La presentazione è stata preparata per il kick-off meeting del progetto europeo RUSH (http://rush.education) per lo scambio di materiali e pratiche di successo nell'insegnamento delle lingue minoritarie.
Il mio intervento, presentato il 16 gennaio a Cividale del Friuli, presenta un quadro generale sulle politiche linguistiche riguardanti le lingue minoritarie e alcuni casi di successo nella promozione e nell'insegnamento della lingua.
2. Indice ● Minoranze e lingue minoritarie
○ Definizione di “minoranza”
○ Diritti linguistici
○ Vitalità della lingua
○ Relazione e supporto da parte dello
Stato maggioritario
○ “Policy cycle”
○ Ruolo dell’UE
● Pratiche di successo
○ 1. Influenza e autonomia politica
○ 2. Ricerca
○ 3. Scelta del modello educativo
○ 4. Motivazione
○ 5. Coinvolgimento
○ 6. Media
● Conclusioni
● Bibliografia
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4. Le lingue si sono formate e si
sviluppano in relazione alle
esigenze delle comunità che le
usano, e l'opinione che una lingua
possa essere intrinsecamente
superiore ad un'altra non ha un
fondamento scientifico.
Ogni lingua ha in sé tutte le
potenzialità di raggiungere i livelli
più alti di sviluppo e di capacità
espressiva.
Giuseppe Castorina
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5. Definizione di
minoranza
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● Un gruppo numericamente inferiore al resto
della popolazione dello Stato a cui appartiene e
in possesso di caratteristiche culturali, fisiche o
storiche, una religione o una lingua diversa da
quella del resto della popolazione (Capotorti,
Study on the rights of person belonging to Ethnic,
religious and linguistic minorities, 1979)
● Una minoranza è formata da un gruppo di
persone che possiedono la cittadinanza in uno
stato, ma che presentano differenze etniche,
religiose o linguistiche rispetto al gruppo
maggioritario e che sono intenzionati a
preservare la loro cultura d'origine (Bellinello,
Le minoranze etnico-linguistiche nel Mezzogiorno
d'Italia, 1992)
● Gruppi di popolazione che parlano una lingua
materna diversa da quella di una maggioranza
(Toso, “Minoranze linguistiche”. Enciclopedia
dell’italiano Treccani, 2011)
6. Carta europea delle
lingue regionali o
minoritarie
Art. 1
Ai sensi della presente Carta per "lingue
regionali o minoritarie" si intendono le
lingue:
• usate tradizionalmente sul territorio
di uno Stato dai cittadini di detto Stato
che formano un gruppo numericamente
inferiore al resto della popolazione dello
Stato;
• diverse dalla(e) lingua(e) ufficiale(i)
di detto Stato; questa espressione non
include né i dialetti della(e) lingua(e)
ufficiale(i) dello Stato né le lingue dei
migranti. (Consiglio d'Europa, 1992)
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7. Diritti linguistici -
XIX secolo
● Nascita degli Stati Nazione del XIX
secolo: principale criterio di integrazione
simbolica della nazione, alla quale
fornisce lo strumento psicologico per
l’autoriconoscimento su base
territoriale, etnica e culturale,
determinando l’emarginazione delle
realtà linguistiche e culturali ad esso non
riducibili (Savoia, 2010)
● Un progetto di successo per la
costruzione della nazione può aiutare a
garantire che il linguaggio non serva più
a separare i cittadini in gruppi distinti e
reciprocamente antagonisti, ma
diventerebbe uno dei legami che
definiscono un'identità comune.
(W. Kymlicka, A. Patten, "Language
Rights and Political Theory, 2003)
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Diritto all’uso della lingua materna da
parte del singolo e uso della lingua
minoritaria nella scuola e in contesti
di rilevanza giuridica e pubblica
(L. M. Savoia, "Diritti linguistici".,
Enciclopedia dell'italiano Treccani,
2010)
8. Diritti linguistici -
dal 1948 in poi
● Cambio progressivo avvenuto nel ‘900
● Primo riconoscimento nella
Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo (1948)
○ Art. 2
■ Ad ogni individuo spettano
tutti i diritti e tutte le libertà
enunciate nella presente
Dichiarazione, senza
distinzione alcuna, per
ragioni di razza, di colore, di
sesso, di lingua
[…](Assemblea generale delle
Nazioni Unite, 1948)
● Convenzione europea dei diritti dell’uomo,
adottata dal Consiglio d’Europa nel 1950:
divieto di discriminazione linguistica
● l’Atto finale della conferenza sulla
sicurezza e cooperazione in Europa (1975):
importanza della libertà dell’individuo di
esprimersi nella propria lingua per la
cooperazione
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9. Vitalità della lingua
1. Numero assoluto di parlanti
2. Percentuale dei parlanti rispetto alla
popolazione totale
3. Disponibilità di materiali per l’educazione
linguistica
4. Presenza nei media
5. Tipo e qualità della documentazione
6. Politiche di governo e istituzionali, incluso
riconoscimento della lingua e stato
7. Shift nei vari domini dell’uso linguistico
8. Attitudine dei membri della comunità nei
confronti della propria lingua
9. Trasmissione intergenerazionale
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10. Relazione e
supporto da parte
dello Stato
maggioritario
● Lingue minoritarie con una lingua
ufficiale “esterna” di riferimento (es.
tedesco in Trentino)
○ Standard di riferimento
○ Rischio di conflitti politici
● Lingue minoritarie senza lingua
ufficiale di riferimento (es. friuliano in
Friuli Venezia Giulia)
○ Mancanza di supporto da parte
dello stato maggioritario
● Riconoscere la lingua non basta:
○ Policy Cycle
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11. “Policy cycle”
1. Emergere e percezione di un problema
pubblico da risolvere
2. Comprensione e definizione del problema
3. Formulazione e confronto di possibili
soluzioni o piani alternativi
4. Scelta di una soluzione
5. Implementazione
6. Prodotti e risultati
7. Valutazione dei risultati
8. Ri-emergenza e percezione di un problema
(Gazzola, 2016)
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12. Il ruolo dell’Unione
europea
● Principio di sussidiarietà: supporto alle
lingue minoritarie con il finanziamento di
progetti attraverso Erasmus+ ed Europa
Creativa
● Ruolo di “ponte” tra minoranze e governi
centrali
● Basi legali
● Carta dei Diritti fondamentali
dell'Unione europea (2000)
● Art. 21 - Non discriminazione
● Art. 22 - Diversità culturale,
religiosa e linguistica
● Trattato sul funzionamento
dell'Unione europea (2012)
● Art. 165: L'Unione
contribuisce allo sviluppo di
un'istruzione di qualità
incentivando la cooperazione
tra Stati membri sostenendo
ed integrando la loro azione
nel pieno rispetto […] delle
loro diversità culturali e
linguistiche.
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14. 1. Influenza e
autonomia
politica
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● Fondamentale la “pressione politica”
per raggiungere dei risultati
● Le regioni con più autonomia politica
riescono ad attuare riforme per le lingue
minoritarie e a raggiungere più risultati
17. 2. Ricerca
● Fondamentale in qualsiasi ambito di azione
politico, sociale ed economico
● Paesi Baschi: possibilità per gli insegnanti
di essere sollevati dalle loro responsabilità
di insegnamento per tre mesi per seguire
un corso di aggiornamento basco di tre o
quattro settimane e quindi preparare il
materiale didattico con le indicazioni
dell'organizzazione IRALE, un istituto per
l'alfabetizzazione degli insegnanti e
l'apprendimento del basco come seconda
lingua
● Sardegna: cattedra di linguistica sarda
(anche all’estero)
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18. 3. Scelta del
modello educativo
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● Non c’è una “taglia unica” per scegliere
il modello educativo
● Fattori da tenere in conto per la scelta
del modello educativo
○ leggi e regolamenti nazionali
○ budget disponibili
○ numero di lingue
○ conflitti linguistici
○ consapevolezza delle scuole per la
necessità di modelli multilingue
○ numero di studenti
● Immersione linguistica (es. Catalogna)
● Modello bilingue/trilingue (es. Belgio)
● Politica linguistica “libera”: ognuno usa
la sua lingua madre senza forzature,
possibile specialmente nella scuola
dell’infanzia
● CLIL
19. 4. Motivazione
● Borse di studio
● Importanti nelle fasi più avanzate
dell’istruzione
● Possibilità di sensibilizzare l’opinione
pubblica anche al di fuori della minoranza
● Paesi Baschi: incentivi a chi studia un
dottorato in lingua basca
● Certificazioni linguistiche
● Concorsi a premi
● Prospettive lavorative
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20. Prospettive
lavorative
● Necessario soprattutto nelle ultime fasi
dell’istruzione obbligatoria e per
consolidare l’attitudine positiva dei
parlanti nei confronti della propria
lingua
● Settore pubblico
● Richiesta di una certificazione per
lavorare nelle istituzioni
● Settore privato
● Figure professionali bilingui/trilingui più
richieste nelle zone di confine
● Galles: formazione professionale in
lingua minoritaria con assunzione alla
fine del corso
● Possibili figure professionali
● Insegnanti
● Traduttori
● Interpreti
● Commerciale estero
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21. 5. Coinvolgimento
● In zone ad alta immigrazione
coinvolgimento delle famiglie.
○ Genitori coinvolti nella lettura di libri
nella loro lingua madre a
Oosterbierum, in Frisia
○ “Vakantie-taalboek”: durante le
vacanze si appuntano le nuove parole
imparate
● Coinvolgimento nella pianificazione
linguistica di altri settori al di fuori
dell’istruzione, ad esempio economia e
sanità
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22. 6. Media
● Si utilizza la lingua nei diversi mezzi di
comunicazione per coinvolgere i propri
parlanti e dare loro ulteriori possibilità di
poter parlare la propria lingua (e creare
posti di lavoro)
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30. Bellinello, P., 1992. Le minoranze
etnico-linguistiche nel Mezzogiorno d'Italia.
Istituto Geografico Militare, Firenze.
Capotorti, F., 1979. Study on the Rights of Persons
Belonging to Ethnic, Religious and Linguistic
Minorities. United Nations Publication, New York.
Castorina, G., 1999. "Multiculturalismo e
democrazia linguistica nell’Europa del duemila",
LiSt-Quaderni di studi linguistici, 6(7), EURoma,
pag.32-54.
Consiglio d'Europa, 1992. Carta europea per le
lingue regionali o minoritarie. Strasburgo.
Gazzola, M., 2006. "Managing multilingualism in
the european Union: language policy evaluation for
the european Parliament". Language policy, 5, pp.
393-417. 30
Bibliografia
Gazzola, M., 2016. European Strategy for
Multilingualism: Benefits and Costs, Brussels:
European Parliament.
Kymlicka, W., Patten, A., 2003. "Language Rights
and Political Theory". Annual Review of Applied
Linguistics, 23, pp. 3-21.
Savoia, L. M., 2010. "Diritti linguistici".
Enciclopedia dell'italiano Treccani.
Toso, F., 2011. “Minoranze linguistiche”.
Enciclopedia dell’italiano Treccani.
van Dongera, R, van der Meer, C & Sterk, R 2017.
Research for CULT Committee – Minority
languages and education: best practices and
pitfalls, European Parliament, Policy Department
for Structural and Cohesion Policies, Brussels