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The Espanet Conference
“Innovare il welfare. Percorsi di trasformazione in Italia e in Europa”
                 Milano, 29 Settembre - 1 Ottobre 2011
         ____________________________________

               Il Community care
  quale possibile modello di integrazione
    socio-sanitaria a livello territoriale




                                                           Luciana Ridolfi
                                          Dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione
                                              Università degli Studi di Urbino, “Carlo Bo”
                                                      luciana_ridolfi@hotmail.com
Introduzione
               Welfare in crisi…
• Comunicazionale: tra macrosistemi (organizzazioni)
                     e micro individualità (cittadini);
• Autoreferenziale: processi di istituzionalizzazione
• Politico-sanitaria: ospedale – territorio – domicilio =
                               No integrazione
   Necessità di incontro nella Community Network
           (Rete organizzativa, professionale, umana)
                    Community care

   assistenza integrata, incentrata su famiglia e comunità,
con pratiche di auto-cura, cure a domicilio, mutuo aiuto… per un
      reale cambiamento partecipato (Empowerment)              2
Obiettivi di lavoro
           Fase di cambiamento del sistema sanitario:
  spostamento del baricentro dai centri tradizionali di cura al
    territorio e alle politiche di prevenzione come risposta più
        efficace e appropriata ai nuovi bisogni della salute


                        Obiettivi:
 miglioramento dei servizi delle cure primarie attraverso:
   • soluzioni organizzative su base comunitaria per superare
     modelli assistenziali in uso (di tipo gerarchico e prestazionale)
   • nuovi approcci relazionali, multisettoriali e di rete
   • azione di interfaccia del Terzo Settore per integrazione socio-
     sanitaria a livello territoriale e distrettuale.
                                                                    3
Metodologia di lavoro

  Approccio metodologico di tipo qualitativo attraverso:

 Riflessione sociologica: ruolo delle reti sociali nella
  Community care e correlazione con salute/malattia;

 Analisi: esperienze nazionali/internazionali su modelli
  organizzativi innovativi per erogazione delle Cure Primarie;

 Valutazione: diverso ruolo attribuito alle Cure Primarie
  nell’ambito della concezione gerarchico-piramidale e in
  quella orizzontale (rete).

                                                             4
Dai sistemi sanitari … ai “Sistemi di salute”
   Sistema sanitario        ospedale: modello istituz/totalizzante…
  ... ad approccio olistico e pluralista       insieme pratiche
       biomediche specialistiche e non presenti nella società
      (medicina popolare, self-care, home-care, community care).
    Obiettivo: de-istituzionalizzazione della persona sofferente e
    suo reinserimento nel contesto di vita attraverso reti sociali
                 di mediazione e supporto alla malattia.
    Tutela della salute = non più solo ambito di professionisti
    sanitari ma risultato integrazione tra azione diagn.-terapeutica
    + preventivo-promozionale di altri soggetti della comunità.
                         “Sistema di salute”
oltre al sanitario tout court, ricomprende anche il sistema sociale =
persone e loro interconnessioni di tipo sociale, simbolico, psichico...
                                                                     5
La Community care
 Approccio teorico-pratico per sistema di servizi a livello locale
mediante Reti di intervento fra soggetti settore informale (vicinato,
amici, famiglie) e formale (organiz. sanitarie pubbliche, private e no
         profit) mediante relazioni di reciprocità sinergica.
                        Community care
  - presa in carico della comunità da parte della comunità -
  come processo di “restituzione della competenza di
  cura ai corpi intermedi della società civile”… (M. Pellizzari)
   rende possibile il passaggio da comunità come luogo
  fisico (territorio) destinatario di prestazioni socio-sanitarie,
  a comunità come rete di relazioni sociali significative.
   Si articola in self-care (auto-cura), home o family care
  (cura a domicilio o in famiglia) e community care in
   senso stretto (auto-mutuo soccorso).                              6
La famiglia: luogo di Self care e Home care
 Self-care : persona malata non come ricevente passivo dei
  servizi ma come primo operatore di cura nei confronti della
  propria salute (“Produttore e consumatore di quel bene immateriale
   che è la salute”. M. Stacey)
   Si attua principalmente nella famiglia che eroga lavoro di cura
   con diverse componenti: cura materiale, supporto psicologico,
   supporto emotivo e supporto economico.
 Home care (o family care): si basa su ruolo dei care-givers,
  figure con forte coinvolgimento affettivo nei confronti del
  malato rispetto al quale - il care-giver informale - ha di solito
  legami di tipo matrimoniale, di convivenza, di parentela...
         Realtà che rischia di scomparire a causa di fattori strutturali
    (familiari), sociali e culturali che generano indebolimento delle
    reti relazionali tradizionali…
                                                                       7
L’integrazione in rete: reti sociali e reti di cura
                          Reti sociali




                Reti relazionali significative
    influenzano positivamente, in termini di supporto sociale,
           sia l’insorgere che il decorso della malattia.

  Reti primarie                                Reti secondarie
                                                                 8
Reti primarie

                     Sono reti di tipo informale
 (o della socievolezza primaria) basate su relazioni faccia a faccia.
Supporto fornito da parenti, vicini, persone con legami sociali.
   Sistemi protettivi di salute, con funzioni di supporto sociale.



          Reti coesive/estese:
       veicolano beni relazionali
          (affetto, sicurezza…)         Reti disarticolate/limitate:
                                        veicolano beni strumentali
                                            (oggetti, tecniche…)

 Quando la rete primaria non è in grado di fornire il sostegno sociale
      necessario, occorre attivare le Reti secondarie.                   9
Reti secondarie (formali)

                    Fondate su:
      Servizi pubblici (logica burocratico - amm.va)
   Servizi privati (logica del profitto)
    Si attivano attraverso interventi di attori quali:

       professionista sociale (assistente sociale…)
    professionista sanitario (MMG, infermiere…)

 gatekeeper : soggetto operante al di fuori dei servizi
                 socio-sanitari (volontario…) che facilita
                 l’accesso al sistema delle cure formali.
                                                         10
Reti secondarie (informali)

             Rappresentate soprattutto da:
 gruppi del Terzo Settore operanti con logica non profit

 Volontariato: prestazioni gratuite di tipo relazionale e pratico.


Organizzazioni di advocacy : operano azione di pressione
per modificare decisioni politiche e comportamenti collettivi ed
individuali allo scopo di migliorare la salute di singoli o comunità.

Gruppi di self-help (aiutare sé stessi aiutando gli altri):
condivisione del problema, valore terapeutico del legame sociale.

                                                                 11
Il Terzo Settore
                Vista la sua “collocazione”,
 il TS svolge importante funzione di interconnessione
  tra settore informale e formale attraverso forme di:

Supplenza: sostituisce non solo reti sociali informali
inadeguate, ma anche latitanza del settore formale
(pubblico o privato).
Complementarietà : eroga prestazioni aggiuntive diverse
 (personalizzate) da quelle erogate dai servizi pubblici/privati.

Competizione: eroga prestazioni o servizi alternativi, in
 concorrenza con quelli del settore formale

                                                             12
Il governo delle cure primarie
         e le reti socio-sanitarie di tutela della salute
     “La Community Oriented Primary Care è la forma più evoluta dell'assistenza
        sanitaria di base dove le cure primarie sono integrate da un approccio
                  di sanità pubblica gestito dal Distretto e fondato su:
  valutazione sistematica dei bisogni della comunità, implementazione di interventi
   sistematici rivolti a gruppi target di popolazione, monitoraggio dell'impatto di tali
           interventi per valutare l'utilità rispetto ai bisogni della popolazione”
         (Health Evidence Network, WHO Regional Office for Europe, 2004).

                             Il Distretto
           “governa la domanda di salute della comunità “
                                      in quanto è:

 area-sistema del Modello a Rete dei Presidi e Servizi Territoriali,
  luogo della “Presa in Carico” dei pazienti cronici…,
     punto di incontro tra domanda di salute e offerta di cure,
        luogo della partecipazione del cittadino agli obiettivi
            di salute e alla valutazione dei risultati.
                                                                                     13
Il governo delle cure primarie
        e le reti socio-sanitarie di tutela della salute
       L’allocazione delle risorse è ancora a favore delle cure ospedaliere…
                       Occorre riequilibrare il “sistema”:
         dal paradigma dell’attesa (tipico delle malattie acute…)



               … al paradigma dell’iniziativa
   più adatto gestione delle malattie croniche perché si basa su:
 valutazione dei bisogni della comunità e attenzione ai
  determinanti della salute (socio-economici e culturali),
 propensione agli interventi di prevenzione, all’utilizzo dei dati
  epidemiologici, alle attività programmate,
 attività di counselling individuale e di gruppo,
 interazione con le risorse comunitarie, volontariato, Terzo Settore
                                                                               14
Cure Primarie e Integrazione verticale

                     Integrazione verticale
    (integrazione tra professionisti su diversi livelli di cura)


cure primarie: livello di accesso funzionale al sistema sanitario,
 necessario per filtrare domanda sanitaria dei cittadini ed evitare
          richieste improprie o sovraccarico di richieste.
            Concezione gerarchico-piramidale:
     cure primarie in ruolo subordinato rispetto a sistema
 di cure che continua ad avere il suo cuore nei livelli apicali.
 Concezione che non consente di articolare adeguatamente il
  rapporto tra il sistema formale e informale delle cure che è
    collocato al di fuori e al di sotto del sistema sanitario
                                schema
                                                                   15
Concezione gerarchico-piramidale dell’assistenza




                   ASSISTENZA
                    TERZIARIA


                   ASSISTENZA
                   SECONDARIA


                   ASSISTENZA
                    PRIMARIA


              Settore Informale
              Fonte: G. Giarelli, E. Venneri, 2009   16
Cure Primarie e Integrazione orizzontale (1)
                    Integrazione orizzontale
(cooperazione tra professionisti posti sullo stesso livello di cura)


        Collocazione delle cure primarie in ottica di ridefinizione
 della divisione del lavoro di cura non più gerarchica e piramidale
 ma lungo continuum orizzontale articolato tra le 2 polarità del:
 settore formale - informale, sapere comprensivo - specialistico,
  della prevenzione/promozione - salute/terapia, del care - cure
                   Concezione reticolare :
               per creare reti di tutela della salute
    essenziali per la capacità di fornire risposte differenziate
       nell’ambiente socioculturale in cui l’individuo vive.
                              schema
                                                                   17
Concezione assistenza lungo continuum orizzontale

  - Settore informale                                                    - Settore formale
  - Sapere comprensivo                                              - Sapere specialistico
  - Prevenzione/promozione                                                        - Terapie
  - Care                                                                             - Cure




  Self-     Home-        Community                 Assistenza     Assistenza     Assistenza
  care       care          Care                     primaria      secondaria      terziaria




Popolare    Caregiver    Reti sociali
Non conv.   (familiare   primarie
convenz       o altro)   (vicinato, ecc.)
                         e secondarie
                         (vontariato,
                         self-help,
                         advocacy)




                           Fonte: G. Giarelli, E. Venneri, 2009                           18
Cure Primarie e Integrazione orizzontale (2)
                       Integrazione orizzontale
consente maggiore definizione settore informale (self-care, home care,
   Community care) e reti secondarie del Terzo Settore (volontariato,
           gruppi di self-help e organizzazioni di advocacy).
                       Integrazione orizzontale
                richiama necessità di dar vita a forme di
                   network relationship management
      in senso orizzontale, necessario per creare capitale sociale.
                     Con Integrazione orizzontale
         cure primarie non più in funzione di filtro (gate-keeping),
             ma integrazione tra cure primarie e secondarie.
  Svolta qualitativa     System-keeping: integrazione tra assistenza
  verticale (gestione specifiche malattie assistenza primaria e terziaria)
  e orizzontale (integrazione ass. vicino ai bisogni individui e comunità)
                                                                      19
Conclusioni…

    Osservatorio Censis: 44° Rapporto su situazione del paese:


     tagli, contrazioni di prestazioni, crisi economica globale…

              Arretramento generale del Welfare

             Carenza di risposte rispetto ai bisogni
            di natura socio-sanitaria ed assistenziale

         Mortificante solitudine delle famiglie costrette
                      ad “inventarsi” soluzioni
in particolare nell’assistenza ai non sufficienti e nella disabilità…
                                                                   20
Volontariato                risposta possibile
Osservatorio Censis: un italiano su quattro (26%) impegnato in
   attività di volontariato (ospedali, case di cura, presidi socio-
assistenziali, assistenza a domicilio anziani e non auto-sufficienti).
      Volontariato non solo come risorsa nella comunità,
          ma provider di servizi in tempo di crisi.

       Politiche di Welfare concentrate sulle criticità
   (carattere “ripartivo” delle politiche sociali) e principi
     Legge 328/00 disattesi (promozione e prevenzione).

        Il “mercato sociale” come “puro mercato”…
             [Sociale = puro aggettivo formale]
 Terzo Settore percepito quasi esclusivamente come terza
 dimensione economica tra quella pubblica e quella privata…
                                                                   21
Un ex ministro della Sanità italiano, affermava:

  «In Italia abbiamo un sistema di cure che funziona
 come un radar sul quale il paziente appare per essere
   curato e scompare alla vista una volta guarito...




Perfetto per le malattie acute, ma non per le patologie
    croniche, per le quali serve invece un modello di
  assistenza diverso: un sistema adatto a malattie che
     non guariscono e che devono essere seguite nel
         territorio, adeguatamente attrezzato…
             Mettere al centro la prevenzione
         e il controllo delle malattie croniche
                  è interesse di tutti».
                              _
                                                          22
Grazie
      per
l’attenzione!

                23

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Il community care quale possibile modello di integrazione socio sanitaria a livello territoriale

  • 1. The Espanet Conference “Innovare il welfare. Percorsi di trasformazione in Italia e in Europa” Milano, 29 Settembre - 1 Ottobre 2011 ____________________________________ Il Community care quale possibile modello di integrazione socio-sanitaria a livello territoriale Luciana Ridolfi Dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione Università degli Studi di Urbino, “Carlo Bo” luciana_ridolfi@hotmail.com
  • 2. Introduzione Welfare in crisi… • Comunicazionale: tra macrosistemi (organizzazioni) e micro individualità (cittadini); • Autoreferenziale: processi di istituzionalizzazione • Politico-sanitaria: ospedale – territorio – domicilio = No integrazione Necessità di incontro nella Community Network (Rete organizzativa, professionale, umana) Community care assistenza integrata, incentrata su famiglia e comunità, con pratiche di auto-cura, cure a domicilio, mutuo aiuto… per un reale cambiamento partecipato (Empowerment) 2
  • 3. Obiettivi di lavoro Fase di cambiamento del sistema sanitario: spostamento del baricentro dai centri tradizionali di cura al territorio e alle politiche di prevenzione come risposta più efficace e appropriata ai nuovi bisogni della salute Obiettivi:  miglioramento dei servizi delle cure primarie attraverso: • soluzioni organizzative su base comunitaria per superare modelli assistenziali in uso (di tipo gerarchico e prestazionale) • nuovi approcci relazionali, multisettoriali e di rete • azione di interfaccia del Terzo Settore per integrazione socio- sanitaria a livello territoriale e distrettuale. 3
  • 4. Metodologia di lavoro Approccio metodologico di tipo qualitativo attraverso:  Riflessione sociologica: ruolo delle reti sociali nella Community care e correlazione con salute/malattia;  Analisi: esperienze nazionali/internazionali su modelli organizzativi innovativi per erogazione delle Cure Primarie;  Valutazione: diverso ruolo attribuito alle Cure Primarie nell’ambito della concezione gerarchico-piramidale e in quella orizzontale (rete). 4
  • 5. Dai sistemi sanitari … ai “Sistemi di salute” Sistema sanitario ospedale: modello istituz/totalizzante… ... ad approccio olistico e pluralista insieme pratiche biomediche specialistiche e non presenti nella società (medicina popolare, self-care, home-care, community care). Obiettivo: de-istituzionalizzazione della persona sofferente e suo reinserimento nel contesto di vita attraverso reti sociali di mediazione e supporto alla malattia. Tutela della salute = non più solo ambito di professionisti sanitari ma risultato integrazione tra azione diagn.-terapeutica + preventivo-promozionale di altri soggetti della comunità. “Sistema di salute” oltre al sanitario tout court, ricomprende anche il sistema sociale = persone e loro interconnessioni di tipo sociale, simbolico, psichico... 5
  • 6. La Community care Approccio teorico-pratico per sistema di servizi a livello locale mediante Reti di intervento fra soggetti settore informale (vicinato, amici, famiglie) e formale (organiz. sanitarie pubbliche, private e no profit) mediante relazioni di reciprocità sinergica. Community care - presa in carico della comunità da parte della comunità - come processo di “restituzione della competenza di cura ai corpi intermedi della società civile”… (M. Pellizzari) rende possibile il passaggio da comunità come luogo fisico (territorio) destinatario di prestazioni socio-sanitarie, a comunità come rete di relazioni sociali significative. Si articola in self-care (auto-cura), home o family care (cura a domicilio o in famiglia) e community care in senso stretto (auto-mutuo soccorso). 6
  • 7. La famiglia: luogo di Self care e Home care  Self-care : persona malata non come ricevente passivo dei servizi ma come primo operatore di cura nei confronti della propria salute (“Produttore e consumatore di quel bene immateriale che è la salute”. M. Stacey) Si attua principalmente nella famiglia che eroga lavoro di cura con diverse componenti: cura materiale, supporto psicologico, supporto emotivo e supporto economico.  Home care (o family care): si basa su ruolo dei care-givers, figure con forte coinvolgimento affettivo nei confronti del malato rispetto al quale - il care-giver informale - ha di solito legami di tipo matrimoniale, di convivenza, di parentela... Realtà che rischia di scomparire a causa di fattori strutturali (familiari), sociali e culturali che generano indebolimento delle reti relazionali tradizionali… 7
  • 8. L’integrazione in rete: reti sociali e reti di cura Reti sociali Reti relazionali significative influenzano positivamente, in termini di supporto sociale, sia l’insorgere che il decorso della malattia. Reti primarie Reti secondarie 8
  • 9. Reti primarie Sono reti di tipo informale (o della socievolezza primaria) basate su relazioni faccia a faccia. Supporto fornito da parenti, vicini, persone con legami sociali. Sistemi protettivi di salute, con funzioni di supporto sociale. Reti coesive/estese: veicolano beni relazionali (affetto, sicurezza…) Reti disarticolate/limitate: veicolano beni strumentali (oggetti, tecniche…) Quando la rete primaria non è in grado di fornire il sostegno sociale necessario, occorre attivare le Reti secondarie. 9
  • 10. Reti secondarie (formali) Fondate su: Servizi pubblici (logica burocratico - amm.va) Servizi privati (logica del profitto) Si attivano attraverso interventi di attori quali:  professionista sociale (assistente sociale…)  professionista sanitario (MMG, infermiere…)  gatekeeper : soggetto operante al di fuori dei servizi socio-sanitari (volontario…) che facilita l’accesso al sistema delle cure formali. 10
  • 11. Reti secondarie (informali) Rappresentate soprattutto da: gruppi del Terzo Settore operanti con logica non profit Volontariato: prestazioni gratuite di tipo relazionale e pratico. Organizzazioni di advocacy : operano azione di pressione per modificare decisioni politiche e comportamenti collettivi ed individuali allo scopo di migliorare la salute di singoli o comunità. Gruppi di self-help (aiutare sé stessi aiutando gli altri): condivisione del problema, valore terapeutico del legame sociale. 11
  • 12. Il Terzo Settore Vista la sua “collocazione”, il TS svolge importante funzione di interconnessione tra settore informale e formale attraverso forme di: Supplenza: sostituisce non solo reti sociali informali inadeguate, ma anche latitanza del settore formale (pubblico o privato). Complementarietà : eroga prestazioni aggiuntive diverse (personalizzate) da quelle erogate dai servizi pubblici/privati. Competizione: eroga prestazioni o servizi alternativi, in concorrenza con quelli del settore formale 12
  • 13. Il governo delle cure primarie e le reti socio-sanitarie di tutela della salute “La Community Oriented Primary Care è la forma più evoluta dell'assistenza sanitaria di base dove le cure primarie sono integrate da un approccio di sanità pubblica gestito dal Distretto e fondato su: valutazione sistematica dei bisogni della comunità, implementazione di interventi sistematici rivolti a gruppi target di popolazione, monitoraggio dell'impatto di tali interventi per valutare l'utilità rispetto ai bisogni della popolazione” (Health Evidence Network, WHO Regional Office for Europe, 2004). Il Distretto “governa la domanda di salute della comunità “ in quanto è:  area-sistema del Modello a Rete dei Presidi e Servizi Territoriali,  luogo della “Presa in Carico” dei pazienti cronici…,  punto di incontro tra domanda di salute e offerta di cure,  luogo della partecipazione del cittadino agli obiettivi di salute e alla valutazione dei risultati. 13
  • 14. Il governo delle cure primarie e le reti socio-sanitarie di tutela della salute L’allocazione delle risorse è ancora a favore delle cure ospedaliere… Occorre riequilibrare il “sistema”: dal paradigma dell’attesa (tipico delle malattie acute…) … al paradigma dell’iniziativa più adatto gestione delle malattie croniche perché si basa su:  valutazione dei bisogni della comunità e attenzione ai determinanti della salute (socio-economici e culturali),  propensione agli interventi di prevenzione, all’utilizzo dei dati epidemiologici, alle attività programmate,  attività di counselling individuale e di gruppo,  interazione con le risorse comunitarie, volontariato, Terzo Settore 14
  • 15. Cure Primarie e Integrazione verticale Integrazione verticale (integrazione tra professionisti su diversi livelli di cura) cure primarie: livello di accesso funzionale al sistema sanitario, necessario per filtrare domanda sanitaria dei cittadini ed evitare richieste improprie o sovraccarico di richieste. Concezione gerarchico-piramidale: cure primarie in ruolo subordinato rispetto a sistema di cure che continua ad avere il suo cuore nei livelli apicali. Concezione che non consente di articolare adeguatamente il rapporto tra il sistema formale e informale delle cure che è collocato al di fuori e al di sotto del sistema sanitario schema 15
  • 16. Concezione gerarchico-piramidale dell’assistenza ASSISTENZA TERZIARIA ASSISTENZA SECONDARIA ASSISTENZA PRIMARIA Settore Informale Fonte: G. Giarelli, E. Venneri, 2009 16
  • 17. Cure Primarie e Integrazione orizzontale (1) Integrazione orizzontale (cooperazione tra professionisti posti sullo stesso livello di cura) Collocazione delle cure primarie in ottica di ridefinizione della divisione del lavoro di cura non più gerarchica e piramidale ma lungo continuum orizzontale articolato tra le 2 polarità del: settore formale - informale, sapere comprensivo - specialistico, della prevenzione/promozione - salute/terapia, del care - cure Concezione reticolare : per creare reti di tutela della salute essenziali per la capacità di fornire risposte differenziate nell’ambiente socioculturale in cui l’individuo vive. schema 17
  • 18. Concezione assistenza lungo continuum orizzontale - Settore informale - Settore formale - Sapere comprensivo - Sapere specialistico - Prevenzione/promozione - Terapie - Care - Cure Self- Home- Community Assistenza Assistenza Assistenza care care Care primaria secondaria terziaria Popolare Caregiver Reti sociali Non conv. (familiare primarie convenz o altro) (vicinato, ecc.) e secondarie (vontariato, self-help, advocacy) Fonte: G. Giarelli, E. Venneri, 2009 18
  • 19. Cure Primarie e Integrazione orizzontale (2) Integrazione orizzontale consente maggiore definizione settore informale (self-care, home care, Community care) e reti secondarie del Terzo Settore (volontariato, gruppi di self-help e organizzazioni di advocacy). Integrazione orizzontale richiama necessità di dar vita a forme di network relationship management in senso orizzontale, necessario per creare capitale sociale. Con Integrazione orizzontale cure primarie non più in funzione di filtro (gate-keeping), ma integrazione tra cure primarie e secondarie. Svolta qualitativa System-keeping: integrazione tra assistenza verticale (gestione specifiche malattie assistenza primaria e terziaria) e orizzontale (integrazione ass. vicino ai bisogni individui e comunità) 19
  • 20. Conclusioni… Osservatorio Censis: 44° Rapporto su situazione del paese: tagli, contrazioni di prestazioni, crisi economica globale… Arretramento generale del Welfare Carenza di risposte rispetto ai bisogni di natura socio-sanitaria ed assistenziale Mortificante solitudine delle famiglie costrette ad “inventarsi” soluzioni in particolare nell’assistenza ai non sufficienti e nella disabilità… 20
  • 21. Volontariato risposta possibile Osservatorio Censis: un italiano su quattro (26%) impegnato in attività di volontariato (ospedali, case di cura, presidi socio- assistenziali, assistenza a domicilio anziani e non auto-sufficienti). Volontariato non solo come risorsa nella comunità, ma provider di servizi in tempo di crisi. Politiche di Welfare concentrate sulle criticità (carattere “ripartivo” delle politiche sociali) e principi Legge 328/00 disattesi (promozione e prevenzione). Il “mercato sociale” come “puro mercato”… [Sociale = puro aggettivo formale] Terzo Settore percepito quasi esclusivamente come terza dimensione economica tra quella pubblica e quella privata… 21
  • 22. Un ex ministro della Sanità italiano, affermava: «In Italia abbiamo un sistema di cure che funziona come un radar sul quale il paziente appare per essere curato e scompare alla vista una volta guarito... Perfetto per le malattie acute, ma non per le patologie croniche, per le quali serve invece un modello di assistenza diverso: un sistema adatto a malattie che non guariscono e che devono essere seguite nel territorio, adeguatamente attrezzato… Mettere al centro la prevenzione e il controllo delle malattie croniche è interesse di tutti». _ 22
  • 23. Grazie per l’attenzione! 23