1. - Mestieri diversi, bisogni comuni?
Siamo web designer, traduttori, makers, giornalisti, grafici, copywriter, progettisti, creativi,
organizzatori di eventi, consulenti, professionisti dei media, della finanza, della cultura e dello
spettacolo. Ci muoviamo nel mercato dei beni immateriali. Le nostre professioni ci differenziano
ma il desiderio di libertà, di indipendenza e la fiducia nelle nostre competenze ci accomunano.
Siamo tutti diversi ma in fondo uguali. Siamo freelance, #coglioneno (OPPURE: 1) Siamo freelance
ma prima di tutto cittadini e lavoratori e abbiamo bisogno di diritti per svolgere al meglio la nostra
professione OPPURE: 2) Siamo freelance, non lavoratori/professionisti di serie B)
- Vita da FREElance? We can do it if…
La vita da FREElance ci dà spazi di libertà e creatività, ci fa incrociare esperienze diverse, ci fa
cambiare e sperimentare ma è complicata e incerta. Di cosa abbiamo bisogno per ridurre i nostri
rischi ed essere veramente FREE? Visibilità sociale, pagamenti certi, valorizzazione del nostro
lavoro, maggiore equità fiscale e contributiva, investimenti in capitale umano … un welfare che
non c’è.
(HO PROVATO A ESSERE IL Più “LEGGERA” POSSIBILE MA LE COSE SONO QUESTE!!!!)
- Non è importante cosa ma come lo fai (QUI NON SO SE INTERPRETO BENE QUELLO CHE
VOLEVA DIRE AURELIO)
Il FREElance deve essere un vulcano. Di idee e soluzioni innovative. Per innovare il FREElance deve
rompere gli schemi e liberare energie nuove. L’innovazione richiede competenze e saperi sempre
aggiornati. Libertà, conoscenza e innovazione si rinforzano contaminandosi.
- Peer to peer education: la filosofia dell'evento
Il capitale culturale del FREElance viene continuamente aggiornato. I corsi costano molto e
servono a poco, gli spazi in cui si condividono le esperienze aiutano di più (è sottinteso il
coworking, si può esplicitare?). Da qui nasce l’idea del FREElance DAY: un’occasione di confronto e
contaminazione dei saperi. QUESTO PUNTO E’ DA RIVEDERE