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SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
A cura di Leonardo Soresi
©UTMB®-photoAlexandreGirbal
14 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
S
ettima edizione per l’Oscar del Trail che Spirito Trail assegna
dal 2011. 2.308 votanti, sei giurati, un’intera redazione che
si è accapigliata per scegliere i propri beniamini. E poi loro,
gli atleti, che abbiamo seguito per tutto l’anno sui sentieri di tutto
il mondo. Quest’anno abbiamo deciso di limitare le nominations,
solo 7 per ogni categoria.
Il trionfatore dell’anno è François D’Haene, che si porta a casa due
statuette, ma soprattutto la consapevolezza che sulla distanza
di cento miglia è lui il riferimento per tutti. Per gli addetti ai
lavori la vittoria di D’Haene sta anche a significare che non è più
il tempo dei divoratori di chilometri, una gara dietro l’altra, ma
occorre pianificare la stagione, e seguire con scrupolo il proprio
programma. Quattro gare e quattro vittorie. Scacco matto.
Prendi e porta a casa. E François fa così ormai da tre anni, senza
inseguire vittorie inutili o il bisogno di apparire sui social. n
LA GIURIA TECNICA
Sergio Garasa Mayayo:
autore di carrerasdemontana.com
Bryon Powell:
riferimento internazionale con il suo
sito Irunfar.com
Paolo Germanetto:
commissario tecnico della nazionale
italiana di Trail
Fulvio Massa:
giornalista, organizzatore (Porte di
Pietra)
Enrico Pollini:
organizzatore (Ultraberiscus,
Transd’Havet) e rappresentante
italiano in Itra
Maurizio Torri:
la mente dietro a sportdimontagna.
com
Redazione di Spirito Trail
TEMPO
DI OSCAR
16 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
Redazione ST
Dopo una pacifica discussione
redazionale, che ha lasciato a terra più
di un ferito, ecco chi ci ha emozionato
in questo 2017.
Tra gli uomini, era difficile non votare
François D’Haene, eppure i due soliti
sovversivi ce l’hanno fatta. Ma sono
stati prontamente zittiti, perché quello
che ha fatto quest’anno D’Haene è
stato semplicemente superlativo. Il
duello con Kilian all’UTMB, con gli altri
che stanno a guardare da distante, è
stato probabilmente uno dei momenti
più alti del trail running di sempre.
Sono anni che François non sbaglia
un colpo, e con il FKT sul John Muir
Trail ha davvero messo la ciliegina su
una stagione fantastica. Kilian? Paga
l’averle prese per una volta. Ma forse in
troppi dimenticano che ha comunque
stravinto l’Hardrock con un braccio al
collo. Ed è salito due volte sulla cima
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
Miglior
Trailer
UomoFrançois D’Haene
dell’Everest in una settimana. Forse.
E occhio a Tollefson: spunta in alto
nella classifica di quasi tutti, il ciuffo di
Mammoth ha lasciato il segno anche in
Europa...
Sergio Garasa Mayayo
Primo posto per François D’Haene: ha
dominato l’UTMB e vinto gare come
Madeira, Maxi-Race di Annecy, Verbier.
In più un grande FKT al John Muir
Trail. Ha tenuto un livello altissimo
per tutto l’anno. Secondo posto per
Kilian Jornet: è tornato alle 100 miglia
in grande stile, sfidando apertamente
l’élite del Trail all’UTMB, gara che è
risultata un duello tra lui e D’Haene.
In più c’è la sua vittoria alla Hardrock
nonostante l’infortunio durante la gara.
Risultati rilevanti, che spiccano tra le
altre vittorie di quest’anno come Mont
Blanc Marathon e Sierre-Zinal.
Terzo posto per Luis Alberto Hernando:
F
rançois D’Haene vince l’Oscar
del Trail 2017. Come poteva
essere altrimenti dopo aver
messo in fila tutti, Kilian compreso,
all’Ultra Trail du Mont Blanc. È il
suo secondo Oscar, dopo quello
vinto nel 2014, ma questa volta
non ha convinto solo la giuria
tecnica, ma ha conquistato anche
il voto popolare. A Kilian non è
bastato salire due volte in cima al
tetto del mondo in una settimana,
né vincere una Hardrock con la
spalla lussata: deve accontentarsi
del secondo posto. Terzo un altro
spagnolo, Luis Alberto Hernando,
nuovamente campione del mondo,
lontanissimo però dai primi due nel
voto “popolare”.
seconda vittoria consecutiva nel
campionato mondiale di Trail. Primo in
Portogallo nel 2016 su 80 km e primo a
Badia Prataglia in una 50 km veloce che
non si addiceva alle sue caratteristiche.
Contando Annecy 2015 è il terzo podio
consecutivo. Più tante altre vittorie in
gare come Transvulcania 42 k, High
Trail Vanoise 68 k, the Rut 50 k. Un
atleta ad alto livello per tutto l’anno e
su tutte le corse più corte di 100 km.
Bryon Powell
François ha vinto la 100 miglia più
competitive della storia e le gare più
competitive della stagione, battendo
molti degli atleti nominati per questo
premio. Senza dubbio è il migliore
dell’anno con Kilian secondo e Luis
Alberto Hernando terzo.
Paolo Germanetto
François D’Haene è il mio Oscar 2017,
risultati finali:
1. François D’Haene 41,38%
2. Kilian Jornet 	 30,66%
3. Luis A. Hernando 16,49%
i candidati
Pau Capell
François D’Haene
Javier Dominguez
Luis Alberto Hernando
Kilian Jornet
Ryan Sandes
Tim Tollefson
©UTMB®-photoFranckOddoux
©UTMB®-photoFranckOddoux
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
perché ha vinto l’UTMB contro Kilian,
facendolo arrivare al traguardo “cotto”
comenonmai.Perchéhaprogrammato
l’evento, focalizzando tutto su
Chamonix, rinunciando a molto altro.
Perché è forse sì, anche un po’ freddo
e meno e social di altri, ma proprio
per questo riporta la concretezza dei
valori tecnici al primo posto. È stato il
più forte dove voleva e dove contava.
Non lo scrive lui, lo cantano gli altri: il
miglior racconto è sempre terzo, non è
mai autobiografico. Almeno, così, a me
piace continuare a pensare. Anche un
po’ controcorrente...
Secondo posto per Luis Alberto
Hernando, perché un bis iridato, su
distanze diverse, vale davvero tanto.
Come D’Haene ha confermato che, là
davanti, checché se ne dica, i migliori
ormai programmano e finalizzano. Si
perde un po’ di poesia, si fanno scelte
mirate, correndo il rischio di rinunciare
a molte uscite e poi bucare anche la
gara programmata: anche per questo,
bravo, bravi.
Terzo Kilian, perché sul podio ci deve
comunque stare. In fondo, anche la
sconfitta patita all’UTMB contribuisce
a disegnare i contorni del suo “mito”.
Sotto un punto di vista strettamente
tecnico, io continuo a preferire il Kilian
che non si cura del suo personaggio,
ma che cerca il confronto anche là
dove sa che potrebbe andargli male:
il Kilian dello sci alpinismo, il Kilian
delle mitiche sfide con De Gasperi, il
Kilian delle Sierre-Zinal vinte e perse,
il Kilian dell’UTMB chiuso al secondo
posto.
Fulvio Massa
Primo posto per François D’Haene.
Nonostante il trail running presenti
tutta una serie di situazioni irregolari
e poco codificabili, mi piace pensare
a un campione che sia in grado di
gestire il suo talento attraverso una
programmazione della stagione seria
e ponderata e per questo motivo anche
quest’anno François si è dimostrato
implacabile. Aprile, maggio, luglio
e agosto, al signore dell’Ultra Trail
Running sono bastate quattro gare,
quattro mosse per dare scacco
matto alla stagione. Una sequenza
studiata per esaltare la performance e
dimostrare che si può correre a lungo
e velocemente.
Argento per Kilian Jornet. Gareggia
meno perché distribuisce la sua vita
sportiva tra Alpinismo, Skyalp e Trail,
ma quando decide di correre dice
sempre la sua, e a voce alta. Forse
ricordiamo maggiormente la Hardrock
vinta con un solo braccio o la seconda
posizione alla UTMB, ma a me sono
rimaste impresse la vittoria di Sierre
Zinal dove si è imposto in una gara
di estrema intensità su avversari di
altissimo valore e la vittoria alla Ultra
Pireneu in cui ha coperto 44,8 km e
2400 m+ alla media di 5/km.
Bronzo per Luis Alberto Hernando.
Una macchina vincente, dove
gareggia vince. Ha impostato la sua
stagione in direzione del Mondiale di
Badia Prataglia, lo ha preparato con
professionalità e umiltà e lo ha vinto
con determinazione.
Enrico Pollini
Vado controcorrente e scelgo Luis
Alberto Hernando per la sua capacità
di programmare una stagione con
pochissime gare obiettivo e rispettare
l’impegno, rimettendo per la seconda
volta in riga una squadra di bleues
indiavolati al mondiale, da solo e per
di più in una distanza non proprio
congeniale, bisogna avere non solo
talento, ma anche metodo e passione,
miscelati nella giusta dose: campeon
do mundo!
Argento per Kilian Jornet, che
accompagno con un aggettivo che
trascende qualsiasi considerazione
tecnica: poliedrico.
Due volte sull’Everest in una settimana,
pur senza un record eclatante ma
solo con dei distinguo da cultori della
materia, e poi il ritorno a una stagione
di trail che ha mostrato il lato umano
prima delle vittorie o dei piazzamenti,
lo consacrano definitivamente alla
mitologia.
Il mio bronzo personale va a Javier
Dominguez perché il Tor Des Geants
non è una gara, non è una prova di
atletica comparabile con altre, il Tor
è un viaggio a sé, un mondo a parte.
Vincere un Tor, relativamente a
classifiche, graduatorie, competizioni,
rankings, insomma rispetto a tutto
quello che è una stagione di gare, non
vuol dire niente. Vincere un Tor, che
è invece per altri aspetti il sogno, il
punto di arrivo, la quintessenza dello
spirito trail, è tutt’altra cosa, e vincerlo
in sessantasette ore lascia il segno.
Maurizio Torri
Primo posto dovuto, dovutissimo per
uno strepitoso François D’Haene.
Quello che ci ha fatto vedere all’UTMB
è qualcosa di strabiliante. Argento 2017
per Luis Alberto Hernando.
Alla Sacred Forest nonostante alcuni
acciacchi fisici ha stretto i denti e
dimostrato ancora una volta di essere
il migliore. Bronzo per Kilian. Uno che
per fermarlo lo devi abbattere. Un
fenomeno sempre e comunque. n
18 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
©UTMB®-photoPascalTournaire
©RobertoDePellegrin
20 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
Redazione ST
Un po’ più battagliata la votazione
femminile dove la Huser, con il suo
gareggiare seriale ha spezzato il
cuore a qualche redattore. Non le
perdoniamo la superbia di partire
con la top ten maschile alla WS per
poi crollare clamorosamente: brava
comunque a finire e vediamo l’anno
prossimo cosa combinerà con la
doppietta WS/HR. Ma la maggior parte
dei voti è andata a Caroline Chaverot,
che pur con qualche alto e basso, ha
piazzato la zampata quando serviva:
LUT, Annecy e Hardrock, tre mesi di
dominio assoluto. Certo, ha fallito
l’UTMB, ma ha ancora chiuso con una
vittoria a Saintelyon, per gradire. Poco
considerata la Picas, a conferma che
il livello UTMB femminile quest’anno
non era paragonabile a quello
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
maschile. Curioso vedere come la
componente femminile della redazione
abbia invece preferito Ida Nilsson, che
effettivamente ha fatto una stagione
superlativa, anche se è rimasta su
distanze sub 100 k.
Sergio Garasa Mayayo
Primo posto per Maite Maiora: la
vittoria a Zegama è sempre il piatto
forte della stagione, un’annata in cui
ha vinto gare molto tecniche come
Livigno, Gran Paradiso e Tromso oltre
a comandare per quasi tutta la gara
una veloce CCC a Chamonix. Grandi
performance per tutto l’anno su ogni
tipo di gara. Al secondo metto Caroline
Chaverot: dopo un 2016 perfetto,
ha riscontrato qualche problema in
questo inizio di 2017, ma è tornata
presto più veloce di prima. Le vittorie
L
’anno scorso era stato un
plebiscito per Caroline
Chaverot, mentre
quest’anno la francese ha
convinto pienamente solo il
pubblico, mentre la giuria
tecnica si è divisa sul suo nome.
Al secondo posto Andrea Huser,
infaticabile macinatrice di
chilometri, mentre sul gradino
più basso del podio sale Ida
Nilsson, la sorpresa di questa
stagione 2017.
ad Annecy e Cortina sono tanta roba,
ancor di più lo è stata la sua vittoria alla
Hardrock dove oltre a dominare la gara
femminile, è stata capace di competere
per la top5 assoluta. Purtroppo i suoi
DNF di Transgrancanaria e UTMB
dicono che non è la miglior atleta
dell’anno, manca ancora qualcosa
nelle gare di alto livello. Terza piazza
per Andrea Huser: gareggia sempre
ad alto livello. Nonostante la vittoria
all’UTMB continui a sfuggirle, ha
agguantato degli ottimi primi posti alla
Diagonale des Fous, Eiger Ultra Trail e
Madeira. Tenace come nessun’altra, se
solo fosse stata più veloce a Chamonix,
Maite e Caroline non sarebbero davanti
a lei in questa classifica.
Bryon Powell
Scelgo Ida Nilsson perché ha corso
risultati finali:
1. Caroline Chaverot 31,22%
2. Andrea Huser	 17,93%
3. Ida Nilsson	 15,57%
le candidate
Caroline Chaverot
Ruth Croft
Andrea Huser
Maite Maiora
Ida Nilsson
Nuria Picas
Adeline Roche
Miglior
Trailer
DONNACaroline Chaverot
©JordiSaragossa
©JordiSaragossa
una stagione intera. Dall’inizio alla
fine, dominando tra i 70 e i 90 km. Per
me ha corso la migliore stagione tra le
donne. Andrea Huser merita il secondo
posto per la costanza e la quantità
delle sue gare. Nonostante qualche
DNF, Caroline Chaverot ha raggiunto
sufficienti risultati per guadagnarsi il
terzo posto.
Paolo Germanetto
La mia numero uno è Adeline Roche,
perché è la campionessa del mondo.
Perché magari non sarà mai (o non è
ancora) donna da distanze più lunghe,
ma ha avuto il merito di contribuire
ad innalzare di altro scalino la
competizione ad alto livello. Più si
corre forte là davanti, più il movimento
cresce dal punto di vista tecnico, non
solo in termini di risultati, ma anche di
maturità nella programmazione degli
eventi principali. Seconda piazza per
Nuria Picas, perché ha vinto l’UTMB.
Perché dire di più? Terza Caroline
Chaverot, perché ha spesso e volentieri
dominato ancora una volta, ma ha
steccato all’UTMB. Sono sincero,
penso rimanga la più forte, ma dopo il
fantastico 2016, una stecca clamorosa
a lei rischia di essere imputata più che
alle altre.
Fulvio Massa
Scelgo Andrea Huser per questo 2017.
Questa signora svizzera non smette
di stupire. Vince o si piazza a podio
ininterrottamente e su gare di grande
rilievo. Al contrario di D’Haenne è
bulimica di gare e come un martello,
si sposta in tutto il mondo a battere le
avversarie di turno. Mi chiedo come
faccia a mantenere questi ritmi, ma
ormai da diversi anni si muove con
questi volumi e con questi risultati.
Seconda piazza per Ida Nilsson. La
36enne svedese è abituata a gareggiare
su distanze medie e lo fa con grande
determinazione e talento. E’ in grado di
mantenereunaelevataintensitàdicorsa
con grande facilità e lo ha dimostrato
con i suoi tempi sui Templiers e sulla
California 50miles. Caroline Chaverot
è la mia terza posizione. Per l’atleta
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
che negli ultimi anni ha dominato il
mondo femminile del trail, questo può
essere definito un anno di ripresa. Il
sistema endocrino gioca brutti scherzi
e quando gli stress sono esagerati,
caricano eccessivamente la tiroide
e il corpo si indebolisce. Caroline ha
capito bene la situazione e in questa
stagione ha moderato gli impegni e ha
partecipato a 3 impegni importanti con
altrettanti successi.
Enrico Pollini
Oscar a Ida Nilsson: in un ambiente
che sta ancora cercando le eredi
di Emelie Forsberg e Nuria Picas,
questa potrebbe essere la risposta;
polivalente dal vertical all’ultra,
qualsiasi donna che vada sopra gli
ottocento punti Itra merita un’alzata di
sopracciglio, se poi su dieci gare vinte
in cinque finisce nella top ten assoluta,
c’è da fidarsi. Seconda piazza per
Caroline Chaverot che ha rinunciato
programmaticamente ai mondiali
interpretando perfettamente la nascita
di due distanze e due discipline diverse
(se Hernando può essere un Girardelli,
lei ha preferito essere uno Stenmark),
ha dovuto misurarsi con una stagione
di acciacchi, e ha comunque infilato
Lavaredo, Hardrock e Saintélyon;
avesse bissato l’UTMB sarebbe
sicuramente al primo posto; riprovarci
l’anno prossimo?
Terza Maite Maiora: pura potenza,
nella migliore tradizione spagnola
sky. Vincere Zegama a mani basse, e
poi presentarsi alla CCC e sfiorare la
vittoria significa essere finalmente
matura. Difficilmente la vedremo in
qualcosa sopra i cento chilometri, ma
sotto ne ha ancora tanto da dire la
ragazza.
Maurizio Torri
Il mio oro 2017 va, anche al femminile,
alla vincitrice dell’UTMB. Nuria Picas
è stata semplicemente immensa.
Il secondo posto l’ha strameritato
un’altra spagnola Maite Maiora.
Una vera campionessa tutta grinta e
tenacia. Terza piazza per la sempre
competitiva Ruth Croft. n
©UTMB®-photoFranckOddoux
22 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
24 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
Redazione ST
Tra gli italiani, il duello si giocava
anche a livello di distanze: Marco De
Gasperi da una parte a rappresentare
i velocisti, Dani Jung a tenere alta la
bandiera dei faticatori.
Difficile scegliere. Anche perché,
contrariamente a un tempo, il livello
nelle ultra si è alzato clamorosamente
anche grazie al circuito UTWT, mentre
quello nello skyrunning si è lievemente
abbassato parlando di élite assoluta
(resta incredibile in generale, basta
vedere i primi 50 posti a Dolomites o
Limone per rendersene conto). Alla
fine ci piace premiare la freschezza
di Dani, che si è messo in gioco e ha
viaggiato per mezzo mondo, sempre
battendosi con i migliori. Siamo curiosi
di vederlo in azione nel 2018.
Sergio Garasa Mayayo
MarcodeGasperi,chialtro?Bravissimo.
Il grande veterano del Trail running
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
MIGLIOR
TRAILER
ITALIANO
UOMOMarco De Gasperi
italiano è stato fonte di ispirazione
per tutti in questo 2017. Ha sfidato e
battuto atleti di vent’anni più giovani
nelle gare più importanti e competitive
rincorrendo il titolo delle Sky Running
World Series.
Le vittorie a Limone e Matterhorn
Ultraks sono state incredibili, così
come il secondo posto a Zegama dove
sia lui che il vincitore Stian Argenmund
hanno battuto il record di Kilian.
Argento a Francesco Puppi. Campione
del mondo nei Trail lunghi WMRA-IAAF
al Giir di Mont a seguito della squalifica
di Pietro Mamu. I grandi atleti sono
quelli che eccellono nelle grandi gare.
Il titolo di campione nel mondo è
tornato finalmente in Italia dopo le
vittorie di Marco de Gasperi.
Terzo posto per Giulio Ornati: è il
migliore atleta italiano per gli Ultratrail
internazionali. Non è riuscito a ripetere
la top10 all’UTMB come l’anno scorso,
arrivando solo 21°, ma ha ugualmente
V
a a Marco De Gasperi
l’Oscar del Trail 2017,
con una vittoria netta su
cui si sono trovati d’accordo
sia la giuria tecnica che il
voto popolare. La vittoria
nelle Skyrunning World
Series e il secondo posto
di Zegama sono risultati
eccezionali, ancora di più
se li si coglie a 40 anni
dopo una carriera infinita.
Secondo Giulio Ornati, per
un soffio di voti davanti a
Daniel Jung: la giuria tecnica
era più propensa a premiare
Jung, ma il voto popolare ha
premiato la performance di
Ornati all’UTMB.
conquistato molte vittorie a Prealba,
Maremontana e Bettelmatt.
Bryon Powell
Assegno la vittoria a Marco De Gasperi
che, ancora una volta, ha mostrato di
avere quello che ci vuole per correre
tra l’élite mondiale. Secondo posto
per Dani Jung e terzo per Giulio Ornati
che rappresentano il meglio dell’Italia
nelle Ultra.
Paolo Germanetto
Oscar senza dubbio a Marco De
Gasperi, perché questo successo finale
nelle World Series mette altro sigillo
su carriera inimitabile. Era il suo
obbiettivo stagionale e di fine carriera:
l’ha centrato, come sempre o quasi ha
fatto quando negli anni si è messo in
testa di inseguire qualcosa...
Secondo posto per Daniel Jung,
perché ha spesso portato il tricolore
nelle posizioni nobilissime dell’Ultra
risultati finali:
1. Marco De Gasperi 31,15%
2. Giulio Ornati 18,88%
3. Daniel Jung 18,67%
i candidati
Fulvio Dapit
Marco De Gasperi
Stefano Fantuz
Daniel Jung
Giulio Ornati
Christian Pizzatti
Francesco Puppi
Trail World Tour. Corre forte e
cerca costantemente il confronto
internazionale: due caratteristiche che
non sempre viaggiano di pari passo,
ma che rimangono fondamentali per
emergere per davvero.
Ultimo gradino del podio per Francesco
Puppi, perché - sventure di Mamu a
parte - a Premana ha dato spettacolo,
dopo già essere stato protagonista
agli Europei di corsa in montagna
classica in Slovenia. Perché ha testa
pensante, che non si esplicita soltanto
nel conseguimento della laurea
magistrale in fisica nell’anno del Giir di
Mont iridato o dell’esordio in maratona
a New York.
Una testa che segue la leggerezza
del suo procedere in salita e non le
tendenze dei social, una testa che
ama filosofeggiare anche attorno
agli scenari futuri di questa nostra
splendida passione declinata ai
sentieri...
©SimonePaccini
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
Fulvio Massa
A Daniel Jung va il mio Oscar 2017. I
suoi campi di gara sono sempre quelli
delle più importanti gare internazionali
e di conseguenza le sue posizioni sono
sempre da rapportare a quelle degli
altri atleti di vertice. I suoi tempi e
quindi le sue prestazioni assolute
sono sempre di grande rilievo e ben
distribuite in un calendario annuale.
Giulio Ornati subito dietro: il copione
per lui non cambia, sempre a podio
nelle gare di alto livello nazionali e
sempre ben classificato nelle gare
internazionali di livello assoluto. A lui
il merito di portare per il secondo anno
consecutivo la bandiera italiana alla
UTMB. Terzo posto per Fulvio Dapit.
Anche quest’anno un’ottima stagione
per lui, sempre pronto a dare battaglia
su gare internazionali di prestigio,
dove fatica ad arrivare a podio, ma
riesce spesso ad avere degli ottimi
piazzamenti.
Enrico Pollini
Giulio Ornati è il mio Oscar 2017. Non
ha saputo ripetersi agli stessi livelli
dell’anno scorso, ma “Giulio il bello”
sulle distanze lunghe non sbaglia
mai. Uno dei pochi che ha voglia, e
possibilità, di mettersi sempre in gioco
a livello internazionale, rinunciando
a facili vittorie in casa per prendere
piuttosto onorevoli piazzamenti,
ma con molti nemici e molto onore.
Secondo posto per Fulvio Dapit che
ha finalmente preso le misure con le
lunghe distanze. Nonostante alcuni
ricorrenti dnf ha definitivamente
chiuso il conto con una Lavaredo che
sembrava stregata per lui. Top ten
nelle gare che contavano e primo
italiano, anche se solo venticinquesimo
assoluto, all’Ultra Trail World Tour
sono comunque risultati che si portano
a casa con soddisfazione.
Bronzo per Stefano Fantuz, il campione
italiano, punto. Una stagione iniziata
con qualche acciacco e finalizzata poi
solo a certe distanze e sull’obiettivo
mondiale, centrato con un top 20, che
visto il livello è comunque un risultato.
Poi è anche simpatico, e pure veneto
della pedemontana, il che non guasta
mai.
Maurizio Torri
Non ho dubbi. Anche se il suo terreno
sono le creste aguzze e le discese
funamboliche, Marco De Gasperi ci
ha fatto sognare. Orgoglio italiano,
patrimonio del nostro sport. A uno
che mette alle corde campioni con
vent’anni in meno… non posso che dire
“chapeau!”.
Sul podio con lui metto due ragazzi
tutta grinta, passione e tenacia che
hanno lottato per guadagnare la
maglia azzurra. Entrambi sono riusciti
a coronare il sogno di una vita e hanno
zittito pure i fenomeni da bar che
hanno cominciato a diffondersi anche
nel nostro mondo. Per la serie “quando
sei in ballo balla sino alla fine”, Stefano
Fantuz e Christian Pizzatti mi hanno
emozionato e stupito correndo da veri
duri. Avanti così… n
MIGLIOR
TRAILER
ITALIANa
DONNASilvia Rampazzo
U
nanimità. Silvia
Rampazzo ha
conquistato tutti: sei
giurati su sette l’hanno
scelta come trailer
dell’anno, lamentando
anche il fatto che non
fosse stata inserita nella
lista delle “international”.
Lisa Borzani, vincitrice
dell’Oscar del Trail 2016
si deve accontentare
di un secondo posto,
nonostante un grande Tor
des Géants. Terza piazza
per Simona Morbelli che
conquista il voto popolare
con il secondo posto alla
Leadville.
risultati finali:
1. Silvia Rampazzo 34,10%
2. Lisa Borzani 19,55%
3. Simona Morbelli 18,23%
le candidate
Lisa Borzani
Francesca Canepa
Cecilia Flori
Lidia Mongelli
Simona Morbelli
Francesca Pretto
Silvia Rampazzo
©wisthaler.com
©RobertoDePellegrin
26 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
Redazione ST
Nessun dubbio tra le donne, invece.
Le luci della ribalta se le prende
meritatamente Silvia Rampazzo,
semplicemente inarrestabile. Zegama,
Mondiali, Serre Zinal, Dolomites,
Mondiali di Corsa in Montagna, più
dominazione assoluta in casa. Aiuto.
Non è una sorpresa, perché forte è
sempre andata, ma quest’anno ha fatto
un passo avanti clamoroso. Brava,
il suo sorriso ci ha davvero regalato
emozioni quest’anno.
Sergio Garasa Mayayo
La mia scelta ricade su Silvia
Rampazzo: Campionessa del mondo
al Giir di Mont e medaglia di bronzo
a Badia Prataglia. È stata la miglior
atleta mondiale in gare iridate. In più
ha fatto grandi cose nelle maratone
alpine arrivando seconda a Zegama e
vincendo la 42 Km a La Angostura.
Sul secondo gradino del podio scelgo
Lisa Borzani: sempre ad alto livello
nonostante corra non-stop per tutto
l’anno. Le vittorie al Tor des Geants
e all’Ultra Trail di Andorra 170 km
la confermano tra le migliori atlete
sulle gare oltre le 100 miglia. Anche
il podio a Cortina è stato molto buono,
in una gara un po’ troppo “corta” per
le sue caratteristiche. Tuttavia la sua
mancanza di velocità la mettono in una
situazione difficile per il futuro visto
che il Trail running sta diventando ogni
anno più veloce.
Terzo posto per Francesca Canepa:
un’altra forte veterana con tanta
resistenza e calendario fitto di
appuntamenti. Le sue migliori
performance sono state le vittorie sulla
Swill Alpine 133 km e Lago d’Orta 120
km. Tuttavia ha avuto anche dei colpi
a vuoto con i DNF di Penyagolosa 116
km e UltraPirineu 120 km. Continua a
spingere forte, ma è difficile che riesca
ancora a migliorare.
Bryon Powell
Non conoscevo Silvia Rampazzo prima
di quest’anno e quindi sono veramente
impressionato dal suo 2017. Ha corso
bene eccellendo in gare di alto livello.
Al secondo posto scelgo Lisa Borzani,
che, come al solito, ha corso un sacco
di chilometri nel 2017 ma continua
a correr forte come ci ha abituato in
questi anni. Terzo posto per Simona
Morbelli.
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
Paolo Germanetto
La mia vincitrice è Silvia Rampazzo,
perché le sue due medaglie nel
panorama dell’ “off-road running”
mondiale sono grandissima cosa.
Il terzo posto di Badia Prataglia ha
proiettato l’Italia nel vivo della sfida
con Francia e Spagna: su distanze più
lunghe, non ci siamo ancora, ma sulle
distanze medie e brevi, con lei, intanto
è stato bello esserci. Il dominio del Giir
di Mont, perla preziosa, perché un titolo
colto lontano da Premana non avrebbe
avuto lo stesso significato. Possibile
poi dimenticare la Silvia di Zegama?
Argento per Lidia Mongelli, perché ha
preso per mano il Sud che corre sui
sentieri, dandogli ribalta nuova. Perché
ha vinto il titolo italiano al Campo dei
Fiori, perché ha coronato il sogno di
tornare in azzurro in specialità diversa
da quella praticata sin da quando era
ragazzina. Perché nel frattempo è
diventata donna, ha messo su famiglia,
fa l’ingegnere, perché sta allungando
il tiro e perché a lei, correre al Nord,
costa sempre qualche sacrificio in più
delle altre....
Bronzo per Lisa Borzani, perché corre
sempre e perché, soprattutto, vincere
il Tor è impresa che rimane. E che vale
almeno questo podio.
Fulvio Massa
Scelgo Simona Morbelli perché ogni
anno si dimostra implacabile e riesce
a vincere o salire sul podio delle
gare a cui partecipa, sia italiane che
internazionali. La ciliegina del 2017
è sicuramente la Leadville Colorado,
che assieme alla Western States
rappresenta il mito delle 100miles
targate USA, due gare che mai
prima d’ora avevano visto anche solo
avvicinarsi al podio un atleta italiano.
Un obiettivo stagionale a cui ha
dedicato tutta l’annata, impostando un
avvicinamento mirato, cadenzato da
vittorie con tempi veramente notevoli,
dimostrando di essere un’atleta di trail
dotata di velocità.
Argento per Lisa Borzani,
immancabilmente presente nelle
Ultradistanze, anche il 2017 la
vede protagonista di alcune tra le
gare più importanti del panorama
internazionale. Dal mio punto di vista va
premiata anche la sua disponibilità di
mettersi in gioco in un Mondiale molto
breve e veloce. Bronzo per Francesca
Canepa che anche quest’anno è stata
sempre presente su varie distanze sia
in Italia che all’estero, raccogliendo
numerosi ottimi risultati e dando prova
di una inossidabile continuità negli
anni.
Enrico Pollini
Scelgo Silvia Rampazzo, ma perché
caspita l’avete messa qui? Una
campionessa del mondo deve stare
tra le international! Ritoccare i record
della mitica FedEx, e andare per monti
con lo stesso stile, oltre che con gli
stessi risultati, ne fa a pieno titolo
l’erede; e poco importa se solo sulle
distanze brevi, comunque non c’è
storia: numero uno.
Secondo posto per Francesca Pretto:
occhei, è la mia protègèe 2018, potrei
anche non essere obiettivo, però...
Essere la seconda donna, dopo sette
edizioni, a chiudere l’Ultrabericus
abbondantemente sotto le sette ore,
non essere #laprettoaimondiali solo
per aver sbagliato (non unica) un bivio
in Val Borbera, dominare la Trans
d’Havet d’autorità, e poi chiudere la
stagione con un top ten in una CCC dal
parterre stellare, sono dati oggettivi.
Terzo posto a Lidia Mongelli: una
sconosciuta che arriva dall’atletica
leggera (orrore!), sì, e arriva pure dalla
Basilicata, non certo terra di trail.
Dell’atletica ci ha messo l’impegno e la
serietà, il programmare gli obiettivi, e i
risultati alla prima stagione nel nuovo
ambiente si sono visti: selezionata in
nazionale per i mondiali in primavera,
campionessa italiana in autunno. Aria
di novità.
Maurizio Torri
Correre con il sorriso sempre e gioire
di quello che fai. Solo per questo Silvia
Rampazzo meriterebbe l’oro 2017. Lei
per giunta si è guadagnata il gradino
più alto di questo podio a suon di
performance. Good Job. Argento per
Simona Morbelli che, zitta zitta riesce
sempre a stupirsi e stupirci. Terzo
posto per Francesca Canepa. n
28 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
©StefanoJeantet
©AlexisCourthoud
30 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
MIGLIORE
PRESTAZIONE
François D’Haene
Redazione ST
Prestazione dell’anno: qui di solito ci
si picchia, invece un solo romantico si
è commosso a vedere Kilian baciare
la roccia col braccio al collo. Quasi
unanimità per l’UTMB di François
D’Haene:lasensazioneèchequelloche
abbiamo visto quest’anno a Chamonix
resterà negli annali. Tutta l’attesa, i
fari puntati, una gara serrata, tirata, in
cui abbiamo visto uno dei protagonisti
esplodere a Champex, e gli altri due
mostrare comunque di essere al limite
assoluto... difficilmente ripetibile. Ah,
dimenticavo, un voto anche al buon
Javi e la sua impresa al Tor: indovinate
chi è stato, tra i redattori?
Sergio Garasa Mayayo
SenzaombradidubbioJavierDominguz
al Tor. Sono stato testimone diretto del
duello tra Iker e Oscar che ha portato
il record sotto le 70 ore. Mi è sembrato
magico. Ero presente alla 100 miglia
basca Ehunmilak quando Javi ha
distrutto il record. Abbiamo parlato
del Tor: “Sergio, quest’anno mi sento
veramente bene, ho tanta motivazione
per il Tor e ho parlato a lungo con Iker.
Darò tutto quello che posso anche se è
il mio primo anno.” E così ha fatto. Non
riesco a pensare cosa potrebbe fare se
tornasse a Cormayeur e continuasse
a migliorare. Infatti quando abbiamo
parlato dopo il record diceva di poter
togliere ancora 1-2 ore...
Come nota personale aspetto con
interessealtreperformancediGoetsch.
Ovviamente conosciamo tutti il record
di Urban a LaFully VK come il primo
umano a scendere sotto i 30 minuti nel
2014. Inoltre Goetsch si è messo dietro
tutti i migliori specialisti del 2016:
P
ortarsi a casa due
statuette nello stesso
anno: non male è?
François D’Haene è riuscito
nell’impresa che solo Lizzy
Hawker aveva compiuto nel
2011. Il voto della giuria tecnica
è stato scontato: tutte le palette
si sono alzate all’unisono, tutte
con lo stesso voto, un bel “10”.
La giuria popolare non ha fatto
altrettanto, preferendo il Kilian
Jornet che con la spalla lussata
arriva per primo a baciare la
“Roccia Dura” di Silverton.
Terzo posto per lo spagnolo
Javier Dominguez che vince
il Tor in rimonta in tempo da
record. Peccato per Franco
Collé, se non fosse crollato a
pochi chilometri dal traguardo
forse quest’Oscar sarebbe
rimasto in Italia.
Nadir, Urban, Marco e Kilian e il record
è stato abbassato del 3% da un ex-
ciclista non così giovane e nuovo nella
specialità. Se il tempo confermerà il
suo livello e non ci saranno sorprese
sarà un atleta da tenere d’occhio.
Speriamo il meglio.
Bryon Powell
Non si può non votare per D’Haene: la
vittoria di François è stata una lezione
di corsa al resto dell’élite mondiale.
Paolo Germanetto
François D’Haene con la sua vittoria
all’UTMB è l’unica scelta possibile.
Fulvio Massa
François D’Haene, e il suo UTMB.
Ci sono sfide particolari che non si
racchiudono nelle ore di gara, ma
sono alimentate dalle settimane di
attesa fatte di annunci e proclami.
Ero presente a Chamonix e ho vissuto
personalmente l’aria di tensione e
trepidazione che ha accompagnato
gli atleti di élite alla vigilia di questa
sfida “stellare”. Mi ha colpito la
sicurezza e la estrema fiducia in se
stesso dimostrata da D’Haene, frutto
della certezza della condizione e della
adeguata pianificazione effettuata.
Poi in gara ha combattuto la battaglia
durata 19 ore, e l’ha vinta.
Argento per Jim Walmsley, e la
sua Tarawera 100 km, 7h23’32”. La
prestazione assoluta deve sempre
avere rilievo in un giudizio. La gara è
tecnicamente semplice, 102 km con
soli2.700m+,maèungranbelpercorso
trail, di quelli che noi italiani spesso
sottovalutiamo perché partiamo dal
concetto ignorante che correla il trail
risultati finali:
1. François D’Haene,
Ultra Tour du Mont Blanc,
19h01’54”
2. Kilian Jornet, Hardrock
100, 24h32’20”
3. Javier Dominguez, Tor des
Géants, 67h52’15”
i candidati
François D’Haene, Ultra Tour du Mont Blanc, 19h01’54”
François D’Haene, John Muir Trail, 67h26’
Javier Dominguez, Tor des Géants, 67h52’15”
Philip Goetsch, La Fully, 28’43”
Kilian Jornet, Hardrock 100, 24h32’20”
Ida Nilsson, Transvulcania, 8h04’17”
Jim Walmsley, Tarawera 100 km, 7h23’32”
©UTMB®-photoFranckOddoux
©PhilippReiter
 Albo d’Oro
2011 - 2017
Miglior Trailer
Uomo
Miglior Trailer
Donna
Miglior
Italiano
Migliore
italiana
Prestazione
dell’anno
2011 Kilian Jornet Lizzy Hawker Giuliano Cavallo Anne Marie Gross Lizzy Hawker - UTMB
2012 Kilian Jornet Nuria Picas Giuliano Cavallo Francesca Canepa Ellie Greenwood -
Western States
2013 Kilian Jornet Emelie Forsberg Franco Collé Francesca Canepa Rory Bosio - UTMB
2014 François D’Haene Rory Bosio Ivan Geronazzo Federica Boifava Urban Zemmer -
VK La Fully
2015 Tadei Pivk Nathalie Mauclair Tadei Pivk Federica Boifava Xavier Thevenard -
UTMB
2016 Luis Alberto
Hernando
Caroline Chaverot Giulio Ornati Lisa Borzani Bhim Gurung - Kima
2017 François D’Haene Caroline Chaverot Marco De Gasperi Silvia Rampazzo François D’Haene -
UTMB
 	
running al dislivello. È un percorso con
foreste dal caldo umido che toglie l’aria
dai polmoni e ha fondi spesso sabbiosi
e poco reattivi che rallentano i gesti e
chiuderlo a una media di 4’:20”/Km è
una performance di rilievo.
Terza piazza per Javier Dominguez,
dominatore del Tor des Géants in
67h52’15”. Lo spagnolo si è aggiudicato
iltraillungopereccellenzagareggiando
per quasi tre giorni consecutivi a una
media di 12’:20”/Km, una andatura
circa tre volte più lenta rispetto a quella
tenuta da Walmsley a Tarawera. Ho
voluto assegnare alla sua prestazione
la terza piazza anziché la seconda
non perché lo ritenga inferiore, anzi
su questo tipo di gare ha dimostrato
di essere fortissimo. È difficile
paragonare due pesi e due misure
diverse e a parità di valore preferisco il
Trail Running al Trail Walking.
Enrico Pollini
1 François D’Haene, UTMB.
Non è un record ufficiale, ed è questo
il bello, perché il trail non ha basi di
confronto univoche e ci sono tante
variabili in gioco. Nonostante le
riduzioni di percorso, e pure con tutte
le tare che si vogliano mettere alla
valutazione spannometrica, le sue
diciannove ore e qualche cent valgono
di sicuro un sotto le venti ore sul
percorso originale.
2 Ida Nilsson, Transvulcania.
Fare il record di una corsa sulla quale
si sono misurate le migliori di sempre
vuol dire approfittare di uno stato di
grazia per batterle tutte, chapeau.
3 Kilian Jornet Hardrock, 100.
Non basta una spalla: Kilian il Re, per
fermarlo lo devi abbattere a fucilate.
Maurizio Torri
François D’Haene: i mondiali vedono
assegnati dalle federazioni, ma per
tutti il vero mondiale quest’anno l’ha
vinto lui. n
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
32 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
©StefanoJeantet
L’immagine più bella dell’anno
è Silvia Rampazzo con il
tricolore, e non solo per i
risultati che ha conquistato.
Da incorniciare.
MOMENTI
DA
RICORDARE
Franco Collè non
è un supereroe.
Domina il Tor
des Géants per
tre giorni, ma
al quarto crolla
vitima di un
colpo di sonno.
Perde la gara e
rischia anche
qualcosa di
piùdella semplice
sconfitta.
Daniel jung. Un italiano
conquista il podio in una
delle gare più ambite
dell’Ultra Trail World Tour:
Hong Kong 100.
Tim Freriks esce dall’ombra e va avincere, nettamente, la TNF 50 aSan Francisco, la gara che chiude lastagione dell’ultra trail running in USA.
SPECIALE
OSCAR DEL TRAIL
34 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
Kilian Jornet vince,
ma non convince.
Domina l’Hard Rock con
un braccio fasciato,
ma finisce secondo
all’UTMB e la sua
spedizione sull’Everest
non è andata come da
copione. E c’è pure
chi gli ha dato del
bugiardo...
UTMB. Jim Walmsley
in crisi a Champex.
Tim Tollefson pare
benedirlo conl’imposizione delle
mani. Un momentoterribile per lui, ma
riuscirà a finirla,
Quinto posto per lui.
Pagina triste al Giir di Mont, WorldMountain Running Championship 2017.Pietro Mamu viene squalificato perdoping, dopo aver tagliato per primoil traguardo.
Nemmeno un cane
che gli azzanna
il polpaccio
riesce a fermare
Dylan Bowman che
vince e segna
il nuovo record
alla 100 miles
of Istria.
Jim Walmsley fasaltare il bancoe Ryan Sandesne approfittavincendo laWestern Statese un dolcissimoabbraccio dellasua famiglia.
Li toglie e li
mette, i bastoni,
di continuo. Luis
Alberto Hernando
pare indiavolato sui
sentieri di Badia
Prataglia e va a
vincere il mondiale
di trail IAU-ITRA.
Una giovane e
bella promessa
Cat Bradley
vince la
Western States
in un’edizione
che, per il gran
caldo e la neve
in quota, sarà
ricordata come
una delle più
dure di sempre.

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OSCAR DI TRAIL RUNNING 2017

  • 1. SPECIALE OSCAR DEL TRAIL A cura di Leonardo Soresi ©UTMB®-photoAlexandreGirbal 14 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 S ettima edizione per l’Oscar del Trail che Spirito Trail assegna dal 2011. 2.308 votanti, sei giurati, un’intera redazione che si è accapigliata per scegliere i propri beniamini. E poi loro, gli atleti, che abbiamo seguito per tutto l’anno sui sentieri di tutto il mondo. Quest’anno abbiamo deciso di limitare le nominations, solo 7 per ogni categoria. Il trionfatore dell’anno è François D’Haene, che si porta a casa due statuette, ma soprattutto la consapevolezza che sulla distanza di cento miglia è lui il riferimento per tutti. Per gli addetti ai lavori la vittoria di D’Haene sta anche a significare che non è più il tempo dei divoratori di chilometri, una gara dietro l’altra, ma occorre pianificare la stagione, e seguire con scrupolo il proprio programma. Quattro gare e quattro vittorie. Scacco matto. Prendi e porta a casa. E François fa così ormai da tre anni, senza inseguire vittorie inutili o il bisogno di apparire sui social. n LA GIURIA TECNICA Sergio Garasa Mayayo: autore di carrerasdemontana.com Bryon Powell: riferimento internazionale con il suo sito Irunfar.com Paolo Germanetto: commissario tecnico della nazionale italiana di Trail Fulvio Massa: giornalista, organizzatore (Porte di Pietra) Enrico Pollini: organizzatore (Ultraberiscus, Transd’Havet) e rappresentante italiano in Itra Maurizio Torri: la mente dietro a sportdimontagna. com Redazione di Spirito Trail TEMPO DI OSCAR
  • 2. 16 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 Redazione ST Dopo una pacifica discussione redazionale, che ha lasciato a terra più di un ferito, ecco chi ci ha emozionato in questo 2017. Tra gli uomini, era difficile non votare François D’Haene, eppure i due soliti sovversivi ce l’hanno fatta. Ma sono stati prontamente zittiti, perché quello che ha fatto quest’anno D’Haene è stato semplicemente superlativo. Il duello con Kilian all’UTMB, con gli altri che stanno a guardare da distante, è stato probabilmente uno dei momenti più alti del trail running di sempre. Sono anni che François non sbaglia un colpo, e con il FKT sul John Muir Trail ha davvero messo la ciliegina su una stagione fantastica. Kilian? Paga l’averle prese per una volta. Ma forse in troppi dimenticano che ha comunque stravinto l’Hardrock con un braccio al collo. Ed è salito due volte sulla cima SPECIALE OSCAR DEL TRAIL Miglior Trailer UomoFrançois D’Haene dell’Everest in una settimana. Forse. E occhio a Tollefson: spunta in alto nella classifica di quasi tutti, il ciuffo di Mammoth ha lasciato il segno anche in Europa... Sergio Garasa Mayayo Primo posto per François D’Haene: ha dominato l’UTMB e vinto gare come Madeira, Maxi-Race di Annecy, Verbier. In più un grande FKT al John Muir Trail. Ha tenuto un livello altissimo per tutto l’anno. Secondo posto per Kilian Jornet: è tornato alle 100 miglia in grande stile, sfidando apertamente l’élite del Trail all’UTMB, gara che è risultata un duello tra lui e D’Haene. In più c’è la sua vittoria alla Hardrock nonostante l’infortunio durante la gara. Risultati rilevanti, che spiccano tra le altre vittorie di quest’anno come Mont Blanc Marathon e Sierre-Zinal. Terzo posto per Luis Alberto Hernando: F rançois D’Haene vince l’Oscar del Trail 2017. Come poteva essere altrimenti dopo aver messo in fila tutti, Kilian compreso, all’Ultra Trail du Mont Blanc. È il suo secondo Oscar, dopo quello vinto nel 2014, ma questa volta non ha convinto solo la giuria tecnica, ma ha conquistato anche il voto popolare. A Kilian non è bastato salire due volte in cima al tetto del mondo in una settimana, né vincere una Hardrock con la spalla lussata: deve accontentarsi del secondo posto. Terzo un altro spagnolo, Luis Alberto Hernando, nuovamente campione del mondo, lontanissimo però dai primi due nel voto “popolare”. seconda vittoria consecutiva nel campionato mondiale di Trail. Primo in Portogallo nel 2016 su 80 km e primo a Badia Prataglia in una 50 km veloce che non si addiceva alle sue caratteristiche. Contando Annecy 2015 è il terzo podio consecutivo. Più tante altre vittorie in gare come Transvulcania 42 k, High Trail Vanoise 68 k, the Rut 50 k. Un atleta ad alto livello per tutto l’anno e su tutte le corse più corte di 100 km. Bryon Powell François ha vinto la 100 miglia più competitive della storia e le gare più competitive della stagione, battendo molti degli atleti nominati per questo premio. Senza dubbio è il migliore dell’anno con Kilian secondo e Luis Alberto Hernando terzo. Paolo Germanetto François D’Haene è il mio Oscar 2017, risultati finali: 1. François D’Haene 41,38% 2. Kilian Jornet 30,66% 3. Luis A. Hernando 16,49% i candidati Pau Capell François D’Haene Javier Dominguez Luis Alberto Hernando Kilian Jornet Ryan Sandes Tim Tollefson ©UTMB®-photoFranckOddoux ©UTMB®-photoFranckOddoux
  • 3. SPECIALE OSCAR DEL TRAIL perché ha vinto l’UTMB contro Kilian, facendolo arrivare al traguardo “cotto” comenonmai.Perchéhaprogrammato l’evento, focalizzando tutto su Chamonix, rinunciando a molto altro. Perché è forse sì, anche un po’ freddo e meno e social di altri, ma proprio per questo riporta la concretezza dei valori tecnici al primo posto. È stato il più forte dove voleva e dove contava. Non lo scrive lui, lo cantano gli altri: il miglior racconto è sempre terzo, non è mai autobiografico. Almeno, così, a me piace continuare a pensare. Anche un po’ controcorrente... Secondo posto per Luis Alberto Hernando, perché un bis iridato, su distanze diverse, vale davvero tanto. Come D’Haene ha confermato che, là davanti, checché se ne dica, i migliori ormai programmano e finalizzano. Si perde un po’ di poesia, si fanno scelte mirate, correndo il rischio di rinunciare a molte uscite e poi bucare anche la gara programmata: anche per questo, bravo, bravi. Terzo Kilian, perché sul podio ci deve comunque stare. In fondo, anche la sconfitta patita all’UTMB contribuisce a disegnare i contorni del suo “mito”. Sotto un punto di vista strettamente tecnico, io continuo a preferire il Kilian che non si cura del suo personaggio, ma che cerca il confronto anche là dove sa che potrebbe andargli male: il Kilian dello sci alpinismo, il Kilian delle mitiche sfide con De Gasperi, il Kilian delle Sierre-Zinal vinte e perse, il Kilian dell’UTMB chiuso al secondo posto. Fulvio Massa Primo posto per François D’Haene. Nonostante il trail running presenti tutta una serie di situazioni irregolari e poco codificabili, mi piace pensare a un campione che sia in grado di gestire il suo talento attraverso una programmazione della stagione seria e ponderata e per questo motivo anche quest’anno François si è dimostrato implacabile. Aprile, maggio, luglio e agosto, al signore dell’Ultra Trail Running sono bastate quattro gare, quattro mosse per dare scacco matto alla stagione. Una sequenza studiata per esaltare la performance e dimostrare che si può correre a lungo e velocemente. Argento per Kilian Jornet. Gareggia meno perché distribuisce la sua vita sportiva tra Alpinismo, Skyalp e Trail, ma quando decide di correre dice sempre la sua, e a voce alta. Forse ricordiamo maggiormente la Hardrock vinta con un solo braccio o la seconda posizione alla UTMB, ma a me sono rimaste impresse la vittoria di Sierre Zinal dove si è imposto in una gara di estrema intensità su avversari di altissimo valore e la vittoria alla Ultra Pireneu in cui ha coperto 44,8 km e 2400 m+ alla media di 5/km. Bronzo per Luis Alberto Hernando. Una macchina vincente, dove gareggia vince. Ha impostato la sua stagione in direzione del Mondiale di Badia Prataglia, lo ha preparato con professionalità e umiltà e lo ha vinto con determinazione. Enrico Pollini Vado controcorrente e scelgo Luis Alberto Hernando per la sua capacità di programmare una stagione con pochissime gare obiettivo e rispettare l’impegno, rimettendo per la seconda volta in riga una squadra di bleues indiavolati al mondiale, da solo e per di più in una distanza non proprio congeniale, bisogna avere non solo talento, ma anche metodo e passione, miscelati nella giusta dose: campeon do mundo! Argento per Kilian Jornet, che accompagno con un aggettivo che trascende qualsiasi considerazione tecnica: poliedrico. Due volte sull’Everest in una settimana, pur senza un record eclatante ma solo con dei distinguo da cultori della materia, e poi il ritorno a una stagione di trail che ha mostrato il lato umano prima delle vittorie o dei piazzamenti, lo consacrano definitivamente alla mitologia. Il mio bronzo personale va a Javier Dominguez perché il Tor Des Geants non è una gara, non è una prova di atletica comparabile con altre, il Tor è un viaggio a sé, un mondo a parte. Vincere un Tor, relativamente a classifiche, graduatorie, competizioni, rankings, insomma rispetto a tutto quello che è una stagione di gare, non vuol dire niente. Vincere un Tor, che è invece per altri aspetti il sogno, il punto di arrivo, la quintessenza dello spirito trail, è tutt’altra cosa, e vincerlo in sessantasette ore lascia il segno. Maurizio Torri Primo posto dovuto, dovutissimo per uno strepitoso François D’Haene. Quello che ci ha fatto vedere all’UTMB è qualcosa di strabiliante. Argento 2017 per Luis Alberto Hernando. Alla Sacred Forest nonostante alcuni acciacchi fisici ha stretto i denti e dimostrato ancora una volta di essere il migliore. Bronzo per Kilian. Uno che per fermarlo lo devi abbattere. Un fenomeno sempre e comunque. n 18 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 ©UTMB®-photoPascalTournaire ©RobertoDePellegrin
  • 4. 20 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 Redazione ST Un po’ più battagliata la votazione femminile dove la Huser, con il suo gareggiare seriale ha spezzato il cuore a qualche redattore. Non le perdoniamo la superbia di partire con la top ten maschile alla WS per poi crollare clamorosamente: brava comunque a finire e vediamo l’anno prossimo cosa combinerà con la doppietta WS/HR. Ma la maggior parte dei voti è andata a Caroline Chaverot, che pur con qualche alto e basso, ha piazzato la zampata quando serviva: LUT, Annecy e Hardrock, tre mesi di dominio assoluto. Certo, ha fallito l’UTMB, ma ha ancora chiuso con una vittoria a Saintelyon, per gradire. Poco considerata la Picas, a conferma che il livello UTMB femminile quest’anno non era paragonabile a quello SPECIALE OSCAR DEL TRAIL maschile. Curioso vedere come la componente femminile della redazione abbia invece preferito Ida Nilsson, che effettivamente ha fatto una stagione superlativa, anche se è rimasta su distanze sub 100 k. Sergio Garasa Mayayo Primo posto per Maite Maiora: la vittoria a Zegama è sempre il piatto forte della stagione, un’annata in cui ha vinto gare molto tecniche come Livigno, Gran Paradiso e Tromso oltre a comandare per quasi tutta la gara una veloce CCC a Chamonix. Grandi performance per tutto l’anno su ogni tipo di gara. Al secondo metto Caroline Chaverot: dopo un 2016 perfetto, ha riscontrato qualche problema in questo inizio di 2017, ma è tornata presto più veloce di prima. Le vittorie L ’anno scorso era stato un plebiscito per Caroline Chaverot, mentre quest’anno la francese ha convinto pienamente solo il pubblico, mentre la giuria tecnica si è divisa sul suo nome. Al secondo posto Andrea Huser, infaticabile macinatrice di chilometri, mentre sul gradino più basso del podio sale Ida Nilsson, la sorpresa di questa stagione 2017. ad Annecy e Cortina sono tanta roba, ancor di più lo è stata la sua vittoria alla Hardrock dove oltre a dominare la gara femminile, è stata capace di competere per la top5 assoluta. Purtroppo i suoi DNF di Transgrancanaria e UTMB dicono che non è la miglior atleta dell’anno, manca ancora qualcosa nelle gare di alto livello. Terza piazza per Andrea Huser: gareggia sempre ad alto livello. Nonostante la vittoria all’UTMB continui a sfuggirle, ha agguantato degli ottimi primi posti alla Diagonale des Fous, Eiger Ultra Trail e Madeira. Tenace come nessun’altra, se solo fosse stata più veloce a Chamonix, Maite e Caroline non sarebbero davanti a lei in questa classifica. Bryon Powell Scelgo Ida Nilsson perché ha corso risultati finali: 1. Caroline Chaverot 31,22% 2. Andrea Huser 17,93% 3. Ida Nilsson 15,57% le candidate Caroline Chaverot Ruth Croft Andrea Huser Maite Maiora Ida Nilsson Nuria Picas Adeline Roche Miglior Trailer DONNACaroline Chaverot ©JordiSaragossa ©JordiSaragossa
  • 5. una stagione intera. Dall’inizio alla fine, dominando tra i 70 e i 90 km. Per me ha corso la migliore stagione tra le donne. Andrea Huser merita il secondo posto per la costanza e la quantità delle sue gare. Nonostante qualche DNF, Caroline Chaverot ha raggiunto sufficienti risultati per guadagnarsi il terzo posto. Paolo Germanetto La mia numero uno è Adeline Roche, perché è la campionessa del mondo. Perché magari non sarà mai (o non è ancora) donna da distanze più lunghe, ma ha avuto il merito di contribuire ad innalzare di altro scalino la competizione ad alto livello. Più si corre forte là davanti, più il movimento cresce dal punto di vista tecnico, non solo in termini di risultati, ma anche di maturità nella programmazione degli eventi principali. Seconda piazza per Nuria Picas, perché ha vinto l’UTMB. Perché dire di più? Terza Caroline Chaverot, perché ha spesso e volentieri dominato ancora una volta, ma ha steccato all’UTMB. Sono sincero, penso rimanga la più forte, ma dopo il fantastico 2016, una stecca clamorosa a lei rischia di essere imputata più che alle altre. Fulvio Massa Scelgo Andrea Huser per questo 2017. Questa signora svizzera non smette di stupire. Vince o si piazza a podio ininterrottamente e su gare di grande rilievo. Al contrario di D’Haenne è bulimica di gare e come un martello, si sposta in tutto il mondo a battere le avversarie di turno. Mi chiedo come faccia a mantenere questi ritmi, ma ormai da diversi anni si muove con questi volumi e con questi risultati. Seconda piazza per Ida Nilsson. La 36enne svedese è abituata a gareggiare su distanze medie e lo fa con grande determinazione e talento. E’ in grado di mantenereunaelevataintensitàdicorsa con grande facilità e lo ha dimostrato con i suoi tempi sui Templiers e sulla California 50miles. Caroline Chaverot è la mia terza posizione. Per l’atleta SPECIALE OSCAR DEL TRAIL che negli ultimi anni ha dominato il mondo femminile del trail, questo può essere definito un anno di ripresa. Il sistema endocrino gioca brutti scherzi e quando gli stress sono esagerati, caricano eccessivamente la tiroide e il corpo si indebolisce. Caroline ha capito bene la situazione e in questa stagione ha moderato gli impegni e ha partecipato a 3 impegni importanti con altrettanti successi. Enrico Pollini Oscar a Ida Nilsson: in un ambiente che sta ancora cercando le eredi di Emelie Forsberg e Nuria Picas, questa potrebbe essere la risposta; polivalente dal vertical all’ultra, qualsiasi donna che vada sopra gli ottocento punti Itra merita un’alzata di sopracciglio, se poi su dieci gare vinte in cinque finisce nella top ten assoluta, c’è da fidarsi. Seconda piazza per Caroline Chaverot che ha rinunciato programmaticamente ai mondiali interpretando perfettamente la nascita di due distanze e due discipline diverse (se Hernando può essere un Girardelli, lei ha preferito essere uno Stenmark), ha dovuto misurarsi con una stagione di acciacchi, e ha comunque infilato Lavaredo, Hardrock e Saintélyon; avesse bissato l’UTMB sarebbe sicuramente al primo posto; riprovarci l’anno prossimo? Terza Maite Maiora: pura potenza, nella migliore tradizione spagnola sky. Vincere Zegama a mani basse, e poi presentarsi alla CCC e sfiorare la vittoria significa essere finalmente matura. Difficilmente la vedremo in qualcosa sopra i cento chilometri, ma sotto ne ha ancora tanto da dire la ragazza. Maurizio Torri Il mio oro 2017 va, anche al femminile, alla vincitrice dell’UTMB. Nuria Picas è stata semplicemente immensa. Il secondo posto l’ha strameritato un’altra spagnola Maite Maiora. Una vera campionessa tutta grinta e tenacia. Terza piazza per la sempre competitiva Ruth Croft. n ©UTMB®-photoFranckOddoux 22 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
  • 6. 24 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 Redazione ST Tra gli italiani, il duello si giocava anche a livello di distanze: Marco De Gasperi da una parte a rappresentare i velocisti, Dani Jung a tenere alta la bandiera dei faticatori. Difficile scegliere. Anche perché, contrariamente a un tempo, il livello nelle ultra si è alzato clamorosamente anche grazie al circuito UTWT, mentre quello nello skyrunning si è lievemente abbassato parlando di élite assoluta (resta incredibile in generale, basta vedere i primi 50 posti a Dolomites o Limone per rendersene conto). Alla fine ci piace premiare la freschezza di Dani, che si è messo in gioco e ha viaggiato per mezzo mondo, sempre battendosi con i migliori. Siamo curiosi di vederlo in azione nel 2018. Sergio Garasa Mayayo MarcodeGasperi,chialtro?Bravissimo. Il grande veterano del Trail running SPECIALE OSCAR DEL TRAIL MIGLIOR TRAILER ITALIANO UOMOMarco De Gasperi italiano è stato fonte di ispirazione per tutti in questo 2017. Ha sfidato e battuto atleti di vent’anni più giovani nelle gare più importanti e competitive rincorrendo il titolo delle Sky Running World Series. Le vittorie a Limone e Matterhorn Ultraks sono state incredibili, così come il secondo posto a Zegama dove sia lui che il vincitore Stian Argenmund hanno battuto il record di Kilian. Argento a Francesco Puppi. Campione del mondo nei Trail lunghi WMRA-IAAF al Giir di Mont a seguito della squalifica di Pietro Mamu. I grandi atleti sono quelli che eccellono nelle grandi gare. Il titolo di campione nel mondo è tornato finalmente in Italia dopo le vittorie di Marco de Gasperi. Terzo posto per Giulio Ornati: è il migliore atleta italiano per gli Ultratrail internazionali. Non è riuscito a ripetere la top10 all’UTMB come l’anno scorso, arrivando solo 21°, ma ha ugualmente V a a Marco De Gasperi l’Oscar del Trail 2017, con una vittoria netta su cui si sono trovati d’accordo sia la giuria tecnica che il voto popolare. La vittoria nelle Skyrunning World Series e il secondo posto di Zegama sono risultati eccezionali, ancora di più se li si coglie a 40 anni dopo una carriera infinita. Secondo Giulio Ornati, per un soffio di voti davanti a Daniel Jung: la giuria tecnica era più propensa a premiare Jung, ma il voto popolare ha premiato la performance di Ornati all’UTMB. conquistato molte vittorie a Prealba, Maremontana e Bettelmatt. Bryon Powell Assegno la vittoria a Marco De Gasperi che, ancora una volta, ha mostrato di avere quello che ci vuole per correre tra l’élite mondiale. Secondo posto per Dani Jung e terzo per Giulio Ornati che rappresentano il meglio dell’Italia nelle Ultra. Paolo Germanetto Oscar senza dubbio a Marco De Gasperi, perché questo successo finale nelle World Series mette altro sigillo su carriera inimitabile. Era il suo obbiettivo stagionale e di fine carriera: l’ha centrato, come sempre o quasi ha fatto quando negli anni si è messo in testa di inseguire qualcosa... Secondo posto per Daniel Jung, perché ha spesso portato il tricolore nelle posizioni nobilissime dell’Ultra risultati finali: 1. Marco De Gasperi 31,15% 2. Giulio Ornati 18,88% 3. Daniel Jung 18,67% i candidati Fulvio Dapit Marco De Gasperi Stefano Fantuz Daniel Jung Giulio Ornati Christian Pizzatti Francesco Puppi Trail World Tour. Corre forte e cerca costantemente il confronto internazionale: due caratteristiche che non sempre viaggiano di pari passo, ma che rimangono fondamentali per emergere per davvero. Ultimo gradino del podio per Francesco Puppi, perché - sventure di Mamu a parte - a Premana ha dato spettacolo, dopo già essere stato protagonista agli Europei di corsa in montagna classica in Slovenia. Perché ha testa pensante, che non si esplicita soltanto nel conseguimento della laurea magistrale in fisica nell’anno del Giir di Mont iridato o dell’esordio in maratona a New York. Una testa che segue la leggerezza del suo procedere in salita e non le tendenze dei social, una testa che ama filosofeggiare anche attorno agli scenari futuri di questa nostra splendida passione declinata ai sentieri... ©SimonePaccini
  • 7. SPECIALE OSCAR DEL TRAIL Fulvio Massa A Daniel Jung va il mio Oscar 2017. I suoi campi di gara sono sempre quelli delle più importanti gare internazionali e di conseguenza le sue posizioni sono sempre da rapportare a quelle degli altri atleti di vertice. I suoi tempi e quindi le sue prestazioni assolute sono sempre di grande rilievo e ben distribuite in un calendario annuale. Giulio Ornati subito dietro: il copione per lui non cambia, sempre a podio nelle gare di alto livello nazionali e sempre ben classificato nelle gare internazionali di livello assoluto. A lui il merito di portare per il secondo anno consecutivo la bandiera italiana alla UTMB. Terzo posto per Fulvio Dapit. Anche quest’anno un’ottima stagione per lui, sempre pronto a dare battaglia su gare internazionali di prestigio, dove fatica ad arrivare a podio, ma riesce spesso ad avere degli ottimi piazzamenti. Enrico Pollini Giulio Ornati è il mio Oscar 2017. Non ha saputo ripetersi agli stessi livelli dell’anno scorso, ma “Giulio il bello” sulle distanze lunghe non sbaglia mai. Uno dei pochi che ha voglia, e possibilità, di mettersi sempre in gioco a livello internazionale, rinunciando a facili vittorie in casa per prendere piuttosto onorevoli piazzamenti, ma con molti nemici e molto onore. Secondo posto per Fulvio Dapit che ha finalmente preso le misure con le lunghe distanze. Nonostante alcuni ricorrenti dnf ha definitivamente chiuso il conto con una Lavaredo che sembrava stregata per lui. Top ten nelle gare che contavano e primo italiano, anche se solo venticinquesimo assoluto, all’Ultra Trail World Tour sono comunque risultati che si portano a casa con soddisfazione. Bronzo per Stefano Fantuz, il campione italiano, punto. Una stagione iniziata con qualche acciacco e finalizzata poi solo a certe distanze e sull’obiettivo mondiale, centrato con un top 20, che visto il livello è comunque un risultato. Poi è anche simpatico, e pure veneto della pedemontana, il che non guasta mai. Maurizio Torri Non ho dubbi. Anche se il suo terreno sono le creste aguzze e le discese funamboliche, Marco De Gasperi ci ha fatto sognare. Orgoglio italiano, patrimonio del nostro sport. A uno che mette alle corde campioni con vent’anni in meno… non posso che dire “chapeau!”. Sul podio con lui metto due ragazzi tutta grinta, passione e tenacia che hanno lottato per guadagnare la maglia azzurra. Entrambi sono riusciti a coronare il sogno di una vita e hanno zittito pure i fenomeni da bar che hanno cominciato a diffondersi anche nel nostro mondo. Per la serie “quando sei in ballo balla sino alla fine”, Stefano Fantuz e Christian Pizzatti mi hanno emozionato e stupito correndo da veri duri. Avanti così… n MIGLIOR TRAILER ITALIANa DONNASilvia Rampazzo U nanimità. Silvia Rampazzo ha conquistato tutti: sei giurati su sette l’hanno scelta come trailer dell’anno, lamentando anche il fatto che non fosse stata inserita nella lista delle “international”. Lisa Borzani, vincitrice dell’Oscar del Trail 2016 si deve accontentare di un secondo posto, nonostante un grande Tor des Géants. Terza piazza per Simona Morbelli che conquista il voto popolare con il secondo posto alla Leadville. risultati finali: 1. Silvia Rampazzo 34,10% 2. Lisa Borzani 19,55% 3. Simona Morbelli 18,23% le candidate Lisa Borzani Francesca Canepa Cecilia Flori Lidia Mongelli Simona Morbelli Francesca Pretto Silvia Rampazzo ©wisthaler.com ©RobertoDePellegrin 26 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018
  • 8. Redazione ST Nessun dubbio tra le donne, invece. Le luci della ribalta se le prende meritatamente Silvia Rampazzo, semplicemente inarrestabile. Zegama, Mondiali, Serre Zinal, Dolomites, Mondiali di Corsa in Montagna, più dominazione assoluta in casa. Aiuto. Non è una sorpresa, perché forte è sempre andata, ma quest’anno ha fatto un passo avanti clamoroso. Brava, il suo sorriso ci ha davvero regalato emozioni quest’anno. Sergio Garasa Mayayo La mia scelta ricade su Silvia Rampazzo: Campionessa del mondo al Giir di Mont e medaglia di bronzo a Badia Prataglia. È stata la miglior atleta mondiale in gare iridate. In più ha fatto grandi cose nelle maratone alpine arrivando seconda a Zegama e vincendo la 42 Km a La Angostura. Sul secondo gradino del podio scelgo Lisa Borzani: sempre ad alto livello nonostante corra non-stop per tutto l’anno. Le vittorie al Tor des Geants e all’Ultra Trail di Andorra 170 km la confermano tra le migliori atlete sulle gare oltre le 100 miglia. Anche il podio a Cortina è stato molto buono, in una gara un po’ troppo “corta” per le sue caratteristiche. Tuttavia la sua mancanza di velocità la mettono in una situazione difficile per il futuro visto che il Trail running sta diventando ogni anno più veloce. Terzo posto per Francesca Canepa: un’altra forte veterana con tanta resistenza e calendario fitto di appuntamenti. Le sue migliori performance sono state le vittorie sulla Swill Alpine 133 km e Lago d’Orta 120 km. Tuttavia ha avuto anche dei colpi a vuoto con i DNF di Penyagolosa 116 km e UltraPirineu 120 km. Continua a spingere forte, ma è difficile che riesca ancora a migliorare. Bryon Powell Non conoscevo Silvia Rampazzo prima di quest’anno e quindi sono veramente impressionato dal suo 2017. Ha corso bene eccellendo in gare di alto livello. Al secondo posto scelgo Lisa Borzani, che, come al solito, ha corso un sacco di chilometri nel 2017 ma continua a correr forte come ci ha abituato in questi anni. Terzo posto per Simona Morbelli. SPECIALE OSCAR DEL TRAIL Paolo Germanetto La mia vincitrice è Silvia Rampazzo, perché le sue due medaglie nel panorama dell’ “off-road running” mondiale sono grandissima cosa. Il terzo posto di Badia Prataglia ha proiettato l’Italia nel vivo della sfida con Francia e Spagna: su distanze più lunghe, non ci siamo ancora, ma sulle distanze medie e brevi, con lei, intanto è stato bello esserci. Il dominio del Giir di Mont, perla preziosa, perché un titolo colto lontano da Premana non avrebbe avuto lo stesso significato. Possibile poi dimenticare la Silvia di Zegama? Argento per Lidia Mongelli, perché ha preso per mano il Sud che corre sui sentieri, dandogli ribalta nuova. Perché ha vinto il titolo italiano al Campo dei Fiori, perché ha coronato il sogno di tornare in azzurro in specialità diversa da quella praticata sin da quando era ragazzina. Perché nel frattempo è diventata donna, ha messo su famiglia, fa l’ingegnere, perché sta allungando il tiro e perché a lei, correre al Nord, costa sempre qualche sacrificio in più delle altre.... Bronzo per Lisa Borzani, perché corre sempre e perché, soprattutto, vincere il Tor è impresa che rimane. E che vale almeno questo podio. Fulvio Massa Scelgo Simona Morbelli perché ogni anno si dimostra implacabile e riesce a vincere o salire sul podio delle gare a cui partecipa, sia italiane che internazionali. La ciliegina del 2017 è sicuramente la Leadville Colorado, che assieme alla Western States rappresenta il mito delle 100miles targate USA, due gare che mai prima d’ora avevano visto anche solo avvicinarsi al podio un atleta italiano. Un obiettivo stagionale a cui ha dedicato tutta l’annata, impostando un avvicinamento mirato, cadenzato da vittorie con tempi veramente notevoli, dimostrando di essere un’atleta di trail dotata di velocità. Argento per Lisa Borzani, immancabilmente presente nelle Ultradistanze, anche il 2017 la vede protagonista di alcune tra le gare più importanti del panorama internazionale. Dal mio punto di vista va premiata anche la sua disponibilità di mettersi in gioco in un Mondiale molto breve e veloce. Bronzo per Francesca Canepa che anche quest’anno è stata sempre presente su varie distanze sia in Italia che all’estero, raccogliendo numerosi ottimi risultati e dando prova di una inossidabile continuità negli anni. Enrico Pollini Scelgo Silvia Rampazzo, ma perché caspita l’avete messa qui? Una campionessa del mondo deve stare tra le international! Ritoccare i record della mitica FedEx, e andare per monti con lo stesso stile, oltre che con gli stessi risultati, ne fa a pieno titolo l’erede; e poco importa se solo sulle distanze brevi, comunque non c’è storia: numero uno. Secondo posto per Francesca Pretto: occhei, è la mia protègèe 2018, potrei anche non essere obiettivo, però... Essere la seconda donna, dopo sette edizioni, a chiudere l’Ultrabericus abbondantemente sotto le sette ore, non essere #laprettoaimondiali solo per aver sbagliato (non unica) un bivio in Val Borbera, dominare la Trans d’Havet d’autorità, e poi chiudere la stagione con un top ten in una CCC dal parterre stellare, sono dati oggettivi. Terzo posto a Lidia Mongelli: una sconosciuta che arriva dall’atletica leggera (orrore!), sì, e arriva pure dalla Basilicata, non certo terra di trail. Dell’atletica ci ha messo l’impegno e la serietà, il programmare gli obiettivi, e i risultati alla prima stagione nel nuovo ambiente si sono visti: selezionata in nazionale per i mondiali in primavera, campionessa italiana in autunno. Aria di novità. Maurizio Torri Correre con il sorriso sempre e gioire di quello che fai. Solo per questo Silvia Rampazzo meriterebbe l’oro 2017. Lei per giunta si è guadagnata il gradino più alto di questo podio a suon di performance. Good Job. Argento per Simona Morbelli che, zitta zitta riesce sempre a stupirsi e stupirci. Terzo posto per Francesca Canepa. n 28 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 ©StefanoJeantet ©AlexisCourthoud
  • 9. 30 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 SPECIALE OSCAR DEL TRAIL MIGLIORE PRESTAZIONE François D’Haene Redazione ST Prestazione dell’anno: qui di solito ci si picchia, invece un solo romantico si è commosso a vedere Kilian baciare la roccia col braccio al collo. Quasi unanimità per l’UTMB di François D’Haene:lasensazioneèchequelloche abbiamo visto quest’anno a Chamonix resterà negli annali. Tutta l’attesa, i fari puntati, una gara serrata, tirata, in cui abbiamo visto uno dei protagonisti esplodere a Champex, e gli altri due mostrare comunque di essere al limite assoluto... difficilmente ripetibile. Ah, dimenticavo, un voto anche al buon Javi e la sua impresa al Tor: indovinate chi è stato, tra i redattori? Sergio Garasa Mayayo SenzaombradidubbioJavierDominguz al Tor. Sono stato testimone diretto del duello tra Iker e Oscar che ha portato il record sotto le 70 ore. Mi è sembrato magico. Ero presente alla 100 miglia basca Ehunmilak quando Javi ha distrutto il record. Abbiamo parlato del Tor: “Sergio, quest’anno mi sento veramente bene, ho tanta motivazione per il Tor e ho parlato a lungo con Iker. Darò tutto quello che posso anche se è il mio primo anno.” E così ha fatto. Non riesco a pensare cosa potrebbe fare se tornasse a Cormayeur e continuasse a migliorare. Infatti quando abbiamo parlato dopo il record diceva di poter togliere ancora 1-2 ore... Come nota personale aspetto con interessealtreperformancediGoetsch. Ovviamente conosciamo tutti il record di Urban a LaFully VK come il primo umano a scendere sotto i 30 minuti nel 2014. Inoltre Goetsch si è messo dietro tutti i migliori specialisti del 2016: P ortarsi a casa due statuette nello stesso anno: non male è? François D’Haene è riuscito nell’impresa che solo Lizzy Hawker aveva compiuto nel 2011. Il voto della giuria tecnica è stato scontato: tutte le palette si sono alzate all’unisono, tutte con lo stesso voto, un bel “10”. La giuria popolare non ha fatto altrettanto, preferendo il Kilian Jornet che con la spalla lussata arriva per primo a baciare la “Roccia Dura” di Silverton. Terzo posto per lo spagnolo Javier Dominguez che vince il Tor in rimonta in tempo da record. Peccato per Franco Collé, se non fosse crollato a pochi chilometri dal traguardo forse quest’Oscar sarebbe rimasto in Italia. Nadir, Urban, Marco e Kilian e il record è stato abbassato del 3% da un ex- ciclista non così giovane e nuovo nella specialità. Se il tempo confermerà il suo livello e non ci saranno sorprese sarà un atleta da tenere d’occhio. Speriamo il meglio. Bryon Powell Non si può non votare per D’Haene: la vittoria di François è stata una lezione di corsa al resto dell’élite mondiale. Paolo Germanetto François D’Haene con la sua vittoria all’UTMB è l’unica scelta possibile. Fulvio Massa François D’Haene, e il suo UTMB. Ci sono sfide particolari che non si racchiudono nelle ore di gara, ma sono alimentate dalle settimane di attesa fatte di annunci e proclami. Ero presente a Chamonix e ho vissuto personalmente l’aria di tensione e trepidazione che ha accompagnato gli atleti di élite alla vigilia di questa sfida “stellare”. Mi ha colpito la sicurezza e la estrema fiducia in se stesso dimostrata da D’Haene, frutto della certezza della condizione e della adeguata pianificazione effettuata. Poi in gara ha combattuto la battaglia durata 19 ore, e l’ha vinta. Argento per Jim Walmsley, e la sua Tarawera 100 km, 7h23’32”. La prestazione assoluta deve sempre avere rilievo in un giudizio. La gara è tecnicamente semplice, 102 km con soli2.700m+,maèungranbelpercorso trail, di quelli che noi italiani spesso sottovalutiamo perché partiamo dal concetto ignorante che correla il trail risultati finali: 1. François D’Haene, Ultra Tour du Mont Blanc, 19h01’54” 2. Kilian Jornet, Hardrock 100, 24h32’20” 3. Javier Dominguez, Tor des Géants, 67h52’15” i candidati François D’Haene, Ultra Tour du Mont Blanc, 19h01’54” François D’Haene, John Muir Trail, 67h26’ Javier Dominguez, Tor des Géants, 67h52’15” Philip Goetsch, La Fully, 28’43” Kilian Jornet, Hardrock 100, 24h32’20” Ida Nilsson, Transvulcania, 8h04’17” Jim Walmsley, Tarawera 100 km, 7h23’32” ©UTMB®-photoFranckOddoux ©PhilippReiter
  • 10.  Albo d’Oro 2011 - 2017 Miglior Trailer Uomo Miglior Trailer Donna Miglior Italiano Migliore italiana Prestazione dell’anno 2011 Kilian Jornet Lizzy Hawker Giuliano Cavallo Anne Marie Gross Lizzy Hawker - UTMB 2012 Kilian Jornet Nuria Picas Giuliano Cavallo Francesca Canepa Ellie Greenwood - Western States 2013 Kilian Jornet Emelie Forsberg Franco Collé Francesca Canepa Rory Bosio - UTMB 2014 François D’Haene Rory Bosio Ivan Geronazzo Federica Boifava Urban Zemmer - VK La Fully 2015 Tadei Pivk Nathalie Mauclair Tadei Pivk Federica Boifava Xavier Thevenard - UTMB 2016 Luis Alberto Hernando Caroline Chaverot Giulio Ornati Lisa Borzani Bhim Gurung - Kima 2017 François D’Haene Caroline Chaverot Marco De Gasperi Silvia Rampazzo François D’Haene - UTMB   running al dislivello. È un percorso con foreste dal caldo umido che toglie l’aria dai polmoni e ha fondi spesso sabbiosi e poco reattivi che rallentano i gesti e chiuderlo a una media di 4’:20”/Km è una performance di rilievo. Terza piazza per Javier Dominguez, dominatore del Tor des Géants in 67h52’15”. Lo spagnolo si è aggiudicato iltraillungopereccellenzagareggiando per quasi tre giorni consecutivi a una media di 12’:20”/Km, una andatura circa tre volte più lenta rispetto a quella tenuta da Walmsley a Tarawera. Ho voluto assegnare alla sua prestazione la terza piazza anziché la seconda non perché lo ritenga inferiore, anzi su questo tipo di gare ha dimostrato di essere fortissimo. È difficile paragonare due pesi e due misure diverse e a parità di valore preferisco il Trail Running al Trail Walking. Enrico Pollini 1 François D’Haene, UTMB. Non è un record ufficiale, ed è questo il bello, perché il trail non ha basi di confronto univoche e ci sono tante variabili in gioco. Nonostante le riduzioni di percorso, e pure con tutte le tare che si vogliano mettere alla valutazione spannometrica, le sue diciannove ore e qualche cent valgono di sicuro un sotto le venti ore sul percorso originale. 2 Ida Nilsson, Transvulcania. Fare il record di una corsa sulla quale si sono misurate le migliori di sempre vuol dire approfittare di uno stato di grazia per batterle tutte, chapeau. 3 Kilian Jornet Hardrock, 100. Non basta una spalla: Kilian il Re, per fermarlo lo devi abbattere a fucilate. Maurizio Torri François D’Haene: i mondiali vedono assegnati dalle federazioni, ma per tutti il vero mondiale quest’anno l’ha vinto lui. n SPECIALE OSCAR DEL TRAIL 32 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 ©StefanoJeantet L’immagine più bella dell’anno è Silvia Rampazzo con il tricolore, e non solo per i risultati che ha conquistato. Da incorniciare. MOMENTI DA RICORDARE Franco Collè non è un supereroe. Domina il Tor des Géants per tre giorni, ma al quarto crolla vitima di un colpo di sonno. Perde la gara e rischia anche qualcosa di piùdella semplice sconfitta. Daniel jung. Un italiano conquista il podio in una delle gare più ambite dell’Ultra Trail World Tour: Hong Kong 100. Tim Freriks esce dall’ombra e va avincere, nettamente, la TNF 50 aSan Francisco, la gara che chiude lastagione dell’ultra trail running in USA.
  • 11. SPECIALE OSCAR DEL TRAIL 34 | SPIRITOTRAIL | gennaio 2018 Kilian Jornet vince, ma non convince. Domina l’Hard Rock con un braccio fasciato, ma finisce secondo all’UTMB e la sua spedizione sull’Everest non è andata come da copione. E c’è pure chi gli ha dato del bugiardo... UTMB. Jim Walmsley in crisi a Champex. Tim Tollefson pare benedirlo conl’imposizione delle mani. Un momentoterribile per lui, ma riuscirà a finirla, Quinto posto per lui. Pagina triste al Giir di Mont, WorldMountain Running Championship 2017.Pietro Mamu viene squalificato perdoping, dopo aver tagliato per primoil traguardo. Nemmeno un cane che gli azzanna il polpaccio riesce a fermare Dylan Bowman che vince e segna il nuovo record alla 100 miles of Istria. Jim Walmsley fasaltare il bancoe Ryan Sandesne approfittavincendo laWestern Statese un dolcissimoabbraccio dellasua famiglia. Li toglie e li mette, i bastoni, di continuo. Luis Alberto Hernando pare indiavolato sui sentieri di Badia Prataglia e va a vincere il mondiale di trail IAU-ITRA. Una giovane e bella promessa Cat Bradley vince la Western States in un’edizione che, per il gran caldo e la neve in quota, sarà ricordata come una delle più dure di sempre.