Massimo Caputi Prelios - Rassegna stampa Agosto 2014
* PAOLO SCORDINO DI PRELIOS SGR SI CONFRONTA CON LE IDEE PER ACCELLERARE LA RIPRESA DEI FONDI IMMOBILIARI
* LA PRELIOS GUIDATA DA CAPUTI FA ACCORDI CON IL COLOSSO AMERICANO FORTRESS PER CREDIT SERVICING E SGR ?
* FORTRESS INVESTE UN MILIARDO PER NPL BANCARI E PROSEGUE LA TRATTATIVA PER L’INTEGRAZIONE CON LA PRELIOS DI CAPUTI
* PRELIOS FORTRESS E LONE STAR RESTANO IN GARA PER IL TESTA A TESTA SU UCCMB DI UNICREDIT
* IL FONDO DI SOCIAL HOUSING DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI VA A PRELIOS SGR
* PRELIOS SGR SI AGGIUDICA IL FONDO ASCI PER IL SOCIAL HOUSING IN CENTRO ITALIA
* PRELIOS-FORTRESS NELLA SELEZIONE DI GARA PER UCCMB DI UNICREDIT
* REGIONE E UNIVERSITA’ IMPEGNATI SUL PROGETTO FICO, LA FABBRICA ITALIANA CONTADINA CON FONDO PAI DI PRELIOS SGR
* ALLA PRELIOS DI CAPUTI IL FONDO ASCI PER IL SOCIAL HOUSING
* INTERVISTA SUI PROBLEMI DEGLI AFFITTI IMMOBILIARI A LUCA TURCO, BRACCIO DESTRO DI CAPUTI A PRELIOS
* INTERVISTA SUI PREZZI DEL MERCATO IMMOBILIARE A CORSINI DI PRELIOS VALUATIONS.
* PRELIOS INTEGRA, INTERVISTA A PIERCARLO ROLANDO SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI DI PRELIOS GROUP
* INTERVISTA A RICCARDO SERRINI DI PRELIOS CREDIT SERVICING SUL TEMA DELLE CASE ALL'ASTA
* GUIDATA DA CAPUTI, PRELIOS E’ IN GARA PER IL FONDO DELLE FILIALI DI DEUTSCHE BANK
* PARTONO I LAVORO PER FICO, IL PROGETTO EATALY WORLD ALL’EX CAAB DI BOLOGNA, CON FONDO PAI DI PRELIOS SGR
* INTERVISTA A LUCA TURCO GRUPPO PRELIOS SUL PROBLEMA CASA & AFFITTI
* INTERVISTA A LUCA TURCO DI PRELIOS SUL TEMA AFFITTI IMMOBILIARI
* IL PROGETTO PRELIOS PER L’EX CINEMA MANZONI
2. PAOLO SCORDINO DI PRELIOS SGR SI CONFRONTA CON LE
IDEE PER ACCELLERARE LA RIPRESA DEI FONDI
IMMOBILIARI
RICETTE PER LA RIPRESA
di Teresa Campo
Un quadro abbastanza desolante quello che emerge dalla tornata di semestrali dei
fondi immobiliari quotati: performance negative, pochi i dividendi e altrettanto
scarsi i rimborsi anticipati, e tutto questo mentre lo sconto tra quotazioni di
borsa e Nav è sempre alle stelle. Insomma, nonostante gli accenni di
miglioramento intravisti nel 2013, il quadro odierno indica che il settore resta
a metà del guado e che le rive della ripresa, complice uno scenario
macroeconomico poco confortante, appaiono parecchio lontane. «In realtà per il
settore immobiliare nel suo complesso un leggero miglioramento c'è stato, spiega
Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, «nel senso che indubbiamente c'è un
po' più di vivacità sul fronte delle transazioni e si assiste a qualche
incursione degli investitori esteri. Il problema più grande è però quello dei
prezzi degli immobili in portafoglio ai fondi, e le mediocri pagelle semestrali
stanno a indicare proprio questo. In altre parole, le continue revisioni al
ribasso dei Net asset value dei singoli fondi e l'ampio sconto tra quotazioni di
borsa e Nav segnalano che, nonostante le molte svalutazioni effettuate, il
mercato ritiene che gli asset in portafoglio siano ancora sopravvalutati, sia in
termini di prezzo sia di canoni potenziali ricavabili dall'affitto. E i fatti
sembrano dare ragione al mercato: non a caso quel poco che i fondi riescono a
vendere, passa di mano a prezzi decisamente più bassi rispetto ai valori teorici
indicati in bilancio». Del resto in un mercato asfittico e con prezzi ancora
calanti, per tutte le tipologie immobiliari ma soprattutto per gli uffici, non
potrebbe essere diversamente, specie che gli acquirenti hanno tutti un approccio
opportunistico. I fondi italiani inoltre sono assai poco diversificati verso i
mercati esteri, che oggi invece attraversano una fase congiunturale migliore.
Non a caso uno dei pochi fondi immobiliari con performance positive è Amundi Re
Europa. Ma a schiacciare il comparto come noto contribuisce anche il rapido
avvicinarsi delle date di scadenza dei singoli fondi, termine entro cui dovranno
dismettere tutti i beni in portafoglio e rimborsare i quotisti. Tutti in realtà
hanno già provveduto a chiedere proroga e periodo di grazia, ma per molti la
scadenza resta imminente o comunque prossima. In arrivo, insieme al decreto
competitività, dovrebbe comunque essere la misura che concede a tutto il
comparto una proroga di due anni, provvedimento certo non risolutivo alla luce
del prolungarsi della crisi e della quantità di immobili pronti ad arrivare sul
mercato, dismissioni pubbliche in primis, ma che rappresenterebbe comunque una
boccata d'ossigeno per il comparto. Più volte annunciato, nei giorni scorsi è
stato fmalmente approvato, per cui entro il 24 agosto dovrebbe diventare legge.
Nel frattempo però c'è chi ha già provveduto a soluzioni alternative, per
esempio Prelios con il fondo Olinda che, proprio in vista dell'inappellabile
scadenza a fine anno (il fondo era già in periodo di grazia, ovvero non poteva
chiedere ulteriori rinvii, e non era sicuro arrivasse quello concesso dal
governo) ha ceduto il portafoglio di immobili commerciali ad Axa. Lo sconto è
stato significativo, intorno al 25-30% rispetto alla valutazione in bilancio,
«ma in fondo giustificato, spiega Paolo Scordino, amministratore delegato di
Prelios sgr, «non tanto per la qualità degli immobili, sempre valida, quanto
perché alcuni inquilini degli spazi commerciali erano diventati incerti, come la
francese Conforama che a breve potrebbe uscire dall'Italia, mentre altri spazi
erano occupati da cinema multiplex, in questo momento non i prediletti dalla
3. domanda. L'offerta è quindi arrivata a proposito, e anzi abbiamo goduto anche
del momento attualmente favorevole per gli immobili commerciali». Verso la
stessa strada della dismissione in blocco si stanno incamminando altri fondi in
scadenza, come Atlantic 2 Berenice di Idea Fimit che si prepara a cedere un
pacchetto di 6 immobili a Cerberus per 143 milioni: anche in questo caso il
prezzo è inferiore alla valutazione in bilancio *** (162,2 milioni) a causa in
particolare di due immobili sfitti, uno ad Agrate Brianza e l'altro ad Assago.
Diversa invece la strada che Prelios prefigura per Tecla: «in questo caso il
flottante è solo del 10%, quindi si può pensare a rilevare le quote degli
azionisti a un valore non penalizzante, forse addirittura il Nav, per procedere
poi a una cessione di quote a terzi», continua Scordino, «una soluzione che
pensiamo di seguire anche alla luce dei due anni di proroga, anche se in questo
caso non necessariamente entro il 2014, mentre Olinda verrà chiuso. Per il
futuro comunque stiamo già guardando a nuovi investimenti, in particolare
all'estero, dove stiamo pensando di operare attraverso un fondo di fondi».
IL RESPONSO DELLE SEMESTRALI DEI FONDI (I) Proroghe deliberate senza
considerare periodo di grazia di 3 anni. (2) Considerando I periodo di grazia rI
3 anni. (3) La data ávdicata fa riferimento al Business Plan come riportato nel
rendiconto del 30/06/2012 (4)H fondo Immobiliare Dinamico è quotato a partire da
maggio 2011.5 I fondo Mediolanum RE è guatata a partire da ottobre 2012. (6)
Performance calcolata secondo metodo Dies (7) N fondo Socrate è quotato a
partire da febbraio 2014. (8) A partite dal 1 Febbraio 2013 Castello SGR è
subentrata a RREEF Fondimmobiliari SGR. (9) I fondi BNL Parlfobo Immobiiare e
Immobaum 2001. d'interno dei resoconti intermedi di gestione 81 31103/2014.
hanno deliberato un rimborso rispettivamente pari a 240Ee 75f per quota con data
di stacco entro fine maggio Fonte: Nomisma GRAF GA 1.f i1 LANOi NANIA RIMBORSI E
DIVIDENDI DEL 2014 (1) Proroghe deliberate senza considerare d periodo di grazia
di 3 anni. (2) Considerando d periodo di grazia di 3 anni. (3) La data indicata
fa riferimento al Business Plan come riportato nel rendiconto del 30/06/2012.
(4) fondo Immobiliare Dinamico è quotato a partire da maggio 2011. (5) U fondo
Mediolanum RE è quotato a partire da ottobre 2012. (6) Performance calcolata
secondo d metodo Dietz. (7)11 fondo Socrate è quotato a partire da febbraio
2014. (8) A partire dal 1 Febbraio 2013 Castello SGR è subentrata a RREEF
Fondimmobiliari SGR. (9)1 fondi BNL Portfolio Immobiliare e Immobilium 2001,
all'interno dei resoconti intermedi di gestione al 31/03/2014, hanno deliberato
un rimborso rispettivamente pari a 240E e 75E per quota con data di stacco entro
fine maggio
LA PRELIOS GUIDATA DA CAPUTI FA ACCORDI CON IL
COLOSSO AMERICANO FORTRESS PER CREDIT SERVICING E
SGR ?
Corriere della Sera - Fabio Savelli - 10/08/2014 pg. 25 ed. Nazionale
Fortress, un miliardo sulle sofferenze delle
banche
Finanza Il gruppo americano controlla Italfondiario, società di gestione di
crediti incagliati. Il ruolo dell'ambasciatore Castellaneta
L'investimento del fondo Usa in vista degli stress test della Bce. Il dossier
Uccmb
MILANO - Un miliardo di euro sull'Italia. Investendo sui crediti in sofferenza
delle banche che - complice la Grande Crisi - avrebbero toccato i 166 miliardi
(fonte Abi). Il rinnovato interesse nei confronti del nostro Paese - segnalato
4. anche dai recenti investimenti sino-americani nel capitale delle blue chip
quotate a Piazza Affari - si esprime stavolta sotto forma di equity per
alleggerire le posizioni degli istituti di credito in vista degli stress test
della Bce previsti per ottobre. È la strategia del fondo Usa Fortress, quotato a
Wall Street, che ha deciso di scommettere sul ricco piatto di prestiti non
performanti (non performing loans), cioè fidi per i quali i debitori (le
imprese) non riescono più a rimborsare i creditori (le banche). Dice Giovanni
Castellaneta, senior advisor di Fortress e presidente di Italfondiario (società
specializzata nella gestione dei crediti incagliati controllata dal fondo Usa e
partecipata da Intesa Sanpaolo) che l'obiettivo è di remunerare gli
investimenti, esigenza conciliabile con quella del sistema-Paese che ha
necessità di liberare risorse e capitali per le imprese. Prova ulteriore sarebbe
il recente accordo firmato da Italfondiario con Bnl-Bnp Paribas per la gestione
di alcuni portafogli di«sofferenze» per un valore di 800 milioni di euro, dopo
le collaborazioni con Crédit Agricole, Bbva, Deutsche Bank e la Popolare
dell'Emilia Romagna. A ben vedere la partita più importante è però quella
riguardante Uccmb di Unicredit che avrebbe in pancia circa una trentina di
miliardi di incagli. Qui Fortress ha recapitato un'offerta in consorzio con
Prelios mettendo sul piatto l'equity (alla società guidata da Massimo Caputi
spetterebbero gli oneri gestionali). In caso di affermazione sulle altre due
proposte sul tavolo (una di Goldman Sachs con Deutsche Bank, l'altra proveniente
da una cordata formata dal gruppo Cerved e i fondi Cvc e Cerberus) Fortress e
Prelios integrerebbero le loro rispettive società di gestione del risparmio
(quella del fondo Usa presenta tra gli azionisti proprio Unicredit attraverso la
controllata Pioneer) e di servizi. Nascerebbe un colosso nella gestione degli
incagli di piccola entità mentre le banche, pur contabilizzando a bilancio le
perdite, avrebbero fatto finalmente pulizia delle «sofferenze». Attenuando le
restrizioni sul credito ai Piccoli.
FORTRESS INVESTE UN MILIARDO PER NPL BANCARI E
PROSEGUE LA TRATTATIVA PER L’INTEGRAZIONE CON LA
PRELIOS DI CAPUTI
Fortress, un miliardo sulle sofferenze delle
banche
MILANO - Un miliardo di euro sull’Italia. Investendo sui crediti in sofferenza
delle banche che - complice la Grande Crisi - avrebbero toccato i 166 miliardi
(fonte Abi). Il rinnovato interesse nei confronti del nostro Paese - segnalato
anche dai recenti investimenti sino-americani nel capitale delle blue chip
quotate a Piazza Affari - si esprime stavolta sotto forma di equity per
alleggerire le posizioni degli istituti di credito in vista degli stress test
della Bce previsti per ottobre. È la strategia del fondo Usa Fortress, quotato a
Wall Street, che ha deciso di scommettere sul ricco piatto di prestiti non
performanti (non performing loans), cioè fidi per i quali i debitori (le
imprese) non riescono più a rimborsare i creditori (le banche). Dice Giovanni
Castellaneta, senior advisor di Fortress e presidente di Italfondiario (società
specializzata nella gestione dei crediti incagliati controllata dal fondo Usa e
partecipata da Intesa Sanpaolo) che l’obiettivo è di remunerare gli
investimenti, esigenza conciliabile con quella del sistema-Paese che ha
necessità di liberare risorse e capitali per le imprese. Prova ulteriore sarebbe
il recente accordo firmato da Italfondiario con Bnl-Bnp Paribas per la gestione
di alcuni portafogli di«sofferenze» per un valore di 800 milioni di euro, dopo
le collaborazioni con Crédit Agricole, Bbva, Deutsche Bank e la Popolare
dell’Emilia Romagna. A ben vedere la partita più importante è però quella
5. riguardante Uccmb di Unicredit che avrebbe in pancia circa una trentina di
miliardi di incagli. Qui Fortress ha recapitato un’offerta in consorzio con
Prelios mettendo sul piatto l’equity (alla società guidata da Massimo Caputi
spetterebbero gli oneri gestionali). In caso di affermazione sulle altre due
proposte sul tavolo (una di Goldman Sachs con Deutsche Bank, l’altra proveniente
da una cordata formata dal gruppo Cerved e i fondi Cvc e Cerberus) Fortress e
Prelios integrerebbero le loro rispettive società di gestione del risparmio
(quella del fondo Usa presenta tra gli azionisti proprio Unicredit attraverso la
controllata Pioneer) e di servizi. Nascerebbe un colosso nella gestione degli
incagli di piccola entità mentre le banche, pur contabilizzando a bilancio le
perdite, avrebbero fatto finalmente pulizia delle «sofferenze». Attenuando le
restrizioni sul credito ai Piccoli.
PRELIOS FORTRESS E LONE STAR RESTANO IN GARA PER
IL TESTA A TESTA SU UCCMB DI UNICREDIT
Per Uccmb in gara restano solo in due
La controllata/1. Fortress-Prelios e Lone Star Per Uccmb in gara restano solo in
due — Testa a testa finale per Uccmb, la UniCredit Credit Management Bank,
società controllata dal gruppo Uni-Credit leader nel settore della gestione dei
crediti non per-formanti. Secondo indiscrezioni, UniCredit avrebbe infatti
selezionato due soggetti rispetto ai cinque che erano dati in corsa nelle ultime
settimane: si tratterebbe, secondo i rumors, della cordata Fortress-Prelios (con
l'assistenza di Mediobanca) e del gruppo finanziario statunitense Lone Star. Le
offerte dei due soggetti sarebbero state scelte in quanto ritenute
economicamente migliori delle altre giunte nei giorni scorsi. All'advisor Ubs
erano infatti arrivate anche le proposte degli americani di Apollo, della
cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg. In corsa, ma con
un'offerta circoscritta alla sola piattaforma di servizi, c'era anche la cordata
formata da Jupiter (gruppo Cerved), Cvc e Cerberus. Il gruppo guidato da
Federico Ghizzoni punterebbe ora a trattare con Lonestar e Fortress-Prelios per
chiudere l'operazione di riassetto di Uccmb all'inizio di autunno con la scelta
fra uno dei due in gara. Da una parte c'è infatti in vendita la società di
servizi, mentre dall'altra c'è l'acquisizione di un portafoglio di non
performing loans per 4,4 miliardi di euro. Secondo i rumors la piattaforma di
servizi sarebbe stata valutata in media attorno ai 30o milioni e il portafoglio
di Npl attorno ai 600 milioni.
IL FONDO DI SOCIAL HOUSING DI CASSA DEPOSITI E
PRESTITI VA A PRELIOS SGR
Social Housing, Prelios gestirà fondo da 50
milioni
di Manuel Follis
6. I1 portafoglio di Prelios Sgr si arricchisce di un fondo di social housing. Si
chiama Asci (Abitare Sostenibile Centro Italia) ed è il 26esimo fondo della sgr
guidata dall'amministratore delegato Paolo Scordino e da Andrea Cornetti,
responsabile del business development. Il fondo, istituito a ottobre 2011, ha
avviato la propria operatività nel 2013, mediante l'apporto di un immobile
residenziale ad Ascoli Piceno, già realizzato e locato, a cui è seguito
l'acquisto di un terreno edificabile a Bastia Umbra (Pg). Su questo spazio
Prelios Sgr, che come detto da poco ne è il nuovo gestore, prevede di realizzare
un progetto con 174 unità immobiliari a destinazione residenziale, con
prevalenza appunto di alloggi sociali, oltre a 40 unità ad uso commerciale,
alcune delle quali saranno locate a canone moderato e poi adibite a servizi per
la comunità, come ad esempio asili e servizi per i cittadini. I due asset per
ora in portafoglio al fondo valgono poco più di 7 milioni, ma una volta
completato il progetto, il portafoglio di Asci dovrebbe arrivare a circa 50
milioni anche se il fondo, che è previsto abbia una durata di 27 anni, ha
previsto fino a 200 milioni di investimenti. Azionista principale di Asci è
Cassa Depositi e Prestiti (con una quota di circa il 60%) che diventerà così
investitore di Prelios Sgr.
PRELIOS SGR SI AGGIUDICA IL FONDO ASCI PER IL
SOCIAL HOUSING IN CENTRO ITALIA
Social Housing, Prelios gestirà fondo da 50
milioni
Il portafoglio di Prelios Sgr si arricchisce di un fondo di social housing. Si
chiama Asci (Abitare Sostenibile Centro Italia) ed è il 26esimo fondo della sgr
guidata dall'amministratore delegato Paolo Scordino e da Andrea Cornetti,
responsabile del business development. Il fondo, istituito a ottobre 2011, ha
avviato la propria operatività nel 2013, mediante l'apporto di un immobile
residenziale ad Ascoli Piceno, già realizzato e locato, a cui è seguito
l'acquisto di un terreno edificabile a Bastia Umbra (Pg). Su questo spazio
Prelios Sgr, che come detto da poco ne è il nuovo gestore, prevede di realizzare
un progetto con 174 unità immobiliari a destinazione residenziale, con
prevalenza appunto di alloggi sociali, oltre a 40 unità ad uso commerciale,
alcune delle quali saranno locate a canone moderato e poi adibite a servizi per
la comunità, come ad esempio asili e servizi per i cittadini. I due asset per
ora in portafoglio al fondo valgono poco più di 7 milioni, ma una volta
completato il progetto, il portafoglio di Asci dovrebbe arrivare a circa 50
milioni anche se il fondo, che è previsto abbia una durata di 27 anni, ha
previsto fino a 200 milioni di investimenti. Azionista principale di Asci è
Cassa Depositi e Prestiti (con una quota di circa il 60%) che diventerà così
investitore di Prelios Sgr.
7. FINANZA.LASTAMPA.IT del 12.08.2014
Unicredit (+1,3%): Lone Star e
Fortress/Prelios in gara per Uccmb
Commenti - Piazza Affari Unicredit (+1,3%): Lone Star e Fortress/Prelios in gara
per Uccmb (Sole 24 Ore) FTA Online News Il Sole 24 Ore riporta l'indiscrezione
in base alla quale Unicredit avrebbe selezionato una short list di due
pretendenti per Unicredit Credit Management Bank (Uccmb) dalle cinque
candidature iniziali. In gara resterebbero quindi solo Fortress/Prelios e Lone
Star. Piazza Cordusio punta a chiudere l'operazione per l'inizio dell'autunno.
(Simone Ferradini)
PRELIOS-FORTRESS NELLA SELEZIONE DI GARA PER UCCMB
DI UNICREDIT
CARLOFESTA.BLOG.ILSOLE24ORE.COM
Nella gara per la Uccmb di Unicredit
selezionate le offerte di Lone Star e
Fortress-Prelios
Testa a testa finale per Uccmb, la Unicredit Credit Management Bank (Uccmb),
società controllata dal gruppo Unicredit leader nel settore della gestione dei
crediti non performanti. Secondo indiscrezioni, Unicredit avrebbe infatti
selezionato due soggetti rispetto ai cinque che erano dati in corsa nelle ultime
settimane: si tratterebbe, secondo i rumors, della cordata Fortress-Prelios (con
l’assistenza di Mediobanca) e del gruppo finanziario statunitense Lone Star. Le
offerte dei due soggetti sarebbero state scelte in quanto ritenute
economicamente migliori delle altre giunte nei giorni scorsi. All’advisor Ubs
erano infatti arrivate anche le proposte degli americani di Apollo, della
cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg. In corsa, ma con
un’offerta circoscritta alla sola piattaforma di servizi, c’era anche la cordata
formata da Jupiter (gruppo Cerved), Cvc e Cerberus. Il gruppo guidato da
Federico Ghizzoni punterebbe ora a trattare con Lonestar e Fortress-Prelios per
chiudere l’operazione di riassetto di Uccmb all’inizio di autunno con la scelta
fra uno dei due in gara. Da una parte c’è infatti in vendita la società di
servizi, mentre dall’altra c’è l’acquisizione di un portafoglio di non
performing loans per 4,4 miliardi di euro. Secondo i rumors la piattaforma di
servizi sarebbe stata valutata in media attorno ai 300 milioni e il portafoglio
di Npl attorno ai 600 milioni. Segui @carlopaolofesta
8. REGIONE E UNIVERSITA’ IMPEGNATI SUL PROGETTO FICO,
LA FABBRICA ITALIANA CONTADINA CON FONDO PAI DI
PRELIOS SGR
CASTEL SAN PIETRO LA PRESIDE DELL'ISTITUTO SCAPPI E IL PROGETTO LEGATO ALLA
FABBRICA CONTADINA
«Così formeremo le nuove leve per Fico»
SINERGIA «Avviati da marzo i contatti con Regione e Università per definire il
progetto» - CASTEL SAN perno — UN ISTITUTO di formazione superiore collegato
all'istituto alberghiero Bartolomeo Scappi' per sfornare quelle figure
professionali che serviranno alla bolognese Fico, la Fabbrica Italiana Contadina
che diventerà il più grande centro al mondo dedicato all'agro-alimentare
italiano. E' l'ambizioso progetto che proprio negli ultimi giorni è stato
approvato e che coinvolgerà, appunto, l'istituto castellano, che da marzo ha
iniziato a lavorare all'idea incontrando sia la Regione Emilia Romagna che
l'Università di Bologna. «E' una grande opportunità di crescita per noi — dice
la preside dello Scappi', Paola Mambelli -, e soprattutto è una grande
opportunità da cogliere per il futuro dei nostri alunni. In un momento storico
così delicato da punto di vista economico e lavorativo, progetti come questi
offrono un contributo reale e concreto per il futuro dei giovani che scelgono
questo ramo». Soddisfazione che diventa doppia se si pensa che, ammette la
preside Mambelli, «abbiamo avuto il primo incontro con la Regione a marzo, poi
ci sono stati incontri con l'Università di Bologna per sviluppare il progetto
che, di fatto, in così pochi mesi ha trovato approvazione, e questo appunto è un
ulteriore motivo di soddisfazione visto che spesso i tempi di progetti come
questi risi-dilatano molto». Restano da definire i dettagli del progetto di un
istituto superiore che, ospitato dallo Scappi, sarà frequentabile dagli alunni
dell'alberghiero «una volta diplomati, e dunque concluso il normale ciclo dei
cinque anni di studio». Di certo si conoscono comunque gli aspetti più
importanti del progetto, ovvero che proprio attraverso l'Istituto si andranno a
formare quelle figure professionali che poi entreranno nel mondo del lavoro
negli 80 mila metri quadrati della Fico. Claudio Bolognesi ***
ALLA PRELIOS DI CAPUTI IL FONDO ASCI PER IL SOCIAL
HOUSING
Social Housing: Prelios gestirà Asci, fondo
da 50 milioni
(Il Ghirlandaio) Roma, 12 ago - Prelios Sgr arricchische il suo portafoglio con
un fondo social housing: Asci (Abitare sostenibile centro Italia), 26esimo fondo
della società guidata dall'ad Paolo Scordino e da Andrea Cornetti, responsabile
9. del business development. Secondo quanto riporta Mf, il fondo è stato istituito
a ottobre 2011 ed è operativo dal 2013 mediante l'apporto di un immobile
residenziale ad Ascoli Piceno, a cui è seguito l'acquisto di un terreno
edificabile a Bastia Umbra.
INTERVISTA SUI PROBLEMI DEGLI AFFITTI IMMOBILIARI
A LUCA TURCO, BRACCIO DESTRO DI CAPUTI A PRELIOS
Casa, l'affitto azzoppato
«Mancano misure incentivanti per rilanciarlo»
MILANO Sul mercato immobiliare italiano spuntano i primi, timidi segni di
ripresa, anche se il recupero è ancora lento e la crisi ha inciso profondamente:
a causa della recessione, i prezzi di vendita e i canoni d'affitto sono calati
in maniera considerevole, e gli italiani, per tradizione popolo di proprietari,
iniziano a scegliere sempre più spesso la casa in affitto. I numeri sono
eloquenti: in sette anni (dati No-misma) le compravendite residenziali si sono
più che dimezzate, passando dalle 869.308 del 2006 alle 403.124 del 2013, e
nello stesso periodo i prezzi sono crollati del 17% nelle tredici città italiane
più grandi. Tuttavia, «negli ultimi mesi il mercato sembra aver registrato
qualche segno di vivacità in più - nota Luca Turco, responsabile Business
Investments di Prelios - anche se siamo ancora a livelli esigui, sia nei
confronti del mercato italiano pre-crisi, sia nei confronti dei mercati esteri».
Questa ripresa, «similmente a quanto è accaduto in altri Paesi del sud Europa, è
dovuta soprattutto all'ingresso di capitali opportunistici, investimenti
speculativi provenienti in gran parte dagli Usa - aggiunge Turco -. Grandi fondi
come Blackstone o Apollo hanno raccolto grosse masse di liquidità da investire
nei Paesi dell'Europa meridionale, approfittando dei prezzi bassi e del costo
del denaro competitivo negli Usa» Luca Turco residenziale è di (Prelios): per
circa il 7%, mentr i proprietari in Italia è intorno tedeschi al 3% e perdi più
il rendimento è fortemente della locazione penalizzato dalla fiscalità D'altra
parte gli italiani, il cui potere d'acquisto si è notevolmente eroso negli
ultimi anni, non investono più nel mattone come un tempo. «È un dato che ha
sorpreso anche noi: l'Italia resta un Paese di proprietari, ma la loro
percentuale è calata dall'80% del 2010 al 69% attuale», spiega Turco. Le ragioni
di questo crollo sono diverse: «Innanzitutto, i prezzi. Per le famiglie è sempre
più difficile acquistare, anche perché chi vende tende a mantenere alto il
prezzo dell'immobile - sottolinea il manager-. Ci sono poi motivazioni sociali,
come i legami meno stretti con la città di origine, e i cambiamenti nella vita
lavorativa delle persone, che portano a un'elevata mobilità. Inoltre, pesa la
difficoltà di ottenere credito dalle banche: è sempre più difficile ricevere un
prestito per l'intero valore dell'immobile. Serve quindi una grande mole di
liquidità, di cui non tutti dispongono: oltre a poter sostenere la rata del
mutuo, agli acquirenti viene richiesto un capitale iniziale che molti non
hanno». Secondo Turco, «il problema principale degli investimenti in immobili
residenziali è rappresentato dai ritorni sul capitale investito. Fino a poco
tempo fa gli italiani investivano nella casa di proprietà, sperando che il
valore dell'immobile aumentasse negli anni, mentre il mercato delle locazioni
aveva un valore esiguo. In Germania, invece, chi investe in immobili lo fa per
metterli a reddito». Per i proprietari tedeschi il rendimento della locazione
residenziale «è di circa il 7%, mentre in Italia è intorno al 3% - spiega il
manager -. In più, in Italia il settore delle locazioni è fortemente penalizzato
dalla fiscalità, per cui il rendimento del 3% si riduce ancora». Per questo,
auspica Turco, «bisognerebbe varare norme per agevolare la locazione
residenziale, soprattutto allo scopo di attrarre investitori istituzionali,
10. italiani e stranieri: sulla falsariga di quanto è avvenuto per l'housing
sociale, che però resta un mercato di nicchia».
INTERVISTA SUI PREZZI DEL MERCATO
IMMOBILIARE A CORSINI DI PRELIOS VALUATIONS.
Intervista a Giampaolo Corsini - «Prezzi
bassi ancora a lungo»
L'esperto di valutazioni «Prezzi bassi ancora a lungo» Corsini: «Ma gli
investitori esteri sono tornati a scommettere sul mattone italiano. Un buon
segnale» ::: ATTILIO BARBIERI La ripresa nel mercato immobiliare si fa attendere
ed è sempre più difficile vendere a prezzi ragionevoli. Dal 2008 a oggi in molte
zone d'Italia le case si sono svalutate del 50%. Ma se è difficile per chi vende
non va meglio a quanti comprano: qual è il prezzo giusto? E cosa dobbiamo
aspettarci per i prezzi? Saliranno o con-tinbueranno a calare? Risponde
Giampaolo Corsi-ni, amministratore delegato di Prelios Valuations, società che
si occupa di valutazioni sul patrimonio immobiliare e che insieme ad altre
quattro è impegnata nella valutazione dei cespiti immobiliari degli istituti di
credito per conto di Bankitalia. «Tutto dipende dallandamento dell'economia.
Nell'immobiliare ci troviamo in una fase di mercato caratterizzata da una bassa
volatilità. I prezzi sono scesi molto e ci sono tuttora i presupposti a livello
macroeconomico perché le quotazioni rimangano ferme o ricomincino a salire». Si,
ma come comportarsi? «Una famiglia in cerca dell'immobile da abitare deve si
sforzarsi di acquistarlo al miglior prezzo possibile ma le valutazioni che
entrano in gioco in questo caso sono molteplici. Un investitore deve avere ben
altra attenzione al prezzo». Che segnali arrivano dal mercato in questi mesi?
«In questo momento stanno rientrando in Italia i grandi investitori
istituzionali esteri perché sono convinti che il nostro mercato nel breve-medio
termine possadare delle soddisfazioni, con ritorni interessanti. Questo ci fa
ritenere che nel medio periodo le quotazioni siano destinate a crescere». Non
c'è il rischio che la revisione degli estimi catastali in arrivo dopo anni di
gestazione, possa frenare la ripresa delle quotazioni? « La modifica degli
estimi era un passaggio atteso e inevitabile che aiuterà a fare un po' di
chiarezza su questo mercato. Nel breve non dovrebbe portare a un aumento
dell'Imu. Certo, in prospettiva ci sarà un adeguamento, per gli immobili
classati in maniera non adeguata, soprattutto nei centri storici delle città.
Quanto tempo ci vorrà alla fine per vedere le quotazioni in ripresa? «Come
dicevo non è più un problema immobiliare. Oramai i valori si sono assestati su
un livello basso. Le variabili che possono inlfluire sui corsi del mattone a
questo punto sono due: l'andamento dell'economia in generale e l'accesso al
credito per chi vogli acquistare. Fintanto che l'economia non ripartirà e non ci
sarà un allentamento nelle stretta creditizia, sarà ben difficile vedere i
valori immobiliari risalire». In che zone d'Italia si possono fare dei buoni
affari? «I privati di solito investono sulla zona che meglio conoscono. Quella
in cui abitano. Solitamente guardano alla città in cui vivono, al massimo alla
provincia. Ed è giusto che sia così perché diversamente rischierebbero di fare
pessimi affari. Per gli istituzionali la prospettiva cambia radicalmente. Le
piazze a cui guardano sono sempre le solite: Roma e Milano, vale a dire le città
che garantiscono più di altre la piena occupazione degli immobili».
11. Mercato immobiliare, l'esperto: "Prezzi
bassi ancora a lungo"
LIBEROQUOTIDIANO.IT - Mercato immobiliare, l'esperto: "Prezzi bassi ancora a
lungo" La ripresa nel mercato immobiliare si fa attendere ed è sempre più
difficile vendere a prezzi ragionevoli. Dal 2008 a oggi in molte zone d'Italia
le case si sono svalutate del 50%. Ma se è difficile per chi vende non va meglio
a quanti comprano: qual è il prezzo giusto? E cosa dobbiamo aspettarci per i
prezzi? Saliranno o continueranno a calare? Risponde Giampaolo Corsini,
amministratore delegato di Prelios Valuations, società che si occupa di
valutazioni sul patrimonio immobiliare e che insieme ad altre quattro è
impegnata nella valutazione dei cespiti immobiliari degli istituti di credito
per conto di Bankitalia. «Tutto dipende dall’andamento dell’economia.
Nell’immobiliare ci troviamo in una fase di mercato caratterizzata da una bassa
volatilità. I prezzi sono scesi molto e ci sono tuttora i presupposti a livello
macroeconomico perché le quotazioni rimangano ferme o ricomincino a salire». Si,
ma come comportarsi? «Una famiglia in cerca dell'immobile da abitare deve sì
sforzarsi di acquistarlo al miglior prezzo possibile ma le valutazioni che
entrano in gioco in questo caso sono molteplici. Un investitore deve avere ben
altra attenzione al prezzo». Che segnali arrivano dal mercato in questi mesi?
«In questo momento stanno rientrando in Italia i grandi investitori
istituzionali esteri perché sono convinti che il nostro mercato nel breve-medio
termine possa dare delle soddisfazioni, con ritorni interessanti. Questo ci fa
ritenere che nel medio periodo le quotazioni siano destinate a crescere». Non
c'è il rischio che la revisione degli estimi catastali in arrivo dopo anni di
gestazione, possa frenare la ripresa delle quotazioni? «La modifica degli estimi
era un passaggio atteso e inevitabile che aiuterà a fare un po' di chiarezza su
questo mercato. Nel breve non dovrebbe portare a un aumento dell'Imu. Certo, in
prospettiva ci sarà un adeguamento, per gli immobili classati in maniera non
adeguata, soprattutto nei centri storici delle città». Quanto tempo ci vorrà
alla fine per vedere le quotazioni in ripresa? «Come dicevo non è più un
problema immobiliare. Oramai i valori si sono assestati su un livello basso. Le
variabili che possono influire sui corsi del mattone a questo punto sono due:
l’andamento dell’economia in generale e l’accesso al credito per chi voglia
acquistare. Fintanto che l'economia non ripartirà e non ci sarà un allentamento
nelle stretta creditizia, sarà ben difficile vedere i valori immobiliari
risalire». In che zone d’Italia si possono fare dei buoni affari? «I privati di
solito investono sulla zona che meglio conoscono. Quella in cui abitano.
Solitamente guardano alla città in cui vivono, al massimo alla provincia. Ed è
giusto che sia così perché diversamente rischierebbero di fare pessimi affari.
Per gli istituzionali la prospettiva cambia radicalmente. Le piazze a cui
guardano sono sempre le solite: Roma e Milano, vale a dire le città che
garantiscono più di altre la piena occupazione degli immobili».
PRELIOS INTEGRA, INTERVISTA A PIERCARLO ROLANDO
SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI DI PRELIOS
GROUP
Intervista a Piercarlo Rolando - Prelios
seziona i clienti
12. Prelios seziona i clienti
La società real estate accelera sul settore servizi con un nuovo approccio
basato su una rete di key account specializzati per tipo di clientela
La strategia è chiara. Focus sui servizi immobiliari visti con gli occhi dei
clienti.
Una strada che Prelios ha imboccato con decisione da tempo e che, alla luce di
un contesto sempre più competitivo, si sta via via affinando. Anche con il
contributo di Piercarlo Rolando che, dopo 20 in Reag, dallo scorso gennaio è
approdato nel gruppo immobiliare. Alla riorganizzazione dei servizi per il real
estate ha lavorato per sei mesi, diventando da luglio direttore della divisione
Integrated Services. Ecco con quali strategie e obiettivi. iQuali sono i punti
cardine della nuova organizzazione e strategia? Risposta. In primo luogo il
cliente. Prelios Integrated Services costituisce una vera piattaforma integrata
di servizi in grado di gestire l'intero processo, ma soprattutto capace di
proporre un'offerta differenziata per ogni tipologia di cliente. Oggi infatti
Prelios si rivolge principalmente a banche, corporate e investitori
istituzionali, soggetti che hanno bisogno di soluzioni e interlocutori ad hoc.
Una scelta indispensabile in un mercato sempre più complesso e selettivo, in
balia di dinamiche veloci e nuovi parametri di riferimento. Insomma la mia
ricetta è semplice: bisogna partire dalle esigenze del cliente e per questo
abbiamo creato dei key account specializzati. Ma non solo: in parallelo esiste
una specializzazione, e quindi suddivisione, anche per tipo di attività. 2 Come
funziona esattamente? R. Intanto Integrated Services comprende a sua volta le
tre società di servizi immobiliari di Prelios in Italia, e cioè Integra,
Valuations e Agency, nomi che indicano già chiaramente la loro mission. La prima
offre servizi di property, project, facility management, oltre che consulenza su
tutti i fronti. Valuations è ovviamente una società di valutazione e lavora in
tre settori: e-services cioè servizi legati alla valorizzazione di database
immobiliari. C'è poi la valutazione a supporto delle banche per l'erogazione di
finanziamenti e infine la valutazione come esperto indipendente: per esempio
siamo esperti indipendenti per un fondo di Serenissima sgr. Inoltre siamo tra le
cinque società che si sono aggiudicate la gara promossa da Bankitalia per
l'asset quality review sui portafogli delle principali banche italiane. Quanto
infine all'Agency, Prelios è uscita dal ramo franchising e ora è un broker
specializzato negli immobili corporate. 3 In che cosa sono diverse le esigenze
delle varie categorie? R. Intanto svolgono attività diverse. Alle banche quindi
servono servizi relativi all'erogazione del credito, gestione dei crediti npl e
del patrimonio, strumentale e non. Oggi per le banche è necessario fare «buon
credito» e per farlo devono valutare il merito di credito del cliente e le
garanzie immobiliari sottese. Siamo di supporto anche quando le banche devono
analizzare i crediti sotto osservazione, non ancora quindi allo stadio di
sofferenze o incagli, su cui la banca ha bisogno di consulenti e advisor che
possano aiutare per esempio anche i costruttori non in grado di portare a
termine un cantiere finanziato. Su questo abbiamo messo a punto un servizio, già
operativo con alcune banche italiane. Quindi facciamo una due diligence iniziale
per *** identificare le cause della situazione di stallo e le possibili
strategie di uscita. In questo modo in un primo momento i nostri interlocutori
sono le banche, ma poi diventiamo advisor anche dei loro clienti, perché una
volta identificata la strategia di uscita, per esempio riprogettando un edificio
diventato obsoleto perché progettato 5-10 anni prima oppure ricercando un equity
partner che porti nuove risorse per far ripartire l'iniziativa o ancora
ricercando utilizzatori o compratori degli immobili. 4 Come supportate invece le
altre due categorie? R. Per quanto riguarda i corporate, tra i nostri clienti
abbiamo le principali società telefoniche ed energetiche-petrolifere italiane.
Sono clienti che hanno bisogno di un advisor nei cosiddetti servizi real estate
a supporto della gestione del patrimonio immobiliare dell'azienda e
dell'efficientamento degli spazi e dei costi di gestione. Gli investitori
istituzionali invece, cioè tutti quei soggetti che vogliono acquistare patrimoni
in Italia, hanno bisogno di attività di project management in grado di gestire
costi e tempi di realizzazione degli investimenti, anche a garanzia delle stesse
banche che finanziano il progetto. Integrated Service svolge comunque anche
attività di pro-perty, sia per la sgr di gruppo, ma soprattutto conto terzi. A
13. oggi gestiamo dal punto di vista tecnico un patrimonio immobiliare che vale
circa 4 miliardi, pari a 30 mila unità locative, di cui oltre il 60% non
captive, ossia esterno al gruppo. uali sono, in termini di bilancio, i risultati
ottenuti finora? R. I risultati sono positivi e in crescita. Le tre società che
compongono Prelios Integrated Services a giugno 2014 hanno registrato ricavi per
13,1 milioni di euro, in crescita del 25% rispetto a un anno prima, e un ebit
positivo per 1,1 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto al valore
registrato al 30 giugno 2013 negativo per 0,7 milioni. (riproduzione riservata)
Il manager architetto Piercarlo Rolando è in Prelios dal gennaio 2014 in qua-lità
di direttore strategie e sviluppo real estate prima e di direttore della
divisione Strategic Integrated Services da giugno. Architetto con
specializzazione in real estate asset management, Rolando è stato in precedenza
in Reag (Real Estate Advisory Group), dove in oltre vent'anni di esperienza ha
ricoperto vari incarichi fino ,a diventare direttore generale e deputy managing
director. E stato inoltre amministratore delegato e co-fondatore di Reag 4
Loans. PierrurLa Rodundo ***
INTERVISTA A RICCARDO SERRINI DI PRELIOS CREDIT
SERVICING SUL TEMA DELLE CASE ALL’ASTA
Intervista a Riccardo Serrini: "Case
all'asta, occasione mancata"
Case all'asta, occasione mancata Le vendite giudiziarie sono meno opache. Ma
pochi lo sanno Parla l'esperto: l'arretrato di immobili invenduti è
impressionante Adottando alcune accortezze, si possono fare grandi affari CHIARA
MERICO M I IANO Acquistare un immobile all'asta giudiziaria è una scelta che
divide: alcuni la considerano un'ottima opportunità per comprare a prezzo
ribassato, altri invece se ne tengono alla larga, frenati dal luogo comune che
vuole quello delle aste come un mondo opaco, nel quale il rischio di fare un
cattivo affare è altissimo. Il risultato è che in Italia il parco degli immobili
non assegnati è diventato considerevole: ogni anno nel nostro Paese vengono
battute circa 60-70mila aste giudiziarie, mentre per ridurre lo stock di crediti
in sofferenza con un sottostante immobiliare ne occorrerebbero almeno 800mila.
«Un arretrato impressionante - commenta Riccardo Serrini, amministratore
delegato di Prelios Credit Servicing - anche perché il 92% delle aste va deserto
e l'assegnazione degli immobili avviene in media intorno alla sesta o settima
volta. Nel pieno della crisi si arrivava fino a otto aste deserte prima
dell'assegnazione, quando in un periodo di mercato normale la media è di tre».
«In molti - aggiunge il manager - non si avvicinano al mondo delle aste perché
pensano che sia in mano a gente poco raccomandabile. Non è più così da tempo, e
c'è un patrimonio enorme di immobili che non viene valorizzato. Basta studiare
attentamente le procedure e non bisogna temere trappole o inganni». Comprare una
casa all'asta richiede comunque alcune accortezze. «Gli annunci vengono
pubblicati online dai tribunali - spiega Serrini - ma bisogna leggerli con
attenzione. Ad esempio, per quanto riguarda il prezzo, l'annuncio riporta la
valutazione effettuata dal C-tu (il consulente tecnico d'ufficio nominato dal
tribunale), che è spesso molto distante dal valore effettivo di assegnazione: lo
scollamento medio è del 50% con punte dell'80% per quanto riguarda gli immobili
industriali, per i quali la domanda è inferiore». Questo perché di norma,
aggiunge il manager, «la prima asta avviene senza incanto (offerte in busta
chiusa), mentre dalla seconda in poi si procede con incanto. Il giudice tende a
mantenere il valore stabilito dal Ctu, ma dalla terza asta in poi può abbassare
14. il prezzo anche del 25% alla volta». Riccardo Serrini Per l'acquirente,
fondamentale è capire bene cosa si sta per comprare: «L'asta è una procedura
pubblica ed è quindi soggetta a una serie di norme: ad esempio, l'immobile deve
essere conforme alla planimetria catastale e deve essere affidato a un custode,
che deve farlo visitare agli interessati. Online devono essere disponibili i
documenti dell'immobile: in alcuni tribunali, come aVerbania, anche l'asta può
svolgersi in modalità telematica», fa sapere Serrini. Oltre a questo,
l'acquirente deve «capire se ci siano difformità o abusi, e se si possano
sistemare, in quanto tempo e con quale spesa; poi deve sapere se l'immobile è
occupato o libero, e soprattutto essere informato che la procedura prevede il
versamento di una caparra del 10% prima dell'asta, e chi vince deve poi
rispettare i termini di pagamento». Questa è una delle principali difficoltà:
«Il potenziale compratore deve essere sicuro che la banca eroghi il
finanziamento in tempo, altrimenti rischia di perdere la caparra», spiega
Serrini. Un altro ostacolo è proprio la difficoltà di ottenere credito dalle
banche, anche se di recente gli istituti, proprietari di buona parte degli
immobili in asta, «hanno compreso che concedere liquidità ai potenziali
acquirenti significa evitare che il patrimonio si deprezzi troppo».
GUIDATA DA CAPUTI, PRELIOS E’ IN GARA PER IL FONDO
DELLE FILIALI DI DEUTSCHE BANK
Le filiali Deutsche in un fondo
Credito. Operazione da 250 milioni sulla rete italiana - In gara Hines, Idea
Fimit e PreLios. L'OPERAZIONE Gara per identificare una Sgr che costituisca e
gestisca un fondo nel quale conferire le proprie 90 filiali italiane e il
quartiergenerale di Milano
Carlo Festa
Deutsche Bank valorizza il suo patrimonio immobiliare in Italia. Secondo
indiscrezioni, il colosso bancario tedesco starebbe facendo una gara per
identificare una Sgr che costituisca e gestisca un fondo immobiliare nel quale
conferire 90 delle sue filiali italiane e il quartier generale di Milano.
L'operazione sarebbe, secondo i rumors, ormai in fase avanzata e dovrebbe
concludersi a settembre. Si tratterà di un'operazione di sales & lease back, che
permetterebbe alla banca guidata da Flavio Valeri di fare circa 250 milioni di
cassa. Queste risorse dovrebbero essere dedicate alla rete italiana di Deutsche
Bank II gruppo tedesco non dovrebbe infatti investire nell'acquisto di nuove
filiali, ma quelle nuove che aprirà saranno in affitto. Il modello, alla cui
base c'è quest'operazione, è di focalizzarsi sul core business dell'attività
bancaria, lasciando l'immobiliare. I piani di Deutsche Bank sul tema sarebbero
abbastanza chiari: l'istituto non riterrebbe che le piattaforme online
soppianteranno gli sportelli, ma al contrario rispetto ad altre banche, crede
nella necessità di avere presidi locali. Allagara,iniziata qualche settimana fa,
hanno partecipato circa quindici tra le principali Sgr italiane e ora, secondo i
rumors che circolano sul mercato, sarebbero rimaste tre finaliste: cioè Hines
sgr, Prelios Sgr e Idea Fimit Sgr. Entro la fine di settembre dovrebbe venir
aggiudicato il mandato: molto dipenderà anche dall'offerta economica e quindi
dalla capacità delle sgr prescelta di attirare investitoti interessati anche
seil portafoglio avrebbe suscitato già qualche interesse. In particolare, grande
15. attenzione da parte degli investitori ci sarebbe per il quartier generale di
Deutsche Bank a Milano, un palazzo che genera un canone di affitto di 8 milioni
di euro all'anno. Advisor dell'operazione sarebbe, sempre secondo i rumors, John
Lang Lasalle per quanto riguarda la struttura finanziaria dell'operazione, e lo
studio Chio-mend sul lato legale. Ora si starebbe dunque aprendo la parte finale
dell'asta: le società di gestione selezionate dovranno infatti trovare equity
per il t00% delle quote del fondo, e fare offerte vincolanti entro la prima metà
di settembre. Oggi l'Italia è il principale mercato europeo per Deutsche Bank
dopo la Germania. Il gruppo ha oggi circa Sao sportelli in Italia, dopo averne
aperti 55 negli ultimi3 anni e 8o negli ultimi 5. I vertici della banca tedesca
in Italia hanno poi annunciato nuove aperture. Il chief country officerFlavio
Valeri, di recente, ha comunque sottolineato che Deutsche Bank Italia potrà
avere al massimo400-42o sportelli, considerando anche che in Germania la
capogruppo ne ha 79o. Di recente Deutsche, che nel Paese dà lavoro a 6mila
persone, ha avviato in Italia un piano di razionalizzazione con un impattosul
personale di Deutsche Bank in Italia, limitato a circa 200 persone (3% della
forza lavoro) per le quali è stato previsto il ricorso all'esodo anticipato e al
fondo di solidarieta. Lo scorso anno si era anche parlato di un interesse, in
realtà mai concretizzatosi, per la rete di sportelli ex-Antonveneta che Mps a
quel tempo stava riflettendo di cedere. ***
PARTONO I LAVORO PER FICO, IL PROGETTO EATALY
WORLD ALL’EX CAAB DI BOLOGNA, CON FONDO PAI DI
PRELIOS SGR.
«Fico è una boccata d'ossigeno. Ora
rimbocchiamoci le maniche»
I lavori a Ccc, Coop Costruzioni, Unga, Melegari, Montanari e Cmb
UNA PARTITA IN DUE FASI I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DI FICO SONO DIVISI IN DUE
PARTI, CIASCUNA DELLE QUALI HA UNA DURATA PREVISTA DI SEI MESI L'OBIETTIVO RESTA
QUELLO DI APRIRE LA STRUTTURA A FINE 2015
FICO, il grande parco agroalimentare che sorgerà al Caab, è pronto a partire.
Prelios, la società di gestione del risparmio che si occupa della realizzazione
del progetto, ha infatti individuato i vincitori del bando per la costruzione
della struttura. Un affare da circa 40 milioni di euro che è stato affidato al
Consorzio cooperative di costruzioni (Ccc), affiancato da una cordata di imprese
di cui fanno parte Coop Costruzioni, la cooperativa Cmb di Carpi, il
raggruppamento di imprese Unifica e, con quote minori, i costruttori Melegari e
Montanari. Ancora da definire con precisione la data di partenza dei cantieri,
che inizialmente avrebbero dovuto essere aperti già ad agosto. L'unica cosa
sicura è che i lavori cominceranno il prima possibile, forse già nei primi
giorni di settembre, e che gli incontri tra le imprese che dovranno costruire la
cittadella del cibo sono iniziati già in questi giorni, nonostante il periodo di
ferie. A questi ne seguiranno altri con i vertici del Caab, con in testa il
presidente Andrea Segrè, e del Comune. L'accelerazione dell'intera partita è
prevista a partire da lunedì 25 agosto, quando tutti i soggetti interessati al
progetto saranno rientrati in città. LA COSTRUZIONE di Fico —progetto nato su
idea del Caab, con il contributo fondamentale del patron di Eataly, Oscar Fari-netti
— è suddivisa in due parti, ciascuna delle quali dovrebbe durare sei mesi.
La prima consiste in una serie di operazioni preliminari, tra cui la demolizione
di alcuni edifici esistenti all'interno del Caab, e la seconda nella
realizzazione della struttra vera e propria che ospiterà la Fabbrica italiana
16. contadina, destinata, secondo le stime di Eataly, a dare lavoro a 3.550 persone.
Grande soddisfazione da parte LA POSTA IN GIOCO La realizzazione del parco
agroalimentare al Caab vale 40 milioni di euro delle imprese che si sono
aggiudicate il bando, superando l'offerta del gruppo Strabag. «Siamo in attesa
di comunicazioni ufficiali —dice il numero del Ccc, Piero Collina —. Se sarà
confermata l'aggiudicazione vorrà dire che è stato giusto puntare sulle imprese
del territorio». Un concetto condiviso anche dal direttore di Unifica, Gianluca
Muratori: «Quella che ha vinto è una cordata solida e siamo contenti che si
possano far lavorare le imprese bolognesi, per loro un progetto come Fico
rappresenta una bella boccata d'ossigeno». «Siamo pronti a partire — dice Amedeo
Melegari, numero uno dell'omonima ditta di costruzioni —. I tempi sono stretti
ma ci rimboccheremo le maniche. È importante che molte imprese bolognesi siano
in prima linea nella realizzazione di un'opera come Fico». a. z. *** IL PROGETTO
La filosofia Fico sarà una struttura da 80.000 metri quadrati all'interno
dell'attuale Caab incentrata sul cibo e sulla sua filiera, dalla produzione al
commercio I posti di lavoro Secondo le stime di Eataly, il grande parco
agroalimentare darà lavoro a 3.550 persone, quando entrerà in funzione a pieno
regime IL giro d'affari Nel 2019, secondo le previsioni, Fico dovrebbe produrre
un fatturato di 80 milioni di euro, con un valore aggiunto di 17,5 milioni
complessivi
INTERVISTA A LUCA TURCO GRUPPO PRELIOS SUL
PROBLEMA CASA & AFFITTI
Affitti, lezione tedesca
CASA
Il decreto Sblocca Italia? Oltre agli incentivi a favore delle riqualificazioni
edilizie e dell'intero settore delle costruzioni, dovrebbe includere anche
misure per sbloccare il mercato degli affitti. A chiederlo sono molte delle
società real estate riunite in Assoimmobiliare, convinte che misure a favore
della locazione non solo non contrasterebbero con quelle già previste, ma
rappresenterebbero anzi una medicina contro molti dei mali del settore e forse
anche dell'economia nazionale nel suo complesso. «Tra l'altro», dicono, «il
comparto della locazione in Italia sta già vivendo una fase di profonda
trasformazione: perché allora non cavalcarlo rendendo certi cambiamenti
strutturali a vantaggio di tutta l'economia oltre che del mattone?». La
trasformazione ha origine nel mutato atteggiamento degli italiani nei confronti
della casa. Complice la crisi, anche in Italia, dove la percentuale di
proprietari di casa è altissima, sta crescendo il numero degli inquilini: il
crollo delle compravendite di abitazioni, più che dimezzate nel giro di qualche
anno (dalle 869.308 del 2006 si è passati alle 403.124 del 2013, secondo quanto
rilevato da Nomisma), ha tagliato la quota di famiglie proprietarie di casa,
scesa all'attuale 68,7% dall'80% di otto anni fa. Non solo: in forte contrazione
risulta anche la propensione all'acquisto, visto che il gap tra domanda e
offerta si è significativamente ampliato in questi anni. E tutto ciò nonostante
i prezzi ancora in calo dopo la flessione di quasi il 20% registrata nelle 13
maggiori città e ancora più pesante nel resto d'Italia. Colpa della precarietà
del lavoro, delle difficoltà nell'accesso al credito e ora anche della
deflazione, tutti elementi che hanno invertito la tendenza degli italiani a
preferire la compravendita di case piuttosto che la locazione. Proprio per
questo, pur a fronte della stessa crisi il mercato delle locazioni si è
mantenuto più stabile rispetto a quello delle compravendite. «È da tutto questo
che nasce la necessità di imprimere una svolta a un mercato degli affitti che
17. per molti aspetti resta critico», spiega Luca Turco, responsabile sviluppo
attività corporate e istituzionali di Prelios nonché braccio destro di Massimo
Caputi. «Il cambio di atteggiamento degli italiani da solo però non basta a
renderlo più fluido ed efficiente, mentre il maggior ricorso all'affitto non
sembra destinato a rientrare: anche una volta usciti dalle secche della crisi,
difficilmente le banche torneranno a finanziare quasi il 100%dell'acquisto, per
cui chi non disporrà di un congruo capitale iniziale continuerà a non poter
comprare». La svolta richiesta prevede misure sia per garantire maggior certezza
del diritto sia per attenuare l'impatto fiscale. Tra le prime, sono necessari
tempi più rapidi per rendere esecutivo lo sfratto in caso di morosità, ma tempi
più rapidi anche per l'intervento obbligatorio del proprietario in caso di
malfunzionamento degli impianti dell'appartamento. «Sul fronte fiscale, il
discorso cambia molto a seconda che si parli di privati piuttosto che di
società», prosegue Turco. «Pur colpiti anch'essi da Imu e Tasi, imposte che
gravano sulla proprietà, i privati beneficiano della cedolare secca sui redditi
percepiti, oggi pari al 15% e addirittura al 10% in caso di canone concordato.
La cedolare si applica però solo alle persone fisiche, quindi imprese e
investitori istituzionali non possono goderne. Non solo: questi ultimi sono
soggetti anche a Irap e Tares e non all'Iva, quindi non possono detrarre
eventuali spese di riqualificazione». Il risultato è che in Italia la locazione
rende non più del 2-3% netto ai privati, percentuale che scende all'1 per gli
investitori istituzionali calcolando anche la tassazione sui dividendi
distribuiti, contro per esempio il 7% in Germania, dove peraltro i canoni per
gli inquilini sono mediamente più bassi che in Italia. Da tutto ciò deriva anche
il fatto che, anche se la quota di proprietari di casa è scesa al 69%, l'Italia
è ancora ben lontana dal 44% della Germania, ma anche dal 5557% di Francia e
Olanda. In Germania, per esempio, le forti facilitazioni per i costruttori che
si impegnavano a sviluppare immobili per affittare a canoni calmierati hanno
permesso lo sviluppo di un mercato della locazione ampio e per tutte le tasche,
in genere di buona qualità ed evitando la creazione dei quartieri-ghetto tipici
di altri Paesi. Quello della scarsa convenienza dell'ingresso nel settore
residenziale per gli investitori istituzionali è quindi uno dei nodi da
sciogliere. «In tutto il mondo la locazione è considerata la prima asset class
per gli istituzionali, mentre in Italia è inesistente», continua Turco. «Se vi
fosse una chiara volontà politica di introdurre agevolazioni fiscali a favore
del rilancio del settore delle locazioni residenziali in Italia, si potrebbero
attrarre investitori di lungo periodo: basti pensare che perfino compagnie
assicurative e investitori istituzionali italiani in genere non comprano mattone
residenziale in Italia, ma solo all'estero. Inoltre il patrimonio residenziale
italiano, non nuovo e ad alta dispersione di energia, potrebbe essere
riqualificato. Si aprirebbe insomma un mercato che contribuirebbe in modo
determinante al rilancio economico del Paese».
L'ANDAMENTO DEGLI AFFITTI NELLE PRINCIPALI CITTÀ ITALIANE
Canoni medi di locazione nelle grandi città italiane per appartamenti liberi,
non arredati, ristrutturati - Euro al mq./annuo - Giugno 2014 Centro Semicentro
Periferia Fonte: Centro Studi Casa.it TORINO MILANO GENOVA VENEZIA - Mestre
VENEZIA - Laguna BOLOGNA FIRENZE ROMA NAPOLI BARI CATANIA PALERMO CAGLIARI
LA MAPPA EUROPEA
Percentuale di home-ownership nei principali paesi Europei Fonte: The Eurosystem
Household Finance and Consumption Survey (April 2013) GRAFICA MF-MILANO FINANZA
Germania Austria Francia Olanda Lussemburgo Finlandia ITALIA Belgio Portogallo
Grecia Cipro Malta Slovenia Spagna Slovacchia
18. INTERVISTA A LUCA TURCO DI PRELIOS SUL TEMA
AFFITTI IMMOBILIARI
Intervista a Luca Turco
II mercato Edilizia: crolla la piccola
proprietà stretta mutui, è caccia agli
affitti
Speculazione, sbarcano i fondi Usa: nel mirino gli immobili commerciali
II boom II mercato residenziale in Germania trasparente e con prezzi stabili,
attira capitali da tutto il mondo: un esempio da imitare I morosi Prelios:
investitori scoraggiati dalle norme ritenute poco efficaci Cinzia Peluso Si è
ristretto il popolo delle famiglie «formichine», proprietarie di casa. Mattone
dopo mattone avevano accumulato un patrimonio da far invidia a tutta l'Europa.
Ma il solido edificio tricolore ha cambiato faccia. Assediato da Fisco,
burocrazia e norme tutt'altro che vantaggiose. Negli ultimi tre anni la
percentuale dei possessori della propria residenza è diminuita dall'80 al 69 per
cento. È la metamorfosi del mercato immobiliare dello Stivale. Ancora troppo
fragile. La crisi dei subpri-me ha innescato il tonfo delle compravendite e dei
prezzi. Le banche, scottate dalle sofferenze, hanno stretto i cordoni del
credito e dei mutui. Oggi la discesa è più lenta, ma non si è fermata.
L'erosione dei redditi concentra la ricchezza nelle mani di pochi. Diminuisce
chi possiede la propria abitazione, aumentano di conseguenza i proprietari di
più immobili. Il rischio è che la speculazione la faccia da padrone. «Dopo la
Spagna e la Grecia è ora l'Italia la nuova terra di conquista dei grandi fondi
speculativi ameri-cani. Stanno investendo nel comparto degli uffici e della
logistica industriale. Certo, è un segnale di ri-partenza rispetto al blocco
delle transazioni del 2012. Ma bisogna stare attenti. 11 rischio è di un
abbandono da parte dei grandi inveII confronto Solo il 60% delle famiglie
nell'Eurozona possiede l'alloggio: il 23% è proprietario anche di una seconda
casa stitori fra tre anni, quando è prevista la ripresa del mercato», avverte
Luca Turco, responsabile dello sviluppo del business istituzionale di Prelios.
La crisi. A monitorare lo stato di salute del settore è Prelios (ex Pirelli Real
Estate), il gruppo che gravita nell'orbita Pirelli in primo piano in Italia
nella intermediazione per le compravendite e le locazioni. Prelios, che spazia a
360 gradi dai servizi alla gestione della proprietà alla gestione del risparmio
immobiliare, ha elaborato un'analisi basata sui dati di Bce e Nomisma. E da
questi ultimi emerge che le compravendite degli alloggi ad uso residenziale si
sono più che dimezzate in sette anni. Dalle 869.308 del 2006 sono scese alle
403.124 del 2013. Nello stesso periodo i prezzi sono crollati del 17 per cento
nelle tredici città italiane più grandi. Le locazioni. Un mercato, che è anche,
nello stesso tempo, troppo rigido. La domanda di affitti, attualmente in
crescita, non riesce infatti a trovare un riscontro nell'offerta. Per molti
giovani i canoni di locazione risultano ancora proibitivi. Rendimenti troppo
bassi, tasse troppo alte, e norme poco convenienti per la morosità frenano
invece i proprietari. Per rilanciare il settore dovrebbe intervenire ora il rent
to buy. I vantaggi dei contratti di locazione finalizzati all'acquisto li ha
messi nero su bianco il governo in uno dei decreti predisposti dal ministero
delle Infrastrutture per lo Sblocca-Italia. L'affittuario paga mensilmente
insieme al "canone" anche una quota per l'acquisto. Ma il conto con il Fisco
verrà regolato solo al momento I nodi Con l'Italia anche Belgio Cipro, Spagna,
Francia e Lussemburgo hanno subito ribassi dei prezzi dopo la crisi dei subprime
del riscatto con la definizione della compravendita. Per i propritari è prevista
19. la detassazione Irpef-Ires dei canoni di locazione in misura pari al 40 per
cento. Sono gli stessi incentivi oggi già in vigore perl'edilizia sociale
pubblica. Le nuove norme potrebbero essere varate dal Consiglio dei ministri di
fine mese. «Stiamo attenti, non è solo l'esosità del Fisco a far salire il costo
dei canoni al fine di renderli realmente compensativi per i proprietari. C'è
anche una spesa considerevole da sostenere per il pagamento. Anche perché per
Imu e Tasi i calcoli da fare per definire gli importi sono differenti se si
hanno immobili in Comuni diversi», fa notare il presidente di Confedilizia
Corrado Sforza Foglia-ni. I risvoluti sociali? «Va notato che la rigidità del
mercato degli affitti italiano condiziona la mobilità territoriale e quindi
un'importante scelta come quella del lavoro. Spesso i salari non riescono a
coprire gli elevati costi dei fitti», osserva il segretario generale del Stima
Daniele Barbieri. La proprietà. Precipita il numero dei proprietari. Una caduta
che già l'Istat, con il censimento del 2011 aveva cominciato a rilevare. Le
statistiche ufficiali raccontavano che eravamo scesi dall'83 all'80 per cento.
Ora Prelios, rielaborando le analisi dell'Eurotower che non conteggiano, però,
le seconde case, denuncia un crollo al 69 per cento. *** La ripresa. In realtà
l'Italia si sta avvicinando alla media dell'Eurozona, visto che le famiglie che
possiedono una casa nei Paesi nostri partner sono soltanto il 60,1 per cento. Ma
il vero nodo è che nello Stivale il mercato delle locazioni è ancora troppo
rigido. Ingessato. Ma potenzialità di sviluppo non mancano. La soluzione
suggerita da Turco poggia su un principio, «spersonalizzazione». Spiega il
manager di Prelios: «Quasi tutte le famiglie sono abituate oggi ad interloquire
con un privato. Sorge quindi il problema degli affitti a nero. L'approccio
ottimale per risolverlo e far decollare un mercato ancora inesplorato sarebbe
quello di favorire l'ingresso nel comparto delle istituzioni, vale a dire fondi
immobiliari e società quotate». La crisi Precipitano dall'80 al 69% i possessori
dell'abitazione In Italia sale la domanda di locazioni
IL PROGETTO PRELIOS PER L’EX CINEMA MANZONI
Griffe e spazi commerciali nell'ex cinema
Manzoni
DuE spazi di vendita, uno di 3mila metri quadrati e l'altro 700, e un'area per
proiezioni, iniziative culturali e spettacoli.
È il progetto di trasformazione dell'ex cinema Manzoni presentato al Comune
dalla proprietà.
La relazione è in attesa di autorizzazione da parte dell'assessorato
all'Urbanistica. Sarebbero almeno tre le griffe di moda interessate agli spazi.
L'immobiliare si impegna anon cambiarela destinazione del teatro Manzoni «per
almeno cinque anni». Manzoni, spazio con negozi dove prima c'era il cinema
FRANCO VANNI DUE spazi di vendita, uno di 3mila metri quadrati e l'altro 700, e
un'area per presentazioni, proiezioni cinematografiche, iniziative culturali e
spettacoli dal vivo. Questo prevede il progetto di trasformazione dell'ex cinema
Manzoni, inviaManzoni 40, presentato al Comune dalla proprietà.
Larelazioneèorainattesadi autorizzazione agli uffici dell'assessorato all'
Urbani stie a ed è in visione al consiglio di Zona 1, che sarà chiamato a fare
le sue osservazioni dopo l'estate. L'ipotesi più probabile, vista la
collocazione dell'immobile, è che almeno uno dei due spazi commerciali possa
ospitare l'ennesima boutique di abbigliamento. Sarebbero almeno tre le griffe
che hanno dimostrato interesse per gli spazi. A queste si aggiungerebbe un
colosso della tecnologia. Ma agli uffici dell'Urbanistica fanno sapere che «si è
20. ancora alla fase di istruttoria per i profili urbani-stico-edilizi e ogni
ragionamento risulta prematuro». In pratica, mancano le autoriz7a7.ioni
Presentato al Comune il progetto di trasformazione per 3mila metri quadrati che
consentirebbero di trasformare il cinema, chiuso dal 2006, in negozio con scale
mobili, balconate perimetrali e vuoto centrale, sul modello di Zara in corso
Vittorio EmanueleII (excinemaAstra) oEataly in piazza XXV Aprile ( ex teatro
Smeraldo ). Nel progetto, il costruttore si impegna a conservare la destinazione
a teatro della sala sotterranea «per almeno cinque anni». «Preservare la sala è
una priorità — dice Filippo Del Corno, assessore comunale alla Cultura — ospita
la rassegna Aperitivo in concerto, che da vent'anni propone il megli o della
musica jazz e di avanguardia». L'obiettivo di Prelios —l'ex Pirelli Re, che ha
acquistato la sala da Enpam nel 2008 —è fare in fretta, per potere vendere o
affittare a caro prezzo gli spazi commerciali in tempo per Expo 2015. Mala
velocità nella concessione dei permessi dipenderà da quanto l'immobiliare sarà
pronta a garantire sull'offerta culturale. Per Fabio Arrigoni, presidente del
consiglio di Zona, «è fondamentale Per cinque anni non verrà toccato invece il
teatro "Preservarlo è prioritario" che la struttura mantenga il suo valore
culturale e che sia vissuta dagli abitanti del quartiere». n complesso del
teatro e cinema Manzoni misura 9781 metri quadrati, compresa la galleri a
commerci ale. La sala cinematografica da 1.600 posti, progettata dall'architetto
Alzi-ro Bergonzo, fu inaugurata nel 1950 come "cinema per anteprime", con
sculture di Francesco MessinaePericleFazzini, oltre a un affresco del Baragatti.
«È un patrimonio da tutelare», dicono i residenti della zona, che hanno raccolto
1.200 firme per chiedere a Palazzo Marino di non «permettere che un gioiello
diventi l'ennesimo spaccio della moda». LE TAPPE L'INAUGURAZIONE II cinema
Manzoni, disegnato dall'architetto Alziro Bergonzo, apre nel 1950 LA CHIUSURA
Nel 2006Ia sala da 1600 posti viene abbandonata Sopravvive il teatro sotterraneo
LE PROTESTE Sono 1.200 i residenti che hanno firmato per opporsi all'arrivo di
negozi.