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15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
Marrakech
15-18/03/2014
Alla scoperta della
“Città Rossa”
INTRODUZIONE
Eccomi qui a scrivere un nuovo diario a soli
tre mesi dall’ultimo viaggio a Salisburgo.
Questa volta la meta è molto più esotica e mi
permetterà per la prima volta di varcare i
confini dell’Europa (se si esclude la sponda
asiatica di Istanbul): Marrakech.
Cambia la meta, cambia il continente ma non
cambia chi condividerà il viaggio con me, in
quanto anche stavolta è Silvia a seguirmi (o il
contrario).
Già qualche giorno prima di prenotare compro
la guida Incontri della Lonely Planet, a cui
faranno seguito:
 Guida di Marrakech per Silvia
 Capitolo pdf di Marrakech dalla guida
Lonely Planet sul Marocco
 La libraia di Marrakech
 Le voci di Marrakech. Note di un
viaggio
 Creatura di sabbia
 Una breve guida illustrata per
comprendere l’Islam
Diciamo che mi piace partire preparato!
Da notare che ho già usato la parola
Marrakech quanto Buba di Forrest Gump
usava la parola gamberi: ”Zuppa di Gamberi,
Minestra di Gamberi, Gamberi in pastella,
Stufato di Gamberi…Gamberi saltati…etc
etc”.
14/15 MARZO 2014
Giusto il 14 sera, probabilmente due minuti
dopo la chiusura di tutte le tabaccherie di
Firenze, a Silvia viene a mente che non ha
comprato la marca da bollo per il passaporto,
stuzzicando così il mio animo ansioso. Mostro
un’iniziale tranquillità dicendo: “Vabbè dai,
tanto anche senza quella l’imbarco è garantito,
alla peggio paghi la sanzione amministrativa”.
A questa calma apparente segue conseguente
apertura di Google e studio del problema e
,consultando il sito dell’aeroporto di Pisa,
scopro che la tabaccheria/edicola aprirà un’ora
prima del primo volo: siamo salvi! Andiamo a
letto alle 11.30 e settiamo masochisticamente
la sveglia alle 2.30 visto che il bus per Pisa è
alle 3.40. Arriviamo a Pisa alle 4.50 con aereo
in decollo alle 6.35, ottimo direi!
Sul bus insieme a noi c’erano dei ragazzi
spagnoli che indossavano dei cappelli con la
faccia degli animali che mi hanno ricordato la
canzone “Esatto” di Francesco Salvi.
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
Oltrepassiamo subito il controllo di sicurezza
ed entrambi veniamo fermati: d’altro canto
abbiamo entrambi delle accentuate sembianze
terroristiche. Io ho dimenticato che nella
borsina c’erano due succhi di frutta (che sono
stati buttati) e quindi hanno dovuto fare la
perquisizione mentre a Silvia suona il Metal
Detector in quanto fortunata vincitrice di un
controllo a campione. Dopo una veloce
colazione andiamo alla tabaccheria a comprare
la marca da bollo ma prima di entrare la
avverto: “Oh, guarda che se non ce l’hanno
andiamo subito sopra a regolarizzare”.
Chiediamo di acquistarla ma ci sentiamo dire:
“Non ce l’abbiamo, nessuno la vende in
aeroporto”. Alla parola “Nessuno” credo di
aver assunto una tonalità tra il grigio cenere ed
il verde cirrosi. In ogni caso sono tranquillo
infatti prima del controllo passaporti dico a
Silvia: “Io sto dietro di te perché se passo non
posso tornare indietro. Almeno QUANDO ti
fanno il verbale resto con te”. Da notare che ho
detto QUANDO e non “SE”. Ovviamente se
ne fregano della marca da bollo e Silvia passa
risparmiando i 40€ della stessa.
Dopo un’oretta, delle tre previste di volo, ci
danno un foglietto da consegnare alle autorità
marocchino e che io compilo zelantemente.
Silvia lo nota e mi dice: “Bellinoo, mancano
ancora otto ore di volo e l’ha già compilato…”
Ok, sono ansioso. Chi ha letto gli altri diari lo
sa già, chi non l’ha fatto lo starà scoprendo
ora. Chi mi conosce sa che lo sono sin da
quando ho imparato le lettere e a far di conto.
L’ARRIVO A MARRAKECH
Atterriamo a Marrakech intorno alle 8.40 e
semplicemente guardando fuori dal finestrino
si capisce perché la città venga chiamata “La
città rossa”: tutti gli edifici, comprese le
costruzioni più moderne, sono di colore rosso.
Ad attenderci all’aeroporto c’è il servizio
navetta manato dal Riad, che in circa 15
minuti ci porta a destinazione. Durante il
tragitto abbiamo già la perspicacia di capire
che i motorini sono dei pullman abusivi senza
portiere e finestrini dato che ci sono molti
motorini “Califfo” con 4 persone a bordo
(Guidatore con casco, moglie con figlio in
fasce e bambino più grande sul serbatoio).
Il Riad da noi scelto si chiama “El Sagaya” ed
abbiamo pagato 150€ per tre notti anche se il
prezzo intero sarebbe stato di 300€. I Riad
sono delle tipiche costruzioni caratterizzate da
una corte-giardino centrale su cui si affacciano
mediamente 8-9 camere in stile marocchino.
Veniamo accolti con il classico tè alla menta di
benvenuto che sorseggiamo mentre ci vengono
dati alcuni consigli davanti alla cartina.
Il Riad aveva un’ottima posizione ed era pulito
anche se la colazione lasciava un po’ a
desiderare (caffellatte, succo di arancia, pane,
marmellata e Beghrir, delle frittelline spugnose
molto simili ai pancake) ed il prezzo pieno di
300€ sarebbe stato un po’ eccessivo.
Incredibile come varcata la soglia non si senta
più alcun rumore della vita frenetica che
caratterizza la città. E’ impressionante in
particolare l’utilizzo che viene fatto del
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
clacson, anche ogni volta che scatta il verde
per avvertire che stanno per partire!
I GIARDINI MAJORELLE
Senza nemmeno lasciare la valigia in camera
visto che erano occupate lasciamo il Riad e ci
dirigiamo verso i Giardini Majorelle, donati da
Yves Saint Laurent alla città nel 1964. I
giardini sono caratterizzati da colori sgargianti,
piante rare e piante grasse di dimensioni
gigantesche.
L’ingresso costa intorno ai 40dh (4€) e
visitarlo è obbligatorio se si viene a
Marrakech. Prima di tornare verso la Medina
(la parte della città interna alle mura e
patrimonio mondiale dell’UNESCO)
pranziamo al Cafè Bousafsas, dentro i giadini
dove, a 235dh prendiamo:
 1 tajine di pollo con cumino, olive e
limoni canditi
 1 tajne vegetariana
 Pane
 Acqua
La Tajine è uno stufato cucinato in un
recipiente di terracotta dalla forma “a trottola”.
Prima di uscire dai giardini si passa dai bagni
che però erano sporchi e quindi non volevamo
lasciare mancia all’addetta. Faccio finta di
cercare degli spiccioli in tasca senza riuscire
però a trovarli. Silvia, non capendo la mia
sceneggiata, esclama: “O un l’avevi presi tutti
te?”. Questo perché al banco del cambio
all’aeroporto lei aveva preso le banconote
mentre io tutti gli spiccioli. Lasciati i giardini
ci dirigiamo verso la moschea dellla Koutubia,
seguendo la strada semplice spiegataci
dall’odioso ragazzo del Riad. Facciamo l’80%
del percorso bene salvo girare a sinistra invece
che a destra e trovandoci spaesati nel dedalo
dei Souq.
A SPASSO NEI SOUQ
Orientarsi è praticamente impossibile anche se
ci sono spesso indicazioni per la piazza
Djelma El Fna.
Nonostante le vie molto strette, ci passa di
tutto: motorini, carretti a mano, carretti trainati
da asini. Spostatevi o vi saliranno sopra! In un
punto sono passati talmente tanti motorini che
sembrava un raduno di Vespe. Per fortuna non
vestivano felpe con la scritta VE-SPA ai lati
della cerniera e non indossavano il casco con il
cerchietto tricolore, permettendoci così di non
sbagliarci.
Camminando per i Souq evitate di seguire i
consigli dei bambini perché sono più bugiardi
di un politico in campagna elettorale e dicono
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
che la strada che state imboccando è chiusa e
che per raggiungere la Piazza è necessario
proseguire nella via indicata da loro. Questo
perché vorrebbero accompagnarvi per poi
chiedere dei soldi. Noi sapevamo di questa
birbanteria e non ci siamo fatti fregare.
LA MOSCHEA DELLA KOUTUBIA
Raggiungiamo la bellissima moschea della
Koutubia del XII secolo. Essa prende il nome
(koutubia=libraio) dai 100 librai che vi si
radunarono alla base.
La moschea è visitabile solo esternamente e
nei giardini, almeno che non siate pronti ad
una conversione al volo all’Islam.
Nei giardini veniamo avvicinati da un omino
che ci offre due sfoglie dolci di ben venuto,
che diventano a pagamento non appena sono
nelle nostre mani. Per levarcelo di mezzo ci
accordiamo su un forfait di 13dh invece dei 20
richiesti.
Seguendo verso sud Rue Uqba Bin Nafi (non è
per niente facile trovare i nomi delle vie)
raggiungiamo Bab Agnaou, una delle 20 porte
di ingresso nelle mura per i Gnanoua, gli
schiavi del sultano.
Sebbene sia in pietra, i suoi intarsi lo fanno
sembrare in legno. Fanno da arredamento alla
parte superiore delle porta alcuni nidi di
cicogna.
LE TOMBE DEI SAADITI E LA BAHIA
Oltrepassata la porta ci si trova nella piazza
che ospita la moschea della Kesbah e le tombe
dei Saaditi (visita 10dh), tra cui spicca quella
del sultano Ahmed al-Mansour. Anche le
tombe meritano di far parte di un itinerario di
visita a Marrakech.
Terminata la visita delle tombe ci dirigiamo
verso la Mellah, il vecchio quartiere ebraico.
Lungo il percorso incontriamo la graziosa
Place de Ferblantiers e il Mercato centrale
della Mellah.
Nelle vicinanze si trova anche il bel palazzo
della Bahia, ricco di stucchi, soffitti in legno
intagliato e un cortile pieno di gatti pasciuti
come le statuette del maestro Alberto
Giacometti:
Il palazzo costava 10dh ma tutti, tranne noi
entravano senza pagare. Non c’è bisogno di
dire che la frenesia di pagare fosse la mia.
Torniamo verso la Koutubia dove ci fermiamo
a prendere un tè alla menta ed un caffè.
Stando seduti rilassati abbiamo l’opportunità
di partorire un’idea estremamente brillante:
andare a piedi ai giardini della Menara per
vedere il tramonto. Arriviamo lì esattamente
per il tramonto, peccato però che i giardini
chiudessero due ore prima, rendendo così vana
la nostra camminata di circa 6km. La
passeggiata si conclude finalmente in quella
che è la vera attrazione della città: Place
Djelma el Fna, chiamata da tutti
semplicemente “La Place”.
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
DJELMA EL FNA
Questa piazza è incredibilmente estesa ed è
teatro ogni giorno di spettacoli di acrobati,
incantatori di serpenti, addestratori di scimmie,
tatuatrici all’hennè, venditori di olio di Argan
e di uova di struzzo, venditori di squisite
spremute di arancia e pompelmo.
Camminando per la piazza è anche possibile
incontrare vecchini anziani vestiti con una
tunica con cappuccio, che vendono bottiglie di
plastica da 1L e mezzo di olio di Argan.
Fermandosi poi ai banchini improvvisati che
espongono pasticcini, è possibile usufruire
della promozione per cui ad ogni pasticcino
regalano anche tre mosche ed un’ape da
scacciare soffiando.
Peccato invece non aver provato le rossissime
fragole che vengono esposte e vendute su
carretti presenti ovunque in città.
Tutta la piazza è circondata da bancarelle di
souvenir e terrazze panoramiche da cui avere
una vista a 360° della stessa. All’ora del
tramonto Djelma el Fna viene sgombrata per
far posto ad una miriade di ristoranti con
panche e griglie che servono cucina
marocchina. Nella parte più esterna ci sono
anche i banchini che vendono fumanti
ciotoline di lumache bollite. Ci fermiamo a
mangiare al banchino n°15 (Chez Mohammed)
alzandoci però insoddisfatti per la scarsa
qualità del prodotto. Abbiamo mangiato cous
cous insipido di verdure, Tanjia (agnello
stufato), due panini, due mezzi litri d’acqua e
due coche in bottiglia per 140dh (un po’ meno
di 14 €) in due. Terminatala cena abbiamo
fatto una passeggiata verso il Riad (circa 30
minuti visto che conviene prendere la strada
esterna per non rischiare di perdersi nei souq)
e siamo crollati come due bambini dopo una
mattinata all’asilo, una festa di compleanno
dal vicino di casa e 12 cartoni animati di Walt
Disney di fila.
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
16 MARZO 2014
Ci svegliamo con calma (ovviamente
relativamente ai nostri ritmi indemoniati) e
dopo colazione andiamo verso la piazza per
vederla di mattina ed
assaggiare le ottime spremute per 4dh (40
centesimi!).
IL MUSEO DI MARRAKECH E LA
MEDERSA
Prendiamo a questo punto una stradina verso il
souq (suggeritaci dai poliziotti, sempre gentili
ed unica fonte affidabile al 100% di
informazioni) ed intervalliamo la passeggiata
nei mercati con la visita del bel palazzo che
ospita il museo di Marrakech, della cupola per
le abluzioni della Koubba Ba’Adiyn e
dell’interessante ex-scuola coranica delle
Medersa di Ali Ben Youssef.
Conviene fare il biglietto comulativo per
museo e Medersa al prezzo di 40dh altrimenti
costerebbero tipo 50dh ciascuno. Sempre nelle
vicinanze merita una visita la Maison de la
Photographie, che allestisce all’interno di un
riad una mostra di foto d’epoca marocchine
scattate tra il 1870 ed il 1960.
Prendete due minuti per salire la stretta scala a
chiocciola ed avere una vista di Marrakech
dall’alto. Seguendo i consigli della guida di
Silvia ci fermiamo a mangiare ad una
tavernetta all’aperto sedendoci insieme a due
ragazze olandesi in vacanza.
Il posto si chiama “Chez Abdellay” ed una
volta seduti rilassatevi e dimenticatevi di
ordinare “a la carte”.
Si comincia con insalata marocchina
(pomodori, cetrioli, coriandolo), lenticchie, un
piattino di carne al pomodoro con uovo fritto
sopra, un piatto di carne miste (Brochette di
manzo, agnello, pollo), tè alla menta ed un
litro e mezzo di acqua gassata. Abbiamo
mangiato bene ed il tutto per soli 130dh in due.
A fianco al nostro tavolo ero inoltre seduto un
signore sulla settantina, in giacca e cravatta,
molto distinto. Vedendoci senza tovaglioli
inizia una centrifuga manuale nella propria
tasca e ci dona i suoi tovagliolini. Il tutto “in
cambio” di un bicchiere di acqua gassata.
Andato a buon fine il baratto ci regala anche
una simpatica lezione di lingua dicendoci
come si dice grazie in francese, arabo e
berbero.
A proposito di berbero: il tè alla menta ci è
stato servito chiamandolo “whisky berbero”
come suggeriva la mia guida a cui però non
avevo dato molto credito circa questa battuta.
Dopo pranzo continuiamo la visita dei souq
fermandoci per un Nespresso alla caffetteria
“Un dejeneur a Marrakech” (2-4 Rue
Kennaria, angolo Rue Riad Zitoun el-Jedid) e
dirigendoci poi al museo Dar Si Said che si
trovava nei paraggi.
DAR SI SAID
Le guide considerano questo museo come un
pezzo forte della visita a Marrakech ma
onestamente la collezione è piuttosto misera ed
il museo merita una visita unicamente per
ammirare il palazzo che lo ospita. Qui ci siamo
esibiti in un balletto dentro una sala con delle
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
bacheche di vetro e ci siamo immaginati che
io, ballettando con la leggiadria di una
sequoia, inciampassi all’indietro e finissi
dentro una di tali vetrine. Terminata la visita
del museo decidiamo che è l’ora di tornare in
piazza Djelma el Fna per vedere il popolarsi
della piazza dalla terrazza “Cafe Le Grand
Balcon” in cui prendiamo una schweppes ed
un succo di mela gassato a 40dh.
Prima che i morsi della fame diventassero
troppo aggressivi e ci dilaniassero, battiamo
tutta la via Mohamed V in direzione di “Place
Abden Moumen Ben Ali” nei pressi della
quale si trova il ristorante “Al Fassia”.
Attraversando Avenue Mohamed V si scopre
un’altra Marrakech, moderna, occidentalizzata
e ricca di hotel, club e banche. Tuttavia la
differenza maggiore la notiamo nella dentatura
delle persone: in questa zona infatti non
servono 3 persone per fare una dentatura
completa di 28 denti e 4 opzionali del giudizio.
RESTAURANT AL FASSIA
Il ristorante Al Fassia (55 Blvd Mohammed
Zerktouni, www.alfassia-aguedal.com)
l’abbiamo scelto seguendo i consigli della
sempre impeccabile trasmissione RAI
Marrakech Quanto Basta e si tratta di uno dei
pochi ristoranti di cucina originale marocchina
nella Gueliz, la città nuova. Lo staff è
interamente femminile, gentilissimo ed
impeccabile. Il ristorante è inoltre arredato con
finezza e gusto. Mangiamo una zuppa
marocchina con pomodoro e carne,
accompagnata da datteri su cui spremere il
limone (accoppiata perfetta), una tajine di
manzo alle cipolle caramellate e pomodoro,
una tajine di agnello alle prugne e mandorle,
un assaggio di pasticceria marocchina, vino
Cabernet Medallion, 1 litro e mezzo di acqua
gassata, tè alla menta. Il tutto a 620dh,
ovviamente molto di più di quanto si paghi
normalmente nella medina. Lasciamo inoltre
50dh di mancia visto il buon servizio. Da
ricordare come tutti fossero vestiti in ghingheri
mentre noi eravamo vestiti più o meno come
Montesano e Pozzetto in “Noi Uomini Duri”.
Terminata la cena ci imbattiamo in una
camminata degna della marcia di Stalingrado
per tornare al Riad a riposarci in vista
dell’ultimo giorno a Marrakech.
17 MARZO 2014
L’HAMMAM DAR EL BACHA
Mi sveglio intorno alle 7.45 per andare
all’Hammam pubblico vicino al Riad. Senza
saperlo l’hammam scelto è il Dar El Bacha, il
più antico della città. Mi avventuro in infradito
con valigetta morbida al seguito contenente il
“kit del piccolo frequentatore di Hammam”:
guanto abrasivo, sapone nero, spazzolina per
capelli. Entro nell’edificio e mi ritrovo in una
stanza fredda, con motorini parcheggiati
dentro ed un omino che mi viene incontro
chiedendomi: “Massage?” “Gommage?”
Dico che non lo so e allora raggiungiamo
l’accordo per lavaggio/massaggio/raschiatura
a 100dh per un’ora. Chiedo però di fare 30-40
ma il prezzo non cambia.
Lascio la roba in un armadietto e mi faccio
accompagnare da un omino curvo, nerissimo e
brizzolato, in una stanza ampia e vuota.
L’omino getta un paio di secchiate di acqua
calda in terra e mi dice di stendermi sul
pavimento. Passano un paio di minuti ed arriva
il massaggiatore, molto somigliante al turco
“Aziz” del film “Mediterraneo”.
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
Mi battezza con due secchiate d’acqua calda e
mi dice di sedermi a gambe divaricate per la
sessione di massaggi. Sostanzialmente mi fa
scroccare un po’ tutto facendomi letteralmente
soffrire le pene dell’inferno tant’è che ad un
certo punto (quando mi faceva allungare per
toccare le punta dei piedi) avverto conati di
vomito ed inizio a vedere tutto nero inchiostro
di seppia. Con il mio francese stentato dico di
fermarsi perché mi fa male e “je vois tout le
monde noir”.
Passata questa fase in cui ho più volte chiesto
al Creatore di chiamarmi a sé, il resto del
trattamento è rilassante. Finiamo anche a
parlare del film Marrakech Express e mi dice
che Salvatores ha fatto il trattamento massaggi
lì. Finito il massaggio torno al Riad per fare
colazione con Silvia ed andare alle Palmeriae,
l’oasi naturale a 5kn da Marrakech. Chiediamo
al ragazzo “che fa il simpatico” del Riad se ci
potesse chiamare un taxi e ci sentiamo
rispondere: “Ma perché volete proprio andare
alle Palmeriae?”.
Insomma, dopo più volte che ci dice la stessa
cosa capiamo che non è il caso di andarci!
Ci dirigiamo dunque verso Gueliz fermandoci
ad un bar pasticceria molto carina, 16 Cafe, in
Place du 16 Novembre. Prendiamo due caffè e
proseguiamo verso sud lungo Avenue
Mohammed V fino a raggiungere il Cyber
Park.
CYBER PARK ED ENSAMBLE
ARTISANAL
Questo parco immerso nelle palme ha la
caratteristica di essere disseminato di
postazioni per la connessione wifi. Sono molte
le coppiette che vi troviamo e le persone che
sono su internet dal cellulare, riconoscibili
dalla tipica piegatura in avanti sulle panchine e
braccia confluenti tra le due cosce.
Ci dà inoltre l’impressione che sia un punto di
ritrovo per le persone che sono in pausa
pranzo. Davanti al parco, sempre in Avenue
Mohammed V si trova un edificio molto
interessante di cui però avevo ignorato
l’esistenza: l’Ensamble Artisanal.
Si tratta di un centro dell’artigianato dove è
possibile vedere i vari artigiani a lavoro: tra gli
altri abbiamo visto lavorare uno strumento
simile al mandolino ed intagliare con un
seghetto un braccialetto d’argento ( o per lo
meno argentato).
Tra gli artigiani c’è anche una ragazza down
che ci spiega che sia lei l’artefice dei monili
che stavamo osservando e dalla quale
compriamo volentieri un braccialetto d’argento
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
( o per lo meno argentato) a 20dh. Dentro
l’Ensemble Artisanal evitate magari di
mangiare al Cafe Anosfa dove abbiamo preso
due panini alla salsiccia che non avrebbe
mangiato nemmeno Enzo Paolo Turchi dopo
tre mesi digiuno nell’Isola dei Famosi. Che
schifo. Visto che il termometro segna 33 (sì,
trentatre come gli anni di Cristo) gradi,
decidiamo di non farci 5kn per arrivare alla
Menara ma chiamiamo (di solito ti guardano
loro e si fermano sul marciapiede se
interessati) un taxi che ci porta lì per soli 30dh.
I GIARDINI DELLA MENARA
I giardini della Menara si trovano vicino
all’aeroporto (a cui danno il nome) e sono
immersi negli uliveti in cui i turisti cavalcano
(dromedariano?) dromedari la cui unica
presenza di grasso è rappresentata dalla gobba.
Attrazione principale del parco è lo stagno
quadrato con il piccolo edificio che vi si
affaccia. Onestamente dalle foto sembra tutto
più bello però se avete tempo fateci un salto.
Da qui prendiamo un altro taxi accordandoci
su 60dh per portarci al al Teatro Royale,
aspettare dieci minuti che facessimo le foto e
riportarci alla moschea della Koutubia. Il
teatro è un edificio snobbato dalle classiche
rubriche “10 cose da vedere a Marrakech” o
“Da non perdere a Marrakech” etc ma in realtà
è un edificio splendido che unisce lo stile
egiziano all’art-decò.
Una volta fatta una foto anche alla stazione dei
treni di Marrakech ci facciamo portare davanti
alla Koutubia che dista pochi passi dalla
Piazza. Facciamo un giro della piazza guidati
dal suono delle oboi degli incantatori di
serpenti, in quanto andavamo dalla parte
opposta alla provenienza del suono.
Incrociamo anche i venditori d’acqua ed i
ciechi che chiedevano l’elemosina e poi
mettevano la moneta in bocca blaterando
qualcosa per noi privo di significato.
IL SOUQ DELLE OLIVE
Prendiamo una delle vie che portano dalla
piazza ed entriamo nel souq delle olive
(acquistandone tre ciotoline) per poi incontrare
nel nostro percorso anche quello dei tintori, dei
fabbri e degli artigiani del legno.
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
Tutto il percorso è accompagnato da richiami
da parte dei venditori, da contrattazioni e
perdita del senso di orientamento. Durante la
visita del souq sono stato un paio di volte
apostrofato come “Berbero” in quanto cercavo
di trattare parecchio sul prezzo. Tanto per dare
un’idea: per due magliette ed un paio di
pantaloni da donna volevano 650dh, salvo poi
scendere a 250 e chiudere l’affare. Più roba
prendete e meno pagate, ed il prezzo deve
essere almeno la metà di quello chiesto in
partenza. Usciamo dal souq per un tè alla
menta ed una coca alla “Les Terrasses de
l’Alhambra”, angolo nord-est della piazza
Djelma el Fna. Finita la sosta si riparte per un
altro giro degli interminabili souq (in cui ho
comprato anche il squadernino fatto a mano su
cui ho scritto l’originale di questo diario) dove
vengo preso per il culo da un ragazzo in
quanto sono tifoso del Milan. Rispuntiamo
nella Piazza per un ultimo saluto e per
mangiare una ciotola di lumache da uno dei
tanti ambulanti che ti invitano ad andare da
loro non appena posi gli occhi sul loro
banchino.
Pago 20dh per una porzione anche se non
avevano un gran sapore a dire la verità. Di
positivo c’era che la spurgatura era ottima e
non ho avuto sorprese amare in bocca.
Concludiamo la serata andando a cena presso
“Restaurant Foucould” (Ave el-Mouahidine,
angolo Place de la Foucould) dove con 100dh
viene offerto un banchetto marocchino.
Diciamo che in termini assoluti il cibo non era
eccezionale ma può andare bene come
rapporto qualità prezzo. Facciamo la nostra
mezz’oretta di camminata verso il Riad dove
facciamo l’inventario delle cose acquistate e
prepariamo le valigie in modo svegliarsi senza
pensieri visto che il taxi ci avrebbe aspettato
fuori alle 6.30 a.m.
18 MARZO 2014
Sveglia alle 6 in modo da darci una lavata
veloce come i gatti ed uscire dal Riad dove ci
aspetta il taxi per l’aeroporto.
Arriviamo lì intorno alle 7 e noto
piacevolmente che l’aereo è alle 9.30 e non
alle 9.05 come pensassi. Mi sento ancora più
tranquillo.
In realtà poi partiamo alle ore 10 per arrivare
in Italia allo 13.55 (c’è un’ora in più rispetto al
Marocco). Niente di particolare da segnalare
fino al ritorno in autobus a Firenze, dove il
viaggio si conclude.
CONCLUSIONI
Marrakech è sicuramente una città che merita
di essere visitata, magari inserendola in un tour
del Marocco. La città è molto diversa rispetto
all’occidente, sia in termini architetturali che
culturali ed eno-gastronomici. Tale differenza
è molto più marcata all’interno della Medina
rispetto alla città nuova. Per quanto visto (ma
sottolineo che è solo una percezione) sembra
che il richiamo alla preghiera sia meno
rispettato se confrontato ad Istanbul dove al
canto del Muezzin si vedevano le persone
accelerare il passo ed andare in Moschea. Per
un amante di street-photography non è stato
facile in quanto spesso venivo guardato male
anche se facevo foto da lontano o al contesto.
Cercate quindi di parlare con le persone,
instaurare un dialogo oppure lasciate una
piccola offerta prima di fotografare. Come in
tutti i viaggi consiglio di provare a mangiare
un po’ di tutto, magari evitando solo le
situazioni più estreme, un po’ di pane
accatastato in carretti di legno non ha mai
ammazzato nessuno!
Se invece l’Italia vi sta stretta e volete aprire
un business qui, imparate a riparare due ruote,
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
a cambiare una candela ed a pulire un
carburatore e siete a posto: aprite un’officina
nella Medina e vi garantirete il futuro. Magari,
vista la differenza di mezzi di trasporto, state
attenti a cosa vi portano i clienti per non
rischiare di mettere le redini ad un motorino e
di cambiare il carburatore all’asino!
Viaggiare con Silvia è stato invece bello e
semplicissimo: siamo entrambi due
stakanovisti del viaggio perché ci piace vedere
tutto ciò che c’è da vedere ed anche di più.
Abbiamo riso tanto, scoperto una nuova
cultura ed un nuovo continente, permettendoci
così di tornare più ricchi rispetto alla partenza,
come credo succeda ogni volta che si torna da
un viaggio. Alla prossima avventura.
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
APPENDICE: LETTURE E FILM
Questa sezione rappresenta una novità dei miei
diari di viaggio. Visto che durante la mia fase
documentativa e di preparazione al viaggio, ho
sottolineato alcune parti che mi sembravano
interessanti, ho successivamente pensato che
potesse essere carino evidenziarne tre per ogni
libro o film. Ecco il risultato!
“Le voci di
Marrakech” del
premio nobel Elias
Canetti. Si tratta di un
diario di viaggio da
non perdere riuscendo
effettivamente a far
immergere il lettore in
quelli che sono i
suoni, i personaggi e
le emozioni che la
città riesce a regalare. Alcuni estratti (grazie a
mamma che me li ha trascitti, visto che il libro
l’avevo lasciato all’Elba!):
“Quest'anno,quando giunsi a Marra kech,mi trovai
di colpo tra i ciechi.Ciascuno di quei ciechi
tendeva davanti a se, una ciotola di legno per
l'elemosina e,quando un passante gettava qualcosa
in una di queste ciotole,la moneta offerta passava
di mano in mano,tutti la tastavano ,tutti la
saggiavano,finche'uno,questo era il suo compito,la
metteva finalmente in tasca. Tastavano
insieme,cosi'come insieme mormoravano e
gridavano.”
“C'è aroma nei suk,e freschezza, e varietà, di
colori. L'odore,che e' sempre piacevole, cambia a
poco a poco secondo la natura delle merci. Non
esistono nomi,ne insegne,e neppure vetrine. Tutto
ciò, che si vende e' in esposizione.”
“I minareti che si innalzano qua e la non sono
come i nostri campanili. Sono anch'essi slanciati
ma non finiscono a punta,hanno la stessa larghezza
in basso come in alto,e cio, che conta e, la
piattaforma su in cima,da dove giunge l'invito alla
preghiera.Assomigliano. piuttosto a dei fari,nei
quali pero' dimora una voce.”
“Creatura di sabbia” di
Tahar Ben Jelloun. E’ un
libro a tratti coinvolgente
ed a tratti noioso e
confusionario. Descrive
tuttavia un contesto per
cui solo un figlio
maschio può rendere
veramente onore ad un
padre. Un padre che
dopo 7 figlie femmine decide che l’ottava
dovrà vivere come se fosse un maschio. Belle
alcune descrizioni riferite alla piazza:
“Il circo era installato all’uscita della città,
proprio vicino ad una piazza immensa dove i
narratori di storie e gli incantatori di serpenti si
esibivano per anni interi davanti ad un pubblico
numeroso e fedele”
“Gli uomini vantavano con humor le loro
mercanzie. Vendevano spezie di tutti i colori,
babbuce, tappeti, coperte di lana, frutti secchi.
Alcuni gridavano, altri cantavano…”
“Le strade erano disseminate di piccoli venditori e
di vecchi mendicanti. C’era l’arrotino di coltelli
che andava a spasso con la sua mola roatante
montata su una bicicletta e si annunciava soffiando
in una specie di armonica di plastica che faceva un
rumore stridente, riconoscibile da lontano. C’era il
venditore d’acqua, un vecchio uomo curvo che
lanciava un grido lungo e doloroso – tra il lupo
minaccioso e il cane abbandonato – per vantare la
freschezza e i benefici di questa acqua di sorgente
messa in un otre nero che portava di traverso sulla
schiena”
“La Libraia di Marrakech” a cura di Santina
Mobiglio narra la storia
vera di Jamila Hassoun,
che da libraia di
Marrakech inizia a
viaggiare in carovana per
il Marocco in quella che
è una vera libreria
nomade. Essa porterà
libri, storie ed autori a
15-18 Marzo 2014
DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH
popoli e villaggi meno fortunati. Alcune
citazioni:
“Una librari in genere la si immagina seduta
dietro un bancone ad aspettare i clienti. Ma non è
questa la mia storia. Io sono stata impaziente. Sono
sempre stata più interessata a quelli che non
entravano che a quelli che venivano in libreria. E
ho cominciato a cercare di raggiungerli; ad andare
io da loro.”
“La mia fortuna è stata che in casa entravano tanti
libri e quindi in da piccola, appena assolti i compiti
scolastici e casalinghi, potevo immergermi nella
lettura. Un nuovo libreo era sempre il regalo più
atteso. Leggere era per me evadere, fantasticare,
immaginare altre vite possibili”
“I risultati furono interessanti e per certi versi
imprevisti, perché i ragazzi, che dimostravano nel
complesso una scarsa frequentazione di biblioteche
e librerie, quasi sempre assenti nei loro villaggi,
dicevano comunque di apprezzare e di considerare
utili i libri, ma più come una risorsa per la crescita
culturale personale che per la propria riuscita
scolastica.”
“Breve guida illustrata per comprendere
l’Islam”
Una guida di un’ottantina di
pagine, scaricabile in pdf da
internet, che dà una visione
generale sull’Islam, tra cui:
“Le preghiere sono compiute all’alba,
mezzogiorno, metà pomeriggio, al tramonto e di
notte”
“I musulmani recitano 5 preghiere al giorno. Ogni
preghiera dura pochi minuti..”
“Quali sono i 5 pilastri dell’islam?
 La testimonianza di fede
 Preghiera
 Fare Zakat (Sostegno del povero)
 Osservare il digiuno durante il mese di
Ramadan
 Il pellegrinaggio alla Mecca”
“Marrakech Express”
di Gabriele Salvatores.
Questo film racconta il
viaggio di 4 amici
trentenni milanesi che
attraversano il Marocco
per riscattare l’amico
Rudy, detenuto là per
possesso di droga.
Alcune frasi celebri:
“Non ti rovini i denti con tutta quella cioccolata? -
Ma ho un amico che è dentista! - Cioè, uno che ha
un amico dentista allora si deve rovinare i denti. E
se io avessi un amico patologo cosa dovrei fare?".”
“A noi ci ha rovinato il cristianesimo, come
cultura. Una volta avevamo le terme, i massaggi...
Adesso cosa abbiamo? Le pizzerie"
"Non bastano tutti i cammelli del deserto per
comprarti un amico"

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  • 1. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH Marrakech 15-18/03/2014 Alla scoperta della “Città Rossa” INTRODUZIONE Eccomi qui a scrivere un nuovo diario a soli tre mesi dall’ultimo viaggio a Salisburgo. Questa volta la meta è molto più esotica e mi permetterà per la prima volta di varcare i confini dell’Europa (se si esclude la sponda asiatica di Istanbul): Marrakech. Cambia la meta, cambia il continente ma non cambia chi condividerà il viaggio con me, in quanto anche stavolta è Silvia a seguirmi (o il contrario). Già qualche giorno prima di prenotare compro la guida Incontri della Lonely Planet, a cui faranno seguito:  Guida di Marrakech per Silvia  Capitolo pdf di Marrakech dalla guida Lonely Planet sul Marocco  La libraia di Marrakech  Le voci di Marrakech. Note di un viaggio  Creatura di sabbia  Una breve guida illustrata per comprendere l’Islam Diciamo che mi piace partire preparato! Da notare che ho già usato la parola Marrakech quanto Buba di Forrest Gump usava la parola gamberi: ”Zuppa di Gamberi, Minestra di Gamberi, Gamberi in pastella, Stufato di Gamberi…Gamberi saltati…etc etc”. 14/15 MARZO 2014 Giusto il 14 sera, probabilmente due minuti dopo la chiusura di tutte le tabaccherie di Firenze, a Silvia viene a mente che non ha comprato la marca da bollo per il passaporto, stuzzicando così il mio animo ansioso. Mostro un’iniziale tranquillità dicendo: “Vabbè dai, tanto anche senza quella l’imbarco è garantito, alla peggio paghi la sanzione amministrativa”. A questa calma apparente segue conseguente apertura di Google e studio del problema e ,consultando il sito dell’aeroporto di Pisa, scopro che la tabaccheria/edicola aprirà un’ora prima del primo volo: siamo salvi! Andiamo a letto alle 11.30 e settiamo masochisticamente la sveglia alle 2.30 visto che il bus per Pisa è alle 3.40. Arriviamo a Pisa alle 4.50 con aereo in decollo alle 6.35, ottimo direi! Sul bus insieme a noi c’erano dei ragazzi spagnoli che indossavano dei cappelli con la faccia degli animali che mi hanno ricordato la canzone “Esatto” di Francesco Salvi.
  • 2. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH Oltrepassiamo subito il controllo di sicurezza ed entrambi veniamo fermati: d’altro canto abbiamo entrambi delle accentuate sembianze terroristiche. Io ho dimenticato che nella borsina c’erano due succhi di frutta (che sono stati buttati) e quindi hanno dovuto fare la perquisizione mentre a Silvia suona il Metal Detector in quanto fortunata vincitrice di un controllo a campione. Dopo una veloce colazione andiamo alla tabaccheria a comprare la marca da bollo ma prima di entrare la avverto: “Oh, guarda che se non ce l’hanno andiamo subito sopra a regolarizzare”. Chiediamo di acquistarla ma ci sentiamo dire: “Non ce l’abbiamo, nessuno la vende in aeroporto”. Alla parola “Nessuno” credo di aver assunto una tonalità tra il grigio cenere ed il verde cirrosi. In ogni caso sono tranquillo infatti prima del controllo passaporti dico a Silvia: “Io sto dietro di te perché se passo non posso tornare indietro. Almeno QUANDO ti fanno il verbale resto con te”. Da notare che ho detto QUANDO e non “SE”. Ovviamente se ne fregano della marca da bollo e Silvia passa risparmiando i 40€ della stessa. Dopo un’oretta, delle tre previste di volo, ci danno un foglietto da consegnare alle autorità marocchino e che io compilo zelantemente. Silvia lo nota e mi dice: “Bellinoo, mancano ancora otto ore di volo e l’ha già compilato…” Ok, sono ansioso. Chi ha letto gli altri diari lo sa già, chi non l’ha fatto lo starà scoprendo ora. Chi mi conosce sa che lo sono sin da quando ho imparato le lettere e a far di conto. L’ARRIVO A MARRAKECH Atterriamo a Marrakech intorno alle 8.40 e semplicemente guardando fuori dal finestrino si capisce perché la città venga chiamata “La città rossa”: tutti gli edifici, comprese le costruzioni più moderne, sono di colore rosso. Ad attenderci all’aeroporto c’è il servizio navetta manato dal Riad, che in circa 15 minuti ci porta a destinazione. Durante il tragitto abbiamo già la perspicacia di capire che i motorini sono dei pullman abusivi senza portiere e finestrini dato che ci sono molti motorini “Califfo” con 4 persone a bordo (Guidatore con casco, moglie con figlio in fasce e bambino più grande sul serbatoio). Il Riad da noi scelto si chiama “El Sagaya” ed abbiamo pagato 150€ per tre notti anche se il prezzo intero sarebbe stato di 300€. I Riad sono delle tipiche costruzioni caratterizzate da una corte-giardino centrale su cui si affacciano mediamente 8-9 camere in stile marocchino. Veniamo accolti con il classico tè alla menta di benvenuto che sorseggiamo mentre ci vengono dati alcuni consigli davanti alla cartina. Il Riad aveva un’ottima posizione ed era pulito anche se la colazione lasciava un po’ a desiderare (caffellatte, succo di arancia, pane, marmellata e Beghrir, delle frittelline spugnose molto simili ai pancake) ed il prezzo pieno di 300€ sarebbe stato un po’ eccessivo. Incredibile come varcata la soglia non si senta più alcun rumore della vita frenetica che caratterizza la città. E’ impressionante in particolare l’utilizzo che viene fatto del
  • 3. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH clacson, anche ogni volta che scatta il verde per avvertire che stanno per partire! I GIARDINI MAJORELLE Senza nemmeno lasciare la valigia in camera visto che erano occupate lasciamo il Riad e ci dirigiamo verso i Giardini Majorelle, donati da Yves Saint Laurent alla città nel 1964. I giardini sono caratterizzati da colori sgargianti, piante rare e piante grasse di dimensioni gigantesche. L’ingresso costa intorno ai 40dh (4€) e visitarlo è obbligatorio se si viene a Marrakech. Prima di tornare verso la Medina (la parte della città interna alle mura e patrimonio mondiale dell’UNESCO) pranziamo al Cafè Bousafsas, dentro i giadini dove, a 235dh prendiamo:  1 tajine di pollo con cumino, olive e limoni canditi  1 tajne vegetariana  Pane  Acqua La Tajine è uno stufato cucinato in un recipiente di terracotta dalla forma “a trottola”. Prima di uscire dai giardini si passa dai bagni che però erano sporchi e quindi non volevamo lasciare mancia all’addetta. Faccio finta di cercare degli spiccioli in tasca senza riuscire però a trovarli. Silvia, non capendo la mia sceneggiata, esclama: “O un l’avevi presi tutti te?”. Questo perché al banco del cambio all’aeroporto lei aveva preso le banconote mentre io tutti gli spiccioli. Lasciati i giardini ci dirigiamo verso la moschea dellla Koutubia, seguendo la strada semplice spiegataci dall’odioso ragazzo del Riad. Facciamo l’80% del percorso bene salvo girare a sinistra invece che a destra e trovandoci spaesati nel dedalo dei Souq. A SPASSO NEI SOUQ Orientarsi è praticamente impossibile anche se ci sono spesso indicazioni per la piazza Djelma El Fna. Nonostante le vie molto strette, ci passa di tutto: motorini, carretti a mano, carretti trainati da asini. Spostatevi o vi saliranno sopra! In un punto sono passati talmente tanti motorini che sembrava un raduno di Vespe. Per fortuna non vestivano felpe con la scritta VE-SPA ai lati della cerniera e non indossavano il casco con il cerchietto tricolore, permettendoci così di non sbagliarci. Camminando per i Souq evitate di seguire i consigli dei bambini perché sono più bugiardi di un politico in campagna elettorale e dicono
  • 4. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH che la strada che state imboccando è chiusa e che per raggiungere la Piazza è necessario proseguire nella via indicata da loro. Questo perché vorrebbero accompagnarvi per poi chiedere dei soldi. Noi sapevamo di questa birbanteria e non ci siamo fatti fregare. LA MOSCHEA DELLA KOUTUBIA Raggiungiamo la bellissima moschea della Koutubia del XII secolo. Essa prende il nome (koutubia=libraio) dai 100 librai che vi si radunarono alla base. La moschea è visitabile solo esternamente e nei giardini, almeno che non siate pronti ad una conversione al volo all’Islam. Nei giardini veniamo avvicinati da un omino che ci offre due sfoglie dolci di ben venuto, che diventano a pagamento non appena sono nelle nostre mani. Per levarcelo di mezzo ci accordiamo su un forfait di 13dh invece dei 20 richiesti. Seguendo verso sud Rue Uqba Bin Nafi (non è per niente facile trovare i nomi delle vie) raggiungiamo Bab Agnaou, una delle 20 porte di ingresso nelle mura per i Gnanoua, gli schiavi del sultano. Sebbene sia in pietra, i suoi intarsi lo fanno sembrare in legno. Fanno da arredamento alla parte superiore delle porta alcuni nidi di cicogna. LE TOMBE DEI SAADITI E LA BAHIA Oltrepassata la porta ci si trova nella piazza che ospita la moschea della Kesbah e le tombe dei Saaditi (visita 10dh), tra cui spicca quella del sultano Ahmed al-Mansour. Anche le tombe meritano di far parte di un itinerario di visita a Marrakech. Terminata la visita delle tombe ci dirigiamo verso la Mellah, il vecchio quartiere ebraico. Lungo il percorso incontriamo la graziosa Place de Ferblantiers e il Mercato centrale della Mellah. Nelle vicinanze si trova anche il bel palazzo della Bahia, ricco di stucchi, soffitti in legno intagliato e un cortile pieno di gatti pasciuti come le statuette del maestro Alberto Giacometti: Il palazzo costava 10dh ma tutti, tranne noi entravano senza pagare. Non c’è bisogno di dire che la frenesia di pagare fosse la mia. Torniamo verso la Koutubia dove ci fermiamo a prendere un tè alla menta ed un caffè. Stando seduti rilassati abbiamo l’opportunità di partorire un’idea estremamente brillante: andare a piedi ai giardini della Menara per vedere il tramonto. Arriviamo lì esattamente per il tramonto, peccato però che i giardini chiudessero due ore prima, rendendo così vana la nostra camminata di circa 6km. La passeggiata si conclude finalmente in quella che è la vera attrazione della città: Place Djelma el Fna, chiamata da tutti semplicemente “La Place”.
  • 5. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH DJELMA EL FNA Questa piazza è incredibilmente estesa ed è teatro ogni giorno di spettacoli di acrobati, incantatori di serpenti, addestratori di scimmie, tatuatrici all’hennè, venditori di olio di Argan e di uova di struzzo, venditori di squisite spremute di arancia e pompelmo. Camminando per la piazza è anche possibile incontrare vecchini anziani vestiti con una tunica con cappuccio, che vendono bottiglie di plastica da 1L e mezzo di olio di Argan. Fermandosi poi ai banchini improvvisati che espongono pasticcini, è possibile usufruire della promozione per cui ad ogni pasticcino regalano anche tre mosche ed un’ape da scacciare soffiando. Peccato invece non aver provato le rossissime fragole che vengono esposte e vendute su carretti presenti ovunque in città. Tutta la piazza è circondata da bancarelle di souvenir e terrazze panoramiche da cui avere una vista a 360° della stessa. All’ora del tramonto Djelma el Fna viene sgombrata per far posto ad una miriade di ristoranti con panche e griglie che servono cucina marocchina. Nella parte più esterna ci sono anche i banchini che vendono fumanti ciotoline di lumache bollite. Ci fermiamo a mangiare al banchino n°15 (Chez Mohammed) alzandoci però insoddisfatti per la scarsa qualità del prodotto. Abbiamo mangiato cous cous insipido di verdure, Tanjia (agnello stufato), due panini, due mezzi litri d’acqua e due coche in bottiglia per 140dh (un po’ meno di 14 €) in due. Terminatala cena abbiamo fatto una passeggiata verso il Riad (circa 30 minuti visto che conviene prendere la strada esterna per non rischiare di perdersi nei souq) e siamo crollati come due bambini dopo una mattinata all’asilo, una festa di compleanno dal vicino di casa e 12 cartoni animati di Walt Disney di fila.
  • 6. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH 16 MARZO 2014 Ci svegliamo con calma (ovviamente relativamente ai nostri ritmi indemoniati) e dopo colazione andiamo verso la piazza per vederla di mattina ed assaggiare le ottime spremute per 4dh (40 centesimi!). IL MUSEO DI MARRAKECH E LA MEDERSA Prendiamo a questo punto una stradina verso il souq (suggeritaci dai poliziotti, sempre gentili ed unica fonte affidabile al 100% di informazioni) ed intervalliamo la passeggiata nei mercati con la visita del bel palazzo che ospita il museo di Marrakech, della cupola per le abluzioni della Koubba Ba’Adiyn e dell’interessante ex-scuola coranica delle Medersa di Ali Ben Youssef. Conviene fare il biglietto comulativo per museo e Medersa al prezzo di 40dh altrimenti costerebbero tipo 50dh ciascuno. Sempre nelle vicinanze merita una visita la Maison de la Photographie, che allestisce all’interno di un riad una mostra di foto d’epoca marocchine scattate tra il 1870 ed il 1960. Prendete due minuti per salire la stretta scala a chiocciola ed avere una vista di Marrakech dall’alto. Seguendo i consigli della guida di Silvia ci fermiamo a mangiare ad una tavernetta all’aperto sedendoci insieme a due ragazze olandesi in vacanza. Il posto si chiama “Chez Abdellay” ed una volta seduti rilassatevi e dimenticatevi di ordinare “a la carte”. Si comincia con insalata marocchina (pomodori, cetrioli, coriandolo), lenticchie, un piattino di carne al pomodoro con uovo fritto sopra, un piatto di carne miste (Brochette di manzo, agnello, pollo), tè alla menta ed un litro e mezzo di acqua gassata. Abbiamo mangiato bene ed il tutto per soli 130dh in due. A fianco al nostro tavolo ero inoltre seduto un signore sulla settantina, in giacca e cravatta, molto distinto. Vedendoci senza tovaglioli inizia una centrifuga manuale nella propria tasca e ci dona i suoi tovagliolini. Il tutto “in cambio” di un bicchiere di acqua gassata. Andato a buon fine il baratto ci regala anche una simpatica lezione di lingua dicendoci come si dice grazie in francese, arabo e berbero. A proposito di berbero: il tè alla menta ci è stato servito chiamandolo “whisky berbero” come suggeriva la mia guida a cui però non avevo dato molto credito circa questa battuta. Dopo pranzo continuiamo la visita dei souq fermandoci per un Nespresso alla caffetteria “Un dejeneur a Marrakech” (2-4 Rue Kennaria, angolo Rue Riad Zitoun el-Jedid) e dirigendoci poi al museo Dar Si Said che si trovava nei paraggi. DAR SI SAID Le guide considerano questo museo come un pezzo forte della visita a Marrakech ma onestamente la collezione è piuttosto misera ed il museo merita una visita unicamente per ammirare il palazzo che lo ospita. Qui ci siamo esibiti in un balletto dentro una sala con delle
  • 7. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH bacheche di vetro e ci siamo immaginati che io, ballettando con la leggiadria di una sequoia, inciampassi all’indietro e finissi dentro una di tali vetrine. Terminata la visita del museo decidiamo che è l’ora di tornare in piazza Djelma el Fna per vedere il popolarsi della piazza dalla terrazza “Cafe Le Grand Balcon” in cui prendiamo una schweppes ed un succo di mela gassato a 40dh. Prima che i morsi della fame diventassero troppo aggressivi e ci dilaniassero, battiamo tutta la via Mohamed V in direzione di “Place Abden Moumen Ben Ali” nei pressi della quale si trova il ristorante “Al Fassia”. Attraversando Avenue Mohamed V si scopre un’altra Marrakech, moderna, occidentalizzata e ricca di hotel, club e banche. Tuttavia la differenza maggiore la notiamo nella dentatura delle persone: in questa zona infatti non servono 3 persone per fare una dentatura completa di 28 denti e 4 opzionali del giudizio. RESTAURANT AL FASSIA Il ristorante Al Fassia (55 Blvd Mohammed Zerktouni, www.alfassia-aguedal.com) l’abbiamo scelto seguendo i consigli della sempre impeccabile trasmissione RAI Marrakech Quanto Basta e si tratta di uno dei pochi ristoranti di cucina originale marocchina nella Gueliz, la città nuova. Lo staff è interamente femminile, gentilissimo ed impeccabile. Il ristorante è inoltre arredato con finezza e gusto. Mangiamo una zuppa marocchina con pomodoro e carne, accompagnata da datteri su cui spremere il limone (accoppiata perfetta), una tajine di manzo alle cipolle caramellate e pomodoro, una tajine di agnello alle prugne e mandorle, un assaggio di pasticceria marocchina, vino Cabernet Medallion, 1 litro e mezzo di acqua gassata, tè alla menta. Il tutto a 620dh, ovviamente molto di più di quanto si paghi normalmente nella medina. Lasciamo inoltre 50dh di mancia visto il buon servizio. Da ricordare come tutti fossero vestiti in ghingheri mentre noi eravamo vestiti più o meno come Montesano e Pozzetto in “Noi Uomini Duri”. Terminata la cena ci imbattiamo in una camminata degna della marcia di Stalingrado per tornare al Riad a riposarci in vista dell’ultimo giorno a Marrakech. 17 MARZO 2014 L’HAMMAM DAR EL BACHA Mi sveglio intorno alle 7.45 per andare all’Hammam pubblico vicino al Riad. Senza saperlo l’hammam scelto è il Dar El Bacha, il più antico della città. Mi avventuro in infradito con valigetta morbida al seguito contenente il “kit del piccolo frequentatore di Hammam”: guanto abrasivo, sapone nero, spazzolina per capelli. Entro nell’edificio e mi ritrovo in una stanza fredda, con motorini parcheggiati dentro ed un omino che mi viene incontro chiedendomi: “Massage?” “Gommage?” Dico che non lo so e allora raggiungiamo l’accordo per lavaggio/massaggio/raschiatura a 100dh per un’ora. Chiedo però di fare 30-40 ma il prezzo non cambia. Lascio la roba in un armadietto e mi faccio accompagnare da un omino curvo, nerissimo e brizzolato, in una stanza ampia e vuota. L’omino getta un paio di secchiate di acqua calda in terra e mi dice di stendermi sul pavimento. Passano un paio di minuti ed arriva il massaggiatore, molto somigliante al turco “Aziz” del film “Mediterraneo”.
  • 8. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH Mi battezza con due secchiate d’acqua calda e mi dice di sedermi a gambe divaricate per la sessione di massaggi. Sostanzialmente mi fa scroccare un po’ tutto facendomi letteralmente soffrire le pene dell’inferno tant’è che ad un certo punto (quando mi faceva allungare per toccare le punta dei piedi) avverto conati di vomito ed inizio a vedere tutto nero inchiostro di seppia. Con il mio francese stentato dico di fermarsi perché mi fa male e “je vois tout le monde noir”. Passata questa fase in cui ho più volte chiesto al Creatore di chiamarmi a sé, il resto del trattamento è rilassante. Finiamo anche a parlare del film Marrakech Express e mi dice che Salvatores ha fatto il trattamento massaggi lì. Finito il massaggio torno al Riad per fare colazione con Silvia ed andare alle Palmeriae, l’oasi naturale a 5kn da Marrakech. Chiediamo al ragazzo “che fa il simpatico” del Riad se ci potesse chiamare un taxi e ci sentiamo rispondere: “Ma perché volete proprio andare alle Palmeriae?”. Insomma, dopo più volte che ci dice la stessa cosa capiamo che non è il caso di andarci! Ci dirigiamo dunque verso Gueliz fermandoci ad un bar pasticceria molto carina, 16 Cafe, in Place du 16 Novembre. Prendiamo due caffè e proseguiamo verso sud lungo Avenue Mohammed V fino a raggiungere il Cyber Park. CYBER PARK ED ENSAMBLE ARTISANAL Questo parco immerso nelle palme ha la caratteristica di essere disseminato di postazioni per la connessione wifi. Sono molte le coppiette che vi troviamo e le persone che sono su internet dal cellulare, riconoscibili dalla tipica piegatura in avanti sulle panchine e braccia confluenti tra le due cosce. Ci dà inoltre l’impressione che sia un punto di ritrovo per le persone che sono in pausa pranzo. Davanti al parco, sempre in Avenue Mohammed V si trova un edificio molto interessante di cui però avevo ignorato l’esistenza: l’Ensamble Artisanal. Si tratta di un centro dell’artigianato dove è possibile vedere i vari artigiani a lavoro: tra gli altri abbiamo visto lavorare uno strumento simile al mandolino ed intagliare con un seghetto un braccialetto d’argento ( o per lo meno argentato). Tra gli artigiani c’è anche una ragazza down che ci spiega che sia lei l’artefice dei monili che stavamo osservando e dalla quale compriamo volentieri un braccialetto d’argento
  • 9. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH ( o per lo meno argentato) a 20dh. Dentro l’Ensemble Artisanal evitate magari di mangiare al Cafe Anosfa dove abbiamo preso due panini alla salsiccia che non avrebbe mangiato nemmeno Enzo Paolo Turchi dopo tre mesi digiuno nell’Isola dei Famosi. Che schifo. Visto che il termometro segna 33 (sì, trentatre come gli anni di Cristo) gradi, decidiamo di non farci 5kn per arrivare alla Menara ma chiamiamo (di solito ti guardano loro e si fermano sul marciapiede se interessati) un taxi che ci porta lì per soli 30dh. I GIARDINI DELLA MENARA I giardini della Menara si trovano vicino all’aeroporto (a cui danno il nome) e sono immersi negli uliveti in cui i turisti cavalcano (dromedariano?) dromedari la cui unica presenza di grasso è rappresentata dalla gobba. Attrazione principale del parco è lo stagno quadrato con il piccolo edificio che vi si affaccia. Onestamente dalle foto sembra tutto più bello però se avete tempo fateci un salto. Da qui prendiamo un altro taxi accordandoci su 60dh per portarci al al Teatro Royale, aspettare dieci minuti che facessimo le foto e riportarci alla moschea della Koutubia. Il teatro è un edificio snobbato dalle classiche rubriche “10 cose da vedere a Marrakech” o “Da non perdere a Marrakech” etc ma in realtà è un edificio splendido che unisce lo stile egiziano all’art-decò. Una volta fatta una foto anche alla stazione dei treni di Marrakech ci facciamo portare davanti alla Koutubia che dista pochi passi dalla Piazza. Facciamo un giro della piazza guidati dal suono delle oboi degli incantatori di serpenti, in quanto andavamo dalla parte opposta alla provenienza del suono. Incrociamo anche i venditori d’acqua ed i ciechi che chiedevano l’elemosina e poi mettevano la moneta in bocca blaterando qualcosa per noi privo di significato. IL SOUQ DELLE OLIVE Prendiamo una delle vie che portano dalla piazza ed entriamo nel souq delle olive (acquistandone tre ciotoline) per poi incontrare nel nostro percorso anche quello dei tintori, dei fabbri e degli artigiani del legno.
  • 10. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH Tutto il percorso è accompagnato da richiami da parte dei venditori, da contrattazioni e perdita del senso di orientamento. Durante la visita del souq sono stato un paio di volte apostrofato come “Berbero” in quanto cercavo di trattare parecchio sul prezzo. Tanto per dare un’idea: per due magliette ed un paio di pantaloni da donna volevano 650dh, salvo poi scendere a 250 e chiudere l’affare. Più roba prendete e meno pagate, ed il prezzo deve essere almeno la metà di quello chiesto in partenza. Usciamo dal souq per un tè alla menta ed una coca alla “Les Terrasses de l’Alhambra”, angolo nord-est della piazza Djelma el Fna. Finita la sosta si riparte per un altro giro degli interminabili souq (in cui ho comprato anche il squadernino fatto a mano su cui ho scritto l’originale di questo diario) dove vengo preso per il culo da un ragazzo in quanto sono tifoso del Milan. Rispuntiamo nella Piazza per un ultimo saluto e per mangiare una ciotola di lumache da uno dei tanti ambulanti che ti invitano ad andare da loro non appena posi gli occhi sul loro banchino. Pago 20dh per una porzione anche se non avevano un gran sapore a dire la verità. Di positivo c’era che la spurgatura era ottima e non ho avuto sorprese amare in bocca. Concludiamo la serata andando a cena presso “Restaurant Foucould” (Ave el-Mouahidine, angolo Place de la Foucould) dove con 100dh viene offerto un banchetto marocchino. Diciamo che in termini assoluti il cibo non era eccezionale ma può andare bene come rapporto qualità prezzo. Facciamo la nostra mezz’oretta di camminata verso il Riad dove facciamo l’inventario delle cose acquistate e prepariamo le valigie in modo svegliarsi senza pensieri visto che il taxi ci avrebbe aspettato fuori alle 6.30 a.m. 18 MARZO 2014 Sveglia alle 6 in modo da darci una lavata veloce come i gatti ed uscire dal Riad dove ci aspetta il taxi per l’aeroporto. Arriviamo lì intorno alle 7 e noto piacevolmente che l’aereo è alle 9.30 e non alle 9.05 come pensassi. Mi sento ancora più tranquillo. In realtà poi partiamo alle ore 10 per arrivare in Italia allo 13.55 (c’è un’ora in più rispetto al Marocco). Niente di particolare da segnalare fino al ritorno in autobus a Firenze, dove il viaggio si conclude. CONCLUSIONI Marrakech è sicuramente una città che merita di essere visitata, magari inserendola in un tour del Marocco. La città è molto diversa rispetto all’occidente, sia in termini architetturali che culturali ed eno-gastronomici. Tale differenza è molto più marcata all’interno della Medina rispetto alla città nuova. Per quanto visto (ma sottolineo che è solo una percezione) sembra che il richiamo alla preghiera sia meno rispettato se confrontato ad Istanbul dove al canto del Muezzin si vedevano le persone accelerare il passo ed andare in Moschea. Per un amante di street-photography non è stato facile in quanto spesso venivo guardato male anche se facevo foto da lontano o al contesto. Cercate quindi di parlare con le persone, instaurare un dialogo oppure lasciate una piccola offerta prima di fotografare. Come in tutti i viaggi consiglio di provare a mangiare un po’ di tutto, magari evitando solo le situazioni più estreme, un po’ di pane accatastato in carretti di legno non ha mai ammazzato nessuno! Se invece l’Italia vi sta stretta e volete aprire un business qui, imparate a riparare due ruote,
  • 11. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH a cambiare una candela ed a pulire un carburatore e siete a posto: aprite un’officina nella Medina e vi garantirete il futuro. Magari, vista la differenza di mezzi di trasporto, state attenti a cosa vi portano i clienti per non rischiare di mettere le redini ad un motorino e di cambiare il carburatore all’asino! Viaggiare con Silvia è stato invece bello e semplicissimo: siamo entrambi due stakanovisti del viaggio perché ci piace vedere tutto ciò che c’è da vedere ed anche di più. Abbiamo riso tanto, scoperto una nuova cultura ed un nuovo continente, permettendoci così di tornare più ricchi rispetto alla partenza, come credo succeda ogni volta che si torna da un viaggio. Alla prossima avventura.
  • 12. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH APPENDICE: LETTURE E FILM Questa sezione rappresenta una novità dei miei diari di viaggio. Visto che durante la mia fase documentativa e di preparazione al viaggio, ho sottolineato alcune parti che mi sembravano interessanti, ho successivamente pensato che potesse essere carino evidenziarne tre per ogni libro o film. Ecco il risultato! “Le voci di Marrakech” del premio nobel Elias Canetti. Si tratta di un diario di viaggio da non perdere riuscendo effettivamente a far immergere il lettore in quelli che sono i suoni, i personaggi e le emozioni che la città riesce a regalare. Alcuni estratti (grazie a mamma che me li ha trascitti, visto che il libro l’avevo lasciato all’Elba!): “Quest'anno,quando giunsi a Marra kech,mi trovai di colpo tra i ciechi.Ciascuno di quei ciechi tendeva davanti a se, una ciotola di legno per l'elemosina e,quando un passante gettava qualcosa in una di queste ciotole,la moneta offerta passava di mano in mano,tutti la tastavano ,tutti la saggiavano,finche'uno,questo era il suo compito,la metteva finalmente in tasca. Tastavano insieme,cosi'come insieme mormoravano e gridavano.” “C'è aroma nei suk,e freschezza, e varietà, di colori. L'odore,che e' sempre piacevole, cambia a poco a poco secondo la natura delle merci. Non esistono nomi,ne insegne,e neppure vetrine. Tutto ciò, che si vende e' in esposizione.” “I minareti che si innalzano qua e la non sono come i nostri campanili. Sono anch'essi slanciati ma non finiscono a punta,hanno la stessa larghezza in basso come in alto,e cio, che conta e, la piattaforma su in cima,da dove giunge l'invito alla preghiera.Assomigliano. piuttosto a dei fari,nei quali pero' dimora una voce.” “Creatura di sabbia” di Tahar Ben Jelloun. E’ un libro a tratti coinvolgente ed a tratti noioso e confusionario. Descrive tuttavia un contesto per cui solo un figlio maschio può rendere veramente onore ad un padre. Un padre che dopo 7 figlie femmine decide che l’ottava dovrà vivere come se fosse un maschio. Belle alcune descrizioni riferite alla piazza: “Il circo era installato all’uscita della città, proprio vicino ad una piazza immensa dove i narratori di storie e gli incantatori di serpenti si esibivano per anni interi davanti ad un pubblico numeroso e fedele” “Gli uomini vantavano con humor le loro mercanzie. Vendevano spezie di tutti i colori, babbuce, tappeti, coperte di lana, frutti secchi. Alcuni gridavano, altri cantavano…” “Le strade erano disseminate di piccoli venditori e di vecchi mendicanti. C’era l’arrotino di coltelli che andava a spasso con la sua mola roatante montata su una bicicletta e si annunciava soffiando in una specie di armonica di plastica che faceva un rumore stridente, riconoscibile da lontano. C’era il venditore d’acqua, un vecchio uomo curvo che lanciava un grido lungo e doloroso – tra il lupo minaccioso e il cane abbandonato – per vantare la freschezza e i benefici di questa acqua di sorgente messa in un otre nero che portava di traverso sulla schiena” “La Libraia di Marrakech” a cura di Santina Mobiglio narra la storia vera di Jamila Hassoun, che da libraia di Marrakech inizia a viaggiare in carovana per il Marocco in quella che è una vera libreria nomade. Essa porterà libri, storie ed autori a
  • 13. 15-18 Marzo 2014 DIARIO DI VIAGGIO | MARRAKECH popoli e villaggi meno fortunati. Alcune citazioni: “Una librari in genere la si immagina seduta dietro un bancone ad aspettare i clienti. Ma non è questa la mia storia. Io sono stata impaziente. Sono sempre stata più interessata a quelli che non entravano che a quelli che venivano in libreria. E ho cominciato a cercare di raggiungerli; ad andare io da loro.” “La mia fortuna è stata che in casa entravano tanti libri e quindi in da piccola, appena assolti i compiti scolastici e casalinghi, potevo immergermi nella lettura. Un nuovo libreo era sempre il regalo più atteso. Leggere era per me evadere, fantasticare, immaginare altre vite possibili” “I risultati furono interessanti e per certi versi imprevisti, perché i ragazzi, che dimostravano nel complesso una scarsa frequentazione di biblioteche e librerie, quasi sempre assenti nei loro villaggi, dicevano comunque di apprezzare e di considerare utili i libri, ma più come una risorsa per la crescita culturale personale che per la propria riuscita scolastica.” “Breve guida illustrata per comprendere l’Islam” Una guida di un’ottantina di pagine, scaricabile in pdf da internet, che dà una visione generale sull’Islam, tra cui: “Le preghiere sono compiute all’alba, mezzogiorno, metà pomeriggio, al tramonto e di notte” “I musulmani recitano 5 preghiere al giorno. Ogni preghiera dura pochi minuti..” “Quali sono i 5 pilastri dell’islam?  La testimonianza di fede  Preghiera  Fare Zakat (Sostegno del povero)  Osservare il digiuno durante il mese di Ramadan  Il pellegrinaggio alla Mecca” “Marrakech Express” di Gabriele Salvatores. Questo film racconta il viaggio di 4 amici trentenni milanesi che attraversano il Marocco per riscattare l’amico Rudy, detenuto là per possesso di droga. Alcune frasi celebri: “Non ti rovini i denti con tutta quella cioccolata? - Ma ho un amico che è dentista! - Cioè, uno che ha un amico dentista allora si deve rovinare i denti. E se io avessi un amico patologo cosa dovrei fare?".” “A noi ci ha rovinato il cristianesimo, come cultura. Una volta avevamo le terme, i massaggi... Adesso cosa abbiamo? Le pizzerie" "Non bastano tutti i cammelli del deserto per comprarti un amico"