in immobili lo fa per 
metterli a reddito». Per i proprietari tedeschi il rendimento della locazione 
residenziale «è di circa il 7%, mentre in Italia è intorno al 3% - spiega il 
manager -. In più, in Italia il settore delle locazioni è fortemente penalizzato 
dalla fiscalità, per cui il rendimento del 3% si riduce ancora». Per questo, 
auspica Turco, «bisognerebbe varare norme per agevolare la locazione 
residenziale, soprattutto allo scopo di attrarre investitori istituzionali,
italiani e stranieri: sulla falsariga di quanto è avvenuto per l'housing 
sociale, che però resta un mercato di nicchia». 
INTERVISTA SUI PREZZI DEL MERCATO 
IMMOBILIARE A CORSINI DI PRELIOS VALUATIONS. 
Intervista a Giampaolo Corsini - «Prezzi 
bassi ancora a lungo» 
L'esperto di valutazioni «Prezzi bassi ancora a lungo» Corsini: «Ma gli 
investitori esteri sono tornati a scommettere sul mattone italiano. Un buon 
segnale» ::: ATTILIO BARBIERI La ripresa nel mercato immobiliare si fa attendere 
ed è sempre più difficile vendere a prezzi ragionevoli. Dal 2008 a oggi in molte 
zone d'Italia le case si sono svalutate del 50%. Ma se è difficile per chi vende 
non va meglio a quanti comprano: qual è il prezzo giusto? E cosa dobbiamo 
aspettarci per i prezzi? Saliranno o con-tinbueranno a calare? Risponde 
Giampaolo Corsi-ni, amministratore delegato di Prelios Valuations, società che 
si occupa di valutazioni sul patrimonio immobiliare e che insieme ad altre 
quattro è impegnata nella valutazione dei cespiti immobiliari degli istituti di 
credito per conto di Bankitalia. «Tutto dipende dallandamento dell'economia. 
Nell'immobiliare ci troviamo in una fase di mercato caratterizzata da una bassa 
volatilità. I prezzi sono scesi molto e ci sono tuttora i presupposti a livello 
macroeconomico perché le quotazioni rimangano ferme o ricomincino a salire». Si, 
ma come comportarsi? «Una famiglia in cerca dell'immobile da abitare deve si 
sforzarsi di acquistarlo al miglior prezzo possibile ma le valutazioni che 
entrano in gioco in questo caso sono molteplici. Un investitore deve avere ben 
altra attenzione al prezzo». Che segnali arrivano dal mercato in questi mesi? 
«In questo momento stanno rientrando in Italia i grandi investitori 
istituzionali esteri perché sono convinti che il nostro mercato nel breve-medio 
termine possadare delle soddisfazioni, con ritorni interessanti. Questo ci fa 
ritenere che nel medio periodo le quotazioni siano destinate a crescere». Non 
c'è il rischio che la revisione degli estimi catastali in arrivo dopo anni di 
gestazione, possa frenare la ripresa delle quotazioni? « La modifica degli 
estimi era un passaggio atteso e inevitabile che aiuterà a fare un po' di 
chiarezza su questo mercato. Nel breve non dovrebbe portare a un aumento 
dell'Imu. Certo, in prospettiva ci sarà un adeguamento, per gli immobili 
classati in maniera non adeguata, soprattutto nei centri storici delle città. 
Quanto tempo ci vorrà alla fine per vedere le quotazioni in ripresa? «Come 
dicevo non è più un problema immobiliare. Oramai i valori si sono assestati su 
un livello basso. Le variabili che possono inlfluire sui corsi del mattone a 
questo punto sono due: l'andamento dell'economia in generale e l'accesso al 
credito per chi vogli acquistare. Fintanto che l'economia non ripartirà e non ci 
sarà un allentamento nelle stretta creditizia, sarà ben difficile vedere i 
valori immobiliari risalire». In che zone d'Italia si possono fare dei buoni 
affari? «I privati di solito investono sulla zona che meglio conoscono. Quella 
in cui abitano. Solitamente guardano alla città in cui vivono, al massimo alla 
provincia. Ed è giusto che sia così perché diversamente rischierebbero di fare 
pessimi affari. Per gli istituzionali la prospettiva cambia radicalmente. Le 
piazze a cui guardano sono sempre le solite: Roma e Milano, vale a dire le città 
che garantiscono più di altre la piena occupazione degli immobili».
Mercato immobiliare, l'esperto: "Prezzi 
bassi ancora a lungo" 
LIBEROQUOTIDIANO.IT - Mercato immobiliare, l'esperto: "Prezzi bassi ancora a 
lungo" La ripresa nel mercato immobiliare si fa attendere ed è sempre più 
difficile vendere a prezzi ragionevoli. Dal 2008 a oggi in molte zone d'Italia 
le case si sono svalutate del 50%. Ma se è difficile per chi vende non va meglio 
a quanti comprano: qual è il prezzo giusto? E cosa dobbiamo aspettarci per i 
prezzi? Saliranno o continueranno a calare? Risponde Giampaolo Corsini, 
amministratore delegato di Prelios Valuations, società che si occupa di 
valutazioni sul patrimonio immobiliare e che insieme ad altre quattro è 
impegnata nella valutazione dei cespiti immobiliari degli istituti di credito 
per conto di Bankitalia. «Tutto dipende dall’andamento dell’economia. 
Nell’immobiliare ci troviamo in una fase di mercato caratterizzata da una bassa 
volatilità. I prezzi sono scesi molto e ci sono tuttora i presupposti a livello 
macroeconomico perché le quotazioni rimangano ferme o ricomincino a salire». Si, 
ma come comportarsi? «Una famiglia in cerca dell'immobile da abitare deve sì 
sforzarsi di acquistarlo al miglior prezzo possibile ma le valutazioni che 
entrano in gioco in questo caso sono molteplici. Un investitore deve avere ben 
altra attenzione al prezzo». Che segnali arrivano dal mercato in questi mesi? 
«In questo momento stanno rientrando in Italia i grandi investitori 
istituzionali esteri perché sono convinti che il nostro mercato nel breve-medio 
termine possa dare delle soddisfazioni, con ritorni interessanti. Questo ci fa 
ritenere che nel medio periodo le quotazioni siano destinate a crescere». Non 
c'è il rischio che la revisione degli estimi catastali in arrivo dopo anni di 
gestazione, possa frenare la ripresa delle quotazioni? «La modifica degli estimi 
era un passaggio atteso e inevitabile che aiuterà a fare un po' di chiarezza su 
questo mercato. Nel breve non dovrebbe portare a un aumento dell'Imu. Certo, in 
prospettiva ci sarà un adeguamento, per gli immobili classati in maniera non 
adeguata, soprattutto nei centri storici delle città». Quanto tempo ci vorrà 
alla fine per vedere le quotazioni in ripresa? «Come dicevo non è più un 
problema immobiliare. Oramai i valori si sono assestati su un livello basso. Le 
variabili che possono influire sui corsi del mattone a questo punto sono due: 
l’andamento dell’economia in generale e l’accesso al credito per chi voglia 
acquistare. Fintanto che l'economia non ripartirà e non ci sarà un allentamento 
nelle stretta creditizia, sarà ben difficile vedere i valori immobiliari 
risalire». In che zone d’Italia si possono fare dei buoni affari? «I privati di 
solito investono sulla zona che meglio conoscono. Quella in cui abitano. 
Solitamente guardano alla città in cui vivono, al massimo alla provincia. Ed è 
giusto che sia così perché diversamente rischierebbero di fare pessimi affari. 
Per gli istituzionali la prospettiva cambia radicalmente. Le piazze a cui 
guardano sono sempre le solite: Roma e Milano, vale a dire le città che 
garantiscono più di altre la piena occupazione degli immobili». 
PRELIOS INTEGRA, INTERVISTA A PIERCARLO ROLANDO 
SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI DI PRELIOS 
GROUP 
Intervista a Piercarlo Rolando - Prelios 
seziona i clienti
Prelios seziona i clienti 
La società real estate accelera sul settore servizi con un nuovo approccio 
basato su una rete di key account specializzati per tipo di clientela 
La strategia è chiara. Focus sui servizi immobiliari visti con gli occhi dei 
clienti. 
Una strada che Prelios ha imboccato con decisione da tempo e che, alla luce di 
un contesto sempre più competitivo, si sta via via affinando. Anche con il 
contributo di Piercarlo Rolando che, dopo 20 in Reag, dallo scorso gennaio è 
approdato nel gruppo immobiliare. Alla riorganizzazione dei servizi per il real 
estate ha lavorato per sei mesi, diventando da luglio direttore della divisione 
Integrated Services. Ecco con quali strategie e obiettivi. iQuali sono i punti 
cardine della nuova organizzazione e strategia? Risposta. In primo luogo il 
cliente. Prelios Integrated Services costituisce una vera piattaforma integrata 
di servizi in grado di gestire l'intero processo, ma soprattutto capace di 
proporre un'offerta differenziata per ogni tipologia di cliente. Oggi infatti 
Prelios si rivolge principalmente a banche, corporate e investitori 
istituzionali, soggetti che hanno bisogno di soluzioni e interlocutori ad hoc. 
Una scelta indispensabile in un mercato sempre più complesso e selettivo, in 
balia di dinamiche veloci e nuovi parametri di riferimento. Insomma la mia 
ricetta è semplice: bisogna partire dalle esigenze del cliente e per questo 
abbiamo creato dei key account specializzati. Ma non solo: in parallelo esiste 
una specializzazione, e quindi suddivisione, anche per tipo di attività. 2 Come 
funziona esattamente? R. Intanto Integrated Services comprende a sua volta le 
tre società di servizi immobiliari di Prelios in Italia, e cioè Integra, 
Valuations e Agency, nomi che indicano già chiaramente la loro mission. La prima 
offre servizi di property, project, facility management, oltre che consulenza su 
tutti i fronti. Valuations è ovviamente una società di valutazione e lavora in 
tre settori: e-services cioè servizi legati alla valorizzazione di database 
immobiliari. C'è poi la valutazione a supporto delle banche per l'erogazione di 
finanziamenti e infine la valutazione come esperto indipendente: per esempio 
siamo esperti indipendenti per un fondo di Serenissima sgr. Inoltre siamo tra le 
cinque società che si sono aggiudicate la gara promossa da Bankitalia per 
l'asset quality review sui portafogli delle principali banche italiane. Quanto 
infine all'Agency, Prelios è uscita dal ramo franchising e ora è un broker 
specializzato negli immobili corporate. 3 In che cosa sono diverse le esigenze 
delle varie categorie? R. Intanto svolgono attività diverse. Alle banche quindi 
servono servizi relativi all'erogazione del credito, gestione dei crediti npl e 
del patrimonio, strumentale e non. Oggi per le banche è necessario fare «buon 
credito» e per farlo devono valutare il merito di credito del cliente e le 
garanzie immobiliari sottese. Siamo di supporto anche quando le banche devono 
analizzare i crediti sotto osservazione, non ancora quindi allo stadio di 
sofferenze o incagli, su cui la banca ha bisogno di consulenti e advisor che 
possano aiutare per esempio anche i costruttori non in grado di portare a 
termine un cantiere finanziato. Su questo abbiamo messo a punto un servizio, già 
operativo con alcune banche italiane. Quindi facciamo una due diligence iniziale 
per *** identificare le cause della situazione di stallo e le possibili 
strategie di uscita. In questo modo in un primo momento i nostri interlocutori 
sono le banche, ma poi diventiamo advisor anche dei loro clienti, perché una 
volta identificata la strategia di uscita, per esempio riprogettando un edificio 
diventato obsoleto perché progettato 5-10 anni prima oppure ricercando un equity 
partner che porti nuove risorse per far ripartire l'iniziativa o ancora 
ricercando utilizzatori o compratori degli immobili. 4 Come supportate invece le 
altre due categorie? R. Per quanto riguarda i corporate, tra i nostri clienti 
abbiamo le principali società telefoniche ed energetiche-petrolifere italiane. 
Sono clienti che hanno bisogno di un advisor nei cosiddetti servizi real estate 
a supporto della gestione del patrimonio immobiliare dell'azienda e 
dell'efficientamento degli spazi e dei costi di gestione. Gli investitori 
istituzionali invece, cioè tutti quei soggetti che vogliono acquistare patrimoni 
in Italia, hanno bisogno di attività di project management in grado di gestire 
costi e tempi di realizzazione degli investimenti, anche a garanzia delle stesse 
banche che finanziano il progetto. Integrated Service svolge comunque anche 
attività di pro-perty, sia per la sgr di gruppo, ma soprattutto conto terzi. A
oggi gestiamo dal punto di vista tecnico un patrimonio immobiliare che vale 
circa 4 miliardi, pari a 30 mila unità locative, di cui oltre il 60% non 
captive, ossia esterno al gruppo. uali sono, in termini di bilancio, i risultati 
ottenuti finora? R. I risultati sono positivi e in crescita. Le tre società che 
compongono Prelios Integrated Services a giugno 2014 hanno registrato ricavi per 
13,1 milioni di euro, in crescita del 25% rispetto a un anno prima, e un ebit 
positivo per 1,1 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto al valore 
registrato al 30 giugno 2013 negativo per 0,7 milioni. (riproduzione riservata) 
Il manager architetto Piercarlo Rolando è in Prelios dal gennaio 2014 in qua-lità 
di direttore strategie e sviluppo real estate prima e di direttore della 
divisione Strategic Integrated Services da giugno. Architetto con 
specializzazione in real estate asset management, Rolando è stato in precedenza 
in Reag (Real Estate Advisory Group), dove in oltre vent'anni di esperienza ha 
ricoperto vari incarichi fino ,a diventare direttore generale e deputy managing 
director. E stato inoltre amministratore delegato e co-fondatore di Reag 4 
Loans. PierrurLa Rodundo *** 
INTERVISTA A RICCARDO SERRINI DI PRELIOS CREDIT 
SERVICING SUL TEMA DELLE CASE ALL’ASTA 
Intervista a Riccardo Serrini: "Case 
all'asta, occasione mancata" 
Case all'asta, occasione mancata Le vendite giudiziarie sono meno opache. Ma 
pochi lo sanno Parla l'esperto: l'arretrato di immobili invenduti è 
impressionante Adottando alcune accortezze, si possono fare grandi affari CHIARA 
MERICO M I IANO Acquistare un immobile all'asta giudiziaria è una scelta che 
divide: alcuni la considerano un'ottima opportunità per comprare a prezzo 
ribassato, altri invece se ne tengono alla larga, frenati dal luogo comune che 
vuole quello delle aste come un mondo opaco, nel quale il rischio di fare un 
cattivo affare è altissimo. Il risultato è che in Italia il parco degli immobili 
non assegnati è diventato considerevole: ogni anno nel nostro Paese vengono 
battute circa 60-70mila aste giudiziarie, mentre per ridurre lo stock di crediti 
in sofferenza con un sottostante immobiliare ne occorrerebbero almeno 800mila. 
«Un arretrato impressionante - commenta Riccardo Serrini, amministratore 
delegato di Prelios Credit Servicing - anche perché il 92% delle aste va deserto 
e l'assegnazione degli immobili avviene in media intorno alla sesta o settima 
volta. Nel pieno della crisi si arrivava fino a otto aste deserte prima 
dell'assegnazione, quando in un periodo di mercato normale la media è di tre». 
«In molti - aggiunge il manager - non si avvicinano al mondo delle aste perché 
pensano che sia in mano a gente poco raccomandabile. Non è più così da tempo, e 
c'è un patrimonio enorme di immobili che non viene valorizzato. Basta studiare 
attentamente le procedure e non bisogna temere trappole o inganni». Comprare una 
casa all'asta richiede comunque alcune accortezze. «Gli annunci vengono 
pubblicati online dai tribunali - spiega Serrini - ma bisogna leggerli con 
attenzione. Ad esempio, per quanto riguarda il prezzo, l'annuncio riporta la 
valutazione effettuata dal C-tu (il consulente tecnico d'ufficio nominato dal 
tribunale), che è spesso molto distante dal valore effettivo di assegnazione: lo 
scollamento medio è del 50% con punte dell'80% per quanto riguarda gli immobili 
industriali, per i quali la domanda è inferiore». Questo perché di norma, 
aggiunge il manager, «la prima asta avviene senza incanto (offerte in busta 
chiusa), mentre dalla seconda in poi si procede con incanto. Il giudice tende a 
mantenere il valore stabilito dal Ctu, ma dalla terza asta in poi può abbassare
il prezzo anche del 25% alla volta». Riccardo Serrini Per l'acquirente, 
fondamentale è capire bene cosa si sta per comprare: «L'asta è una procedura 
pubblica ed è quindi soggetta a una serie di norme: ad esempio, l'immobile deve 
essere conforme alla planimetria catastale e deve essere affidato a un custode, 
che deve farlo visitare agli interessati. Online devono essere disponibili i 
documenti dell'immobile: in alcuni tribunali, come aVerbania, anche l'asta può 
svolgersi in modalità telematica», fa sapere Serrini. Oltre a questo, 
l'acquirente deve «capire se ci siano difformità o abusi, e se si possano 
sistemare, in quanto tempo e con quale spesa; poi deve sapere se l'immobile è 
occupato o libero, e soprattutto essere informato che la procedura prevede il 
versamento di una caparra del 10% prima dell'asta, e chi vince deve poi 
rispettare i termini di pagamento». Questa è una delle principali difficoltà: 
«Il potenziale compratore deve essere sicuro che la banca eroghi il 
finanziamento in tempo, altrimenti rischia di perdere la caparra», spiega 
Serrini. Un altro ostacolo è proprio la difficoltà di ottenere credito dalle 
banche, anche se di recente gli istituti, proprietari di buona parte degli 
immobili in asta, «hanno compreso che concedere liquidità ai potenziali 
acquirenti significa evitare che il patrimonio si deprezzi troppo». 
GUIDATA DA CAPUTI, PRELIOS E’ IN GARA PER IL FONDO 
DELLE FILIALI DI DEUTSCHE BANK 
Le filiali Deutsche in un fondo 
Credito. Operazione da 250 milioni sulla rete italiana - In gara Hines, Idea 
Fimit e PreLios. L'OPERAZIONE Gara per identificare una Sgr che costituisca e 
gestisca un fondo nel quale conferire le proprie 90 filiali italiane e il 
quartiergenerale di Milano 
Carlo Festa 
Deutsche Bank valorizza il suo patrimonio immobiliare in Italia. Secondo 
indiscrezioni, il colosso bancario tedesco starebbe facendo una gara per 
identificare una Sgr che costituisca e gestisca un fondo immobiliare nel quale 
conferire 90 delle sue filiali italiane e il quartier generale di Milano. 
L'operazione sarebbe, secondo i rumors, ormai in fase avanzata e dovrebbe 
concludersi a settembre. Si tratterà di un'operazione di sales & lease back, che 
permetterebbe alla banca guidata da Flavio Valeri di fare circa 250 milioni di 
cassa. Queste risorse dovrebbero essere dedicate alla rete italiana di Deutsche 
Bank II gruppo tedesco non dovrebbe infatti investire nell'acquisto di nuove 
filiali, ma quelle nuove che aprirà saranno in affitto. Il modello, alla cui 
base c'è quest'operazione, è di focalizzarsi sul core business dell'attività 
bancaria, lasciando l'immobiliare. I piani di Deutsche Bank sul tema sarebbero 
abbastanza chiari: l'istituto non riterrebbe che le piattaforme online 
soppianteranno gli sportelli, ma al contrario rispetto ad altre banche, crede 
nella necessità di avere presidi locali. Allagara,iniziata qualche settimana fa, 
hanno partecipato circa quindici tra le principali Sgr italiane e ora, secondo i 
rumors che circolano sul mercato, sarebbero rimaste tre finaliste: cioè Hines 
sgr, Prelios Sgr e Idea Fimit Sgr. Entro la fine di settembre dovrebbe venir 
aggiudicato il mandato: molto dipenderà anche dall'offerta economica e quindi 
dalla capacità delle sgr prescelta di attirare investitoti interessati anche 
seil portafoglio avrebbe suscitato già qualche interesse. In particolare, grande
attenzione da parte degli investitori ci sarebbe per il quartier generale di 
Deutsche Bank a Milano, un palazzo che genera un canone di affitto di 8 milioni 
di euro all'anno. Advisor dell'operazione sarebbe, sempre secondo i rumors, John 
Lang Lasalle per quanto riguarda la struttura finanziaria dell'operazione, e lo 
studio Chio-mend sul lato legale. Ora si starebbe dunque aprendo la parte finale 
dell'asta: le società di gestione selezionate dovranno infatti trovare equity 
per il t00% delle quote del fondo, e fare offerte vincolanti entro la prima metà 
di settembre. Oggi l'Italia è il principale mercato europeo per Deutsche Bank 
dopo la Germania. Il gruppo ha oggi circa Sao sportelli in Italia, dopo averne 
aperti 55 negli ultimi3 anni e 8o negli ultimi 5. I vertici della banca tedesca 
in Italia hanno poi annunciato nuove aperture. Il chief country officerFlavio 
Valeri, di recente, ha comunque sottolineato che Deutsche Bank Italia potrà 
avere al massimo400-42o sportelli, considerando anche che in Germania la 
capogruppo ne ha 79o. Di recente Deutsche, che nel Paese dà lavoro a 6mila 
persone, ha avviato in Italia un piano di razionalizzazione con un impattosul 
personale di Deutsche Bank in Italia, limitato a circa 200 persone (3% della 
forza lavoro) per le quali è stato previsto il ricorso all'esodo anticipato e al 
fondo di solidarieta. Lo scorso anno si era anche parlato di un interesse, in 
realtà mai concretizzatosi, per la rete di sportelli ex-Antonveneta che Mps a 
quel tempo stava riflettendo di cedere. *** 
PARTONO I LAVORO PER FICO, IL PROGETTO EATALY 
WORLD ALL’EX CAAB DI BOLOGNA, CON FONDO PAI DI 
PRELIOS SGR. 
«Fico è una boccata d'ossigeno. Ora 
rimbocchiamoci le maniche» 
I lavori a Ccc, Coop Costruzioni, Unga, Melegari, Montanari e Cmb 
UNA PARTITA IN DUE FASI I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DI FICO SONO DIVISI IN DUE 
PARTI, CIASCUNA DELLE QUALI HA UNA DURATA PREVISTA DI SEI MESI L'OBIETTIVO RESTA 
QUELLO DI APRIRE LA STRUTTURA A FINE 2015 
FICO, il grande parco agroalimentare che sorgerà al Caab, è pronto a partire. 
Prelios, la società di gestione del risparmio che si occupa della realizzazione 
del progetto, ha infatti individuato i vincitori del bando per la costruzione 
della struttura. Un affare da circa 40 milioni di euro che è stato affidato al 
Consorzio cooperative di costruzioni (Ccc), affiancato da una cordata di imprese 
di cui fanno parte Coop Costruzioni, la cooperativa Cmb di Carpi, il 
raggruppamento di imprese Unifica e, con quote minori, i costruttori Melegari e 
Montanari. Ancora da definire con precisione la data di partenza dei cantieri, 
che inizialmente avrebbero dovuto essere aperti già ad agosto. L'unica cosa 
sicura è che i lavori cominceranno il prima possibile, forse già nei primi 
giorni di settembre, e che gli incontri tra le imprese che dovranno costruire la 
cittadella del cibo sono iniziati già in questi giorni, nonostante il periodo di 
ferie. A questi ne seguiranno altri con i vertici del Caab, con in testa il 
presidente Andrea Segrè, e del Comune. L'accelerazione dell'intera partita è 
prevista a partire da lunedì 25 agosto, quando tutti i soggetti interessati al 
progetto saranno rientrati in città. LA COSTRUZIONE di Fico —progetto nato su 
idea del Caab, con il contributo fondamentale del patron di Eataly, Oscar Fari-netti 
— è suddivisa in due parti, ciascuna delle quali dovrebbe durare sei mesi. 
La prima consiste in una serie di operazioni preliminari, tra cui la demolizione 
di alcuni edifici esistenti all'interno del Caab, e la seconda nella 
realizzazione della struttra vera e propria che ospiterà la Fabbrica italiana
contadina, destinata, secondo le stime di Eataly, a dare lavoro a 3.550 persone. 
Grande soddisfazione da parte LA POSTA IN GIOCO La realizzazione del parco 
agroalimentare al Caab vale 40 milioni di euro delle imprese che si sono 
aggiudicate il bando, superando l'offerta del gruppo Strabag. «Siamo in attesa 
di comunicazioni ufficiali —dice il numero del Ccc, Piero Collina —. Se sarà 
confermata l'aggiudicazione vorrà dire che è stato giusto puntare sulle imprese 
del territorio». Un concetto condiviso anche dal direttore di Unifica, Gianluca 
Muratori: «Quella che ha vinto è una cordata solida e siamo contenti che si 
possano far lavorare le imprese bolognesi, per loro un progetto come Fico 
rappresenta una bella boccata d'ossigeno». «Siamo pronti a partire — dice Amedeo 
Melegari, numero uno dell'omonima ditta di costruzioni —. I tempi sono stretti 
ma ci rimboccheremo le maniche. È importante che molte imprese bolognesi siano 
in prima linea nella realizzazione di un'opera come Fico». a. z. *** IL PROGETTO 
La filosofia Fico sarà una struttura da 80.000 metri quadrati all'interno 
dell'attuale Caab incentrata sul cibo e sulla sua filiera, dalla produzione al 
commercio I posti di lavoro Secondo le stime di Eataly, il grande parco 
agroalimentare darà lavoro a 3.550 persone, quando entrerà in funzione a pieno 
regime IL giro d'affari Nel 2019, secondo le previsioni, Fico dovrebbe produrre 
un fatturato di 80 milioni di euro, con un valore aggiunto di 17,5 milioni 
complessivi 
INTERVISTA A LUCA TURCO GRUPPO PRELIOS SUL 
PROBLEMA CASA & AFFITTI 
Affitti, lezione tedesca 
CASA 
Il decreto Sblocca Italia? Oltre agli incentivi a favore delle riqualificazioni 
edilizie e dell'intero settore delle costruzioni, dovrebbe includere anche 
misure per sbloccare il mercato degli affitti. A chiederlo sono molte delle 
società real estate riunite in Assoimmobiliare, convinte che misure a favore 
della locazione non solo non contrasterebbero con quelle già previste, ma 
rappresenterebbero anzi una medicina contro molti dei mali del settore e forse 
anche dell'economia nazionale nel suo complesso. «Tra l'altro», dicono, «il 
comparto della locazione in Italia sta già vivendo una fase di profonda 
trasformazione: perché allora non cavalcarlo rendendo certi cambiamenti 
strutturali a vantaggio di tutta l'economia oltre che del mattone?». La 
trasformazione ha origine nel mutato atteggiamento degli italiani nei confronti 
della casa. Complice la crisi, anche in Italia, dove la percentuale di 
proprietari di casa è altissima, sta crescendo il numero degli inquilini: il 
crollo delle compravendite di abitazioni, più che dimezzate nel giro di qualche 
anno (dalle 869.308 del 2006 si è passati alle 403.124 del 2013, secondo quanto 
rilevato da Nomisma), ha tagliato la quota di famiglie proprietarie di casa, 
scesa all'attuale 68,7% dall'80% di otto anni fa. Non solo: in forte contrazione 
risulta anche la propensione all'acquisto, visto che il gap tra domanda e 
offerta si è significativamente ampliato in questi anni. E tutto ciò nonostante 
i prezzi ancora in calo dopo la flessione di quasi il 20% registrata nelle 13 
maggiori città e ancora più pesante nel resto d'Italia. Colpa della precarietà 
del lavoro, delle difficoltà nell'accesso al credito e ora anche della 
deflazione, tutti elementi che hanno invertito la tendenza degli italiani a 
preferire la compravendita di case piuttosto che la locazione. Proprio per 
questo, pur a fronte della stessa crisi il mercato delle locazioni si è 
mantenuto più stabile rispetto a quello delle compravendite. «È da tutto questo 
che nasce la necessità di imprimere una svolta a un mercato degli affitti che
per molti aspetti resta critico», spiega Luca Turco, responsabile sviluppo 
attività corporate e istituzionali di Prelios nonché braccio destro di Massimo 
Caputi. «Il cambio di atteggiamento degli italiani da solo però non basta a 
renderlo più fluido ed efficiente, mentre il maggior ricorso all'affitto non 
sembra destinato a rientrare: anche una volta usciti dalle secche della crisi, 
difficilmente le banche torneranno a finanziare quasi il 100%dell'acquisto, per 
cui chi non disporrà di un congruo capitale iniziale continuerà a non poter 
comprare». La svolta richiesta prevede misure sia per garantire maggior certezza 
del diritto sia per attenuare l'impatto fiscale. Tra le prime, sono necessari 
tempi più rapidi per rendere esecutivo lo sfratto in caso di morosità, ma tempi 
più rapidi anche per l'intervento obbligatorio del proprietario in caso di 
malfunzionamento degli impianti dell'appartamento. «Sul fronte fiscale, il 
discorso cambia molto a seconda che si parli di privati piuttosto che di 
società», prosegue Turco. «Pur colpiti anch'essi da Imu e Tasi, imposte che 
gravano sulla proprietà, i privati beneficiano della cedolare secca sui redditi 
percepiti, oggi pari al 15% e addirittura al 10% in caso di canone concordato. 
La cedolare si applica però solo alle persone fisiche, quindi imprese e 
investitori istituzionali non possono goderne. Non solo: questi ultimi sono 
soggetti anche a Irap e Tares e non all'Iva, quindi non possono detrarre 
eventuali spese di riqualificazione». Il risultato è che in Italia la locazione 
rende non più del 2-3% netto ai privati, percentuale che scende all'1 per gli 
investitori istituzionali calcolando anche la tassazione sui dividendi 
distribuiti, contro per esempio il 7% in Germania, dove peraltro i canoni per 
gli inquilini sono mediamente più bassi che in Italia. Da tutto ciò deriva anche 
il fatto che, anche se la quota di proprietari di casa è scesa al 69%, l'Italia 
è ancora ben lontana dal 44% della Germania, ma anche dal 5557% di Francia e 
Olanda. In Germania, per esempio, le forti facilitazioni per i costruttori che 
si impegnavano a sviluppare immobili per affittare a canoni calmierati hanno 
permesso lo sviluppo di un mercato della locazione ampio e per tutte le tasche, 
in genere di buona qualità ed evitando la creazione dei quartieri-ghetto tipici 
di altri Paesi. Quello della scarsa convenienza dell'ingresso nel settore 
residenziale per gli investitori istituzionali è quindi uno dei nodi da 
sciogliere. «In tutto il mondo la locazione è considerata la prima asset class 
per gli istituzionali, mentre in Italia è inesistente», continua Turco. «Se vi 
fosse una chiara volontà politica di introdurre agevolazioni fiscali a favore 
del rilancio del settore delle locazioni residenziali in Italia, si potrebbero 
attrarre investitori di lungo periodo: basti pensare che perfino compagnie 
assicurative e investitori istituzionali italiani in genere non comprano mattone 
residenziale in Italia, ma solo all'estero. Inoltre il patrimonio residenziale 
italiano, non nuovo e ad alta dispersione di energia, potrebbe essere 
riqualificato. Si aprirebbe insomma un mercato che contribuirebbe in modo 
determinante al rilancio economico del Paese». 
L'ANDAMENTO DEGLI AFFITTI NELLE PRINCIPALI CITTÀ ITALIANE 
Canoni medi di locazione nelle grandi città italiane per appartamenti liberi, 
non arredati, ristrutturati - Euro al mq./annuo - Giugno 2014 Centro Semicentro 
Periferia Fonte: Centro Studi Casa.it TORINO MILANO GENOVA VENEZIA - Mestre 
VENEZIA - Laguna BOLOGNA FIRENZE ROMA NAPOLI BARI CATANIA PALERMO CAGLIARI 
LA MAPPA EUROPEA 
Percentuale di home-ownership nei principali paesi Europei Fonte: The Eurosystem 
Household Finance and Consumption Survey (April 2013) GRAFICA MF-MILANO FINANZA 
Germania Austria Francia Olanda Lussemburgo Finlandia ITALIA Belgio Portogallo 
Grecia Cipro Malta Slovenia Spagna Slovacchia
INTERVISTA A LUCA TURCO DI PRELIOS SUL TEMA 
AFFITTI IMMOBILIARI 
Intervista a Luca Turco 
II mercato Edilizia: crolla la piccola 
proprietà stretta mutui, è caccia agli 
affitti 
Speculazione, sbarcano i fondi Usa: nel mirino gli immobili commerciali 
II boom II mercato residenziale in Germania trasparente e con prezzi stabili, 
attira capitali da tutto il mondo: un esempio da imitare I morosi Prelios: 
investitori scoraggiati dalle norme ritenute poco efficaci Cinzia Peluso Si è 
ristretto il popolo delle famiglie «formichine», proprietarie di casa. Mattone 
dopo mattone avevano accumulato un patrimonio da far invidia a tutta l'Europa. 
Ma il solido edificio tricolore ha cambiato faccia. Assediato da Fisco, 
burocrazia e norme tutt'altro che vantaggiose. Negli ultimi tre anni la 
percentuale dei possessori della propria residenza è diminuita dall'80 al 69 per 
cento. È la metamorfosi del mercato immobiliare dello Stivale. Ancora troppo 
fragile. La crisi dei subpri-me ha innescato il tonfo delle compravendite e dei 
prezzi. Le banche, scottate dalle sofferenze, hanno stretto i cordoni del 
credito e dei mutui. Oggi la discesa è più lenta, ma non si è fermata. 
L'erosione dei redditi concentra la ricchezza nelle mani di pochi. Diminuisce 
chi possiede la propria abitazione, aumentano di conseguenza i proprietari di 
più immobili. Il rischio è che la speculazione la faccia da padrone. «Dopo la 
Spagna e la Grecia è ora l'Italia la nuova terra di conquista dei grandi fondi 
speculativi ameri-cani. Stanno investendo nel comparto degli uffici e della 
logistica industriale. Certo, è un segnale di ri-partenza rispetto al blocco 
delle transazioni del 2012. Ma bisogna stare attenti. 11 rischio è di un 
abbandono da parte dei grandi inveII confronto Solo il 60% delle famiglie 
nell'Eurozona possiede l'alloggio: il 23% è proprietario anche di una seconda 
casa stitori fra tre anni, quando è prevista la ripresa del mercato», avverte 
Luca Turco, responsabile dello sviluppo del business istituzionale di Prelios. 
La crisi. A monitorare lo stato di salute del settore è Prelios (ex Pirelli Real 
Estate), il gruppo che gravita nell'orbita Pirelli in primo piano in Italia 
nella intermediazione per le compravendite e le locazioni. Prelios, che spazia a 
360 gradi dai servizi alla gestione della proprietà alla gestione del risparmio 
immobiliare, ha elaborato un'analisi basata sui dati di Bce e Nomisma. E da 
questi ultimi emerge che le compravendite degli alloggi ad uso residenziale si 
sono più che dimezzate in sette anni. Dalle 869.308 del 2006 sono scese alle 
403.124 del 2013. Nello stesso periodo i prezzi sono crollati del 17 per cento 
nelle tredici città italiane più grandi. Le locazioni. Un mercato, che è anche, 
nello stesso tempo, troppo rigido. La domanda di affitti, attualmente in 
crescita, non riesce infatti a trovare un riscontro nell'offerta. Per molti 
giovani i canoni di locazione risultano ancora proibitivi. Rendimenti troppo 
bassi, tasse troppo alte, e norme poco convenienti per la morosità frenano 
invece i proprietari. Per rilanciare il settore dovrebbe intervenire ora il rent 
to buy. I vantaggi dei contratti di locazione finalizzati all'acquisto li ha 
messi nero su bianco il governo in uno dei decreti predisposti dal ministero 
delle Infrastrutture per lo Sblocca-Italia. L'affittuario paga mensilmente 
insieme al "canone" anche una quota per l'acquisto. Ma il conto con il Fisco 
verrà regolato solo al momento I nodi Con l'Italia anche Belgio Cipro, Spagna, 
Francia e Lussemburgo hanno subito ribassi dei prezzi dopo la crisi dei subprime 
del riscatto con la definizione della compravendita. Per i propritari è prevista
la detassazione Irpef-Ires dei canoni di locazione in misura pari al 40 per 
cento. Sono gli stessi incentivi oggi già in vigore perl'edilizia sociale 
pubblica. Le nuove norme potrebbero essere varate dal Consiglio dei ministri di 
fine mese. «Stiamo attenti, non è solo l'esosità del Fisco a far salire il costo 
dei canoni al fine di renderli realmente compensativi per i proprietari. C'è 
anche una spesa considerevole da sostenere per il pagamento. Anche perché per 
Imu e Tasi i calcoli da fare per definire gli importi sono differenti se si 
hanno immobili in Comuni diversi», fa notare il presidente di Confedilizia 
Corrado Sforza Foglia-ni. I risvoluti sociali? «Va notato che la rigidità del 
mercato degli affitti italiano condiziona la mobilità territoriale e quindi 
un'importante scelta come quella del lavoro. Spesso i salari non riescono a 
coprire gli elevati costi dei fitti», osserva il segretario generale del Stima 
Daniele Barbieri. La proprietà. Precipita il numero dei proprietari. Una caduta 
che già l'Istat, con il censimento del 2011 aveva cominciato a rilevare. Le 
statistiche ufficiali raccontavano che eravamo scesi dall'83 all'80 per cento. 
Ora Prelios, rielaborando le analisi dell'Eurotower che non conteggiano, però, 
le seconde case, denuncia un crollo al 69 per cento. *** La ripresa. In realtà 
l'Italia si sta avvicinando alla media dell'Eurozona, visto che le famiglie che 
possiedono una casa nei Paesi nostri partner sono soltanto il 60,1 per cento. Ma 
il vero nodo è che nello Stivale il mercato delle locazioni è ancora troppo 
rigido. Ingessato. Ma potenzialità di sviluppo non mancano. La soluzione 
suggerita da Turco poggia su un principio, «spersonalizzazione». Spiega il 
manager di Prelios: «Quasi tutte le famiglie sono abituate oggi ad interloquire 
con un privato. Sorge quindi il problema degli affitti a nero. L'approccio 
ottimale per risolverlo e far decollare un mercato ancora inesplorato sarebbe 
quello di favorire l'ingresso nel comparto delle istituzioni, vale a dire fondi 
immobiliari e società quotate». La crisi Precipitano dall'80 al 69% i possessori 
dell'abitazione In Italia sale la domanda di locazioni 
IL PROGETTO PRELIOS PER L’EX CINEMA MANZONI 
Griffe e spazi commerciali nell'ex cinema 
Manzoni 
DuE spazi di vendita, uno di 3mila metri quadrati e l'altro 700, e un'area per 
proiezioni, iniziative culturali e spettacoli. 
È il progetto di trasformazione dell'ex cinema Manzoni presentato al Comune 
dalla proprietà. 
La relazione è in attesa di autorizzazione da parte dell'assessorato 
all'Urbanistica. Sarebbero almeno tre le griffe di moda interessate agli spazi. 
L'immobiliare si impegna anon cambiarela destinazione del teatro Manzoni «per 
almeno cinque anni». Manzoni, spazio con negozi dove prima c'era il cinema 
FRANCO VANNI DUE spazi di vendita, uno di 3mila metri quadrati e l'altro 700, e 
un'area per presentazioni, proiezioni cinematografiche, iniziative culturali e 
spettacoli dal vivo. Questo prevede il progetto di trasformazione dell'ex cinema 
Manzoni, inviaManzoni 40, presentato al Comune dalla proprietà. 
Larelazioneèorainattesadi autorizzazione agli uffici dell'assessorato all' 
Urbani stie a ed è in visione al consiglio di Zona 1, che sarà chiamato a fare 
le sue osservazioni dopo l'estate. L'ipotesi più probabile, vista la 
collocazione dell'immobile, è che almeno uno dei due spazi commerciali possa 
ospitare l'ennesima boutique di abbigliamento. Sarebbero almeno tre le griffe 
che hanno dimostrato interesse per gli spazi. A queste si aggiungerebbe un 
colosso della tecnologia. Ma agli uffici dell'Urbanistica fanno sapere che «si è
ancora alla fase di istruttoria per i profili urbani-stico-edilizi e ogni 
ragionamento risulta prematuro». In pratica, mancano le autoriz7a7.ioni 
Presentato al Comune il progetto di trasformazione per 3mila metri quadrati che 
consentirebbero di trasformare il cinema, chiuso dal 2006, in negozio con scale 
mobili, balconate perimetrali e vuoto centrale, sul modello di Zara in corso 
Vittorio EmanueleII (excinemaAstra) oEataly in piazza XXV Aprile ( ex teatro 
Smeraldo ). Nel progetto, il costruttore si impegna a conservare la destinazione 
a teatro della sala sotterranea «per almeno cinque anni». «Preservare la sala è 
una priorità — dice Filippo Del Corno, assessore comunale alla Cultura — ospita 
la rassegna Aperitivo in concerto, che da vent'anni propone il megli o della 
musica jazz e di avanguardia». L'obiettivo di Prelios —l'ex Pirelli Re, che ha 
acquistato la sala da Enpam nel 2008 —è fare in fretta, per potere vendere o 
affittare a caro prezzo gli spazi commerciali in tempo per Expo 2015. Mala 
velocità nella concessione dei permessi dipenderà da quanto l'immobiliare sarà 
pronta a garantire sull'offerta culturale. Per Fabio Arrigoni, presidente del 
consiglio di Zona, «è fondamentale Per cinque anni non verrà toccato invece il 
teatro "Preservarlo è prioritario" che la struttura mantenga il suo valore 
culturale e che sia vissuta dagli abitanti del quartiere». n complesso del 
teatro e cinema Manzoni misura 9781 metri quadrati, compresa la galleri a 
commerci ale. La sala cinematografica da 1.600 posti, progettata dall'architetto 
Alzi-ro Bergonzo, fu inaugurata nel 1950 come "cinema per anteprime", con 
sculture di Francesco MessinaePericleFazzini, oltre a un affresco del Baragatti. 
«È un patrimonio da tutelare», dicono i residenti della zona, che hanno raccolto 
1.200 firme per chiedere a Palazzo Marino di non «permettere che un gioiello 
diventi l'ennesimo spaccio della moda». LE TAPPE L'INAUGURAZIONE II cinema 
Manzoni, disegnato dall'architetto Alziro Bergonzo, apre nel 1950 LA CHIUSURA 
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Massimo Caputi Prelios - Rassegna stampa Agosto 2014

  • 1. RASSEGNA STAMPA Agosto 2014 Massimo Caputi / PRELIOS SGR
  • 2. PAOLO SCORDINO DI PRELIOS SGR SI CONFRONTA CON LE IDEE PER ACCELLERARE LA RIPRESA DEI FONDI IMMOBILIARI RICETTE PER LA RIPRESA di Teresa Campo Un quadro abbastanza desolante quello che emerge dalla tornata di semestrali dei fondi immobiliari quotati: performance negative, pochi i dividendi e altrettanto scarsi i rimborsi anticipati, e tutto questo mentre lo sconto tra quotazioni di borsa e Nav è sempre alle stelle. Insomma, nonostante gli accenni di miglioramento intravisti nel 2013, il quadro odierno indica che il settore resta a metà del guado e che le rive della ripresa, complice uno scenario macroeconomico poco confortante, appaiono parecchio lontane. «In realtà per il settore immobiliare nel suo complesso un leggero miglioramento c'è stato, spiega Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, «nel senso che indubbiamente c'è un po' più di vivacità sul fronte delle transazioni e si assiste a qualche incursione degli investitori esteri. Il problema più grande è però quello dei prezzi degli immobili in portafoglio ai fondi, e le mediocri pagelle semestrali stanno a indicare proprio questo. In altre parole, le continue revisioni al ribasso dei Net asset value dei singoli fondi e l'ampio sconto tra quotazioni di borsa e Nav segnalano che, nonostante le molte svalutazioni effettuate, il mercato ritiene che gli asset in portafoglio siano ancora sopravvalutati, sia in termini di prezzo sia di canoni potenziali ricavabili dall'affitto. E i fatti sembrano dare ragione al mercato: non a caso quel poco che i fondi riescono a vendere, passa di mano a prezzi decisamente più bassi rispetto ai valori teorici indicati in bilancio». Del resto in un mercato asfittico e con prezzi ancora calanti, per tutte le tipologie immobiliari ma soprattutto per gli uffici, non potrebbe essere diversamente, specie che gli acquirenti hanno tutti un approccio opportunistico. I fondi italiani inoltre sono assai poco diversificati verso i mercati esteri, che oggi invece attraversano una fase congiunturale migliore. Non a caso uno dei pochi fondi immobiliari con performance positive è Amundi Re Europa. Ma a schiacciare il comparto come noto contribuisce anche il rapido avvicinarsi delle date di scadenza dei singoli fondi, termine entro cui dovranno dismettere tutti i beni in portafoglio e rimborsare i quotisti. Tutti in realtà hanno già provveduto a chiedere proroga e periodo di grazia, ma per molti la scadenza resta imminente o comunque prossima. In arrivo, insieme al decreto competitività, dovrebbe comunque essere la misura che concede a tutto il comparto una proroga di due anni, provvedimento certo non risolutivo alla luce del prolungarsi della crisi e della quantità di immobili pronti ad arrivare sul mercato, dismissioni pubbliche in primis, ma che rappresenterebbe comunque una boccata d'ossigeno per il comparto. Più volte annunciato, nei giorni scorsi è stato fmalmente approvato, per cui entro il 24 agosto dovrebbe diventare legge. Nel frattempo però c'è chi ha già provveduto a soluzioni alternative, per esempio Prelios con il fondo Olinda che, proprio in vista dell'inappellabile scadenza a fine anno (il fondo era già in periodo di grazia, ovvero non poteva chiedere ulteriori rinvii, e non era sicuro arrivasse quello concesso dal governo) ha ceduto il portafoglio di immobili commerciali ad Axa. Lo sconto è stato significativo, intorno al 25-30% rispetto alla valutazione in bilancio, «ma in fondo giustificato, spiega Paolo Scordino, amministratore delegato di Prelios sgr, «non tanto per la qualità degli immobili, sempre valida, quanto perché alcuni inquilini degli spazi commerciali erano diventati incerti, come la francese Conforama che a breve potrebbe uscire dall'Italia, mentre altri spazi erano occupati da cinema multiplex, in questo momento non i prediletti dalla
  • 3. domanda. L'offerta è quindi arrivata a proposito, e anzi abbiamo goduto anche del momento attualmente favorevole per gli immobili commerciali». Verso la stessa strada della dismissione in blocco si stanno incamminando altri fondi in scadenza, come Atlantic 2 Berenice di Idea Fimit che si prepara a cedere un pacchetto di 6 immobili a Cerberus per 143 milioni: anche in questo caso il prezzo è inferiore alla valutazione in bilancio *** (162,2 milioni) a causa in particolare di due immobili sfitti, uno ad Agrate Brianza e l'altro ad Assago. Diversa invece la strada che Prelios prefigura per Tecla: «in questo caso il flottante è solo del 10%, quindi si può pensare a rilevare le quote degli azionisti a un valore non penalizzante, forse addirittura il Nav, per procedere poi a una cessione di quote a terzi», continua Scordino, «una soluzione che pensiamo di seguire anche alla luce dei due anni di proroga, anche se in questo caso non necessariamente entro il 2014, mentre Olinda verrà chiuso. Per il futuro comunque stiamo già guardando a nuovi investimenti, in particolare all'estero, dove stiamo pensando di operare attraverso un fondo di fondi». IL RESPONSO DELLE SEMESTRALI DEI FONDI (I) Proroghe deliberate senza considerare periodo di grazia di 3 anni. (2) Considerando I periodo di grazia rI 3 anni. (3) La data ávdicata fa riferimento al Business Plan come riportato nel rendiconto del 30/06/2012 (4)H fondo Immobiliare Dinamico è quotato a partire da maggio 2011.5 I fondo Mediolanum RE è guatata a partire da ottobre 2012. (6) Performance calcolata secondo metodo Dies (7) N fondo Socrate è quotato a partire da febbraio 2014. (8) A partite dal 1 Febbraio 2013 Castello SGR è subentrata a RREEF Fondimmobiliari SGR. (9) I fondi BNL Parlfobo Immobiiare e Immobaum 2001. d'interno dei resoconti intermedi di gestione 81 31103/2014. hanno deliberato un rimborso rispettivamente pari a 240Ee 75f per quota con data di stacco entro fine maggio Fonte: Nomisma GRAF GA 1.f i1 LANOi NANIA RIMBORSI E DIVIDENDI DEL 2014 (1) Proroghe deliberate senza considerare d periodo di grazia di 3 anni. (2) Considerando d periodo di grazia di 3 anni. (3) La data indicata fa riferimento al Business Plan come riportato nel rendiconto del 30/06/2012. (4) fondo Immobiliare Dinamico è quotato a partire da maggio 2011. (5) U fondo Mediolanum RE è quotato a partire da ottobre 2012. (6) Performance calcolata secondo d metodo Dietz. (7)11 fondo Socrate è quotato a partire da febbraio 2014. (8) A partire dal 1 Febbraio 2013 Castello SGR è subentrata a RREEF Fondimmobiliari SGR. (9)1 fondi BNL Portfolio Immobiliare e Immobilium 2001, all'interno dei resoconti intermedi di gestione al 31/03/2014, hanno deliberato un rimborso rispettivamente pari a 240E e 75E per quota con data di stacco entro fine maggio LA PRELIOS GUIDATA DA CAPUTI FA ACCORDI CON IL COLOSSO AMERICANO FORTRESS PER CREDIT SERVICING E SGR ? Corriere della Sera - Fabio Savelli - 10/08/2014 pg. 25 ed. Nazionale Fortress, un miliardo sulle sofferenze delle banche Finanza Il gruppo americano controlla Italfondiario, società di gestione di crediti incagliati. Il ruolo dell'ambasciatore Castellaneta L'investimento del fondo Usa in vista degli stress test della Bce. Il dossier Uccmb MILANO - Un miliardo di euro sull'Italia. Investendo sui crediti in sofferenza delle banche che - complice la Grande Crisi - avrebbero toccato i 166 miliardi (fonte Abi). Il rinnovato interesse nei confronti del nostro Paese - segnalato
  • 4. anche dai recenti investimenti sino-americani nel capitale delle blue chip quotate a Piazza Affari - si esprime stavolta sotto forma di equity per alleggerire le posizioni degli istituti di credito in vista degli stress test della Bce previsti per ottobre. È la strategia del fondo Usa Fortress, quotato a Wall Street, che ha deciso di scommettere sul ricco piatto di prestiti non performanti (non performing loans), cioè fidi per i quali i debitori (le imprese) non riescono più a rimborsare i creditori (le banche). Dice Giovanni Castellaneta, senior advisor di Fortress e presidente di Italfondiario (società specializzata nella gestione dei crediti incagliati controllata dal fondo Usa e partecipata da Intesa Sanpaolo) che l'obiettivo è di remunerare gli investimenti, esigenza conciliabile con quella del sistema-Paese che ha necessità di liberare risorse e capitali per le imprese. Prova ulteriore sarebbe il recente accordo firmato da Italfondiario con Bnl-Bnp Paribas per la gestione di alcuni portafogli di«sofferenze» per un valore di 800 milioni di euro, dopo le collaborazioni con Crédit Agricole, Bbva, Deutsche Bank e la Popolare dell'Emilia Romagna. A ben vedere la partita più importante è però quella riguardante Uccmb di Unicredit che avrebbe in pancia circa una trentina di miliardi di incagli. Qui Fortress ha recapitato un'offerta in consorzio con Prelios mettendo sul piatto l'equity (alla società guidata da Massimo Caputi spetterebbero gli oneri gestionali). In caso di affermazione sulle altre due proposte sul tavolo (una di Goldman Sachs con Deutsche Bank, l'altra proveniente da una cordata formata dal gruppo Cerved e i fondi Cvc e Cerberus) Fortress e Prelios integrerebbero le loro rispettive società di gestione del risparmio (quella del fondo Usa presenta tra gli azionisti proprio Unicredit attraverso la controllata Pioneer) e di servizi. Nascerebbe un colosso nella gestione degli incagli di piccola entità mentre le banche, pur contabilizzando a bilancio le perdite, avrebbero fatto finalmente pulizia delle «sofferenze». Attenuando le restrizioni sul credito ai Piccoli. FORTRESS INVESTE UN MILIARDO PER NPL BANCARI E PROSEGUE LA TRATTATIVA PER L’INTEGRAZIONE CON LA PRELIOS DI CAPUTI Fortress, un miliardo sulle sofferenze delle banche MILANO - Un miliardo di euro sull’Italia. Investendo sui crediti in sofferenza delle banche che - complice la Grande Crisi - avrebbero toccato i 166 miliardi (fonte Abi). Il rinnovato interesse nei confronti del nostro Paese - segnalato anche dai recenti investimenti sino-americani nel capitale delle blue chip quotate a Piazza Affari - si esprime stavolta sotto forma di equity per alleggerire le posizioni degli istituti di credito in vista degli stress test della Bce previsti per ottobre. È la strategia del fondo Usa Fortress, quotato a Wall Street, che ha deciso di scommettere sul ricco piatto di prestiti non performanti (non performing loans), cioè fidi per i quali i debitori (le imprese) non riescono più a rimborsare i creditori (le banche). Dice Giovanni Castellaneta, senior advisor di Fortress e presidente di Italfondiario (società specializzata nella gestione dei crediti incagliati controllata dal fondo Usa e partecipata da Intesa Sanpaolo) che l’obiettivo è di remunerare gli investimenti, esigenza conciliabile con quella del sistema-Paese che ha necessità di liberare risorse e capitali per le imprese. Prova ulteriore sarebbe il recente accordo firmato da Italfondiario con Bnl-Bnp Paribas per la gestione di alcuni portafogli di«sofferenze» per un valore di 800 milioni di euro, dopo le collaborazioni con Crédit Agricole, Bbva, Deutsche Bank e la Popolare dell’Emilia Romagna. A ben vedere la partita più importante è però quella
  • 5. riguardante Uccmb di Unicredit che avrebbe in pancia circa una trentina di miliardi di incagli. Qui Fortress ha recapitato un’offerta in consorzio con Prelios mettendo sul piatto l’equity (alla società guidata da Massimo Caputi spetterebbero gli oneri gestionali). In caso di affermazione sulle altre due proposte sul tavolo (una di Goldman Sachs con Deutsche Bank, l’altra proveniente da una cordata formata dal gruppo Cerved e i fondi Cvc e Cerberus) Fortress e Prelios integrerebbero le loro rispettive società di gestione del risparmio (quella del fondo Usa presenta tra gli azionisti proprio Unicredit attraverso la controllata Pioneer) e di servizi. Nascerebbe un colosso nella gestione degli incagli di piccola entità mentre le banche, pur contabilizzando a bilancio le perdite, avrebbero fatto finalmente pulizia delle «sofferenze». Attenuando le restrizioni sul credito ai Piccoli. PRELIOS FORTRESS E LONE STAR RESTANO IN GARA PER IL TESTA A TESTA SU UCCMB DI UNICREDIT Per Uccmb in gara restano solo in due La controllata/1. Fortress-Prelios e Lone Star Per Uccmb in gara restano solo in due — Testa a testa finale per Uccmb, la UniCredit Credit Management Bank, società controllata dal gruppo Uni-Credit leader nel settore della gestione dei crediti non per-formanti. Secondo indiscrezioni, UniCredit avrebbe infatti selezionato due soggetti rispetto ai cinque che erano dati in corsa nelle ultime settimane: si tratterebbe, secondo i rumors, della cordata Fortress-Prelios (con l'assistenza di Mediobanca) e del gruppo finanziario statunitense Lone Star. Le offerte dei due soggetti sarebbero state scelte in quanto ritenute economicamente migliori delle altre giunte nei giorni scorsi. All'advisor Ubs erano infatti arrivate anche le proposte degli americani di Apollo, della cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg. In corsa, ma con un'offerta circoscritta alla sola piattaforma di servizi, c'era anche la cordata formata da Jupiter (gruppo Cerved), Cvc e Cerberus. Il gruppo guidato da Federico Ghizzoni punterebbe ora a trattare con Lonestar e Fortress-Prelios per chiudere l'operazione di riassetto di Uccmb all'inizio di autunno con la scelta fra uno dei due in gara. Da una parte c'è infatti in vendita la società di servizi, mentre dall'altra c'è l'acquisizione di un portafoglio di non performing loans per 4,4 miliardi di euro. Secondo i rumors la piattaforma di servizi sarebbe stata valutata in media attorno ai 30o milioni e il portafoglio di Npl attorno ai 600 milioni. IL FONDO DI SOCIAL HOUSING DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI VA A PRELIOS SGR Social Housing, Prelios gestirà fondo da 50 milioni di Manuel Follis
  • 6. I1 portafoglio di Prelios Sgr si arricchisce di un fondo di social housing. Si chiama Asci (Abitare Sostenibile Centro Italia) ed è il 26esimo fondo della sgr guidata dall'amministratore delegato Paolo Scordino e da Andrea Cornetti, responsabile del business development. Il fondo, istituito a ottobre 2011, ha avviato la propria operatività nel 2013, mediante l'apporto di un immobile residenziale ad Ascoli Piceno, già realizzato e locato, a cui è seguito l'acquisto di un terreno edificabile a Bastia Umbra (Pg). Su questo spazio Prelios Sgr, che come detto da poco ne è il nuovo gestore, prevede di realizzare un progetto con 174 unità immobiliari a destinazione residenziale, con prevalenza appunto di alloggi sociali, oltre a 40 unità ad uso commerciale, alcune delle quali saranno locate a canone moderato e poi adibite a servizi per la comunità, come ad esempio asili e servizi per i cittadini. I due asset per ora in portafoglio al fondo valgono poco più di 7 milioni, ma una volta completato il progetto, il portafoglio di Asci dovrebbe arrivare a circa 50 milioni anche se il fondo, che è previsto abbia una durata di 27 anni, ha previsto fino a 200 milioni di investimenti. Azionista principale di Asci è Cassa Depositi e Prestiti (con una quota di circa il 60%) che diventerà così investitore di Prelios Sgr. PRELIOS SGR SI AGGIUDICA IL FONDO ASCI PER IL SOCIAL HOUSING IN CENTRO ITALIA Social Housing, Prelios gestirà fondo da 50 milioni Il portafoglio di Prelios Sgr si arricchisce di un fondo di social housing. Si chiama Asci (Abitare Sostenibile Centro Italia) ed è il 26esimo fondo della sgr guidata dall'amministratore delegato Paolo Scordino e da Andrea Cornetti, responsabile del business development. Il fondo, istituito a ottobre 2011, ha avviato la propria operatività nel 2013, mediante l'apporto di un immobile residenziale ad Ascoli Piceno, già realizzato e locato, a cui è seguito l'acquisto di un terreno edificabile a Bastia Umbra (Pg). Su questo spazio Prelios Sgr, che come detto da poco ne è il nuovo gestore, prevede di realizzare un progetto con 174 unità immobiliari a destinazione residenziale, con prevalenza appunto di alloggi sociali, oltre a 40 unità ad uso commerciale, alcune delle quali saranno locate a canone moderato e poi adibite a servizi per la comunità, come ad esempio asili e servizi per i cittadini. I due asset per ora in portafoglio al fondo valgono poco più di 7 milioni, ma una volta completato il progetto, il portafoglio di Asci dovrebbe arrivare a circa 50 milioni anche se il fondo, che è previsto abbia una durata di 27 anni, ha previsto fino a 200 milioni di investimenti. Azionista principale di Asci è Cassa Depositi e Prestiti (con una quota di circa il 60%) che diventerà così investitore di Prelios Sgr.
  • 7. FINANZA.LASTAMPA.IT del 12.08.2014 Unicredit (+1,3%): Lone Star e Fortress/Prelios in gara per Uccmb Commenti - Piazza Affari Unicredit (+1,3%): Lone Star e Fortress/Prelios in gara per Uccmb (Sole 24 Ore) FTA Online News Il Sole 24 Ore riporta l'indiscrezione in base alla quale Unicredit avrebbe selezionato una short list di due pretendenti per Unicredit Credit Management Bank (Uccmb) dalle cinque candidature iniziali. In gara resterebbero quindi solo Fortress/Prelios e Lone Star. Piazza Cordusio punta a chiudere l'operazione per l'inizio dell'autunno. (Simone Ferradini) PRELIOS-FORTRESS NELLA SELEZIONE DI GARA PER UCCMB DI UNICREDIT CARLOFESTA.BLOG.ILSOLE24ORE.COM Nella gara per la Uccmb di Unicredit selezionate le offerte di Lone Star e Fortress-Prelios Testa a testa finale per Uccmb, la Unicredit Credit Management Bank (Uccmb), società controllata dal gruppo Unicredit leader nel settore della gestione dei crediti non performanti. Secondo indiscrezioni, Unicredit avrebbe infatti selezionato due soggetti rispetto ai cinque che erano dati in corsa nelle ultime settimane: si tratterebbe, secondo i rumors, della cordata Fortress-Prelios (con l’assistenza di Mediobanca) e del gruppo finanziario statunitense Lone Star. Le offerte dei due soggetti sarebbero state scelte in quanto ritenute economicamente migliori delle altre giunte nei giorni scorsi. All’advisor Ubs erano infatti arrivate anche le proposte degli americani di Apollo, della cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg. In corsa, ma con un’offerta circoscritta alla sola piattaforma di servizi, c’era anche la cordata formata da Jupiter (gruppo Cerved), Cvc e Cerberus. Il gruppo guidato da Federico Ghizzoni punterebbe ora a trattare con Lonestar e Fortress-Prelios per chiudere l’operazione di riassetto di Uccmb all’inizio di autunno con la scelta fra uno dei due in gara. Da una parte c’è infatti in vendita la società di servizi, mentre dall’altra c’è l’acquisizione di un portafoglio di non performing loans per 4,4 miliardi di euro. Secondo i rumors la piattaforma di servizi sarebbe stata valutata in media attorno ai 300 milioni e il portafoglio di Npl attorno ai 600 milioni. Segui @carlopaolofesta
  • 8. REGIONE E UNIVERSITA’ IMPEGNATI SUL PROGETTO FICO, LA FABBRICA ITALIANA CONTADINA CON FONDO PAI DI PRELIOS SGR CASTEL SAN PIETRO LA PRESIDE DELL'ISTITUTO SCAPPI E IL PROGETTO LEGATO ALLA FABBRICA CONTADINA «Così formeremo le nuove leve per Fico» SINERGIA «Avviati da marzo i contatti con Regione e Università per definire il progetto» - CASTEL SAN perno — UN ISTITUTO di formazione superiore collegato all'istituto alberghiero Bartolomeo Scappi' per sfornare quelle figure professionali che serviranno alla bolognese Fico, la Fabbrica Italiana Contadina che diventerà il più grande centro al mondo dedicato all'agro-alimentare italiano. E' l'ambizioso progetto che proprio negli ultimi giorni è stato approvato e che coinvolgerà, appunto, l'istituto castellano, che da marzo ha iniziato a lavorare all'idea incontrando sia la Regione Emilia Romagna che l'Università di Bologna. «E' una grande opportunità di crescita per noi — dice la preside dello Scappi', Paola Mambelli -, e soprattutto è una grande opportunità da cogliere per il futuro dei nostri alunni. In un momento storico così delicato da punto di vista economico e lavorativo, progetti come questi offrono un contributo reale e concreto per il futuro dei giovani che scelgono questo ramo». Soddisfazione che diventa doppia se si pensa che, ammette la preside Mambelli, «abbiamo avuto il primo incontro con la Regione a marzo, poi ci sono stati incontri con l'Università di Bologna per sviluppare il progetto che, di fatto, in così pochi mesi ha trovato approvazione, e questo appunto è un ulteriore motivo di soddisfazione visto che spesso i tempi di progetti come questi risi-dilatano molto». Restano da definire i dettagli del progetto di un istituto superiore che, ospitato dallo Scappi, sarà frequentabile dagli alunni dell'alberghiero «una volta diplomati, e dunque concluso il normale ciclo dei cinque anni di studio». Di certo si conoscono comunque gli aspetti più importanti del progetto, ovvero che proprio attraverso l'Istituto si andranno a formare quelle figure professionali che poi entreranno nel mondo del lavoro negli 80 mila metri quadrati della Fico. Claudio Bolognesi *** ALLA PRELIOS DI CAPUTI IL FONDO ASCI PER IL SOCIAL HOUSING Social Housing: Prelios gestirà Asci, fondo da 50 milioni (Il Ghirlandaio) Roma, 12 ago - Prelios Sgr arricchische il suo portafoglio con un fondo social housing: Asci (Abitare sostenibile centro Italia), 26esimo fondo della società guidata dall'ad Paolo Scordino e da Andrea Cornetti, responsabile
  • 9. del business development. Secondo quanto riporta Mf, il fondo è stato istituito a ottobre 2011 ed è operativo dal 2013 mediante l'apporto di un immobile residenziale ad Ascoli Piceno, a cui è seguito l'acquisto di un terreno edificabile a Bastia Umbra. INTERVISTA SUI PROBLEMI DEGLI AFFITTI IMMOBILIARI A LUCA TURCO, BRACCIO DESTRO DI CAPUTI A PRELIOS Casa, l'affitto azzoppato «Mancano misure incentivanti per rilanciarlo» MILANO Sul mercato immobiliare italiano spuntano i primi, timidi segni di ripresa, anche se il recupero è ancora lento e la crisi ha inciso profondamente: a causa della recessione, i prezzi di vendita e i canoni d'affitto sono calati in maniera considerevole, e gli italiani, per tradizione popolo di proprietari, iniziano a scegliere sempre più spesso la casa in affitto. I numeri sono eloquenti: in sette anni (dati No-misma) le compravendite residenziali si sono più che dimezzate, passando dalle 869.308 del 2006 alle 403.124 del 2013, e nello stesso periodo i prezzi sono crollati del 17% nelle tredici città italiane più grandi. Tuttavia, «negli ultimi mesi il mercato sembra aver registrato qualche segno di vivacità in più - nota Luca Turco, responsabile Business Investments di Prelios - anche se siamo ancora a livelli esigui, sia nei confronti del mercato italiano pre-crisi, sia nei confronti dei mercati esteri». Questa ripresa, «similmente a quanto è accaduto in altri Paesi del sud Europa, è dovuta soprattutto all'ingresso di capitali opportunistici, investimenti speculativi provenienti in gran parte dagli Usa - aggiunge Turco -. Grandi fondi come Blackstone o Apollo hanno raccolto grosse masse di liquidità da investire nei Paesi dell'Europa meridionale, approfittando dei prezzi bassi e del costo del denaro competitivo negli Usa» Luca Turco residenziale è di (Prelios): per circa il 7%, mentr i proprietari in Italia è intorno tedeschi al 3% e perdi più il rendimento è fortemente della locazione penalizzato dalla fiscalità D'altra parte gli italiani, il cui potere d'acquisto si è notevolmente eroso negli ultimi anni, non investono più nel mattone come un tempo. «È un dato che ha sorpreso anche noi: l'Italia resta un Paese di proprietari, ma la loro percentuale è calata dall'80% del 2010 al 69% attuale», spiega Turco. Le ragioni di questo crollo sono diverse: «Innanzitutto, i prezzi. Per le famiglie è sempre più difficile acquistare, anche perché chi vende tende a mantenere alto il prezzo dell'immobile - sottolinea il manager-. Ci sono poi motivazioni sociali, come i legami meno stretti con la città di origine, e i cambiamenti nella vita lavorativa delle persone, che portano a un'elevata mobilità. Inoltre, pesa la difficoltà di ottenere credito dalle banche: è sempre più difficile ricevere un prestito per l'intero valore dell'immobile. Serve quindi una grande mole di liquidità, di cui non tutti dispongono: oltre a poter sostenere la rata del mutuo, agli acquirenti viene richiesto un capitale iniziale che molti non hanno». Secondo Turco, «il problema principale degli investimenti in immobili residenziali è rappresentato dai ritorni sul capitale investito. Fino a poco tempo fa gli italiani investivano nella casa di proprietà, sperando che il valore dell'immobile aumentasse negli anni, mentre il mercato delle locazioni aveva un valore esiguo. In Germania, invece, chi investe in immobili lo fa per metterli a reddito». Per i proprietari tedeschi il rendimento della locazione residenziale «è di circa il 7%, mentre in Italia è intorno al 3% - spiega il manager -. In più, in Italia il settore delle locazioni è fortemente penalizzato dalla fiscalità, per cui il rendimento del 3% si riduce ancora». Per questo, auspica Turco, «bisognerebbe varare norme per agevolare la locazione residenziale, soprattutto allo scopo di attrarre investitori istituzionali,
  • 10. italiani e stranieri: sulla falsariga di quanto è avvenuto per l'housing sociale, che però resta un mercato di nicchia». INTERVISTA SUI PREZZI DEL MERCATO IMMOBILIARE A CORSINI DI PRELIOS VALUATIONS. Intervista a Giampaolo Corsini - «Prezzi bassi ancora a lungo» L'esperto di valutazioni «Prezzi bassi ancora a lungo» Corsini: «Ma gli investitori esteri sono tornati a scommettere sul mattone italiano. Un buon segnale» ::: ATTILIO BARBIERI La ripresa nel mercato immobiliare si fa attendere ed è sempre più difficile vendere a prezzi ragionevoli. Dal 2008 a oggi in molte zone d'Italia le case si sono svalutate del 50%. Ma se è difficile per chi vende non va meglio a quanti comprano: qual è il prezzo giusto? E cosa dobbiamo aspettarci per i prezzi? Saliranno o con-tinbueranno a calare? Risponde Giampaolo Corsi-ni, amministratore delegato di Prelios Valuations, società che si occupa di valutazioni sul patrimonio immobiliare e che insieme ad altre quattro è impegnata nella valutazione dei cespiti immobiliari degli istituti di credito per conto di Bankitalia. «Tutto dipende dallandamento dell'economia. Nell'immobiliare ci troviamo in una fase di mercato caratterizzata da una bassa volatilità. I prezzi sono scesi molto e ci sono tuttora i presupposti a livello macroeconomico perché le quotazioni rimangano ferme o ricomincino a salire». Si, ma come comportarsi? «Una famiglia in cerca dell'immobile da abitare deve si sforzarsi di acquistarlo al miglior prezzo possibile ma le valutazioni che entrano in gioco in questo caso sono molteplici. Un investitore deve avere ben altra attenzione al prezzo». Che segnali arrivano dal mercato in questi mesi? «In questo momento stanno rientrando in Italia i grandi investitori istituzionali esteri perché sono convinti che il nostro mercato nel breve-medio termine possadare delle soddisfazioni, con ritorni interessanti. Questo ci fa ritenere che nel medio periodo le quotazioni siano destinate a crescere». Non c'è il rischio che la revisione degli estimi catastali in arrivo dopo anni di gestazione, possa frenare la ripresa delle quotazioni? « La modifica degli estimi era un passaggio atteso e inevitabile che aiuterà a fare un po' di chiarezza su questo mercato. Nel breve non dovrebbe portare a un aumento dell'Imu. Certo, in prospettiva ci sarà un adeguamento, per gli immobili classati in maniera non adeguata, soprattutto nei centri storici delle città. Quanto tempo ci vorrà alla fine per vedere le quotazioni in ripresa? «Come dicevo non è più un problema immobiliare. Oramai i valori si sono assestati su un livello basso. Le variabili che possono inlfluire sui corsi del mattone a questo punto sono due: l'andamento dell'economia in generale e l'accesso al credito per chi vogli acquistare. Fintanto che l'economia non ripartirà e non ci sarà un allentamento nelle stretta creditizia, sarà ben difficile vedere i valori immobiliari risalire». In che zone d'Italia si possono fare dei buoni affari? «I privati di solito investono sulla zona che meglio conoscono. Quella in cui abitano. Solitamente guardano alla città in cui vivono, al massimo alla provincia. Ed è giusto che sia così perché diversamente rischierebbero di fare pessimi affari. Per gli istituzionali la prospettiva cambia radicalmente. Le piazze a cui guardano sono sempre le solite: Roma e Milano, vale a dire le città che garantiscono più di altre la piena occupazione degli immobili».
  • 11. Mercato immobiliare, l'esperto: "Prezzi bassi ancora a lungo" LIBEROQUOTIDIANO.IT - Mercato immobiliare, l'esperto: "Prezzi bassi ancora a lungo" La ripresa nel mercato immobiliare si fa attendere ed è sempre più difficile vendere a prezzi ragionevoli. Dal 2008 a oggi in molte zone d'Italia le case si sono svalutate del 50%. Ma se è difficile per chi vende non va meglio a quanti comprano: qual è il prezzo giusto? E cosa dobbiamo aspettarci per i prezzi? Saliranno o continueranno a calare? Risponde Giampaolo Corsini, amministratore delegato di Prelios Valuations, società che si occupa di valutazioni sul patrimonio immobiliare e che insieme ad altre quattro è impegnata nella valutazione dei cespiti immobiliari degli istituti di credito per conto di Bankitalia. «Tutto dipende dall’andamento dell’economia. Nell’immobiliare ci troviamo in una fase di mercato caratterizzata da una bassa volatilità. I prezzi sono scesi molto e ci sono tuttora i presupposti a livello macroeconomico perché le quotazioni rimangano ferme o ricomincino a salire». Si, ma come comportarsi? «Una famiglia in cerca dell'immobile da abitare deve sì sforzarsi di acquistarlo al miglior prezzo possibile ma le valutazioni che entrano in gioco in questo caso sono molteplici. Un investitore deve avere ben altra attenzione al prezzo». Che segnali arrivano dal mercato in questi mesi? «In questo momento stanno rientrando in Italia i grandi investitori istituzionali esteri perché sono convinti che il nostro mercato nel breve-medio termine possa dare delle soddisfazioni, con ritorni interessanti. Questo ci fa ritenere che nel medio periodo le quotazioni siano destinate a crescere». Non c'è il rischio che la revisione degli estimi catastali in arrivo dopo anni di gestazione, possa frenare la ripresa delle quotazioni? «La modifica degli estimi era un passaggio atteso e inevitabile che aiuterà a fare un po' di chiarezza su questo mercato. Nel breve non dovrebbe portare a un aumento dell'Imu. Certo, in prospettiva ci sarà un adeguamento, per gli immobili classati in maniera non adeguata, soprattutto nei centri storici delle città». Quanto tempo ci vorrà alla fine per vedere le quotazioni in ripresa? «Come dicevo non è più un problema immobiliare. Oramai i valori si sono assestati su un livello basso. Le variabili che possono influire sui corsi del mattone a questo punto sono due: l’andamento dell’economia in generale e l’accesso al credito per chi voglia acquistare. Fintanto che l'economia non ripartirà e non ci sarà un allentamento nelle stretta creditizia, sarà ben difficile vedere i valori immobiliari risalire». In che zone d’Italia si possono fare dei buoni affari? «I privati di solito investono sulla zona che meglio conoscono. Quella in cui abitano. Solitamente guardano alla città in cui vivono, al massimo alla provincia. Ed è giusto che sia così perché diversamente rischierebbero di fare pessimi affari. Per gli istituzionali la prospettiva cambia radicalmente. Le piazze a cui guardano sono sempre le solite: Roma e Milano, vale a dire le città che garantiscono più di altre la piena occupazione degli immobili». PRELIOS INTEGRA, INTERVISTA A PIERCARLO ROLANDO SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI DI PRELIOS GROUP Intervista a Piercarlo Rolando - Prelios seziona i clienti
  • 12. Prelios seziona i clienti La società real estate accelera sul settore servizi con un nuovo approccio basato su una rete di key account specializzati per tipo di clientela La strategia è chiara. Focus sui servizi immobiliari visti con gli occhi dei clienti. Una strada che Prelios ha imboccato con decisione da tempo e che, alla luce di un contesto sempre più competitivo, si sta via via affinando. Anche con il contributo di Piercarlo Rolando che, dopo 20 in Reag, dallo scorso gennaio è approdato nel gruppo immobiliare. Alla riorganizzazione dei servizi per il real estate ha lavorato per sei mesi, diventando da luglio direttore della divisione Integrated Services. Ecco con quali strategie e obiettivi. iQuali sono i punti cardine della nuova organizzazione e strategia? Risposta. In primo luogo il cliente. Prelios Integrated Services costituisce una vera piattaforma integrata di servizi in grado di gestire l'intero processo, ma soprattutto capace di proporre un'offerta differenziata per ogni tipologia di cliente. Oggi infatti Prelios si rivolge principalmente a banche, corporate e investitori istituzionali, soggetti che hanno bisogno di soluzioni e interlocutori ad hoc. Una scelta indispensabile in un mercato sempre più complesso e selettivo, in balia di dinamiche veloci e nuovi parametri di riferimento. Insomma la mia ricetta è semplice: bisogna partire dalle esigenze del cliente e per questo abbiamo creato dei key account specializzati. Ma non solo: in parallelo esiste una specializzazione, e quindi suddivisione, anche per tipo di attività. 2 Come funziona esattamente? R. Intanto Integrated Services comprende a sua volta le tre società di servizi immobiliari di Prelios in Italia, e cioè Integra, Valuations e Agency, nomi che indicano già chiaramente la loro mission. La prima offre servizi di property, project, facility management, oltre che consulenza su tutti i fronti. Valuations è ovviamente una società di valutazione e lavora in tre settori: e-services cioè servizi legati alla valorizzazione di database immobiliari. C'è poi la valutazione a supporto delle banche per l'erogazione di finanziamenti e infine la valutazione come esperto indipendente: per esempio siamo esperti indipendenti per un fondo di Serenissima sgr. Inoltre siamo tra le cinque società che si sono aggiudicate la gara promossa da Bankitalia per l'asset quality review sui portafogli delle principali banche italiane. Quanto infine all'Agency, Prelios è uscita dal ramo franchising e ora è un broker specializzato negli immobili corporate. 3 In che cosa sono diverse le esigenze delle varie categorie? R. Intanto svolgono attività diverse. Alle banche quindi servono servizi relativi all'erogazione del credito, gestione dei crediti npl e del patrimonio, strumentale e non. Oggi per le banche è necessario fare «buon credito» e per farlo devono valutare il merito di credito del cliente e le garanzie immobiliari sottese. Siamo di supporto anche quando le banche devono analizzare i crediti sotto osservazione, non ancora quindi allo stadio di sofferenze o incagli, su cui la banca ha bisogno di consulenti e advisor che possano aiutare per esempio anche i costruttori non in grado di portare a termine un cantiere finanziato. Su questo abbiamo messo a punto un servizio, già operativo con alcune banche italiane. Quindi facciamo una due diligence iniziale per *** identificare le cause della situazione di stallo e le possibili strategie di uscita. In questo modo in un primo momento i nostri interlocutori sono le banche, ma poi diventiamo advisor anche dei loro clienti, perché una volta identificata la strategia di uscita, per esempio riprogettando un edificio diventato obsoleto perché progettato 5-10 anni prima oppure ricercando un equity partner che porti nuove risorse per far ripartire l'iniziativa o ancora ricercando utilizzatori o compratori degli immobili. 4 Come supportate invece le altre due categorie? R. Per quanto riguarda i corporate, tra i nostri clienti abbiamo le principali società telefoniche ed energetiche-petrolifere italiane. Sono clienti che hanno bisogno di un advisor nei cosiddetti servizi real estate a supporto della gestione del patrimonio immobiliare dell'azienda e dell'efficientamento degli spazi e dei costi di gestione. Gli investitori istituzionali invece, cioè tutti quei soggetti che vogliono acquistare patrimoni in Italia, hanno bisogno di attività di project management in grado di gestire costi e tempi di realizzazione degli investimenti, anche a garanzia delle stesse banche che finanziano il progetto. Integrated Service svolge comunque anche attività di pro-perty, sia per la sgr di gruppo, ma soprattutto conto terzi. A
  • 13. oggi gestiamo dal punto di vista tecnico un patrimonio immobiliare che vale circa 4 miliardi, pari a 30 mila unità locative, di cui oltre il 60% non captive, ossia esterno al gruppo. uali sono, in termini di bilancio, i risultati ottenuti finora? R. I risultati sono positivi e in crescita. Le tre società che compongono Prelios Integrated Services a giugno 2014 hanno registrato ricavi per 13,1 milioni di euro, in crescita del 25% rispetto a un anno prima, e un ebit positivo per 1,1 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto al valore registrato al 30 giugno 2013 negativo per 0,7 milioni. (riproduzione riservata) Il manager architetto Piercarlo Rolando è in Prelios dal gennaio 2014 in qua-lità di direttore strategie e sviluppo real estate prima e di direttore della divisione Strategic Integrated Services da giugno. Architetto con specializzazione in real estate asset management, Rolando è stato in precedenza in Reag (Real Estate Advisory Group), dove in oltre vent'anni di esperienza ha ricoperto vari incarichi fino ,a diventare direttore generale e deputy managing director. E stato inoltre amministratore delegato e co-fondatore di Reag 4 Loans. PierrurLa Rodundo *** INTERVISTA A RICCARDO SERRINI DI PRELIOS CREDIT SERVICING SUL TEMA DELLE CASE ALL’ASTA Intervista a Riccardo Serrini: "Case all'asta, occasione mancata" Case all'asta, occasione mancata Le vendite giudiziarie sono meno opache. Ma pochi lo sanno Parla l'esperto: l'arretrato di immobili invenduti è impressionante Adottando alcune accortezze, si possono fare grandi affari CHIARA MERICO M I IANO Acquistare un immobile all'asta giudiziaria è una scelta che divide: alcuni la considerano un'ottima opportunità per comprare a prezzo ribassato, altri invece se ne tengono alla larga, frenati dal luogo comune che vuole quello delle aste come un mondo opaco, nel quale il rischio di fare un cattivo affare è altissimo. Il risultato è che in Italia il parco degli immobili non assegnati è diventato considerevole: ogni anno nel nostro Paese vengono battute circa 60-70mila aste giudiziarie, mentre per ridurre lo stock di crediti in sofferenza con un sottostante immobiliare ne occorrerebbero almeno 800mila. «Un arretrato impressionante - commenta Riccardo Serrini, amministratore delegato di Prelios Credit Servicing - anche perché il 92% delle aste va deserto e l'assegnazione degli immobili avviene in media intorno alla sesta o settima volta. Nel pieno della crisi si arrivava fino a otto aste deserte prima dell'assegnazione, quando in un periodo di mercato normale la media è di tre». «In molti - aggiunge il manager - non si avvicinano al mondo delle aste perché pensano che sia in mano a gente poco raccomandabile. Non è più così da tempo, e c'è un patrimonio enorme di immobili che non viene valorizzato. Basta studiare attentamente le procedure e non bisogna temere trappole o inganni». Comprare una casa all'asta richiede comunque alcune accortezze. «Gli annunci vengono pubblicati online dai tribunali - spiega Serrini - ma bisogna leggerli con attenzione. Ad esempio, per quanto riguarda il prezzo, l'annuncio riporta la valutazione effettuata dal C-tu (il consulente tecnico d'ufficio nominato dal tribunale), che è spesso molto distante dal valore effettivo di assegnazione: lo scollamento medio è del 50% con punte dell'80% per quanto riguarda gli immobili industriali, per i quali la domanda è inferiore». Questo perché di norma, aggiunge il manager, «la prima asta avviene senza incanto (offerte in busta chiusa), mentre dalla seconda in poi si procede con incanto. Il giudice tende a mantenere il valore stabilito dal Ctu, ma dalla terza asta in poi può abbassare
  • 14. il prezzo anche del 25% alla volta». Riccardo Serrini Per l'acquirente, fondamentale è capire bene cosa si sta per comprare: «L'asta è una procedura pubblica ed è quindi soggetta a una serie di norme: ad esempio, l'immobile deve essere conforme alla planimetria catastale e deve essere affidato a un custode, che deve farlo visitare agli interessati. Online devono essere disponibili i documenti dell'immobile: in alcuni tribunali, come aVerbania, anche l'asta può svolgersi in modalità telematica», fa sapere Serrini. Oltre a questo, l'acquirente deve «capire se ci siano difformità o abusi, e se si possano sistemare, in quanto tempo e con quale spesa; poi deve sapere se l'immobile è occupato o libero, e soprattutto essere informato che la procedura prevede il versamento di una caparra del 10% prima dell'asta, e chi vince deve poi rispettare i termini di pagamento». Questa è una delle principali difficoltà: «Il potenziale compratore deve essere sicuro che la banca eroghi il finanziamento in tempo, altrimenti rischia di perdere la caparra», spiega Serrini. Un altro ostacolo è proprio la difficoltà di ottenere credito dalle banche, anche se di recente gli istituti, proprietari di buona parte degli immobili in asta, «hanno compreso che concedere liquidità ai potenziali acquirenti significa evitare che il patrimonio si deprezzi troppo». GUIDATA DA CAPUTI, PRELIOS E’ IN GARA PER IL FONDO DELLE FILIALI DI DEUTSCHE BANK Le filiali Deutsche in un fondo Credito. Operazione da 250 milioni sulla rete italiana - In gara Hines, Idea Fimit e PreLios. L'OPERAZIONE Gara per identificare una Sgr che costituisca e gestisca un fondo nel quale conferire le proprie 90 filiali italiane e il quartiergenerale di Milano Carlo Festa Deutsche Bank valorizza il suo patrimonio immobiliare in Italia. Secondo indiscrezioni, il colosso bancario tedesco starebbe facendo una gara per identificare una Sgr che costituisca e gestisca un fondo immobiliare nel quale conferire 90 delle sue filiali italiane e il quartier generale di Milano. L'operazione sarebbe, secondo i rumors, ormai in fase avanzata e dovrebbe concludersi a settembre. Si tratterà di un'operazione di sales & lease back, che permetterebbe alla banca guidata da Flavio Valeri di fare circa 250 milioni di cassa. Queste risorse dovrebbero essere dedicate alla rete italiana di Deutsche Bank II gruppo tedesco non dovrebbe infatti investire nell'acquisto di nuove filiali, ma quelle nuove che aprirà saranno in affitto. Il modello, alla cui base c'è quest'operazione, è di focalizzarsi sul core business dell'attività bancaria, lasciando l'immobiliare. I piani di Deutsche Bank sul tema sarebbero abbastanza chiari: l'istituto non riterrebbe che le piattaforme online soppianteranno gli sportelli, ma al contrario rispetto ad altre banche, crede nella necessità di avere presidi locali. Allagara,iniziata qualche settimana fa, hanno partecipato circa quindici tra le principali Sgr italiane e ora, secondo i rumors che circolano sul mercato, sarebbero rimaste tre finaliste: cioè Hines sgr, Prelios Sgr e Idea Fimit Sgr. Entro la fine di settembre dovrebbe venir aggiudicato il mandato: molto dipenderà anche dall'offerta economica e quindi dalla capacità delle sgr prescelta di attirare investitoti interessati anche seil portafoglio avrebbe suscitato già qualche interesse. In particolare, grande
  • 15. attenzione da parte degli investitori ci sarebbe per il quartier generale di Deutsche Bank a Milano, un palazzo che genera un canone di affitto di 8 milioni di euro all'anno. Advisor dell'operazione sarebbe, sempre secondo i rumors, John Lang Lasalle per quanto riguarda la struttura finanziaria dell'operazione, e lo studio Chio-mend sul lato legale. Ora si starebbe dunque aprendo la parte finale dell'asta: le società di gestione selezionate dovranno infatti trovare equity per il t00% delle quote del fondo, e fare offerte vincolanti entro la prima metà di settembre. Oggi l'Italia è il principale mercato europeo per Deutsche Bank dopo la Germania. Il gruppo ha oggi circa Sao sportelli in Italia, dopo averne aperti 55 negli ultimi3 anni e 8o negli ultimi 5. I vertici della banca tedesca in Italia hanno poi annunciato nuove aperture. Il chief country officerFlavio Valeri, di recente, ha comunque sottolineato che Deutsche Bank Italia potrà avere al massimo400-42o sportelli, considerando anche che in Germania la capogruppo ne ha 79o. Di recente Deutsche, che nel Paese dà lavoro a 6mila persone, ha avviato in Italia un piano di razionalizzazione con un impattosul personale di Deutsche Bank in Italia, limitato a circa 200 persone (3% della forza lavoro) per le quali è stato previsto il ricorso all'esodo anticipato e al fondo di solidarieta. Lo scorso anno si era anche parlato di un interesse, in realtà mai concretizzatosi, per la rete di sportelli ex-Antonveneta che Mps a quel tempo stava riflettendo di cedere. *** PARTONO I LAVORO PER FICO, IL PROGETTO EATALY WORLD ALL’EX CAAB DI BOLOGNA, CON FONDO PAI DI PRELIOS SGR. «Fico è una boccata d'ossigeno. Ora rimbocchiamoci le maniche» I lavori a Ccc, Coop Costruzioni, Unga, Melegari, Montanari e Cmb UNA PARTITA IN DUE FASI I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DI FICO SONO DIVISI IN DUE PARTI, CIASCUNA DELLE QUALI HA UNA DURATA PREVISTA DI SEI MESI L'OBIETTIVO RESTA QUELLO DI APRIRE LA STRUTTURA A FINE 2015 FICO, il grande parco agroalimentare che sorgerà al Caab, è pronto a partire. Prelios, la società di gestione del risparmio che si occupa della realizzazione del progetto, ha infatti individuato i vincitori del bando per la costruzione della struttura. Un affare da circa 40 milioni di euro che è stato affidato al Consorzio cooperative di costruzioni (Ccc), affiancato da una cordata di imprese di cui fanno parte Coop Costruzioni, la cooperativa Cmb di Carpi, il raggruppamento di imprese Unifica e, con quote minori, i costruttori Melegari e Montanari. Ancora da definire con precisione la data di partenza dei cantieri, che inizialmente avrebbero dovuto essere aperti già ad agosto. L'unica cosa sicura è che i lavori cominceranno il prima possibile, forse già nei primi giorni di settembre, e che gli incontri tra le imprese che dovranno costruire la cittadella del cibo sono iniziati già in questi giorni, nonostante il periodo di ferie. A questi ne seguiranno altri con i vertici del Caab, con in testa il presidente Andrea Segrè, e del Comune. L'accelerazione dell'intera partita è prevista a partire da lunedì 25 agosto, quando tutti i soggetti interessati al progetto saranno rientrati in città. LA COSTRUZIONE di Fico —progetto nato su idea del Caab, con il contributo fondamentale del patron di Eataly, Oscar Fari-netti — è suddivisa in due parti, ciascuna delle quali dovrebbe durare sei mesi. La prima consiste in una serie di operazioni preliminari, tra cui la demolizione di alcuni edifici esistenti all'interno del Caab, e la seconda nella realizzazione della struttra vera e propria che ospiterà la Fabbrica italiana
  • 16. contadina, destinata, secondo le stime di Eataly, a dare lavoro a 3.550 persone. Grande soddisfazione da parte LA POSTA IN GIOCO La realizzazione del parco agroalimentare al Caab vale 40 milioni di euro delle imprese che si sono aggiudicate il bando, superando l'offerta del gruppo Strabag. «Siamo in attesa di comunicazioni ufficiali —dice il numero del Ccc, Piero Collina —. Se sarà confermata l'aggiudicazione vorrà dire che è stato giusto puntare sulle imprese del territorio». Un concetto condiviso anche dal direttore di Unifica, Gianluca Muratori: «Quella che ha vinto è una cordata solida e siamo contenti che si possano far lavorare le imprese bolognesi, per loro un progetto come Fico rappresenta una bella boccata d'ossigeno». «Siamo pronti a partire — dice Amedeo Melegari, numero uno dell'omonima ditta di costruzioni —. I tempi sono stretti ma ci rimboccheremo le maniche. È importante che molte imprese bolognesi siano in prima linea nella realizzazione di un'opera come Fico». a. z. *** IL PROGETTO La filosofia Fico sarà una struttura da 80.000 metri quadrati all'interno dell'attuale Caab incentrata sul cibo e sulla sua filiera, dalla produzione al commercio I posti di lavoro Secondo le stime di Eataly, il grande parco agroalimentare darà lavoro a 3.550 persone, quando entrerà in funzione a pieno regime IL giro d'affari Nel 2019, secondo le previsioni, Fico dovrebbe produrre un fatturato di 80 milioni di euro, con un valore aggiunto di 17,5 milioni complessivi INTERVISTA A LUCA TURCO GRUPPO PRELIOS SUL PROBLEMA CASA & AFFITTI Affitti, lezione tedesca CASA Il decreto Sblocca Italia? Oltre agli incentivi a favore delle riqualificazioni edilizie e dell'intero settore delle costruzioni, dovrebbe includere anche misure per sbloccare il mercato degli affitti. A chiederlo sono molte delle società real estate riunite in Assoimmobiliare, convinte che misure a favore della locazione non solo non contrasterebbero con quelle già previste, ma rappresenterebbero anzi una medicina contro molti dei mali del settore e forse anche dell'economia nazionale nel suo complesso. «Tra l'altro», dicono, «il comparto della locazione in Italia sta già vivendo una fase di profonda trasformazione: perché allora non cavalcarlo rendendo certi cambiamenti strutturali a vantaggio di tutta l'economia oltre che del mattone?». La trasformazione ha origine nel mutato atteggiamento degli italiani nei confronti della casa. Complice la crisi, anche in Italia, dove la percentuale di proprietari di casa è altissima, sta crescendo il numero degli inquilini: il crollo delle compravendite di abitazioni, più che dimezzate nel giro di qualche anno (dalle 869.308 del 2006 si è passati alle 403.124 del 2013, secondo quanto rilevato da Nomisma), ha tagliato la quota di famiglie proprietarie di casa, scesa all'attuale 68,7% dall'80% di otto anni fa. Non solo: in forte contrazione risulta anche la propensione all'acquisto, visto che il gap tra domanda e offerta si è significativamente ampliato in questi anni. E tutto ciò nonostante i prezzi ancora in calo dopo la flessione di quasi il 20% registrata nelle 13 maggiori città e ancora più pesante nel resto d'Italia. Colpa della precarietà del lavoro, delle difficoltà nell'accesso al credito e ora anche della deflazione, tutti elementi che hanno invertito la tendenza degli italiani a preferire la compravendita di case piuttosto che la locazione. Proprio per questo, pur a fronte della stessa crisi il mercato delle locazioni si è mantenuto più stabile rispetto a quello delle compravendite. «È da tutto questo che nasce la necessità di imprimere una svolta a un mercato degli affitti che
  • 17. per molti aspetti resta critico», spiega Luca Turco, responsabile sviluppo attività corporate e istituzionali di Prelios nonché braccio destro di Massimo Caputi. «Il cambio di atteggiamento degli italiani da solo però non basta a renderlo più fluido ed efficiente, mentre il maggior ricorso all'affitto non sembra destinato a rientrare: anche una volta usciti dalle secche della crisi, difficilmente le banche torneranno a finanziare quasi il 100%dell'acquisto, per cui chi non disporrà di un congruo capitale iniziale continuerà a non poter comprare». La svolta richiesta prevede misure sia per garantire maggior certezza del diritto sia per attenuare l'impatto fiscale. Tra le prime, sono necessari tempi più rapidi per rendere esecutivo lo sfratto in caso di morosità, ma tempi più rapidi anche per l'intervento obbligatorio del proprietario in caso di malfunzionamento degli impianti dell'appartamento. «Sul fronte fiscale, il discorso cambia molto a seconda che si parli di privati piuttosto che di società», prosegue Turco. «Pur colpiti anch'essi da Imu e Tasi, imposte che gravano sulla proprietà, i privati beneficiano della cedolare secca sui redditi percepiti, oggi pari al 15% e addirittura al 10% in caso di canone concordato. La cedolare si applica però solo alle persone fisiche, quindi imprese e investitori istituzionali non possono goderne. Non solo: questi ultimi sono soggetti anche a Irap e Tares e non all'Iva, quindi non possono detrarre eventuali spese di riqualificazione». Il risultato è che in Italia la locazione rende non più del 2-3% netto ai privati, percentuale che scende all'1 per gli investitori istituzionali calcolando anche la tassazione sui dividendi distribuiti, contro per esempio il 7% in Germania, dove peraltro i canoni per gli inquilini sono mediamente più bassi che in Italia. Da tutto ciò deriva anche il fatto che, anche se la quota di proprietari di casa è scesa al 69%, l'Italia è ancora ben lontana dal 44% della Germania, ma anche dal 5557% di Francia e Olanda. In Germania, per esempio, le forti facilitazioni per i costruttori che si impegnavano a sviluppare immobili per affittare a canoni calmierati hanno permesso lo sviluppo di un mercato della locazione ampio e per tutte le tasche, in genere di buona qualità ed evitando la creazione dei quartieri-ghetto tipici di altri Paesi. Quello della scarsa convenienza dell'ingresso nel settore residenziale per gli investitori istituzionali è quindi uno dei nodi da sciogliere. «In tutto il mondo la locazione è considerata la prima asset class per gli istituzionali, mentre in Italia è inesistente», continua Turco. «Se vi fosse una chiara volontà politica di introdurre agevolazioni fiscali a favore del rilancio del settore delle locazioni residenziali in Italia, si potrebbero attrarre investitori di lungo periodo: basti pensare che perfino compagnie assicurative e investitori istituzionali italiani in genere non comprano mattone residenziale in Italia, ma solo all'estero. Inoltre il patrimonio residenziale italiano, non nuovo e ad alta dispersione di energia, potrebbe essere riqualificato. Si aprirebbe insomma un mercato che contribuirebbe in modo determinante al rilancio economico del Paese». L'ANDAMENTO DEGLI AFFITTI NELLE PRINCIPALI CITTÀ ITALIANE Canoni medi di locazione nelle grandi città italiane per appartamenti liberi, non arredati, ristrutturati - Euro al mq./annuo - Giugno 2014 Centro Semicentro Periferia Fonte: Centro Studi Casa.it TORINO MILANO GENOVA VENEZIA - Mestre VENEZIA - Laguna BOLOGNA FIRENZE ROMA NAPOLI BARI CATANIA PALERMO CAGLIARI LA MAPPA EUROPEA Percentuale di home-ownership nei principali paesi Europei Fonte: The Eurosystem Household Finance and Consumption Survey (April 2013) GRAFICA MF-MILANO FINANZA Germania Austria Francia Olanda Lussemburgo Finlandia ITALIA Belgio Portogallo Grecia Cipro Malta Slovenia Spagna Slovacchia
  • 18. INTERVISTA A LUCA TURCO DI PRELIOS SUL TEMA AFFITTI IMMOBILIARI Intervista a Luca Turco II mercato Edilizia: crolla la piccola proprietà stretta mutui, è caccia agli affitti Speculazione, sbarcano i fondi Usa: nel mirino gli immobili commerciali II boom II mercato residenziale in Germania trasparente e con prezzi stabili, attira capitali da tutto il mondo: un esempio da imitare I morosi Prelios: investitori scoraggiati dalle norme ritenute poco efficaci Cinzia Peluso Si è ristretto il popolo delle famiglie «formichine», proprietarie di casa. Mattone dopo mattone avevano accumulato un patrimonio da far invidia a tutta l'Europa. Ma il solido edificio tricolore ha cambiato faccia. Assediato da Fisco, burocrazia e norme tutt'altro che vantaggiose. Negli ultimi tre anni la percentuale dei possessori della propria residenza è diminuita dall'80 al 69 per cento. È la metamorfosi del mercato immobiliare dello Stivale. Ancora troppo fragile. La crisi dei subpri-me ha innescato il tonfo delle compravendite e dei prezzi. Le banche, scottate dalle sofferenze, hanno stretto i cordoni del credito e dei mutui. Oggi la discesa è più lenta, ma non si è fermata. L'erosione dei redditi concentra la ricchezza nelle mani di pochi. Diminuisce chi possiede la propria abitazione, aumentano di conseguenza i proprietari di più immobili. Il rischio è che la speculazione la faccia da padrone. «Dopo la Spagna e la Grecia è ora l'Italia la nuova terra di conquista dei grandi fondi speculativi ameri-cani. Stanno investendo nel comparto degli uffici e della logistica industriale. Certo, è un segnale di ri-partenza rispetto al blocco delle transazioni del 2012. Ma bisogna stare attenti. 11 rischio è di un abbandono da parte dei grandi inveII confronto Solo il 60% delle famiglie nell'Eurozona possiede l'alloggio: il 23% è proprietario anche di una seconda casa stitori fra tre anni, quando è prevista la ripresa del mercato», avverte Luca Turco, responsabile dello sviluppo del business istituzionale di Prelios. La crisi. A monitorare lo stato di salute del settore è Prelios (ex Pirelli Real Estate), il gruppo che gravita nell'orbita Pirelli in primo piano in Italia nella intermediazione per le compravendite e le locazioni. Prelios, che spazia a 360 gradi dai servizi alla gestione della proprietà alla gestione del risparmio immobiliare, ha elaborato un'analisi basata sui dati di Bce e Nomisma. E da questi ultimi emerge che le compravendite degli alloggi ad uso residenziale si sono più che dimezzate in sette anni. Dalle 869.308 del 2006 sono scese alle 403.124 del 2013. Nello stesso periodo i prezzi sono crollati del 17 per cento nelle tredici città italiane più grandi. Le locazioni. Un mercato, che è anche, nello stesso tempo, troppo rigido. La domanda di affitti, attualmente in crescita, non riesce infatti a trovare un riscontro nell'offerta. Per molti giovani i canoni di locazione risultano ancora proibitivi. Rendimenti troppo bassi, tasse troppo alte, e norme poco convenienti per la morosità frenano invece i proprietari. Per rilanciare il settore dovrebbe intervenire ora il rent to buy. I vantaggi dei contratti di locazione finalizzati all'acquisto li ha messi nero su bianco il governo in uno dei decreti predisposti dal ministero delle Infrastrutture per lo Sblocca-Italia. L'affittuario paga mensilmente insieme al "canone" anche una quota per l'acquisto. Ma il conto con il Fisco verrà regolato solo al momento I nodi Con l'Italia anche Belgio Cipro, Spagna, Francia e Lussemburgo hanno subito ribassi dei prezzi dopo la crisi dei subprime del riscatto con la definizione della compravendita. Per i propritari è prevista
  • 19. la detassazione Irpef-Ires dei canoni di locazione in misura pari al 40 per cento. Sono gli stessi incentivi oggi già in vigore perl'edilizia sociale pubblica. Le nuove norme potrebbero essere varate dal Consiglio dei ministri di fine mese. «Stiamo attenti, non è solo l'esosità del Fisco a far salire il costo dei canoni al fine di renderli realmente compensativi per i proprietari. C'è anche una spesa considerevole da sostenere per il pagamento. Anche perché per Imu e Tasi i calcoli da fare per definire gli importi sono differenti se si hanno immobili in Comuni diversi», fa notare il presidente di Confedilizia Corrado Sforza Foglia-ni. I risvoluti sociali? «Va notato che la rigidità del mercato degli affitti italiano condiziona la mobilità territoriale e quindi un'importante scelta come quella del lavoro. Spesso i salari non riescono a coprire gli elevati costi dei fitti», osserva il segretario generale del Stima Daniele Barbieri. La proprietà. Precipita il numero dei proprietari. Una caduta che già l'Istat, con il censimento del 2011 aveva cominciato a rilevare. Le statistiche ufficiali raccontavano che eravamo scesi dall'83 all'80 per cento. Ora Prelios, rielaborando le analisi dell'Eurotower che non conteggiano, però, le seconde case, denuncia un crollo al 69 per cento. *** La ripresa. In realtà l'Italia si sta avvicinando alla media dell'Eurozona, visto che le famiglie che possiedono una casa nei Paesi nostri partner sono soltanto il 60,1 per cento. Ma il vero nodo è che nello Stivale il mercato delle locazioni è ancora troppo rigido. Ingessato. Ma potenzialità di sviluppo non mancano. La soluzione suggerita da Turco poggia su un principio, «spersonalizzazione». Spiega il manager di Prelios: «Quasi tutte le famiglie sono abituate oggi ad interloquire con un privato. Sorge quindi il problema degli affitti a nero. L'approccio ottimale per risolverlo e far decollare un mercato ancora inesplorato sarebbe quello di favorire l'ingresso nel comparto delle istituzioni, vale a dire fondi immobiliari e società quotate». La crisi Precipitano dall'80 al 69% i possessori dell'abitazione In Italia sale la domanda di locazioni IL PROGETTO PRELIOS PER L’EX CINEMA MANZONI Griffe e spazi commerciali nell'ex cinema Manzoni DuE spazi di vendita, uno di 3mila metri quadrati e l'altro 700, e un'area per proiezioni, iniziative culturali e spettacoli. È il progetto di trasformazione dell'ex cinema Manzoni presentato al Comune dalla proprietà. La relazione è in attesa di autorizzazione da parte dell'assessorato all'Urbanistica. Sarebbero almeno tre le griffe di moda interessate agli spazi. L'immobiliare si impegna anon cambiarela destinazione del teatro Manzoni «per almeno cinque anni». Manzoni, spazio con negozi dove prima c'era il cinema FRANCO VANNI DUE spazi di vendita, uno di 3mila metri quadrati e l'altro 700, e un'area per presentazioni, proiezioni cinematografiche, iniziative culturali e spettacoli dal vivo. Questo prevede il progetto di trasformazione dell'ex cinema Manzoni, inviaManzoni 40, presentato al Comune dalla proprietà. Larelazioneèorainattesadi autorizzazione agli uffici dell'assessorato all' Urbani stie a ed è in visione al consiglio di Zona 1, che sarà chiamato a fare le sue osservazioni dopo l'estate. L'ipotesi più probabile, vista la collocazione dell'immobile, è che almeno uno dei due spazi commerciali possa ospitare l'ennesima boutique di abbigliamento. Sarebbero almeno tre le griffe che hanno dimostrato interesse per gli spazi. A queste si aggiungerebbe un colosso della tecnologia. Ma agli uffici dell'Urbanistica fanno sapere che «si è
  • 20. ancora alla fase di istruttoria per i profili urbani-stico-edilizi e ogni ragionamento risulta prematuro». In pratica, mancano le autoriz7a7.ioni Presentato al Comune il progetto di trasformazione per 3mila metri quadrati che consentirebbero di trasformare il cinema, chiuso dal 2006, in negozio con scale mobili, balconate perimetrali e vuoto centrale, sul modello di Zara in corso Vittorio EmanueleII (excinemaAstra) oEataly in piazza XXV Aprile ( ex teatro Smeraldo ). Nel progetto, il costruttore si impegna a conservare la destinazione a teatro della sala sotterranea «per almeno cinque anni». «Preservare la sala è una priorità — dice Filippo Del Corno, assessore comunale alla Cultura — ospita la rassegna Aperitivo in concerto, che da vent'anni propone il megli o della musica jazz e di avanguardia». L'obiettivo di Prelios —l'ex Pirelli Re, che ha acquistato la sala da Enpam nel 2008 —è fare in fretta, per potere vendere o affittare a caro prezzo gli spazi commerciali in tempo per Expo 2015. Mala velocità nella concessione dei permessi dipenderà da quanto l'immobiliare sarà pronta a garantire sull'offerta culturale. Per Fabio Arrigoni, presidente del consiglio di Zona, «è fondamentale Per cinque anni non verrà toccato invece il teatro "Preservarlo è prioritario" che la struttura mantenga il suo valore culturale e che sia vissuta dagli abitanti del quartiere». n complesso del teatro e cinema Manzoni misura 9781 metri quadrati, compresa la galleri a commerci ale. La sala cinematografica da 1.600 posti, progettata dall'architetto Alzi-ro Bergonzo, fu inaugurata nel 1950 come "cinema per anteprime", con sculture di Francesco MessinaePericleFazzini, oltre a un affresco del Baragatti. «È un patrimonio da tutelare», dicono i residenti della zona, che hanno raccolto 1.200 firme per chiedere a Palazzo Marino di non «permettere che un gioiello diventi l'ennesimo spaccio della moda». LE TAPPE L'INAUGURAZIONE II cinema Manzoni, disegnato dall'architetto Alziro Bergonzo, apre nel 1950 LA CHIUSURA Nel 2006Ia sala da 1600 posti viene abbandonata Sopravvive il teatro sotterraneo LE PROTESTE Sono 1.200 i residenti che hanno firmato per opporsi all'arrivo di negozi.
  • 21. 12-AGO-2014 Lettori: 907.000 Diffusione: 267.228 Dir. Resp.: Roberto Napoletano
  • 22. 13-AGO-2014 da pag. 14 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Giovanni Morandi
  • 23. 13-AGO-2014 Lettori: 295.000 Diffusione: 104.543 Dir. Resp.: Maurizio Belpietro
  • 24. 14-AGO-2014 da pag. 20 Lettori: 385.000 Diffusione: 107.541 Dir. Resp.: Marco Tarquinio
  • 25. 15-AGO-2014 da pag. 20 Lettori: 385.000 Diffusione: 107.541 Dir. Resp.: Marco Tarquinio
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  • 27. 15-AGO-2014 da pag. 42 Lettori: 286.000 Diffusione: 83.057 Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi
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  • 29. 18-AGO-2014 da pag. 2 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Giovanni Morandi
  • 30. 23-AGO-2014 da pag. 24 Lettori: 286.000 Diffusione: 83.057 Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi
  • 31. 23-AGO-2014 da pag. 24 Lettori: 286.000 Diffusione: 83.057 Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi
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  • 34. 25-AGO-2014 da pag. 4 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Ezio Mauro
  • 35. 14-LUG-2014 da pag. 33 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
  • 36. 14-LUG-2014 da pag. 33 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
  • 37. 15-GIU-2014 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Armando Nanni
  • 38. 15-GIU-2014 da pag. 6 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Armando Nanni
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  • 40. 15-GIU-2014 da pag. 8 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Giovanni Morandi
  • 41. 11-LUG-2014 da pag. 27 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Giovanni Morandi
  • 42. 11-LUG-2014 da pag. 43 Lettori: 148.000 Diffusione: 83.664 Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi
  • 43. 11-LUG-2014 da pag. 23 Lettori: 907.000 Diffusione: 267.228 Dir. Resp.: Roberto Napoletano
  • 44. 14-LUG-2014 da pag. 33 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
  • 45. 14-LUG-2014 da pag. 33 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
  • 46. 10-AGO-2014 da pag. 25 Lettori: 2.765.000 Diffusione: 477.910 Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
  • 47. 12-AGO-2014 da pag. 7 Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi