Filosofia antica e medioevale, presentazione programma
Marx, capitale, plusvalore e osservazioni critiche
1. Marx
Il Capitale
• Non è soltanto un’opera economica, bensì, come
ammonisce il sottotitolo, è un’opera filosofica in
cui la riflessione critica è applicata all’economia.
• In particolare, oggetto di critica sono i meccanismi
sottesi al sistema capitalistico, le logiche perverse
e alienanti che portano alla costituzione del
capitale, inteso come espropriazione del frutto del
lavoro del proletario.
2. Al centro del discorso economico vi
è il concetto di merce…
Merce (=qualsiasi
bene oggetto di
compravendita);
può essere
considerata
da 2 punti di vista:
• Per il suo valore d’uso
(ciò per cui viene utilizzata).
Da questo punto di vista tutte
le merci sono differenti.
• Per il suo valore di scambio (le
risorse che servono per
produrla; il numero di ore di
lavoro che si impiegano per
realizzarla). In questo modo è
possibile
confrontare/scambiare le
merci.
3. Anche il lavoro umano è un tipo di
merce, che il capitalista acquista dal
proletario…
Il suo valore di scambio è dato, quindi, dal numero
di ore che servono per produrlo, cioè da tutte
quelle risorse (casa, cibo, vestiti…) che rendono
l’operaio in grado di lavorare. In altre parole, il
valore di scambio della merce “lavoro umano” è
dato dalla quantità di lavoro che serve per mettere
in condizione il proletario di lavorare anche
l’indomani.
4. Nel sistema capitalistico il capitalista (colui che
acquista la merce “lavoro umano”) acquista il lavoro
dell’operaio pagandolo il giusto valore di scambio.
Il datore di lavoro, cioè, paga l’operaio con un
salario sufficiente a consentirgli di acquistare quei
beni che gli servono per essere in grado di lavorare
ancora (cibo, vestiti, ecc.)
Apparentemente non si profila nessun furto e
nessuna espropriazione, se non che…
5. …la merce “lavoro umano” ha un valore
d’uso diverso da tutte le altre merci…
Essa non si esaurisce in se stessa nel momento in cui viene
consumata, bensì consumandosi produce altre merci e,
quindi, altri valori….
Essa, in sostanza, ha un valore aggiunto, un “plusvalore”
rispetto a tutte le altre merci, ed è proprio questo plusvalore
che il capitalista non riconosce all’operaio quando compra il
suo lavoro. Questo plusvalore, quindi, è espropriato
all’operaio senza nessuna ricompensa e va ad arricchire il
capitalista che così aumenta il suo profitto, il suo capitale
(che si fonda pertanto su un’ingiustizia commessa nei
confronti del proletario).
6. …concretamente…
…se la quantità di lavoro che serve all’operaio per
riprodurre i mezzi della propria sussistenza (cioè per
procurarsi quanto gli serve per essere ancora in
grado di lavorare) è di 6 ore al giorno…
…e se egli ha una giornata lavorativa di 10 ore…
…se il capitalista paga il suo lavoro per il giusto
valore di scambio (=6 ore), il capitalista stesso
incamera quel “pluslavoro” di 4 ore e il
“plusvalore” corrispondente, quindi lo deruba del
salario corrispondente a 4 ore…
7. Osservazioni sul Capitale
• Questa critica di Marx è incompatibile con l’esistenza del sistema
capitalistico (che si basa sulla logica del profitto e senza il quale
il capitalista non metterebbe sul mercato il proprio capitale):
“profezia” e obiettivo di Marx, infatti, è l’eliminazione del
capitalismo e la sua sostituzione con il collettivismo, dove tutto è
di tutti (o di chi rappresentati questi “tutti”: Stato o partito…).
• Dico “profezia” perché secondo Marx il crollo del capitalismo
sarebbe inevitabile: 1) per le endemiche crisi di
sovrapproduzione; 2) per il calo tendenziale del “saggio di
profitto” (la necessità di sempre nuovi investimenti e la maggiore
concorrenza eroderà sempre di più il profitto degli industriali).
• Molto criticata è la dottrina del valore di scambio, in base alla
quale si prescinde dal valore intrinseco delle merci: se ci si
mettesse pari ore a produrli, un kg di oro avrebbe lo stesso valore
di un kg di carbone….
9. Sull’antropologia marxiana…
• Marx propone una società più equa e lamenta le ingiustizie
perpetrate dal capitalismo.
• Tuttavia quando parla dell’uomo, lo definisce come un
animale che sa costruire i propri mezzi di produzione (senza
di fatto indicare differenze qualitative tra uomo e animale).
• Ora, nel mondo animale vige la legge del più forte, né alcuno
si sognerebbe di imporre nella foresta la logica della
giustizia, quasi il leone dovesse astenersi dalla caccia alle
gazzelle. Per quale motivo, quindi, nel mondo “umanimale”
dovrebbe valere una legge diversa da quella della foresta?
• Non si vuole dire con ciò che Marx sbagli ad invocare una
maggiore giustizia sociale, solo che la sua antropologia
filosofica non pare sufficiente per motivare razionalmente
tale esigenza di giustizia. Il suo discorso rimane un auspicio,
un pio anelito, ma ultimamente poco fondato dal punto di
vista razionale.
10. Sulle due anime del pensiero
marxiano
Vi sono nel pensiero marxiano due anime:
• Una scientifico-descrittiva, che legge il passato
sulla base dei concetti di lotta di classe, di
prevalenza degli interessi economici.
• Vi è poi il tentativo di prevedere il futuro,
attraverso la profezia della sclerotizzazione dei
rapporti tra borghesi e proletari (che poi non si è
avverata), cui sarebbe seguita una rivoluzione
culminante con la costituzione di una società senza
classi (anima utopistica).
11. Sull’utopia marxiana
Marx indica nella dittatura del proletariato una fase
intermedia, cui avrebbe dovuto fare seguito una società
senza Stato e senza classi….
Colpisce immediatamente il carattere utopistico di questo
anelito (si veda “La rivolta dei cretini” di Buzzati). Di
fatto, quando nella storia del Novecento si sono realizzati
processi storici ispirati al pensiero di Marx, ci si è sempre
fermati alla prima tappa della rivoluzione comunista,
quella in cui la dittatura veniva imposta, in nome del
proletariato, dallo Stato o dal Partito (che secondo Lenin
doveva essere l’avanguardia del popolo). Ma di dittatura
pura e semplice si è trattato…