1. 1 indicazioni per il curricolo biennio Il nuovo obbligo di istruzione: cosa cambia nella scuola?
2. Documenti di riferimento: Legge 27 dicembre 2006, n. 296, comma 622 Obiettivi di Lisbona 14 curricolo per competenze 37 le parole chiave 40 contestualizzazione
3. Dal 1° settembre 2007 è entrato in vigore l’obbligo d’istruzione elevato a 10 anni in base alla legge 26 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 622 . Il nostro sistema scolastico compie così un passo molto portante per allinearsi con i sistemi di altri Paesi dell’Unione europea . Il nuovo obbligo di istruzione intende fornire ai giovani gli strumenti per l’acquisizione dei saperi e delle competenze indispensabili per il pieno sviluppo della persona in tutte le sue dimensioni e per l’esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza . 19 31
4. Il percorso di innovazione si svilupperà, quindi, a partire dall’anno scolastico 2007/2008 sino alla ricomposizione, in un contesto unitario, di tutti gli ordinamenti dell’istruzione a partire dall’anno 2009/2010, In quella data si attuerà il nuovo assetto del secondo ciclo costituito, in base all’articolo 13 della legge n. 40/07, dal sistema dell’istruzione secondaria superiore - articolato in licei e in istituti tecnici e istituti professionali - e dal sistema dell’istruzione e formazione professionale .
5. “ L’elevamento dell’obbligo di istruzione a 10 anni intende favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé , di corrette e significative relazioni con gli altri , e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale ”. Finalità generale 34
6. Il percorso di innovazione si svilupperà, quindi, a partire dall’anno scolastico 2007/2008 sino alla ricomposizione, in un contesto unitario, di tutti gli ordinamenti dell’istruzione a partire dall’anno 2009/2010, In quella data si attuerà il nuovo assetto del secondo ciclo costituito, in base all’articolo 13 della legge n. 40/07, dal sistema dell’istruzione secondaria superiore - articolato in licei e in istituti tecnici e istituti professionali - e dal sistema dell’istruzione e formazione professionale . Alle scuole spetta il compito di “ realizzare ” e non ad “ applicare ” l’innovazione in relazione agli assi culturali considerati strategici (allegato n. 1) e alle competenze chiave (allegato n. 2).
7. Il carattere sperimentale della prima fase di attuazione del nuovo obbligo d’istruzione ci aiuterà a riflettere insieme a tutta la comunità scolastica nel suo impegno educativo, con lo scopo di dare risposte anche ad un’altra domanda: come cambiare il modo di fare scuola, per incontrare e sostenere i giovani, soprattutto quelli più deboli e svantaggiati , nella fase più delicata della loro crescita come persone e cittadini?
9. in Italia il 20,6% dei ragazzi esce dal sistema di istruzione e formazione senza né diploma né qualifica professionale ed è in possesso della sola licenza media . Sono tassi di “dispersione fisica e mentale” non più tollerabili. Dati superiori alla media europea e ben lontani dall’obiettivo del 10% fissato a Lisbona 2000 . 15 20
16. Dei cinque parametri di riferimento fissati dal Consiglio dell'Unione nel maggio 2003, quattro sono giudicati di difficile raggiungimento. Solo per quello relativo all'incremento del 15% del numero dei laureati in matematica , scienze e tecnologia, si ha la quasi certezza di centrare l'obiettivo anche se non si nascondono le difficoltà a mantenere nel tempo tale livello, in considerazione dell'espansione dell'istruzione superiore. Questo è anche l'unico settore dove l'Italia registra positivi risultati con un tasso di crescita nel biennio 2002-04 del 10,2%, più che doppio rispetto alla media UE (4,6). Per quanto riguarda invece il numero dei ventiduenni che hanno completato l'istruzione secondaria di secondo grado la situazione ristagna ; mentre, secondo gli esperti della Commissione sarebbe necessario un incremento annuo di almeno un punto e mezzo percentuale. Rapporto “ Training 2005 Report Staff Working Paper ": monitoraggio intermedio della strategia di Lisbona da parte della Commissione Europea
17. Il modestissimo incremento dell'0,8 per cento, registrato in Italia tra il 2002 e il 2004, pur facendo salire la percentuale a 69,9%, lascia sostanzialmente inalterato il divario con la media europea (76,4) ed è sempre molto distante dall'obiettivo dell'85% da raggiungere nel 2010. Altrettanto insufficienti sono gli sforzi per ridurre il numero degli abbandoni precoci che nel 2010 non dovrebbero superare il 10 per cento, mentre nel 2004 erano a quota 15,9 per l'UE e 23,5 per l'Italia . Sostanzialmente immutata , tra il 2000 e il 2003, la percentuale dei quindicenni dell'UE con scarse abilità di lettura : 19,8%, rispetto al 19,4 ( 15,5 entro il 2010). Peggiora sensibilmente la situazione dell'Italia la cui quota di studenti debolmente alfabetizzati addirittura sale al 23,9%, ben cinque punti percentuali in più rispetto al 2000.
18. Infine, per quanto riguarda l'ultimo parametro di riferimento, quello relativo alla partecipazione all'apprendimento durante tutto l'arco della vita, gli incrementi annuali dovrebbero passare dall'attuale 0,1-0,2 allo 0,5%, per far sì che, entro il 2010, il 12,5% della popolazione adulta sia coinvolto in attività formative. Uno sforzo immane, specialmente per paesi come l'Italia che nel biennio 2002-04 hanno visto un incremento solo dello 0,1 con un tasso di partecipazione che nel 2004 si attestava al 4,7%
19. I tre principali modelli europei strutturali del ciclo dell’obbligo
20. “ Il biennio obbligatorio deve soprattutto evitare la dispersione dei ragazzi . In fondo già oggi circa il 96% si iscrive alla scuola superiore, e quindi l’obbligo è quasi attuato (anche se l’obiettivo resta il 100%), ma il vero problema è come tenere , mantenere i ragazzi dentro l’obbligo scolastico anche dopo l’iscrizione, far sì che non vengano ripetutamente bocciati (sopratutto nei tecnici e professionali i livelli di bocciatura oscillano intorno al 30-35%, con molti abbandoni). Tratto da: Mariangela Bastico
21. Alcuni ragazzi non riescono a stare in classe e ad apprendere dalle normali modalità? Applichiamo, partendo dal biennio, diverse modalità di apprendimento , con utilizzo maggiore di laboratori, un apprendimento anche fuori dalla scuola e dalle aule, una concretezza nell’apprendimento, di carattere induttivo e non deduttivo, in modo da riuscire a cogliere l’interesse dei ragazzi e insieme le loro diverse intelligenze. Il saper fare , la concretezza, deve essere usato dall’insegnante di questa scuola dell’obbligo come lo strumento attraverso il quale pervenire a livelli di sapere fondamentali.
22. E c’è anche da accogliere il crescente disagio degli insegnanti . «Proprio gli insegnanti che si sono spesi di più oggi vivono una condizione di disagio, incertezza, difficoltà. Sentono che il loro insegnamento è sempre meno appreso dai ragazzi, si sentono distanti e inascoltati. Questo disagio rivela la differenza enorme tra i ragazzi di oggi e quelli di ieri”. Oggi vivono in un mondo radicalmente diverso da quello in cui siamo cresciuti noi, più soli in famiglie più sole, composte al massimo da due genitori (la famiglia allargata era un soggetto educativo più rassicurante, con più trasmissione). Nello stesso tempo oggi i ragazzi sanno per altre vie molto di più di quello che sapevamo noi, hanno fonti di apprendimento extra-scuola straordinariamente numerose, dai mass-media all’informatica.
23. “ Il principio educativo della scuola è, dunque, la centralità del soggetto che apprende , con la sua individualità e la rete di relazioni che lo legano alla famiglia e ai diversi ambienti sociali, regionali ed etnici (…) Occorre garantire l’acquisizione di cognizioni e far comprendere la loro importanza. Le cognizioni sono esse stesse durevoli e durevoli ne sono gli effetti in quanto siano proposte in modo che chi apprende ne sia coinvolto , ne percepisca la rilevanza per i successivi studi e per le scelte successive, per costruire il suo progetto di esistenza e, insomma, per poter tornare ad esse e riutilizzarle per tutto l’arco della vita. Sono dunque importanti in quanto sappiano essere strumentali rispetto all’imparare durevolmente ad apprendere, alla maturazione dell’identità personale, all’educazione a diventare liberi cittadini e cittadine di una Nazione antica e rinnovata quale è l’Italia della Repubblica, il nostro Paese (…) L’obiettivo è quello di favorire un reale successo formativo che consenta a ciascuno – secondo le sue vocazioni e le sue possibilità effettive – di conseguire non solo e non tanto un titolo di studio, quanto e soprattutto un’adeguata capacità di padroneggiare i contenuti dell’apprendimento” Si riprende la linea De Mauro
30. Al cittadino/lavoratore oggi si richiedono a livello della responsabilità professionale e sociale * conoscenze/competenze di base (livello 1 UE) * conoscenze/competenze specialistiche * fluidità e flessibilità cognitiva * competenze chiave per la cittadinanza attiva a livello della identità personale * disponibilità al cambiamento * competenze organizzative e relazionali * competenza progettuale * capacità di valutazione e di autovalutazione * capacità di scelta e di decisione * capacità di “apprendimento organizzativo”
31. Articolo 1 Adempimento dell’obbligo di istruzione Comma 1. L’istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni e si realizza secondo le disposizioni indicate all’ articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e, in prima attuazione, per gli anni scolastici 2007/08 e 2008/09 anche con riferimento ai percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del richiamato articolo.
32. Articolo 2 Acquisizione di saperi e competenze Comma 1. Ai fini di cui all’articolo 1, comma 1, i saperi e le competenze , articolati in conoscenze e abilità, con l’indicazione degli assi culturali di riferimento, sono descritti nell’allegato documento tecnico, che fa parte integrante del presente regolamento e si applicano secondo le modalità ivi previste.
33. Art. 2: Comma 2. I saperi e le competenze di cui al comma 1 assicurano l’equivalenza formativa di tutti i percorsi, nel rispetto dell’identità dell’offerta formativa e degli obiettivi che caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio. Per il loro recepimento nei curricoli dei primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore di ordine classico, scientifico, magistrale, tecnico, professionale e artistico previsti dai vigenti ordinamenti, le istituzioni scolastiche possono avvalersi degli strumenti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 , con particolare riferimento all’articolo 4, comma 2, nonché dell’utilizzazione della quota di flessibilità oraria del 20% ai sensi del decreto del Ministro della Pubblica istruzione 13 giugno 2006, n. 47. 41
34. I riferimenti 1. Imparare ad imparare : ogni giovane deve acquisire un proprio metodo di studio e di lavoro. (Oggi molti di loro si disperdono perché non riescono ad acquisirlo) . 2. Progettare : ogni giovane deve essere capace di utilizzare le conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici. Questo richiede la capacità di individuare priorità, valutare i vincoli e le possibilità esistenti, definire strategie di azione, fare progetti e verificarne i risultati. (Oggi molti di loro vivono senza la consapevolezza della realtà e delle loro potenzialità) . 3. Agire in modo autonomo e responsabile : ogni giovane deve saper riconoscere il valore delle regole e della responsabilità personale . (Oggi spesso i giovani agiscono in gruppo per non rispettare le regole e per non assumersi responsabilità) . costruzione del sè Allegato 2 dm 139 scelta italiana
35. 4. Comunicare : ogni giovane deve poter comprendere messaggi di genere e complessità diversi nella varie forme comunicative e deve poter comunicare in modo efficace utilizzando i diversi linguaggi. (Oggi i giovani hanno molte difficoltà a leggere, comprendere e a scrivere anche testi semplici in lingua italiana) . 5. Collaborare e partecipare : ogni giovane deve saper interagire con gli altri comprendendone i diversi punti di vista. (Oggi i giovani assumono troppo spesso atteggiamenti conflittuali e individualistici, perché non riconoscono il valore della diversità e dell’operare insieme agli altri) . relazioni con gli altri
36. 6. Risolvere problemi : ogni giovane deve saper affrontare situazioni problematiche e saper contribuire a risolverle. (Oggi i giovani tendono, spesso, ad accantonare e a rinviare i problemi per la situazione di malessere esistenziale che vivono nell’incertezza del futuro) . rapporto con la realtà naturale e sociale 7. Individuare collegamenti e relazioni : ogni giovane deve possedere strumenti che gli permettano di affrontare la complessità del vivere nella società globale del nostro tempo. (Oggi molti giovani non possiedono questi strumenti) . 8. Acquisire ed interpretare l’informazione : ogni giovane deve poter acquisire ed interpretare criticamente l'informazione ricevuta valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni. (Oggi molti giovani sono destinatari passivi di una massa enorme di messaggi perché sono sprovvisti di strumenti per valutarli) .
37. Curricolo per competenze: Organizzazione di un percorso formativo finalizzato al raggiungimento di competenze disciplinari ( vedi assi culturali ) e trasversali (vedi cittadinanza ) 38
41. art. 1. Comma 2. L’adempimento dell’obbligo di istruzione è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età, con il conseguimento dei quali si assolve il diritto/dovere di cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76. art. 1. Comma 3 . L’obbligo di istruzione di cui al presente articolo decorre a partire dall’anno scolastico 2007/2008 per coloro che hanno conseguito il titolo di studio conclusivo del primo ciclo nell’anno scolastico 2006/2007. altri articoli
42. Articolo 4 Certificazione dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione Comma 1. La certificazione relativa all’adempimento dell’obbligo di istruzione di cui al presente regolamento è rilasciata a domanda. Per coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno di età è rilasciata d’ufficio. art. 4. Comma 2 . Nelle linee guida di cui all’articolo 5 sono contenute indicazioni in merito ai criteri generali per la certificazione dei saperi e delle competenze di cui all’articolo 2, comma 1, ai fini dei passaggi a percorsi di diverso ordine, indirizzo e tipologia nonché per il riconoscimento dei crediti formativi, anche come strumento per facilitare la permanenza, nei percorsi di istruzione e formazione .
43. art. 4. Comma 3. Con decreto del Ministro della Pubblica istruzione, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sono adottati i modelli di certificazione dei saperi e delle competenze di cui all’articolo 2, comma 1, acquisite dagli studenti nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
44. Articolo 5 Linee guida Comma 1. Con apposite linee guida, adottate dal Ministro della pubblica istruzione, sono indicate le misure per l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie, la formazione dei docenti , il sostegno, il monitoraggio, la valutazione e la certificazione dei percorsi in relazione all’attuazione sperimentale delle indicazioni di cui all’articolo 2, comma 1.