Carnevale, costumi veneziani,casini da gioco, ridotto
1. TESINA DI TERZA
AREA
di Eleonora Benetti
CARNEVALE, COSTUMI
VENEZIANI, CASINI DA
GIOCO, RIDOTTO
2. INDICE
Nascita del Carnevale e rinascita
Le leggi del Carnevale
Storia del Carnevale
Storia delle maschere veneziane
Carnevale a teatro
Casini da gioco
Ridotto
Sensation 2010, Programma
Carnevale dei Storti
3. NASCITA DEL CARNEVALE E
RINASCITA
Si dice che il Carnevale abbia la sua origine proprio a Venezia
dove, nel 1094, il Doge Vitale Faliero lo nominò in un documento
ufficiale.
In realtà questa festa affonda le sue radici in più tradizioni che
contrassegnavano il passaggio dall’ inverno alla primavera.
Carnevale deriva dal latino con il significato di “abbandono della
carne”;anche se non si sa con certezza cosa si intenda per abbandono
della carne.
In questo periodo, compreso tra la fine del Natale e il Mercoledì delle
Ceneri, tutto era concesso. Così tutti i ceti più umili potevano
sbeffeggiare pubblicamente i ricchi indossando una maschera sul volto.
Il carnevale odierno nasce nel 1980 con le feste e le tradizioni che sono
presenti ancora oggi (volo dell’angelo, martedì grasso, la festa delle
marie, la “cazza” del toro,noto come giovedì grasso).
4. LE LEGGI DEL CARNEVALE
La storia della maschera veneziana inizia già nel 1268, anno a
cui risale la più antica legge che limita l'uso improprio della
maschera: in questo documento veniva proibito agli uomini in
maschera, i cosiddetti mattaccini, il gioco delle "ova" che
consisteva nel lanciare uova riempite di acqua di rose contro le
dame che passeggiavano nelle calli.
Sin dai primi del '300 cominciarono ad essere sempre più
numerose le leggi che promulgavano decreti per fermare il
libertinaggio e limitare l’uso esagerato delle maschere.
5. Era proibito indossare la maschera nei periodi che non fossero
quelli di carnevale e nei luoghi di culto. L'uso della maschera
veniva proibito alle prostitute e agli uomini che frequentavano i
casini. Questo perché spesso la maschera era usata per celare
la propria identità e per risolvere affari poco puliti o portare
avanti relazioni amorose.
La maschera era il segno della libertà e della trasgressione a
tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Veneziana. Era
anche simbolo della necessità di abbandonarsi al
gioco, all’ebbrezza della festa e all’illusione di indossare i panni
di qualcun altro, esprimeva quindi diversi significati: la festa e la
trasgressione, il gioco e l’immoralità.
6. Nel 1600 ci fu un abuso dell'utilizzo della maschera, tant'è che il
governo della Repubblica di Venezia impose delle regole che ne
limitassero l'uso improprio, sancendone l'obbligo in cerimonie
ufficiali e feste pubbliche.
Una serie di decreti del Consiglio dei Dieci, limitarono l’uso della
maschera ai giorni di Carnevale e alle feste ufficiali, prevedendo
in caso di trasgressione pene molto pesanti.
Vista l'usanza di molti nobili Veneziani che andavano a giocare
d'azzardo mascherati per non essere riconosciuti dai creditori, nel
1703 vengono proibite per tutto l'anno le maschere nelle case da
gioco.
7. La produzione di maschere era l'attività artigianale veneziana
per eccellenza, tant'è che nel 1773 esistevano ufficialmente 12
botteghe di maschere. La richiesta di maschere ed il loro utilizzo
era tale per cui si cominciò a fabbricare molte maschere "in
nero". Iniziò la diffusione della maschera a livello europeo.
Nel 1776, una nuova legge, questa volta atta a proteggere
l'ormai dimenticato "onore di famiglia", proibiva alle donne di
recarsi a teatro senza una maschera, la bauta, o il volto e il
tabarro.
Durante il secondo governo austriaco fu permesso di nuovo di
utilizzare le maschere durante il Carnevale.
8. STORIA DEL CARNEVALE
Il Carnevale di Venezia nasce nel 1296 quando il
Senato della Repubblica Serenissima ne ufficializzò
l’esistenza con un editto in cui dichiarava giornata
festiva il giorno precedente la Quaresima. Da allora la
festa ha accompagnato la vita della città
rispecchiando le diverse esigenze storiche.
Durante la Repubblica Serenissima i festeggiamenti
duravano sei settimane.
Spesso, tuttavia, venivano concesse licenze
carnascialesche per l’utilizzo delle maschere fin dai
primi di ottobre, con l'apertura dei teatri, feste e
banchetti che si celebravano anche durante la
Quaresima.
Persino durante la Festa della Sensa era consentito
l’uso della maschera e del travestimento.
Questo ha contribuito a creare l’immagine
di Venezia come di una città dedita al divertimento.
Venezia conquista la fama di “città del Carnevale” nel
XVIII secolo e inizia a diventare un’attrazione turistica
per tutta Europa, accogliendo migliaia di visitatori per
cercare di vivere quella atmosfera molto particolare ed
effervescente.
9. In questo periodo la gente di ogni
ceto e nazionalità si riversava nelle
strade della città per festeggiare: si
faceva baldoria dal mattino alla sera
e la Repubblica tollerava tutto.
In questo periodo l'identità
personale, il sesso, la classe
sociale non esistevano più, si
entrava a far parte della grande
illusione del Carnevale.
Dalla metà del '400 alla fine del
'500, l'organizzazione delle feste
carnascialesche comincia a esser
regolamentata, ufficializzata e
affidata alle Compagnie della
Calza, associazioni di giovani patrizi
che indossavano calze colorate per
distinguersi a seconda del sestiere
di appartenenza.
Alla fine del Settecento il Carnevale
ufficiale nella città lagunare pian
piano scomparve.
Si riprese ad organizzarlo per
riportarlo agli antichi fasti a partire
dagli anni ’80 del secolo scorso.
10. LA STORIA DELLE MASCHERE
VENEZIANE
Le maschere erano permesse dal giorno di S. Stefano, inizio del
Carnevale Veneziano, fino alla mezzanotte del Martedì
Grasso, che concludeva il Carnevale.
Oltre a questo periodo dell'anno, i Veneziani indossavano la
maschera durante la quindicina dell'Ascensione ed arrivavano ad
utilizzarla, con ulteriori deroghe, fino alla metà del mese di giugno.
11. Durante tutte le manifestazioni più importanti, come banchetti
ufficiali o feste straordinarie della Repubblica Serenissima, era
consentito l'uso di "tabarro e bauta".
La maschera aveva quindi molti usi: veniva utilizzata, ad
esempio, per "proteggere" giocatori d'azzardo dagli sguardi
indiscreti (soprattutto da quello dei loro creditori) oppure era
utilizzata dai nobiluomini barnabotti per chiedere l'elemosina agli
angoli delle strade. I barnabotti erano i patrizi poveri: il nome
deriva dalla zona di S. Barnaba, abitata dai poveri della città.
12. L’utilizzo delle maschere da parte dei veneziani e delle migliaia di
forestieri che arrivavano a Venezia per vivere il famoso carnevale, già
allora attrazione turistica, ha fatto nascere la domanda di maschere.
Il travestimento veneziano per eccellenza è la bauta, indossata da
uomini e donne: una mantellina nera abbinata sempre ad un cappello
a tricorno nero e a una larva, maschera bianca che celava il viso.
Con la bauta era garantito il totale anonimato, dato che consentiva
anche di bere e di mangiare.
Altra maschera utilizzata dalle donne era la moretta, ovale di velluto
nero che restava sul volto della dama grazie ad un bottoncino stretto
tra i denti.
Diffuso anche il domino, un lunghissimo mantello con cappuccio che
copriva il volto.
Ma è con il in teatro che la maschera diventa veramente ufficiale a
Venezia.
13.
14. IL CARNEVALE A TEATRO
La stagione teatrale a Venezia era la più ricca
d’Europa, grazie ai numerosissimi teatri
operanti in città, spesso di proprietà di famiglie
patrizie .
Venezia era una delle poche città in tutta
Europa a possederne un numero
consistente: il teatro S. Salvador (oggi
conosciuto come teatro Goldoni), S.
Cassiano, S. Angelo e S. Moisè. A questi si
aggiungevano anche altri teatri di proprietà
privata: S. Giovanni Crisostomo (oggi
Malibran), S. Samuele ed infine S. Benedetto
che, dopo esser stato distrutto da un incendio
e dopo varie diatribe legali, come Teatro “La
Fenice”.
A Venezia, nel XVII secolo, fu introdotta per la
prima volta l’opera in musica nei teatri
pubblici, dando la possibilità ad un vasto
pubblico di godere di ciò che fino ad allora era
un privilegio per pochi. L’inizio della stagione, il
1° ottobre, coincideva con l’autorizzazione
15. Nelle commedie di Carlo Goldoni il
Carnevale è citato tanto spesso, che
la sua vena compositiva diventa una
preziosa fonte documentaria. Le
opere stesse venivano rappresentate
durante la stagione del Carnevale.
Questo periodo è infatti citato in
alcune delle sue commedie più
famose, come La vedova scaltra, Le
massere, Le morbinose, I
rusteghi, Una delle ultime sere di
Carnovale.
Goldoni non è certo benevolo nei
confronti del lusso e del vizio
ostentati durante il Carnevale e
suggerisce, attraverso i suoi
spettacoli, un tipo di divertimento
semplice e parco.
16. CASINI DA GIOCO
I “casini” erano piccoli appartamenti, o anche solo delle
stanze, dove una determinata compagnia si
riuniva, specialmente di notte, per gli scopi più vari: il ballo, le
cene, la musica, ma soprattutto il gioco d’azzardo.
Ce n’erano di tutti i livelli e per tutte le classi sociali sparsi per la
città. Questi “casini”, specialmente nel XVIII secolo, erano
luoghi raffinatissimi, carichi d’oro e di stucchi. Il gioco veniva
praticato ovunque ma soprattutto nei caffè. Quelli eleganti erano
i luoghi più adatti al gioco dei nobili, anche se molti di questi
preferirono creare i propri “casini” dove potevano intrattenere le
persone giuste ed allacciare quei rapporti ed alleanze
indispensabili per l’ascesa politica. Nel 1744 se ne contavano
ben 118. Nel corso dei secoli lo stato fece innumerevoli tentativi
per limitare il gioco. Alla fine si rese conto che ciò non era
possibile e decise di trarne almeno qualche vantaggio: nel 1638
venne istituita la prima casa da gioco pubblica (il “Ridotto”).
17. IL RIDOTTO
Il Ridotto era un edificio
sfarzoso, aperto a tutti, dove si giocava
d’azzardo.
Il primo fu quello di San Moisè, a due
passi da Piazza San Marco che
divenne uno dei maggiori poli
d’attrazione della città ed ebbe una
enorme notorietà internazionale, che si
affiancava a quella del Carnevale
Veneziano.
Tra il 1638 (anno d'apertura) e il 1774
(anno della chiusura) migliaia di
giocatori in maschera “diedero” i loro
soldi allo Stato.
Il Ridotto era aperto esclusivamente
durante il Carnevale; gli unici a essere
esentati dall'uso delle maschere erano i
croupier, i cosiddetti barnabotti.
18. FESTA DELLA SENSA
La Festa della Sensa è una delle cerimonie più antiche e
caratteristiche di Venezia. Il giorno dell'Ascensione, a maggio, si
celebrano due avvenimenti fondamentali della storia
della Serenissima:
a.la vittoria militare del Doge Pietro Orseolo II nella liberazione
della Dalmazia minacciata dagli Slavi;
b.l’accordo di pace tra Papa Alessandro III e l'Imperatore Federico
Barbarossa, siglato nel 1177 nella Basilica di San Marco grazie
all'abilità diplomatica della Serenissima.
19. SENSATION 2010, PROGRAMMA
Una bauta, un corteo festante e
irriverente, un eco lontano di
musica tra le calli, visitatori
incantati, frittelle, travestimenti e
una interminabile pioggia di
coriandoli:
BENVENUTI AL CARNEVALE VENEZIANO!!!
20. A San Marco, sestiere della mente
SABATO 6 FEBBRAIO
Piazza San Marco, ore 14.00 – 17.00
Festa di apertura Carnevale dei Bambini
Una grande festa di apertura del Carnevale dei Bambini con
ospiti, attrazioni e divertimento dedicato ai più piccoli. Gli
spettacoli del Circus show di Bogino, Mr B con Benjamin Del
mas, “Rosso a Spasso” del Teatro del Cacao saranno
protagonisti della Piazza assieme ai clown, a bizzarre maxi
galline, a truccabimbi, agli spettacoli di burattini di Lucia
Osellieri, ai trampolieri e, per fare vero Carnevale, lo zucchero
filato.
Piazza San Marco, ore 21.00 – 22.30 circa
Show inaugurazione del Carnevale
“Arlecchino Servitore Di Due Padroni” Di Carlo Goldoni. Lo
spettacolo del Piccolo Teatro di Milano interpretato dal grande
Ferruccio Soleri aprirà l’edizione 2010 del Carnevale.
21. DOMENICA 7 FEBBRAIO
Piazza San Marco, ore 12.00
Il Volo dell’Angelo, l’evento tradizionale più
seguito e atteso del Carnevale. L’evento sarà
accompagnato dal corteo storico del Doge e
della Dogaressa.
Piazza San Marco, ore 14.30 – 17.00
Festival Rievocazioni Storiche.
Il Festival storico e gli artisti di strada
arricchiscono il pomeriggio di San Marco, con
nuove performances e le sfilate dei gruppi
tradizionali.
Da San Pietro di Castello a Piazza San Marco
ore 14.00 – 17.00
La Festa delle Marie
Il corteo delle Marie parte da San Pietro di
Castello alle 14.00 e giunge in Piazza San
Marco alle 15.00, dove le 12 ragazze scelte
sfilano accompagnate dal corteo storico.
22. A Cannaregio, sestiere del gusto
DOMENICA 7 FEBBRAIO dalle ore 11.00
Festa Veneziana
Il coloratissimo corteo acqueo e i sapori del sestiere
danno vita in Rio di Cannaregio alla seguita e
tradizionale Festa Veneziana. Con animazioni di
strada, il “Fritoin Express” di Maurizio Adamo e le più
famose specialità veneziane offerte dai ristoranti del
sestiere.
23. A Castello sestiere del tatto
DA DOMENICA 6 FEBBRAIO A MARTEDI’ 16 FEBBRAIO
Giardini della Biennale, Palazzo delle Esposizioni, ore 10.00 -
18.30
Carnevale al Buio
La nuova edizione di “Carnevale al buio” ripropone un
sorprendente percorso nell’oscurità, alla scoperta di tutti i
sensi.
DA SABATO 6 FEBBRAIO A MARTEDI’ 16 FEBBRAIO
Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, ore 10.00 – 18.00
“Il Giardino della Creatività – Il 1°Carnevale dei ragazzi
della Biennale”. Un programma straordinario di iniziative
educational e iniziative creative rivolte ai ragazzi delle
scuole, alle famiglie e al pubblico, connesse ai temi del
Carnevale.
24. A Dorsoduro sestiere dell’udito
SABATO 6 E DOMENICA 7 FEBBRAIO
Campo Santa Margherita, dalle ore 21.00
Dj set con artisti vari.
DOMENICA 7 FEBBRAIO
Da Campo Santa Margherita
“Alieni?! – Cose dall’altro Mondo”, parata creativa e
inclusiva 2010. E’ una sfliata di animazione itinerante
per le calli e i canali della città.
25. IL CARNEVALE IN TERRAFERMA
XXXII edizione del "Carneval dei Storti".
Importante appuntamento annuale anche con il
“Carnevale degli Storti”. “I Storti di Dolo” è infatti
l’appellativo degli abitanti di Dolo e deriva dai coni di
cialda, prodotti localmente fin dal 1800, usati per
accogliere la panna montata, e serviti insieme con una
tazza di cioccolata calda.
Il carnevale a Dolo si festeggia fin dal 1979 ed è molto
conosciuto soprattutto per la sfilata di carri allegorici che
si svolge una settimana dopo la fine del carnevale.
La manifestazione termina regolarmente con il
processo, la condanna, il testamento ed infine la morte al
rogo della “vecia”.
26. Dalle ore 10.00
Palazzetto dello Sport di Dolo
Festeggiamenti per il centenario della storica Società del Calcio Dolo
e presentazione del libro di Lino Perini e Stefano Trovò: cronache e
storie dei protagonisti che hanno portato la Società a questo
traguardo.
Ore 12.30 - Pranzo Sociale presso Palazzetto con
autorità, ospiti, giocatori grandi e piccini, con la collaborazione dei
ragazzi dell'Enaip di Dolo.
Dalle ore 14.00 - Riuniremo Festa e colori di Carnevale per i ragazzi
presso Piazza Cantiere e Squero Monumentale con
intrattenimenti, clown e giochi.
Presso il Foro Boario apertura parco giochi allestito con giostre per i
bambini, bancarelle di dolciumi e giocattoli per piccoli e grandi per le
giornate di sabato 6 e domenica 7 marzo.
Ore 20.30 - presso il cinema Italia Dolo, la compagnia teatrale
"Strakanasse" presenta:
"Tuta colpa del gato" commedia in tre atti in dialetto veneto di Chiara
Grandesso.
27. Dalle ore 14.00
Sfilata di Carnevale con partenza dalla Statale nei pressi della passerella che
collega la Statale stessa con Villa Angeli, proseguendo per via Matteotti, via
Mazzini, via Garibaldi, passaggio a fianco degli storici Molini e a ridosso del
monumentale Squero per poi entrare, passando davanti all'ex Macello, in via
Rizzo e ritorno in Statale. Ospite d'onore "L'oriente in Riviera" centro studi arti
marziali Fu Dou Shin di Dolo, D.T. Mario Spillere 7° Dan. Parteciperanno alla
sfilata oltre 2000 figuranti fra maestosi carri allegorici provenienti dalla province
di Treviso, Pordenone, Padova, Vicenza e dal Montello; maschere del
'700, gruppi folcloristici, band musicale con 60 elementi e majorettes. I temi
spazieranno dall'ecologia, alla musica, agli indiani, alla pace e tanti altri, che
abbelliranno la sfilata, raccogliendo costumi e tradizioni diverse.
Speaker della manifestazione: MARCO LANZA
verrà allestito uno stand di ristoro con dolcetti e in occasione della Festa della
donna, offerti mazzi di mimose alle signore presenti. Inoltre presso il Foro
Boario sarà ancora presente il parco giochi allestito con giostre per i bambini e
bancarelle con dolciumi per tutta la giornata.
In Piazza Cantiere sarà presente il mercatino eco-solidale per tutta la giornata.
Quest'anno il "Carneval dei Storti" sarà ripreso da Televeneto con messa in
onda in differita anche su SKY 893 e Televicenza. Al termine della
manifestazione ci saranno speciali premiazioni e riconoscimenti per il
centenario del Calcio Dolo in collaborazione con l'Amministrazione Comunale
con spettacolo finale di fuochi d'artificio che chiuderanno la XXXII edizione del
Carnevale.