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LA PROPOSIZIONE INFINITIVA


Il termine proposizione infinitiva designa una proposizione subordinata completiva caratterizzata
dal verbo all'infinito e dal soggetto in accusativo.

N.B. Vengono definite proposizioni completive le subordinate che completano quanto viene
espresso dalla proposizione reggente. Esse svolgono la funzione di soggetto o di complemento
oggetto rispetto al predicato della reggente.




I TEMPI DELL'INFINITO (CONSECUTIO TEMPORUM)

      – il presente indica che l'azione è contemporanea a quella della reggente
        dico te esse bonum
        dicebam te esse bonum
        dicam te esse bonum

      – il passato indica che l'azione è anteriore a quella della reggente
        dico te fuisse bonum
        dicebam te fuisse bonum
        dicam te fuisse bonum

      – il futuro indica che l'azione è posteriore a quella della reggente
        dico te futurum esse (fore) bonum
        dicebam te futurum esse (fore) bonum
        dicam te futurum esse (fore) bonum




VERBI MANCANTI DEL SUPINO

Per i verbi mancanti del supino (i quali non possono formare un infinito futuro attivo), si utilizza
una perifrasi: futurum esse (fore) + completiva al congiuntivo introdotta da ut/ut non.

ex.      puto futurum esse (fore) ut redeas = penso che tornerai
         Caesar dicit fore ut per conloquia ones controversiae componantur = Cesare dice che
         attraverso i colloqui tutte le controversie si appianeranno.
FUNZIONE SINTATTICA DELLE PROPOSIZIONI INFINITIVE

A) SOGGETTIVA: la proposizione infinitiva costituisce il soggetto della reggente

ex. Constat te esse bonum = Si sa che sei buono

       Si trova con i seguenti costrutti:
            1. dopo verbi apparentemente impersonali o usati impersonalmente
               ex. legem brevem esse oportet = bisogna che la legge sia breve

           2. dopo espressioni formate da un nome, un agg., un pronome, un avv. e il verbo
              SUM
              ex. Utile est rei publicae nobiles homines esse dignos maioribus suis = E' utile allo
              stato che gli uomini nobili siano degni dei loro antenati

B) OGGETTIVA: la proposizione infinitiva costituisce il complemento oggetto della reggente

ex. Dico te esse bonum = Dico che sei buono

       Si trova con i seguenti costrutti:
            1. verba dicendi e declarandi, che comportano una dichiarazione, un giudizio, un
               proposito
               ex. consules designati negabant se audere in senatum venire

           2. verba sentiendi, che esprimono una percezione
              Semper iudicavi in te prudentiam summam esse

           3. verba affectuum, che indicano uno stato d'animo o un atteggiamento
              Innumerabiles esse morbos non miraberis

           4. verba voluntatis, che indicano una manifestazione di volontà
              Volo te clementissimum existimari



C) EPESEGETICA O DICHIARATIVA: la proposizione infinitiva chiarisce il concetto espresso
nella reggente ed anticipato generalmente da un pronome neutro o da un avverbio (come sic o
ita).

ex. Hoc dico, te esse bonum = Questo io dico, che sei buono

ex. Druides hoc volunt persuadere, non interire animas = i druidi di questo vogliono convincere,
che l'anima non muore

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Proposizione infinitiva

  • 1. LA PROPOSIZIONE INFINITIVA Il termine proposizione infinitiva designa una proposizione subordinata completiva caratterizzata dal verbo all'infinito e dal soggetto in accusativo. N.B. Vengono definite proposizioni completive le subordinate che completano quanto viene espresso dalla proposizione reggente. Esse svolgono la funzione di soggetto o di complemento oggetto rispetto al predicato della reggente. I TEMPI DELL'INFINITO (CONSECUTIO TEMPORUM) – il presente indica che l'azione è contemporanea a quella della reggente dico te esse bonum dicebam te esse bonum dicam te esse bonum – il passato indica che l'azione è anteriore a quella della reggente dico te fuisse bonum dicebam te fuisse bonum dicam te fuisse bonum – il futuro indica che l'azione è posteriore a quella della reggente dico te futurum esse (fore) bonum dicebam te futurum esse (fore) bonum dicam te futurum esse (fore) bonum VERBI MANCANTI DEL SUPINO Per i verbi mancanti del supino (i quali non possono formare un infinito futuro attivo), si utilizza una perifrasi: futurum esse (fore) + completiva al congiuntivo introdotta da ut/ut non. ex. puto futurum esse (fore) ut redeas = penso che tornerai Caesar dicit fore ut per conloquia ones controversiae componantur = Cesare dice che attraverso i colloqui tutte le controversie si appianeranno.
  • 2. FUNZIONE SINTATTICA DELLE PROPOSIZIONI INFINITIVE A) SOGGETTIVA: la proposizione infinitiva costituisce il soggetto della reggente ex. Constat te esse bonum = Si sa che sei buono Si trova con i seguenti costrutti: 1. dopo verbi apparentemente impersonali o usati impersonalmente ex. legem brevem esse oportet = bisogna che la legge sia breve 2. dopo espressioni formate da un nome, un agg., un pronome, un avv. e il verbo SUM ex. Utile est rei publicae nobiles homines esse dignos maioribus suis = E' utile allo stato che gli uomini nobili siano degni dei loro antenati B) OGGETTIVA: la proposizione infinitiva costituisce il complemento oggetto della reggente ex. Dico te esse bonum = Dico che sei buono Si trova con i seguenti costrutti: 1. verba dicendi e declarandi, che comportano una dichiarazione, un giudizio, un proposito ex. consules designati negabant se audere in senatum venire 2. verba sentiendi, che esprimono una percezione Semper iudicavi in te prudentiam summam esse 3. verba affectuum, che indicano uno stato d'animo o un atteggiamento Innumerabiles esse morbos non miraberis 4. verba voluntatis, che indicano una manifestazione di volontà Volo te clementissimum existimari C) EPESEGETICA O DICHIARATIVA: la proposizione infinitiva chiarisce il concetto espresso nella reggente ed anticipato generalmente da un pronome neutro o da un avverbio (come sic o ita). ex. Hoc dico, te esse bonum = Questo io dico, che sei buono ex. Druides hoc volunt persuadere, non interire animas = i druidi di questo vogliono convincere, che l'anima non muore