perpetuare gli stereotipi di genere è una forma di violenza che vìola princìpi costituzionali.
Nelgi ultimi 30 anni questa violenza è stata commessa sulle donne italiane dall'intero sistema dei media a cui si è aggiunta, negli ultimi 20, la partecipazione straordinaria delle stesse Istituzioni.
4. 13.696 vittime di
violenza domestica
hanno chiesto aiuto
ai centri Donne in
Rete nel 2010.
15.201 vittime di
maltrattamenti si
sono rivolte a
centri anti
violenza nel 2012
10. …e il modo in cui i
media e la pubblicità
rappresentano la
donna?
11.
12. Se una pubblicità più responsabile
potesse migliorare le attuali statistiche, anche solo di
una piccola frazione, varrebbe comunque la pena
impegnarsi tutti.
13. PER QUESTO, IL MANIFESTO DEONTOLOGICO DELL’ADCI.
Presentato, il 4 aprile 2011 al
Consumers’ Forum nell’ambito del
convegno “Il consumo
dell’immagine della donna”.
Pubblicato su Il Sole 24 Ore
Il Manifesto indica le linee guida
per una comunicazione più
corretta, più responsabile, civile.
È possibile scaricarlo QUI
14. UNO DEGLI OTTO PUNTI: PUDORE.
Consideriamo la sessualità libera
da condizionamenti un grande
valore, per la donna e per l’uomo.
Il nudo in sé non può recare offesa,
come l’arte stessa ci ha insegnato
attraverso innumerevoli esempi
15. UNO DEGLI OTTO PUNTI: PUDORE.
Ma giudichiamo profondamente
scorretto ridurre i corpi umani a
oggetto sessuale da abbinare a un
prodotto in modo incongruo e
pretestuoso.
Questo schema pavloviano è, oltre
che inefficace nel promuovere
l’autonomo valore del prodotto,
immorale, perché svilisce
l’esperienza e l’identità umana.
34. È violenza anche
ostacolare il pieno
sviluppo della
persona,
permettendo il
perpetuarsi di
stereotipi che
imprigionano le
donne in ruoli
limitanti.
E qui i colpevoli
abbondano.
35. Il sistema dei media (che
comprende anche la
pubblicità) ha di fatto
perpetuato due ruoli
gabbia per la donna, negli
ultimi trent’anni.
41. “Con riferimento alla rappresentazione delle donne nei media,
nel 2006 il 53% delle donne apparse in TV era muta, mentre
il 46% era associata a temi di sesso, moda, bellezza e solo il
2% a temi sociali e professionali”
Relatrice speciale Onu – missione in Italia
45. GLOBAL GENDER GAP REPORT 2012
L’ITALIA È 98 POSIZIONI DIETRO AL BURUNDI
PER OPPORTUNITA’ ECONOMICHE RISERVATE ALLE DONNE
46. PERMETTIAMO ALLE DONNE DI STUDIARE
NON NE IMPIEGHIAMO LE POTENZIALITA’
NE LIMITIAMO CARRIERA E REMUNERAZIONE
47. LA QUESTIONE NON È CENSURARE LA “GNOCCA”
O POLEMIZZARE CON GLI IMBECILLI
48. LA QUESTIONE È RISPETTARE LA COSTITUZIONE.
Art.3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
49. LA QUESTIONE È RISPETTARE LA COSTITUZIONE.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che
concorra al progresso materiale o spirituale della società
50. LE DONNE HANNO IL DIRITTO DI ESSERE RAPPRESENTATE
COME ESSERI UMANI E NON COME POLPA ESPOSTA
51. SERVE UNA NARRAZIONE E UNA PROPOSIZIONE PIU’
RICCA, VARIA E VERA DI MODELLI FEMMINILI.
54. DUE DOMANDE FONDAMENTALI
• Quanto sono davvero frequenti le pubblicità che concorrono alla
formazione di stereotipi di genere discriminanti?"
• Da quali investimenti economici sono sostenuti?"
" "
" Servono risposte oggettive. Sia per amore della verità
libera da pregiudizi, sia per elaborare strategie e interventi
davvero mirati.!
55. L’OBIETTIVO
• Analizzare qualitativamente una
serie di campagne pubblicitarie
televisive per evidenziare gli
abusi e le discriminazioni nei
confronti della donna
• Trasformare i risultati dell’analisi
qualitativa in numeri che possano
fornire spunti di riflessione
significativi
56.
57. SERVE UN ANALOGO CONTROLLO QUALITATIVO
DA PARTE DEL MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA’
PER CONFRONTARE I RISULTATI
58. I CREATORI DI CONTENUTI PUBBLICITARI CAPACI NON
TEMONO NEMMENO LE RESTRIZIONI ECCESSIVE.
“Si parla di denigrazione sessuale quando non
sussiste nessun legame naturale fra il sesso
della persona e il prodotto pubblicizzato”
(DDL “discriminazione donne e media”
Art 2 d – 22 maggio 2013)
68. RINGRAZIAMENTI
Annamaria Arlotta, Giovanna Cosenza, Giovanna Maggioni,
Donatella Martini, Loredana Lipperini, Annamaria Testa, Tiziana
Scalco, Giorgia Vezzoli, Lorella Zanardo.
Per avermi consigliato. Supportato. E soprattutto per avermi
ascoltato ed essersi sempre dimostrate aperte al confronto
senza pregiudizi.
Benché sia un uomo e un pubblicitario.
massimo.guastini@adci.it: Presidente Art Directors Club Italiano.