Neurobiomarketing proposta studio nel punto vendita
Realtàvirtualeattacchidipanico
1. LA REALTA’ VIRTUALE IN
PSICOLOGIA
Metodi per la cura di ansia, fobie
e attacchi di panico
Marina Belli
Corso di laurea magistrale in Informatica Umanistica
Università di Pisa
PERCEZIONE NELL’ESPERIENZA
DIGITALE
2. Fare clic sull'icona per inserire
un'immagine
REALTA' VIRTUALE
termine utilizzato per indicare un ambiente simulato, più o meno
immersivo e interattivo.
●
APPLICAZIONI:
testuale desktop immersiva
ARCHITETTURA
(conservazione,
restauro,
promozione,
fruizione, ecc.)
INDUSTRIA
(militare,
trasporti,
aerospaziale,
gaming, ecc.)
MEDICINA
(training
chirurgico,
psicologia,
ecc.)
3. Gli ambienti ricreati mediante le tecnologie di
realtà virtuale possono rappresentare un
ulteriore contesto di interazione sociale
attraverso il quale è possibile sperimentare
emozioni e azioni, per far rivivere agli utenti le
proprie paure, le diffcoltà, i comportamenti
disfunzionali.
Il tutto in modo graduale e sotto lo stretto
controllo di specialisti.
PERCHE' LA VR IN PSICOLOGIA?
4. L’inconscio, i confitti psichici, la
sofferenza psicologica sono concetti
adimensionali, privi di spazio e di tempo.
Numerosi modelli teorici sono stati
proposti nel tentativo di risolvere tali
confitti.
MODELLO
ANALITICO
FREUDIANO
MODELLO
ANALITICO
FREUDIANO
MODELLO
COMPORTAMENTALE
MODELLO
COMPORTAMENTALE
MODELLO
COGNITIVO
MODELLO
COGNITIVO
I MODELLI PER LA CURA DELL'ANSIA
5. La ricerca di un mondo virtuale nella
psicoanalisi di Freud
EFFETTI DELLA COCAINA
IPNOSI & METODO
CATARTICO
LIBERE ASSOCIAZIONI
SOGNO
Ricerca di una realtà
parallela collegata al
vissuto reale, che possa
risolvere i conflitti
intrapsichici.
Ricordi di episodi e
narrazione di avvenimenti
Ricordi di episodi e
narrazione di avvenimenti
Visualizzazione e
rappresentazione
concreta degli avvenimenti
Visualizzazione e
rappresentazione
concreta degli avvenimenti
Attraverso
la VR
7. La ricerca di un mondo virtuale nel modello
comportamentale
DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA
Il trattamento tradizionale dei disturbi fobici
consiste nel far immaginare al paziente la situazione o l'oggetto
che gli crea ansia per il tempo necessario a far sì che
la sua reazione emotiva si riduca di intensità e
si estingua per abituazione.
DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA
Il trattamento tradizionale dei disturbi fobici
consiste nel far immaginare al paziente la situazione o l'oggetto
che gli crea ansia per il tempo necessario a far sì che
la sua reazione emotiva si riduca di intensità e
si estingua per abituazione.
La VR viene introdotta al posto dell'immaginazione
come forma esperienzale avanzata.
Il paziente, esposto in modo “concreto” alla situazione, fornisce
risposte cocrete agli stimoli.
RICORDARE RIVIVERE
La VR viene introdotta al posto dell'immaginazione
come forma esperienzale avanzata.
Il paziente, esposto in modo “concreto” alla situazione, fornisce
risposte cocrete agli stimoli.
RICORDARE RIVIVERE
attraverso la VR
8. La ricerca di un mondo virtuale nel modello
cognitivista
CAUSA:
problema o evento
Processi di elaborazione
della realtà e
costruzioni mentali
errate e/o distorte
CAUSA:
problema o evento
Processi di elaborazione
della realtà e
costruzioni mentali
errate e/o distorte
DISAGIO PSICHICODISAGIO PSICHICO
SOLUZIONE:
correggere gli
schemi fissi
di ragionamento
con convinzioni più funzionali
SOLUZIONE:
correggere gli
schemi fissi
di ragionamento
con convinzioni più funzionali
9. Un caso reale: il progetto NeuroTIV – Managed Care
Progetto italiano sperimentale, elaborato a partire da fine
anni '90 in collaborazione con il Ministero della Ricerca e
dell'Università, per il trattamento del Disturbo di Panico
con Agorafobia.
OBIETTIVOOBIETTIVO PREPARAZIONE DEL TESTPREPARAZIONE DEL TEST
È possibile,
attraverso la terapia
cognitivo-esperienzale (TCE),
ottenere risultati analoghi a quelli
della terapia
cognitivo-comportamentale
(CBT), in meno tempo?
È possibile,
attraverso la terapia
cognitivo-esperienzale (TCE),
ottenere risultati analoghi a quelli
della terapia
cognitivo-comportamentale
(CBT), in meno tempo?
51 pazienti
suddivisi in 3 gruppi:
- gruppo TCE
- gruppo CBT
- gruppo senza terapia
51 pazienti
suddivisi in 3 gruppi:
- gruppo TCE
- gruppo CBT
- gruppo senza terapia
10. VEPDA – Virtual Environments for Panic
Disorders with Agoraphobia
HARDWARE: computer + HMD + head tracker + dispositivo di input
(joystick a 2 pulsanti).
SOFTWARE: comprende 4 ambienti virtuali significativi, con variabili
manipolabili (durata di esposizione e numero di persone nell'ambiente).
11. SVOLGIMENTO DEL TEST
8 SEDUTE8 SEDUTE
Homeworks (diario)
Esposizione graduata
ai 4 ambienti virtuali
(dal meno pauroso
a quello
più ingestibile)
Esposizione graduata
ai 4 ambienti virtuali
(dal meno pauroso
a quello
più ingestibile)
Identificazione
pensieri automatici
negativi
Spezzare l'evitamento
(abituazione)
Induzione
volontaria
dei sintomi
Fornire conoscenze
sui reali meccanismi
fisiologici che
generano i sintomi
Sviluppo
capacità
metacognitiva
Prevenzione
delle
ricadute
12. ANALISI DEI DATI OTTENUTI
Prima e dopo la sperimentazione sono stati
effettuati dei test per verificare la gravità dei
sintomi dei pazienti.
Differenze significative tra il gruppo
senza terapia e i due gruppi con terapia
(CBT e TCE) dopo la sperimentazione.
Il gruppo TCE è migliorato in meno tempo
del gruppo CBT:
I follow up sui pazienti condotti a
distanza di 12 mesi hanno confermato i
risultati.
Netto miglioramento dei gruppi CBT e TCE
da 12 sedute a 8
13. CONCLUSIONI
Gli ambienti virtuali non sostituiscono in alcun modo la
presenza e l’intervento del terapeuta.
Al contrario, le possibilità offerte da questo strumento
influiscono positivamente e rinforzano l’alleanza con il
terapeuta, che può osservare dal vivo il paziente mentre si
trova in una situazione critica, migliorando quindi
notevolmente la comprensione reciproca.
Le sessioni di navigazione virtuale hanno fornito un contesto
ansiogeno efficace ed adeguato a condurre esperimenti volti
a confermare gli apprendimenti indotti dal trattamento,
consentendo ai pazienti di testare di volta in volta le
procedure cognitive e comportamentali nella sicurezza dello
studio clinico.
Inoltre le sessioni hanno contribuito ad innescare nel
paziente la consapevolezza del proprio ruolo attivo, che poi
dovrà attuare e continuare autonomamente per riprendere
padronanza delle proprie attività quotidiane.