2. La cinematografia, l’invenzione della quale si
attribuisce ai fratelli Lumière nel 1895,
costituisce una rottura non meno radicale che la
fotografia. Come lo indica la parola,
3. Cinema
La rivoluzione che costituisce la presa meccanica di
un’immagine fissa del mondo è completata alla fine
del secolo da un’altra rivoluzione. Da una parte
all’altra dell’Atlantico, Eadweard Muybridge e Jules
Marey pervengono a registrare i movimenti della
locomozione. Tra il 1881 e il 1895 si situa così quella
che si chiama la protostoria del cinema.
Traendo beneficio dall’accorciamento dei
tempi, Muybridge e Marey procedono per serie di
fotografie prese a intervalli talmente piccoli che il
movimento si trova registrato nelle sue tappe.
6. Cronofotografia
In risposta a una polemica
sollevata in francia dal fisiologist
Marey (1830-1904) e divenuta
internazionale, il fotografo
americano Muybrudge, suo
esatto contemporaneo, si
interessa al galoppo del cavallo,
del quale si tratta di verificare se
le 4 zampe si trovano in aria allo
stesso momento, a quella
velocità. I clichés di Muybridge
provano che, come lo mostrano
molte opere, questo «galoppo
volante» corrisponde a una
realtà. Convinto dal
procedimento, Marey l’utilizza a
sua volta e lo chiama
cronofotografia.
9. Cinetoscopio e lanterna magica
Le immagini di Marey e di Muybridge • Nel Cinetoscopio le immagini
possono essere guarate sono visibili in delle scatolo dove
simultaneamente su tirature o solo una persona può guardaee.
proiettate grazie a un primo Tuttavia, già dal XVII secolo esiste
apparecchio che Muybridge chiama un dispositivo che conobbe un
«zoopraxiscope». Intanto, nel successo notevole: la lanterna
1894, in America ancora, Thomas magica. Delle immagini dipinte a
Edison, il pioniere dell’elettricità e mano su placche di vetro sono
fondatore della General proiettate su uno schermo da un
Electric, mette a punto due apparecchio )lanterna) dotato di
apparecchi il cui uso combinato si lenti. Gli spettacoli sono
rivela formidabile: il Kinetografo pubblici, hanno luogo in «sale
registra da 16 a 30 immagini al scure» e possono essere animate
secondo su un’unica bobina che da musicisti o attori che parlano
misura 35 mm di altezza; il durante la proiezione.
kinetoscopio che permette di far
sfilare la bobina (perforata da un
lato), con una manovella.
11. I fratelli Lumière
L’idea di associare il film inventato da Edison e un apparecchio di
proiezione ispirato alla lampada magica è nell’aria dal 1890. Il
francese Louis Le Prince realizza la prima di queste associazioni:
nel 1888 a Leeds dove risiede, filma dei cortissimi metraggi (meno
di 2 secondi), una scena di un giardino, poi un tramway che passa
su un ponte che proietta pubblicamente. Sono altri due francesi, i
fratelli Louis e Auguste Lumière, figli di un produttore industriale di
placche cinematografiche che mettono a punto il
«cinematografo». Il 22 marzo 1895 ha luogo la prima proiezione
nei locali della Societé d’encouragement pour l’industrie
nationale, davanti a un pubblico ristretto e scelto. Il 28 dicembre
dello stesso anno ha luogo la prima seduta a pagamento nella sala
posteriore di un Café : la prima vera seduta cinematografica.
La prima sala cinematografica viene istituita a La Ciotata nel sud
della Francia, nel 1899.
13. I film dei Lumière
Sono documentari e corte fiction comiche dove
comunque i Lumière si preoccupano di un
minimo di messa in scena, scegliendo ad
esempio gli abii dei personaggi, anche degli
operai.
14. I primi anni: muto e bianco e nero
Ci vogliono comunque diversi anni perché il
cinematografo divent il «cinema». I primi
cortometraggi sono ancora «attrazioni
spettacolari». Poi, progressivamente, il cinema
accede alla narrazione: meccanismi drammatici
si mettono in scena, mentre allo stesso tempo le
tecniche filmiche si sviluppano.
16. Prestigiatore filmico
L’estetica del cinematografo è incarnata dalla personalità
di Georges Méliès (1861-1938). Disegnatore,
prestigiatore, direttore di un teatro di magia prima di
diventare il primo regista di film della storia, Méliès apre
dal 1896 degli studios cinematografici a Montreuil-sous-
bois. Da questi studios, che funzionano fino al 1913,
escono diverse centinaia di films, evidentemente molto
corti, secondo i parametri attuali (tra 2 e 10 minuti). Sono
diavolerie piene d’illusioni e di fuoco, spesso colorate a
pennello. La più celebre è il viaggio nella luna, ma Méliès
si occupa anche di soggetti più seri, come Anna Bolena e
un film politico sul caso Dreyfus (1899).
22. Peplum, storia e politica
Verso la Prima Guerra mondiale, i film sono ormai dei lungometraggi: le
bobine raggiungono una lunghezza che permette talvolta di proiettare per 4-
5 ore. Le ambizioni drammatiche sono a dimensione di questa espansione.
Negli anni 1910, in Italia, nasce quello che si chiamerà il peplum : film che
traggono ispirazione nella storia antica e richiedono messe in scene
imponenti e comparse.
Durante la guerra, l’americano David wark Griffith (1875-1948) realizza le
sue grandi epopee storiche: Nascita di una nazione del 1915 è una
ricostituzione della guerra di Secessione he fa l’apologia del Ku Klux Klan.
Nella neonata Unione Sovietica, Sergey Eisenstein(1898-1948) realizza i suoi
capolavori, le sue celebrazioni della nuova unione di repubbliche comandate
dallo stesso regime che poi si preoccuperà di eleminare il regista : La
corazzata Potemkin (1925) e Ottobre (1927)
29. I progressi tecnici
Il suono: il cinema sonoro raggiunge una messa a
punto nel 1927 negli Stati Uniti quadno il suono può
registrarsi su una pellicola da proiezione (suono
ottico). Negli anni 1930 i films sonori poi parlanti
diventano regola.
Il colore: dopo i cortometraggi compresi quelli di
animazione, il primo lungometraggio a colori in
technicolor in tricromia, Becky Sharp, data al 1935.
Il colore si generalizza progressivamente e diventa
norma negli anni 1960.
30. Gli effetti speciali e il montaggio
La tecnica dei film progredisce considerevolmente durante questi anni.
Già, nei cortometraggi di Méliès, fusioni di immagini, effetti di luce e
sovrapposizioni sono frequenti. Cio che sarà sistematizzato più tardi sotto la
denominazione di Travelling e che si chiama allora Carrello è utilizzato nel
peplum Cabiria di Giovanni Pastrone (1935). Le scene, che erano prima
dipinte, sono sempre più costruite: l’illusione di tridimensionalità se ne
ritrova accentuata. Dei plastici entrano presto in queste costruzioni, ciò che
permette effetti speciali dai quali trarranno profitto i film espressionisti
tedeschi e poi il cinema americano (King Kong, 1933). Con Griffith e
Eisenstein il montaggio si impone: le pellicole sono tagliate e le riprese sono
rimontate in modo che l’espressione sia puù efficace. Piani larghi e primi piani
si succedono nei film sovietici, offrendo al mondo un pathos multiplo e non
legato ad una camera fissata in una posizione. Questa tecnica permette di
sovrapporre delle immagine che in genere piace al pubblico. Un esempio è
L’uomo con la macchina da presa di Vertov del 1927.
31. Gli studios e lo «star system»
La recitazione, il modo di farsi riprendere degli
attori evolve parallelamente alle novità; si
modifica poi quando i films diventano parlati. La
visibilità sociale dell’attore si trasforma
ugualmente : lo «star system» nasce negli anni
1920, con lo sviluppo dei grandi «studios».
32. Il tempo del muto : Charlot
Fintanto che il cinema resta muto, gli artisti sottolineano
le loro emozioni con mimiche e gestualità che lo
spettatore moderno trova esagerata. I volti con le loro
espressioni manifeste, hanno un posto importante nel
cinema di Eisenstein dove i primi piani li mettono in
valore. Il teatro giapponese kabuki, che ricorre alla
maschera, ispira questo tipo di inquadratura. Ma i
teorici, tra i quali il grande riformatore Vsevolod
Meyerhold, maestro di Eisenstein, preconizzano una
recitazione che impegna tutto il corpo come i mimi. Le
loro proposte influenzano la nascita del «burlesque» dove
la silhouette e l’invenzione gestuale supportano il gioco
dell’attore : Max Lindre, Harold Lloyd, Buster keaton, sono
gli eroi di questo periodo. Ma il gioco più celebre è quello
dell’inglese Charles Chaplin (1889-1977).
33. Charlie Chaplin
«Charlot»
Inventato nel 1914 (Charlot è contento
di sé), il personaggio creato da Chaplin
conosciuto sotto il nome di The Trump
(il vagabondo), commuove per la
mobilità dei suoi tratti, sottolineati dal
trucco, ma anche per il modo rapido di
muoversi, per il modo di vestire con
quei pantaloni troppo grandi, il busto
racchiuso in una giacca troppo stretta,
la testa coperta da una bombetta, la
camminata danzante e il braccio
prolungato dalla sottile canna di
bambù.
35. L’apparizione della voce
Charlot percorre così la storia del cinema muto, ma il
personaggio trionfa anche agli inizi del parlato (Tempi
moderni, 1936) – un parlato che Chaplin a combattutto molto
prima di risoversi ad utilizzarlo, nel 1940, con Il grande
dittatore.
L’avvento della voce crea in effetti una commozione.
Trasforma un arte a vocazione internazionale in un medium
specifico di una lingua : bisogna moltiplicare i punti di
ripresa, nella lingua del paese d’origine all’inizio, poi in quella
dei luoghi dove il film va esportato. Gli attore, che fanno finta
di parlare per le versioni straniere si trovano privati di una
parte essenziale del loro lavoro : privazione tanto più doloroso
quando i dialoghi hanno un ruolo fondamentale nei primi film
parlati, imponendo un gioco dove il ritmo, le intonazioni e la
qualità della voce contano tanto quanto i gesti. Numerosi
artisti allora spariscono.
37. Gli studios e le loro «vedettes»
Dall’avvento del sonoro i mezzi finanziari che servono ai
films, lunghi e dalle scenografie complesse, magari con
molti attori e comparse, diventano considerevoli. L’epoca
dei grandi studios comincia: un piccolo numero di firme, i
majors, in un piccolo numero di luoghi – l’America e in
particolare Hollywood – si trovano in concorrenza. Si
appoggiano su alcuni attori per promuovere le loro
produzioni che si declinano verso i «generi» a partire da
un film tipo del quale cercano di ripetere il successo:
western, poliziesco, melodramma, commedia
musicale, etc : «famous players in famous plays ». Diviene
la formula di una leggenda di Hollywood. Adolph Zuckor
nel 1912 intitola così la prima società (Famous
Players)con il film Thw Queen Elisabeth con Sarah
Bernhardt. Poi divenne la Paramount.
40. Il film d’animazione americano
Il cinema proietta immagini la cui registrazione e
il loro passaggio, in ragione di 24 al
secondo, danno l’illusione del movimento.
Queste immaginisono fotografate o possono
essere o disegnate (disegno animato). Ii termine
cinema d’animazione si applica a films che
rimpiazzano tutti o una parte degli attori e/o
degli oggetti e delle scen, con disegni, figurine di
gesso o di carta o di altri materiali.
41. Il gatto Felix, una delle prime
stars disegnate
Ispirato dal personaggio di Charlot, la
prima star del disegno animato nasce
nel 1919 nello studio di Pat Sullivan
(1887-1933). Australiano immigrato
negli USA, la sua invenzione è anche
rivendicata dal suo collaboratore
Otto Messmer. Si tratta di Felix il
gatto, felino antropomorfo dal pelo
nero, grandi occhi, muso bianco
tagliato da una grande bocca che i
suoi cratori fanno trovare in
situazioni assurde. Le sue avventure
sono celebri negli anni 1920, prima
del trionfo di nuovi personaggi: Bugs
Bunny, coniglio disinvolto e
insolente, creato dalla Warner nel
1936; Tom e Jerry disegnati nel 1940
da Hanna e Barbera per la Metro
Goldwin-Mayer.
42. Walt Disney con MIckey-
mouse
Come per gli studios anche
grandi firme del disegno
animato si stabilizzano nel
dopoguerra. La più
importante è quella di Walt
Disney (1901-1966) creata nel
1923 in California a Burbank.
Il successo dell’impresa
divenuta in pochi anni
monopolistica, è dovuta alla
capacità del suo creator di
inventare eroi che possono
apparire secondo i gusti
poetici e melensi e alcuni dei
quali prendono una
dimensione di idolo
nazionale:. La prima
apparizione di Mortimer, poi
divenuto Mickey mouse è del
1920.
43. Tex Avery, l’anti Disney
Opponendosi a Walt Disney, Tex Avery
(1908-1980) sperimenta altri tipi di
grafica e di logica narrativa. Tra il 1943
e il 1950 per la Metro Goldwin-Meyer,
crea Droopy, una specie di cane che
agisce sembrando di non far nulla, un
lupo concupiscente e una cappuccetto
rosso dalle forme di pin-up. Il
disegnatore sotolinea gli artifici della
libertà che lascia la tecnica al
disegnatore, facendo recitare i suoi
eroi con gli effetti dovuti al mezzo
(pellicola che si buca ad esempio, che
integra nei suoi disegni) dal quale i
personaggi possono scappare per poi
tornare. Nel 1942, il suo Lupo del Blitz,
versione rivisitata del Tre porcellini, è
una favola sulla resistenza necessaria
a Hitler. Equivale per il disegno
animato al Dittatore di Chaplin, che
appare più tardi.
44. Il cinema del dopoguerra
Dopo il 1950, quando la scena artistica si sposta
dall’Europa all’America, il film americano non
perde la sua preminenza. Tuttavia, un declino
relativo marca l’espansione degli studios – la
fabbrica dei sogni, grandi budgets e grande
pubblico - a vantaggio dl cinema europeo e di
quello che si chiama «film d’autore».
45. Cinema americano tra rinnovo e declino
Certo che le superproduzioni da una parte – I dieci
comandamenti di Cecil B. De Mille, 1956, Spartacus di Stanley
Kubrick del 1959, etc. – e dei films che appartengono al
genere nazionali tradizionali continuano a incontrare un
grande successo, come la commedia musicale (es. Cantando
sotto la pioggia, ad esempio del 1952 o West Side Story del
1961, etc) e soprattutto il western che conosce la sua epoca
d’oro con John Waine. La moda dei film di guerra è
riattualizzata dal conflitto appena finito, soppiantato poi dal
Viet-Nam e da altri soggetti simili, avendo spesso i registi una
posizione antimilitarista. Anche il genere «giallo» si rinnova in
chiave urbana (Il falcone maltese di John Huston (1941) e i
films di suspence di Alfred Hitchock (1899-1980). Un duro
colpo alla libertà di espressione viene dato dal maccarthysmo
(caccia alle streghe) eall’economia dalla legge antitrust del
1946. Le stars diventano troppo costose crisi del sistema ha
inizio, ma una ripresa si registra quando nel 1965 viene
lanciata l’apparizione della cinepresa in super 8 della Kodak.
50. Il buio oltre la siepe, 1962 (il romanzo di Harper Lee è del 1962)
51. Il cinema d’autore in Europa
In Europa, all’indomani della guerra, i registi non hanno
che pochi mezzi. L’alleggerimento delle spese di
equipaggiamento gli permette di produrre fuori dagli
studios. La loro volontà di allontanarsi dai modelli del
primo dopoguerra (neorealismo, Nouvelle Vague, Nuovo
cinema tedesco) va di pari con un interesse per il cinema
contemporaneo americano o cumunque per i films di
Hitchkock e di John Ford. La nozione di «cinema
d’»autore nasce in questo contesto (si parla anche di
cinema «d’essai») mette l’accento sull’inserimento del
film in un genere, ma sulla sua singolarità dovuta alla
personalità e all’identità del regista. Questo deve
esprimere il suo stile nello stesso modo che uno scrittore
lo fa in un libro o un pittore in un quadro. Il regista è alla
volta autore dei dialoghi, delle scene e montatore.
53. Il neorealismo italiano
La rinascita del cinema europeo si attua prima di
tutto in Italia, esangue nel dopoguerra. Registi
come Roberto Rossellini o Vittorio De Sica
portano la loro cinepresa nelle scenografie reali
delle città bombardate ; i registi diventano
militanti e si direbbe che sperino di cambiare il
mondo mostrandolo tale e quale è. Il
movimento dura poco, fino al 1953 : tuttavia
basta a rinnovare la concezione di quello che
può essere il cinema.
55. La Nouvelle Vague francese
Questo movimento nasce più tardi : alla fine degli anni 1950 e in un contesto
diverso, quello di una Francia che ha ritrovato la prosperità e si lega al
conservatorismo politico e militante. Fondatore, per alcuni della rivista
Cahiers du cinéma, François Truffaut (1932-1948), jacques Demy, Agnès
Varda, Alain Resnais, Eric Rohmer, Maurice Pialat e soprattutto Jean-Luc
Godart (1930) passano dietro la macchina da presa, preoccupati di rompere
con le formule tradizionali. Con piccoli budget realizzano films che parlano
della loro generazione. I loro eroi sono adolescenti ribelli (I cento colpi di
Truffaut) innamorati di se stessi (Brigitte Bardot) e liberi nelle loro relazioni
amorose (Jules et Jim). Gli accessori sono spesso quelli della gioventù dorata
del tempo (decappottabile, giradischi, flipper, juke-box) di cui parla allo
stesso tempo la scrittrice François Sagan. Ma si parla anche di guerra
(Hiroshima mon amour di Resnais) e si muore sotto i colpi dei rappressntanti
delle forze dell’ordine (A bout de souffle di Godard) o nel fuoco d’artificio
cromatico di un suicidio pirotecnico (Pierrot le fou di Godard).
58. Il Nuovo Cinema Tedesco
È il più recente dei movimenti che caratterizzano
il dopoguerra, o se vogliamo la Germania prima
della caduta del muro (1989). Nato nel la RFD è
rappresentato dai registi Rainer-Werner
Fassbinder (1945-1982), Werner Herzog
(1942), Volker Schlöendorf (1945), Wim
Wenders (1945) e altri. Cominciando a filmare
verso il 1965, poi sviluppando la loro opera sulla
riga della contestazione e orientandosi verso la
critica sociale e politica
59. Il Nuovo Cinema Tedesco
All’inizio in particolare
integrano elementi del
passato tedesco
recente, come ad esempio
nel Tamburo di latta tratto
dal romanzo di Günter
Grass. Poi evolvono verso
tematiche nuove :
l’omofobia
(Fleichmann, Scene di caccia
in Bassa Baviera,1969) la
transessualità
(Fassbinder, Un anno con
tredici lune, 1978), la follia
imperialista derivata dalla
nozione di capo
(Herzog, Aguirre furore di
Dio, 1972) , a vittimizzazione
di una donna perseguitata
dalla stampa
(Schlöndorf, L’onore perduto
di Katherina Blum, da
Heinrich Böll, 1975).