Teramo e il suo territorio: un viaggio di emozioni dal massiccio del Gran Sasso alla Costa Adriatica. La PaMa Marketing & Comunicazione di Teramo di Patrizia Manente è lieta di comunicare la realizzazione del nuovo progetto editoriale “GUIDA CULTURALE E TURISTICA 2022/23 .
5. prodotti: olii, vini, formaggi, salumi di ogni genere. Un
posto a parte merita la ricchissima tradizione della
cucina che vanta piatti davvero prelibati.
Per concludere, un grazie a tutti gli inserzio-
nisti che, nonostante il difficile momento, hanno
contribuito con il loro preziosissimo sostegno,
permettendo la realizzazione del progetto
con sensibilità e lungimiranza. E un invi-
to a tutti coloro che sfoglieranno la guida:
osservatela con il cuore, prima ancora che
con gli occhi. Tanta bellezza, che è attorno
a voi, vi appartiene. È anche vostra. Questo
nuovo progetto lo dedico ad una persona speciale a
me molto cara.
Uno strumento al servizio
degli amici turisti
D
a sempre ho sentito un profondo attaccamento
alla mia terra e alle bellezze paesaggistiche che
offre. La mia città, Teramo, senza essere una
grande metropoli, ha però una posizione davvero invi-
diabile. Pochi chilometri dal mare e in poco tempo si
arriva in montagna. Senza dire che è circondata da bel-
lissime colline. Siamo in una posizione strategica. Cosa si
può volere di più? Ricordo che mio padre Mario era so-
lito dire con orgoglio: “Tereme sta mezz’ nà pizze
de furmaggie” (Teramo si trova in mezzo a una pizza
di formaggio). Aveva perfettamente ragione. Dunque, la
passione e l’amore che ho nei confronti del mio terri-
torio l’ho ereditata da mio padre. Non a caso da anni
sono sostenitrice del FAI per la difesa e valorizzazione
del nostro patrimonio artistico e ambientale. Questa
Guida, perciò, vuole essere una illustrazione di ciò che
abbiamo e soprattutto uno strumento per i tanti turisti
che arrivano.Alla scoperta dei tanti e bellissimi luoghi da
vedere e ammirare. Senza dire, inoltre, delle tradizioni
enogastronomiche locali.Visto che il territorio terama-
no è ricco di terre fertilissime,che producono eccellenti
La Guida
Patrizia Manente
3
6. quartiere della Cona (resti di un villaggio neolitico);
i primi insediamenti risalirebbero all’età del bronzo
e del ferro. I Pretuziani, popolazione di origine
sabina, dalla quale il nome “Abruzzo”, sarebbero
stati i fondatori di Interamnes. Conquistata dai Ro-
mani, fu chiamata Teramne, divenendo un munici-
pio; con l’arrivo di popolazioni dalle regioni vicine
fu trasformata in colonia. Più volte distrutta nel pe-
riodo delle invasioni barbariche, nelVI secolo mutò
il nome da Pretutium in Aprutium. Nel XII
secolo si trasformò in Teramum. Annessa al Duca-
to longobardo di Spoleto, nel 1078 fu conquistata
dai Normanni; in seguito passò al Ducato di
Puglia. Distrutta dalle truppe di Roberto di
Loretello tra il 1155 ed il 1156, fu ricostruita dal
vescovo locale Guido II con la nuova cattedrale
S
u uno sperone argilloso-calcareo sopraeleva-
to, alla confluenza del torrente Vezzola con
il fiume Tordino, sorge Teramo (l’antica
Interamnes Urbs, città tra i due fiumi, trascrit-
ta Interamnia), capoluogo della provincia aprutina
di circa 60 mila abitanti. Abitata fin dalla preisto-
ria come testimoniato dagli scavi archeologici nel
Teramo
Città fra antico
e moderno
Cattedrale Santa Maria Assunta e San Berardo
7. di stile gotico-romanico con abside.Tra il 1438 ed
il 1443 feudo di Francesco Sforza che redis-
se gli Statuti Teramani, più tardi al regno di Napoli.
Nel 1798 fu occupata dai francesi che proclama-
rono la repubblica; nel 1814 si ribellò a Gioac-
chino Murat, ritornando al re Ferdinando I
di Borbone. Il 15 ottobre 1860 accolse trionfal-
mente Vittorio Emanuele II che si recava a
Giulianova. È diocesi con Atri e sede universitaria.
In ottima posizione, a metà strada tra il Gran Sasso
d’Italia e l’Adriatico. Tra i personaggi illustri: An-
tonio Zaccaria (XVI sec.), musicista; Giusep-
pe Bonolis (1800-1851), pittore; Vincenzo
Cerulli (1859-1927), astronomo; Melchiorre
De Filippis Delfico (1825-1895), caricaturi-
sta; Melchiorre Delfico, storico, letterato, pe-
dagogista, fondatore della Carboneria teramana;
Gennaro Della Monica (1836-1917), pittore;
5
Anfiteatro
8. Carlo Forti (1766-1845), ingegnere; Giannina
Milli (1825-1888), poetessa; Ivan Graziani,
cantautore; Berardo Taraschi, costruttore di
auto da corsa.
monumenti
N
umerosi i monumenti ed i palazzi antichi.
Tra le chiese: la romanico-gotica Catte-
drale di S. Maria Assunta e S. Be-
rardo (vescovo e patrono di Teramo e diocesi),
iniziata nel 1158, ingrandita tra il 1317 ed il 1335
(Polittico di Jacobello del Fiore del XV sec., cam-
panile di Antonio da Lodi del 1493, Paliotto
di Nicola da Guardiagrele del XV secolo, Crocifisso
ligneo tre-quattrocentesco, statua di S. Maria Apru-
tina del XIV secolo e tele di Sebastiano Majewsky
in sacrestia). S. Anna (S. Getulio), unico resto
dell’antica cattedrale (affreschi dei secoli XII, XIV e
XV, statua in cartapesta leccese della titolare, simu-
lacro di S. Vito, una Madonna del Latte tra le SS.
Apollonia e Lucia dipinta nell’abside). S. Antonio
(S. Francesco), eretta nel 1227, trasformata in
epoca barocca e annessa un tempo ad un conven-
to francescano, ospita opere settecentesche diVin-
cenzo Baldati, una tela della Madonna del Soccorso
(proveniente dall’omonima chiesa sconsacrata) di
Gennaro Della Monica ed un organo restaurato
(1862) di Vitale De Luca di Notaresco. La cappella
del santo titolare, posta dietro l’altare maggiore, è
in stile barocco con abside, affreschi, tele e cupola
(Gloria di S. Antonio). La Chiesetta di S. Ca-
terina (privata) è meta di devozione durante il
triduo dedicato alla santa (23-25 novembre): i fe-
deli si recano a girare la ruota dentata della titolare
(simbolo del suo martirio) per trarne fortuna per
l’annata o per trovare un coniuge. La Cappella
di S. Luca esistente già nel 1372. Il Santuario
6
Corso San Giorgio
9. della Madonna delle Grazie, dedicato alla
compatrona, accorpato ad un convento francesca-
no, con artistica statua lignea della Vergine con il
Bambino di Silvestro de L’Aquila (XV
sec.), urna del B. Battista da Firenze, chiostro rina-
scimentale, diverse opere d’arte in chiesa e nell’in-
tero complesso e cupola affrescata da Cesare Ma-
riani. La Chiesa della Madonna del
Carmine ospita una statua in stucco dellaVergine
attribuita alla scuola ascolana di Lazzaro Giosafatti,
un coro ligneo del 1780, un organo del 1850 dell’a-
scolano Frate Felice Morganti, pregevoli tele dei
sec. XVII-XVIII) ed un Crocifisso ligneo. E ancora: la
piccola S. Bartolomeo (S. Gabriele) nei
pressi dell’Anfiteatro. La barocca SS. Annun-
ziata (sede dell’Adorazione Eucaristica quotidia-
na) è un vero scrigno di tesori; la facciata è ispirata
alla romana S. Pantaleo.Al suo interno si segnalano:
l’altare maggiore barocco dorato (già nella Cappel-
la del Suffragio), un Crocifisso ligneo (XV- XVI sec.)
simile a quelli del Duomo e del Carmine, una ma-
iolica castellana (Madonna con il Bambino e Anime
Purganti) datata 1699 posta all’ingresso della sacre-
stia e le cappelle Palma e di S. Rita. Questo luogo di
culto è caro ai teramani perché custodisce le pre-
gevoli statue del Cristo Morto e dell’Addolorata
portate in processione nel pomeriggio del Venerdì
Santo. La Chiesa dello Spirito Santo, esi-
stente già nel 1277, con portale degli ascolani Gio-
safatti; era un tempo annessa ad un ospedale e ad
una confraternita gemellata con quella di S. Spirito
in Sassia di Roma, che provvedeva alla sepoltura
7
Villa Blandina
Piazza Martiri della Libertà
10. dei carcerati e dei condannati a morte. L’unica
grande chiesa gotica è S. Domenico, annessa ad
un ex convento domenicano, in parte adibito ad
Archivio di Stato. Eretta nel XIV secolo, custodisce
interessanti affreschi di varie epoche, la cappella del
S. Rosario con stucchi settecenteschi del ticinese
Michele Clerici e piccolo chiostro. La Chiesa di
S. Agostino, esistente dal 1362 (già S. Giacomo),
un tempo adiacente ad un convento agostiniano
(ora Archivio di Stato). La Chiesa dei Cap-
puccini (S. Benedetto), preceduta da scalina-
ta, anteriore al Mille e trasformata nel 1573, con-
serva un altare maggiore ligneo di Fra’ Giovanni
Palombieri e pregevoli tele. Inoltre le chiese: del
Sacro Cuore; del Cuore Immacolato di
Maria; di S. Berardo; della Madonna della
Cona e della Madonna di Cartecchio del
1512, presso il cimitero, con statua seicentesca del-
la Vergine. Edifici civili: Palazzo Municipale;
Palazzo Vescovile (metà del XIV sec.); Casa
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Fontana di “Picette”
Fontana dei due leoni
11. Antica Cattedrale S.Anna
Urbani; Casa Francese; Casa Muzi (Pa-
lazzo Castelli); Casa Corradi (Capuani);
Casa Coltellacci; Casa Zaccagnini; Casa
di Via Getulio; Casa Di Egidio; Casa Fioc-
co, Casa Napolitani. Del periodo rinascimen-
tale: Casa Delfico; Casa Cingoli, Casa For-
ti. Seicenteschi: l’ex Ospedale Psichiatrico
(con la cappella di S. Antonio Abate); Pa-
lazzo Delfico (Biblioteca Provinciale); Casa
Caraciotti, Casa Palma. Del periodo liberty
e del XIX secolo: Villa Blandina e il suggestivo
falso borgo medioevale attorno al Castello
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12. Della Monica. Ancora: il bel Parco Fluviale
che circonda la città; la Stazione Ferroviaria,
inaugurata nel 1883; la medioevale Fonte della
Noce; Porta Melatina; Palazzo Savini. An-
che: il Chiostro di S. Giovanni (Istituto Musi-
cale “G. Braga”); la Fontana dei Leoni; Pa-
lazzo Pompetti; Casa Catenacci (XIV sec.);
la statua romana di “Sor Paolo” (“Gnore
Paule” in dialetto, sorta di Pasquino teramano che
in passato era utilizzato per proteste contro i go-
vernanti ed il malcostume); Casa del Mutilato
(ex chiesa della Madonna della Misericordia), del
1348; Casina del Dazio; Villa Comunale.
Inoltre: l’Anfiteatro Romano; il Teatro Ro-
La Chiesa barocca S.S.Annunziata
10
14. mano; la “Domus del Leone”. I siti arche-
ologici di Torre Bruciata e della Madonna
delle Grazie; la Domus di Vico delle Nin-
fe; la Necropoli di Ponte Messato. Il Mu-
seo Civico Archeologico “Francesco Sa-
vini”;il Museo Civico e Pinacoteca Civica;
il Museo delle Tradizioni Popolari (con-
trada Villa Pavone); l’Osservatorio Astrono-
mico di Collurania “Vincenzo Cerulli”. In
Via Porta Carrese sono stati rinvenuti numerosi
intonaci dipinti appartenenti forse a due abita-
zioni di epoca romana. Nella vicina Via dei
Mille, sotto un’abitazione privata, sono stati ripor-
tati alla luce resti di una domus romana (I sec.
a. C.); tra questi, un mosaico con il volto di Bacco
incoronato da pampini. Alla fine del Viale dei
Tigli (Giardini Carino Gambacorta) il
Monumento ai Caduti di tutte le guerre
Affresco “Cristo vendemmiatore”
Santuario Madonna delle Grazie Chiostro Santuario Madonna delle Grazie
12
15. (1960-1968), opera bronzea di Venanzio Cro-
cetti, con al centro la statua del Giovane Cavaliere
della Pace. La piccola Chiesa di S. Giuseppe
(XVI-XVII sec.), oggi in stato di abbandono, custo-
disce un altare ligneo barocco del teramano Do-
menico Aviotto, abbellito da tele seicentesche del
polacco Sebastiano Majewsky (quella centrale del
1630), rappresentanti Scene della Vita del santo ti-
tolare. Nel quartiere Gammarana, presso l’area ex
Gavini, l’interessante Parco della Scienza;
comprende il Museo della Fisica e dell’A-
strofisica “Galileum”, gestito dall’Istituto Na-
zionale di Fisica Nucleare e dall’Istituto Nazionale
di Astrofisica, la Ludoteca Tecnico-scienti-
fica e un Auditorium di 600 posti a sedere. Ponte Vittorio Emanuele
Portale Chiesa S. Domenico
Porticato (Corso Porta Romana)
Torre antica - Via Noè Lucidi
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16. Borgo medioevale - Castello della Monica Villa comunale
Nel museo sono esposte opere dell’artista terama-
no Italo Rodomonti; possibilità di percorsi guidati
per bambini e ragazzi alla scoperta della scienza e
dei misteri dell’universo. Casa Bonolis (più volte
rimaneggiata) è nota per aver dato i natali al pitto-
re locale Giuseppe Bonolis. Il Convitto Nazio-
nale “Melchiorre Delfico” e il Liceo Clas-
sico sono le più antiche istituzioni scolastiche
della città (in precedenza costituivano il Real Colle-
gio); l’edificio mostra ancora una certa imponenza,
dominando l’antistante Piazza Dante. Sulla parete
di una vecchia abitazione del quartiere di Porta
Romana posta nei pressi della Piazzetta del Sole, si
trova una nicchia (poco conosciuta) votiva. Ospita
una piccola tempera ottocentesca raffigurante S.
Emidio, l’unica immagine del santo esistente in città.
Emidio, primo vescovo, martire e patrono della vi-
cina Ascoli Piceno, è invocato dal 1703 (anno di un
terribile sisma che distrusse L’Aquila e sconvolse
gran parte dell’Italia centrale) come protettore
universale contro i terremoti. La devozione è mol-
to diffusa in diverse parti del mondo. In passato in
agosto, nella ricorrenza del santo (il 5 del mese),
era celebrato con particolare culto dalla famiglia
14
17. che lo aveva apposto.La Casa dei Melatino (XIII
sec.), dal nome dell’antica famiglia locale, è oggi sede
della Fondazione Cassa di Risparmio diTeramo (Ter-
cas). L’interno (visitabile a richiesta), custodisce testi-
monianze del suo glorioso passato medioevale con
ricche e preziose collezioni di maioliche di Castelli,
frutto di donazioni. I Melatino sono famosi per la
cosiddetta Lapide delle “male lingue” (bassorilievo
del XV secolo); raffigura due volti di profilo che si
fronteggiano con le lingue trapassate da un grande
compasso.Al di sopra, il motto della famiglia: “A lo
parlare agi mesura” (Misura le parole). Fa rife-
rimento ad un episodio relativo ai nemici del casato
e serve come monito per chiunque.
15
Interno Chiesa S.Antonio (già Convento S. Francesco)
18. Magia della
Tavola
di Patrizia Manente Fra piatti rinomati
e specialità teramane
T
utta da scoprire la cucina tradizionale di Teramo,
giustamente considerata la “Capitale della ga-
stronomia abruzzese” per la varietà e ricchezza
dell’offerta.A tavola imbarazzo della scelta.Vale la pena visitare
gli innumerevoli e caratteristici locali lungo il litorale e non solo.
Basta percorrere poche decine di chilometri per trovarsi alle
prese con un fumante e gustoso risotto alla marinara o con il
piatto classico e famoso dei “maccheroni alla chitarra”.
Piatto-emblema della cucina teramana di una volta (apprez-
zatissimo persino dal re Faruk d’Egitto negli anni del suo esilio
in Italia), che sempre attira e seduce i palati più esigenti.Tra le
classiche specialità locali, non vanno dimenticati gli altri appeti-
tosi primi, che rendono varia e attraente la mensa dei teramani.
Dai cannelloni al timballo di scrippelle, ai ravioli dolci
di ricotta e alle ceppe. Da “li maccarun a la mulèna-
re” alle rinomate “virtù” (piatto forte del primo maggio). Per
non dire delle famose e delicate “scrippelle in brodo”,come
delle più robuste pappardelle al sugo di papera. Né sono
da meno i secondi piatti.Fra i più gettonati dai buongustai:la pe-
cora alla callara, il coniglio alla cacciatora, le mazza-
relle, i peperoni ripieni, la ‘ndocca ‘ndocca, il baccalà,
la squisita porchetta,gli arrosticini,il tacchino alla can-
zanese, la galantina, il formaggio fritto. Senza, natural-
mente, dimenticare i dolci con la pizza dolce tradizionale,
i bocconotti, i calgionetti, le sfogliatelle, i pepa-
telli (tipiche specialità natalizie per eccellenza). Capitolo
a parte, la croccante di mandorle. Maestosa e ricca
l’offerta generosa di salumi d’ogni genere con salsicce,
ventricina, lonze e cotechini. Ma in una dispensa
ben fornita non possono mancare formaggi e pecorini
dei monti abruzzesi, i pregiatissimi vini delle colline
teramane, olio extravergine di oliva, miele millefiori,
d’acacia, castagno e via degustando.
20. Alba Adriatica
Spiaggia d’argento
C
ittadina moderna e dinamica, è una delle
località adriatiche della costa teramana co-
nosciuta come “le Sette Sorelle”, in
riferimento ad un’antica leggenda popolare. Per la
bellezza dell’ampio litorale sabbioso di 4 km, è sta-
ta definita “Spiaggia d’Argento”. È attraversata dal
CorridoioVerde Adriatico, pista ciclabile di circa 20
km che congiunge Porto d’Ascoli con Roseto degli
Abruzzi. Dal 2003 più volte Bandiera Blu d’Euro-
pa, ospita spesso importanti eventi culturali. Il 14
luglio 2006 ha festeggiato il suo primo cinquante-
nario come comune autonomo. Molto praticata la
pesca costiera. Il toponimo significherebbe “altura”
o “bianco” (comune radice indoeuropea). Diversi
ritrovamenti archeologici neolitici nel territorio
circostante. Agli inizi del XX secolo sorsero le pri-
me dimore signorili: le ville, Gialluca, Tonelli,
Ranalli, Ricci e Crescenzi. Tra il 1920 ed il
1930 furono inaugurati i viali della Vittoria e Mar-
gherita. Con Regio Decreto del 25 ottobre 1919 fu
nominato primo parroco della nascente cittadina
Don Giuseppe Moretti. La nuova chiesa fu eretta
negli anniTrenta e nel 1937 fu resa autonoma dalla
“Marina”. Con Decreto Ministeriale del 30 aprile
1930 la sede comunale fu trasferita a Tortoreto
Stazione. Con Decreto del Prefetto di Teramo del
30 agosto 1946, Giovanni Ranzati venne nominato
Commissario Prefettizio. Il 29 maggio 1956 la fra-
zione divenne autonoma e prese il nome di Alba
Adriatica, ufficializzato con Decreto del Presidente
della Repubblica. È gemellata con Miranda (Isernia).
Personalità: lo chef Aldo Zilli e il motociclista
Ivan Palazzese (1962-1989).
monumenti
D
a visitare: la Rotonda Nilo, piccola piaz-
za nelle vicinanze del Parco Giochi di
Bambinopoli. In contrada Basciani la
Chiesetta di S. Vincenzo Ferreri, fatta co-
struire dai Guidobaldi di Nereto. La semplice fac-
ciata presenta timpano, lunetta e campanile a vela.
Chiesa patrona S. Eufemia
21. Il portale è affiancato da due piccole finestre. La
località è detta “Casasanta” (in dialetto Casò) per-
ché si ritiene che qui abbia sostato la S. Casa prima
di giungere a Loreto. Il Lungomare Marconi,
di circa 2,5 km, ricco di palme e pioppi, è luogo di
svago e passeggiate. Un ponte di legno sulla
foce del Vibrata collega Alba alla vicina Villa Rosa
di Martinsicuro. Inoltre: il Palazzo Comunale
degli anni Venti, sito in Piazza IV Novembre dove
sorgono il Monumento ai Caduti della
19
Torrione di Carlo V
22. Grande Guerra e la Chiesa parrocchia-
le della patrona S. Eufemia. A Villa Fiore la
Chiesa di S. Maria. La Chiesa dell’Imma-
colata, in contrada Basciani, conserva un bell’or-
gano di 2.600 canne della ditta Bevilacqua di Torre
de’ Nolfi. Ed ancora: Villa Ranalli (detta “la
Favorita”); Villa Gianluca Palma; Villa
Chiarugi; Villa Zannoni; Villa Moscarini e
la massiccia Torre del Vibrata (1547). Villa
Flaiani, circondata da un parco, ospita la Bibliote-
ca Comunale ed è diventata centro culturale po-
livalente di primo piano. In contrada Basciani, Via
del Vecchio Forte, così nominata perché forse
conduceva alla fortezza di Civitella del Tronto.
20
24. Atri
Scrigno di tesori e
Città Ducale
S
i sviluppa su tre colli affacciati sul mare e sui “ca-
lanchi” (“scremoni”, in dialetto): intere colline
erose da fenomeni millenari, come una serie di
picchi e balzi digradanti verso la vallata sottostante.
Alcuni storici fanno derivare Hatria dall’imperatore
Adriano. Atri contende con Adria l’aver dato il nome
all’Adriatico. Nel XII secolo fu feudo principale della
Contea d’Apruzio. Nel 1251 ottenne da papa Inno-
cenzo IV l’istituzione dell’antica diocesi di Atri-Penne e
l’autonomia comunale.
monumenti
L
a Riserva Naturale dei “Calanchi”; l’inte-
ressante complesso della romanica Cattedrale
di S. Maria Assunta (affreschi quattrocente-
schi di Andrea De Litio nel coro, una delle poche ope-
re rinascimentali tra le più note di tutto l’Abruzzo) con
annessi Museo Capitolare,campanile di Antonio da
Lodi, chiostro e la Vasca Limaria (affreschi del XV
sec.). La Chiesa di S. Reparata; il Teatro Co-
munale con annesso Archivio-Museo “Anto-
nio Di Jorio”; S. Agostino (Madonna delle Grazie
e santi di Andrea De Litio). Palazzo Illuminati; S.
Francesco;la rinascimentale Casa Paolini.Palaz-
zo Vecchioni; la piccola Chiesa neo-romanica
di S. Liberatore (Cappella dei Caduti); il Pa-
Teatro Comunale
Affreschi e Chiostro Cattedrale di Santa Maria Assunta
25. Affreschi Cattedrale di Santa Maria Assunta
lazzo dei Duchi d’Acquaviva. La Chiesa di S.
Nicola (affresco Madonna di Loreto tra i SS. Rocco e
Sebastiano di Andrea De Litio); S. Spirito (Santuario
di S. Rita); la Rocca d’Atri (resti dei bastioni). Il Bel-
vedere con sculture contemporanee; il Complesso
Conventuale di S. Chiara (con annesso convento
delle Clarisse) iniziato nel 1260;il portale trecente-
sco di S. Andrea. Il duecentesco ex Convento
Domenicano con la Chiesa di S. Domenico
(S. Giovanni Battista); Porta S. Domenico; i resti
di un teatro romano (Via Cicada); la Cappella
della SS. Trinità (S. Rocco). Inoltre: il Museo Ar-
cheologico Civico Capitolare “De Galatiis-
De Albentiis-Tascini”. Il Museo Civico Et-
nografico; le “Grotte” (“li muri”), vani utilizzati per
conservare le acque filtranti;la Fonte Canale;antiche
Fontane Archeologiche; la Chiesa della Ma-
donna delle Grazie; il Museo Didattico degli
Strumenti Musicali Medioevali e Rinasci-
mentali; il Parco Comunale (su un precedente
convento dei Cappuccini).
23
26. C
himble, in dialetto. Insediamenti piceni a
Campovalano: tombe circolari a cappuccina.
Nel 1300 Nocella e Castelnuovo costituirono
un unico centro. Nel XV secolo nacque il convento
di S. Bernardino, eretto da S. Giovanni da Capestrano.
Nel 1538 fu data in dote da CarloV di Spagna alla fi-
glia Margherita d’Austria sposa di Ottavio Farnese.Nel
1600 con bolla di papa ClementeVIII, ricevette il titolo
di “Città”, diventando sede diocesana unita ad Orto-
na, soppressa nel 1818. Nel 1776 con bolla di papa
Clemente XIV ebbe il privilegio della Scala Santa.
Nota è la gustosa porchetta locale. Tra i personaggi
illustri: Giacomo da Campli (1420-1492), pittore;
Giovanni Battista Boncori (1643-1699), pitto-
re; Nicola da Campli (XVI sec.), scultore; Nico-
la Palma (1777-1840), canonico e storico; Primo
Riccitelli (1875-1941), musicista e compositore.
Campli
Città dei Farnese e
della Scala Santa
Scala Santa e particolari
27. monumenti
C
ase Porticate; Palazzo Farnese;
Collegiata di S. Maria in Platea (af-
freschi di stile giottesco nella cripta e soffitto
ligneo settecentesco con Storie del patrono S. Pan-
crazio); Porta Angioina (XIV sec.); S. Giovan-
ni Battista a Castelnuovo (tele del ravennate
Giovan Battista Ragazzini ed affreschi del XV sec. di
Giacomo da Campli). Convento celestino di S.
Onofrio (affreschi quattrocenteschi nel refettorio);
Madonna della Misericordia; S. Francesco
con affreschi trecenteschi; Casa dello Spezia-
le (XVI sec.) e Casa del Medico. Convento
francescano di S. Bernardino (affreschi sei-
centeschi del polacco Sebastiano Majewsky); San-
tuario della Scala Santa (XVIII sec.) con 28
gradini in legno da salire inginocchiati; Museo Ar-
cheologico Nazionale d’Abruzzo. Cappel-
la della Madonna delle Piane (affresco della
Madonna col Bambino di Giacomo da Campli); S.
Pietro e Necropoli picena a Campovalano. A
Nocella, Torre dei Melatino e Chiesa dei SS.
Mariano e Giacomo; Santuario della SS.
Trinità a Morge; Convento dei Cappuccini
(S. Giacomo) aTrinità.
Chiesa e particolari di San Pietro Apostolo a Campovalano
Cripta della Collegiata S. Maria in Platea
Collegiata S. Maria in Platea e particolari della Cripta
25
28. monumenti
S
ono ancora in piedi tratti di mura di cinta me-
dioevali, in pietra concia, innalzate dagli Ac-
quaviva nel XIV secolo ed un torrione fortifi-
cato circolare del XV secolo. Molti i palazzi signorili
e le case rinascimentali lungo i vicoli del centro
storico. All’ingresso dell’abitato il Santuario della
C
anzane, in dialetto, è posta su una collina tra
le vallate dei fiumi Tordino e Vomano, nota
per la lavorazione dei merletti e per il “tac-
chino alla canzanese”. Già abitata in età preistorica,
fu sede dei Pretuzi, che costruirono un piccolo
borgo difeso: scavi in località Gerenzano hanno ri-
portato alla luce una necropoli dei secoli IX-IV a.
C. Un primo insediamento risalirebbe ai Romani,
come testimoniato da un “Campus Atthianus”
della famiglia degli Atthii. Tra il IX e X secolo
per proteggersi dagli assalti dei Saraceni, la popola-
zione si rifugiò sul colle, dando origine ad un primo
nucleo fortificato, in seguito incastellato. Nei secoli
XIII e XIV fu feudo degli Acquaviva, duchi di Atri
e dei “da Canzano”, poi dei marchesi Mendoza
y Alarçon, signori della Valle Siciliana. Nel 1669
prese l’attuale nome. Prevale l’agricoltura e l’alle-
vamento; possiede una propria banda musicale.
Canzano
Patria del tacchino
e dei merletti
Madonna dell’Alno (parrocchiale), eretto come
pubblico oratorio in commemorazione delle ap-
parizioni sui rami di un pioppo bianco, dal 18 al 20
maggio 1480, della Madonna al contadino Giovan-
ni Floro. La chiesa, con campanile ottocentesco, fu
edificata nel 1526; all’interno: varie tele, Madonna
del Rosario di Pasquale Rico da Montereale,
statua processionale della Vergine; nella volta af-
freschi narranti l’origine miracolosa del posto. Nel
centro, la settecentesca chiesa della Congrega
del SS. Sacramento; all’interno: reliquiari lignei
del XVIII secolo. Nei sotterranei del palazzo anti-
stante il ristorante “La Tacchinella”, l’antica nevie-
ra in mattoni, luogo circolare con nicchie dove
venivano conservate con la neve derrate alimen-
tari e l’ acqua piovana per l’approvvigionamento
idrico; per la visita rivolgersi ai titolari del ristoran-
te. Fuori le mura la cappella dell’Annunziata, con
pregevole altare ligneo barocco dipinto e dorato,
statue lignee di S. Giovanni Battista e del pa-
trono S. Biagio, baldacchino a cassettoni blu e la
rettoria di S. Bernardino. Nei pressi del cimitero
la chiesa romanico-lombarda di S. Salvatore,
già annessa ad un monastero benedettino non più
esistente. Semplice facciata dal portale in pietra
con architrave decorato dai simboli degli Evange-
listi e l’alta, massiccia torre campanaria. All’interno:
numerosi affreschi trecenteschi forse del Mae-
stro d’Offida, altri del XVI-XVII secolo, con scene
della Vita di Cristo e della Vergine, santi, martiri,
Santuario della Madonna Dell’Alno
Torrione edificato tra il XIV e XV sec.
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oranti e committenti. E’ stata definita “Cappella
Sistina d’Abruzzo” per la bellezza dei cicli pitto-
rici. E ancora: la piccola chiesa del Perdono nell’o-
monima contrada, eretta sul luogo di una delle tre
apparizioni della Madonna dell’Alno; la chiesa
di S. Pasquale Baylon del XIII secolo, in frazione
Valle Canzano; la chiesa campestre di S. Maria a
Pietrabianca; la cappella dei SS. Cipriano e Lu-
cia, in contrada S. Cipriano; le chiese di S. Lucia e
di S. Vincenzo Ferreri, in contrada S. Lucia.
Particolari Santuario della Madonna Dell’Alno
27
30. “C
ittà della ceramica” (li Castìlle, in dialet-
to), uno dei “Borghi più belli d’Ita-
lia”. Famosi i maestri ceramisti che servi-
rono le più importanti famiglie principesche romane e i
sovrani del Regno di Napoli.I monaci benedettini della
vicina abbazia di S. Salvatore insegnarono i rudimenti
dell’arte ceramica agli abitanti, favoriti dalla ricchezza
di acqua e di argilla.Nel Medioevo appartenne ai conti
di Pagliara. Feudo del marchese Ferrante Mendoza y
Alarçon.Tra le personalità: Silvio Antoniano (XVI sec.),
cardinale, poeta, filosofo e letterato, precettore di S.
Carlo Borromeo; Felice Barnabei (1842-1922), arche-
ologo e fondatore dei musei romani delle Terme di
Diocleziano e di Villa Giulia; Fedele Cappelletti (XVII
sec.), ceramista; Gesualdo Fuina (1755-1822), cerami-
sta; Carmine Gentile (XVII sec.), ceramista; Carlanto-
nio Grue (1655-1723), ceramista; Francesco Saverio
Grue (1686-1746), ceramista; Concezio Rosa (XIX
sec.), archeologo e autore di una monografia sull’arte
ceramica castellana; Francescantonio Grue (XVII-XVIII
sec.), ceramista; Orazio Pompei, ceramista.
monumenti
I
l Museo delle Ceramiche, nell’ex Conven-
to Francescano di S. Maria di Costan-
tinopoli (chiostro, affreschi di autore ignoto e
pozzo; antiche maioliche dei Grue, Pompei, Fuina ed
Castelli
Patria dei ceramisti
“Cona” di San Donato e particolari interni
Volta maiolicata (Chiesa San Donato)
31. 29
Interni Chiesa di San Giovanni Battista
altri). Resti dell’Abbazia benedettina di S.
Salvatore; Istituto Statale d’Arte “F. A.
Grue”; raccolta internazionale di Cerami-
ca d’Arte moderna; Presepe Monumenta-
le in ceramica (1965-1975). Parrocchiale di
S. Giovanni Battista con portale seicentesco e
resti dell’ambone della badia di S. Salvatore; all’inter-
no: statua lignea di S. Anna con Maria Bambina (XIII
sec.), pala maiolicata di Francescantonio Grue (1647)
e croce processionale argentea di scuola sulmone-
se. “Cona” della Madonna delle Lacrime
(1541) con affresco miracoloso della Vergine, di An-
drea De Litio. Casa Natale di Orazio Pompei
e Palazzo Antoniano, Nei dintorni: “Cona” di
S. Donato detta “Cappella Sistina della Ma-
iolica italiana”: soffitto ligneo con 780 mattoni in
ceramica (1615-1617).
32. C
onosciuta per la Fortezza, ultimo ba-
luardo borbonico prima dell’Unità d’Ita-
lia, sorge all’interno del Parco Nazionale del
Gran Sasso e dei Monti della Laga. Il nome deriva
dal toponimo “Civita” (località di origini
arcaiche); ritrovamenti dalla preistoria al periodo
longobardo, nelle Gole del Salinello. I Lon-
gobardi la annessero al Ducato di Spoleto.
Citata per la prima volta in un antico documento
medioevale del 1001 come “Tibidella”, borgo
incastellato. Nel 1231 fu inclusa nel “Manda-
tum de Riparacione Castrorum Impe-
rialum”, riguardante i castelli di nomina imperiale.
monumenti
P
asseggiando attraverso le strette e tortuose
“viuzze” del medioevale e rinascimentale cen-
tro storico, si scoprono numerosi tesori nasco-
sti: Porta S. Antonio, Porta Napoli (XIII
sec.), Porta delle Vigne, e resti delle mura
angioine. La Collegiata di S. Lorenzo (antico
protettore del paese), di origini duecentesche e un
tempo posta fuori le mura, fu trasformata in stile
barocco nel 1777. Proseguendo lungo Via Roma si
incontra Palazzo Ronchi, di origini cinquecen-
tesche, con portale a bugnato di gusto ascolano. La
Chiesa di S. Francesco (inizialmente dedica-
ta a S. Ludovico IX di Francia) fu edificata con l’ex
convento francescano (ora Municipio) tra il XIII e
XIV secolo, da Fra’ Guglielmo De Savola da Civitel-
la. Il Palazzo del Governatore (XIV-XV sec.),
Palazzo Ferretti (in passato sede municipale)
presenta finestre con cornici in pietra con paraste
scanalate; nell’atrio, un pozzo ottagonale.A poca di-
stanza, la piccola Chiesa di S. Maria degli An-
geli,detta anche “della Scopa o delle Laudi”
(XV-XVI sec.), con origini duecentesche. Palazzo
Scesi, con portale in travertino, il settecentesco
Palazzo Procaccini-Savi e Palazzo Gra-
ziani (fine XVI sec.). Nei pressi, la piccola Fonta-
na di “S. Maria Parvula”. Numerosi i portali
rinascimentali e medioevali. La Fortezza (1564-
1576), costruita durante il dominio spagnolo in for-
ma ellittica, domina l’intera cittadina. Il percorso si
snoda attraverso tre camminamenti coperti, grandi
piazze d’armi, cisterne, camminamenti di ronda, resti
del Palazzo del Governatore, la cappella
di S. Giacomo e gli alloggi dei soldati. Al suo in-
terno merita una visita il Museo storico delle
Armi e Mappe Antiche. In Corso Mazzini il
“Nact”, Nina Museo delle Arti Creative
Tessili. Tra i vicoli del centro, la Ruetta, la via
più stretta d’Italia. Fuori le mura: la Fontana degli
Amanti (1863), lungo la circonvallazione panora-
mica. Il Santuario della Madonna dei Lumi
con annesso convento francescano (1466) è così
denominato per le varie apparizioni di fiammelle
misteriose nel XVII secolo attorno al complesso. A
poca distanza da Civitella, l’Abbazia di S. Maria
di Montesanto. Meritano una visita: la Riser-
va Naturale delle Gole del Salinello con
grotte ed eremi (S. Angelo a Ripe, S. Maria
delle Scalelle, S. Marco e Salomone).
Civitella
del Tronto
Dove abita
la storia
Chiesa S. Maria degli Angeli
33.
34.
35. 33
S
orse nell’VIII secolo dopo la distruzione nel 739
da parte dei Longobardi di una cittadina edifica-
ta sui resti dell’antica Truentum. Sono stati rinve-
nuti reperti risalenti al neolitico e al periodo romano
(cisterne). Il nome forse deriverebbe dalla baronia di
Guillelmus Colonnellus (Guglielmo Colonnello).
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monumenti
S
i accede alla parte alta dell’abitato attraverso una
lunga e panoramica scalinata (inizio XX sec.),al cui
fianco si trovano una fontana e un antico lavatoio.
Conserva ancora la forma dell’incastellamento medioe-
vale dominato dallaTorre dell’orologio. La parrocchiale
dei SS. Cipriano e Giustina, costruita in laterizio
tra il 1795 e il 1815, custodisce: statue del patrono S.
Michele Arcangelo, della Madonna del Suffragio, di
scuola napoletana (XVIII sec.), antico coro ligneo, tela
con i SS. Cipriano e Giustina, tela con l’Adorazione
del SS. Sacramento, altari marmorei e un prezio-
so organo del 1833 di Quirino Gennari di Lancia-
no. Numerosi gli edifici civili: i palazzi Volpi, Mar-
zi, Pardi, Crescenzi, Grilli (XVII-XVIII secolo) e
il Palazzo Municipale del 1841. Il centro storico
è caratterizzato da piazzette e strette “rue”. Inoltre: la
Fonte vecchia,in contrada Giardino,forse di origine
romana; in contrada S. Martino l’antica Fonte Otto-
ne, costruita probabilmente su un sito romano.
Colonnella
Antica Signora
Chiesa dei Santi Cipriano e Giustina
Municipio di Colonnella
36. C
ittadina rivierasca con forte vocazione com-
merciale e turistica, Giulianova (Giglije, in
dialetto) è una delle località balneari più
conosciute e frequentate del litorale teramano,
divisa in due parti: il Paese e il Lido. La parte
Alta sorge in collina a ridosso del mare, con no-
tevoli monumenti. Il Lido moderno, con strutture
ricettive, si è sviluppato nell’ultimo secolo. Abitata
già nel periodo neolitico, come testimoniato da ri-
trovamenti archeologici, le origini risalirebbero ai
Romani, che nel III sec. a. C. fondarono la colonia
Castrum Novum (o Castrum Novum Piceni),
molto frequentata nell’età imperiale per i bagni
termali. Le continue incursioni barbariche provo-
carono lo spopolamento; nel Medioevo prese il
nome di Castrum Sancti Flaviani (o S. Fla-
viano), in onore del santo patrono.
monumenti
I
n Paese, il Duomo di S. Flaviano (1472-1478)
è tra i più importanti ed interessanti edifici rinasci-
mentali abruzzesi; braccio reliquiario di S. Biagio del
Quattrocento, statua della Madonna con il Bambino
e Crocefisso, opere bronzee (XX sec.) di Venanzio
Giulianova
la “Posillipo degli Abruzzi”
tra cultura e turismo
37. Crocetti. Sempre a Giulianova Alta: la Chiesa di S.
Antonio del 1566, con affresco deteriorato del-
la Pietà (XVII sec.); all’interno: dieci bassorilievi, due
grandi tele seicentesche, acquasantiera romanica e
lapide tombale di un nobile della famiglia De Barto-
lomeis. La Chiesa della Madonna della Mi-
sericordia, forse quattrocentesca, rifatta nel XVIII
secolo. A poca distanza è la Chiesa di S. Anna,
con altare barocco. E ancora: in Piazza della Li-
bertà il Belvedere, luogo di ritrovo per l’incan-
tevole panorama sul Lido e sull’Adriatico; Palazzo
De Bartolomeis del 1876; Palazzo Monte-
bello; l’ottocentesca Cappella gentilizia De
Bartolomeis; la Sala “R. Pagliaccetti”, pic-
cola gipsoteca con opere e bozzetti dell’artista giulie-
se, ed il Monumento a re Vittorio Emanue-
le II, di Raffaello Pagliaccetti inaugurato nel 1894.
In Corso Garibaldi: la Pinacoteca e Biblioteca
Lungomare
35
38. Civica “V. Bindi”, con interessanti opere della
scuola napoletana dell’Ottocento ed arredamento
del XIX secolo; la Casa Museo di Gaetano
Braga, con ricordi del musicista locale. Inoltre: i
resti delle fortificazioni cinquecentesche,
volute da Giulio Antonio d’Acquaviva; degli otto
baluardi originari resta Torrione “Il Bianco”,
adibito a sede del Museo Archeologico, con
reperti romani e la Casa Museo di Vincenzo
Cermignani, con testimonianze del pittore giulie-
se. In Viale Gramsci: la Biblioteca del Centro
Culturale “S. Francesco” e la Pinacoteca
(opere d’arte contemporanea) annesse alla Piccola
Opera Charitas, voluta dal frate cappuccino Serafino
Colangeli nel 1983; la Casa “Maria Immacola-
ta”, con eleganti merli ottocenteschi e ampio giar-
dino; Palazzo Ciafardoni del 1885, con affreschi
napoletani attribuiti al Paliotti; il Monastero del
36
39. Santuario di Maria SS. dello Splendore - Affresco interno e mosaici esterni
37
40. Opera dipinta a mano da 15 Maestri
Artigiani dell’Associazione Ceramisti
di Castelli. Riproduce le immagini del
soffitto della Chiesa di San Donato
(1615-1617). Rappresenta una grande
storia, la sapienza antica e l’unità delle
nostre comunità.Voluta e realizzata da
Ente Porto di Giulianova e Camera di
Commercio di Teramo.
CERAMICHE DI CASTELLI
DEL PONTILE DI GIULIANOVA
Foto scattata dal Belvedere di Giulianova Paese
41. Volto Santo, già dimora gentilizia con giardino.
Ancora: l’ex Palazzo Ducale e la bella Villa
della Montagnola, storica dimora degli Acqua-
viva; Villa Cerulli-Ranzato, con belvedere e
decorazioni ispirate al XVI secolo. Lungo Viale dello
Splendore sorgono due eleganti villini liberty: Villa
Castelli-Montano (1910-1918) con ampi fine-
Santuario di S. Maria a Mare (SS.Annunziata) con particolare del magnifico portale
stroni, decorazioni floreali, elegante e slanciata tor-
retta; Villa ex De Santis (1923-1928). A poca
distanza dal Paese, su un’amena e silenziosa collina,
l’interessante Santuario di Maria SS. dello
Splendore, protettrice di Giulianova, importante e
frequentato luogo di culto mariano. L’origine è legata
all’apparizione della Vergine (22 aprile 1557), avvol-
39
42. ta da una gran luce, su un ulivo, all’umile taglialegna
Bertolino, chiedendo la costruzione di una chiesa in
suo onore, facendo sgorgare una fonte di acqua pura
ai piedi dell’albero. L’intero complesso raggruppa: la
bella chiesa, con la venerata statua della Madonna
con il Bambino inserita in una raggiera dorata, anti-
che tele in sacrestia, statue lignee di santi e moderni
mosaici, una monumentale Via Crucis in bronzo,
dell’artista marchigiano Ubaldo Ferretti, allievo di Pe-
ricle Fazzini, le fontane dell’acqua miracolo-
sa, con mosaici, le statue bronzee di Bertolino, due
angeli (Preghiera e Silenzio) e dei SS. Francesco d’As-
sisi e Michele Arcangelo, la Biblioteca “Padre
Candido Donatelli”, il MAS (Museo d’Arte
dello Splendore) con opere di arte contempo-
ranea. Nell’ampio piazzale antistante, un’alta croce
sormontata dalla statua della Vergine ed
il bel Portico del Rosario della Scuola del
Mosaico di Ravenna. Lungo la strada che por-
ta al mare il Monumento a Gaetano Braga.
A Giulianova Lido: la Chiesa della Natività di
Maria, sorta nei primi del‘900, antica parrocchia del
Cupola di San Flaviano Cappella gentilizia De Bartolomeis
40
43. 41
Borgo Marina; la moderna Chiesa di S. Pietro
Apostolo (1974); il Parco della Rimem-
branza (giardini pubblici); l’elegante Villino
Paris-Costantini, in stile liberty (1904), con am-
pio giardino e piccola torretta; Villa Gasbarrini;
il Kursaal (1913-1929), opera dell’ingegnere tera-
mano Giuseppe Marcozzi, con decorazioni liberty,
come sala convegni e mostre espositive. Ancora: il
Lungomare Monumentale del 1936 di Giu-
seppe Meo; l’ex Colonia Marina “Rosa Mal-
toni Mussolini” (1936-1937); il Museo della
Marineria, presso la sede del Circolo “Il Nautico”;
la foce del torrente Salinello, con ponte in legno
che unisce Giulianova da Tortoreto; la Torre del
Salinello del XVI secolo. Il Lido è attraversato dal
“Corridoio Verde Adriatico”, pista ciclabile
di oltre 20 km, che congiunge Porto d’Ascoli a Ro-
seto degli Abruzzi. Il porto è diviso in molo
Sud e molo Nord; il primo ospita una serie di
trabocchi (casupole in legno adibite alla pesca
con rete), in dialetto “li caliscinne”. Infine il San-
tuario di S. Maria a Mare (SS. Annunzia-
ta), dei secoli X-XI: facciata dal bel portale con 18
rappresentazioni allegoriche, scene simboliche, ani-
mali, statua della Madonna con il Bambino
e due piccoli leoni; all’interno: moderna immagine
della Vergine e la piccola cameretta abitata da S.
Gabriele dell’Addolorata prima di essere tra-
sferito al convento di Isola del Gran Sasso d’Italia
nel 1858.
44. S
orge su una collina panoramica nella vallata del
fiume Tordino. Sarebbe stata fondata nell’897 dai
Benedettini, che vi eressero un’abbazia dedica-
ta a S. Michele Arcangelo, oggi parrocchiale, at-
torno alla quale si costituì l’antico nucleo della cittadina.
Nel marzo dello stesso anno i messi imperiali Leu-
derico e Gisone stabilirono che i beni di “Musiano”
spettassero al vescovo di Teramo Giovanni. L’8 marzo
1059 il papa Niccolò II confermò all’abate Deside-
rio di Montecassino il possesso del monastero dei SS.
Sette Fratelli (Madonna degli Angeli o S. Maria del
Casale). Nel 1318 il vescovo aprutino Niccolò degli Ar-
cioni ottenne dal re Roberto d’Angiò la confer-
ma del feudo di Montone (frazione). Il 6 maggio 1393
venne acquistata insieme al restante distretto diTeramo
da Antonio Acquaviva conte di S. Flaviano (Giulianova)
e Montorio al Vomano. Nel 1397 frate Matteo di
Angelo di Morro (d’Oro), preposito della chiesa di
S. Michele, fece erigere il campanile (Torre Acqua-
viva). Nel maggio del 1415 si arrese dopo 37 giorni
di assedio al conte di Carrara Viceré d’Abruzzo. Il 12
luglio del 1438 venne saccheggiata da Francesco Sfor-
za. Nel novembre del 1461 fu occupata e sottratta da
Matteo da Capua Viceré d’Abruzzo a Giosia
Acquaviva. Tra il 1611 ed il 1614 vennero istituite a
Montone le confraternite del SS. Sacramento
e del SS. Rosario ed eretti un convento dei Celesti-
ni e una prepositura. Nel 1649 il cenobio celestino, in
quanto grancia, venne accorpato al monastero giuliese
di S. Maria dello Splendore (santuario), elevato a Pri-
orato. Nel 1694 la parrocchiale di S. Giacomo di
Montone, tolta ai Celestini, appartenne alla basilica
romana di S. Giovanni in Laterano. Nel 1736 Troiano
Mosciano
S. Angelo
Musiano, borgo delle
torri e del mobile
Torre Marini
45. 43
Acquaviva, cardinale e ministro del re, venne
nominato abate commendatario perpetuo dell’abbazia
di “S. Angelo in Musiano” (parrocchiale). Nel
1750 subentrò Pasquale Acquaviva. Durante il Rinasci-
mento l’abitato si estese anche fuori le mura; nel Risor-
gimento fu importante sede di patrioti impegnati nella
causa dell’Unità d’Italia. Tra le varie personalità locali:
Don Gaetano Cardelli (1880-1948); Domeni-
co Del Zoppo, garibaldino; Francesco Patella
(1880-1964), pittore; Aurelio Saliceti (1804-1862),
nato a Ripattoni (all’epoca nel comune di Mosciano), e
Francesco Savini.La banda musicale,tra le più anti-
che d’Abruzzo,venne fondata nel 1815.Conosciuta per
i suoi mobilifici; fu denominata la “Cantù” d’Abruzzo.
monumenti
C
onserva tratti del tessuto urbano medioevale:
restano otto torri di difesa e avvistamento. Nei
pressi di Piazza IV novembre la Chiesa del
SS. Rosario, eretta dall’omonima confraternita con
Regio decreto di Ferdinando II, tra il 1853 e il 1876.
L’interno conserva affreschi dell’artista locale France-
sco Patella, altare maggiore in finto stile rinascimentale
e statua lignea della Vergine. La Parrocchiale di S.
Michele Arcangelo è affiancata dalla merlata e
slanciata Torre Acquaviva trasformata in campanile.
Al suo interno: pitture di Francesco Patella. Nelle nic-
chie sopra il portale e nella lunetta il Patella dipinse
Chiesa S. Michele Arcangelo e particolari interni
46. i SS. Michele Arcangelo (patrono del paese), Rita da
Cascia, Francesco d’Assisi, Gabriele dell’Addolorata,
Teresa del Bambin Gesù e l’Immacolata. La neoclas-
sica Chiesa dell’Addolorata, situata lungo una
discesa, nelle vicinanze di Piazza Saliceti, fu iniziata nel
1828 su autorizzazione di re Ferdinando I di Borbone.
Ospita due tele del teramano Gennaro Della Monica;
negli anni 1888-1889 venne decorata da Filippo Fio-
rentino e Salvatore Giorgi.Del 1894 l’affresco absidale
di Prospero Piatti raffigurante l’Adorazione della Cro-
ce.Tra gli edifici civili: Villa Ventilj e Villa Savini
(in campagna), entrambe con ampio parco. Inoltre: il
Cinema Teatro Acquaviva, il Belvedere e
l’Osservatorio Astronomico di Colle Leo-
ne con gli interessanti Museo di Scienze Natu-
rali e Planetario di Scienze della Terra. In
località Convento il Santuario di S. Maria del
Casale (SS. Sette Fratelli) con annesso con-
vento francescano. L’interno della chiesa, mostra un
soffitto ligneo (Madonna in gloria con SS. Francescani,
S. Felicita di Roma e Sette Figli Martiri) e quattro al-
tari barocchi ricchi di stucchi e sculture di angeli. In
una nicchia sopra l’altare maggiore il venerato e antico
simulacro ligneo della Madonna degli Angeli, protettri-
ce di Mosciano. Nel chiostro affreschi narranti la Vita
Chiesa S. Maria Assunta e particolari (Montone)
44
47. di S. Francesco d’Assisi. Nella frazione di Montone, le
torri medioevali e le Chiese della Madonna
Assunta, di S. Anna e di S. Antonio Abate
(con ex convento dei Celestini), che custodi-
sce il sarcofago trecentesco di Bucciarello Jacopo di
Bartolomeo da Montone.
Soffitto Convento SS. Sette Fratelli
Convento SS. Sette Fratelli
45
48. Notaresco
Castello di Lotario
L
a cittadina si costituì attorno ad un“castello”costruito
da Lotario I (nipote di Carlo Magno) nel IX secolo.
Tra il XIII e il XIV secolo assunse vari nomi: Lotarisci,
Lotarisco, Lotaresco e Nutarisco. Nel 1308 Notaresco e
GuardiaVomano divennero feudo di Francesco d’Ac-
quaviva,duca di Atri;nel 1676 passò al barone France-
sco Coletti e nel 1757 fu devoluta alla Regia Corte.
monumenti
L
a Parrocchiale dei SS. Pietro e Andrea
custodisce tele tardo-settecentesche, un busto
del patrono S. Gennaro e seicentesco taberna-
colo ligneo. Nel “Carmine”, statua della Vergine e
altare marmoreo. S. Rocco ospita una statua fittile
(XV sec.) della Madonna delle Grazie e pregevole
tela (XVII sec.). Palazzo De Vincenzi e Palaz-
zo Romualdi (XVII-XIX sec.) con Museo Civico:
importanti reperti neolitici, italici e romani. La parte più
alta dell’abitato è denominata “Civitello” (anti-
ca porta con stemma degli Acquaviva). A
Grasciano, resti della villa romana e la Chiesa
seicentesca della Madonna Assunta con un
dipinto della Madonna del Latte. Guardia Vomano, con
cinta muraria (XV-XVI sec.) eretta dagli Acquaviva,
Parrocchiale del patrono S. Rocco, Oleifi-
cio Artigianale “Di Giovannantonio” (1923)
e antica Cantina “Foschi”. L’Abbazia bene-
dettina di S. Clemente al Vomano, forse fatta
costruire nell’874 da Ermengarda, madre di Ludovico II.
Parrocchiale dei SS. Pietro e Andrea - Particolari interni
49. 47
Abbazia di S. Clemente al Vomano - Esterno e particolari interni
47
52. P
ietracamela (la Pròte, in dialetto) è ubicata alle fal-
de del Gran Sasso, in una zona ricca di folti boschi.
Frequentata nel periodo invernale è la frazione di
Prati di Tivo. Le origini sono avvolte nella leggenda: al-
cuni la vorrebbero fondata dalle popolazioni slave (per
il caratteristico vernacolo), probabile che esistesse già
in epoca romana. Il nome antico sarebbe stato Petra
Cimmeria (dalla popolazione dei Cimmeri), ma se-
condo il parere di altri studiosi deriverebbe forse dalla
caratteristica roccia a forma di cammello che incom-
be sulla piazza principale dell’abitato (Pietra-Camela).
Un’ultima ipotesi la fa derivare da Cimmeria (luogo ino-
spitale), per le impressioni ricevute dai primi abitatori
della zona. Dal XV secolo viene citata nei documenti
con vari nomi, quali: Petracameri, Pietra Camelis,
Petra Camelorum, Petra Camerii; assunse l’attuale
toponimo nel XVIII secolo. Un tempo nota per i suoi
cardatori di lana, rinomati soprattutto in Toscana. Fu
feudo degli Orsini e dei Mendoza y Alarçon che
la inclusero nel Marchesato della Valle Siciliana. E’
patria di Antonio Dionisi (1860-1931),illustre scien-
ziato e docente universitario a Roma.
monumenti
L
’abitato è costituito da un borgo raccolto e carat-
teristico, con belle case rinascimentali in pietra, ben
conservate, alternate a vicoli e scalinate. Interes-
santi: casa “li Signuritt” (Signorotti), quattrocentesca, con
bifore, e quella detta “don Ioani”, del XVI secolo, con
stemma araldico. Restano tratti di mura cinquecente-
sche in alcuni punti del paese. La chiesa parrocchiale del
patrono S. Leucio custodisce altari barocchi, preziose
statue lignee e un organo antico. La piccola chiesa di S.
Rocco ha un portale del 1530 e ospita una statua lignea
del santo in una nicchia dell’altare in pietra e un’acqua-
santiera (1523). La chiesa di S. Giovanni (1432) pre-
senta un orologio sulla facciata. Un’antica fontana è pre-
sente all’ingresso della cittadina. Per gli appassionati di
natura si consigliano escursioni alla parete di roccia, alle
pitture rupestri, opera del pittore Guido Montauti e
di altri quattro artisti (anni ’60 del XX secolo), all’area
faunistica, habitat di camosci d’Abruzzo e alla faggeta
di Intermesoli. Numerosi i rifugi montani sulla catena
del Gran Sasso. Oltre alla rinomata località sciistica di
Prati di Tivo, si suggerisce una visita anche alla località
di Arapietra, posto panoramico suggestivo e sede del
monumento alla “Madonnina” (Bianca Castellana del
Gran Sasso). Infine, l’interessante frazione di Intermesoli,
con bella chiesa parrocchiale (pregevoli altari baroc-
chi e tele), la Riserva Naturale Corno Grande e il
fiumiciattolo Rio Arno.
Pietracamela
Petra Cimmeria
Chiesa di S. Giovanni Battista
Chiesa di San Rocco
Monumento ai Caduti
54. culturali ed artistici. È attraversata dal Corridoio
Verde Adriatico, pista ciclabile di circa 30 km che
la congiunge a Porto d’Ascoli. Il bel litorale sabbioso
si estende per oltre 10 km. Negli ultimi decenni ha
avuto un notevole incremento demografico, special-
mente nel quartiere del Borsacchio, dove si trova
l’omonima pineta, nella frazione di Voltarrosto e
nelle località S. Giovanni e Campo a Mare. Dal
I
mportante centro balneare, posta tra la foce del
Vomano e del Tordino, è uno dei comuni più
grandi del Teramano e fa parte delle sette località
adriatiche della costa aprutina. Molto frequentata du-
rante la stagione estiva, è nota anche come “Lido
delle Rose”. Offre vari divertimenti, occasioni di
praticare sport o rilassarsi in spiaggia, numerosi cam-
pings, alberghi e stabilimenti balneari, diversi eventi
Roseto degli
Abruzzi
Da Montepagano
a Rosburgo
Approdo turistico di Borgorose
56. 1999 è Bandiera Blu d’Europa. La presenza umana
nel territorio sembra risalire all’epoca romana e lon-
gobarda, come attestato da numerosi ritrovamenti
archeologici. Di origine romana anche la frazione di
Cologna Paese, più volte citata in numerosi do-
cumenti medioevali, in relazione con il monastero
benedettino di S. Salvatore a Bozzino. Nella “Marina”
54
il clero della Chiesa Ricettizia di Montepa-
gano (ente morale dell’Italia meridionale composto
da corporazioni di chierici che si occupavano della
cura delle anime e del culto divino, con patrimonio
comune e senza prebende) possedeva un fondo. Il 30
luglio 1857 il Capitolo, riunitosi nell’oratorio della
parrocchiale, studiò e creò un progetto per concede-
“La raccolta delle zucche” e “Alba sul mare” - Opere di Pasquale Celommi
57. 55
Panoramica della costa rosetana vista da Montepagano
re il suddetto terreno in perpetuo diritto di enfiteusi
a coloro che si sarebbero stabiliti nella sottostante
zona costiera di proprietà comunale. Il progetto fu
redatto da Serafino De Nigris di Canzano,
Regio Agrimensore; egli si interessò di stabilir-
ne la quota ed il valore. Il fondo venne così suddivi-
so in 12 “quote” (lotti di terra) e il 22 maggio 1860,
con regolare rogito del notaio Angelo Garrani
di Mosciano Sant’Angelo, venne assegnato ad altret-
tante famiglie. A ricordo, fu murata una lapide (an-
cora esistente) nella sacrestia della chiesa della SS.
Annunziata. Il primo agglomerato urbano, futuro
nucleo della cittadina,prese il nome di “Le Quote”;
da qui il soprannome dispregiativo di “cutaroli”, in
contrapposizione agli abitanti del paese detti “pa-
ganesi”. Il toponimo scelto non piacque tuttavia al
patriota Ciro Romualdi che per primo, nell’esta-
te del 1861, chiamò il nuovo abitato “Rosburgo”
(ispirato forse dai roseti un tempo esistenti nei pressi
delle case dei pescatori), facendolo incidere su una
meridiana disegnata dal prof. Donaggio, insegnan-
te di liceo a Teramo. Nel 1863 fu inaugurata la sta-
zione ferroviaria. Nel 1877 fu effettuata la seconda
“quotizzazione” da Domenico Ponno, che mise in
vendita un terreno di circa 600 are (proseguimento
di quello già messo a disposizione dal clero) per l’e-
58. 56
dificazione di numerose ville e case. Il 12 luglio 1886
il Romualdi morì senza vedere realizzato il sogno di
chiamare la cittadina rivierasca con il nome da lui
proposto. Il consigliere Giammichele Thaulero
fece convocare con urgenza il Consiglio comunale
per cercare di risolvere la faccenda. Finalmente, il 14
ottobre dello stesso anno, considerato il notevole in-
cremento della popolazione della borgata marinara, il
Comune stabilì che la località mutasse il toponimo in
“Rosburgo”. Tale delibera fu approvata il 22 maggio
1887 con articolo unico dal re d’Italia Umberto
I. Il turismo si sviluppò grazie all’ospitalità dei pesca-
tori locali che, ai primi del XX secolo, cominciarono
a mettere a disposizione le proprie abitazioni per i
forestieri: ciò servì a trasformare la ridente località in
una spiaggia ospitale e tra le più frequentate dell’A-
driatico, ricca di luoghi di svago e divertimento. Nel
1909 fu aperto un ufficio anagrafico. Una terza “quo-
Lungomare Trieste
59. 57
tizzazione”fu effettuata per volontà del barone Luigi
Bernardi Patrizii nell’agosto del 1913,per dare la
possibilità a quanti abitavano nella vallata delVomano
di costruirsi una casa al mare. Nell’estate del 1920
ospitò varie personalità: il generale Pietro Ba-
doglio, Raffaele Paolucci ed il filosofo Gio-
vanni Gentile. Il Regio Decreto del 3 aprile
1924 trasferì la sede municipale da Montepagano
alla frazione di Rosburgo, come richiesto dal Con-
siglio comunale con delibera del 15 dicembre 1923.
Primo sindaco fu il ceramista Giuseppe Di Blasio.
Con Regio Decreto del re Vittorio Emanuele
III del 20 febbraio 1927 la borgata prese il toponimo
di “Roseto degli Abruzzi”, trasferendo la fra-
zione nell’antico borgo collinare. Montepagano,
ridente paese collinare a circa 6 km da Roseto, borgo
medioevale incastellato (Castel Pagano), sarebbe
sorto tra l’XI-XII secolo. Gli abitanti si stabilirono su
un cucuzzolo per sfuggire alle ripetute invasioni dei
pirati turchi e saraceni, protrattesi nei secoli successivi.
Nel 1065 l’imperatore Enrico III nominò vas-
sallo (“milite”) il vescovo di Teramo Pagano; da lui
forse deriverebbe il toponimo (“Castelpagano”
o “Castellum Mons Paganus”).
60. Chiesa Sant’Angelo Abbamano
Sant’Omero
Terra di antica
cultura
A
lcune famiglie nobiliari romane decisero di
edificare due grossi centri urbani: Castrum
Rufi (Garrufo), sui possedimenti di LucioTa-
rio Rufo (dal quale prese il nome) tra il 268 e il 476
a.C. eVicus Stramentarius (dove trovasi l’antica chiesa
di S. Maria a Vico). Il borgo fu fortificato tra il IX e il
X secolo. Dal 1154 fu feudo di Gualtiero di Rinaldo,
poi agli Acquaviva, duchi di Atri, dal 1528 al 1639. Al-
cuni storici ipotizzano che l’attuale cittadina sarebbe
stata edificata dai Normanni intorno al XII secolo: in
Normandia e nel Passo di Calais si trovano due pa-
esi di nome Saint Omer. Nel 1644, con la frazione
di Poggio Morello, fu donata al marchese Alvaro de
Mendoza y Alarçon; nel 1860 fu annessa al Regno d’I-
talia.Negli ultimi decenni si sono sviluppate numerose
aziende vinicole, artigianali, abbigliamento, metalliche
e pelletteria. Personaggi illustri: Mario Melarangeli;
Vincenzo Monti, industriale; Tresy Taddei Ta-
kimiri, attrice e circense; Franco Franchi, ciclista
che corse con Bartali e Coppi; Pasquale Iachini, ex
calciatore e Giammario Sgattoni (1931-2007),
giornalista, scrittore e poeta.
monumenti
L
a cittadina è ricca di stretti vicoli in discesa, chiusi
o incrociati tra loro. Da visitare: la Parrocchiale
di S. Antonio Abate (XVII sec.), annessa ad
un ex Convento Francescano; il Palazzo Munici-
pale; il “Guerriero loricato” (forse coperchio di
una tomba del XV secolo); i murales; il Palazzo
Marchesale; l’ex Chiesa Marchesale della SS.
Annunziata del XVII secolo (auditorium). Nei din-
torni: il Frantoio oleario (XIX sec.), in contrada
Metella; le “pinciare” o “pinciaie”, case rurali
costruite con paglia e terra, tipiche dellaValVibrata; le
cisterne dette “Grotte dei Saraceni”, utilizzate
in passato per la raccolta delle acque; la Chiesetta
di S. Angelo Abbamano, in località Case Alte,
edificata forse sui resti di un serbatoio romano (S.
Angelo ad Puteum). L’antica Chiesa di S. Ma-
ria a Vico (X sec.), nell’omonima frazione, eretta sui
ruderi di un tempio di Eracle. In frazione Villa Ricci
la piccola Chiesa dell’Immacolata Concezione
(1893).Infine,il borgo fortificato di Poggio Morello:
la Parrocchiale di S. Lucia (XVII sec.);resti dell’an-
tica cinta muraria; antica porta di accesso all’abitato;
Palazzo Striglioni (fine ‘800-primi ‘900) e Fonte
“Battistò”.
Santa Maria a Vico - particolari affreschi
62. grande epigrammista del’900, secondo il giudizio di
Giovanni Gentile e di Benedetto Croce;
Padre Natale Cavatassi, biblista e poeta; Al-
berto Capanna, direttore generale della Finsi-
der e poi presidente.
monumenti
T
ortoreto Alto mantiene l’aspetto di borgo
medioevale incastellato, con strette viuzze,
passaggi e panorami. La seicentesca Chiesa
di S. Agostino, annessa ad un ex convento ago-
stiniano del ‘500 (chiostro in stile romanico e poz-
zo). Fino al 1973 vi era custodita la preziosa tela di
Mattia Preti raffigurante il Battesimo di S. Agostino
(ricollocata dal 2007 nella sua sede antica splendi-
damente restaurata). In sagrestia è in allestimento
un piccolo museo di arte sacra. In Piazza Garibaldi
la Torre dell’Orologio, in origine antico mastio
difensivo e porta di Terravecchia. La Cappella
della Madonna della Misericordia, eretta
dopo l’epidemia di peste del 1348, un tempo annes-
sa ad un ospedale conserva il prezioso ciclo di af-
freschi raffiguranti la Passione di Cristo, del 1526, di
Giacomo Bonfini da Patrignone di Montalto Marche,
allievo del Pintoricchio; nell’abside Crocifissione con
veduta cinquecentesca del paese.A poca distanza la
I
l paese si articola in due zone distinte tra loro:
una più antica, in collina, Tortoreto Alto, borgo
medioevale fortificato, con tre quartieri (Terra-
vecchia, Terranova, Borgo), l’altra moderna,
Tortoreto Lido, stazione balneare. Numerosi sono
i ritrovamenti preistorici: resti di capanne circolari
o ellittiche nei pressi del torrente Salinello; dopo il
V sec. a. C. si insediarono i Piceni, successivamente
i Romani. Durante il periodo romano il territorio
era compreso nell’ager Palmensis (dal nome
della città di Palma, importante centro piceno).
In collina sorgeva Castrum Salini, in pianura
i villaggi di Servium e di Salinum. I superstiti
della devastazione gotica si rifugiarono sulla colli-
na di Castrum, fondando il nuovo nucleo urbano.
Nell’867, Tortoreto venne donata dall’imperatore
Ludovico II a Bertario abate di Montecas-
sino, citata in un documento col nome di “Turturi-
tus”. L’attuale borgo deriva da “tortora” (raffigurata
nello stemma comunale), zona un tempo ricca di
boschi abitati da tortore. Nel 1282 divenne feu-
do degli Acquaviva, duchi di Atri, fino al 1733.
Nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia. Nel XIX
secolo ci furono i primi insediamenti nella zona
costiera con la costruzione della ferrovia (1863).
Negli ultimi decenni si è verificato un grande svi-
luppo balneare; dal 1992 al 2014 è Bandiera Blu
d’Europa. Al Lido alcune aziende di pelletteria e
mobilifici. Tra le varie personalità: Nicola De
Fabritiis (1887-1968), musicista e compositore;
Emidio Piermarini, bibliotecario della Biblio-
teca Nazionale di Napoli, poeta e scrittore, il più
Tortoreto
Il mare
e la collina
65. Chiesa del patrono S. Nicola di Bari, rico-
struita nel 1534 (organo del 1842 di Vincenzo Paci,
statua argentea della Madonna della Neve del 1925,
cappella del santo protettore del 1873). Ed ancora:
il Belvedere, dall’ampio panorama; l’ex chiesa del
1529 della Madonna del Carmine; la porta
urbana settentrionale; la cinta muraria; il set-
tecentesco Palazzo Comunale (De Fabriti-
is); la Fortezza, in mattoni, con una bella torre
cilindrica degli Acquaviva e il suggestivo porticato
ricavato sotto piazza Garibaldi nell’avvallamento che
separava originariamente i tre quartieri antichi. Nel
territorio c’erano numerose “pinciare” o “pin-
ciaie”, case rurali costruite a secco con paglia e
fango. Lungo la strada che sale dal mare a Tortore-
to Alto, in località “Muracche” sono stati rinvenuti i
resti di una villa rustica romana con pavi-
mento musivo e vasche per il deposito dell’olio o
del mosto. Scendendo dal paese verso nord l’Oasi
Naturalistica delle Fonti del Vascello, in
località “Fontanelle” (zona ricca di polle d’acqua con
animali, piante e laghetto). A Cavatassi un interes-
sante Museo dell’Arte Contadina. Al Lido:
Museo della Cultura Marinara, la moderna
Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta.
Parallelo al Lungomare Sirena il Corridoio
Verde “Adriatico”, pista ciclabile di oltre 20 km,
che congiunge Porto d’Ascoli a Roseto degli Abruz-
zi e i 3,5 km di spiaggia dalla sabbia fine e dorata,
priva di scogli.
63
66. Pietracamela
I
stituito nel 1991 è situato tra Abruzzo (province di
Teramo, L’Aquila e Pescara), Lazio (provincia di Rieti) e
Marche (provincia di Ascoli Piceno). Si estende su un
territorio prevalentemente montuoso, tra il massiccio del
Gran Sasso d’Italia e la catena dei Monti della Laga; è sud-
diviso in 11 distretti. Il parco offre ai visitatori la possibilità
di interessanti escursioni, immersi nella bellezza della na-
tura e dell’arte: cascate, boschi, antichi tratturi e abbazie
benedettine. Molto frequentate le sue località sciistiche.
È gestito dall’omonimo Ente parco con sede ad
Assergi, nell’Aquilano.Tra le numerose specie di flora e
fauna presenti, ricordiamo: pini neri, abeti, betulle, cornioli,
genziane, faggi, prataioli, porcini, camoscio d’Abruz-
zo, cervo nobile, capriolo, lupo appenninico, orso bruno
marsicano, aquila reale. I comuni delTeramano che ne fan-
no parte sono: Arsita, Campli, Castelli, Civitella
del Tronto, Cortino, Crognaleto, Fano Adria-
no, Isola del Gran Sasso d’Italia, Montorio al
Vomano, Pietracamela, Rocca Santa Maria,
Torricella Sicura, Tossicia e Valle Castellana.
Parco Nazionale
Del Gran Sasso e
Monti della Laga
Cascata Padula di Cortino