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G Ital Nefrol 2010; 27 (S50): S63-S69




GENETICA E NOSOGRAFIA DELLE MALATTIE RENALI CISTICHE
Claudia Izzi1, Laura Sottini1, Nadia Dallera2, Mariano Capistrano1, Paolo Foini1, Francesco Scolari1,2
1
    Seconda Divisione di Nefrologia e Dialisi, Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia, Presidio di Montichiari, Brescia
2
    Cattedra di Nefrologia, Università degli Studi, Brescia



                                                                                                           KEY WORDS:            PAROLE CHIAVE:
     Genetics and nosological classification of renal cystic diseases                                      Nephronophthisis,     Nefronoftisi,
                                                                                                           Autosomal             Rene policistico
     Renal cystic diseases are the major group of inherited renal disorders in hu-                         dominant po-          autosomico
     mans and a leading cause of end-stage renal disease. Dominant and recessive                           lycystic kidney       dominante,
     polycystic kidney disease (ADPKD and ARPKD, respectively) account for most                            disease,              Rene policistico
     of the clinical conditions. However, nephronophthisis (NPHP), medullary cystic                        Autosomal             autosomico
     kidney disease (MCKD), and dominant glomerulocystic kidney disease (GCKD)                             recessive po-         recessivo,
     still have a relevant clinical impact, particularly in children. The discovery that                   lycystic kidney       Sclerosi
     the proteins that are defective in ADPKD and ARPKD localize to the primary
                                                                                                           disease,              tuberosa,
     cilium and the recognition of the role of this organelle in cystogenesis have led
                                                                                                           Tuberous              Sindrome
     to the term “ciliopathies.” In the last decade, the list of ciliopathies has continued
                                                                                                           sclerosis com-        orodigitofaciale
     to grow. Analysis of the protein products of the nine NPHP genes (NPHP 1-9)
     evinced a strong relation between ciliary function and pathogenesis of NPHP.                          plex,                 tipo 1,
     The oral-facial-digital syndrome (OFD) type I, characterized by congenital mal-                       Oral-digital-facial   Uromodulina
     formations and cystic kidney disease, was found to result from mutations in the                       syndrome type 1,
     OFD1 gene, which encodes a protein located to the primary cilium.                                     Uromodulin
     Parallel to these advances, mutations in UMOD, the gene encoding uromodulin,
     were identified in pedigrees with MCKD2, familial juvenile hyperuricemic ne-
     phropathy, and autosomal dominant GCKD. In all these disorders, uromodulin
     was found to be accumulating in intracellular aggregates, suggesting a com-                            Indirizzo degli Autori:
     mon pathogenesis.                                                                                     Prof. Francesco Scolari
     Taken together, these findings suggest the need for the separation of renal cystic                    Seconda Divisione di Nefrologia
     diseases due to UMOD mutations (uromodulin-associated diseases) from renal                            e Dialisi
     cystic diseases related to mutation of genes encoding for proteins expressed in                       A.O. Spedali Civili di Brescia,
     the primary cilium (ciliopathies).                                                                    Presidio di Montichiari
                                                                                                           Via Ciotti 154
     Conflict of interest: None                                                                            25018 Montichiari (BS)
                                                                                                           e-mail: scolari@med.unibs.it




IntroduzIone                                                                    Policystic Kidney Disease) e la Nefronoftisi (NPHP). La
                                                                                sindrome oro-faciale-digitale di tipo 1 (OFD-1) è inve-
  Le malattie cistiche renali sono patologie ereditarie                         ce una malattia X-linked.
renali frequenti nell’uomo e rappresentano una causa                              L’identificazione dei geni responsabili di queste ma-
importante di insufficienza renale cronica terminale. La                        lattie e lo studio del loro prodotto proteico, hanno per-
classificazione tradizionale suddivideva le patologie                           messo di far luce sui processi patogenetici alla base
cistiche renali sulla base della modalità di trasmissio-                        della formazione delle cisti e di proporre una nuova
ne in autosomiche dominanti, autosomiche recessive e                            classificazione in relazione al difetto genetico associa-
X-linked. Al gruppo delle malattie a trasmissione au-                           to: malattie del complesso ciliare primitivo e malattie
tosomica dominante appartengono: il rene policistico                            uromodulina-associate (1, 2).
autosomico dominante (ADPKD: Autosomal Dominant                                   Il ciglio primario è un organello cellulare circonda-
Polycystic Kidney Disease); il complesso della Sclero-                          to da una membrana contigua a quella plasmatica.
si Tuberosa (TSC); la malattia cistica della midollare                          Tipicamente le ciglia si estendono per diversi micro-
(MCKD). Forme recessive sono invece il rene policisti-                          metri dalla porzione apicale cellulare e sono ancorati
co autosomico infantile (ARPKD: Autosomal Recessive                             ai microtubuli tramite il corpo basale. Le ciglia sono


                                                  © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590                                     S63
Genetica delle malattie cistiche renali




organuli altamente conservati in vari eucarioti e verte-
brati. Le ciglia primarie non mobili sono costituite da
uno scheletro di 9 coppie di microtubuli che scorrono
per tutta la lunghezza dell’assonema, mentre le ciglia
mobili possiedono un’ulteriore coppia centrale di mi-
crotubuli. Fino a pochi anni orsono, il ciglio primario
era considerato essere una struttura vestigiale. Dati
sempre più consistenti sostengono che la funzione del
ciglio primario sia di tipo sensitivo. Nei tubuli renali,
tale organulo è deputato al rilevamento del flusso lu-
minale e alla trasduzione del segnale extracellulare
attraverso l’orletto a spazzola e varie pathways intra-
                                                                        Fig. 1 - Angiofibromi faciali in corso di sclerosi tuberosa.
cellulari (1).
   Mutazioni nei geni codificanti la struttura delle ci-
glia primarie sono associate a malattie renali. Al
primo gruppo appartengono: le malattie cistiche re-                     loci. Gli affetti con mutazione nel gene PKD1 hanno
nali secondarie a mutazioni di geni che codificano                      un quadro clinico più severo della malattia e raggiun-
per proteine che localizzano sul ciglio primario sono:                  gono l’insufficienza renale terminale nella quinta-sesta
ADPKD, ARPKD, NPHP, OFD-1. Le tubulo-interstiziopa-                     decade; il decorso clinico correlato a mutazioni del
tie ereditarie dominanti associate alla presenza di cisti               gene PKD2 è invece più lieve e sia la diagnosi che
quali la MCKD sono invece classificate come malattie                    l’insufficienza renale terminale vengono raggiunte cir-
uromodulina-associate perché secondarie a mutazioni                     ca 20 anni dopo. Lo studio genetico è da eseguire
a carico del gene che codifica per la proteina uromo-                   in presenza di casi senza familiarità, fenotipo clinico
dulina, alias proteina di Tamm-Horsfall (2).                            non tipico, donazione da vivente da parte di familiari
                                                                        in giovane età. I due geni PKD1 e PKD2 codificano
                                                                        per due proteine, policistina 1 e policistina 2 espresse
AdPKd                                                                   negli epiteli di diversi tessuti incluso l’epitelio tubulare
                                                                        renale. Nella cellula tubulare queste due proteine si
   L’ADPKD è la malattia genetica ereditaria più fre-                   localizzano nel complesso ciliare primitivo caratteriz-
quente al mondo con un’incidenza di circa 1 su 400-                     zato da un cilio singolo immobile che origina da uno
1000 nati vivi a seconda delle regioni geografiche.                     dei due centrioli e che protrude nel lume tubulare con
È una malattia sistemica caratterizzata da cisti renali                 probabile funzione di meccanocettore. Il processo che
bilaterali che si accompagnano ad altre manifestazio-                   sottende la cistogenesi, in particolare i rapporti tra i
ni extra-renali: cisti epatiche, cisti pancreatiche, aneu-              geni PKD1 e PKD2 mutati e il difetto di funzione-struttu-
rismi intracranici. Il 50% circa degli affetti da ADPKD                 ra delle cilia, non è ancora chiaro. L’ipotesi prevalente
sviluppa insufficienza renale cronica terminale entro                   è che la cisti origini da cellule tubulari in cui si aggiun-
i 60 anni di età. La diagnosi di malattia è essenzial-                  ge alla mutazione germinale una mutazione somatica
mente ecografica. Il rene policistico è caratterizzato                  random sull’allele normale, secondo un meccanismo
da progressivo sviluppo di cisti contenenti liquido che                 analogo a quello proposto da “Knudson” per il retino-
conduce verso lo stadio terminale dell’insufficienza re-                blastoma (“two hit hypothesis”) (3-8).
nale. Entrambe le proteine coinvolte nell’ADPKD, poli-
cistina 1 e policistina 2, sono localizzate nel ciglio pri-
mario e sono necessarie nella trasduzione del segnale                   tSC
del flusso del lume tubulare. La malattia si trasmette
con modalità autosomica dominante; questo significa                       La Sclerosi Tuberosa è una malattia ereditaria au-
che i soggetti affetti hanno una probabilità del 50%                    tosomica dominante, con un’incidenza di 1/10000
trasmettere la malattia ai figli ad ogni concepimento.                  nati, caratterizzata da lesioni amartomatose che
L’ADPKD è geneticamente eterogeneo; sono noti due                       coinvolgono diversi organi: cute (macchie ipomela-
geni responsabili della malattia, il PKD1 localizzato                   notiche, angiofibromi faciali, placche fibrose sulla
sul cromosoma 16 e il PKD2 localizzato sul cromoso-                     fronte e sul cuoio capelluto, fibromi ungueali); siste-
ma 4. L’85% dei pazienti ha mutazioni nel gene PKD1                     ma nervoso centrale (tuberi corticali, noduli subepen-
e il restante 15% mutazioni nel gene PKD2. Nel 90%                      dimali); rene (angiomiolipomi e cisti); cuore (rabdo-
dei casi è presente una storia familiare di malattia; nel               miomi); polmoni (leiomioangiomatosi). I tumori del
10% si tratta di mutazioni “de novo”. Esiste una cor-                   sistema nervoso centrale sono la principale causa di
relazione genotipo-fenotipo soprattutto legata ai due                   morbilità e mortalità; la patologia renale era in pas-


S64                                       © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590
Izzi et al




Fig. 2 - Fenotipo cistico renale in corso di sindrome da geni contigui PKD-TSC.         Fig. 3 - Fenotipo cistico renale in corso di sindrome OFD-1.



sato la seconda causa di morte. La TSC è una ma-                                       (70% dei casi), cisti (20-30%), oncocitomi (amarto-
lattia geneticamente eterogenea. Due geni sono stati                                   mi adenomatosi benigni) (<1%), carcinomi a cellule
identificati come responsabili della malattia: TSC1,                                   renali (<1%). Brook-Carter ha descritto la sindrome
localizzato sul cromosoma 9q34 e TSC2 localizzato                                      da geni contigui TSC2-PKD1, caratterizzata da dele-
sul cromosoma 16p13.3. Questi due geni sono geni                                       zione così ampia da comprendere i due geni TSC2 e
oncosoppressori e codificano rispettivamente per le                                    PKD1, localizzati sullo stesso cromosoma, adiacenti
proteine amartina e tuberina. Nel 20% dei pazien-                                      uno all’altro. Il riscontro di insufficienza renale croni-
ti non si riesce ad identificare mutazioni in nessuno                                  ca terminale è raro nei pazienti con TSC; in presenza
dei due geni; probabilmente questo è dovuto alla                                       di precoce insufficienza renale terminale è sempre
presenza di una quota di soggetti con mosaicismo                                       indicato escludere una sindrome da geni contigui. La
somatico cioè soggetti che presentano la mutazione                                     sindrome da geni contigui TSC-PKD1 è usualmente
solo in alcuni tessuti. Il gene TSC1 è responsabile                                    documentata in soggetti pediatrici; sono stati però
circa del 27% dei casi, mentre il restante 73% dei                                     descritti pochi casi di delezione di entrambi i geni
casi con mutazione nota riconosce difetti nel gene                                     anche in pazienti adulti che presentavano segni di
TSC2. I due terzi dei pazienti affetti da TSC hanno                                    entrambe le patologie (Figg. 1-3) (9-12).
mutazioni “de novo” quindi sono classificati come
forme sporadiche. Nel restante 30% circa dei casi
è riconoscibile una storia familiare. La modalità di                                   ArPKd
trasmissione della malattia è autosomica dominan-
te. Non è possibile però predire il fenotipo, perché                                      L’ARPKD, un tempo definito rene policistico infan-
a parità di mutazione esiste una grande variabilità                                    tile, è una malattia ereditaria autosomica recessiva,
del fenotipo; anche all’interno della stessa famiglia                                  caratterizzata da cisti renali bilaterali e fibrosi epa-
possono essere presenti quadri clinici di entità di-                                   tica congenita. Il gene responsabile della malattia è
verse. Il fattore più importante nel determinare la                                    localizzato sul braccio corto del cromosoma 6 in po-
variabilità fenotipica è il meccanismo patogenetico                                    sizione p21.1. Si tratta di malattia rara, che colpisce
della malattia. Infatti, nonostante la malattia sia a                                  1/40000 bambini/anno. L’esordio della malattia è
trasmissione autosomica dominante, il meccanismo                                       prevalentemente perinatale con reni aumentati di vo-
cellulare è autosomico recessivo. Essendo i due geni                                   lume ed iperecogeni. Alla nascita il 45% degli affetti
responsabili della malattia degli oncosoppressori,                                     ha anomalie epatiche caratterizzate da epatomega-
questi seguono la “two hit hypothesis”, secondo cui                                    lia, dilatazione dei dotti biliari e aumentata ipereco-
è necessaria oltre alla mutazione germinale una se-                                    genicità all’esame ecografico. Nella maggior parte
conda mutazione somatica che avviene in modo ran-                                      dei neonati è presente ipoplasia polmonare dovuta
dom. Studi di correlazione genotipo-fenotipo hanno                                     ad immaturità secondaria all’oligo-anidramnios du-
mostrato che gli affetti con mutazioni nel gene TSC2                                   rante la vita fetale. Circa il 30% dei neonati muore di
hanno un fenotipo più grave rispetto ai soggetti con                                   insufficienza respiratoria, e più del 50% degli affetti
mutazioni in TSC1. Nell’80% degli affetti è possibi-                                   progredisce in insufficienza renale terminale nella
le identificare una lesione renale entro i 10 anni di                                  prima decade di vita. In una percentuale minore di
vita; più frequentemente si tratta di angiomiolipomi                                   casi l’esordio della malattia è nell’infanzia con una


                                                         © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590                                        S65
Genetica delle malattie cistiche renali




predominanza dei segni clinici correlati alla fibrosi                   che, ispessimento della membrana basale tubulare
epatica congenita: epatosplenomegalia, ipertensio-                      PAS+. Macroscopicamente sono caratterizzate da
ne portale e ipersplenismo. I reni sono aumentati di                    cisti alla giunzione cortico-midollare. Tuttavia, le due
volume con profilo renale conservato, le cisti sono                     malattie presentano anche caratteristiche distintive:
piccole e numerose; istologicamente sono presenti                       modalità di trasmissione, autosomica dominante per
numerose dilatazioni cistiche ad orientamento ra-                       la MCKD e autosomica recessiva per la NPHP; età di
diale che originano dai tubuli collettori. La funzione                  esordio della insufficienza renale cronica terminale,
epatica è conservata. L’ecografia evidenzia una dila-                   quarta-quinta decade nella MCKD e seconda deca-
tazione dei dotti biliari, fegato disomogeneo e segni                   de nella NPHP; infine, coinvolgimento extrarenale,
di ipertensione portale. Alla biopsia epatica si evi-                   caratterizzato nella MCKD da iperuricemia, e da
denzia disgenesia dei dotti biliari e una proliferazio-                 retinite pigmentosa nella NPH. All’inizio degli anni
ne dei dotti biliari dilatati e fibrosi negli spazi portali.            ‘90, la genetica molecolare ha rivoluzionato il con-
La malattia è a trasmissione autosomica recessiva;                      cetto di complesso NPHP/MCKD come entità unica.
questo significa che una coppia di genitori, portatori                  Lo studio di famiglie con NPHP ha portato all’identi-
sani della malattia, ha ad ogni concepimento il 25%                     ficazione del locus sul cromosoma 2 associato alla
di probabilità di avere un figlio affetto, il 50% di pro-               forma giovanile recessiva della malattia (Antignac,
babilità di avere un figlio portatore sano e il 25% di                  1993). Qualche anno più tardi Stavrou (1998) ha di-
probabilità di avere un figlio sano. Un soggetto affet-                 mostrato in una grande famiglia cipriota con MCKD
to ha invece una probabilità dello 0.7% di avere un                     associata ad iperuricemia assenza di allelismo con
figlio affetto; questo dipende dalla probabilità che                    la NPHP, suggerendo che si trattava di due malattie
ha il partner di essere portatore sano della stessa                     diverse. Nello stesso periodo è stato mappato un pri-
malattia (la frequenza nella popolazione dei porta-                     mo locus per la MCKD sul cromosoma 1; successiva-
tori sani è di circa 1 su 70). Attualmente è disponibile                mente, un secondo locus è stato mappato in un’altra
la diagnosi molecolare di malattia; lo screening mu-                    grande famiglia Italiana con MCKD ed iperuricemia
tazionale viene eseguito mediante DHPLC e successi-                     sul cromosoma 16. Questi dati molecolari chiarivano
vo sequenziamento; con tale tecnica si ha una detec-                    che NPHP e MCKD erano due malattie con diverso
tion rate del 75%. Questo significa che non sempre è                    background genetico. Ulteriori studi di genetica mo-
possibile riconoscere entrambe le mutazioni malattia                    lecolare su famiglie affette da NPHP hanno permes-
nell’affetto; la bassa detection rate sembra sia dovu-                  so di identificare 9 forme di NPHP dovute a mutazio-
ta alla complessità e grandezza del gene PKHD1 (67                      ni in 9 diversi geni-malattia, clinicamente eterogenee
esoni), alla mancanza di hot spot mutazionali e alla                    per età di esordio e manifestazioni extrarenali. In
presenza di mutazioni private uniche per ogni fami-                     seguito, gli studi sulle proteine coinvolte nella NPHP
glia. Esiste una correlazione genotipo-fenotipo che                     (nefrocistine) hanno mostrato che queste proteine lo-
dipende dal tipo di mutazione: quando sono presenti                     calizzavano nel complesso ciliare primitivo, analo-
due mutazioni che danno origine ad uno stop codon                       gamente a quelle coinvolte in altre malattie cistiche
quindi ad una proteina tronca, il fenotipo è severo                     renali (ADPKD, ARPKD), sottolineando ulteriormente
con morte perinatale. Le mutazioni missenso deter-                      la correlazione tra cilia e cistogenesi (15, 16).
minano invece un fenotipo meno severo con soprav-
vivenza oltre l’anno di vita. Non sembrano esserci
invece correlazioni tra la mutazione e il fenotipo pre-                 oFd-1
dominante renale o epatico (13, 14).
                                                                          La OFD-1 è una rara malattia genetica con una pre-
                                                                        valenza di circa di 1 ogni 250000 nati vivi, carat-
nPHP                                                                    terizzata da dismorfismi facciali (bozze frontali pro-
                                                                        minenti, asimmetria facciale, ipertelorismo, radice del
  Fino a pochi anni fa quando si parlava di malattie                    naso piatta, milia sul viso), anomalie del cavo orale
ereditarie cistiche tubulo-interstiziali si faceva riferi-              (pseudoschisi del labbro superiore, palatoschisi, schi-
mento al complesso NPHP-MCKD, che raggruppava                           si linguale, palato ogivale, frenuli linguali soprannu-
forme recessive ad esordio infantile e forme domi-                      merari e anomalie dentarie) e delle dita (sindattilia,
nanti tipiche dell’adulto. Le due malattie condividono                  brachidattilia, clinodattilia, polidattilia). Queste carat-
caratteristiche clinico-istologiche quali la presenza di                teristiche sono comuni a più sindromi denominate oro-
poliuria e polidipsia, urine isostenuriche, anemia e                    facio-digitali, che si differenziano per le modalità di
progressione all’insufficienza renale cronica termina-                  trasmissione e per presenza di ulteriori manifestazioni
le. Dal punto di vista istologico sono accomunate da                    cliniche. La OFD-1 è caratterizzata da coinvolgimento
atrofia tubulare, fibrosi interstiziale, dilatazioni cisti-             cerebrale e renale. Nel 40% dei pazienti è presente


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Izzi et al




ritardo mentale, solitamente moderato, che si associa                  mappato un terzo locus, sempre sul cromosoma 1
a malformazioni del sistema nervoso centrale come                      (1q41). Studi successivi al mapping sul cromosoma
idrocefalo, anomalie cerebellari, porencefalia e age-                  16 della MCKD2, alcuni Autori hanno mappato nella
nesia del corpo calloso. Nel 50% casi è presente un                    stessa regione cromosomica un’altra malattia tubulo-
coinvolgimento renale: i reni sono ingranditi e caratte-               interstiziale: la nefropatia iperuricemica familiare
rizzati da cisti diffuse di piccole e medie dimensioni (di             giovanile (FJHN) caratterizzata da alterata capaci-
origine tubulare ma soprattutto glomerulare) che non                   tà di concentrazione urinaria; poliuria e polidipsia;
alterano il profilo renale. Le cisti renali compaiono tar-             ridotta frazione di escrezione di acido urico con
divamente e la diagnosi di OFD-1 viene spesso posta                    iperuricemia e gotta; progressione all’insufficienza
quando la funzione renale è già compromessa. In al-                    renale; fibrosi tubulo-interstiziale alla microscopia ot-
cuni pazienti sono state descritte anche cisti epatiche                tica; raramente riscontro di cisti renali. Per decenni è
e pancreatiche.                                                        stata considerata una malattia diversa dalla MCKD
   Il gene responsabile della malattia è il gene OFD-1                 per l’età di esordio più precoce e per la rarità delle
localizzato sul cromosoma X in posizione p22, ed è                     cisti alla giunzione cortico-midollare. Il riscontro di
formato da 23 esoni. Sono state descritte numerose                     due loci così vicini per queste due malattie ha fatto
mutazioni del gene che determinano la sintesi di una                   ipotizzare che i due geni responsabili fossero molto
proteina tronca; gli esoni coinvolti sono solitamente gli              vicini sullo stesso cromosoma oppure che lo stesso
esoni 3, 11, 13 e 16. Il risultato della mutazione è una               gene fosse responsabile di entrambe le malattie. La
perdita di funzione della proteina. Essendo il gene                    risposta al quesito, se si trattasse o meno di forme
localizzato in una regione cromosomica esclusa dal                     alleliche della stessa malattia, è stata data da Hart
processo di inattivazione del cromosoma X, l’ipotesi                   nel 2002, che ha identificato mutazioni nel gene
patogenetica è che la proteina tronca possa interagi-                  UMOD, che codifica per la proteina uromodulina,
re con la proteina wild-type, determinando un effetto                  sia in famiglie con fenotipo clinico di MCKD con ipe-
dominante-negativo. La detection rate dell’analisi mu-                 ruricemia che di FJHN. MCKD di tipo 2 e FJHN sono
tazionale riportata da alcuni Autori è del 50-67%. Nel                 pertanto malattie alleliche causate da mutazioni nel
75% dei casi si tratta di pazienti con forme sporadi-                  gene UMOD che codifica per l’uromodulina. Anche
che dovute a mutazioni “de novo” cioè non presenti                     alcuni rari casi di glomerulocisti, associati ad iperu-
in famiglia. La malattia si presenta prevalentemente                   ricemia e danno interstiziale, possono essere secon-
nelle femmine ed è letale ancora in utero nei maschi.                  darie a mutazioni di uromodulina, come evidenziato
La malattia riconosce, infatti, una modalità di trasmis-               dal Consorzio Italiano MCKD.
sione X-linked dominante. Nelle famiglie con OFD-1 si                     L’uromodulina è la proteina più abbondante presen-
osservano in generazioni successive femmine affette                    te nelle urine umane in condizioni fisiologiche (50-100
con figlie femmine affette, figlie sane o figli maschi                 milligrammi/die). Si trova nelle urine sotto forma di
sani; è frequente il riscontro di poliabortività.                      polimero ad alto peso molecolare ed è espressa esclu-
   La diagnosi molecolare pre e post-natale della malat-               sivamente dalle cellule epiteliali del tratto ascendente
tia è disponibile solo per ricerca. Nei casi di malattia               spesso (TAL) dell’ansa di Henle e dalle cellule epiteliali
familiare è possibile una diagnosi ecografia prenatale                 del tubulo convoluto distale (DCT), localizzata preva-
della malattia quando il feto presenta gravi anomalie                  lentemente sulla membrana cellulare apicale. È stata
cerebrali o labiopalatoschisi; le anomalie renali non                  avanzata l’ipotesi che l’uromodulina svolga un ruolo
sono state descritte di rado in epoca fetale. Recente-                 nel trasporto di sali a livello di TAL e DCT, e sia impor-
mente è stato dimostrato che anche la proteina codifi-                 tante per l’impermeabilità all’acqua del TAL, processo
cata dal gene OFD1 è localizzata nella struttura ciliare               cruciale per la concentrazione delle urine. Ulteriori
primitiva in particolare nel centrosoma, confermando                   funzioni biologiche di uromodulina sono la protezione
il ruolo cruciale di questa struttura nella patogenesi                 dell’urotelio dalle infezioni e la prevenzione della for-
delle cisti renali (17-21).                                            mazione di calcoli.
                                                                          Studi recenti di biologia hanno studiato i meccani-
                                                                       smi con cui l’uromodulina mutata possa determinare
MCKd                                                                   le manifestazioni clinico-istologiche di MCKD2/FJHN.
                                                                       Questi studi hanno suggerito che la mutazione de-
  La MCKD è caratterizzata dalla presenza di nefro-                    termini un misfolding della proteina che ne rallenta il
patia tubulo interstiziale cronica, da modalità di tra-                trafficking intracellulare, causando un accumulo all’in-
smissione autosomica dominante e dal riscontro in una                  terno della cellula; resta da chiarire il meccanismo
minoranza di casi di iperuricemia e gotta.                             che determina il danno cronico tubulo interstiziale. In
  Oltre ai due loci mappati sul cromosoma 1q21                         conclusione, MCKD2, FJHN e GCKD (glomerulocisti)
(MCKD1) e sul cromosoma 16p12 (MCKD2) è stato                          con iperuricemia presentano caratteristiche cliniche


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sovrapponibili, lo stesso gene-malattia (UMOD) e la                        varie forme (NPH1-NPH9) di tubulo-interstiziopatie as-
stessa anomalia funzionale, ovvero un ritardo nel tra-                     sociate a varie manifestazioni extrarenali; la sindrome
sporto di uromodulina in membrana. Questo permette                         Oro-Digito-Faciale tipo 1 (OFD-1), rara malattia lega-
di riunire queste patologie considerate fino ad oggi                       ta al cromosoma X e letale nei maschi dovuta a mu-
distinte, in un unico gruppo definito “malattie uromo-                     tazioni del gene CXORF5, in cui sono diagnostiche le
dulina-associate” (22-28).                                                 anomalie orali e digitali. Al secondo gruppo delle uro-
                                                                           modulinopatie appartengono le tubulo-interstiziopatie
                                                                           ereditarie associate alla presenza di cisti: la Malattia
                                                                           Cistica della Midollare di tipo 2 (MCKD2); la Nefro-
rIASSunto                                                                  patia Iperuricemica familiare giovanile (FJHN); la va-
                                                                           riante di Glomerulocisti (GCKD) autosomica dominante
   L’identificazione dei geni responsabili delle malattie                  con iperuricemia. In queste forme, mutazioni nel gene
cistiche renali permette oggi di proporre una nuova                        UMOD, che codifica per uromodulina (alias proteina
classificazione, secondaria al difetto genetico associa-                   di Tamm-Horsfall), sono responsabili della malattia re-
to: le malattie del Primary Cilium e le malattie uromodu-                  nale. La patogenesi di queste malattie è oggetto di stu-
lina associate. Al primo gruppo appartengono il Rene                       dio: evidenze recenti suggeriscono che il meccanismo
Policistico dominante (ADPKD), associato a mutazioni                       patogenetico sia secondario ad un accumulo intracito-
in due geni - PKD1 e PKD2 - localizzati rispettivamente                    plasmatico della proteina mutata, dovuto ad alterato
sul cromosoma 16p13.3 e 4q21.23, rispettivamente;                          trafficking intracellulare della stessa.
il rene policistico autosomico recessivo (ARPKD), il cui
gene causale - PKHD1 - è localizzato sul cromosoma
6p21, caratterizzato da cisti renali bilaterali e fibrosi                  dICHIArAzIone dI ConFlItto dI IntereSSI
epatica congenita; la Nefronoftisi (NPHP), di cui ad
oggi sono stati identificati 9 diversi geni responsabili di                   Gli Autori dichiarano di non avere conflitto di interessi.




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S68                                          © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590
Izzi et al




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                                             © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590                                    S69

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Genetica e nosografia delle malattie renali cistiche

  • 1. G Ital Nefrol 2010; 27 (S50): S63-S69 GENETICA E NOSOGRAFIA DELLE MALATTIE RENALI CISTICHE Claudia Izzi1, Laura Sottini1, Nadia Dallera2, Mariano Capistrano1, Paolo Foini1, Francesco Scolari1,2 1 Seconda Divisione di Nefrologia e Dialisi, Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia, Presidio di Montichiari, Brescia 2 Cattedra di Nefrologia, Università degli Studi, Brescia KEY WORDS: PAROLE CHIAVE: Genetics and nosological classification of renal cystic diseases Nephronophthisis, Nefronoftisi, Autosomal Rene policistico Renal cystic diseases are the major group of inherited renal disorders in hu- dominant po- autosomico mans and a leading cause of end-stage renal disease. Dominant and recessive lycystic kidney dominante, polycystic kidney disease (ADPKD and ARPKD, respectively) account for most disease, Rene policistico of the clinical conditions. However, nephronophthisis (NPHP), medullary cystic Autosomal autosomico kidney disease (MCKD), and dominant glomerulocystic kidney disease (GCKD) recessive po- recessivo, still have a relevant clinical impact, particularly in children. The discovery that lycystic kidney Sclerosi the proteins that are defective in ADPKD and ARPKD localize to the primary disease, tuberosa, cilium and the recognition of the role of this organelle in cystogenesis have led Tuberous Sindrome to the term “ciliopathies.” In the last decade, the list of ciliopathies has continued sclerosis com- orodigitofaciale to grow. Analysis of the protein products of the nine NPHP genes (NPHP 1-9) evinced a strong relation between ciliary function and pathogenesis of NPHP. plex, tipo 1, The oral-facial-digital syndrome (OFD) type I, characterized by congenital mal- Oral-digital-facial Uromodulina formations and cystic kidney disease, was found to result from mutations in the syndrome type 1, OFD1 gene, which encodes a protein located to the primary cilium. Uromodulin Parallel to these advances, mutations in UMOD, the gene encoding uromodulin, were identified in pedigrees with MCKD2, familial juvenile hyperuricemic ne- phropathy, and autosomal dominant GCKD. In all these disorders, uromodulin was found to be accumulating in intracellular aggregates, suggesting a com-  Indirizzo degli Autori: mon pathogenesis. Prof. Francesco Scolari Taken together, these findings suggest the need for the separation of renal cystic Seconda Divisione di Nefrologia diseases due to UMOD mutations (uromodulin-associated diseases) from renal e Dialisi cystic diseases related to mutation of genes encoding for proteins expressed in A.O. Spedali Civili di Brescia, the primary cilium (ciliopathies). Presidio di Montichiari Via Ciotti 154 Conflict of interest: None 25018 Montichiari (BS) e-mail: scolari@med.unibs.it IntroduzIone Policystic Kidney Disease) e la Nefronoftisi (NPHP). La sindrome oro-faciale-digitale di tipo 1 (OFD-1) è inve- Le malattie cistiche renali sono patologie ereditarie ce una malattia X-linked. renali frequenti nell’uomo e rappresentano una causa L’identificazione dei geni responsabili di queste ma- importante di insufficienza renale cronica terminale. La lattie e lo studio del loro prodotto proteico, hanno per- classificazione tradizionale suddivideva le patologie messo di far luce sui processi patogenetici alla base cistiche renali sulla base della modalità di trasmissio- della formazione delle cisti e di proporre una nuova ne in autosomiche dominanti, autosomiche recessive e classificazione in relazione al difetto genetico associa- X-linked. Al gruppo delle malattie a trasmissione au- to: malattie del complesso ciliare primitivo e malattie tosomica dominante appartengono: il rene policistico uromodulina-associate (1, 2). autosomico dominante (ADPKD: Autosomal Dominant Il ciglio primario è un organello cellulare circonda- Polycystic Kidney Disease); il complesso della Sclero- to da una membrana contigua a quella plasmatica. si Tuberosa (TSC); la malattia cistica della midollare Tipicamente le ciglia si estendono per diversi micro- (MCKD). Forme recessive sono invece il rene policisti- metri dalla porzione apicale cellulare e sono ancorati co autosomico infantile (ARPKD: Autosomal Recessive ai microtubuli tramite il corpo basale. Le ciglia sono © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590 S63
  • 2. Genetica delle malattie cistiche renali organuli altamente conservati in vari eucarioti e verte- brati. Le ciglia primarie non mobili sono costituite da uno scheletro di 9 coppie di microtubuli che scorrono per tutta la lunghezza dell’assonema, mentre le ciglia mobili possiedono un’ulteriore coppia centrale di mi- crotubuli. Fino a pochi anni orsono, il ciglio primario era considerato essere una struttura vestigiale. Dati sempre più consistenti sostengono che la funzione del ciglio primario sia di tipo sensitivo. Nei tubuli renali, tale organulo è deputato al rilevamento del flusso lu- minale e alla trasduzione del segnale extracellulare attraverso l’orletto a spazzola e varie pathways intra- Fig. 1 - Angiofibromi faciali in corso di sclerosi tuberosa. cellulari (1). Mutazioni nei geni codificanti la struttura delle ci- glia primarie sono associate a malattie renali. Al primo gruppo appartengono: le malattie cistiche re- loci. Gli affetti con mutazione nel gene PKD1 hanno nali secondarie a mutazioni di geni che codificano un quadro clinico più severo della malattia e raggiun- per proteine che localizzano sul ciglio primario sono: gono l’insufficienza renale terminale nella quinta-sesta ADPKD, ARPKD, NPHP, OFD-1. Le tubulo-interstiziopa- decade; il decorso clinico correlato a mutazioni del tie ereditarie dominanti associate alla presenza di cisti gene PKD2 è invece più lieve e sia la diagnosi che quali la MCKD sono invece classificate come malattie l’insufficienza renale terminale vengono raggiunte cir- uromodulina-associate perché secondarie a mutazioni ca 20 anni dopo. Lo studio genetico è da eseguire a carico del gene che codifica per la proteina uromo- in presenza di casi senza familiarità, fenotipo clinico dulina, alias proteina di Tamm-Horsfall (2). non tipico, donazione da vivente da parte di familiari in giovane età. I due geni PKD1 e PKD2 codificano per due proteine, policistina 1 e policistina 2 espresse AdPKd negli epiteli di diversi tessuti incluso l’epitelio tubulare renale. Nella cellula tubulare queste due proteine si L’ADPKD è la malattia genetica ereditaria più fre- localizzano nel complesso ciliare primitivo caratteriz- quente al mondo con un’incidenza di circa 1 su 400- zato da un cilio singolo immobile che origina da uno 1000 nati vivi a seconda delle regioni geografiche. dei due centrioli e che protrude nel lume tubulare con È una malattia sistemica caratterizzata da cisti renali probabile funzione di meccanocettore. Il processo che bilaterali che si accompagnano ad altre manifestazio- sottende la cistogenesi, in particolare i rapporti tra i ni extra-renali: cisti epatiche, cisti pancreatiche, aneu- geni PKD1 e PKD2 mutati e il difetto di funzione-struttu- rismi intracranici. Il 50% circa degli affetti da ADPKD ra delle cilia, non è ancora chiaro. L’ipotesi prevalente sviluppa insufficienza renale cronica terminale entro è che la cisti origini da cellule tubulari in cui si aggiun- i 60 anni di età. La diagnosi di malattia è essenzial- ge alla mutazione germinale una mutazione somatica mente ecografica. Il rene policistico è caratterizzato random sull’allele normale, secondo un meccanismo da progressivo sviluppo di cisti contenenti liquido che analogo a quello proposto da “Knudson” per il retino- conduce verso lo stadio terminale dell’insufficienza re- blastoma (“two hit hypothesis”) (3-8). nale. Entrambe le proteine coinvolte nell’ADPKD, poli- cistina 1 e policistina 2, sono localizzate nel ciglio pri- mario e sono necessarie nella trasduzione del segnale tSC del flusso del lume tubulare. La malattia si trasmette con modalità autosomica dominante; questo significa La Sclerosi Tuberosa è una malattia ereditaria au- che i soggetti affetti hanno una probabilità del 50% tosomica dominante, con un’incidenza di 1/10000 trasmettere la malattia ai figli ad ogni concepimento. nati, caratterizzata da lesioni amartomatose che L’ADPKD è geneticamente eterogeneo; sono noti due coinvolgono diversi organi: cute (macchie ipomela- geni responsabili della malattia, il PKD1 localizzato notiche, angiofibromi faciali, placche fibrose sulla sul cromosoma 16 e il PKD2 localizzato sul cromoso- fronte e sul cuoio capelluto, fibromi ungueali); siste- ma 4. L’85% dei pazienti ha mutazioni nel gene PKD1 ma nervoso centrale (tuberi corticali, noduli subepen- e il restante 15% mutazioni nel gene PKD2. Nel 90% dimali); rene (angiomiolipomi e cisti); cuore (rabdo- dei casi è presente una storia familiare di malattia; nel miomi); polmoni (leiomioangiomatosi). I tumori del 10% si tratta di mutazioni “de novo”. Esiste una cor- sistema nervoso centrale sono la principale causa di relazione genotipo-fenotipo soprattutto legata ai due morbilità e mortalità; la patologia renale era in pas- S64 © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590
  • 3. Izzi et al Fig. 2 - Fenotipo cistico renale in corso di sindrome da geni contigui PKD-TSC. Fig. 3 - Fenotipo cistico renale in corso di sindrome OFD-1. sato la seconda causa di morte. La TSC è una ma- (70% dei casi), cisti (20-30%), oncocitomi (amarto- lattia geneticamente eterogenea. Due geni sono stati mi adenomatosi benigni) (<1%), carcinomi a cellule identificati come responsabili della malattia: TSC1, renali (<1%). Brook-Carter ha descritto la sindrome localizzato sul cromosoma 9q34 e TSC2 localizzato da geni contigui TSC2-PKD1, caratterizzata da dele- sul cromosoma 16p13.3. Questi due geni sono geni zione così ampia da comprendere i due geni TSC2 e oncosoppressori e codificano rispettivamente per le PKD1, localizzati sullo stesso cromosoma, adiacenti proteine amartina e tuberina. Nel 20% dei pazien- uno all’altro. Il riscontro di insufficienza renale croni- ti non si riesce ad identificare mutazioni in nessuno ca terminale è raro nei pazienti con TSC; in presenza dei due geni; probabilmente questo è dovuto alla di precoce insufficienza renale terminale è sempre presenza di una quota di soggetti con mosaicismo indicato escludere una sindrome da geni contigui. La somatico cioè soggetti che presentano la mutazione sindrome da geni contigui TSC-PKD1 è usualmente solo in alcuni tessuti. Il gene TSC1 è responsabile documentata in soggetti pediatrici; sono stati però circa del 27% dei casi, mentre il restante 73% dei descritti pochi casi di delezione di entrambi i geni casi con mutazione nota riconosce difetti nel gene anche in pazienti adulti che presentavano segni di TSC2. I due terzi dei pazienti affetti da TSC hanno entrambe le patologie (Figg. 1-3) (9-12). mutazioni “de novo” quindi sono classificati come forme sporadiche. Nel restante 30% circa dei casi è riconoscibile una storia familiare. La modalità di ArPKd trasmissione della malattia è autosomica dominan- te. Non è possibile però predire il fenotipo, perché L’ARPKD, un tempo definito rene policistico infan- a parità di mutazione esiste una grande variabilità tile, è una malattia ereditaria autosomica recessiva, del fenotipo; anche all’interno della stessa famiglia caratterizzata da cisti renali bilaterali e fibrosi epa- possono essere presenti quadri clinici di entità di- tica congenita. Il gene responsabile della malattia è verse. Il fattore più importante nel determinare la localizzato sul braccio corto del cromosoma 6 in po- variabilità fenotipica è il meccanismo patogenetico sizione p21.1. Si tratta di malattia rara, che colpisce della malattia. Infatti, nonostante la malattia sia a 1/40000 bambini/anno. L’esordio della malattia è trasmissione autosomica dominante, il meccanismo prevalentemente perinatale con reni aumentati di vo- cellulare è autosomico recessivo. Essendo i due geni lume ed iperecogeni. Alla nascita il 45% degli affetti responsabili della malattia degli oncosoppressori, ha anomalie epatiche caratterizzate da epatomega- questi seguono la “two hit hypothesis”, secondo cui lia, dilatazione dei dotti biliari e aumentata ipereco- è necessaria oltre alla mutazione germinale una se- genicità all’esame ecografico. Nella maggior parte conda mutazione somatica che avviene in modo ran- dei neonati è presente ipoplasia polmonare dovuta dom. Studi di correlazione genotipo-fenotipo hanno ad immaturità secondaria all’oligo-anidramnios du- mostrato che gli affetti con mutazioni nel gene TSC2 rante la vita fetale. Circa il 30% dei neonati muore di hanno un fenotipo più grave rispetto ai soggetti con insufficienza respiratoria, e più del 50% degli affetti mutazioni in TSC1. Nell’80% degli affetti è possibi- progredisce in insufficienza renale terminale nella le identificare una lesione renale entro i 10 anni di prima decade di vita. In una percentuale minore di vita; più frequentemente si tratta di angiomiolipomi casi l’esordio della malattia è nell’infanzia con una © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590 S65
  • 4. Genetica delle malattie cistiche renali predominanza dei segni clinici correlati alla fibrosi che, ispessimento della membrana basale tubulare epatica congenita: epatosplenomegalia, ipertensio- PAS+. Macroscopicamente sono caratterizzate da ne portale e ipersplenismo. I reni sono aumentati di cisti alla giunzione cortico-midollare. Tuttavia, le due volume con profilo renale conservato, le cisti sono malattie presentano anche caratteristiche distintive: piccole e numerose; istologicamente sono presenti modalità di trasmissione, autosomica dominante per numerose dilatazioni cistiche ad orientamento ra- la MCKD e autosomica recessiva per la NPHP; età di diale che originano dai tubuli collettori. La funzione esordio della insufficienza renale cronica terminale, epatica è conservata. L’ecografia evidenzia una dila- quarta-quinta decade nella MCKD e seconda deca- tazione dei dotti biliari, fegato disomogeneo e segni de nella NPHP; infine, coinvolgimento extrarenale, di ipertensione portale. Alla biopsia epatica si evi- caratterizzato nella MCKD da iperuricemia, e da denzia disgenesia dei dotti biliari e una proliferazio- retinite pigmentosa nella NPH. All’inizio degli anni ne dei dotti biliari dilatati e fibrosi negli spazi portali. ‘90, la genetica molecolare ha rivoluzionato il con- La malattia è a trasmissione autosomica recessiva; cetto di complesso NPHP/MCKD come entità unica. questo significa che una coppia di genitori, portatori Lo studio di famiglie con NPHP ha portato all’identi- sani della malattia, ha ad ogni concepimento il 25% ficazione del locus sul cromosoma 2 associato alla di probabilità di avere un figlio affetto, il 50% di pro- forma giovanile recessiva della malattia (Antignac, babilità di avere un figlio portatore sano e il 25% di 1993). Qualche anno più tardi Stavrou (1998) ha di- probabilità di avere un figlio sano. Un soggetto affet- mostrato in una grande famiglia cipriota con MCKD to ha invece una probabilità dello 0.7% di avere un associata ad iperuricemia assenza di allelismo con figlio affetto; questo dipende dalla probabilità che la NPHP, suggerendo che si trattava di due malattie ha il partner di essere portatore sano della stessa diverse. Nello stesso periodo è stato mappato un pri- malattia (la frequenza nella popolazione dei porta- mo locus per la MCKD sul cromosoma 1; successiva- tori sani è di circa 1 su 70). Attualmente è disponibile mente, un secondo locus è stato mappato in un’altra la diagnosi molecolare di malattia; lo screening mu- grande famiglia Italiana con MCKD ed iperuricemia tazionale viene eseguito mediante DHPLC e successi- sul cromosoma 16. Questi dati molecolari chiarivano vo sequenziamento; con tale tecnica si ha una detec- che NPHP e MCKD erano due malattie con diverso tion rate del 75%. Questo significa che non sempre è background genetico. Ulteriori studi di genetica mo- possibile riconoscere entrambe le mutazioni malattia lecolare su famiglie affette da NPHP hanno permes- nell’affetto; la bassa detection rate sembra sia dovu- so di identificare 9 forme di NPHP dovute a mutazio- ta alla complessità e grandezza del gene PKHD1 (67 ni in 9 diversi geni-malattia, clinicamente eterogenee esoni), alla mancanza di hot spot mutazionali e alla per età di esordio e manifestazioni extrarenali. In presenza di mutazioni private uniche per ogni fami- seguito, gli studi sulle proteine coinvolte nella NPHP glia. Esiste una correlazione genotipo-fenotipo che (nefrocistine) hanno mostrato che queste proteine lo- dipende dal tipo di mutazione: quando sono presenti calizzavano nel complesso ciliare primitivo, analo- due mutazioni che danno origine ad uno stop codon gamente a quelle coinvolte in altre malattie cistiche quindi ad una proteina tronca, il fenotipo è severo renali (ADPKD, ARPKD), sottolineando ulteriormente con morte perinatale. Le mutazioni missenso deter- la correlazione tra cilia e cistogenesi (15, 16). minano invece un fenotipo meno severo con soprav- vivenza oltre l’anno di vita. Non sembrano esserci invece correlazioni tra la mutazione e il fenotipo pre- oFd-1 dominante renale o epatico (13, 14). La OFD-1 è una rara malattia genetica con una pre- valenza di circa di 1 ogni 250000 nati vivi, carat- nPHP terizzata da dismorfismi facciali (bozze frontali pro- minenti, asimmetria facciale, ipertelorismo, radice del Fino a pochi anni fa quando si parlava di malattie naso piatta, milia sul viso), anomalie del cavo orale ereditarie cistiche tubulo-interstiziali si faceva riferi- (pseudoschisi del labbro superiore, palatoschisi, schi- mento al complesso NPHP-MCKD, che raggruppava si linguale, palato ogivale, frenuli linguali soprannu- forme recessive ad esordio infantile e forme domi- merari e anomalie dentarie) e delle dita (sindattilia, nanti tipiche dell’adulto. Le due malattie condividono brachidattilia, clinodattilia, polidattilia). Queste carat- caratteristiche clinico-istologiche quali la presenza di teristiche sono comuni a più sindromi denominate oro- poliuria e polidipsia, urine isostenuriche, anemia e facio-digitali, che si differenziano per le modalità di progressione all’insufficienza renale cronica termina- trasmissione e per presenza di ulteriori manifestazioni le. Dal punto di vista istologico sono accomunate da cliniche. La OFD-1 è caratterizzata da coinvolgimento atrofia tubulare, fibrosi interstiziale, dilatazioni cisti- cerebrale e renale. Nel 40% dei pazienti è presente S66 © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590
  • 5. Izzi et al ritardo mentale, solitamente moderato, che si associa mappato un terzo locus, sempre sul cromosoma 1 a malformazioni del sistema nervoso centrale come (1q41). Studi successivi al mapping sul cromosoma idrocefalo, anomalie cerebellari, porencefalia e age- 16 della MCKD2, alcuni Autori hanno mappato nella nesia del corpo calloso. Nel 50% casi è presente un stessa regione cromosomica un’altra malattia tubulo- coinvolgimento renale: i reni sono ingranditi e caratte- interstiziale: la nefropatia iperuricemica familiare rizzati da cisti diffuse di piccole e medie dimensioni (di giovanile (FJHN) caratterizzata da alterata capaci- origine tubulare ma soprattutto glomerulare) che non tà di concentrazione urinaria; poliuria e polidipsia; alterano il profilo renale. Le cisti renali compaiono tar- ridotta frazione di escrezione di acido urico con divamente e la diagnosi di OFD-1 viene spesso posta iperuricemia e gotta; progressione all’insufficienza quando la funzione renale è già compromessa. In al- renale; fibrosi tubulo-interstiziale alla microscopia ot- cuni pazienti sono state descritte anche cisti epatiche tica; raramente riscontro di cisti renali. Per decenni è e pancreatiche. stata considerata una malattia diversa dalla MCKD Il gene responsabile della malattia è il gene OFD-1 per l’età di esordio più precoce e per la rarità delle localizzato sul cromosoma X in posizione p22, ed è cisti alla giunzione cortico-midollare. Il riscontro di formato da 23 esoni. Sono state descritte numerose due loci così vicini per queste due malattie ha fatto mutazioni del gene che determinano la sintesi di una ipotizzare che i due geni responsabili fossero molto proteina tronca; gli esoni coinvolti sono solitamente gli vicini sullo stesso cromosoma oppure che lo stesso esoni 3, 11, 13 e 16. Il risultato della mutazione è una gene fosse responsabile di entrambe le malattie. La perdita di funzione della proteina. Essendo il gene risposta al quesito, se si trattasse o meno di forme localizzato in una regione cromosomica esclusa dal alleliche della stessa malattia, è stata data da Hart processo di inattivazione del cromosoma X, l’ipotesi nel 2002, che ha identificato mutazioni nel gene patogenetica è che la proteina tronca possa interagi- UMOD, che codifica per la proteina uromodulina, re con la proteina wild-type, determinando un effetto sia in famiglie con fenotipo clinico di MCKD con ipe- dominante-negativo. La detection rate dell’analisi mu- ruricemia che di FJHN. MCKD di tipo 2 e FJHN sono tazionale riportata da alcuni Autori è del 50-67%. Nel pertanto malattie alleliche causate da mutazioni nel 75% dei casi si tratta di pazienti con forme sporadi- gene UMOD che codifica per l’uromodulina. Anche che dovute a mutazioni “de novo” cioè non presenti alcuni rari casi di glomerulocisti, associati ad iperu- in famiglia. La malattia si presenta prevalentemente ricemia e danno interstiziale, possono essere secon- nelle femmine ed è letale ancora in utero nei maschi. darie a mutazioni di uromodulina, come evidenziato La malattia riconosce, infatti, una modalità di trasmis- dal Consorzio Italiano MCKD. sione X-linked dominante. Nelle famiglie con OFD-1 si L’uromodulina è la proteina più abbondante presen- osservano in generazioni successive femmine affette te nelle urine umane in condizioni fisiologiche (50-100 con figlie femmine affette, figlie sane o figli maschi milligrammi/die). Si trova nelle urine sotto forma di sani; è frequente il riscontro di poliabortività. polimero ad alto peso molecolare ed è espressa esclu- La diagnosi molecolare pre e post-natale della malat- sivamente dalle cellule epiteliali del tratto ascendente tia è disponibile solo per ricerca. Nei casi di malattia spesso (TAL) dell’ansa di Henle e dalle cellule epiteliali familiare è possibile una diagnosi ecografia prenatale del tubulo convoluto distale (DCT), localizzata preva- della malattia quando il feto presenta gravi anomalie lentemente sulla membrana cellulare apicale. È stata cerebrali o labiopalatoschisi; le anomalie renali non avanzata l’ipotesi che l’uromodulina svolga un ruolo sono state descritte di rado in epoca fetale. Recente- nel trasporto di sali a livello di TAL e DCT, e sia impor- mente è stato dimostrato che anche la proteina codifi- tante per l’impermeabilità all’acqua del TAL, processo cata dal gene OFD1 è localizzata nella struttura ciliare cruciale per la concentrazione delle urine. Ulteriori primitiva in particolare nel centrosoma, confermando funzioni biologiche di uromodulina sono la protezione il ruolo cruciale di questa struttura nella patogenesi dell’urotelio dalle infezioni e la prevenzione della for- delle cisti renali (17-21). mazione di calcoli. Studi recenti di biologia hanno studiato i meccani- smi con cui l’uromodulina mutata possa determinare MCKd le manifestazioni clinico-istologiche di MCKD2/FJHN. Questi studi hanno suggerito che la mutazione de- La MCKD è caratterizzata dalla presenza di nefro- termini un misfolding della proteina che ne rallenta il patia tubulo interstiziale cronica, da modalità di tra- trafficking intracellulare, causando un accumulo all’in- smissione autosomica dominante e dal riscontro in una terno della cellula; resta da chiarire il meccanismo minoranza di casi di iperuricemia e gotta. che determina il danno cronico tubulo interstiziale. In Oltre ai due loci mappati sul cromosoma 1q21 conclusione, MCKD2, FJHN e GCKD (glomerulocisti) (MCKD1) e sul cromosoma 16p12 (MCKD2) è stato con iperuricemia presentano caratteristiche cliniche © 2010 Società Italiana di Nefrologia - ISSN 0393-5590 S67
  • 6. Genetica delle malattie cistiche renali sovrapponibili, lo stesso gene-malattia (UMOD) e la varie forme (NPH1-NPH9) di tubulo-interstiziopatie as- stessa anomalia funzionale, ovvero un ritardo nel tra- sociate a varie manifestazioni extrarenali; la sindrome sporto di uromodulina in membrana. Questo permette Oro-Digito-Faciale tipo 1 (OFD-1), rara malattia lega- di riunire queste patologie considerate fino ad oggi ta al cromosoma X e letale nei maschi dovuta a mu- distinte, in un unico gruppo definito “malattie uromo- tazioni del gene CXORF5, in cui sono diagnostiche le dulina-associate” (22-28). anomalie orali e digitali. Al secondo gruppo delle uro- modulinopatie appartengono le tubulo-interstiziopatie ereditarie associate alla presenza di cisti: la Malattia Cistica della Midollare di tipo 2 (MCKD2); la Nefro- rIASSunto patia Iperuricemica familiare giovanile (FJHN); la va- riante di Glomerulocisti (GCKD) autosomica dominante L’identificazione dei geni responsabili delle malattie con iperuricemia. In queste forme, mutazioni nel gene cistiche renali permette oggi di proporre una nuova UMOD, che codifica per uromodulina (alias proteina classificazione, secondaria al difetto genetico associa- di Tamm-Horsfall), sono responsabili della malattia re- to: le malattie del Primary Cilium e le malattie uromodu- nale. La patogenesi di queste malattie è oggetto di stu- lina associate. Al primo gruppo appartengono il Rene dio: evidenze recenti suggeriscono che il meccanismo Policistico dominante (ADPKD), associato a mutazioni patogenetico sia secondario ad un accumulo intracito- in due geni - PKD1 e PKD2 - localizzati rispettivamente plasmatico della proteina mutata, dovuto ad alterato sul cromosoma 16p13.3 e 4q21.23, rispettivamente; trafficking intracellulare della stessa. il rene policistico autosomico recessivo (ARPKD), il cui gene causale - PKHD1 - è localizzato sul cromosoma 6p21, caratterizzato da cisti renali bilaterali e fibrosi dICHIArAzIone dI ConFlItto dI IntereSSI epatica congenita; la Nefronoftisi (NPHP), di cui ad oggi sono stati identificati 9 diversi geni responsabili di Gli Autori dichiarano di non avere conflitto di interessi. BIBlIogrAFIA 1. Watnick T, Germino F. From cilia to cyst. Nat Genet 2003; 10. Khan AG, Melman A, Bank N. Renal involvement in neuro- 34: 355-6. cutaneous syndromes. J Am Soc Nephrol 1995; 5: 1411-7. 2. 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