Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Lab scuola pol salerno 18 apr 2014 cosa fanno i comuni
1. Laboratorio di scuola politica
proposte di buon senso per il bene comune
A cura di Giuseppe Carpentieri
Piccoli consigli per vivere la fine di un’epoca e l’inizio di un
cambio di paradigma culturale utile all’evoluzione delle
comunità.
18 aprile 2014
Cosa fanno i Comuni?
2. Cosa fanno i Comuni?
• SETTORI ORGANICI DEI SERVIZI COMUNALI (TRASFERIMENTO FUNZIONI
EX.DPR.616/1977 ALLE REGIONI)
– ORDINAMENTO E ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA
– SERVIZI SOCIALI
– SVILUPPO ECONOMICO
– ASSETTO E UTILIZZAZIONE DEL TERRITORIO
• CONFERIMENTO FUNZIONI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE DELEGA EX
L.59/1997 D.LGS 112/1998
– SVILUPPO ECONOMICO ED ATTIVITA’ PRODUTTIVE
– TERRITORIO, AMBIENTE E INFRASTRUTTURE
– SERVIZI ALLA PERSONA E COMUNITA’
– POLIZIA REGIONALE E LOCALE
3. Cosa fanno i Comuni?
• Artigianato. Competenze a favore del Comune atti di istruzione e certificazione ai
fini dell’iscrizione nell’albo delle imprese artigiane e alla apprestamento funzionale
e alla gestione di aree attrezzate per gli insediamenti di imprese artigiane nel
rispetto della pianificazione territoriale generale.
• Industria. Funzioni Amministrative concernenti la realizzazione, l’ampliamento, la
cessazione, la riattivazione, la localizzazione e la rilocalizzazione di impianti
produttivi, ivi incluso il rilascio delle concessioni o autorizzazioni edilizie.
• Energia. Funzioni per i Comuni: controllo sul risparmio energetico e l’uso razionale
dell’energia.
• Miniere e risorse geotermiche. Ricezione delle informazioni sulle imprese
operanti nel settore, parere nelle procedure di VIA dei progetti di ricerca e di
coltivazione delle sostanze minerali
• Fiere e mercati
• Commercio
• Turismo
• Territorio ambiente e infrastrutture
4. Urbanistica, pianificazione ed organizzazione
territoriale, insediamenti umani
• Piani regionali, piani territoriali
• Piani provinciali, piani territoriali
• Piani comunali, piani regolatori, piani operativi
«uso del suolo,
risorse, vincoli»
• Piani paesistici (tutela del paesaggio del territorio)
• Piani di bacino (difesa delle acque)
• Piani delle aree protette
• Piani dei parchi
«piano
specialistico»
• Piani del traffico
• Piani della mobilità
• Piani del rumore
• Piani delle cave (attività estrattive)
• Piani delle coste
• Piani dei servizi
«piano di settore»
Il Parlamento italiano nel corso degli anni ha promulgato leggi che hanno distribuito
«competenze» e «funzioni», spesso sovrapponendosi, creando una confusione che ha
favorito un cattiva gestione delle risorse territoriali. Ecco un elenco dei livelli di
competenza e dei piani:
5. Ambito comunale
• Piano di massima e previsione
programmatiche, localizzazioni,
zonizzazione
• Regolamento edilizio
Piano regolatore
generale (Piano
Strutturale C.; Piano
Urbanistico C. ..)
• Piani particolareggiati (P.P.)
• Piani di lottizzazione (P.L.)
• Piani per l’edilizia economica e popolare (P.E.E.P.)
• Piani per gli insediamenti produttivi (P.I.P.)
• Piani di recupero
• Programmi integrati e assimilati
Piani attuativi
6. Programmare l’azione politica
• Processo decisionale
1) Analisi dei motivi che spingono alla decisione
2) Individuazione degli obiettivi e delle risorse
3) Individuazione delle alternative: maggiori alternative, più razionale
scelta
4) Analisi per ogni alternativa dei livelli di efficacia in relazione agli
obiettivi specifici e alla sua attitudine a soddisfare gli obiettivi
5) Confronto alternative in base ai vari criteri (Costi-Benefici,Multi-Criteria)
6) Scelta finale
• Redazione approvazione ed esecuzione operativa del piano
- Economico
- Investimenti
- Patrimoniale
7. Programmare l’azione politica
• Pianificazione e programmazione politica
-Obiettivi generali si individuano attraverso pianificazione degli obiettivi strategici
- verifica degli obiettivi attraverso il controllo strategico
• Obiettivi e programmi di breve periodo indicando in modo dettagliato le fonti di
finanziamento
• P.E.G. L’organo esecutivo (Giunta) definisce prima dell’inizio dell’esercizio il piano
esecutivo di gestione determinando gli obiettivi di gestione ed affidando gli stessi,
unitamente alle dotazioni necessarie ai Responsabili dei Servizi.
Si attua pienamente la separazione tra attività di programmazione e indirizzo (che
spetta la Consiglio Comunale grazie al Bilancio di Previsione), l’attività di
esecuzione (di competenza della Giunta che la esercita tramite il PEG) e l’attività di
gestione ( di competenza dei dirigenti e dei Responsabili dei Servizi che
perseguono gli obiettivi specifici individuati dalla Giunta tramite il PEG)
• Risorse di Entrata distinte in Capitoli
• Servizi suddivisi in Centri di Costo
• Interventi di spesa sono distinti in Capitoli
8. Trasparenza degli atti
Programma elettorale (Promesse,
mercato dei voti, fiducia politica)
Linee programmatiche di mandato
[Consiglio]
Piano Esecutivo di Gestione (PEG) e
Piano Dettagliato degli Obiettivi (PDO)
[Giunta]
9. Codice comportamento
• Nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici
• E’ entrato in vigore il 19 giugno il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti
pubblici (D.P.R. 16 aprile 2013, n.62 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 giugno
2013), che definisce i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona
condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare.
• Il dipendente pubblico è tenuto a rispettare i principi di integrità, correttezza,
buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e
ad agire in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di
conflitto di interessi, non usa a fini privati le informazioni di cui dispone per
ragioni di ufficio, ed evita comportamenti che possano nuocere agli interessi o
all'immagine della pubblica amministrazione, orienta l'azione amministrativa alla
massima economicità, efficienza ed efficacia, in una logica di contenimento dei
costi, che non pregiudichi la qualità dei risultati, nei rapporti con i destinatari
dell’azione amministrativa, assicura la piena parità di trattamento a parità di
condizioni, astenendosi da azioni arbitrarie che comportino discriminazioni di
qualsiasi tipo.
10. Focus sul bilancio
• ELEMENTI CARATTERISTICI
– Bilancio di Previsione
Consiglio fissa gli orientamenti ed i programmi
– Piano esecutivo di Gestione
Giunta specifica le singole iniziative
– Controllo di Gestione
Verifica dello stato di attuazione degli obiettivi programmati
• PRINCIPI DEL BILANCIO. L’art. 162 del Dlgs 267/2000 stabilisce che gli Enti Locali
deliberano annualmente il bilancio di previsione finanziario redatto in termini di
competenza. Le previsioni di competenza relative alle spese correnti non possono
essere complessivamente superiori alle previsioni di competenza dei primi tre titoli
dell’entrata (entrate tributarie, entrate per contributi o trasferimenti statali o di
altri enti, entrate extratributarie) e non possono avere altra forma di
finanziamento. L’anno finanziario parte dal 1.1. e termina il 31.12 La gestione
finanziaria è unica come il relativo bilancio di previsione, sono vietate le gestioni
di entrate e di spese che non siano iscritte nel bilancio.
11. CARATTERISTICHE DEL BILANCIO
L’unità elementare del Bilancio per l’Entrata è la Risorsa, per la Spesa è
l’Intervento. In particolare ciascuna risorsa dell’Entrata e ciascun
intervento della spesa devono indicare l’ammontare degli accertamenti
(risorse) e degli impegni (gli interventi) risultanti dal rendiconto del
penultimo anno precedente all’esercizio di riferimento e la previsione
aggiornata relativa all’esercizio in corso nonché l’ammontare delle entrate
che si prevede di accertare o delle spese che si prevede di impegnare
nell’esercizio cui il bilancio si riferisce.
• Entrata->Risorsa>Accertamento
Uscita->Intervento>Impegno
• Il bilancio di previsione ha carattere autorizzatorio (fatta eccezione per i
servizi conto terzi), svolge una funzione di limite agli impegni di spesa che
possono essere assunti.
12. STRUTTURA DEL BILANCIO
• ENTRATE
Titolo I : Entrate Tributarie
categoria 1: imposte
categoria2: tasse
categoria3: tributi speciali ed altre entrate tributarie proprie
Titolo II: Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello
Stato,Regione e altri Enti Pubblici
categoria1: entrate trasferimenti correnti dallo Stato
categoria2: entrate trasferimenti correnti dalle Regioni
categoria3: contributi e trasferimenti dalla Regione per funzioni delegate
categoria4: contributi e trasferimenti da parte di organismi comunitari e
internazionali
categoria5:contributi e trasferimenti correnti da altri enti pubblici
Titolo III: Entrate extra-tributarie
categoria1: proventi dei servizi pubblici
categoria2:proventi dei beni dell’Ente
categoria3:interessi su anticipazioni e crediti
categoria4:utili netti delle aziende partecipate,dividenti società
categoria5:proventi diversi
13. STRUTTURA DEL BILANCIO
• Titolo IV: Entrate da alienazioni, trasferimenti di capitale e riscossione
crediti
categoria1: alienazioni beni patrimoniali
categoria2:trasferimenti di capitali dallo Stato
categoria3:trasferimenti di capitali dalla Regione
categoria4:trasferimenti di capitali altri Enti Pubblici
categoria5:trasferimenti di capitali altri soggetti
categoria6:riscossione crediti
Titolo V: Entrate derivanti da accensione prestiti
categoria1: anticipazioni di cassa
categoria2: finanziamenti a breve termine
categoria3:assunzione di muti e prestiti
categoria4:emissione di prestiti obbligazionari
Titolo VI: Entrate da servizi per conto terzi
14. STRUTTURA DEL BILANCIO
• TITOLO DI SPESA
• Titolo I: Spese correnti
Titolo II: Spese in conto capitale
Titolo III: Spese per rimborso prestiti
Titolo IV: Spese per servizi per conto terzi
Studio sulla ripartizione della spesa di un comune medio:
• 72% MANTENIMENTO DEI SERVIZI
• 21% PERSONALE
51% ACQUISTO BENI E SERVIZI
11% SPESE DI TRASFERIMENTO
17% ATTIVITA’ DI SUPPORTO
15. Obiettivi riforma PA
Miglioramento
delle performance• Controllo strategico interno
Soddisfazione
dei destinatari
dei servii
• Giudizio dal basso
partecipazione
• Far conoscere i dati
delle performance ai
cittadini
16. Valutazione e controllo strategico
• L’attività di valutazione e controllo strategico (art. 6
D, Lgs. 286/1999) mira a verificare, in funzione
dell’esercizio dei poteri di indirizzo da parte dei
competenti organi, l’effettiva attuazione delle scelte
contenute nelle direttive ed atti di indirizzo politico.
• Le strutture di controllo strategico supportano
l’organo politico ai fini della valutazione del
personale dirigenziale; nelle amministrazioni statali,
detto controllo è affidato ad apposite strutture,
denominate «servizi di controllo interno»
• Fonte: Vincenzo Pedaci, Il management pubblico, IV edizione, Simone, 2012, pag.258.
17. Supporto di indirizzo alle decisioni politiche anche attraverso
gli strumenti del controllo di gestione, al fine di fornire
indicazioni di indirizzo per rimediare agli scostamenti e
ripensare la strategia
FINALITA’ DEL CONTROLLO STRATEGICO
Verificare se la strategia
dell’Ente è giusta: se gli obiettivi
fissati sono stati conseguiti
Analizzare gli eventuali
scostamenti e fattori ostatici
cercando possibili rimedi
Identificare la responsabilità
politica e gestionale della
mancata attuazione delle scelte
Fonte: Vincenzo Pedaci, Il management pubblico, IV edizione, Simone, 2012, pag.258.
18. Controllo di qualità nei servizi pubblici
Servizi,
modello di
riferimento
Qualità
prevista
Qualità
paragonata
Qualità
percepita
Qualità
prestata
qualità
progettata
Aspettativa che l’utente ha
nei confronti del servizio
Livelli standard coi
quali dovrebbe
essere erogato il
servizio
Qualità che il cittadino/utente
ritiene di ricevere
Confronto con gli altri
Enti
19. Ciclo e gestione delle performance
• Definizione e assegnazione degli obiettivi da raggiungere, dei valori
attesi di risultato e dei rispettivi indicatori
• Collegamento tra obiettivi e allocazione delle risorse
• Monitoraggio in corso di esercizio e attivazione degli eventuali interventi
correttivi
• Misurazione e valutazione delle performance, organizzativa e individuale
• Utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di valorizzazione del merito
• Rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo politico-
amministrativo, ai vertici delle amministrazioni nonché ai componenti
degli organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai
destinatari dei servizi
Il ciclo della gestione si articola nelle seguenti fasi
Fonte: Vincenzo Pedaci, Il management pubblico, IV edizione, Simone, 2012, pag.205.
20. Ciclo e gestione delle performance
• Rilevanti e pertinenti rispetto ai bisogni della collettività, alla
missione istituzionale, alle priorità politiche e alle strategie
dell’amministrazione
• Specifici e misurabili in termini concreti e chiari
• Tali da terminare un significativo miglioramento della qualità dei
servizi erogati e degli interventi
• Riferibili ad un arco temporale determinato
• Commisurati ai valori di riferimento derivanti da standard definiti a
livello nazionale e internazionale,
• Confrontabili con le tendenze della produttività dell’amministrazione
con riferimento, ove possibile, almeno al triennio precedente
• Correlati alla quantità e alla qualità delle risorse disponibili
Gli obiettivi sono:
Fonte: Vincenzo Pedaci, Il management pubblico, IV edizione, Simone, 2012, pag.206.
21. Trasparenza
• Governo
• Condivisione degli atti: Bilancio
valutazione
• Valutazione politica degli investimenti, spesa pubblica
Proposte dal
basso
• Individuazione di eventuali sprechi
http://www.governo.it/rapportiparlamento/documenti/rapporto_spending.pdf
Domanda &
offerta
Fondi
europei
Priorità
22. Fonte: Raffaele Parlangeli, Domenico Pellerano, Tecniche di performance management per
migliorare la P.A. Franco Angeli, 2012
23. Fonte: Giorgio Sangiorgi (a cura di), Management e governance nella pubblica
amministrazione, Franco Angeli, 2008
24. bibliografia
• Vincenzo Pedaci (a cura di), Il management pubblico, IV edizione, edizioni Simone, 2012
• Legislazione comunale, XI edizione, in collana Timone [266], edizioni Simone, 2009
• Raffaele Parlangeli, Domenico Pellerano, Tecniche di performance management per
migliorare la P.A. Franco Angeli, 2012
• Giorgio Sangiorgi (a cura di), Management e governance nella pubblica amministrazione,
Franco Angeli, 2008