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WILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLAND
DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!
...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, non riesci più a smettere!
Sembra come se Charles Baudelaire avesse trovato un volo last minute
direttamente dall'oltretomba e fosse corso da noi per gridarci: “E’ ora di
ubriacarsi! Ebbri! Per non essere gli schiavi seviziati del Tempo: ubriachi senza
tregua! Di vino, di poesia o di virtù, come preferite”.
E noi, muniti di trolleys che sembravano contenere tutto il guardaroba estivo ed
invernale e di panini che ci avrebbero potuto sfamare per intere settimane,
abbiamo colto il suggerimento del poeta francese e ci siamo preparati a vivere
l'ultima avventura da liceali in trasferta all'estero. Eravamo pronti a portare allegria
e baccano in una città dalla calma apparente di un lago, ma anche ad ‘ubriacarci’ di
storia, di cultura e di modernità. Tra le tante proposte abbiamo optato per la
giovane Berlino, (segue pag.2)
SOMMARIO
Wiilkommen in deutschland
pag.1-2
La razza umana
pag.2-3
Diritto alla vita
pag. 4-5
Concedere la vita o negarla?
pag. 6
Donne nel mirino:
pag. 7
L’Italia per Jacob
pag. 7-8
Marijuana, droga:
pag.8-9
Riflessioni di un condannato a
morte
pag.10
Gli italiani e l’italianità
pag.11
Un ritrovamento inaspettato
pag. 11-12
Un decalogo per sedicenni e…
oltre
pag.13
La ricreazione … è finita?
pag.14
Recensione di Bad teacher e The
artist
pag.15
Vincitori di Biblioinrete (foto)
pag .16
Anno X Numero II Maggio 2012
“Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma
anche il giorno della vergogna.
Ma i giovani cancelleranno le ferite del muro”.
(Helmuth Kohl)
PAGINA 2 Anno X Numero II
(segue da pag.1)
Eravamo pronti a portare allegria e baccano in una città dalla calma apparente di un lago, ma anche ad ‘ubriacarci’ di sto-
storia, di cultura e di modernità. Tra le tante proposte abbiamo optato per la giovane Berlino, la città che pur nella sua
modernità, ci ha permesso di fare un tuffo nel passato e nel presente allo stesso tempo. La capitale tedesca ci ha accolto
con un’atmosfera grigia e triste: ci è sembrata simile ad un essere umano, le cui ferite con il passare del tempo possono
rimarginarsi, ma che comunque restano lì come cicatrici indelebili. Sin dal primo momento abbiamo notato che per quan-
to i tedeschi abbiano cercato di ricostruire la città e di renderla quanto più moderna e all'avanguardia possibile, grazie
anche all'apporto dei migliori architetti del momento, non è stato semplice e mai lo sarà cancellare un passato che fa an-
cora male. La Porta di Brandeburgo, il Monumento alle vittime dell’Olocausto, il Checkpoint Charlie, il Muro di Berlino,
ci sono sembrati testimoni silenziosi di pagine di storia piene di orrore e sofferenza. Più suggestiva è stata l’esperienza di
visitare musei come il Pergamon, famoso per l’immensa porta d’ingresso a Babilonia e per l’altare di Pergamo, Col passa-
re dei giorni però, la città ci ha anche rivelato il suo aspetto giovane e moderno: l’efficienza dei mezzi di trasporto, la
cura per gli spazi verdi, i negozi all’ultima moda, i pub affollati di giovani di ogni nazionalità.
Berlino ha rappresentato per noi non solo un momento di crescita culturale, ma anche la perfetta conclusione di un ciclo
di studi. Per la prima volta la quasi totalità della classe ha partecipato al viaggio d’istruzione, e questo ci ha dato la possi-
bilità di costruire insieme un ricordo gioioso e indimenticabile dei giorni trascorsi assieme.
Il prossimo viaggio sarà quello ‘post-maturità’. Ci stiamo già lavorando!
Federica De Iure
Ilaria Zeverino
Eleonora De Santis
5BL
La Redazione
A.s. 2011/2012
Docenti: Adriana Cassone, Ma-
riella Nardulli, Leonardo Sportelli
Studenti: Daniela Ironico, Pame-
la Palmirotta, Alessia Gurabardhi,
Greta Ciccarone, Carmela Ribec-
co, Giovanna Franco, Gianluca
Ferrulli, Angela Teodosio, Marika
Nettis, Paola Nerilli, Alessandro
Ieva, ,Hanna Ammari, Laila Mak-
boul , Annalisa Falcone, Annalisa
Manobianca, Maria Gabriella
Petruzzi, Federica De Iure, Ilaria
Zeverino, Selene Alberto, Eleo-
nora Desantis
Inoltre hanno collaborato i
docenti :
Rosa Carnevale, Maria Rosaria
Surico, Rita Carmosino, Angela
Iacobellis
La razza umana
“unica vera razza”
L'immigrazione in Italia è un fenomeno relativamente recente, che ha assunto dimen-
sioni significative nei primi anni settanta, per poi diventare un fenomeno caratterizzan-
te della demografia italiana nei primi anni del XXI secolo. Nel 2010 l'Italia era il quarto
Paese europeo per numero assoluto di stranieri residenti. 'Immigrati' sono coloro che
abbandonano il proprio paese per raggiungerne un altro in condizioni migliori del pro-
prio, quindi ciò che spinge queste persone ad intraprendere un viaggio che non sempre
si svolge nei migliori dei modi, è per l'appunto il desiderare una vita dignitosa e
condizioni sociali, economiche e politiche migliori. Politiche proprio perchè, a causa di
pesanti e terribili dittature, o a causa di governi instabili e uomini speculatori che pren-
dono il potere, uno Stato può essere territorio di guerre e di povertà. Povertà perchè
molti di questi dittatori sfruttano quelle risorse economiche, spettanti ai cittadini, per
comprare armi nucleari o per investirli per il proprio futuro e quindi per i propri inte-
ressi. Ci sono diversi tipi di migrazione: interna e internazionale. La prima riguarda lo
spostamento che rimane nei confini del proprio Paese, la seconda parla appunto della
migrazione verso un'altra Nazione. Le migrazioni interne provocano mutamenti anche
nel luogo d'origine: per esempio, la perdita del patrimonio culturale. Ma torniamo all'I-
talia. La storia delle migrazioni in Italia coincide con la sua storia economica. Tra il
1876 e il 1950 furono gli Italiani a migrare. Le mete più ambite furono gli Stati Uniti e
l'Argentina. Negli anni settanta, si verificarono migrazioni interne, ovvero molti italiani
abbandonarono la campagna e la montagna per trasferirsi in città e molti abbandonaro-
no il Sud per andare al Nord. Recentemente invece, si è registrato il fenomeno dell'im-
migrazione da paesi extracomunitari; le comunità più numerose provengono dal Ma-
rocco, Albania e Filippine. Molte sono le iscrizioni di bambini stranieri a scuole italiane.
Anche nella nostra scuola sono presenti alunne e alunni stranieri che frequentano vo-
lentieri la nostra scuola e che sono ben integrati nella comunità scolastica.
(segue a pag.3)
PAGINA 3Anno X Numero II
bassissima e lavori estenuanti.
E così si scatenano giudizi ne-
gativi da entrambe le parti.
'Italiani solo sfruttatori.'
'Immigrati, ladri!'.
Ma si può percorrere
una stessa strada senza
dover incrociare
sguardi male-
voli?
Ogni rumeno,
fi-
lippino,
albanese ha la
sua dignità,
così come
ogni italiano. Non
è solo
un
concetto di for-
tuna: lui è nato lì e
lì deve stare.
E' più un concetto
di rispetto. 'Lì' ci
poteva stare ognuno
di noi, e invece siamo
tutti 'qui' e dobbiamo
vivere insieme in
uno stesso sta-
to de-
mocratico
dove i dirit-
ti sono uguali
per tutti.
Certo, ci
sono regole da rispet-
tare, come ad esempio il per-
messo di soggiorno da ottene-
re per rimanere. Molti immi-
grati non lo ottengono o così
sono costretti a tornare indie-
tro, ma non si pensa mai al
viaggio affrontato da queste
(segue da pag.2)
Ritengo proficua e positiva
l’esperienza di integrazione che
si vive nelle nostre classi: le ra-
gazze straniere mi hanno inse-
gnato a vedere il nostro paese
con umiltà e soprattutto a rin-
graziare per la vita che con-
duciamo: abbiamo una casa,
abbiamo dei genito-
ri,abbiamo la pa-
ce. Tutto co-
se, voi direte,
sconta-
te, ma
che
per
al-
cuni possono di-
ventare il sale di ogni
giorno.
Non tutti gli Italiani sono
però favorevoli a queste migra-
zioni.
Molti sono scettici o diffidenti
verso queste persone a cau-
sa del ' curri- culum'
che molti han-
no cucito su di
es-
si.
Intanto,
molti
Ita-
liani sfruttano al-
banesi per un assurdo nu-
mero di ore di lavoro nei cam-
pi, con un modesto salario, op-
pure molti assumono filippine o
rumene nelle loro case per le
faccende domestiche con paga
persone; molte non arrivano a
destinazione perchè il mare è
sempre un grande pericolo.
Quelli che arrivano poi, sono
trattati come animali.
Non gli viene spiegato niente,
spedito da una città all'altra, in
centri d'accoglienza e do-
po un mese di nuovo via..
Non si e- sclude il fatto
che, comunque, non
tutti siano santi,
cer- to.
Ci sono
molti
immigrati
che
davvero,
invece
di cer-
care un
lavoro,
sostano
in sta-
zioni
per deru-
bare o che ma-
gari commet-
tono violenze o omici-
di.
Ma di tutto questo potrebbe
macchiarsi anche un italiano.
Quindi se dobbiamo giudicare,
dobbiamo usare una bilancia
uguale per tutti. Non esistono
razze, ma un'unica vera razza:
quella umana
Annalisa Falcone
1AL
La tolleranza reciproca è
una necessità per ogni
tempo e per ogni razza
Mahatma GandhiMahatma GandhiMahatma GandhiMahatma Gandhi
Io non domando a
che razza appar-
tiene un uomo,
basta che sia un
essere umano:
nessuno può es-
sere qualcosa di
peggio.
Mark Twain
L'unica razza che cono-
sco è quella UMANA!
Albert Einstein,Albert Einstein,Albert Einstein,Albert Einstein,
PAGINA 4
Anno X Numero II
Il grande interesse che continua a suscitare la sfida per il diritto alla vita ha reso di nuovo attuale il dibattito sia
sulla decisione di una madre di interrompere una gravidanza inaspettata o indesiderata che sulla richiesta di un
paziente ,colpito da grave patologia che ne pregiudica le funzioni vitali, di interrompere le cure mediche che lo
tengono in vita.
Si sente sempre più frequentemente parlare di aborto ed eutanasia e della loro legalizzazione. Ci si sofferma quin-
di, sulla possibilità di ogni essere umano di essere padrone assoluto della propria vita e di quella degli altri. Tutti gli
uomini possono avere oltre al diritto alla vita anche il diritto alla morte?
Con questa domanda si apre il dibattito fra le alunne
Laterza Mariapia L’esperienza ci induce ad affermare che la
vita è inviolabile,tuttavia essa non è poi così sacrosanta come
si suol ripetere.
Con l’eutanasia come anche per l’aborto è negato il diritto
inalienabile alla vita.
Lastilla Rita Esso non dovreb- be essere negato a nessun
essere umano sia che si trovi nella pancia di una donna o in un
letto d’ospedale. Così come deve essere tutelata la vita di un
essere che sta per nascere così deve essere difesa la vita di
chi non può svolgere a pieno tut- te le sue funzioni vitali.
Pasquale Annamaria Il senso di libertà individuale fa parte
della costruzione della dignità di ogni donna, ma non solo,
anche di quella dei malati, com- presi quelli terminali. Il dirit-
to alla morte quindi non entra in collisione con quello alla vita, perché è contenuto nella libertà personale di
ogni uomo
E allora perché non lasciare la libertà ad ognuno di decidere sul proprio diritto alla vita o alla morte?
Buiti Soukaina Sopprimere qualcuno in nome della libertà di gestire la propria vita privata, vuol dire distrugge-
re la stessa ragion d’essere di ogni vita ,il cui primo diritto è proprio quello della vita.
Giannelli Camilla Ciò vale anche per il diritto ad una vita dignitosa?
Losacco Federica Se non si può garantire ad un bambino il benessere, non è giusto farlo nascere e condannar-
lo ad una vita infelice. La donna non è puro contenitore di vita destinata solo alla procreazione, al manteni-
mento e a all’educazione dei figli. L’aborto costituisce una possibilità di riscatto della donna .
Martucci Clara Negare ad una donna di abortire rappresenterebbe,infatti, un’altra maniera della società ma-
schilista di negare alle donne la propria autonomia .
Lassandro AnnaTeresa E’irresponsabile considerare l’aborto come un mezzo per soddisfare senza limitazioni
la propria autorealizzazione ed il proprio piacere, anche a danno di un’altra vita umana. Non è uccidendo per-
sone né tanto meno bambini che si acquista una maggiore autonomia. Una donna deve riscattarsi facendo va-
lere le sue qualità e competenze.
Giorgio Alessia L’aborto può sembrare un atto giustificabile,un diritto che spetta a tutte le donne, ma in re-
altà è semplicemente un atto contro natura,forse è anche un po’ suicidio,perchè si uccide una parte di sé.
Petrera Annalisa L’adozione può essere un’alternativa logica e razionale ad una gravidanza indesiderata.
Ninivaggi Camilla A tal proposito si può leggere tale testimonianza di una ragazza di diciannove anni :
L’idea di abortire mi spaventava molto, il pensare dei gelidi strumenti infilarsi dentro di me e fare a pezzi un corpicino,
no, non avrei potuto reggerlo. Dentro di me c’era una vita concepita per sbaglio,certamente non voluta, ma non avrei
risolto il problema in quel modo, non avrei rimediato all’errore con un altro più grande e irreparabile. E chi sostiene che
lasciare il proprio figlio in adozione sia un atto peggiore dell’abortire stesso, dovrebbe mettersi una mano sulla coscien-
za. Perché è un atto d’amore,dolore e sacrificio. Potrai convivere con te stessa ,sapendo che quel figlio vive perché tu hai
scelto di non ucciderlo,sapendo che una famiglia si prenderà cura di lui con amore. Perchè una possibilità di vivere tu
l’hai avuta ed è giusto che ce l’abbia anche lui. Perché una possibilità ce la meritiamo tutti.
DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?
PAGINA 5Anno X Numero II
Marinelli Patrizia Se non si desidera un figlio, si può benissimo non concepire sin dal principio. Sono molto diffuse
varie contraccezioni anche tra i giovani che non sono ancora pronti per un figlio.
Raimondi Stefania Dal punto di vista morale, l’aborto è un caso chiuso: si tratta di un vero e proprio omicidio
Giove Rosita Non possiamo essere schiavi di una moralità che obbliga a considerare l’aborto come un peccato. Il
frutto del concepimento, nelle prime settimane di gravidanza, non avendo ancora sviluppato sufficientemente il siste-
ma nervoso centrale, non può essere considerato un individuo autocosciente .
Cascarano Rosa Pertanto l’aborto non può considerarsi un omicidio e la legge nel nostro Paese consente
l’interruzione della gravidanza solo nei primi mesi della gestazione, proprio perché l’embrione entro tale tempo non
può essere considerato un essere umano
Cristallo Vanessa Studi scientifici hanno dimostrato ,invece,che il feto stesso può essere considerato un essere
umano a tutti gli effetti ,in quanto dotato di un proprio patrimonio genetico,diverso da quello dei genitori, e di un
sistema nervoso centrale, ritenuto sede della coscienza. E’ una persona sin dal concepimento, dotato degli stessi di-
ritti della donna che lo porta dentro di sé.
Cannito Veronica La donna è un soggetto libero che crea una relazione densa di significato con una nuova vita, il
suo non è solo un obbligo biologico. Se questa relazione non avviene , la donna deve essere libera di poter inter-
rompere la sua gravidanza ed una scelta del genere non può che essere presa dopo un periodo di lunga e attenta
riflessione e giustificata da motivi più che validi.
Finelli Elena La donna ha diritto di interrompere una gravidanza quando questa è scaturita da una violenza o quan-
do la nascita di un nuovo membro può provocare pesanti disagi economici alla famiglia,ma soprattutto problemi fisici
e psicologici alla madre o al nascituro.
Perniola Margherita Tale è una posizione di comodo tipica di chi non vuole assumersi alcuna responsabilità nei
confronti di una piccola creatura , solo per egoistiche scelte individuali.
Maiullari Marina La vita è un dono che deve essere accolto, è una possibilità unica che va difesa e non negata
Tateo Miriam Anche il diritto alla morte va difeso ed un uomo deve avere la possibilità di scegliere il meglio per la
propria vita ,così può decidere di morire ,quando la stessa privazione della vita diventa una vera e propria liberazio-
ne .
Luisi Fabiana Ed allora,perché un uomo ,affetto da una grave malattia in stato terminale, non dovrebbe poter sceglie-
re di mettere un punto alle sue sofferenze e ad una agonia fatta solo di strazio?
Cupertino Mariantonietta Anche in caso di patologie gravi, vi è sempre una piccola percentuale di sopravvivenza
per il malato. È accaduto che dal coma si siano risvegliati dei malati, inoltre la medicina fa passi da gigante e potrebbe
trovare ,con l’utilizzo di cellule staminali, un miglioramento o una guarigione.
Carella Miriam Perché non sfruttare questa speranza fino all’ultimo secondo di vita?
Sebastiano Nicole Non si può pretendere che una persona decida di soffrire nella speranza che abbia una sal-
vezza di cui non ha alcuna certezza. Se la vita è senza speranza e può essere prolungata solo con dei macchinari che
artificialmente consentono la circolazione del sangue e del battito cardiaco, l’uomo diventa un essere che vegeta. Il
paziente non può volere tutto ciò
De Stradis Fabiana Non è una tortura lasciar soffrire il malato che implora sollievo da un dolore senza fine?
Stasolla Margherita Così scriveva Pietro Welby,affetto da una grave forma di distrofia muscolare in stadio terminale,
in una lettera al Presidente della Repubblica italiana:Vita è una donna che ti lascia,una giornata di pioggia,l’amico che ti
delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso -morire mi fa orrore,purtroppo ciò che mi è rimasto non è più
vita- è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Quando un malato terminale
decide di rinunciare agli affetti,ai ricordi,alle amicizie,alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente bio-
logica io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coe-
renza del pensiero laico.
Cecca Antonisa Chi siamo allora noi per non concedergli una morte da lui voluta?
Maselli Fabiana Probabilmente l’ideologia contemporanea definisce umano soltanto chi è giovane,sano e produttivo.
In realtà la malattia e la morte appartengono alla sfera dell’umano e sono anch’esse esperienze degne di significato.
Ranieri Rebecca Nella sofferenza si impara ad apprezzare ogni minimo gesto, un sorriso , una carezza: è qualcosa di
commovente che va ogni oltre dolore.. per questo vale la pena di vivere.
E’ questo il vero significato della vita: far tesoro di ciò che viene offerto e cogliere la malattia come una sfida per
riuscire a vincerla
Classe 2° A P
Concedere la vita o negarla?
riflessioni sul tema dell'aborto.
PAGINA 6
Anno X Numero II
Leggendo il libro “Lettera ad un bambino mai nato” di Oriana
Fallaci, mi sono posta, per la prima volta, il dilemma sull’aborto:
concedere la vita o negarla?
Il romanzo di Oriana Fallaci è molto significativo: è un’idea piut-
tosto innovativa raccontare una vicenda attraverso un vero e
proprio dialogo con un
feto.
Il monologo interiore implica il fatto che la neo-mamma ritenga
suo figlio già un essere cosciente, capace di intendere le sue
parole, nonostante esso cresca
nel suo grembo.
“Lettera ad un bambino mai nato” è un libro forte e “crudele",
ma nello stesso tempo intriso di poesia, capace di colpire già
dalla lettura delle prime
pagine, da cui ci si aspetta di assistere allo sfogo femminista di
chi vuole far valere e imporre la sua posizione. In realtà non è così.Il libro tratta il tema dell’aborto, lasciandolo, pe-
rò, sullo sfondo, facendo emergere quello della maternità che si snoda attraverso il dialogo di una madre con la cre-
atura che porta in grembo.
Nel libro di Oriana Fallaci, è evidente come la società condizioni la futura madre che sceglie di intraprendere il viag-
gio di lavoro, a discapito della sua gravidanza, non perché non voglia la sua creatura, ma perché il mondo che la cir-
conda sembra rifiutare la maternità in nome del progressismo femminile.
Ma se provassimo ad invertire la storia raccontata da Oriana Fallaci, attra-
verso un dialogo del bambino con sua madre? Cosa le direbbe?Forse po-
trebbe rivolgerle queste parole: “Cara mamma, ho vissuto per diversi
mesi nel tuo grembo; mi sentivo protetto ed ogni volta che tu poggiavi la
mano sul pancione, io premevo sotto la tua pelle per avere un contatto
con te. Percepivo i tuoi momenti di gioia o di tristezza, assaporavo i cibi
che tu
stessa mangiavi. Mi sentivo felice. Poi, un giorno, ti sei recata in ospedale
ed ad un tratto il mio cuoricino si è fermato per sempre. Perché lo hai
fatto? Avrei portato gioia e letizia, ora invece tu piangi, costretta dalla vita
a rinunciare a me”.
Queste ed altre sono le considerazioni che la lettura del libro “Lettera ad
un bambino mai nato” potrebbe suscitare.
Per questo lo consiglierei a tutte le donne che si sono ritrovate ad affrontare una gravidanza inaspettata, alle neo-
mamme e, soprattutto, al genere maschile, così da far capire agli uomini le ansie e le paure di una donna
rimasta incinta. Penso che li farebbe crescere e maturare.
Antonisa Pistilli 1BL
-
L’ITALIA PER JACOB
PAGINA 7Anno X Numero II
Donne nel mirino: quando l'amore uccide
Basta guardare i numeri: ogni anno in Italia 130 donne vengono uccise per mano del proprio uomo. Una donna ogni tre
giorni”.
Questa, la celebre frase con la quale Camila Raznovich suole dare inizio ad “Amore Criminale”, una trasmissione che si
occupa di un problema davvero serio, ma purtroppo sottovalutato quale la violenza sulle donne, troppo spesso vittime
del loro partner.
Omicidi dettati dalla gelosia, dal desiderio di possesso che evolve in ossessione e porta a compiere talvolta gesti estre-
mi. L'inferno ha inizio proprio nel luogo in cui la donna dovrebbe sentirsi più sicura e protetta, all'interno della propria
casa. Stiamo parlando della cosiddetta violenza domestica, una serie di atteggiamenti persecutori esercitati nell'ambito
famigliare. Ma come può un "uomo" (se così possiamo definirlo) uccidere la sua compagna e, nella maggior parte dei
casi, la madre dei proprio figli? E' una domanda che mi sono sempre posta ma, ahimè, non sono mai riuscita a trovare
una risposta adeguata. Probabilmente ciò che rende il tutto più agghiacciante è il silenzio di queste donne, la paura di
farsi avanti e denunciare l'avvenuto. "Ho sbattuto contro la porta", la scusa più come per spiegare il perchè di quei livi-
di, che cela il più oscuro dei segreti. Un segreto che la donna ha paura di svelare. In questi casi la parola d'ordine è ab-
battere il muro del silenzio, perchè non bisogna temere di cambiare la proprio vita. Ritengo che la festa dell'8 marzo
andrebbe abolita: la donna è una creatura così fragile e delicata che in veste di dono della natura merita, anzi, ha tutto il
diritto di essere festeggiata e riverita 365 giorni all'anno.
Ironico Daniela 1AL
Oggi l’Italia sta attraversando una fase pre-
caria definita comunemente “crisi”. Ma se
guardiamo altri Paesi del mondo, così vicini
sulla carta geografica, ma lontani migliaia di
chilometri, potremmo continuare a chiama-
re “crisi” la nostra condizione attuale?
Jacob Addo un ragazzo ganese di vent’anni,
da poco in Italia, ha accettato di raccontare
qualcosa del suo Paese natale e fare qualche
riflessione sulla nostra Italia.
P- Jacob, da quanto tempo sei in Italia?
J- Da tre anni.
P- Come si chiama il tuo villaggio di origine
e da quante persone è composto?
J- Si chiama Annokrom e siamo circa 500-
600 persone.
P- Com’ era la tua giornata quando eri ad
Annokrom?
J- Mi svegliavo verso le sei ed andavo a pie-
di a prendere l’acqua per la mia famiglia,
portando un grande contenitore. La strada era impervia e lunga circa 4 chilometri. Poi andavo a scuola che distava dal
mio villaggio 30 minuti. Al termine delle lezioni mi recavo in campagna per aiutare i miei genitori e solo qualche volta
riuscivo a giocare a pallone con i miei amici. Non avevamo un orario fisso per mangiare, perchè il nostro unico pasto
era consumato al termine del lavoro. Al tramonto, andavamo a dormire perchè non avevamo elettricità e non potevo
fare i compiti.
P- Come hai raggiunto l’Italia? -
Ho fatto un lungo viaggio. Sono partito dal Ghana, poi dal Niger siamo saliti in centinaia su un camion per attraversare
il deserto...
(segue a pag. 8)
PAGINA 8
(segue da pag.8)
Ho comprato un po’ d’acqua e ho messo del sale nella bottiglia per non finirla subito e non farla bere agli altri. Dopo
quattordici giorni nel deserto, siamo arrivati in Libia, dove ho lavorato come muratore. Vivevo in una piccola casa con
tantissime persone, mangiavo un pugno di riso al giorno e non c’era spazio per stendersi sul pavimento per riposare.
Dopo sei mesi sono salito su un barcone e sono approdato a Lampedusa. Di qui con un aereo sono arrivato a Bari, dove
ho vissuto in un centro di accoglienza e ho potuto studiare fino a 18 anni. In seguito sono arrivato ad Acquaviva.
P- Dove vivi adesso e cosa fai?
J- Vivo in un container presso un centro di addestramento per cani e mi occupo della manutenzione del centro e della
cura degli animali.
P- Sei felice della tua condizione attuale?
J- Si, ora sono felice perchè ho incontrato una famiglia che mi aiuta e mi tratta come un figlio. Inoltre mi sto preparando
per ricevere il Battesimo.
P- Cosa ne pensi dell’Italia?
J- E’ un Paese molto bello. La gente è simpatica e generosa. Sono pronti ad aiutare le persone in difficoltà e i rifugiati.
P-Oggi quasi tutti gli italiani lamentano la “crisi”. Tu che ne pensi?
J- Secondo me c’è crisi perchè la gente non si accontenta e vuole sempre di più di ciò che ha. Inoltre la crisi è solo per i
lavoratori, perchè la persone ricche non vogliono aiutarli e non li pagano bene.
P- Un aggettivo per definire l’Italia.
J- L’Italia è: “Un Paese bellissimo e ospitale per tutti”. Palmirotta Pamela, IV BL
Anno X Numero II
Marijuana,droga
passatempo o via di fuga?
La nuova pianta, insieme al tabacco fece furore. Succes-
sivamente si è scoperto che la canapa poteva essere
fumata come il tabacco ma che, a differenza di esso,
dava sensazioni di leggerezza e provocava allucinazioni;
negli ultimi anni l’uso di questa sostanza e di quelle da
essa derivate è degenerato tanto che, i ragazzi dai 12 ai
18 anni ne abusano. Ho rivolto qualche domanda
sull’uso delle sostanze a due dei rappresentanti del no-
stro istituto, Giuseppe Paparella e Francesco Dammic-
co
1)Buon giorno ragazzi, sareste disposti a ri-
spondere a qualche domanda sull’argomento
“canapa”?
F. “Certamente.”
G. “Perché no?”
2)Perfetto. Che ne pensate di questa sostanza
che ha scatenato tante polemiche?
F. “Secondo me ha suscitato molte polemiche perché è
un argomento delicato che tocca nel profondo le co-
scienze altrui.”
G. “Penso si tratti solo di disinformazione, in quanto,
sono innumerevoli le teorie a riguardo.”
3)La marijuana, secondo voi, può essere vista
come droga, passatempo o una via di fuga?
F. “Sicuramente come droga ma anche come una via di
fuga per quelli che cercano di scappare da una noiosa
quotidianità.”
G. “La vera droga, se così la si può definire, sta nella
moralità di chi ne fa uso e ABUSO. E' chiaro che gli ec-
cessi in qualsivoglia contesto possano portare a risvolti
negativi.”
(segue a pag.9)
“Alla mia età è molto facile finire nel giro.” sostiene un ra-
gazzino di 12 anni “Molti fra i miei compagni di classe
hanno già provato cosa vuol dire <<fare un tiro>> e han-
no già preso il vizio di fumare sigarette.” Così ci troviamo
di fronte alla triste realtà in cui è coinvolta la maggior
parte degli adolescenti fra i 12 e 18 anni. Non in Italia,
non in America, non in Francia o Inghilterra, ma in tutto il
mondo questo fenomeno colpisce i ragazzi che,magari
indeboliti da problemi di vario genere, si dimostrano vul-
nerabili. Ma siamo sicuri che gli adolescenti fumino solo
sigarette? Studi approfonditi sull’argomento dimostrano
che almeno un adolescente su cinque fa uso anche di ca-
napa, pretesto,questo,degli adulti per accusare qualsiasi
ragazzo di essere un drogato. Quindi la canapa è una
droga? La storia di questa sostanza è iniziata parecchio
tempo fa,con la scoperta dell’ America da parte dei con-
quistadores spagnoli, quando Cristoforo Colombo appro-
dò sulla sponda della nuova terra e dopo aver “fatto co-
noscenza” con i nativi americani, andò in cerca di qualco-
sa di utile per il viaggio di ritorno in Spagna, fu così che
s’imbatté in una piantagione selvatica di una pianta mai
vista che emanava un odore molto pungente. “Cos’è?”
chiese con alcuni gesti a quello che, fra gli indigeni pre-
senti, sembrava il più saggio. “Canapa!” rispose
l’interlocutore. Gli indigeni tagliarono qualche foglia e
mostrarono a Colombo come si utilizzava :prepararono
degli infusi di canapa mista a camomilla, schiacciandone i
semini ottennero delle polveri utili a disinfettare le ferite,
ma soprattutto, da questa pianta era possibile ricavare
delle fibre tessili e del legno. Esterrefatto, Colombo deci-
se di portare la canapa in Spagna per verificare se, effetti-
vamente, rappresentasse un’ottima merce di scambio.
PAGINA 9
Anno X Numero II
4)Siete pro o contro l’uso di questa sostanza come medicina naturale? Perché?
F. “Se utilizzata come medicina naturale per curare varie patologie, credo sia un metodo da considerare buono.”
G. “La canapa non a caso fu importata in Occidente, proprio per migliorare determinate metodologie di cura come quelle
per l’emicrania e i dolori mestruali. Ma determinate forme di assunzione risultano deleteree se l’uso di questa sostanza è
irresponsabile e per lungo tempo.”
5)E’ giusto dire che i più coinvolti dall’uso di queste sostanze sono gli adolescenti?
F. “Gli adolescenti sono i capri espiatori, ma sicuramente anche una buona parte di adulti ne fa uso.”
G. “I consumatori di cannabis sativa si possono rilevare in qualsiasi fascia d’età. A mio parere, però, i maggiori usufruitori di
sostanze psicotrope sono proprio i ragazzi.”
6)Possono essere definiti <<drogati>>? Perché gli adulti li definiscono tali?
F. “Possono essere considerati così se affetti da dipendenza e quindi gli adulti li credono tali.”
G. “Sì, potrebbero definirsi <<drogati>> in quanto la cannabis crea dipendenza.”
7) Questo articolo potrà servire a far riflettere su uno dei problemi che affliggono la nostra società?
F. “Spero che serva a sensibilizzare molti giovani come noi su un argomento molto attuale.”
G."Certo, riflettere penso sia il punto di partenza per affrontare simili problematiche. A mio parere la droga è sempre un
surrogato.”
8)Se ne aveste la possibilità,come risolvereste questo problema?
F. “Se fosse nelle mie facoltà, cercherei delle alternative per far sì che i giovani si divertano ugualmente.”
G. “Secondo il mio punto di vista, per risolvere questo problema, le droghe leggere andrebbero legalizzate in quanto credo
che fare uso di qualcosa di legale non sarebbe più trasgressivo.”
9) Dite qualcosa riguardante l'argomento ai nostri lettori.
G."Il mio è un invito a prender posizione a riguardo, nel formarsi un proprio punto di vista frutto di una propria ricerca
informativa. La droga viene a riempire un vuoto causato dal desiderio di morte e che è dunque un vuoto di cultura.”
Successivamente è stata svolta un’indagine fra gli studenti che alle domande “Credi che la marijuana possa considerarsi una
droga che uccide?” e “Cosa pensi dei tuoi coetanei che ne fanno uso?” hanno risposto:
E. “Non considero la marijuana una sostanza che possa uccidere, ma penso che le droghe più pesanti possano farlo. Credo
che la maggior parte dei ragazzi della mia età, o poco più grandi, facciano uso di queste sostanze solo per auto-convincersi
di essere persone più mature, ma non sanno che così facendo non lo saranno mai; è il carattere che fa capire alla gente se
si è maturi o meno. Ci sono ragazzi che lo fanno per divertirsi o anche per vantarsene ma, ovviamente, non si rendono
conto del rischio che corrono perché se poi la cosa si trasforma in ossessione non va più bene. Ognuno deve avere un
proprio auto-controllo specialmente per questo aspetto.”
A. V. “Non nego che sia una droga ma sicuramente non è capace di uccidere, anzi, ha delle ottime proprietà farmaceuti-
che e ritengo che possa diventare una buona risorsa economica in tutti i campi. Sono d’accordo sull’uso di queste sostanze
perché aprono la mente e aiutano la creatività ma soprattutto credo che siano meno dannose rispetto ad altre sostanze
come l’alcol.”
B. “Non è che sia poi così d’accordo sul fatto che si faccia uso di marijuana, però, sicuramente quando diventa un vizio
non è semplice smettere. E’ anche una questione psicologica e penso che ognuno debba gestire la sua vita anche sbagliando
e che questa sia l’età nella quale si fanno più esperienze perciò tanto vale provare.”
K. “Per quanto ne so la marijuana non uccide, anzi, può essere usata a scopo medico, però, sono dell’idea che farne uso
non faccia poi tanto bene; per quanto ho visto è più facile distruggere con la marijuana che con qualsiasi altra cosa: non è il
massimo stritolare i neuroni, dimenticare le cose ecc… Sarà anche che ho avuto una pessima esperienza, ma penso che chi
faccia uso di tale sostanza non abbia proprio nulla da fare nella vita.”
Dalle risposte si può riflettere sul fatto che un po’ tutti sono d’accordo sulle proprietà curative della marijuana; anche alcu-
ni cantanti e altri personaggi importanti la pensano così
E pensare “che la cannabis attiva. Potrebbe risanare questo Mondo alla deriva. Potrebbe soppiantare petrolio e i derivati
La plastica ed i farmaci a cui siamo abituati[…]”(PunkreasCanapa Falso)
“Sia vite che tabacco all'uomo male fa, Ford ha fatto una macchina solo con canapa, ci fai vestiti e carta così che l'Amazzonia si sal-
verà, senza contare che ci puoi curare pure l'asma.” (Babaman)
“Sulla base delle mie ricerche, ho scoperto che la cannabis è una sostanza notevolmente sicura. Sebbene non innocua, è sicuramente
meno tossica della maggior parte delle medicine convenzionali, che potrebbe sostituire se fosse disponibile legalmente. Nonostante
sia stata usata da milioni di persone per migliaia di anni, la cannabis non ha mai causato una morte per overdose. La preoccupazio-
ne più seria è il danno respiratorio se la si fuma, ma questo può essere facilmente risolto aumentando la potenza della cannabis e
ricorrendo alla tecnologia per separare le particelle di materia presenti nel fumo di marijuana dai suoi principi attivi.”(Lestern Grin-
spoon, insegnante di psichiatria ad Hardvard).
Selene Elfo Ska Alberto 4DL
Sono Khaled Khalifa,mi trovo nella
cella di isolamento di un diparti-
mento di Riyadh e sono accusato di
omicidio. Tutto è avvenuto nel mio
negozio di tappeti, durante una ra-
pina. I rapinatori erano armati e
tentavano di uccidermi, così mi so-
no difeso e ho sparato ad uno dei
rapinatori.
Sento il peso dei secondi che scor-
rono sulla mia pelle, si avvicina sem-
pre più il momento in cui sarò de-
capitato.
È questa giustizia? Può la legittima
difesa essere condannata come il
peggiore dei crimini?
Mi chiedono quale sia il mio ultimo
desiderio. Sono ormai rassegnato al
mio destino, tuttavia vorrei proprio
parlare con chi dice di saperne più
di me sulla pena di morte. Vedo
entrare nella mia cella Cesare Bec-
caria e Tommaso d’Aquino.
S.Tommaso d’Aquino:<<Khaled sei
consapevole di esserti arrogato un
diritto che non ti appartiene, ma spet-
ta alle autorità pubbliche? Così facen-
do hai recesso la tua dignità di uo
mo, hai calpestato la principale carat-
teristica umana che è la ragione e ti
sei reso alla pari delle bestie!>>.
Condannato:<<Ma ho soltanto tenta-
to di difendermi! Dovevo lasciare che
mi uccidessero?>>.
S.Tommaso d’Aquino:<<Avresti do-
vuto aspettare l’arrivo delle autorità,
solo loro hanno il compito di giudicare
e di difenderti>>.
Condannato:<<In gioco c’era la mia
vita e quella della mia famiglia.
Neanch’io avrei voluto fare quel gesto
ma è stato necessario. È dunque giu-
sto che io debba morire?>>
S.Tommaso d’Aquino:<<Uccidendo
hai utilizzato la violenza, caratteristica
delle bestie e come un animale meriti
la morte…>>
C.Beccaria:<<Questa è la tua teori-
a,Tommaso, ora invece, vorrei esporre
la mia perché io sono contrario alla
sua esecuzione>>.
Condannato:<<Quindi lei mi sta di-
fendendo?>>
C.Beccaria:<<Io non dico che lei non
debba essere punito ma ci sono puni-
PAGINA 10
Anno X Numero II
RIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTE
zioni migliori di una sofferenza estrema
e immediata.>>
Condannato:<Cosa intende dire?
C.Beccaria:<<Ritengo che la pena di
morte sia inutile perché la realtà dei
fatti dimostra che non scoraggia gli altri
dal commettere gravi azioni; inoltre
non è giusta in quanto nessun uomo
ha mai concesso alle autorità dello Sta-
to l’arbitrio di uccidere i propri cittadini;
infine non è necessaria perché può
essere benissimo sostituita dalla deten-
zione a lungo tempo, che unita al lavo-
ro, consente di “recuperare il colpevo-
le”, gli permette di riflettere sul gesto
compiuto e un giorno, quando sarà
pronto, di reinserirsi nella società.>>
S.Tommaso d’Aquino:<<E come farem-
mo a capire se è pronto a tornare nella
società? E se rimanesse un pericolo
pubblico?>>
Il giudizio è sospeso…
E voi,in quanto membri della società,
come giudichereste il caso di Khaled
Khalifa?
classe 4AL
PAGINA 11Anno X Numero II
Italiani e italianitàItaliani e italianitàItaliani e italianitàItaliani e italianità
orgoglio di essere made in Italy.
''L'Italia, paese di santi,
poeti e navigatori''. Fortu-
natamente a volte, qualcu-
no ci ricorda ancora qual
è la nostra identità. Nello
stivale più famoso del
mondo, hanno i natali i
protagonisti indiscussi che
hanno radicalmente muta-
to il corso della nostra
storia cambiando il nostro
modo di vivere. Era italia-
no Cristoforo Colombo,
che segnò la storia con la
scoperta del continente
americano nel 1492, ma
anche colui che si rese
conto di stare su un nuo-
vo continente era italiano,
Amerigo Vespucci e, in
suo onore, fu dato il no-
me di America al neo con-
tinente. Erano italiani an-
che Marco Polo ,Galileo
Galilei e Alessandro Volta.
Non ultimi,tra gli artisti
più celebri in tutto il mon-
do parliamo di Leonardo,
Michelangelo e Donatello,
che il mondo ci invidia e,
nel mondo dello spettaco-
lo, Luchino Visconti, Mar-
cello Mastroianni, Rober-
to Benigni e Sophia Loren
solo per citarne alcuni.
Giorgio Armani, Gianni
Versace e la famiglia Mis-
soni invece, sono alcune
grandi case di moda che
hanno caratterizzato uno
stile italiano che è sinoni-
mo di qualità e classe ri-
conosciuto in tutto il
mondo.
Ma noi ci sentiamo cittadi-
ni italiani? E quanto amia-
mo la nostra nazione? Il
patriottismo italiano è
morto. Molti non cre-
dono nella nostra Ita-
lia, dimenticando le
migliaia di persone che
si sono immolate per il
nostro bel paese. Con-
sideriamo, a torto, che
la nostra nazione sia
inferiore alle al-
tre,tendiamo a svaluta-
re ogni aspetto della
nostra cultura(escluso
il cibo! ) e siamo seria-
mente indignati per i
treni in continuo ritar-
do, per la burocrazia
esageratamente lunga e
soprattutto per la no-
stra classe politica: ma,
se i dirigenti politici
sono lo specchio del
popolo,qualcuno li avrà
pur eletti? Chi è causa
del suo mal pianga se
stesso!
L’italianità è un concet-
to del tutto estraneo
alla nostra cultura, ed
è la storia che ci ha
condotto a diventare
una nazione unitaria.
Siamo uno stato giova-
ne rispetto a Francia o
a Germania, ma le no-
stre tradizioni e la no-
stra lingua, compresi i
dialetti, hanno una ori-
gine ancor più antica.
Siamo un 'popolo a
forma di stivale' che
possiede circa il 65%
del patrimonio mon-
diale culturale ed ar-
cheologico e proteg-
giamo anche la più pic-
cola cappella e i suoi
tesori. Tutti dovrem-
mo provare un senti-
mento di appartenenza
nei confronti della terra in
cui siamo nati e non è
strano pensare che, tutte
le persone che vivono
attualmente all’estero,
nonostante i molti anni
passati e la vita agiata che
conducono, spesso nutro-
no la speranza di ritorna-
re. L'architettura, l'arte, la
moda, il cinema e la ga-
stronomia danno lustro al
nostro Paese che da sem-
pre, ogni anno accoglie
milioni di visitato-
ri,innamorati dell’Italia.
Sono fiero di essere italia-
no, perché abbiamo la
pizza e la nutella, perché
riusciamo ad essere aperti
con tutti e siamo invidiati
dagli altri paesi. Ma so-
prattutto perché in quale
parte del mondo è possi-
bile trovare un concentra-
to meraviglioso di arte,
storia, paesaggi, saperi,
sapori, sorrisi, umanità e
altruismo?
Siamo grandi ragazzi!
Alessandro Ieva III AS.
Un ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamento
inaspettatoinaspettatoinaspettatoinaspettato
dall’inghilterra una
nuova incantevole
storia
Lo scorso dicem-
bre è stato riportato alla
luce a Pendle Hill, nel Lan-
cashire, il vecchio rudere di
un cottage risalente al XVII
secolo; al suo interno è
stato rinvenuto un gatto
mummificato, probabilmen-
te murato vivo, usanza dif-
fusa all’epoca per tenere
lontani malocchio e spiriti
malvagi. Gli studiosi accorsi
ritengono che l’edificio pos-
sa essere la celeberrima
“Malkin Tower”, abitazione
di una famiglia condannata
per stregoneria nel 1612,
nel processo passato alla
storia come “Processo di
Pendle”. Nel sito sono state
ritrovate ampolle, resti di
erbe medicinali ed un ma-
noscritto in discrete condi-
zioni, risalente allo stesso
periodo storico, nel quale
si possono leggere riflessio-
ni e stralci di vita quotidia-
na dell’autrice.I calligrafi,
che hanno esaminato il re-
perto, hanno dedotto che
la donna autrice della per-
gamena fosse mancina.
Quasi miracolosamente, è
stato inoltre rinvenuto un
capello ben conservato,
(segue a pag.12)
Un ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamento
inaspettatoinaspettatoinaspettatoinaspettato
dall’Inghilterra una
nuova incantevole
storia
PAGINA 12
Anno X Numero II
Un ritrovamento inaspettatoUn ritrovamento inaspettatoUn ritrovamento inaspettatoUn ritrovamento inaspettato
dall’Inghilterra una nuova incantevole storia
(segue da pag. 11)
dall’analisi del quale si è scoperto che apparteneva ad un’albina. Entrambi gli indizi fanno pensare che questa don-
na fosse ritenuta una strega, in quanto sia la mano sinistra -considerata “la mano del diavolo”- sia il particolare colore dei
capelli, la connotavano come
“diversa”, in quell’epoca di pregiudizi
e superstizioni.
Nel manoscritto la donna stessa
racconta che nessuno la vedeva di
buon occhio e che tutti la evitavano,
spaventati non solo dal suo aspetto,
ma anche dalla sua quotidiana abitu-
dine di inoltrarsi nel bosco alla ri-
cerca degli ingredienti, necessari per
realizzare antidoti e medicinali. In-
fatti -scrive- la diffidenza nei suoi
confronti era così ostinata che più
di una persona era morta di febbre
o intossicata, pur di non farsi curare
da lei. In ogni caso il fato le era sfa-
vorevole, perché immancabilmente
ogni decesso, di cui non si conosce-
va la causa, la vedeva trasformata da innocua guaritrice in pericolosa strega assassina.
Per sua sfortuna, è vissuta esattamente negli anni in cui Re James I e i magistrati inglesi erano più dediti alla caccia
alle streghe che ad altro. Lei stessa, consapevole dei rischi che correva, scrive di avere intenzione di tingersi i capelli e di
darsi alla macchia. Da questo punto in poi non sappiamo più niente di lei: è riuscita a scappare e a salvarsi o le è toccato il
destino di tante altre sventurate vissute in quel periodo, date alle fiamme solo perché strane o diverse? Il vecchio e mi-
sterioso cottage ci racconta una storia affascinante e inquietante (chissà se vera), una storia purtroppo senza finale, anzi
senza fine…appartiene davvero al passato l’abitudine a discriminare quanti non rientrano nei nostri canoni di “normalità”,
ad allontanare chi con la sua diversità mette in discussione le nostre certezze? A tutti gli emarginati dall’ignoranza e dalla
paura del mondo dedichiamo questa famosissima e struggente ballata popolare, nota come
“La ballata del bianco nel verde”
“Perché vivi nel bosco
donna dai capelli bianchi
perché il tuo agire è fosco
e i tuoi occhi mai stanchi?
– Bianco verde ora e mai più, bianco verde ora e mai più
Appari e scompari
fantasma immersa nel verde
con i tuoi gesti amari
è la vita che si perde…
– Bianco verde ora e mai più, bianco verde ora e mai più”
Annalisa Caldarulo e Maria Gabriella Petruzzi 1AM
PAGINA 13Anno X Numero II
Un decalogo per
Dalla lettura di"Regole" di R. Abravanel e L. D'Agnese, un paragrafo abbastanza interessante po-
trebbe senz'altro essere d'aiuto a noi giovani che, oggigiorno siamo spaventati dal futuro,o me-
glio,da ciò che l'Italia offre .Gli autori illustrano un decalogo,ovvero dieci consigli per facilitare
l'entrata di noi giovani nella vita adulta,non solo lavorativa.
1. RAGGIUNGERE AL PIU' PRESTO L'INDIPENDENZA DALLA PROPRIA FAMIGLIA. Potreb-
be risultare difficile,soprattutto per quanto riguarda la situazione economica, ma con una certa
indipendenza,anche a costo di piccoli "sacrifici",si potrebbe rischiare .Ed è proprio il rischio e la
voglia di mettersi in gioco che rafforza la propria responsabilità.
2.RAFFORZARE LA MOTIVAZIONE ALL'ECCELLENZA DEGLI STUDI. La maggioranza degli
studenti italiani ritiene che ottenere buoni risultati a scuola non abbia alcun valore,invece si sba-
gliano. Infatti un laureato trova lavoro più facilmente di un non laureato,o meglio un lavoro più
"decente". E di conseguenza chi ha un voto di laurea più alto trova lavoro prima di chi lo ha più
basso.
3.COLTIVARE LE PROPRIE PASSIONI. La società attuale tende spesso a "uccidere" le passioni
di noi giovani, rendendoci sempre meno motivati a ciò che facciamo .E’ necessario comprendere che se non ci appassioniamo a
ciò che facciamo non raggiungeremo mai i nostri obiettivi e soprattutto l'eccellenza:
4.DIVENTARE CITTADINI DEL MONDO. Senza alcun dubbio viaggiare è il miglior modo per conoscere e apprendere nuove
culture,migliorare o imparare una o diverse lingue straniere. Numerosisono i progetti,come l'Erasmus o quelli finanziati dalla Co-
munità Europea che ci offrono questa opportunità.
5.INIZIARE A "RESTITUIRE". E' ovvio che non è importante solo ricevere ma è altrettanto importante restituire,soprattutto il
bene che si è ricevuto. E ciò possiamo renderlo non solo alla propria famiglia ma anche al nostro Paese,il quale,nel bene o nel ma-
le, ha comunque dato la possibilità di studiare,anche a coloro che non dispongono di adeguate condizioni economiche.
6. IMPARARE A PENSARE CON LA PROPRIA TESTA. Molto spesso i giovani tendono ad omologarsi al pensiero altrui, poiché
preferiscono rifugiarsi nel "branco",temendo di essere esclusi dal mondo che ci circonda.
7. COLTIVARE LA PROPRIA "INTELLIGENZA EMOTIVA". L "intelligenza emotiva" non è altro che la capacità di interagire con
gli altri e quindi di mettersi nei panni altrui,di comprendere gli altri; ci permette di interagire con loro in maniera positiva e in un
rapporto di fiducia reciproca.
8.INVESTIRE NELLA CAPACITA' DI COMUNICARE. Qualunque cosa si voglia fare,è fondamentale saper comunicare in maniera
corretta e chiara. Spesso chi non sa farlo vede le propria capacità ridotte al minimo. Per migliorare questa facoltà è necessa-
rio,ovviamente,leggere molto, allenarsi a scrivere testi brevi anche quando non è obbligatorio, pensare tre volte prima di rispon-
dere ad una domanda avendo così ben chiaro in mente ciò che si vuole esprimere a parole. Bisogna anche imparare a fare doman-
de,invece di parlare sempre addosso agli altri,rischiando così di avere un lungo e noioso monologo.
9. ACCETTARE I BENEFICI NASCOSTI DEI FALLIMENTI. Ognuno di noi,prima o poi,ha ottenuto almeno un grave fallimento
nella propria vita. Eppure bisogna intendere questi fallimenti non come motivo per scoraggiarsi, ma come possibilità di reagire e
soprattutto per costruire una maggior sicurezza personale.
10. RICERCARE INCESSANTEMENTE LA MERITOCRAZIA E LE REGOLE. Spesso noi giovani incontriamo diverse "trappole" che
senza alcun dubbio sono controproducenti per la nostra personalità. Infatti abbiamo paura di essere i primi a rispettare le regole a
causa di trappole come raccomandazioni, ecc. Per questo motivo siamo sempre più motivati a non seguire alcuna regola e a pen-
sare che in Italia la meritocrazia non esiste. E invece ci sbagliamo perché andare avanti e lottare con le proprie capacità ci rende
ancora più sicuri di noi e forti. E sicuramente orgogliosi.
Sono, quelle esposte, piccole ma importanti regole che tutti dovrebbero seguire,soprattutto noi giovani. In questo modo avremo
una speranza in più per credere in un'Italia migliore.
Alessia Gurabardhi 4BL
PAGINA 14
Anno X Numero II
LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?
Questionario somministrato a tutte le classi prime dell’istituto.
Abbiamo somministrato un questionario a tutte le classi prime del nostro Istituto, riguardante gli alimenti che noi stu-
denti consumiamo durante la ricreazione.
Il questionario era composto da tre domande a cui gli studenti hanno risposto in forma anonima.
-In genere quale alimento consumi durante la ricreazione?
-Lo prendi dal distributore o lo porti da casa?
-Cosa vorresti trovare che non c’è nei distributori?
Nella seguente tabella rendiamo note le risposte degli studenti ad ogni domanda:
Dalla lettura dei dati emersi dall’indagine possiamo notare che la ricreazione non è finita, anzi è la benvenuta! La maggior
parte degli alunni durante la ricreazione, consuma panini e, una percentuale minore, snack dolci e salati.
Gli alunni preferiscono acquistare dal distributore e/o dal bar gli alimenti desiderati anziché portarli da casa.
Notevole è la loro scelta per quanto riguarda gli alimenti che vorrebbero trovare nei distributori in quanto 26 persone
su 156 vorrebbero frutta e 32 persone su 156 desidererebbero altre tipologie di snack.
Ci sono stati anche ragazzi che hanno fatto richieste quasi impossibili, infatti essi vorrebbero trovare al bar e/o nei distri-
butori la pizza, hot dog, kebab e altre richieste inesaudibili a nostro avviso.
Marika Nettis, Angela Teodosio I BL
ALIMENTO CONSUMATO DISTRIBUTORE/CASA ALIMENTI DESIDERATI
Snack=27 su 156 D=99 su 156 Frutta=26 su156
Bevande=5 SU 156 C=57 su 156 Bevande=15 su 156
Panini=92 su 156 Snack=32 su 156
Niente=9 su 156 Niente=31 su 156
Altro=23 su 156 Altro=52 su 156
Docenti e alunni
dell’Istituto
al
Museo Pergamon
di
Berlino
PAGINA 15Anno X Numero II
Recensioni cinematografiche
The artistThe artistThe artistThe artist
Nell'e-
ra del
3D
Micha-
el Ha-
zanavicius si è distinto vincendo ben 5 Oscar con il film
muto e in bianco e nero "The Artist". La settima arte ha
voluto ritornare alle origini, portando sullo schermo una
pellicola alquanto "silenziosa". In un mondo sommerso di
parole il regista ,andando contro tendenza, ha presenta-
to quello che viene considerato da più un capolavoro, in
cui a parlare sono le immagini. In una splendida Hollywo-
od degli anni'20, George Valentine, acclamato attore del
cinema muto, viene sovrastato da una giovane fanciulla,
Peppy Miller che lui stesso aveva portato alla notorietà.
Peppy è il volto del nuovo cinema: quello del sonoro, nel
quale George non crede e a cui non vuole cedere. Ineso-
rabile il nuovo avanza, lasciando ai margini quello che
diventerà un uomo del passato per il quale non c'é spa-
zio nella nuova industria. George decide di produrre ed
interpretare un ultimo film muto nella convinzione, ana-
cronistica, che il pubblico voglia ancora la sua arte. Il film
sarà un flop. George,ormai sul lastrico,cadrà in depres-
sione e tenterà il suicidio dando fuoco alle sue pellicole.
Peppy,ormai diventata una star e da sempre innamorata
di George lo salverà. Si prenderà cura di lui ospitandolo
nella sua dimora. Alla fine di quel processo di guarigione
di cui si é fatta carico ,George imparerà a conoscere e
ad apprezzare con lei il nuovo cinema. Il film si chiude
con una bellissima scena di tip tap ballato dai due prota-
gonisti. Pur essendo un film muto ci ha entusiasmato
e commosse soprattutto grazie alla fantastica interpreta-
zioni di Jean Dujardin. Molto simpatica è stata l'interpre-
tazione del cagnolino Uggie.
Annalisa Manobianca,,Paola Nerilli, 2 BL
Bad teacherBad teacherBad teacherBad teacher
In this
article,
we are
going to
talk
about the
plots of
two
beautiful
come-
dies, with
two
wonderful actresses: Cameron Diaz and Jennifer Lo-
pez. The first film is ''Bad teacher''.
''Bad teacher'' is a 2011 comedy, directed by Jake kas-
dan. Elizabeth Halsey (Cameron Diaz) is a golddigger
Chicago-area middle school teacher at the fictional
John Adams Middle School. She curses at her students,
drinks heavily, smokes marijuana, and only shows mov-
ies while she sleeps through class. She plans to quit
teaching and marry her wealthy fiancé, but when he
dumps her after realizing she's only after his money,
she must resume her job. She tries to win over a sub-
stitute teacher Scott Delacorte (Justin Timberlake),
who is also wealthy. She has an enemy, Amy Squir-
rel, who will hamper her plans. After various chal-
lenges to win Scott, she fall in love with the gym
teacher Russel Gettis, who madly in love with her.
This film is really funny, with a really romantic happy
ending. The second film is a hilarious comedy,
''Monster in law''. Charlie (Jennifer lopez) lives in Ven-
ice Beach, California. One day, while doing her work,
the dog-sitter, she meets Kevin and she falls in
love with him. Viola is Kevin's mother, a hysterical
woman. She hates Charlie. After several attempts, Vi-
ola resigned, unable to accept her daughter in law.
Kevin and Charlie finally are able to marry with the
blessing of Viola.
Gianluca Ferrulli, Giovanna Franco 2AS
PAGINA 16 Anno X Numero II
LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)
SQUADRA VINCITRICE DI
BIBLIO...IN RETE 2012
(LIBRO “BILLY ELLIOTT”)
( DA SIN. DONNO, CHIAPPINELLI, PROF. MASI, REGI
NA, PASTORE, TROTTI, MORTILLARO,UNGARI)
LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)
SQUADRA VINCITRICE DI
BIBLIO...IN RETE 2012
(LIBRO “GLI INDIFFERENTI”)
( DA SIN. LASORELLA, D’AMBROSIO, ZONNO, COLUCCI,
FIGUEROA,PASTORE)
LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)
SQUADRA VINCITRICE DI
BIBLIO...IN RETE 2012
(LIBRO “IL GIORNO DELLA CIVETTA”)
( DA SIN. SCARPETTA, PROF. NARDULLI, CICCARONE,
LISI, MASRANGELO,LEO, KONE, CAPOZZO)
“Non esiste un vascello veloce
come un libro
per portarci in terre lontane”
(Emily Elizabeth Dickinson)

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I Care Numero II anno 2012

  • 1. WILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLAND DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI! ...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE! Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, non riesci più a smettere! Sembra come se Charles Baudelaire avesse trovato un volo last minute direttamente dall'oltretomba e fosse corso da noi per gridarci: “E’ ora di ubriacarsi! Ebbri! Per non essere gli schiavi seviziati del Tempo: ubriachi senza tregua! Di vino, di poesia o di virtù, come preferite”. E noi, muniti di trolleys che sembravano contenere tutto il guardaroba estivo ed invernale e di panini che ci avrebbero potuto sfamare per intere settimane, abbiamo colto il suggerimento del poeta francese e ci siamo preparati a vivere l'ultima avventura da liceali in trasferta all'estero. Eravamo pronti a portare allegria e baccano in una città dalla calma apparente di un lago, ma anche ad ‘ubriacarci’ di storia, di cultura e di modernità. Tra le tante proposte abbiamo optato per la giovane Berlino, (segue pag.2) SOMMARIO Wiilkommen in deutschland pag.1-2 La razza umana pag.2-3 Diritto alla vita pag. 4-5 Concedere la vita o negarla? pag. 6 Donne nel mirino: pag. 7 L’Italia per Jacob pag. 7-8 Marijuana, droga: pag.8-9 Riflessioni di un condannato a morte pag.10 Gli italiani e l’italianità pag.11 Un ritrovamento inaspettato pag. 11-12 Un decalogo per sedicenni e… oltre pag.13 La ricreazione … è finita? pag.14 Recensione di Bad teacher e The artist pag.15 Vincitori di Biblioinrete (foto) pag .16 Anno X Numero II Maggio 2012 “Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma anche il giorno della vergogna. Ma i giovani cancelleranno le ferite del muro”. (Helmuth Kohl)
  • 2. PAGINA 2 Anno X Numero II (segue da pag.1) Eravamo pronti a portare allegria e baccano in una città dalla calma apparente di un lago, ma anche ad ‘ubriacarci’ di sto- storia, di cultura e di modernità. Tra le tante proposte abbiamo optato per la giovane Berlino, la città che pur nella sua modernità, ci ha permesso di fare un tuffo nel passato e nel presente allo stesso tempo. La capitale tedesca ci ha accolto con un’atmosfera grigia e triste: ci è sembrata simile ad un essere umano, le cui ferite con il passare del tempo possono rimarginarsi, ma che comunque restano lì come cicatrici indelebili. Sin dal primo momento abbiamo notato che per quan- to i tedeschi abbiano cercato di ricostruire la città e di renderla quanto più moderna e all'avanguardia possibile, grazie anche all'apporto dei migliori architetti del momento, non è stato semplice e mai lo sarà cancellare un passato che fa an- cora male. La Porta di Brandeburgo, il Monumento alle vittime dell’Olocausto, il Checkpoint Charlie, il Muro di Berlino, ci sono sembrati testimoni silenziosi di pagine di storia piene di orrore e sofferenza. Più suggestiva è stata l’esperienza di visitare musei come il Pergamon, famoso per l’immensa porta d’ingresso a Babilonia e per l’altare di Pergamo, Col passa- re dei giorni però, la città ci ha anche rivelato il suo aspetto giovane e moderno: l’efficienza dei mezzi di trasporto, la cura per gli spazi verdi, i negozi all’ultima moda, i pub affollati di giovani di ogni nazionalità. Berlino ha rappresentato per noi non solo un momento di crescita culturale, ma anche la perfetta conclusione di un ciclo di studi. Per la prima volta la quasi totalità della classe ha partecipato al viaggio d’istruzione, e questo ci ha dato la possi- bilità di costruire insieme un ricordo gioioso e indimenticabile dei giorni trascorsi assieme. Il prossimo viaggio sarà quello ‘post-maturità’. Ci stiamo già lavorando! Federica De Iure Ilaria Zeverino Eleonora De Santis 5BL La Redazione A.s. 2011/2012 Docenti: Adriana Cassone, Ma- riella Nardulli, Leonardo Sportelli Studenti: Daniela Ironico, Pame- la Palmirotta, Alessia Gurabardhi, Greta Ciccarone, Carmela Ribec- co, Giovanna Franco, Gianluca Ferrulli, Angela Teodosio, Marika Nettis, Paola Nerilli, Alessandro Ieva, ,Hanna Ammari, Laila Mak- boul , Annalisa Falcone, Annalisa Manobianca, Maria Gabriella Petruzzi, Federica De Iure, Ilaria Zeverino, Selene Alberto, Eleo- nora Desantis Inoltre hanno collaborato i docenti : Rosa Carnevale, Maria Rosaria Surico, Rita Carmosino, Angela Iacobellis La razza umana “unica vera razza” L'immigrazione in Italia è un fenomeno relativamente recente, che ha assunto dimen- sioni significative nei primi anni settanta, per poi diventare un fenomeno caratterizzan- te della demografia italiana nei primi anni del XXI secolo. Nel 2010 l'Italia era il quarto Paese europeo per numero assoluto di stranieri residenti. 'Immigrati' sono coloro che abbandonano il proprio paese per raggiungerne un altro in condizioni migliori del pro- prio, quindi ciò che spinge queste persone ad intraprendere un viaggio che non sempre si svolge nei migliori dei modi, è per l'appunto il desiderare una vita dignitosa e condizioni sociali, economiche e politiche migliori. Politiche proprio perchè, a causa di pesanti e terribili dittature, o a causa di governi instabili e uomini speculatori che pren- dono il potere, uno Stato può essere territorio di guerre e di povertà. Povertà perchè molti di questi dittatori sfruttano quelle risorse economiche, spettanti ai cittadini, per comprare armi nucleari o per investirli per il proprio futuro e quindi per i propri inte- ressi. Ci sono diversi tipi di migrazione: interna e internazionale. La prima riguarda lo spostamento che rimane nei confini del proprio Paese, la seconda parla appunto della migrazione verso un'altra Nazione. Le migrazioni interne provocano mutamenti anche nel luogo d'origine: per esempio, la perdita del patrimonio culturale. Ma torniamo all'I- talia. La storia delle migrazioni in Italia coincide con la sua storia economica. Tra il 1876 e il 1950 furono gli Italiani a migrare. Le mete più ambite furono gli Stati Uniti e l'Argentina. Negli anni settanta, si verificarono migrazioni interne, ovvero molti italiani abbandonarono la campagna e la montagna per trasferirsi in città e molti abbandonaro- no il Sud per andare al Nord. Recentemente invece, si è registrato il fenomeno dell'im- migrazione da paesi extracomunitari; le comunità più numerose provengono dal Ma- rocco, Albania e Filippine. Molte sono le iscrizioni di bambini stranieri a scuole italiane. Anche nella nostra scuola sono presenti alunne e alunni stranieri che frequentano vo- lentieri la nostra scuola e che sono ben integrati nella comunità scolastica. (segue a pag.3)
  • 3. PAGINA 3Anno X Numero II bassissima e lavori estenuanti. E così si scatenano giudizi ne- gativi da entrambe le parti. 'Italiani solo sfruttatori.' 'Immigrati, ladri!'. Ma si può percorrere una stessa strada senza dover incrociare sguardi male- voli? Ogni rumeno, fi- lippino, albanese ha la sua dignità, così come ogni italiano. Non è solo un concetto di for- tuna: lui è nato lì e lì deve stare. E' più un concetto di rispetto. 'Lì' ci poteva stare ognuno di noi, e invece siamo tutti 'qui' e dobbiamo vivere insieme in uno stesso sta- to de- mocratico dove i dirit- ti sono uguali per tutti. Certo, ci sono regole da rispet- tare, come ad esempio il per- messo di soggiorno da ottene- re per rimanere. Molti immi- grati non lo ottengono o così sono costretti a tornare indie- tro, ma non si pensa mai al viaggio affrontato da queste (segue da pag.2) Ritengo proficua e positiva l’esperienza di integrazione che si vive nelle nostre classi: le ra- gazze straniere mi hanno inse- gnato a vedere il nostro paese con umiltà e soprattutto a rin- graziare per la vita che con- duciamo: abbiamo una casa, abbiamo dei genito- ri,abbiamo la pa- ce. Tutto co- se, voi direte, sconta- te, ma che per al- cuni possono di- ventare il sale di ogni giorno. Non tutti gli Italiani sono però favorevoli a queste migra- zioni. Molti sono scettici o diffidenti verso queste persone a cau- sa del ' curri- culum' che molti han- no cucito su di es- si. Intanto, molti Ita- liani sfruttano al- banesi per un assurdo nu- mero di ore di lavoro nei cam- pi, con un modesto salario, op- pure molti assumono filippine o rumene nelle loro case per le faccende domestiche con paga persone; molte non arrivano a destinazione perchè il mare è sempre un grande pericolo. Quelli che arrivano poi, sono trattati come animali. Non gli viene spiegato niente, spedito da una città all'altra, in centri d'accoglienza e do- po un mese di nuovo via.. Non si e- sclude il fatto che, comunque, non tutti siano santi, cer- to. Ci sono molti immigrati che davvero, invece di cer- care un lavoro, sostano in sta- zioni per deru- bare o che ma- gari commet- tono violenze o omici- di. Ma di tutto questo potrebbe macchiarsi anche un italiano. Quindi se dobbiamo giudicare, dobbiamo usare una bilancia uguale per tutti. Non esistono razze, ma un'unica vera razza: quella umana Annalisa Falcone 1AL La tolleranza reciproca è una necessità per ogni tempo e per ogni razza Mahatma GandhiMahatma GandhiMahatma GandhiMahatma Gandhi Io non domando a che razza appar- tiene un uomo, basta che sia un essere umano: nessuno può es- sere qualcosa di peggio. Mark Twain L'unica razza che cono- sco è quella UMANA! Albert Einstein,Albert Einstein,Albert Einstein,Albert Einstein,
  • 4. PAGINA 4 Anno X Numero II Il grande interesse che continua a suscitare la sfida per il diritto alla vita ha reso di nuovo attuale il dibattito sia sulla decisione di una madre di interrompere una gravidanza inaspettata o indesiderata che sulla richiesta di un paziente ,colpito da grave patologia che ne pregiudica le funzioni vitali, di interrompere le cure mediche che lo tengono in vita. Si sente sempre più frequentemente parlare di aborto ed eutanasia e della loro legalizzazione. Ci si sofferma quin- di, sulla possibilità di ogni essere umano di essere padrone assoluto della propria vita e di quella degli altri. Tutti gli uomini possono avere oltre al diritto alla vita anche il diritto alla morte? Con questa domanda si apre il dibattito fra le alunne Laterza Mariapia L’esperienza ci induce ad affermare che la vita è inviolabile,tuttavia essa non è poi così sacrosanta come si suol ripetere. Con l’eutanasia come anche per l’aborto è negato il diritto inalienabile alla vita. Lastilla Rita Esso non dovreb- be essere negato a nessun essere umano sia che si trovi nella pancia di una donna o in un letto d’ospedale. Così come deve essere tutelata la vita di un essere che sta per nascere così deve essere difesa la vita di chi non può svolgere a pieno tut- te le sue funzioni vitali. Pasquale Annamaria Il senso di libertà individuale fa parte della costruzione della dignità di ogni donna, ma non solo, anche di quella dei malati, com- presi quelli terminali. Il dirit- to alla morte quindi non entra in collisione con quello alla vita, perché è contenuto nella libertà personale di ogni uomo E allora perché non lasciare la libertà ad ognuno di decidere sul proprio diritto alla vita o alla morte? Buiti Soukaina Sopprimere qualcuno in nome della libertà di gestire la propria vita privata, vuol dire distrugge- re la stessa ragion d’essere di ogni vita ,il cui primo diritto è proprio quello della vita. Giannelli Camilla Ciò vale anche per il diritto ad una vita dignitosa? Losacco Federica Se non si può garantire ad un bambino il benessere, non è giusto farlo nascere e condannar- lo ad una vita infelice. La donna non è puro contenitore di vita destinata solo alla procreazione, al manteni- mento e a all’educazione dei figli. L’aborto costituisce una possibilità di riscatto della donna . Martucci Clara Negare ad una donna di abortire rappresenterebbe,infatti, un’altra maniera della società ma- schilista di negare alle donne la propria autonomia . Lassandro AnnaTeresa E’irresponsabile considerare l’aborto come un mezzo per soddisfare senza limitazioni la propria autorealizzazione ed il proprio piacere, anche a danno di un’altra vita umana. Non è uccidendo per- sone né tanto meno bambini che si acquista una maggiore autonomia. Una donna deve riscattarsi facendo va- lere le sue qualità e competenze. Giorgio Alessia L’aborto può sembrare un atto giustificabile,un diritto che spetta a tutte le donne, ma in re- altà è semplicemente un atto contro natura,forse è anche un po’ suicidio,perchè si uccide una parte di sé. Petrera Annalisa L’adozione può essere un’alternativa logica e razionale ad una gravidanza indesiderata. Ninivaggi Camilla A tal proposito si può leggere tale testimonianza di una ragazza di diciannove anni : L’idea di abortire mi spaventava molto, il pensare dei gelidi strumenti infilarsi dentro di me e fare a pezzi un corpicino, no, non avrei potuto reggerlo. Dentro di me c’era una vita concepita per sbaglio,certamente non voluta, ma non avrei risolto il problema in quel modo, non avrei rimediato all’errore con un altro più grande e irreparabile. E chi sostiene che lasciare il proprio figlio in adozione sia un atto peggiore dell’abortire stesso, dovrebbe mettersi una mano sulla coscien- za. Perché è un atto d’amore,dolore e sacrificio. Potrai convivere con te stessa ,sapendo che quel figlio vive perché tu hai scelto di non ucciderlo,sapendo che una famiglia si prenderà cura di lui con amore. Perchè una possibilità di vivere tu l’hai avuta ed è giusto che ce l’abbia anche lui. Perché una possibilità ce la meritiamo tutti. DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?
  • 5. PAGINA 5Anno X Numero II Marinelli Patrizia Se non si desidera un figlio, si può benissimo non concepire sin dal principio. Sono molto diffuse varie contraccezioni anche tra i giovani che non sono ancora pronti per un figlio. Raimondi Stefania Dal punto di vista morale, l’aborto è un caso chiuso: si tratta di un vero e proprio omicidio Giove Rosita Non possiamo essere schiavi di una moralità che obbliga a considerare l’aborto come un peccato. Il frutto del concepimento, nelle prime settimane di gravidanza, non avendo ancora sviluppato sufficientemente il siste- ma nervoso centrale, non può essere considerato un individuo autocosciente . Cascarano Rosa Pertanto l’aborto non può considerarsi un omicidio e la legge nel nostro Paese consente l’interruzione della gravidanza solo nei primi mesi della gestazione, proprio perché l’embrione entro tale tempo non può essere considerato un essere umano Cristallo Vanessa Studi scientifici hanno dimostrato ,invece,che il feto stesso può essere considerato un essere umano a tutti gli effetti ,in quanto dotato di un proprio patrimonio genetico,diverso da quello dei genitori, e di un sistema nervoso centrale, ritenuto sede della coscienza. E’ una persona sin dal concepimento, dotato degli stessi di- ritti della donna che lo porta dentro di sé. Cannito Veronica La donna è un soggetto libero che crea una relazione densa di significato con una nuova vita, il suo non è solo un obbligo biologico. Se questa relazione non avviene , la donna deve essere libera di poter inter- rompere la sua gravidanza ed una scelta del genere non può che essere presa dopo un periodo di lunga e attenta riflessione e giustificata da motivi più che validi. Finelli Elena La donna ha diritto di interrompere una gravidanza quando questa è scaturita da una violenza o quan- do la nascita di un nuovo membro può provocare pesanti disagi economici alla famiglia,ma soprattutto problemi fisici e psicologici alla madre o al nascituro. Perniola Margherita Tale è una posizione di comodo tipica di chi non vuole assumersi alcuna responsabilità nei confronti di una piccola creatura , solo per egoistiche scelte individuali. Maiullari Marina La vita è un dono che deve essere accolto, è una possibilità unica che va difesa e non negata Tateo Miriam Anche il diritto alla morte va difeso ed un uomo deve avere la possibilità di scegliere il meglio per la propria vita ,così può decidere di morire ,quando la stessa privazione della vita diventa una vera e propria liberazio- ne . Luisi Fabiana Ed allora,perché un uomo ,affetto da una grave malattia in stato terminale, non dovrebbe poter sceglie- re di mettere un punto alle sue sofferenze e ad una agonia fatta solo di strazio? Cupertino Mariantonietta Anche in caso di patologie gravi, vi è sempre una piccola percentuale di sopravvivenza per il malato. È accaduto che dal coma si siano risvegliati dei malati, inoltre la medicina fa passi da gigante e potrebbe trovare ,con l’utilizzo di cellule staminali, un miglioramento o una guarigione. Carella Miriam Perché non sfruttare questa speranza fino all’ultimo secondo di vita? Sebastiano Nicole Non si può pretendere che una persona decida di soffrire nella speranza che abbia una sal- vezza di cui non ha alcuna certezza. Se la vita è senza speranza e può essere prolungata solo con dei macchinari che artificialmente consentono la circolazione del sangue e del battito cardiaco, l’uomo diventa un essere che vegeta. Il paziente non può volere tutto ciò De Stradis Fabiana Non è una tortura lasciar soffrire il malato che implora sollievo da un dolore senza fine? Stasolla Margherita Così scriveva Pietro Welby,affetto da una grave forma di distrofia muscolare in stadio terminale, in una lettera al Presidente della Repubblica italiana:Vita è una donna che ti lascia,una giornata di pioggia,l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso -morire mi fa orrore,purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita- è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti,ai ricordi,alle amicizie,alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente bio- logica io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coe- renza del pensiero laico. Cecca Antonisa Chi siamo allora noi per non concedergli una morte da lui voluta? Maselli Fabiana Probabilmente l’ideologia contemporanea definisce umano soltanto chi è giovane,sano e produttivo. In realtà la malattia e la morte appartengono alla sfera dell’umano e sono anch’esse esperienze degne di significato. Ranieri Rebecca Nella sofferenza si impara ad apprezzare ogni minimo gesto, un sorriso , una carezza: è qualcosa di commovente che va ogni oltre dolore.. per questo vale la pena di vivere. E’ questo il vero significato della vita: far tesoro di ciò che viene offerto e cogliere la malattia come una sfida per riuscire a vincerla Classe 2° A P
  • 6. Concedere la vita o negarla? riflessioni sul tema dell'aborto. PAGINA 6 Anno X Numero II Leggendo il libro “Lettera ad un bambino mai nato” di Oriana Fallaci, mi sono posta, per la prima volta, il dilemma sull’aborto: concedere la vita o negarla? Il romanzo di Oriana Fallaci è molto significativo: è un’idea piut- tosto innovativa raccontare una vicenda attraverso un vero e proprio dialogo con un feto. Il monologo interiore implica il fatto che la neo-mamma ritenga suo figlio già un essere cosciente, capace di intendere le sue parole, nonostante esso cresca nel suo grembo. “Lettera ad un bambino mai nato” è un libro forte e “crudele", ma nello stesso tempo intriso di poesia, capace di colpire già dalla lettura delle prime pagine, da cui ci si aspetta di assistere allo sfogo femminista di chi vuole far valere e imporre la sua posizione. In realtà non è così.Il libro tratta il tema dell’aborto, lasciandolo, pe- rò, sullo sfondo, facendo emergere quello della maternità che si snoda attraverso il dialogo di una madre con la cre- atura che porta in grembo. Nel libro di Oriana Fallaci, è evidente come la società condizioni la futura madre che sceglie di intraprendere il viag- gio di lavoro, a discapito della sua gravidanza, non perché non voglia la sua creatura, ma perché il mondo che la cir- conda sembra rifiutare la maternità in nome del progressismo femminile. Ma se provassimo ad invertire la storia raccontata da Oriana Fallaci, attra- verso un dialogo del bambino con sua madre? Cosa le direbbe?Forse po- trebbe rivolgerle queste parole: “Cara mamma, ho vissuto per diversi mesi nel tuo grembo; mi sentivo protetto ed ogni volta che tu poggiavi la mano sul pancione, io premevo sotto la tua pelle per avere un contatto con te. Percepivo i tuoi momenti di gioia o di tristezza, assaporavo i cibi che tu stessa mangiavi. Mi sentivo felice. Poi, un giorno, ti sei recata in ospedale ed ad un tratto il mio cuoricino si è fermato per sempre. Perché lo hai fatto? Avrei portato gioia e letizia, ora invece tu piangi, costretta dalla vita a rinunciare a me”. Queste ed altre sono le considerazioni che la lettura del libro “Lettera ad un bambino mai nato” potrebbe suscitare. Per questo lo consiglierei a tutte le donne che si sono ritrovate ad affrontare una gravidanza inaspettata, alle neo- mamme e, soprattutto, al genere maschile, così da far capire agli uomini le ansie e le paure di una donna rimasta incinta. Penso che li farebbe crescere e maturare. Antonisa Pistilli 1BL
  • 7. - L’ITALIA PER JACOB PAGINA 7Anno X Numero II Donne nel mirino: quando l'amore uccide Basta guardare i numeri: ogni anno in Italia 130 donne vengono uccise per mano del proprio uomo. Una donna ogni tre giorni”. Questa, la celebre frase con la quale Camila Raznovich suole dare inizio ad “Amore Criminale”, una trasmissione che si occupa di un problema davvero serio, ma purtroppo sottovalutato quale la violenza sulle donne, troppo spesso vittime del loro partner. Omicidi dettati dalla gelosia, dal desiderio di possesso che evolve in ossessione e porta a compiere talvolta gesti estre- mi. L'inferno ha inizio proprio nel luogo in cui la donna dovrebbe sentirsi più sicura e protetta, all'interno della propria casa. Stiamo parlando della cosiddetta violenza domestica, una serie di atteggiamenti persecutori esercitati nell'ambito famigliare. Ma come può un "uomo" (se così possiamo definirlo) uccidere la sua compagna e, nella maggior parte dei casi, la madre dei proprio figli? E' una domanda che mi sono sempre posta ma, ahimè, non sono mai riuscita a trovare una risposta adeguata. Probabilmente ciò che rende il tutto più agghiacciante è il silenzio di queste donne, la paura di farsi avanti e denunciare l'avvenuto. "Ho sbattuto contro la porta", la scusa più come per spiegare il perchè di quei livi- di, che cela il più oscuro dei segreti. Un segreto che la donna ha paura di svelare. In questi casi la parola d'ordine è ab- battere il muro del silenzio, perchè non bisogna temere di cambiare la proprio vita. Ritengo che la festa dell'8 marzo andrebbe abolita: la donna è una creatura così fragile e delicata che in veste di dono della natura merita, anzi, ha tutto il diritto di essere festeggiata e riverita 365 giorni all'anno. Ironico Daniela 1AL Oggi l’Italia sta attraversando una fase pre- caria definita comunemente “crisi”. Ma se guardiamo altri Paesi del mondo, così vicini sulla carta geografica, ma lontani migliaia di chilometri, potremmo continuare a chiama- re “crisi” la nostra condizione attuale? Jacob Addo un ragazzo ganese di vent’anni, da poco in Italia, ha accettato di raccontare qualcosa del suo Paese natale e fare qualche riflessione sulla nostra Italia. P- Jacob, da quanto tempo sei in Italia? J- Da tre anni. P- Come si chiama il tuo villaggio di origine e da quante persone è composto? J- Si chiama Annokrom e siamo circa 500- 600 persone. P- Com’ era la tua giornata quando eri ad Annokrom? J- Mi svegliavo verso le sei ed andavo a pie- di a prendere l’acqua per la mia famiglia, portando un grande contenitore. La strada era impervia e lunga circa 4 chilometri. Poi andavo a scuola che distava dal mio villaggio 30 minuti. Al termine delle lezioni mi recavo in campagna per aiutare i miei genitori e solo qualche volta riuscivo a giocare a pallone con i miei amici. Non avevamo un orario fisso per mangiare, perchè il nostro unico pasto era consumato al termine del lavoro. Al tramonto, andavamo a dormire perchè non avevamo elettricità e non potevo fare i compiti. P- Come hai raggiunto l’Italia? - Ho fatto un lungo viaggio. Sono partito dal Ghana, poi dal Niger siamo saliti in centinaia su un camion per attraversare il deserto... (segue a pag. 8)
  • 8. PAGINA 8 (segue da pag.8) Ho comprato un po’ d’acqua e ho messo del sale nella bottiglia per non finirla subito e non farla bere agli altri. Dopo quattordici giorni nel deserto, siamo arrivati in Libia, dove ho lavorato come muratore. Vivevo in una piccola casa con tantissime persone, mangiavo un pugno di riso al giorno e non c’era spazio per stendersi sul pavimento per riposare. Dopo sei mesi sono salito su un barcone e sono approdato a Lampedusa. Di qui con un aereo sono arrivato a Bari, dove ho vissuto in un centro di accoglienza e ho potuto studiare fino a 18 anni. In seguito sono arrivato ad Acquaviva. P- Dove vivi adesso e cosa fai? J- Vivo in un container presso un centro di addestramento per cani e mi occupo della manutenzione del centro e della cura degli animali. P- Sei felice della tua condizione attuale? J- Si, ora sono felice perchè ho incontrato una famiglia che mi aiuta e mi tratta come un figlio. Inoltre mi sto preparando per ricevere il Battesimo. P- Cosa ne pensi dell’Italia? J- E’ un Paese molto bello. La gente è simpatica e generosa. Sono pronti ad aiutare le persone in difficoltà e i rifugiati. P-Oggi quasi tutti gli italiani lamentano la “crisi”. Tu che ne pensi? J- Secondo me c’è crisi perchè la gente non si accontenta e vuole sempre di più di ciò che ha. Inoltre la crisi è solo per i lavoratori, perchè la persone ricche non vogliono aiutarli e non li pagano bene. P- Un aggettivo per definire l’Italia. J- L’Italia è: “Un Paese bellissimo e ospitale per tutti”. Palmirotta Pamela, IV BL Anno X Numero II Marijuana,droga passatempo o via di fuga? La nuova pianta, insieme al tabacco fece furore. Succes- sivamente si è scoperto che la canapa poteva essere fumata come il tabacco ma che, a differenza di esso, dava sensazioni di leggerezza e provocava allucinazioni; negli ultimi anni l’uso di questa sostanza e di quelle da essa derivate è degenerato tanto che, i ragazzi dai 12 ai 18 anni ne abusano. Ho rivolto qualche domanda sull’uso delle sostanze a due dei rappresentanti del no- stro istituto, Giuseppe Paparella e Francesco Dammic- co 1)Buon giorno ragazzi, sareste disposti a ri- spondere a qualche domanda sull’argomento “canapa”? F. “Certamente.” G. “Perché no?” 2)Perfetto. Che ne pensate di questa sostanza che ha scatenato tante polemiche? F. “Secondo me ha suscitato molte polemiche perché è un argomento delicato che tocca nel profondo le co- scienze altrui.” G. “Penso si tratti solo di disinformazione, in quanto, sono innumerevoli le teorie a riguardo.” 3)La marijuana, secondo voi, può essere vista come droga, passatempo o una via di fuga? F. “Sicuramente come droga ma anche come una via di fuga per quelli che cercano di scappare da una noiosa quotidianità.” G. “La vera droga, se così la si può definire, sta nella moralità di chi ne fa uso e ABUSO. E' chiaro che gli ec- cessi in qualsivoglia contesto possano portare a risvolti negativi.” (segue a pag.9) “Alla mia età è molto facile finire nel giro.” sostiene un ra- gazzino di 12 anni “Molti fra i miei compagni di classe hanno già provato cosa vuol dire <<fare un tiro>> e han- no già preso il vizio di fumare sigarette.” Così ci troviamo di fronte alla triste realtà in cui è coinvolta la maggior parte degli adolescenti fra i 12 e 18 anni. Non in Italia, non in America, non in Francia o Inghilterra, ma in tutto il mondo questo fenomeno colpisce i ragazzi che,magari indeboliti da problemi di vario genere, si dimostrano vul- nerabili. Ma siamo sicuri che gli adolescenti fumino solo sigarette? Studi approfonditi sull’argomento dimostrano che almeno un adolescente su cinque fa uso anche di ca- napa, pretesto,questo,degli adulti per accusare qualsiasi ragazzo di essere un drogato. Quindi la canapa è una droga? La storia di questa sostanza è iniziata parecchio tempo fa,con la scoperta dell’ America da parte dei con- quistadores spagnoli, quando Cristoforo Colombo appro- dò sulla sponda della nuova terra e dopo aver “fatto co- noscenza” con i nativi americani, andò in cerca di qualco- sa di utile per il viaggio di ritorno in Spagna, fu così che s’imbatté in una piantagione selvatica di una pianta mai vista che emanava un odore molto pungente. “Cos’è?” chiese con alcuni gesti a quello che, fra gli indigeni pre- senti, sembrava il più saggio. “Canapa!” rispose l’interlocutore. Gli indigeni tagliarono qualche foglia e mostrarono a Colombo come si utilizzava :prepararono degli infusi di canapa mista a camomilla, schiacciandone i semini ottennero delle polveri utili a disinfettare le ferite, ma soprattutto, da questa pianta era possibile ricavare delle fibre tessili e del legno. Esterrefatto, Colombo deci- se di portare la canapa in Spagna per verificare se, effetti- vamente, rappresentasse un’ottima merce di scambio.
  • 9. PAGINA 9 Anno X Numero II 4)Siete pro o contro l’uso di questa sostanza come medicina naturale? Perché? F. “Se utilizzata come medicina naturale per curare varie patologie, credo sia un metodo da considerare buono.” G. “La canapa non a caso fu importata in Occidente, proprio per migliorare determinate metodologie di cura come quelle per l’emicrania e i dolori mestruali. Ma determinate forme di assunzione risultano deleteree se l’uso di questa sostanza è irresponsabile e per lungo tempo.” 5)E’ giusto dire che i più coinvolti dall’uso di queste sostanze sono gli adolescenti? F. “Gli adolescenti sono i capri espiatori, ma sicuramente anche una buona parte di adulti ne fa uso.” G. “I consumatori di cannabis sativa si possono rilevare in qualsiasi fascia d’età. A mio parere, però, i maggiori usufruitori di sostanze psicotrope sono proprio i ragazzi.” 6)Possono essere definiti <<drogati>>? Perché gli adulti li definiscono tali? F. “Possono essere considerati così se affetti da dipendenza e quindi gli adulti li credono tali.” G. “Sì, potrebbero definirsi <<drogati>> in quanto la cannabis crea dipendenza.” 7) Questo articolo potrà servire a far riflettere su uno dei problemi che affliggono la nostra società? F. “Spero che serva a sensibilizzare molti giovani come noi su un argomento molto attuale.” G."Certo, riflettere penso sia il punto di partenza per affrontare simili problematiche. A mio parere la droga è sempre un surrogato.” 8)Se ne aveste la possibilità,come risolvereste questo problema? F. “Se fosse nelle mie facoltà, cercherei delle alternative per far sì che i giovani si divertano ugualmente.” G. “Secondo il mio punto di vista, per risolvere questo problema, le droghe leggere andrebbero legalizzate in quanto credo che fare uso di qualcosa di legale non sarebbe più trasgressivo.” 9) Dite qualcosa riguardante l'argomento ai nostri lettori. G."Il mio è un invito a prender posizione a riguardo, nel formarsi un proprio punto di vista frutto di una propria ricerca informativa. La droga viene a riempire un vuoto causato dal desiderio di morte e che è dunque un vuoto di cultura.” Successivamente è stata svolta un’indagine fra gli studenti che alle domande “Credi che la marijuana possa considerarsi una droga che uccide?” e “Cosa pensi dei tuoi coetanei che ne fanno uso?” hanno risposto: E. “Non considero la marijuana una sostanza che possa uccidere, ma penso che le droghe più pesanti possano farlo. Credo che la maggior parte dei ragazzi della mia età, o poco più grandi, facciano uso di queste sostanze solo per auto-convincersi di essere persone più mature, ma non sanno che così facendo non lo saranno mai; è il carattere che fa capire alla gente se si è maturi o meno. Ci sono ragazzi che lo fanno per divertirsi o anche per vantarsene ma, ovviamente, non si rendono conto del rischio che corrono perché se poi la cosa si trasforma in ossessione non va più bene. Ognuno deve avere un proprio auto-controllo specialmente per questo aspetto.” A. V. “Non nego che sia una droga ma sicuramente non è capace di uccidere, anzi, ha delle ottime proprietà farmaceuti- che e ritengo che possa diventare una buona risorsa economica in tutti i campi. Sono d’accordo sull’uso di queste sostanze perché aprono la mente e aiutano la creatività ma soprattutto credo che siano meno dannose rispetto ad altre sostanze come l’alcol.” B. “Non è che sia poi così d’accordo sul fatto che si faccia uso di marijuana, però, sicuramente quando diventa un vizio non è semplice smettere. E’ anche una questione psicologica e penso che ognuno debba gestire la sua vita anche sbagliando e che questa sia l’età nella quale si fanno più esperienze perciò tanto vale provare.” K. “Per quanto ne so la marijuana non uccide, anzi, può essere usata a scopo medico, però, sono dell’idea che farne uso non faccia poi tanto bene; per quanto ho visto è più facile distruggere con la marijuana che con qualsiasi altra cosa: non è il massimo stritolare i neuroni, dimenticare le cose ecc… Sarà anche che ho avuto una pessima esperienza, ma penso che chi faccia uso di tale sostanza non abbia proprio nulla da fare nella vita.” Dalle risposte si può riflettere sul fatto che un po’ tutti sono d’accordo sulle proprietà curative della marijuana; anche alcu- ni cantanti e altri personaggi importanti la pensano così E pensare “che la cannabis attiva. Potrebbe risanare questo Mondo alla deriva. Potrebbe soppiantare petrolio e i derivati La plastica ed i farmaci a cui siamo abituati[…]”(PunkreasCanapa Falso) “Sia vite che tabacco all'uomo male fa, Ford ha fatto una macchina solo con canapa, ci fai vestiti e carta così che l'Amazzonia si sal- verà, senza contare che ci puoi curare pure l'asma.” (Babaman) “Sulla base delle mie ricerche, ho scoperto che la cannabis è una sostanza notevolmente sicura. Sebbene non innocua, è sicuramente meno tossica della maggior parte delle medicine convenzionali, che potrebbe sostituire se fosse disponibile legalmente. Nonostante sia stata usata da milioni di persone per migliaia di anni, la cannabis non ha mai causato una morte per overdose. La preoccupazio- ne più seria è il danno respiratorio se la si fuma, ma questo può essere facilmente risolto aumentando la potenza della cannabis e ricorrendo alla tecnologia per separare le particelle di materia presenti nel fumo di marijuana dai suoi principi attivi.”(Lestern Grin- spoon, insegnante di psichiatria ad Hardvard). Selene Elfo Ska Alberto 4DL
  • 10. Sono Khaled Khalifa,mi trovo nella cella di isolamento di un diparti- mento di Riyadh e sono accusato di omicidio. Tutto è avvenuto nel mio negozio di tappeti, durante una ra- pina. I rapinatori erano armati e tentavano di uccidermi, così mi so- no difeso e ho sparato ad uno dei rapinatori. Sento il peso dei secondi che scor- rono sulla mia pelle, si avvicina sem- pre più il momento in cui sarò de- capitato. È questa giustizia? Può la legittima difesa essere condannata come il peggiore dei crimini? Mi chiedono quale sia il mio ultimo desiderio. Sono ormai rassegnato al mio destino, tuttavia vorrei proprio parlare con chi dice di saperne più di me sulla pena di morte. Vedo entrare nella mia cella Cesare Bec- caria e Tommaso d’Aquino. S.Tommaso d’Aquino:<<Khaled sei consapevole di esserti arrogato un diritto che non ti appartiene, ma spet- ta alle autorità pubbliche? Così facen- do hai recesso la tua dignità di uo mo, hai calpestato la principale carat- teristica umana che è la ragione e ti sei reso alla pari delle bestie!>>. Condannato:<<Ma ho soltanto tenta- to di difendermi! Dovevo lasciare che mi uccidessero?>>. S.Tommaso d’Aquino:<<Avresti do- vuto aspettare l’arrivo delle autorità, solo loro hanno il compito di giudicare e di difenderti>>. Condannato:<<In gioco c’era la mia vita e quella della mia famiglia. Neanch’io avrei voluto fare quel gesto ma è stato necessario. È dunque giu- sto che io debba morire?>> S.Tommaso d’Aquino:<<Uccidendo hai utilizzato la violenza, caratteristica delle bestie e come un animale meriti la morte…>> C.Beccaria:<<Questa è la tua teori- a,Tommaso, ora invece, vorrei esporre la mia perché io sono contrario alla sua esecuzione>>. Condannato:<<Quindi lei mi sta di- fendendo?>> C.Beccaria:<<Io non dico che lei non debba essere punito ma ci sono puni- PAGINA 10 Anno X Numero II RIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTE zioni migliori di una sofferenza estrema e immediata.>> Condannato:<Cosa intende dire? C.Beccaria:<<Ritengo che la pena di morte sia inutile perché la realtà dei fatti dimostra che non scoraggia gli altri dal commettere gravi azioni; inoltre non è giusta in quanto nessun uomo ha mai concesso alle autorità dello Sta- to l’arbitrio di uccidere i propri cittadini; infine non è necessaria perché può essere benissimo sostituita dalla deten- zione a lungo tempo, che unita al lavo- ro, consente di “recuperare il colpevo- le”, gli permette di riflettere sul gesto compiuto e un giorno, quando sarà pronto, di reinserirsi nella società.>> S.Tommaso d’Aquino:<<E come farem- mo a capire se è pronto a tornare nella società? E se rimanesse un pericolo pubblico?>> Il giudizio è sospeso… E voi,in quanto membri della società, come giudichereste il caso di Khaled Khalifa? classe 4AL
  • 11. PAGINA 11Anno X Numero II Italiani e italianitàItaliani e italianitàItaliani e italianitàItaliani e italianità orgoglio di essere made in Italy. ''L'Italia, paese di santi, poeti e navigatori''. Fortu- natamente a volte, qualcu- no ci ricorda ancora qual è la nostra identità. Nello stivale più famoso del mondo, hanno i natali i protagonisti indiscussi che hanno radicalmente muta- to il corso della nostra storia cambiando il nostro modo di vivere. Era italia- no Cristoforo Colombo, che segnò la storia con la scoperta del continente americano nel 1492, ma anche colui che si rese conto di stare su un nuo- vo continente era italiano, Amerigo Vespucci e, in suo onore, fu dato il no- me di America al neo con- tinente. Erano italiani an- che Marco Polo ,Galileo Galilei e Alessandro Volta. Non ultimi,tra gli artisti più celebri in tutto il mon- do parliamo di Leonardo, Michelangelo e Donatello, che il mondo ci invidia e, nel mondo dello spettaco- lo, Luchino Visconti, Mar- cello Mastroianni, Rober- to Benigni e Sophia Loren solo per citarne alcuni. Giorgio Armani, Gianni Versace e la famiglia Mis- soni invece, sono alcune grandi case di moda che hanno caratterizzato uno stile italiano che è sinoni- mo di qualità e classe ri- conosciuto in tutto il mondo. Ma noi ci sentiamo cittadi- ni italiani? E quanto amia- mo la nostra nazione? Il patriottismo italiano è morto. Molti non cre- dono nella nostra Ita- lia, dimenticando le migliaia di persone che si sono immolate per il nostro bel paese. Con- sideriamo, a torto, che la nostra nazione sia inferiore alle al- tre,tendiamo a svaluta- re ogni aspetto della nostra cultura(escluso il cibo! ) e siamo seria- mente indignati per i treni in continuo ritar- do, per la burocrazia esageratamente lunga e soprattutto per la no- stra classe politica: ma, se i dirigenti politici sono lo specchio del popolo,qualcuno li avrà pur eletti? Chi è causa del suo mal pianga se stesso! L’italianità è un concet- to del tutto estraneo alla nostra cultura, ed è la storia che ci ha condotto a diventare una nazione unitaria. Siamo uno stato giova- ne rispetto a Francia o a Germania, ma le no- stre tradizioni e la no- stra lingua, compresi i dialetti, hanno una ori- gine ancor più antica. Siamo un 'popolo a forma di stivale' che possiede circa il 65% del patrimonio mon- diale culturale ed ar- cheologico e proteg- giamo anche la più pic- cola cappella e i suoi tesori. Tutti dovrem- mo provare un senti- mento di appartenenza nei confronti della terra in cui siamo nati e non è strano pensare che, tutte le persone che vivono attualmente all’estero, nonostante i molti anni passati e la vita agiata che conducono, spesso nutro- no la speranza di ritorna- re. L'architettura, l'arte, la moda, il cinema e la ga- stronomia danno lustro al nostro Paese che da sem- pre, ogni anno accoglie milioni di visitato- ri,innamorati dell’Italia. Sono fiero di essere italia- no, perché abbiamo la pizza e la nutella, perché riusciamo ad essere aperti con tutti e siamo invidiati dagli altri paesi. Ma so- prattutto perché in quale parte del mondo è possi- bile trovare un concentra- to meraviglioso di arte, storia, paesaggi, saperi, sapori, sorrisi, umanità e altruismo? Siamo grandi ragazzi! Alessandro Ieva III AS. Un ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamento inaspettatoinaspettatoinaspettatoinaspettato dall’inghilterra una nuova incantevole storia Lo scorso dicem- bre è stato riportato alla luce a Pendle Hill, nel Lan- cashire, il vecchio rudere di un cottage risalente al XVII secolo; al suo interno è stato rinvenuto un gatto mummificato, probabilmen- te murato vivo, usanza dif- fusa all’epoca per tenere lontani malocchio e spiriti malvagi. Gli studiosi accorsi ritengono che l’edificio pos- sa essere la celeberrima “Malkin Tower”, abitazione di una famiglia condannata per stregoneria nel 1612, nel processo passato alla storia come “Processo di Pendle”. Nel sito sono state ritrovate ampolle, resti di erbe medicinali ed un ma- noscritto in discrete condi- zioni, risalente allo stesso periodo storico, nel quale si possono leggere riflessio- ni e stralci di vita quotidia- na dell’autrice.I calligrafi, che hanno esaminato il re- perto, hanno dedotto che la donna autrice della per- gamena fosse mancina. Quasi miracolosamente, è stato inoltre rinvenuto un capello ben conservato, (segue a pag.12) Un ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamentoUn ritrovamento inaspettatoinaspettatoinaspettatoinaspettato dall’Inghilterra una nuova incantevole storia
  • 12. PAGINA 12 Anno X Numero II Un ritrovamento inaspettatoUn ritrovamento inaspettatoUn ritrovamento inaspettatoUn ritrovamento inaspettato dall’Inghilterra una nuova incantevole storia (segue da pag. 11) dall’analisi del quale si è scoperto che apparteneva ad un’albina. Entrambi gli indizi fanno pensare che questa don- na fosse ritenuta una strega, in quanto sia la mano sinistra -considerata “la mano del diavolo”- sia il particolare colore dei capelli, la connotavano come “diversa”, in quell’epoca di pregiudizi e superstizioni. Nel manoscritto la donna stessa racconta che nessuno la vedeva di buon occhio e che tutti la evitavano, spaventati non solo dal suo aspetto, ma anche dalla sua quotidiana abitu- dine di inoltrarsi nel bosco alla ri- cerca degli ingredienti, necessari per realizzare antidoti e medicinali. In- fatti -scrive- la diffidenza nei suoi confronti era così ostinata che più di una persona era morta di febbre o intossicata, pur di non farsi curare da lei. In ogni caso il fato le era sfa- vorevole, perché immancabilmente ogni decesso, di cui non si conosce- va la causa, la vedeva trasformata da innocua guaritrice in pericolosa strega assassina. Per sua sfortuna, è vissuta esattamente negli anni in cui Re James I e i magistrati inglesi erano più dediti alla caccia alle streghe che ad altro. Lei stessa, consapevole dei rischi che correva, scrive di avere intenzione di tingersi i capelli e di darsi alla macchia. Da questo punto in poi non sappiamo più niente di lei: è riuscita a scappare e a salvarsi o le è toccato il destino di tante altre sventurate vissute in quel periodo, date alle fiamme solo perché strane o diverse? Il vecchio e mi- sterioso cottage ci racconta una storia affascinante e inquietante (chissà se vera), una storia purtroppo senza finale, anzi senza fine…appartiene davvero al passato l’abitudine a discriminare quanti non rientrano nei nostri canoni di “normalità”, ad allontanare chi con la sua diversità mette in discussione le nostre certezze? A tutti gli emarginati dall’ignoranza e dalla paura del mondo dedichiamo questa famosissima e struggente ballata popolare, nota come “La ballata del bianco nel verde” “Perché vivi nel bosco donna dai capelli bianchi perché il tuo agire è fosco e i tuoi occhi mai stanchi? – Bianco verde ora e mai più, bianco verde ora e mai più Appari e scompari fantasma immersa nel verde con i tuoi gesti amari è la vita che si perde… – Bianco verde ora e mai più, bianco verde ora e mai più” Annalisa Caldarulo e Maria Gabriella Petruzzi 1AM
  • 13. PAGINA 13Anno X Numero II Un decalogo per Dalla lettura di"Regole" di R. Abravanel e L. D'Agnese, un paragrafo abbastanza interessante po- trebbe senz'altro essere d'aiuto a noi giovani che, oggigiorno siamo spaventati dal futuro,o me- glio,da ciò che l'Italia offre .Gli autori illustrano un decalogo,ovvero dieci consigli per facilitare l'entrata di noi giovani nella vita adulta,non solo lavorativa. 1. RAGGIUNGERE AL PIU' PRESTO L'INDIPENDENZA DALLA PROPRIA FAMIGLIA. Potreb- be risultare difficile,soprattutto per quanto riguarda la situazione economica, ma con una certa indipendenza,anche a costo di piccoli "sacrifici",si potrebbe rischiare .Ed è proprio il rischio e la voglia di mettersi in gioco che rafforza la propria responsabilità. 2.RAFFORZARE LA MOTIVAZIONE ALL'ECCELLENZA DEGLI STUDI. La maggioranza degli studenti italiani ritiene che ottenere buoni risultati a scuola non abbia alcun valore,invece si sba- gliano. Infatti un laureato trova lavoro più facilmente di un non laureato,o meglio un lavoro più "decente". E di conseguenza chi ha un voto di laurea più alto trova lavoro prima di chi lo ha più basso. 3.COLTIVARE LE PROPRIE PASSIONI. La società attuale tende spesso a "uccidere" le passioni di noi giovani, rendendoci sempre meno motivati a ciò che facciamo .E’ necessario comprendere che se non ci appassioniamo a ciò che facciamo non raggiungeremo mai i nostri obiettivi e soprattutto l'eccellenza: 4.DIVENTARE CITTADINI DEL MONDO. Senza alcun dubbio viaggiare è il miglior modo per conoscere e apprendere nuove culture,migliorare o imparare una o diverse lingue straniere. Numerosisono i progetti,come l'Erasmus o quelli finanziati dalla Co- munità Europea che ci offrono questa opportunità. 5.INIZIARE A "RESTITUIRE". E' ovvio che non è importante solo ricevere ma è altrettanto importante restituire,soprattutto il bene che si è ricevuto. E ciò possiamo renderlo non solo alla propria famiglia ma anche al nostro Paese,il quale,nel bene o nel ma- le, ha comunque dato la possibilità di studiare,anche a coloro che non dispongono di adeguate condizioni economiche. 6. IMPARARE A PENSARE CON LA PROPRIA TESTA. Molto spesso i giovani tendono ad omologarsi al pensiero altrui, poiché preferiscono rifugiarsi nel "branco",temendo di essere esclusi dal mondo che ci circonda. 7. COLTIVARE LA PROPRIA "INTELLIGENZA EMOTIVA". L "intelligenza emotiva" non è altro che la capacità di interagire con gli altri e quindi di mettersi nei panni altrui,di comprendere gli altri; ci permette di interagire con loro in maniera positiva e in un rapporto di fiducia reciproca. 8.INVESTIRE NELLA CAPACITA' DI COMUNICARE. Qualunque cosa si voglia fare,è fondamentale saper comunicare in maniera corretta e chiara. Spesso chi non sa farlo vede le propria capacità ridotte al minimo. Per migliorare questa facoltà è necessa- rio,ovviamente,leggere molto, allenarsi a scrivere testi brevi anche quando non è obbligatorio, pensare tre volte prima di rispon- dere ad una domanda avendo così ben chiaro in mente ciò che si vuole esprimere a parole. Bisogna anche imparare a fare doman- de,invece di parlare sempre addosso agli altri,rischiando così di avere un lungo e noioso monologo. 9. ACCETTARE I BENEFICI NASCOSTI DEI FALLIMENTI. Ognuno di noi,prima o poi,ha ottenuto almeno un grave fallimento nella propria vita. Eppure bisogna intendere questi fallimenti non come motivo per scoraggiarsi, ma come possibilità di reagire e soprattutto per costruire una maggior sicurezza personale. 10. RICERCARE INCESSANTEMENTE LA MERITOCRAZIA E LE REGOLE. Spesso noi giovani incontriamo diverse "trappole" che senza alcun dubbio sono controproducenti per la nostra personalità. Infatti abbiamo paura di essere i primi a rispettare le regole a causa di trappole come raccomandazioni, ecc. Per questo motivo siamo sempre più motivati a non seguire alcuna regola e a pen- sare che in Italia la meritocrazia non esiste. E invece ci sbagliamo perché andare avanti e lottare con le proprie capacità ci rende ancora più sicuri di noi e forti. E sicuramente orgogliosi. Sono, quelle esposte, piccole ma importanti regole che tutti dovrebbero seguire,soprattutto noi giovani. In questo modo avremo una speranza in più per credere in un'Italia migliore. Alessia Gurabardhi 4BL
  • 14. PAGINA 14 Anno X Numero II LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA? Questionario somministrato a tutte le classi prime dell’istituto. Abbiamo somministrato un questionario a tutte le classi prime del nostro Istituto, riguardante gli alimenti che noi stu- denti consumiamo durante la ricreazione. Il questionario era composto da tre domande a cui gli studenti hanno risposto in forma anonima. -In genere quale alimento consumi durante la ricreazione? -Lo prendi dal distributore o lo porti da casa? -Cosa vorresti trovare che non c’è nei distributori? Nella seguente tabella rendiamo note le risposte degli studenti ad ogni domanda: Dalla lettura dei dati emersi dall’indagine possiamo notare che la ricreazione non è finita, anzi è la benvenuta! La maggior parte degli alunni durante la ricreazione, consuma panini e, una percentuale minore, snack dolci e salati. Gli alunni preferiscono acquistare dal distributore e/o dal bar gli alimenti desiderati anziché portarli da casa. Notevole è la loro scelta per quanto riguarda gli alimenti che vorrebbero trovare nei distributori in quanto 26 persone su 156 vorrebbero frutta e 32 persone su 156 desidererebbero altre tipologie di snack. Ci sono stati anche ragazzi che hanno fatto richieste quasi impossibili, infatti essi vorrebbero trovare al bar e/o nei distri- butori la pizza, hot dog, kebab e altre richieste inesaudibili a nostro avviso. Marika Nettis, Angela Teodosio I BL ALIMENTO CONSUMATO DISTRIBUTORE/CASA ALIMENTI DESIDERATI Snack=27 su 156 D=99 su 156 Frutta=26 su156 Bevande=5 SU 156 C=57 su 156 Bevande=15 su 156 Panini=92 su 156 Snack=32 su 156 Niente=9 su 156 Niente=31 su 156 Altro=23 su 156 Altro=52 su 156 Docenti e alunni dell’Istituto al Museo Pergamon di Berlino
  • 15. PAGINA 15Anno X Numero II Recensioni cinematografiche The artistThe artistThe artistThe artist Nell'e- ra del 3D Micha- el Ha- zanavicius si è distinto vincendo ben 5 Oscar con il film muto e in bianco e nero "The Artist". La settima arte ha voluto ritornare alle origini, portando sullo schermo una pellicola alquanto "silenziosa". In un mondo sommerso di parole il regista ,andando contro tendenza, ha presenta- to quello che viene considerato da più un capolavoro, in cui a parlare sono le immagini. In una splendida Hollywo- od degli anni'20, George Valentine, acclamato attore del cinema muto, viene sovrastato da una giovane fanciulla, Peppy Miller che lui stesso aveva portato alla notorietà. Peppy è il volto del nuovo cinema: quello del sonoro, nel quale George non crede e a cui non vuole cedere. Ineso- rabile il nuovo avanza, lasciando ai margini quello che diventerà un uomo del passato per il quale non c'é spa- zio nella nuova industria. George decide di produrre ed interpretare un ultimo film muto nella convinzione, ana- cronistica, che il pubblico voglia ancora la sua arte. Il film sarà un flop. George,ormai sul lastrico,cadrà in depres- sione e tenterà il suicidio dando fuoco alle sue pellicole. Peppy,ormai diventata una star e da sempre innamorata di George lo salverà. Si prenderà cura di lui ospitandolo nella sua dimora. Alla fine di quel processo di guarigione di cui si é fatta carico ,George imparerà a conoscere e ad apprezzare con lei il nuovo cinema. Il film si chiude con una bellissima scena di tip tap ballato dai due prota- gonisti. Pur essendo un film muto ci ha entusiasmato e commosse soprattutto grazie alla fantastica interpreta- zioni di Jean Dujardin. Molto simpatica è stata l'interpre- tazione del cagnolino Uggie. Annalisa Manobianca,,Paola Nerilli, 2 BL Bad teacherBad teacherBad teacherBad teacher In this article, we are going to talk about the plots of two beautiful come- dies, with two wonderful actresses: Cameron Diaz and Jennifer Lo- pez. The first film is ''Bad teacher''. ''Bad teacher'' is a 2011 comedy, directed by Jake kas- dan. Elizabeth Halsey (Cameron Diaz) is a golddigger Chicago-area middle school teacher at the fictional John Adams Middle School. She curses at her students, drinks heavily, smokes marijuana, and only shows mov- ies while she sleeps through class. She plans to quit teaching and marry her wealthy fiancé, but when he dumps her after realizing she's only after his money, she must resume her job. She tries to win over a sub- stitute teacher Scott Delacorte (Justin Timberlake), who is also wealthy. She has an enemy, Amy Squir- rel, who will hamper her plans. After various chal- lenges to win Scott, she fall in love with the gym teacher Russel Gettis, who madly in love with her. This film is really funny, with a really romantic happy ending. The second film is a hilarious comedy, ''Monster in law''. Charlie (Jennifer lopez) lives in Ven- ice Beach, California. One day, while doing her work, the dog-sitter, she meets Kevin and she falls in love with him. Viola is Kevin's mother, a hysterical woman. She hates Charlie. After several attempts, Vi- ola resigned, unable to accept her daughter in law. Kevin and Charlie finally are able to marry with the blessing of Viola. Gianluca Ferrulli, Giovanna Franco 2AS
  • 16. PAGINA 16 Anno X Numero II LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL) SQUADRA VINCITRICE DI BIBLIO...IN RETE 2012 (LIBRO “BILLY ELLIOTT”) ( DA SIN. DONNO, CHIAPPINELLI, PROF. MASI, REGI NA, PASTORE, TROTTI, MORTILLARO,UNGARI) LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL) SQUADRA VINCITRICE DI BIBLIO...IN RETE 2012 (LIBRO “GLI INDIFFERENTI”) ( DA SIN. LASORELLA, D’AMBROSIO, ZONNO, COLUCCI, FIGUEROA,PASTORE) LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL) SQUADRA VINCITRICE DI BIBLIO...IN RETE 2012 (LIBRO “IL GIORNO DELLA CIVETTA”) ( DA SIN. SCARPETTA, PROF. NARDULLI, CICCARONE, LISI, MASRANGELO,LEO, KONE, CAPOZZO) “Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane” (Emily Elizabeth Dickinson)