Busto arsizio rigenerazione bioeconomica 3 maggio 2019
1. DI GIUSEPPE CARPENTIERI
• CONTESTI TERRITORIALI
• CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
• L’APPROCCIO BIOECONOMICO
• LA GESTIONE DEI PROCESSI
• GLI ASPETTI LEGISLATIVI
• RIGENERAZIONE
I contenuti della presentazione sono appunti estratti dalla tesi di laurea magistrale in Architettura (Uni Parma, DIA) di Giuseppe Carpentieri
Progetto per Busto Arsizio
Movimento X
Busto Arsizio, 3 maggio 2019
Villa Tovaglieri via Volta 11
2. Il compito delle grandi sfide urbane è intravedere nuovi futuri percorribili ma che siano
sostenibili rispetto alle modalità passate circa la gestione del territorio. Secondo
Herbert Girardet le città occupano il 2% della superficie terrestre, usano il 75% delle
risorse del pianeta e scaricano una percentuale simile di rifiuti. Secondo il programma
ONU Habitat III, le città contribuiscono per il 70% alla crescita economica, consumano
più del 60% dell'energia e le abitazioni immettono nell'atmosfera circa il 70% delle
emissioni gassose, per queste ragioni si ritiene necessario ripensare l'agenda urbana
pensando all'equità, al benessere e alla prosperità condivisa. Secondo gli ultimi
rapporti ONU (2014) ed Eurostat (2016), il grado di urbanizzazione nel mondo segue
dinamiche differenti, una grande accelerazione in Asia, in Africa e in America latina, e
un rallentamento in Europa.
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I CONTESTI TERRITORIALI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
3. Per misurare l'impatto delle attività antropiche sulle risorse finite del pianeta viene
usato il concetto di impronta ecologica. L'overshoot day è il giorno che indica il
superamento delle risorse utilizzate in un anno solare, ed ogni anno questo giorno non
corrisponde al 31 dicembre ma si sposta sempre più verso i primi mesi dell'anno,
informandoci sul fatto che utilizziamo più risorse di quante dovremmo, creando un
deficit per le future generazioni. Nel 2018 l‘earth overshoot day è stato il 1 agosto, nel
1971 era il 21 dicembre.
<https://habitat3.org/the-new-urban-agenda> (consultato il 1 settembre 2016).
Urban Europe, Eurostat, 2016.
I CONTESTI TERRITORIALI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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4. La regressione demografica delle grandi città nel mondo occidentale e la distrofia
causata dallo sviluppo incontrastato della dimensione delle città del terzo mondo sono
fenomeni chiaramente riconoscibili . «La quasi totalità dell'urbanizzazione mondiale
interessa le città in via di sviluppo» mentre nell'Occidente sembra non esistere più una
relazione diretta fra aumento della produttività e crescita della popolazione urbana,
«siamo di fronte cioè a un'urbanizzazione globale che in molti casi sembra non essere
sostenuta da un motore economico adeguato alla propria crescita». Generalmente se
l'espansione delle aree urbane è condizionata dall'aumento demografico, tale
correlazione non riguarda l'Italia e l'Europa.
Benevolo, Op. cit. , 2009.
Barbieri, È successo qualcosa alla città. Manuale di antropologia urbana, Donzelli, 2010, pag. 3.
Ivi, pag. 4.
I CONTESTI TERRITORIALI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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5. I CONTESTI TERRITORIALI
Entro il 2050 quasi il 67% della popolazione globale vivrà in aree urbane, rispetto al
52% del 2011. Mentre questa è la prospettiva del resto del mondo (Africa e Asia), cioè
l'urbanizzazione; in Europa e negli USA la prospettiva ha una direzione opposta: la
deurbanizzazione che può essere affrontata con una giusta percezione "rigenerativa".
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Popolazione nelle città, fonte immagine Nazioni Unite
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6. «Il legame tra demografia e processi di urbanizzazione non è più così evidente e le
città sono cresciute anche in situazioni di stabilità o decrescita della popolazione
residente».
In questo contesto di cambiamenti emergono teorie e modelli di lettura delle città in
trasformazione: le città mondo o città globali, le città regione e le città rete;
l'espansione urbana disorganizzata: lo sprawl e gli slums autocostruiti.
ISTAT, Forme, livelli e dinamiche dell'urbanizzazione in Italia, 2017, pag. 10.
Le città mondo sono i nodi organizzativi del sistema economico globale, si caratterizzano per ampie regioni urbanizzate con una popolazione che
oscilla tra uno e venti milioni di abitanti, sono il luogo della classe sociale definita "capitalista transnazionale" orientata a rendere più fluido il
processo di accumulazione del capitale globale. Le world cities sono centri bancari e finanziari di capitali internazionali, sedi amministrative
centrali, siti di produzione di prodotti globali, paradisi sicuri per investimenti di capitali di proprietà immobiliari in surplus, elementi di forza del
mercato globale (Barbieri, Op. Cit. 2010).
La città globale è la manifestazione più convincente delle dinamiche dei processi economici e sociali legati all'avanza della globalizzazione e
risponde alle esigenze dell'accumulazione del capitale (Tokyo, New York, Londra).
Sono città che superano i propri confini comunali e aggregano territori contigui comportandosi come un'unica entità modificando i connotati
della città contemporanea. Aree amministrative locali contigue si aggregano in entità politiche definite per dare vita a coalizioni di ordine
spaziale che trovano la loro ragione d'essere nell'efficacia con cui sono in grado di affrontare le sfide, e insieme cogliere le opportunità, delle
pressioni innescate sul territorio della globalizzazione (Torino, Milano, Genova, Bologna, Venezia) (Barbieri, Op. Cit. 2010).
I CONTESTI TERRITORIALI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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7. Secondo Peter Taylor e il programma Globalization and World Cities (GaWC) sono le
funzioni delle città e i loro collegamenti a determinare i cambiamenti, e tale teoria
ricalca l'approccio di David Harvey circa le agglomerazioni e l'interpretazione del
mondo osservando le politiche urbane e i processi di accumulazione del capitale.
Alcuni effetti di questo cambiamento si mostrano in una crescita informale delle città
(slums), una polarizzazione dello scenario urbano, cioè un cambiamento urbano
sbilanciato verso i Paesi del terzo mondo e lo stimolo dei flussi migratori delle
popolazioni. Altri effetti sono, secondo gli studi regionali, le disuguaglianze territoriali.
Nelle agglomerazioni urbane coesistono ricchezza e povertà, con un aumento delle
disuguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento sia all’interno delle aree
urbane estese, e sia fra le città e i territori rurali in stato di abbandono.
Painter & Jeffrey, Geografia politica, Torino, 2011.
Studi sulle dimensioni territoriali delle disuguaglianze sono stati pubblicati da Hubner, Barca, Rodriguez-Pose, Rosés e Wolf.
I CONTESTI TERRITORIALI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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8. Popolazione al
1951
Picco %
crescita
Popolazione al
2011
%
contrazione
1 Roma 1.651.000 2.840.000 41,8% 2.617.000 8,5%
2 Milano 1.274.000 1.732.000 26,4% 1.242.000 39,4%
3 Napoli 1.011.000 1.227.000 17,6% 962.000 27,5%
4 Torino 719.000 1.168.000 38,4% 872.000 33,9%
5 Palermo 490.692 701.778 30% 657.561 6,7%
6 Genova 688.447 816.872 15,7% 586.180 39,3%
7 Bologna 340.526 490.528 30% 371.337 32,1%
8 Firenze 374.625 457.803 18,1% 358.079 27,8%
9 Bari 268.183 371.022 27,7% 325.933 13,8%
10 Catania 299.629 400.048 25,1% 293.902 36,1%
11 Venezia 316.891 363.062 12,7% 261.362 38,9%
12 Verona 178.415 266.205 32,9% 252.250 5,5%
13 Messina 220.668 260.118 15,1% 243.262 6,9%
14 Padova 167.672 243.678 31,1% 206.192 18,1%
15 Trieste 272.522 272.723 0% 202.123 34,9%
16 Taranto 168.944 244.101 30,7% 200.154 21,9%
17 Brescia 142.059 210.047 32,3% 189.902 10,6%
18 Prato 77.631 185.456 58,1% 185.456 0%
19 Reggio
Calabria
140.734 180.817 22,1% 180.817 0%
20 Modena 111.364 180.312 38,2% 179.419 0,4%
21 Parma 122.978 175.895 30% 175.895 0%
22 Perugia 95.310 162.449 41,3% 162.449 0%
23 Reggio
Emilia
106.726 162.082 34,1% 162.082 0%
24 Livorno 142.333 175.741 19% 157.052 11,8%
25 Ravenna 91.513 153.740 40,4% 153.740 0%
26 Cagliari 130.511 219.648 40,5% 149.883 46,5%
27 Foggia 97.504 156.467 37,6% 147.036 6,4%
28 Rimini 69.873 139.601 49,9% 139.601 0%
29 Salerno 90.970 157.385 42,1% 132.608 18,6%
30 Ferrara 133.949 154.066 13% 132.545 16,2%
31 Sassari 69.511 123.782 43,8% 123.782 0%
32 Monza 73.114 123.845 40,9% 119.856 3,3%
33 Siracusa 66.090 125.941 47,5% 118.385 6,3%
34 Latina 35.187 117.812 70,1% 117.812 0%
35 Pescara 65.466 131.330 50,1% 117.166 12%
36 Forlì 77.508 116.434 33,4% 116.434 0%
37 Trento 62.887 114.198 44,9% 114.198 0%
38 Bergamo 104.166 128.096 18,6% 115.349 11%
39 Vicenza 79.862 116.620 31,5% 111.500 4,5%
40 Terni 84.403 111.564 24,3% 109.194 2,1%
41 Giugliano in
C.
26.310 108.793 75,8% 108.793 0%
Totale 10.740.173 15.587.059 31% 13.172.289 18,3%
Popolazione al
1951
Picco % crescita Popolazione al
2011
% contrazione
I CONTESTI TERRITORIALI – LE CITTA’ IN CONTRAZIONE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Le città hanno un proprio ciclo vita e nel
corso dei decenni crescono o si
contraggono. La trasformazione del
capitalismo ha innescato un processo di
contrazione demografica per buona parte
delle principali città italiane.
La contrazione delle città, dei comuni
centroidi, ha innescato la crescita dei
comuni limitrofi favorendo la nascita
di nuove città più estese.
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9. I CONTESTI TERRITORIALI – urbanizzazione italiana
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
fonte immagini ISTAT
Grado di urbanizzazione, ISTAT,
2001.
Agglomerati morfologici urbani,
ISTAT, 2001.
Mappa dei sistemi urbani e
metropolitani, fonte CRESME su
dati ISTAT, 2007.
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10. I CONTESTI TERRITORIALI – i sistemi locali del lavoro
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
fonte immagini ISTAT
Sistemi locali per caratteri
socio-demografici e
dell'insediamento residenziale,
anni 2011-2014
Sistemi locali per sotto classe
specializzazione produttiva,
anno 2011. ISTAT, Rapporto
annuale 2015.
Consumo del suolo nei sistemi
locali, anno 2011. ISTAT,
Rapporto annuale 2015.
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11. I CONTESTI TERRITORIALI – urbanizzazione italiana
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
fonte immagine Andrea Spinosa, 2011
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12. I CONTESTI TERRITORIALI – LE DISUGUAGLIANZE
Secondo il “Forum Disuguaglianze Diversità” in Italia le disuguaglianze hanno una
dimensione territoriale precisa che risponde alle politiche economiche oltre che al
capitalismo urbano; in particolar modo le disuguaglianze sono aumentate a partire
dagli anni ’80 quando si scelse di ridurre le politiche pubbliche per favorire il mercato
neoliberista, questo cambio culturale politico ha aumentato povertà e disagi. Sempre
secondo il “Forum”, oltre al già noto divario fra Nord e Sud, si aggiunge il divario fra
città e territori rurali, cioè le aree interne; e si riscontrano differenze economiche e
sociali anche nelle aree urbane, fra quartieri e quartieri.
Le disuguaglianze sono di tre tipi: economiche, cioè la disparità nei redditi; le disuguaglianze sociali, cioè la disparità nell’accesso e nella qualità
dei servizi; e le disuguaglianze di riconoscimento quando la collettività non riconosce ruoli, valori e aspirazioni delle persone.
< https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/dimensione-territoriale-disuguaglianze/> (consultato il 10 maggio 2018).
< https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wikiforum/#inversione-politiche> (consultato il 10 maggio 2018).
«Il sociologo svedese Goran Therborn scrive (come cita Salvatore Veca in un suo breve saggio sugli effetti della disuguaglianza) che “è una
violazione della dignità umana, la negazione della possibilità che ciascuno possa sviluppare le proprie capacità, prendendo molte forme e
provocando molte conseguenze: morte prematura, salute cattiva, umiliazione, subordinazione, discriminazione, esclusione dalla conoscenza e/o
da dove si svolge prevalentemente la vita sociale, povertà, impotenza, mancanza di fiducia in sé stessi e di opportunità e possibilità della vita.
Non è quindi solo questione delle dimensioni del proprio portafoglio. E’ un ordinamento socio-culturale che riduce le capacità, il rispetto e il
senso di sé, così come le risorse per partecipare pienamente alla vita sociale”» (<http://www.repubblica.it/solidarieta/equo-e-
solidale/2018/05/23/news/disuguaglianze_i_numeri_e_i_luoghi-197148657/>, consultato il 2 giugno 2018).
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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13. Negli anni Settanta, Immanuel Wallerstein concepì la teoria del sistema mondo
argomentando sul fatto che il sistema capitalista mondiale è la causa della
dipendenza e del sottosviluppo, poiché il capitalismo stesso crea diversi sistemi del
lavoro favorendo divisioni e gerarchie di Stati o regioni. Il sistema crea Stati centro,
aree semiperiferiche e periferiche e ciò costituisce un sistema di scambio diseguale in
cui gli Stati centro dominano la semiperiferia e la periferia.
Greiner, Dematteis, Lanza, Geografia umana. Un approccio visuale, Milano, 2012.
Conti, Giaccaria, Rossi, Salone, Geografia economica e politica, Milano, 2014.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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14. John Friedmann suggerì di interpretare il ruolo delle città-mondo come luoghi ed
espressione della globalizzazione, restando all'interno dello schema centro-periferia.
In tal senso i geografi parlano di mobilità delle politiche come la capacità di mettere
in competizione le città per attrarre investimenti esteri, ed uno degli effetti di
queste politiche è l’aumento delle disuguaglianze economiche, sociali e di
riconoscimento fra le aree urbane e le zone rurali in abbandono. Il mondo
interpretato come centro-periferia sembra essere destinato a essere sostituito da
una struttura geografica alternativa, comprendente un mosaico globale di città in
ripresa, che funzionano come motori economici e attori politici su scala mondiale.
Greiner, Dematteis, Lanza, Geografia umana. Un approccio visuale, Milano, 2012.
Conti, Giaccaria, Rossi, Salone, Geografia economica e politica, Milano, 2014.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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15. David Harvey ha dedicato molti anni di studi e ricerche sul rapporto fra capitalismo e
urbanizzazione. Il suo approccio può aiutarci a capire la trasformazione urbana
avvenuta in Occidente poiché collega la teoria marxiana all'urbanizzazione. «Com'è
che il capitale si urbanizza? E quali sono le conseguenze di questa urbanizzazione?»
Il capitalismo ha il fine principale di aumentare il valore di scambio (le merci), così
Harvey concentra la sua analisi sul fatto che «la circolazione di capitale si presenta
come movimento geografico nel tempo», e questa osservazione mostra che le
strutture geografiche dei mercati determinano la dinamica capitalista.
In L'esperienza urbana Harvey spiega il processo di urbanizzazione del capitale e le sue conseguenze.
𝑫 → 𝑴 ቄ
𝑭𝑳
𝑴𝑷
… 𝑷 … 𝑴′
→ 𝑫 + ∆𝒅 → 𝒆𝒄𝒄. D denaro; M e M' merci; FL forza lavoro; MP mezzi di produzione; Δd profitto. Lo studio
dell'urbanizzazione nel capitalismo richiede attenzione alle dinamiche spaziali e temporali.
Harvey, L'esperienza urbana, Milano, 1998, pag. 31.
Ivi, pag. 33.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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16. Secondo David Harvey, il capitalismo agisce negativamente nel ruolo delle politiche
poiché le regioni urbane entrano in competizione fra loro, e ciò crea uno sviluppo
ineguale fra i territori fino a condurre in bancarotta le città, oppure relegando alcune
di queste a un ruolo di sottosviluppo.
Harvey, L'esperienza urbana. Metropoli e trasformazioni sociali, Milano, 1998.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Le differenze territoriali dagli indici compositi,
Benessere Equo e Sostenibile, ISTAT, 2017.
Disuguaglianze, gruppi sociali e distribuzione delle aree
all'interno dei singoli sistemi locali del lavoro (valori
percentuali sul totale della popolazione, fonte: ISTAT,
Rapporto Annuale, 2017).
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17. Nel governo del territorio, il tema della rendita assume un ruolo preponderante poiché
il profitto derivante dallo sfruttamento di una proprietà privata, di un suolo, influenza il
disegno urbano. Il profitto determinato dalla compravendita di suoli e/o degli
immobili, e in generale il processo di urbanizzazione, è ancora oggi il motore del
capitalismo urbano. Dal punto di vista della Costituzione, l'istituto della proprietà
privata deve essere conservato come elemento qualificatore e caratterizzante
dell'ordinamento e che, quindi, non sarebbe conforme alla Costituzione un sistema
legislativo che sopprimesse la proprietà privata o la riducesse in un ambito marginale o
secondario (carattere "misto" della Costituzione Repubblicana). Questo, però, non
significa conservazione della proprietà privata così com'è, o in tutte le sue forme
attuali di manifestazione, giacché il legislatore ha il compito di imporre limiti
quantitativi e qualitativi alla proprietà privata "allo scopo di assicurarne la funzione
sociale e di renderla accessibile a tutti".
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La rendita
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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18. Secondo David Harvey, la rendita e le politiche urbane assumono un ruolo
fondamentale nella costruzione della città moderna, poiché essa è intesa come una
macchina per la crescita indispensabile per l'accumulazione di capitale e per la
produzione.
La rendita urbana si distingue fra rendita assoluta, tipica delle frange urbane
periferiche, derivante dal cambio di destinazione del suolo da agricolo a urbano, e
rendita differenziale, tipica dei centri urbani e delle zone più dense, derivante dalla
differenza di valore all’interno del contesto urbano in relazione a fattori di
accessibilità, simbolici, di prossimità ai servizi, di qualità ambientale, ed altri ancora.
Harvey, L'esperienza urbana. Metropoli e trasformazioni sociali, 1998.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La rendita
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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19. In Italia l’apice della battaglia si ebbe negli anni ’60 con la sconfitta della proposta
dell’allora Ministro, Fiorentino Sullo, che mirava a risolvere il problema della
speculazione edilizia legata alla rendita e al “regime dei suoli”. Nel 1946 Hans
Bernoulli affrontò il tema pubblicando Die Stadt und ihr Boden e denunciando i guasti
provocati dalla privatizzazione dei suoli che determina l'impossibilità di una gestione
collettiva della pianificazione urbana. Fiorentino Sullo propose l'esproprio preventivo
delle aree edificabili al fine di applicare l'interesse pubblico esercitato dai Comuni.
Fiorentino Sullo propose una riforma radicale che ridisegnava il regime dei suoli, ribaltando il rapporto tra la proprietà
privata e il governo pubblico del territorio. La proposta, mai discussa in Parlamento, introduceva «un particolare
meccanismo di cattura della rendita fondiaria attraverso una sostanziale separazione tra la proprietà delle aree e il titolo
dei proprietari a edificare su di esse» (Blećić (a cura di), Lo scandalo urbanistico 50 anni dopo, Milano, 2017, pag. 7).
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La rendita
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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20. Poiché la consuetudine degli Amministratori e dei pianificatori è quella di mercificare
il territorio, e sebbene questo non sia il mandato costituzionale e tanto meno quello
della legge urbanistica nazionale, i cittadini sono indotti nel credere sia corretto
percepire la città come prodotto di un processo economico, mentre i soggetti
attuatori interagiscono misurando il proprio tornaconto personale. Con
quest'approccio i Comuni applicano un paradigma materialista e si comportano come
i soggetti privati cercando un profitto attraverso le logiche del mercato per pagare i
servizi pubblici, ma così facendo favoriscono la rendita, mentre i privati per realizzare
i propri interessi scaricano i costi dell'operazione sui cittadini che acquistano la merce
nel mercato.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La consuetudine nel mercificare i suoli
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21. Le istituzioni vengono permeate dalle regole del codice civile napoleonico che diventa
il fondamento legale della società moderna entro la prima metà del XIX secolo. Il
codice parifica i soggetti privati, stabilisce i loro gradi di libertà e i poteri contrapposti
delle autorità pubbliche. «L'interesse dominante nelle società europee di quel tempo
è la rivendicazione dei diritti privati». Anche le scelte stilistiche perdono il tradizionale
significato collettivo, e diventano opzioni intellettuali molteplici da scegliere
volontariamente. Nel corso dello sviluppo circa la gestione urbana si contrappongono
valori e aspetti tecnici e culturali, ed il primo sistema di regole si affida al controllo
pubblico, e così l'Amministrazione si prende carico di una parte minore del suolo
urbano costituito da strade, servizi e impianti collettivi; un esempio paradigmatico è
Parigi tramite il Prefetto Haussmann che attraverso lo strumento legale dell'esproprio
avvia la ricostruzione di una parte della città (1850).
Benevolo, Op. cit., 2009, pag. D2.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione urbana nella storia
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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22. Un secondo periodo, si caratterizza per l'aumento delle spese circa la gestione
della città. Possiamo elencare in tre punti le tipologie dei servizi: 1) l'allestimento
degli spazi pubblici, la distribuzione dell'acqua, il trasporto pubblico, e gli impianti
di rete, poi le scuole, le biblioteche, gli ospedali, i teatri e le attrezzature sportive;
2) i mercati centrali e rionali, i mattatoi, le centrali del latte e le farmacie; 3)
l'edilizia pubblica delle case popolari che il mercato edilizio privato non è in grado
di fornire.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione urbana nella storia
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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23. Nel terzo decennio del XX secolo si avvia un terzo periodo ove lo Stato acquista sul
mercato il terreno da urbanizzare, progetta la sua sistemazione, esegue tutte le
opere pubbliche e rivende le porzioni fabbricabili agli operatori pubblici e privati. La
prima innovazione tecnica e giuridica è quella di associare a una misura urbanistica
(standard, indici, superfici) un valore monetario, concetto chiamato "libertà spaziale"
(Le Corbusier) che viene contrapposto al primo modello (l'esproprio), e gli standard
diventano uno dei contenuti principali dei piani regolatori, i fabbisogni sono stabiliti
dalle leggi e incorporati nei piani urbanistici.
Benevolo, Op. cit., 2009.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione urbana nella storia
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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24. Possiamo osservare che l'intera storia della gestione urbana figlia dell'urbanistica
moderna è condizionata dagli aspetti giuridici amministrativi, economici e
monetari; e questi, tutt'oggi, condizionano le scelte di pianificazione e anche i diritti
umani. Oggi, il paradigma prevalente è quello neoliberale imposto a tutti gli Stati che
hanno aderito all'euro zona, e così a partire dagli anni '90 non è più lo Stato ad
offrire i servizi di welfare urbano ma il mercato. Prevale il concetto liberale della
cosiddetta governance urbana mutuata «dal sistema delle imprese, le quali si
trovano a scegliere se internalizzare o esternalizzare i processi produttivi».
Competitività, marketing territoriale e benchmarking territoriale sono parole
d'ordine proposte dall'ideologia liberale e adottate dalla classe politica per favorire
la crescita della produttività.
Conti et al., Op. Cit., 2014, pag. 110.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione urbana
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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25. Da un punto di vista pratico ed amministrativo è aperto il dibattito circa i principi di
equità ed efficacia dei piani che spesso scappano dalla vexata questio del regime dei
suoli, per rifugiarsi in tecnicismi sempre più complicati, che possono produrre
l'effetto scorretto di allontanarsi da principi importanti come la trasparenza
dell'azione amministrativa e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali
della politica, poiché i piani sono frutto di scelte politiche.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione dei piani
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26. Dal punto di vista dell'urbanistica i piani hanno avuto un cambiamento nella loro
gestione attraverso strumenti come la perequazione, gli accordi e gli incentivi. In
questa consuetudine, il ruolo degli attori privati è prevalente rispetto a quello dello
Stato.
La perequazione è una pratica divenuta strumento tecnico-giuridico per assolvere due
compiti: evitare l'intervento economico dello Stato e chiedere agli attori privati di
contribuire a pagare i costi sociali dei piani. Nell'inventare questa tecnica negoziale si è
cercato di perseguire il principio di uguaglianza, ma ciò non accade sempre poiché,
secondo lo scrivente, il piano ideologico che ha fatto nascere lo strumento è sempre il
capitalismo che si nutre esclusivamente di sé stesso, cioè di profitto.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione dei piani
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27. L'attuazione e le procedure della perequazione prevedono: «l'individuazione
dell'ambito territoriale da sottoporre a trasformazione attraverso le regole
perequative; l'analisi e la valutazione delle caratteristiche urbanistiche e giuridiche
dei suoli; l'attribuzione a ciascuna delle classi individuate del medesimo indice di
edificabilità; e la definizione dei comparti ed eventualmente dei sub-comparti
all'interno dei quali vanno definite le superfici di concentrazione delle volumetrie
attribuite ai privati e quelle invece destinate alle attrezzature ed ai servizi di pubblico
interesse».
Carbonara, "Perequazione urbanistica: un progetto complesso", in Urbanistica e perequazione. Regime dei suoli, land value recapture e
compensazione nei piani, Milano, 2012, pag. 35.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione dei piani
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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28. CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione dei piani
Dal punto di vista della rigenerazione, solitamente la perequazione non si applica alla
città consolidata poiché interviene nelle cosiddette aree libere, ciò è ovviamente un
limite. Negli ultimi anni per superare tale limite si è proposto di sviluppare il mercato
dei diritti edificatori (accordi) abbinati ai premi volumetrici (incentivo) affinché la
perequazione si sposti anche nella città consolidata. Il meccanismo funziona su
accordi, compensazioni e incentivi. La fattibilità dei piani poggia sull'ipotesi che
«l'attuazione delle parti pubbliche e privati dei piani può essere promossa attraverso
l'attribuzione di potenzialità edificatorie cui natura si distingue per l'autonomia
giuridica rispetto ai suoli che ne hanno generato la formazione e il cui impiego è libero
nelle aree destinate a trasformazione e sviluppo».
Micelli, La gestione dei piani. Perequazione, accordi, incentivi, Venezia, 2011, pag. 99.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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29. Bisogna osservare che la Costituzione e il diritto urbanistico, cioè il complesso di leggi
e norme che regolano i rapporti della proprietà dei suoli e la pianificazione territoriale
ed urbanistica, sono stati forgiati nell'ideologia della crescita costituita essenzialmente
da rapporti monetari e di profitto, cioè i rapporti giuridici sono tutti orientati verso
l'idea che la pianificazione debba coniugarsi con la crescita del profitto, basti
osservare la lunghissima diatriba insita nella pianificazione, quando un suolo cambia
destinazione d'uso, da agricolo ad edificabile. La cosiddetta intrinseca
discriminatorietà dei piani attraverso la zonizzazione pone complicate procedure per
tutelare l'interesse economico dei proprietari di suoli (la rendita) e spesso vi è un
impegno, a volte velleitario e fuorviante, di usare tecniche perequative per
ricompensare i proprietari di questa discriminatorietà attraverso i diritti edificatori,
considerati merce.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La gestione dei piani
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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30. La proposta bioeconomica appartiene a una visione culturale completamente nuova
rispetto alla consuetudine dell'ultimo secolo, poiché si pone all'interno di un piano,
ove i rapporti giuridici non sono più prevaricati da logiche di prezzo e di mercato, ma
sono sottoposti al vaglio delle leggi della fisica e dell'etica. In tal senso, la visione
bioeconomica libera la pianificazione dai condizionamenti giuridici e finanziari, e
propone piani nel rispetto dei processi di flussi di materia, che possono rinvigorire
l'obiettivo principale dei pianificatori, cioè perseguire l'interesse pubblico
rispettando le risorse del territorio. E' la qualità del piano la priorità della
bioeconomia, qualità costruita su valori universali.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La proposta bioeconomica
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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31. Ripensando il modello sociale è possibile fare valutazioni più corrette rispetto ai reali
bisogni degli abitanti, poiché i concetti di prezzo, costo e valore non esprimono lo
stesso significato. Se il progetto di rigenerazione urbana bioeconomica, attraverso
una corretta progettazione della morfologia urbana, esprime un valore è corretto
che l'intervento si realizzi; e ciò non vuol dire ignorare i costi, anzi vuol dire dare
priorità a considerazioni etiche, di qualità urbana e architettonica, e considerazioni
democratiche attraverso la partecipazione degli abitanti, coinvolgendoli
nell'investimento e nella gestione dei servizi post intervento. In questo
ragionamento la moneta è percepita come mezzo, non più come il fine, per arrivare
all'obiettivo di migliorare la qualità della vita senza condizionare la creatività
progettuale, o addirittura negare diritti grazie all'invenzione dell'economia.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La proposta bioeconomica
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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32. La rigenerazione urbana è un tema vasto che può condurre a processi decisionali
ambigui e può favorire soluzioni contraddittorie.
E’ opinione del sottoscritto che il concetto di bioeconomia in ambito urbano può
aiutare istituzioni, pianificatori e progettisti nel prendere decisioni migliori su piani e
processi di trasformazione urbana.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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Ciclo vita di un territorio, fonte immagine Maria Chiara Torricelli, ES-LCA e patrimonio naturale, 2015.
33. L’APPROCCIO BIOECONOMICO
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Condurre il concetto di bioeconomia nei piani di trasformazione urbana, ha la chiara
intenzione di ripensare le relazioni sociali, non solo al fine di mitigare le crisi
ambientali ma di offrire una prospettiva di sopravvivenza agli abitanti. Un piano
urbano bioeconomico rompe la dipendenza delle aree urbane dagli idrocarburi, e può
mutare i processi di accumulazione capitalista tipici delle rendite fondiarie e
immobiliari.
Dal punto di vista economico e sociale, in contesti urbani compromessi dalla cattiva
costruzione della città attraverso il piano bioeconomico si possono favorire un
riequilibrio territoriale e sociale all’interno delle stesse zone urbane consolidate,
poiché il piano evita di creare nuove rendite parassitarie, speculazioni e il famigerato
processo di gentrificazione.
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34. L’APPROCCIO BIOECONOMICO
Rigenerazione a Salerno. La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia
La tesi della bioeconomia mostra che la funzione della produzione secondo l'economia
neoclassica [𝑄 = 𝑓(𝐾, 𝑅, 𝐿)] è incompleta e persino fuorviante. «Il processo di
produzione standard viene rappresentato da una funzione che non fa distinzioni fra
agenti (capitale, forza lavoro e terra ricardiana) e flussi; questi ultimi sono gli elementi
che vengono trasformati dagli agenti, che invece entrano in un processo senza venire
incorporati nei prodotti ma solo fornendo dei servizi.
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Nicholas Georgescu-Roegen, diagramma input output, funzione produzione flussi-fondi.
35. Rigenerazione a Salerno. La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia
L’approccio bioeconomico trae ispirazione da Nicholas Georgescu-Roegen, e da Serge
Latouche. La tesi integra le analisi classiche dell’urbanistica con il concetto di
metabolismo urbano.
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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36. Il cosiddetto metabolismo urbano, con l’analisi dei flussi in ingresso e in uscita, è in
grado di costruire meta-progetti e quadri culturali individuando le funzioni territoriali
per orientare i piani all’uso razionale dell’energia e valutare l’impatto sociale delle
scelte.
Ad esempio, la scuola territorialista con la valida proposta interpretativa della
“bioregione urbana”, interpreta i valori identitari del territorio e delle comunità locali
favorendone un corretto uso.
Secondo lo scrivente, l’auspicio è quello di ridurre lo spazio del mercato per
aumentare lo spazio delle comunità con scambi non necessariamente mercantili.
Distinguendo i “beni” dalle “merci” anche nella valutazione dei progetti di
trasformazione urbana è possibile eliminare gli effetti speculativi di progetti costruiti
sul surplus delle rendite immobiliari.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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37. Un corretto disegno urbano può orientare e controllare tale processo per tutelare i
ceti economicamente più deboli, così come può tutelare le risorse naturali e il
paesaggio urbano.
Nell’ambito urbano e degli insediamenti umani, l’approccio bioeconomico supera la
dipendenza dagli idrocarburi e ripensa il processo di accumulazione capitalista, e
non lo elimina del tutto. Un’economia urbana bioeconomica consente alle città di
accrescere mercati autarchici, si pensi all’autosufficienza energetica e al consumo di
risorse locali, così come il riuso dei materiali, e questa strategia di mercato si integra
al mercato globale, non lo sostituisce. La differenza fra il paradigma attuale e quello
bioeconomico consiste nel fatto che il secondo aiuta le comunità locali nel ridurre la
dipendenza da fattori esterni ai territori.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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38. Funzioni di uso del territorio Attività Processi analizzati in E-
LCA (Environmental Life
Cycle Assessment)
Categorie di valutazione
considerate in S-LCA
(Social Life Cycle
Assessment)
Attività industriali e
commerciali
LUF1: fornitura di prodotti primari Agricoltura
Allevamento
Caccia
Silvicoltura
Pesca e allevamento pesci
Processi a monte, processi di
produzione e processi di fine
vita
Lavoratori, consumatori, comunità
locali, attori della catena del valore
escluso consumatori
LUF2: fornitura di prodotti e servizi
industriali e commerciali
Produzione fabbricazione diversi
settori industriali
Processi a monte, processi di
produzione e processi di fine
vita
Lavoratori, consumatori, comunità
locali, attori della catena del valore
escluso consumatori
Servizi sul posto
LUF3: fornitura di servizi per attività
ricreative, per la cultura, per la
salute e il sociale
Turismo, ristoro, spettacolo, musei,
istruzione, ricerca, servizi sanitari,
servizi sociali, sport ecc.
Processi gestionali, di consumo
e di utilizzo
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, attori della
catena del valore escluso
consumatori
Infrastrutture
LUF4: dotazione di insediamenti e
infrastruttura per attività
produttive, commerciali e di servizio
Costruzioni industriali, del
commercio, dei servizi
Intero ciclo di vita delle costruzioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
LUF5: dotazione di insediamenti e
infrastrutture per la residenza e
relativi servizi
Costruzioni residenziali e dei
servizi primari
Intero ciclo di vita delle costruzioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
LUF6: dotazione di infrastrutture di
trasporto e porti, reti e servizi
Infrastrutture viarie ferroviarie,
aeroportuali e porti reti e sistemi di
trasporto
Intero ciclo di vita delle costruzioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione e i sistemi
di trasporto
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
Risorse
LUF7: dotazione di risorse naturali
abiotiche. Qualità e tutela
Estrazione di minerali energetici
Estrazione di minerali non
energetici
Impianti FER
Approvvigionamento idrico
Intero ciclo di vita delle dotazioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione e i sistemi
di rete
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
LUF8: dotazione di risorse naturali
biotiche. Qualità e tutela
Parchi e aree protette
Reti ecologiche
Intero ciclo di vita delle dotazioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
L’APPROCCIO BIOECONOMICO, il sistemi dei flussi costruito da Maria Chiara Torricelli
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39. L'attuale gestione dei processi di trasformazione e di rigenerazione urbana risente
dell'assenza di un'organica e matura legge urbanistica nazionale, che dovrebbe avere
come obiettivo complessivo quello di garantire i diritti dell'uomo tenendo conto dei
cambiamenti sociali, anche attraverso la gestione e la manutenzione del territorio,
senza trascurare la fragilità dei territori stessi (rischio sismico e idrogeologico).
Secondo lo scrivente, l'ambito amministrativo ideale per governare e proporre la
rigenerazione urbana e territoriale non è più quello degli attuali municipi ma un'area
più vasta e intercomunale, e tali piani abbisognano di una regia pubblica con una
forte, significativa e matura partecipazione dei cittadini, allo scopo di fare bene
programmi, piani e progetti della trasformazione urbana attraverso un approccio, si
multidisciplinare, ma che non trascuri gli aspetti ecologici e sociali.
LA GESTIONE DEI PROCESSI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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40. Secondo lo scrivente, a seguito delle analisi urbane e territoriali, cioè delle
dinamiche innescate dai cambiamenti economici e sociali che rappresentano una
complessa armatura urbana, è necessario riorganizzare la competenza urbanistica
degli enti locali. Esiste una discrasia fra i fenomeni urbani e il limite amministrativo
della competenza territoriale. Non si tratta di riperimetrare i municipi, o riformare
le istituzioni. I sistemi locali e l'armatura urbana vanno governati al fine di pianificare
il territorio e le aree urbane secondo i principi della rigenerazione bioeconomica.
LA GESTIONE DEI PROCESSI - SPERIMENTARE
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41. Ecco schematizzato in pochi passaggi quale dovrebbe essere l'indirizzo culturale di
un piano di rigenerazione urbana: 1) conservare il centro storico (zona omogenea
A); 2) recuperare le periferie (zona B); 3) vincolare il periurbano per evitare
un'espansione dell'area urbana. È necessario ridurre o cancellare gli insediamenti
industriali insalubri di prima categoria e ridurre quelli commerciali (zona D), e non
prevedere nuove espansioni (zona C). È necessario ampliare e/o valorizzare le aree
agricole (zone E), le attrezzature e gli impianti di interesse generale (zona F). Per
quanto riguarda il recupero delle zone consolidate (le periferie) ciò dovrebbe
avvenire con l'analisi urbanistica e con criteri di valutazione qualitativa (cellula
urbana, densità, morfologia urbana, bellezza e decoro, mixitè funzionale e sociale,
sostenibilità e uso razione dell'energia, etc.) poiché bisogna valutare come
rigenerare la forma urbana e come recuperare il patrimonio edilizio esistente.
LA GESTIONE DEI PROCESSI - SPERIMENTARE
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42. La natura giuridica della disciplina urbanistica ha le sue radici nella storia e nella
Costituzione (art.2, 3 e 9): «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo»; «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale»; la Repubblica «tutela i paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione». La legge urbanistica nazionale è persino anteriore alla carta
costituzionale, ma è solo con la pubblicazione del DM 1444/68 che si chiarisce,
ulteriormente, lo scopo giuridico dell'urbanistica, e cioè garantire i diritti dell'uomo,
il decoro e la bellezza delle città, quindi realizzare per gli abitanti una superficie
minima di territorio su cui costruire i servizi di cittadinanza: l'istruzione, il verde, i
servizi alla persona. Lo standard mq/ab diventa la misura del diritto minimo da
garantire per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, e il vincolo
urbanistico lo strumento per favorire la tutela del paesaggio, tutelare il patrimonio
storico con la conservazione, e difendere il suolo con piani specifici.
GLI ASPETTI LEGISLATIVI
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43. La pianificazione urbanistica è l'attività finalizzata all'individuazione delle regole da
seguire per l'utilizzazione del territorio allo scopo di consentirne un uso corretto e
rispondente all'interesse generale. L'attività pianificatoria è discrezionale, libera nei
mezzi ma vincolata nel fine, pena l'illegittimità dell'azione stessa e del suo risultato.
La funzione propria dei piani è l'interesse pubblico primario, al cui perseguimento
rappresenta il parametro preordinato per identificare il legittimo contenuto di tutti i
piani.
Il diritto urbanistico non è affatto così chiaro e semplice, poiché regolamenta interessi
privati e l'uso del diritto della proprietà privata e pubblica; nel corso della storia si è
osservato che, spesso, tali interessi sono stati contrastanti, e tutt'oggi c'è conflitto.
GLI ASPETTI LEGISLATIVI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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44. Per quanto riguarda la rigenerazione urbana si riportano gli strumenti giuridici che ne
declinano le norme che più l'assomigliano.
Il titolo IV della legge n.457/78 introduce le «norme generali per il recupero edilizio e
urbanistico esistente». Tale norma, associata al nuovo concetto di rigenerazione,
anticipa e chiarisce che l'ambito di intervento non è l'espansione della città ma la
conservazione, il recupero e il riuso. L'articolo 27 della legge del 5 agosto 1978
introdusse l'individuazione della «zona di recupero del patrimonio edilizio esistente»
con interventi rivolti alla conservazione, risarcimento, ricostruzione e alla migliore
utilizzazione del patrimonio stesso.
GLI ASPETTI LEGISLATIVI
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45. Durante gli anni '90 il legislatore introduce strumenti legislativi affini alla rigenerazione
urbana (i cosiddetti "programmi complessi"):
• programmi integrati di intervento (art. 16 L. n. 179/1992) finalizzati alla riqualificazione del
tessuto urbanistico, edilizio ed ambientale;
• i programmi di recupero urbano (P.R.U. art. 11 D.L. n. 398/1993 convertito in L. n. 493/1993)
prevalentemente rivolti alla realizzazione di interventi di completamento e di integrazione
degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica, localizzati sia all'interno degli
insediamenti stessi che nelle aree contigue, ed eventualmente anche in aree esterne per la
realizzazione di alloggi-parcheggio da destinare a lavoratori ed a categorie sociali deboli;
• i programmi di riqualificazione urbana (art. 2 della L. 179/1992) si propongono di avviare il
recupero edilizio e funzionale di ambiti urbani identificati mediante proposte unitarie che
riguardano opere di urbanizzazione primarie e secondarie, edilizia non residenziale che
contribuiscono al miglioramento della qualità della vita ed edilizia residenziale; trattasi di
piani attuativi riguardanti interventi che devono ricadere all'interno di zone in tutto o in parte
già edificate;
• i contratti di quartiere disciplinati dal D.M. 22 ottobre 1997 destinati all'attuazione di
interventi sperimentali nel settore dell'edilizia residenziale sovvenzionata e annesse
urbanizzazioni e si pongono obiettivi non solo di recupero edilizio e urbanistico, ma anche di
recupero sociale.
GLI ASPETTI LEGISLATIVI
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46. Se volessimo sintetizzare un indicatore di benessere per la pianificazione urbanistica
sicuramente faremo degli errori poiché il processo di sintesi tende ad omettere, e la
cultura progettuale ha già individuato la misura delle quantità attraverso lo standard
mq/ab. Esiste, comunque, un'altra "misura" che si aggiunge allo standard, ed è il
concetto di ben-essere, di ben-vivere, e sicuramente l'architettura e l'urbanistica
hanno come obiettivo proprio il soddisfacimento del ben-vivere che trova un senso
pieno quando si distingue dal sopravvivere che significa sotto-vivere, «essere privati
delle gioie che la vita può portare».
Morin, Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l'educazione, Milano, 2015, pag. 20.
Ivi, Op. Cit. 2015
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
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47. La ricerca del ben-vivere comporta aspetti psicologici, morali, di solidarietà e di
convivialità, e ciò richiede l'insegnamento di un saper vivere nella nostra società; e dal
punto di vista urbano, significa progettare servizi e spazi adeguati nella città, e nei
luoghi urbani e rurali significa coniugare il disegno urbano con l'uso razionale delle
risorse; quindi misurare e osservare la morfologia urbana per interpretarne un corretto
assetto del territorio può aiutare la progettazione di luoghi di benessere.
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
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Benessere
psicofisico
Cultura(educazione, istruzione, relazioni ...) e carattere della persona
Occupazione utile
Comfort
ambientale
Edilizia (benessere termoigrometrico, acustico, efficienza energetica ...)
Urbanistica (morfologia urbana, mixité, servizi, bellezza, rapporto spazio
pubblico/privato, verde pubblico, accessibilità, impianto urbano, densità ...)
Territorio (clima, paesaggio, orografia, prevenzione dal rischio idrogeologico e
sismico ...)
48. I progettisti possono occuparsi del comfort ambientale e della "cultura" nel senso di
pianificare mq/ab, corrispondenti a determinati usi del suolo per spazi e luoghi
dell'educazione e della cultura. Anche in città dove questi spazi (servizi - mq/ab, DM
1444/68) esistono possono esser presenti condizioni di degrado sociale a causa della
disgregazione familiare (disoccupazione, basso potere d'acquisto) e della comunità
incapace di dare amore e sostegno ai propri figli. In ambiti urbani ove mancano i
servizi, famiglie e comunità sono la struttura portante per lo sviluppo umano. Già
Rigotti individuava il "fattore umano" come aspetto importante per la progettazione
e stabiliva che «per ogni comunità le caratteristiche principali determinanti sono il
genere di vita, l'elevatezza dei costumi, le credenze religiose, in una parola la civiltà»
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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49. In definitiva per avviare concretamente una rigenerazione urbana bioeconomica è
necessaria una volontà politica che adegui le norme vigenti ripensando i criteri
valutativi di piani e progetti a favore della sostenibilità forte, e cancellare le
famigerate "interpretazioni giuridiche paralizzanti". La normativa urbanistica è
ridondante circa i concetti di conservazione, il recupero e il riuso pertanto è
necessario un percorso d'integrazione e di semplificazione, ripristinando il ruolo
pubblico dello Stato nella pianificazione, sia per applicare l'interesse generale e
sia per educare la pubblica amministrazione a comportamenti etici, per arrestare il
prevalere degli interessi privati legati ai noti fenomeni speculativi favoriti dalla
cultura neoliberista che ha dominato negli ultimi decenni.
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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50. Il compito della rigenerazione urbana è quello di occuparsi dei tessuti urbani esistenti,
cioè le cosiddette zone consolidate, le zone di salvaguardia e i centri storici. La
rigenerazione può risolvere la crisi dell'urbanistica ripartendo dalla qualità del disegno
urbano. Il progetto urbano deve riappropriarsi di significati propri della città come la
bellezza e il decoro urbano, che conferiscono identità e qualità urbana allo spazio
pubblico. «La rigenerazione è un modello d'intervento sulla città in cui l'integrazione
tra gli aspetti sociali, culturali, economici, ambientali, e gli aspetti fisici e quantitativi
dello spazio urbano, contribuiscono a definire una vision per i progetti di territorio e di
paesaggio».
RIGENERAZIONE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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51. Oggi l'armatura urbana italiana è totalmente cambiata, le città sono "esplose"
costituendo sul territorio aree urbane estese e reti di città, e questo determina effetti
sociali ed economici con nuove dinamiche relazionali. «Dire che il concetto di città si
separa da quello di prossimità fisica e di spazio materiale continuo, significa
ammettere che l'interazione sociale (economica, socio-culturale, politica) che da
sempre caratterizza la città non si realizza più soltanto (o prevalentemente) nello
spazio locale di ogni singola città, ma in misura crescente anche nello spazio
discontinuo dei flussi e delle reti di lunga distanza». La rigenerazione deve tener conto
di questo salto di scala, dal quartiere al territorio, poiché è espressione di una realtà
relazionale e più complessa rispetto al passato, e può intervenire nell'uso razionale
delle risorse, coniugando nuove dinamiche relazionali e tutela del territorio,
rimettendo al centro il disegno urbano, cioè un progetto di suolo.
Giuseppe Dematteis, "Conurbazione disgregata e sistemi locali territoriali", in Per una nuova urbanità, dopo l'alluvione immobiliarista, Reggio
Emilia, 2009, pag. 49.
RIGENERAZIONE
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52. Il contesto urbano che ereditiamo è composto da forme urbane che possiamo
riconoscere, etichettare, analizzare, per conservarle e trasformarle, quando l'analisi
dimostra l'esistenza di aggregati edilizi non sostenibili o degradati, in funzione della
corretta composizione urbana, in funzione dei bisogni dei cittadini e del
raggiungimento del comfort urbano, in funzione delle necessità legate all'uso
razionale dell'energia, al ciclo vita degli edifici, alla prevenzione del rischio sismico e
idrogeologico.
Lo studio dei fenomeni urbani si occupa di analisi dei sistemi territoriali e urbani, analisi funzionali, morfologiche e tipologiche, con indagini
geografiche, storiche, sociologiche, economiche, etc.
Sul concetto di uso razionale dell'energia è necessario puntare al comfort urbano, che si ottiene attraverso un corretto disegno della città
consapevole di applicare i principi di life cycle design in architettura e riducendo il fenomeno dell’isola di calore, poiché si riducono gli sprechi e
i consumi conoscendo l'impatto dei materiali impiegati.
RIGENERAZIONE – La forma urbana
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53. La qualità urbana è un concetto relativo e dipende dal contesto culturale, e più
strettamente dalla decisione, dalla valutazione. La realtà urbana che ereditiamo è
certamente figlia della storia e delle decisioni politiche degli Enti locali che governano
il territorio, condizionate dagli interessi privati e pubblici. Con estrema chiarezza si
distinguono gli edifici storici da quelli moderni. Le decisioni politiche moderne
codificate in piani e regolamenti hanno generato l'ambiente costruito in cui viviamo.
RIGENERAZIONE – La forma e la qualità urbana
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54. La qualità urbana essendo un'interpretazione, un'operazione culturale rispetto alle
personali o condivise sensibilità, si misura o si rileva attraverso una serie di
caratteristiche: l'analisi delle forme, della struttura urbana e dello spazio urbano, e le
relative attività antropiche (stili di vita, produzione e commercio, cultura, mobilità e
flussi di energia) in rapporto all'ambiente, osservandone le relazioni che intercorrono
esprimendo un giudizio critico, positivo o negativo. Oltre ciò, è importante misurare le
densità e gli standard quantitativi aggiungendo anche criteri di qualità stabilendo linee
guida, raccomandazioni e codici come le "figura norma" tali da esplicitare la
morfologia urbana desiderata.
RIGENERAZIONE – La forma e la qualità urbana
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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55. La qualità è una caratteristica, cioè una conformità rispetto a specifiche richieste ed è
anche un valore, se questa caratteristica è adeguata all'uso e ai bisogni richiesti. Nello
spazio urbano si svolgono determinate attività, e pertanto i luoghi pubblici devono
rispettare determinate caratteristiche affinché la vita nelle città possa svolgersi nel
modo più adeguato. Per questo motivo lo spazio urbano viene progettato a seconda
delle esigenze e delle specifiche funzioni che si svolgono, affinché tali spazi siano
sicuri, piacevoli e siano accessibili. Per tendere a una buona qualità urbana, senza
dubbio è necessario riconoscere che il movimento dell'uomo all'interno dello spazio
urbano è l'attività più rilevante che richiede un certo impegno progettuale
riconoscendo l'importanza dei suoi sensi, e la sua percezione nell'attraversare e
sostare nei luoghi urbani.
RIGENERAZIONE – La forma e la qualità urbana
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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56. L'approccio rigenerativo prevede un percorso di mutuo apprendimento fra proposte
derivanti da un lungo percorso di analisi, indagini, confronti collettivi e cittadinanza
attiva. Il risultato di questi studi dovrà stimolare la «ricerca di un maggiore equilibrio
tra la morfologia urbana e la progettazione/razionalizzazione delle reti o al ridisegno
degli spazi aperti e delle aree dismesse». È questo l'approccio rigenerativo per il
cosiddetto standard qualitativo poiché emerge dall'analisi urbana e dal confronto
coi cittadini, cioè una gestione consapevole delle conflittualità e delle interazioni fra i
soggetti coinvolti.
D'Onofrio e Talia, Op cit., Milano, 2015, pag. 24.
RIGENERAZIONE – Gli aspetti dimensionali
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58. BUSTO ARSIZIO E IL SISTEMA METROPOLITANO MILANESE
Busto Arsizio a volo d’uccello verso MilanoBusto Arsizio a volo d’uccello verso Nord
Linea FS
autostrada
Linea FS