Una proposta di lettura integrata delle organizzazioni, strutturale e funzionale, volta a promuovere la risoluzione di problemi, migliorare la qualità del funzionamento organizzativo e dei prodotti/servizi offerti ed il benessere organizzativo, attraverso una metodologia di ricerca-intervento psicosociologica fondata sulla valorizzazione del ruolo delle dimensioni relazionali e culturali dei processi organizzativi e l'utilizzo del piccolo gruppo come strumento per il cambiamento.
La psicologia organizzativa: dalla psicotecnica all’intervento psicosociologico.
Organigramma e struttura organizzativa, ruoli e mansioni, processi, dimensioni socio-relazionali delle organizzazioni, clima e cultura organizzativa, il ruolo delle dinamiche di gruppo e dei processi inconsci nel funzionamento sociale delle organizzazioni. L’intervento per lo sviluppo organizzativo.
2. Significato del termine
Dal greco ὅργανον (órganon), ‘strumento’
Deriva da ‘organizzare’, che inizialmente indica il
‘formarsi degli organi’ e dal ‘600 ‘ordinare, disporre’
Ha il duplice significato di:
‘Complesso di persone e beni coordinati in funzione di uno
scopo’
‘Atto ed effetto dell’organizzare’
[Dizionario etimologico DELI Zanichelli]
3. Esempi di organizzazioni
Aziende agricole
Industrie
Aziende commerciali e di servizi
Banche
Ministeri
Scuole
Servizi Pubblici
Ospedali e Cliniche
Prigioni
Forze armate
Organizzazioni religiose
Società Sportive
Partiti politici
Etc.
5. Attività delle organizzazioni
Realizzazione di prodotti/servizi
Comportamenti individuali e di gruppo
Modalità decisionali ed esecutive
Gestione di risorse in vista di obiettivi
Gestione del potere
Influenza sul benessere delle persone e delle comunità
25. Processi primari
Sviluppo strategie di business
Sviluppo nuovi prodotti/servizi
Progettazione e supporto cliente
Produzione/erogazione servizio
Comunicazione con i clienti
26. Processi di supporto
Gestione materiali
Manutenzione impianti
Definizione budget
Gestione risorse umane
Gestione qualità
Gestione sicurezza e ambiente
27. Cultura organizzativa
Collante che tiene insieme l’organizzazione attraverso la condivisione
di schemi di significato
Insieme di valori, credenze e aspettative condivise dai membri
(Siehl e Martin, 1984)
Schema di assunti fondamentali inventati, scoperti o sviluppati da un
gruppo mentre affrontava problemi di adattamento esterno o
integrazione interna
Insieme di elementi risultati efficace nel risolvere tali problemi e
quindi proposti come il modo corretto di percepire, pensare e sentire
in relazione ad essi
(Schein, 1985)
28. Livelli della cultura organizzativa
Artefatti
Valori
Assunti di
base
Espressioni e creazioni:
•tecnologia
•architettura e arredi
•comportamenti/processi manifesti
Strategie, obiettivi, filosofie:
•verificabili nell’ambiente fisico
•verificabili nell’ambiente sociale
Presupposti fondanti valori e azioni:
•percezioni
•pensieri di base
•sentimenti
Visibili ma
spesso non
decifrabili
Maggior livello di
consapevolezza
Convinzioni
inconsapevoli e
date per scontate
[E. Schein, 1985]
29. Tipologie di culture organizzative
(ENRIQUEZ, 1970)
VALORE
DOMINANTE OBBEDIENZA
CRITERI DI
CARRIERA
SUBORDI-
NAZIONE
BISOGNI
INDIVIDUALI
SODDISFATTI
DIPENDENZA
APPARTENENZA
PER
COOPTAZIONE
FORMALI/
INFORMALI
POTERE E
AFFILIAZIONE
COMPETENZA
MERITO
COMPETITIVI
RICERCA
DELLA
ECCELLENZA
CULTURA
BUROCRATICA
CULTURA
PATERNALISTICO
CLIENTELARE
CULTURA
TECNOCRATICA
CULTURA
AUTORITARIA
CULTURA
COOPERATIVA
NORMA
ANZIANITA'
FORMALI
SICUREZZA
PARTECIPAZIONE
A ROTAZIONE
FLUIDI E
DIALETTICI
AFFILIAZIONE
RAPPORTI
INTERPERSONALI
SCARSA
COLLABORA-
ZIONE
30. Clima organizzativo
Metafora usata per indicare l’”atmosfera
relazionale” che caratterizza un gruppo
Fattore che influisce sul morale dei membri del
gruppo e sulla sua capacità di realizzare i propri
compiti/obiettivi
31. Elementi del concetto di clima
Insieme di percezioni soggettive, socialmente condivise dai
membri di un’organizzazione
Espressione di sensazioni, emozioni, vissuti e stati d’animo
presenti nella relazione tra individui e organizzazione
Indicatore della salute di un’organizzazione rispetto alla
percezione della qualità delle relazioni interne
(Quaglino et. al. 1995)
32. Evoluzione del costrutto di clima
Approccio strutturale (il clima come manifestazione oggettiva della
struttura dell’organizzazione, Guion 1973)
Approccio percettivo (il clima come prodotto di elaborazioni
percettivo-cognitive del contesto in base a ciò che è ritenuto
significativo, James & Jones, 1974)
Approccio interazionista (il clima come prodotto dell’interazione
tra gli individui all’interno di un contesto e con il contesto, in
funzione dei significati attribuiti agli eventi organizzativi, Depolo,
1988)
Approccio culturale (il clima come espressione dei modelli culturali
condivisi dalla maggioranza dei membri di un’organizzazione, Sells
1968)
33. Effetti del clima organizzativo
Sicurezza e infortuni sul lavoro
Benessere e salute (soddisfazione lavorativa, sviluppo
personale, stress, burn-out e mobbing, malattie
psicosomatiche, etc.)
Produttività e competitività aziendale
Qualità prodotti/servizi e soddisfazione del cliente
Marketing (immagine aziendale e capacità di vendita)
34. Il contributo della psicologia allo
sviluppo delle organizzazioni
L’organizzazione scientifica del lavoro
Il movimento delle relazioni umane
Le dinamiche di gruppo
L’approccio sistemico
La psicosociologia
35. L’organizzazione scientifica del
lavoro (F. Taylor)
- II rivoluzione industriale: sfruttamento intensivo dei fattori
produttivi
- Industria siderurgica di fine ‘800
- Ricerca del modo migliore di fare le cose (l’uomo giusto al
posto giusto)
- La macchina come modello per il lavoro umano
- Analisi tempi di lavoro, movimenti degli operai e strumenti
usati
- Sistemi retributivi e produttività
- Selezione e addestramento della manodopera
36. La scuola delle relazioni umane
(E. Mayo)
L’uomo è motivato da bisogni di natura sociale e
relazionale (effetto Hawthorne)
il lavoro è privo di significato intrinseco; esso si
forma entro i rapporti sociali sul lavoro
Il lavoratore è più influenzato dalla forza sociale del
gruppo che da incentivi e controlli della Direzione
Il lavoratore risponde alla Direzione nella misura in cui
essa ne rispetta i bisogni sociali
37. Le dinamiche di gruppo (K. Lewin, 1946)
Studio delle caratteristiche comuni ai
gruppi
Nascita del T- Group (il piccolo gruppo come
strumento per il cambiamento organizzativo)
38. Le dinamiche di gruppo (W. Bion)
Esperienze nei gruppi (riorganizzazione reparti
psichiatrici, 1943-1952)
Gruppi di lavoro (“il cosa”) e gruppi di base
(“il come”)
Assunti di base (dipendenza, attacco/fuga,
accoppiamento)
39. Il Tavistock Institute of Human
Relations (E. Jacques, K. Lewin, W. Bion)
Approccio psico-socio-analitico
Centralità emozioni, inconscio e relazioni nelle
organizzazioni
Focus sui gruppi di lavoro
Apprendimento esperienziale
Approccio sistemico (azienda come sistema
aperto)
40. La teoria dei sistemi (Bertalanffy, 1951)
“sistema come insieme di elementi in interazione
dinamica, organizzati in vista di uno scopo”
41. L’azienda come sistema aperto
Fornitori
Sistema azienda
Risorse
strumentali
Risorse
umane
vincoli
normativi
processi
Clienti
Concorrenti
Istituzioni
42. Dalla ricerca-azione lewiniana
all’intervento psicosociologico
Ricerca-azione:
ricerca condotta fuori del laboratorio universitario, in contesti di
vita, collegati a problemi e pertanto orientata da valori
il ricercatore accede alla realtà attraverso l’analisi di ciò che accade
nelle relazioni con e tra gli attori nella ricerca
Intervento psicosociologico:
istituisce dispositivi (interviste, focus group, osservazioni) che
facilitano gli scambi tra gli attori interessati e sostengono un lavoro a
partire dalle loro percezioni, rappresentazioni e sentimenti
aiuta gli attori a comprendere il significato delle situazioni vissute e
del loro ruolo in esse, mobilitando le loro energie per trovare
soluzioni ai problemi
[J. Dubost, A. Lévy, 2000]
43. La psicosociologia delle organizzazioni
Dimensione socio-relazionale delle organizzazioni
Influenza delle dinamiche di gruppo sui processi
produttivi e la realtà organizzativa
Ruolo dell’interazione delle persone con la
struttura e le norme dell’organizzazione
Utilizzo del T-group per la gestione del
cambiamento nelle organizzazioni
[C. Kaneklin, F. Olivetti Manoukian]
44. Le variabili del comportamento
organizzativo
Variabili organizzative
Variabili del compito
Variabili soggettive
Variabili del ruolo
[Avallone, 1994]
45. Le variabili organizzative
• Obiettivi organizzativi
• Struttura organizzativa
• Sistemi tecnologici
• Ambiente e organizzazione del lavoro
• Cultura organizzativa
46. Le variabili del compito
Compiti operativi
Compiti tecnico-specialistici
Compiti gestionali
Compiti manageriali
48. Le variabili del ruolo
• Relazioni interpersonali e ruoli lavorativi
• La dinamica del potere
• La leadership
49. grazie per l’attenzione
Mario D’Andreta
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