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Archeologia della società di massa




 Corso di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa
 Marco Binotto


 Sede di Pomezia – Secondo semestre 2006-2007
Sommario
     Archeologia della società di massa

1.   L’approccio storico

2.   La metropoli e le sue folle
              •      Prime letture

              •      Wakefield

              •      L’uomo della folla: i misteri

              •      Parigi

3.   La metropoli

4.   L’industria culturale




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     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
Archeologia della società di massa
L’approccio storico




 Corso di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa
 Marco Binotto


 Sede di Pomezia – Secondo semestre 2006-2007
L’approccio storico
    «L’eredità nascosta»

“   Parallelamente alla ricerca amministrativa si sviluppa un
    altro filone di ricerca che, partendo da Simmel attraversa la
    Scuola di Chicago e giunge fino ai cultural studies britannici
    [...]. Si tratta di un percorso che è stato riscoperto solo da
    pochi anni, nascosto – quasi clandestino – rispetto al
    grande successo della communication research statunitense e
    della ricerca amministrativa.




                                                                                                        ”
     M. Sorice, Le comunicazioni di massa. Storia, teorie, tecniche,Editori Riuniti, Roma 2000, p.36.

                                                                                                        Pagina 4
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
L’approccio storico
    «L’eredità nascosta» di Georg Simmel

•   Nato a Berlino, il 1 marzo 1858 e morto a
    Strasburgo il 28 settembre 1918
•   Si occupa di filosofia e sociologia. In particolare di
           • Metropoli
           • Differenziazione sociale (la totalità non può
             essere colta, divisione del lavoro)
           • Filosofia del denaro (scambio, relazione,
             interazione)
•   Dallo studio della vita metropolitana si ispira una
    vera e propria «sociologia della vita quotidiana».
•   Opere principali:
           •   1890   La differenziazione sociale
           •   1892   Il problema della filosofia nella storia
           •   1900   Filosofia del denaro
           •   1908   Sociologia
           •   1918   Il conflitto della cultura moderna

     M. Sorice, Le comunicazioni di massa. Storia, teorie, tecniche,Editori Riuniti, Roma 2000, p.36.

                                                                                                        Pagina 5
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
Archeologia della società di massa
La metropoli e le sue folle




 Corso di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa
 Marco Binotto


 Sede di Pomezia – Secondo semestre 2006-2007
La metropoli e le sue folle
   Prime letture

1. Nathaniel Hawthorne Wakefield (1835)

2. Edgar Allan Poe L’uomo della folla (1840)

3. Georg Simmel La metropoli e la vita dello

   spirito (1903)

4. Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX

   secolo (1925-35)




                                       James Ensor, Autoritratto con maschere , 1899. Pissarro, Boulevard des Capucins

                                                                                                      Pagina 7
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield

“   Un uomo capriccioso concepisce il proposito di
    abbandonare la moglie e risiedere incognito, per vent’anni,
    nelle immediate vicinanze della sua casa. Qualcosa del
    genere è veramente accaduto a Londra. La forza del
    racconto di Hawthorne consiste nell’analisi dei motivi che
    devono o potrebbere avere spinto il marito a una simile
    follia, in primo luogo, con le possibili cause della sua
    perseveranza.




                                                                  ”
    E. A. Poe, “Graham’s Magazine” (1842).

                                                                  Pagina 8
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: il racconto

    Può essere considerato «l’immediato antecedente» de L’uomo della folla
•
•   Scritto nel 1835 negli Stati Uniti
•   Il centro di interesse è “l’analisi dei motivi”
               •      Ma i motivi non spiegano le azioni
               •      Un paradigma indiziario. C’è un «mistero da svelare»
                      Segreti «che non su lasciano rilevare», leggere.
               •

•   «Operazione mitologica dunque. Wakefield celebra la mitologizzazione
    dell’uomo metropolitano». (p. 65)




     A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p.
     64-65.
                                                                                                         Pagina 9
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: il protagonista

“   Che tipo di uomo era Wakefield? [...] Era allora nel fiore degli
    anni; i suoi slanci coniugali, mai troppo intensi, si erano adagiati
    in un sentimento calmo ed abitudinario; di tutti i mariti, è
    probabile che lui sia stato il più fedele, perché una certa inerzia
    manteneva in riposo le sue capacità affettive, dovunque avesse
    dovuto volgerle. Era un intellettuale, ma non troppo attivo; la sua
    mente si perdeva in lunghe e oziose meditazioni, che non
    tendevano ad alcuno scopo ben definito, ne avrebbero avuto il
    vigore per conseguirlo; i suoi pensieri erano di rado così attivi da
    potersi tradurre in parole.



                                                                            ”
     Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 3.

                                                                           Pagina 10
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: il protagonista

“   Se ai suoi amici fosse stato chiesto quale era, in tutta
    Londra, l'uomo che più sicuramente nulla avrebbe fatto
    oggi da poter essere ricordato domani, tutti senza dubbio
    avrebbero pensato a Wakefield.




                                                                 ”
    Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 4.

                                                                Pagina 11
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: il protagonista

•   Wakefield è un «uomo qualunque» con sentimenti «noti, tradizionali,
    prevedibili».
           • Le più vicine – e mediane – al lettore.

•   I suoi atti sembrano essere «le reazioni fisiologiche di un uomo
    qualunque alla sensibilità metropolitana»
           • La folla di Londra «accoglie in sé Wakefield, lo ospita lo divide e insieme
               preserva, lo danna e insieme salva. [...] Massa e persona si fanno visibili
               l’una in mezzo dell’altra.»




     A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p.
     65.
                                                                                                        Pagina 12
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: …nella folla

“   Ed ora la scena madre! [...] Proprio mentre l'uomo magro e la
    donna di buon carattere stanno passando, ha luogo un lieve
    intoppo, che porta le due persone a contatto l'una dell'altra. Le
    loro mani si sfiorano; la pressione della folla spinge il seno di lei
    contro la spalla di lui; i due si fermano, a faccia a faccia,
    guardandosi l'un l'altro negli occhi. Dopo dieci anni di
    separazione, cosi Wakefield incontra sua moglie! La folla li
    allontana, e li separa nettamente.
    La tranquilla vedova, riprendendo il passo abituale, avanza verso
    la chiesa, ma si ferma sotto il portale, e lancia uno sguardo
    perplesso lungo la strada..

                                                                             ”
     Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 4.

                                                                            Pagina 13
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: la narrazione

•   Lo stile è ironico
           • Enfatizza la meraviglia e il distacco
           • Il racconto del caso metropolitano «si fa saggio critico» sulla doppia vita
               del protagonista
           • L’ironia gioca appunto tra queste due cornici

    L’intera vicenda è «comica, grottesca, immotivata»: freak.
•
           • È incredibile per il senso comune, la ragione e il dover essere
           • È, quindi, «azione rituale e magica»

•   La conclusione del racconto ne rende esplicita l’intenzione morale, la
    lezione di vita:

     A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p.
     65.
                                                                                                        Pagina 14
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: la conclusione

“   Nell'apparente confusione del nostro mondo misterioso, vi sono
    individui che tanto esattamente si adattano ad un sistema, e i
    sistemi l'uno all'altri e ad un tutto organico, che, se compie per
    solo un momento un passo falso, un uomo si espone al terribile
    rischio di perdere per sempre il proprio posto. Come Wakefield,
    egli può trasformarsi, per così dire, nel fuorilegge dell'universo.




                                                                                                         ”
     Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 19. Nota: «Fuorilegge dell’universo» nell’originale è «the outcast of
     the Universe», ovvero reietto, caduto fuori dal sistema, dal mondo, ai confini della realtà.
                                                                                                        Pagina 15
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield: gli «elementi in gioco»

•   L’individuo
           • Diviso tra sistema sociale e persona

•   Le relazioni umane con il mondo
           • Divise tra realtà fisica e interiorità delle emozioni

•   La quotidianità
           • divisa tra ordine e disordine
           • Presenza e assenza
           • Tempo sociale e tempo soggettivo

    La massa
•
           • è il luogo dove queste differenze si catalizzano

     A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p.
     69-70.
                                                                                                        Pagina 16
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Wakefield

“   La motivazione psicologica di un caso di follia individuale si
    ribalta in descrizione veritiera dei meccanismi che governano i
    ritmi della metropoli ed i rapporti tra individuo e massa, tra
    interiorità ed esteriorità del vivere collettivo. La messa in scena di
    un fatto di cronaca si trasforma automaticamente in metafora della
    dimensione generale della società.




                                                                                                         ”
     A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p.
     65.
                                                                                                        Pagina 17
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: i misteri

“   Ci sono dei segreti che non permettono di essere svelati.
    Uomini muoiono nella notte nei loro letti, stringendo le
    mani di fantomatici confessori, guardando pietosamente
    negli occhi, muoiono con la disperazione nel cuore e la
    gola serrata a causa dell'orrore dei misteri che non
    permettono di essere svelati. Talvolta, ahimè!, la coscienza
    dell'uomo sopporta un fardello così pesante di orrore che
    può essere scaricato solo nella tomba. Così l'essenza di tutti
    i crimini resta sconosciuta.


                                                                      ”
     Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 1

                                                                     Pagina 18
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
   L’uomo della folla: Edgar Allan Poe

•Scritto da Edgar Allan Poe nel 1840
•Edgar A. Poe era nato, invece, a Boston, il 18 gennaio del 1809
           • muore nel 1949
•Scrive tra ai primi racconti dei generi del
     • Terrore e orrore
        • Tra il 1837 e il 1838 scrive Storia di Arthur Gordon Pym (The Narrative of
          Arthur Gordon Pym), che viene pubblicato nel 1838. Si tratta di uno dei
          libri più famosi di Poe, e tra i più rappresentativi della sua narrativa del
          terrore.
     • Poliziesco
        • Nel 1841, per il Gift ed il Graham’s Magazine, scrive Gli omicidi della Rue
          Morgue, «considerato da molti il racconto capostipite del genere
          poliziesco».
           •   «In esso compare per la prima volta il personaggio del detective criminologo Auguste Dupin,
               antesignano di quegli investigatori 'deduttivi' che avranno in Sherlock Holmes il più celebre
               rappresentante».

                                                                                                       Pagina 19
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: la narrazione

•   Il racconto di Poe è una rappresentazione fantastica
            • Quello di Hawthorne mirava ad una rappresentazione verosimile

•   È scritto in prima persona, «è narrato dal testimone»
            • Quello di Hawthorne è narrato dalla parte del protagonista

•   Poe “si getta nella folla”
            • Non c’è nessun distacco o «individualismo psicologico»
            • Non cerca il nome o le motivazioni del protagonista

•   «Dall’ironia si passa alla tragedia del destino moderno»
            • Così completa «l’opera di mitologizzazione»



     A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p.
     71-72.
                                                                                                        Pagina 20
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: lo sguardo

“   Non mi ero mai trovato, in quel particolare momento della sera, nella
    disposizione d'animo in cui mi trovavo allora, e il mareggiare in tumulto
    di quella folla di teste umane mi empiva d'una deliziosa e fresca
    emozione. Per modo ch'io cessai affatto di prendere un qualsiasi interesse
    a ciò che accadeva nel caffè e mi concentrai, per contro, su quel che
    vedevo accadere di fuori.
    Le mie osservazioni furono, da principio, astratte e generiche. Cominciai
    col considerare i passanti sotto il loro aspetto di massa e avendo la mente
    solo ai loro rapporti collettivi. Ma venni dipoi, e gradualmente, ai
    particolari e m'applicai in un minuto esame allo scopo di vagliare la
    diversità dei tipi dai loro vestiti, dall'aspetto, dall'andatura, dai volti e
    dall'espressione, infine, delle loro fisionomie.


                                                                                     ”
     Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 245.

                                                                                    Pagina 21
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: il testimone

    Lo sguardo del testimone è quello del cittadino delle nascenti metropoli:
•
            • Prima incapace di «guardare i dettagli» (p. 2)
            • Poi comincia a riconoscere le diversità: lo sguardo si fa «attento e
                specializzato»
            • Riconosce tipologie, «scale sociali» e comportamenti
            • Infine sente la necessità di entrare nella folla per comprenderne il
                mistero

•   È attratto da «quello spettacolo»
            • che gli passa «rapidamente dinnanzi alla vetrina»(245)




     A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p.
     73.
                                                                                                        Pagina 23
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: un vecchio

“   Avevo la fronte incollata al vetro e me ne stavo da
    null'altro occupato che da quella bizzarra rassegna,
    allorché la fisionomia d'un vecchio di sessantacinque o
    settant'anni attirò la mia attenzione, per l'assoluta
    singolarità della sua espressione. Non rammentavo d'aver
    mai veduto una cosa del genere. Com'ebbi posato lo
    sguardo su quel volto, il primo pensiero che attraversasse
    il mio cervello fu che se Retszch lo avesse incontrato,
    subito ne avrebbe fatto un modello per le sue
    rappresentazioni pittoriche del demonio.

                                                                  ”
    Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 246.

                                                                 Pagina 24
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: un vecchio

“   Nell'atto medesimo che io compivo di guardarlo, le più
    stravaganti immagini di genio e d'avarizia, di cupidigia e di
    avidità, di malizia, di circospezione, di ferocia, d'orgoglio, di
    gioia, di panico e infine di intensa e suprema disperazione, mi
    invasero, in frotta disordinata, la mente, nel mentre ch'io mi
    sforzavo, invano, di penetrarne il significato. D'un subito mi
    sentii più che mai sveglio e soggiogato. «Quale furiosa storia non
    è suggellata in quel petto!», mi dissi. E, compreso d'un desiderio
    ardente di non perdere di vista quell'uomo e di conoscere sul suo
    conto qualcosa di più, mi infilai il pastrano in un sol gesto,
    agguantai il cappello ed il bastone e mi lanciai nella strada,
    aprendomi a fatica una via nella calca nella stessa direzione in cui
    quegli sembrava essere scomparso.


                                                                            ”
     Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 246.

                                                                           Pagina 25
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: un vecchio

•   Quel volto non è catalogabile, l’uomo «è straniero», insondabile
•   È (quindi) pericoloso
             • Gli abiti sono «sudici», «a brandelli» (246)
             • Seguirlo comunica «lo squisito piacere del rischio» (247) e «curiosità»
                (248)

•   Appare muoversi senza meta
             • «Visitò tutte le botteghe, una dopo l'altra, e nondimeno non contrattò nulla, né
                pronunziò alcuna parola, ma solo buttò sulla merce uno sguardo smarrito e
                assente.» (248)

•   Quando rimane solo cambia espressione
             • «Di profonda angoscia», «inquietudine». S’intristisce, «sbianca».
             • È un’anima disperata
                                                                                          Pagina 26
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    L’uomo della folla: alla fine

“   «Questo vecchio», dissi alla fine, «ha l'impronta e il genio
    del crimine. Rifiuta di essere solo. È l'uomo della folla.»
    Sarebbe inutile continuare a seguirlo perché non avrei più
    nulla da apprendere su di lui e sulle sue reazioni. Il
    peggiore cuore del mondo è un libro più grande di
    Hortulus Anima**, e forse è una delle grandi misericordie di
    Dio che «es lässt sich nicht lesen»**.




                                                                                                          ”
     Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 7. * Hortulus Animae cun Oratiunculis Aliquibus superadditis, di
     Grunninger. ** «che non si lasci leggere».
                                                                                                       Pagina 27
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    La metropoli e la vita dello spirito

“   Così il tipo metropolitano – che naturalmente è circondato da mille
    modificazioni individuali – si crea un organo di difesa contro lo
    sradicamento di cui lo minacciano i flussi e le discrepanze del suo
    ambiente esteriore: anziché con l’insieme dei sentimenti, reagisce
    essenzialmente con l’intelletto, di cui il potenziamento della
    coscienza, prodotto dalle medesime cause, è il presupposto
    psichico […]. Questo intellettualismo, che intendiamo come una
    difesa della vita soggettiva contro la violenza della metropoli, si
    ramifica e si interseca con altri fenomeni.


                                                                           ”
     Georg Simmel, La metropoli e la vita dello spirito.

                                                                          Pagina 28
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
     Parigi capitale del XIX secolo


     Fourier o le gallerie
1.

     Daguerre e i panorami
2.

     Grandville o le esposizioni universali
3.

     Luigi Filippo o l’«intérieur»
4.

     Baudelaire o le strade di Parigi
5.

     Haussmann o le barricate
6.




     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi anche in Parigi. La capitale del XIX
     secolo, Einaudi,(2 vol.)
                                                                                                       Pagina 29
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: le galerie

“   La maggior parte dei passages parigini sorge nei quindici
    anni dopo il 1822. [...] Essi sono i precursori dei grandi
    magazzini. Era allora che Balzac scriveva: «Le grand
    poeme de l’etage chante ses strophes de couleur depuis la
    Madeleine jasqu’a’ la porte Saint-Denis*». Le gallerie sono
    un centro del commercio di articoli di lusso. Nel loro
    arredamento l’arte entra al servizio del commerciante. I
    contemporanei non si stancano di ammirarle.




                                                                                                      ”
    W, Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 145. *Il grande poema del piano
    canta le sue note di colore dalla Madeleine fino a porte Saint-Denis.
                                                                                                      Pagina 30
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: le galerie

•   Fiorente mercato tessile (prima condizione)
•   L’arte e’ al servizio del commerciante
•   Sono i precursori del grande magazzino
•   Sede della prima illuminazione a gas
•   Inizi della costruzione in ferro (seconda condizione)
             •   «per la prima volta nella storia appare, col ferro, un materiale di costruzione
                 artificiale»
             •   Ha impulso con lo sviluppo della locomotiva
•   Emerge l’«energica tendenza a distanziarsi dall’invecchiato - e cioè dal passato
    più recente»
             •   Nell’utopia di Fourier il «Falansterio e’ una città di gallerie»




     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 145-148.

                                                                                              Pagina 31
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: i panorami

•   «Il punto culminante della preparazione dei panorami coincide con
    l’apparizione delle gallerie»
             •   Si cercano gli espedienti tecnici per fornire una perfetta imitazione della
                 natura.
•   Sono espressione di un «nuovo sentimento della vita»
             •   Il cittadino cerca di «importare il paesaggio nella città»
             •   Nei panorami la città si «amplia a paesaggio»
             •   La superiorità politica del cittadino si manifesta nel corso del secolo
•   La fotografia:
             •   Innovazione tecnica che provoca discussioni tra gli artisti sul suo valore estetico
                 (all’inizio la usano gli artisti d’avanguardia)
             •   «conduce al vasto ceto professionale dei ritrattisti in miniatura»
             •   «diminuisce il valore informativo della pittura»
             •   Contribuisce ad estendere l’ambito mercantile offrendo «personaggi, scene e
                 avvenimenti» prima inutilizzabili
     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaud, p. 148-150.

                                                                                             Pagina 32
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: le esposizioni universali

•   «Le esposizioni universali sono luoghi di pellegrinaggio al feticcio
    merce».
             •   La classe operaia «e’ in primo piano come cliente»

             •   «L’ambito dell’industria del divertimento non si e’ ancora formato»: fa «tutt’uno con la festa
                 popolare»

             •   «trasfigurano il valore di scambio delle merci»

                          •   «creano un ambito in cui il loro valore d’uso passa in secondo piano»

                          •   «inaugurano una fantasmagoria in cui l’uomo entra per lasciarsi distrarre»

                          •   La parola re’clame nasce in questo periodo




     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaud, p. 150- 152.

                                                                                                           Pagina 33
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: le esposizioni universali

•   La moda:
            •    prescrive il rituale secondo cui va adorato il feticcio della merce

            •    e’ in conflitto con l’organico; accopia l’organico il corpo vivente all’inorganico

                 Il feticismo che e’ alla base del sex-appeal dell’inorganico
            •


•   1867: Parigi si conferma capitale del lusso e delle mode
            •    Offenbach detta il ritmo della vita parigina

            •    L’operetta e’ l’utopia ironica di un dominio permanente del capitale




     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaud, p. 150- 152.

                                                                                                      Pagina 34
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: l’inte’rieur


•   «Sotto Luigi Filippo l’uomo privato fa il suo ingresso sulla scena
    storica».
             •   Estensione del sistema democratico e del «diritto elettorale»

•   «Per il privato lo spazio vitale entra per la prima volta in
    contrasto con il luogo di lavoro»
          Nel modo di «foggiare il suo ambiente privato» reprime
      •
             •   le considerazioni d’affari e
             •   Le riflessioni di ordine sociale

          Raccoglie «il lontano e il passato»
      •




     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 153-154.

                                                                                              Pagina 35
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: l’intérieur


    Digressione sullo stile liberty
•
             •   «Sembra condurre l’intérieur al suo compimento»
             •   «la casa appare come espressione della personalità»
             •   Ma, «nell’ornamento» si sforza di “riconquistare all’arte” le forme artitettoniche e
                 tecniche

•   «Il collezionista e’ il vero inquilino dell’intérieur»
             •   «Dove le cose sono libere dalla schiavitù dell’essere utili»

•   Non e’ solo l’universo, ma anche la custodia dell’uomo privato
          «Abitare significa lasciare impronte»
      •

•   Racconti polizieschi



     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 153-154.

                                                                                                        Pagina 36
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: le strade


•   «Per la prima volta in Baudelaire, Parigi diventa oggetto di poesia lirica»
    «Lo sguardo del flâneur».
•
             •   Non si sente a suo agio ne’ nella grande città ne’ nella borghesia
             •   «Cerca un asilo nella folla»
    «Il magazzino e’ l’ultima avventura del flâneur»
•
             •   Comincia già a «familiarizzarsi col mercato»
    L’ultimo viaggio del flâneur e’ «la morte. La sua meta: il nuovo».
•
             •   «La novità e’ una qualità indipendente dal valore d’uso della merce»
             •   «E’ la quintessenza della falsa coscienza, di cui la moda e’ l’agente
                 infaticabile»
    L’arte per l’arte cerca di «preservare l’arte dallo sviluppo della tecnica»
•


     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 155-157.

                                                                                              Pagina 37
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo: Haussmann


•   «Nobilitare necessità tecniche con finalità artistiche»
             •   «L’ideale urbanistico di Haussmann erano gli scorci prospettici attraverso lunghe
                 fughe di viali»
             •   Il dominio mondano e spirituale della borghesia trova l’apoteosi nella «cornice
                 delle grandi arterie stradali»




     W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 157-159.

                                                                                              Pagina 38
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli
    Parigi capitale del XIX secolo

“   Lo sviluppo delle forze produttive ha distrutto i sogni e gli
    ideali del secolo scorso. […] ha emancipato, nell’Ottocento,
    le varie forme creative dall’arte […]. Comincia
    l’architettura come costruzione tecnica. Segue la
    riproduzione della natura nella fotografia. La creazione
    fantastica si prepara a diventare pratica come grafica
    pubblicitaria. La letteratura si sottomette al montaggio nel
    feuilleton. Tutti questi prodotti sono in procinto di
    trasferirsi come merci sul mercato. Ma sono ancora sulla
    soglia.

                                                                                          ”
    W, Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 160.

                                                                                         Pagina 39
    Teorie della comunicazione - Marco Binotto
La metropoli e le sue folle
    Parigi. La capitale del XIX secolo

“   E’ lo sguardo del flâneur, il cui modo di vivere avvolge ancora di
    un’aura conciliante quello futuro, sconsolante, dell’abitante della
    città. Il flâneur è ancora alle soglie, sia della grande città che della
    borghesia […]. Alle fantasmagorie dello spazio, a cui si abbandona
    il flâneur, corrispondono quelle del tempo, in cui si perde il
    giocatore.




                                                                                ”
     Walter Benjamin, La capitale del XIX secolo.

                                                                               Pagina 40
     Teorie della comunicazione - Marco Binotto
Teorie della comunicazione di massa

Fine della presentazione




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Archeologia Della Società Di Massa Ver 3.3 Teorie Marcobinotto

  • 1. Archeologia della società di massa Corso di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa Marco Binotto Sede di Pomezia – Secondo semestre 2006-2007
  • 2. Sommario Archeologia della società di massa 1. L’approccio storico 2. La metropoli e le sue folle • Prime letture • Wakefield • L’uomo della folla: i misteri • Parigi 3. La metropoli 4. L’industria culturale Pagina 2 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 3. Archeologia della società di massa L’approccio storico Corso di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa Marco Binotto Sede di Pomezia – Secondo semestre 2006-2007
  • 4. L’approccio storico «L’eredità nascosta» “ Parallelamente alla ricerca amministrativa si sviluppa un altro filone di ricerca che, partendo da Simmel attraversa la Scuola di Chicago e giunge fino ai cultural studies britannici [...]. Si tratta di un percorso che è stato riscoperto solo da pochi anni, nascosto – quasi clandestino – rispetto al grande successo della communication research statunitense e della ricerca amministrativa. ” M. Sorice, Le comunicazioni di massa. Storia, teorie, tecniche,Editori Riuniti, Roma 2000, p.36. Pagina 4 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 5. L’approccio storico «L’eredità nascosta» di Georg Simmel • Nato a Berlino, il 1 marzo 1858 e morto a Strasburgo il 28 settembre 1918 • Si occupa di filosofia e sociologia. In particolare di • Metropoli • Differenziazione sociale (la totalità non può essere colta, divisione del lavoro) • Filosofia del denaro (scambio, relazione, interazione) • Dallo studio della vita metropolitana si ispira una vera e propria «sociologia della vita quotidiana». • Opere principali: • 1890 La differenziazione sociale • 1892 Il problema della filosofia nella storia • 1900 Filosofia del denaro • 1908 Sociologia • 1918 Il conflitto della cultura moderna M. Sorice, Le comunicazioni di massa. Storia, teorie, tecniche,Editori Riuniti, Roma 2000, p.36. Pagina 5 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 6. Archeologia della società di massa La metropoli e le sue folle Corso di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa Marco Binotto Sede di Pomezia – Secondo semestre 2006-2007
  • 7. La metropoli e le sue folle Prime letture 1. Nathaniel Hawthorne Wakefield (1835) 2. Edgar Allan Poe L’uomo della folla (1840) 3. Georg Simmel La metropoli e la vita dello spirito (1903) 4. Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo (1925-35) James Ensor, Autoritratto con maschere , 1899. Pissarro, Boulevard des Capucins Pagina 7 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 8. La metropoli e le sue folle Wakefield “ Un uomo capriccioso concepisce il proposito di abbandonare la moglie e risiedere incognito, per vent’anni, nelle immediate vicinanze della sua casa. Qualcosa del genere è veramente accaduto a Londra. La forza del racconto di Hawthorne consiste nell’analisi dei motivi che devono o potrebbere avere spinto il marito a una simile follia, in primo luogo, con le possibili cause della sua perseveranza. ” E. A. Poe, “Graham’s Magazine” (1842). Pagina 8 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 9. La metropoli e le sue folle Wakefield: il racconto Può essere considerato «l’immediato antecedente» de L’uomo della folla • • Scritto nel 1835 negli Stati Uniti • Il centro di interesse è “l’analisi dei motivi” • Ma i motivi non spiegano le azioni • Un paradigma indiziario. C’è un «mistero da svelare» Segreti «che non su lasciano rilevare», leggere. • • «Operazione mitologica dunque. Wakefield celebra la mitologizzazione dell’uomo metropolitano». (p. 65) A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p. 64-65. Pagina 9 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 10. La metropoli e le sue folle Wakefield: il protagonista “ Che tipo di uomo era Wakefield? [...] Era allora nel fiore degli anni; i suoi slanci coniugali, mai troppo intensi, si erano adagiati in un sentimento calmo ed abitudinario; di tutti i mariti, è probabile che lui sia stato il più fedele, perché una certa inerzia manteneva in riposo le sue capacità affettive, dovunque avesse dovuto volgerle. Era un intellettuale, ma non troppo attivo; la sua mente si perdeva in lunghe e oziose meditazioni, che non tendevano ad alcuno scopo ben definito, ne avrebbero avuto il vigore per conseguirlo; i suoi pensieri erano di rado così attivi da potersi tradurre in parole. ” Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 3. Pagina 10 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 11. La metropoli e le sue folle Wakefield: il protagonista “ Se ai suoi amici fosse stato chiesto quale era, in tutta Londra, l'uomo che più sicuramente nulla avrebbe fatto oggi da poter essere ricordato domani, tutti senza dubbio avrebbero pensato a Wakefield. ” Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 4. Pagina 11 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 12. La metropoli e le sue folle Wakefield: il protagonista • Wakefield è un «uomo qualunque» con sentimenti «noti, tradizionali, prevedibili». • Le più vicine – e mediane – al lettore. • I suoi atti sembrano essere «le reazioni fisiologiche di un uomo qualunque alla sensibilità metropolitana» • La folla di Londra «accoglie in sé Wakefield, lo ospita lo divide e insieme preserva, lo danna e insieme salva. [...] Massa e persona si fanno visibili l’una in mezzo dell’altra.» A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p. 65. Pagina 12 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 13. La metropoli e le sue folle Wakefield: …nella folla “ Ed ora la scena madre! [...] Proprio mentre l'uomo magro e la donna di buon carattere stanno passando, ha luogo un lieve intoppo, che porta le due persone a contatto l'una dell'altra. Le loro mani si sfiorano; la pressione della folla spinge il seno di lei contro la spalla di lui; i due si fermano, a faccia a faccia, guardandosi l'un l'altro negli occhi. Dopo dieci anni di separazione, cosi Wakefield incontra sua moglie! La folla li allontana, e li separa nettamente. La tranquilla vedova, riprendendo il passo abituale, avanza verso la chiesa, ma si ferma sotto il portale, e lancia uno sguardo perplesso lungo la strada.. ” Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 4. Pagina 13 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 14. La metropoli e le sue folle Wakefield: la narrazione • Lo stile è ironico • Enfatizza la meraviglia e il distacco • Il racconto del caso metropolitano «si fa saggio critico» sulla doppia vita del protagonista • L’ironia gioca appunto tra queste due cornici L’intera vicenda è «comica, grottesca, immotivata»: freak. • • È incredibile per il senso comune, la ragione e il dover essere • È, quindi, «azione rituale e magica» • La conclusione del racconto ne rende esplicita l’intenzione morale, la lezione di vita: A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p. 65. Pagina 14 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 15. La metropoli e le sue folle Wakefield: la conclusione “ Nell'apparente confusione del nostro mondo misterioso, vi sono individui che tanto esattamente si adattano ad un sistema, e i sistemi l'uno all'altri e ad un tutto organico, che, se compie per solo un momento un passo falso, un uomo si espone al terribile rischio di perdere per sempre il proprio posto. Come Wakefield, egli può trasformarsi, per così dire, nel fuorilegge dell'universo. ” Nathaniel Hawthorne, Wakefield, 1835, p. 19. Nota: «Fuorilegge dell’universo» nell’originale è «the outcast of the Universe», ovvero reietto, caduto fuori dal sistema, dal mondo, ai confini della realtà. Pagina 15 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 16. La metropoli e le sue folle Wakefield: gli «elementi in gioco» • L’individuo • Diviso tra sistema sociale e persona • Le relazioni umane con il mondo • Divise tra realtà fisica e interiorità delle emozioni • La quotidianità • divisa tra ordine e disordine • Presenza e assenza • Tempo sociale e tempo soggettivo La massa • • è il luogo dove queste differenze si catalizzano A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p. 69-70. Pagina 16 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 17. La metropoli e le sue folle Wakefield “ La motivazione psicologica di un caso di follia individuale si ribalta in descrizione veritiera dei meccanismi che governano i ritmi della metropoli ed i rapporti tra individuo e massa, tra interiorità ed esteriorità del vivere collettivo. La messa in scena di un fatto di cronaca si trasforma automaticamente in metafora della dimensione generale della società. ” A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p. 65. Pagina 17 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 18. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: i misteri “ Ci sono dei segreti che non permettono di essere svelati. Uomini muoiono nella notte nei loro letti, stringendo le mani di fantomatici confessori, guardando pietosamente negli occhi, muoiono con la disperazione nel cuore e la gola serrata a causa dell'orrore dei misteri che non permettono di essere svelati. Talvolta, ahimè!, la coscienza dell'uomo sopporta un fardello così pesante di orrore che può essere scaricato solo nella tomba. Così l'essenza di tutti i crimini resta sconosciuta. ” Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 1 Pagina 18 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 19. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: Edgar Allan Poe •Scritto da Edgar Allan Poe nel 1840 •Edgar A. Poe era nato, invece, a Boston, il 18 gennaio del 1809 • muore nel 1949 •Scrive tra ai primi racconti dei generi del • Terrore e orrore • Tra il 1837 e il 1838 scrive Storia di Arthur Gordon Pym (The Narrative of Arthur Gordon Pym), che viene pubblicato nel 1838. Si tratta di uno dei libri più famosi di Poe, e tra i più rappresentativi della sua narrativa del terrore. • Poliziesco • Nel 1841, per il Gift ed il Graham’s Magazine, scrive Gli omicidi della Rue Morgue, «considerato da molti il racconto capostipite del genere poliziesco». • «In esso compare per la prima volta il personaggio del detective criminologo Auguste Dupin, antesignano di quegli investigatori 'deduttivi' che avranno in Sherlock Holmes il più celebre rappresentante». Pagina 19 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 20. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: la narrazione • Il racconto di Poe è una rappresentazione fantastica • Quello di Hawthorne mirava ad una rappresentazione verosimile • È scritto in prima persona, «è narrato dal testimone» • Quello di Hawthorne è narrato dalla parte del protagonista • Poe “si getta nella folla” • Non c’è nessun distacco o «individualismo psicologico» • Non cerca il nome o le motivazioni del protagonista • «Dall’ironia si passa alla tragedia del destino moderno» • Così completa «l’opera di mitologizzazione» A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p. 71-72. Pagina 20 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 21. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: lo sguardo “ Non mi ero mai trovato, in quel particolare momento della sera, nella disposizione d'animo in cui mi trovavo allora, e il mareggiare in tumulto di quella folla di teste umane mi empiva d'una deliziosa e fresca emozione. Per modo ch'io cessai affatto di prendere un qualsiasi interesse a ciò che accadeva nel caffè e mi concentrai, per contro, su quel che vedevo accadere di fuori. Le mie osservazioni furono, da principio, astratte e generiche. Cominciai col considerare i passanti sotto il loro aspetto di massa e avendo la mente solo ai loro rapporti collettivi. Ma venni dipoi, e gradualmente, ai particolari e m'applicai in un minuto esame allo scopo di vagliare la diversità dei tipi dai loro vestiti, dall'aspetto, dall'andatura, dai volti e dall'espressione, infine, delle loro fisionomie. ” Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 245. Pagina 21 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 22. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: il testimone Lo sguardo del testimone è quello del cittadino delle nascenti metropoli: • • Prima incapace di «guardare i dettagli» (p. 2) • Poi comincia a riconoscere le diversità: lo sguardo si fa «attento e specializzato» • Riconosce tipologie, «scale sociali» e comportamenti • Infine sente la necessità di entrare nella folla per comprenderne il mistero • È attratto da «quello spettacolo» • che gli passa «rapidamente dinnanzi alla vetrina»(245) A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del linguaggio televisivo, Costa & Nolan, Genova 1995, p. 73. Pagina 23 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 23. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: un vecchio “ Avevo la fronte incollata al vetro e me ne stavo da null'altro occupato che da quella bizzarra rassegna, allorché la fisionomia d'un vecchio di sessantacinque o settant'anni attirò la mia attenzione, per l'assoluta singolarità della sua espressione. Non rammentavo d'aver mai veduto una cosa del genere. Com'ebbi posato lo sguardo su quel volto, il primo pensiero che attraversasse il mio cervello fu che se Retszch lo avesse incontrato, subito ne avrebbe fatto un modello per le sue rappresentazioni pittoriche del demonio. ” Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 246. Pagina 24 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 24. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: un vecchio “ Nell'atto medesimo che io compivo di guardarlo, le più stravaganti immagini di genio e d'avarizia, di cupidigia e di avidità, di malizia, di circospezione, di ferocia, d'orgoglio, di gioia, di panico e infine di intensa e suprema disperazione, mi invasero, in frotta disordinata, la mente, nel mentre ch'io mi sforzavo, invano, di penetrarne il significato. D'un subito mi sentii più che mai sveglio e soggiogato. «Quale furiosa storia non è suggellata in quel petto!», mi dissi. E, compreso d'un desiderio ardente di non perdere di vista quell'uomo e di conoscere sul suo conto qualcosa di più, mi infilai il pastrano in un sol gesto, agguantai il cappello ed il bastone e mi lanciai nella strada, aprendomi a fatica una via nella calca nella stessa direzione in cui quegli sembrava essere scomparso. ” Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 246. Pagina 25 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 25. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: un vecchio • Quel volto non è catalogabile, l’uomo «è straniero», insondabile • È (quindi) pericoloso • Gli abiti sono «sudici», «a brandelli» (246) • Seguirlo comunica «lo squisito piacere del rischio» (247) e «curiosità» (248) • Appare muoversi senza meta • «Visitò tutte le botteghe, una dopo l'altra, e nondimeno non contrattò nulla, né pronunziò alcuna parola, ma solo buttò sulla merce uno sguardo smarrito e assente.» (248) • Quando rimane solo cambia espressione • «Di profonda angoscia», «inquietudine». S’intristisce, «sbianca». • È un’anima disperata Pagina 26 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 26. La metropoli e le sue folle L’uomo della folla: alla fine “ «Questo vecchio», dissi alla fine, «ha l'impronta e il genio del crimine. Rifiuta di essere solo. È l'uomo della folla.» Sarebbe inutile continuare a seguirlo perché non avrei più nulla da apprendere su di lui e sulle sue reazioni. Il peggiore cuore del mondo è un libro più grande di Hortulus Anima**, e forse è una delle grandi misericordie di Dio che «es lässt sich nicht lesen»**. ” Edgar Allan Poe, L’uomo della folla (1840), p. 7. * Hortulus Animae cun Oratiunculis Aliquibus superadditis, di Grunninger. ** «che non si lasci leggere». Pagina 27 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 27. La metropoli e le sue folle La metropoli e la vita dello spirito “ Così il tipo metropolitano – che naturalmente è circondato da mille modificazioni individuali – si crea un organo di difesa contro lo sradicamento di cui lo minacciano i flussi e le discrepanze del suo ambiente esteriore: anziché con l’insieme dei sentimenti, reagisce essenzialmente con l’intelletto, di cui il potenziamento della coscienza, prodotto dalle medesime cause, è il presupposto psichico […]. Questo intellettualismo, che intendiamo come una difesa della vita soggettiva contro la violenza della metropoli, si ramifica e si interseca con altri fenomeni. ” Georg Simmel, La metropoli e la vita dello spirito. Pagina 28 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 28. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo Fourier o le gallerie 1. Daguerre e i panorami 2. Grandville o le esposizioni universali 3. Luigi Filippo o l’«intérieur» 4. Baudelaire o le strade di Parigi 5. Haussmann o le barricate 6. W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi anche in Parigi. La capitale del XIX secolo, Einaudi,(2 vol.) Pagina 29 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 29. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: le galerie “ La maggior parte dei passages parigini sorge nei quindici anni dopo il 1822. [...] Essi sono i precursori dei grandi magazzini. Era allora che Balzac scriveva: «Le grand poeme de l’etage chante ses strophes de couleur depuis la Madeleine jasqu’a’ la porte Saint-Denis*». Le gallerie sono un centro del commercio di articoli di lusso. Nel loro arredamento l’arte entra al servizio del commerciante. I contemporanei non si stancano di ammirarle. ” W, Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 145. *Il grande poema del piano canta le sue note di colore dalla Madeleine fino a porte Saint-Denis. Pagina 30 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 30. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: le galerie • Fiorente mercato tessile (prima condizione) • L’arte e’ al servizio del commerciante • Sono i precursori del grande magazzino • Sede della prima illuminazione a gas • Inizi della costruzione in ferro (seconda condizione) • «per la prima volta nella storia appare, col ferro, un materiale di costruzione artificiale» • Ha impulso con lo sviluppo della locomotiva • Emerge l’«energica tendenza a distanziarsi dall’invecchiato - e cioè dal passato più recente» • Nell’utopia di Fourier il «Falansterio e’ una città di gallerie» W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 145-148. Pagina 31 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 31. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: i panorami • «Il punto culminante della preparazione dei panorami coincide con l’apparizione delle gallerie» • Si cercano gli espedienti tecnici per fornire una perfetta imitazione della natura. • Sono espressione di un «nuovo sentimento della vita» • Il cittadino cerca di «importare il paesaggio nella città» • Nei panorami la città si «amplia a paesaggio» • La superiorità politica del cittadino si manifesta nel corso del secolo • La fotografia: • Innovazione tecnica che provoca discussioni tra gli artisti sul suo valore estetico (all’inizio la usano gli artisti d’avanguardia) • «conduce al vasto ceto professionale dei ritrattisti in miniatura» • «diminuisce il valore informativo della pittura» • Contribuisce ad estendere l’ambito mercantile offrendo «personaggi, scene e avvenimenti» prima inutilizzabili W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaud, p. 148-150. Pagina 32 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 32. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: le esposizioni universali • «Le esposizioni universali sono luoghi di pellegrinaggio al feticcio merce». • La classe operaia «e’ in primo piano come cliente» • «L’ambito dell’industria del divertimento non si e’ ancora formato»: fa «tutt’uno con la festa popolare» • «trasfigurano il valore di scambio delle merci» • «creano un ambito in cui il loro valore d’uso passa in secondo piano» • «inaugurano una fantasmagoria in cui l’uomo entra per lasciarsi distrarre» • La parola re’clame nasce in questo periodo W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaud, p. 150- 152. Pagina 33 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 33. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: le esposizioni universali • La moda: • prescrive il rituale secondo cui va adorato il feticcio della merce • e’ in conflitto con l’organico; accopia l’organico il corpo vivente all’inorganico Il feticismo che e’ alla base del sex-appeal dell’inorganico • • 1867: Parigi si conferma capitale del lusso e delle mode • Offenbach detta il ritmo della vita parigina • L’operetta e’ l’utopia ironica di un dominio permanente del capitale W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaud, p. 150- 152. Pagina 34 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 34. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: l’inte’rieur • «Sotto Luigi Filippo l’uomo privato fa il suo ingresso sulla scena storica». • Estensione del sistema democratico e del «diritto elettorale» • «Per il privato lo spazio vitale entra per la prima volta in contrasto con il luogo di lavoro» Nel modo di «foggiare il suo ambiente privato» reprime • • le considerazioni d’affari e • Le riflessioni di ordine sociale Raccoglie «il lontano e il passato» • W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 153-154. Pagina 35 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 35. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: l’intérieur Digressione sullo stile liberty • • «Sembra condurre l’intérieur al suo compimento» • «la casa appare come espressione della personalità» • Ma, «nell’ornamento» si sforza di “riconquistare all’arte” le forme artitettoniche e tecniche • «Il collezionista e’ il vero inquilino dell’intérieur» • «Dove le cose sono libere dalla schiavitù dell’essere utili» • Non e’ solo l’universo, ma anche la custodia dell’uomo privato «Abitare significa lasciare impronte» • • Racconti polizieschi W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 153-154. Pagina 36 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 36. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: le strade • «Per la prima volta in Baudelaire, Parigi diventa oggetto di poesia lirica» «Lo sguardo del flâneur». • • Non si sente a suo agio ne’ nella grande città ne’ nella borghesia • «Cerca un asilo nella folla» «Il magazzino e’ l’ultima avventura del flâneur» • • Comincia già a «familiarizzarsi col mercato» L’ultimo viaggio del flâneur e’ «la morte. La sua meta: il nuovo». • • «La novità e’ una qualità indipendente dal valore d’uso della merce» • «E’ la quintessenza della falsa coscienza, di cui la moda e’ l’agente infaticabile» L’arte per l’arte cerca di «preservare l’arte dallo sviluppo della tecnica» • W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 155-157. Pagina 37 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 37. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo: Haussmann • «Nobilitare necessità tecniche con finalità artistiche» • «L’ideale urbanistico di Haussmann erano gli scorci prospettici attraverso lunghe fughe di viali» • Il dominio mondano e spirituale della borghesia trova l’apoteosi nella «cornice delle grandi arterie stradali» W. Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 157-159. Pagina 38 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 38. La metropoli Parigi capitale del XIX secolo “ Lo sviluppo delle forze produttive ha distrutto i sogni e gli ideali del secolo scorso. […] ha emancipato, nell’Ottocento, le varie forme creative dall’arte […]. Comincia l’architettura come costruzione tecnica. Segue la riproduzione della natura nella fotografia. La creazione fantastica si prepara a diventare pratica come grafica pubblicitaria. La letteratura si sottomette al montaggio nel feuilleton. Tutti questi prodotti sono in procinto di trasferirsi come merci sul mercato. Ma sono ancora sulla soglia. ” W, Benjamin, Parigi. La capitale del XIX secolo in Angelus Novus, Einaudi, p. 160. Pagina 39 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 39. La metropoli e le sue folle Parigi. La capitale del XIX secolo “ E’ lo sguardo del flâneur, il cui modo di vivere avvolge ancora di un’aura conciliante quello futuro, sconsolante, dell’abitante della città. Il flâneur è ancora alle soglie, sia della grande città che della borghesia […]. Alle fantasmagorie dello spazio, a cui si abbandona il flâneur, corrispondono quelle del tempo, in cui si perde il giocatore. ” Walter Benjamin, La capitale del XIX secolo. Pagina 40 Teorie della comunicazione - Marco Binotto
  • 40. Teorie della comunicazione di massa Fine della presentazione © Some right reserved - È consentita la riproduzione, parziale o totale dell’opera e la sua diffusione in via telematica purché non sia a scopo commerciale e a condizione che sia riportata la fonte e l’autore (www.creativecommons.it). www.terzacomunicazione.org/marcobinotto - marco.binotto@uniroma1.it