1. La religione
QUANDO?
Shoah:
ebraica:
Dalla seconda metà del 1900 il termine "olocausto"
è stato utilizzato per descrivere l'eccidio a cui gli
ebrei hanno dovuto sottostare sotto il periodo
nazista, e in seguito, in modo estensivo, anche per
indicare massacri o catastrofi su larga scala. A
causa del significato religioso del termine, alcuni,
ebrei ma non solo, trovano inappropriato l'uso di
tale termine: costoro giudicano offensivo
paragonare o associare l'uccisione di milioni di
ebrei ad una "offerta a Dio". Il termine Shoah è
stato adottato più recentemente per descrivere
la tragedia ebraica di quel periodo storico, anche
allo scopo di sottolinearne la specificità rispetto
ai molti altri casi di genocidio, di cui purtroppo la
storia umana fornisce altri esempi. Shoah , significa "desolazione, catastrofe,
disastro". Questo termine venne usato per
la prima volta nel 1940 dalla comunità
ebraica in Palestina, in riferimento alla
distruzione degli ebrei polacchi. Da allora
definisce nella sua interezza il genocidio
della popolazione ebraica d'Europa. Ciò
spiega come la parola Shoah non sarebbe
sinonimo di Olocausto, in quanto la seconda
si riferisce allo sterminio compiuto dai
tedeschi nei confronti
di ebrei, comunisti, testimoni di Geova,
mentre la prima definisce solamente il
genocidio degli ebrei
2. Descrizione:
Le eliminazioni di massa venivano condotte in modo
sistematico: venivano fatte liste dettagliate di vittime
presenti, future e potenziali, così come sono state trovate le
meticolose registrazioni delle esecuzioni. Oltre a ciò, uno
sforzo considerevole fu speso durante il corso dell'olocausto
per trovare metodi sempre più efficienti per uccidere
persone in massa, ad esempio passando dall'avvelenamento
con monossido di carbonio dei campi di sterminio, all'uso
dello Zyklon-B; camere a gas che utilizzavano monossido di
carbonio per gli omicidi di massa venivano usati nel campo di
sterminio di Chelmno. In aggiunta alle esecuzioni di massa, i
nazisti condussero molti esperimenti medici sui prigionieri,
bambini compresi.
Uno dei nazisti più noti, il Dottor Josef Mengele,
era conosciuto per i suoi esperimenti come "l'angelo
della morte" tra gli internati di Auschwitz. La
portata di quello che accadde nelle zone controllate
dai nazisti non si conobbe esattamente fino a dopo
la fine della guerra. Numerose voci e testimonianze
di rifugiati diedero comunque qualche informazione
sul fatto che gli ebrei venivano uccisi in grande
numero. Quindi l'affermazione che tali eventi
fossero sconosciuti non è corretta. Si tennero
anche delle manifestazioni come, ad esempio, quella
tenuta nel 1942 nel Regno Unito; molti esponenti
del clero e figure politiche tennero un incontro
pubblico per mostrare il loro sdegno nei confronti
della persecuzione degli ebrei da parte dei
tedeschi.
3. LE GUERRE
Le Guerre giudaiche sono tre interventi militari degli
antichi Romani a carico della popolazione giudaica in
rivolta:
•la prima, nel 66-70, ha interessato parte del
territorio ora conosciuto come Palestina, è iniziata
sotto il regno di Nerone e terminata sotto il regno di
Vespasiano, culminata con la distruzione del Secondo
Tempio di Gerusalemme ad opera di Tito, figlio di
Vespasiano ed imperatore di Roma;
•la seconda, nel 115-117, chiamata anche "guerra di Le cause di queste tre rivolte vanno ricercate nell'epoca
Kitos", ha interessato le città della Diaspora, iniziata precedente alla dominazione romana, dove vennero sviluppare
e conclusa sotto il regno di Traiano; le teorie apocalittiche e premessianiche, che trovarono ampio
•la terza, nel 132-135, ha interessato parte del spazio nella letteratura d'epoca, idee che successivamente in
territorio ora conosciuto come Palestina, iniziata e epoca romana avrebbero permesso l'identificazione
conclusa sotto il regno di Adriano, sostenuta dell'Impero Romano come quarto impero premessianico. Sotto
da Simone Bar Kokhba, che si credeva il Messia. Dopo Roma, i rapporti religiosi furono improntati alla convivenza
questa, il nome di Iudaea, Giudea, fu cambiato in basata sulla reciproca estraneità; la non assimilabilità del Dio
quello di Syria Palestina. e dei costumi ebrei comportò la riproposizione negli ambienti
culturali e nella popolazione dei motivi polemici di origine
greco-ellenistica dell'epoca precedente la dominazione
romana, ma non ebbe influenza sul piano politico. Anzi, i
Romani tutelarono i diritti degli Ebrei, sia della Palestina che
della Diaspora. Per le autorità romane il Giudaismo non
rappresentò né un problema, né un pericolo reale; le difficoltà
vanno cercate nelle questioni amministrative e nella tutela
dell’ordine pubblico. Le misure restrittive e punitive furono
una conseguenza della sconfitta militare.
Sono infine da ricordare altre due ribellioni ebraiche contro i
Romani, sebbene non siano normalmente incluse tra le "guerre
giudaiche":
•la rivolta ebraica contro Gallo del 351-352, terminata con la
distruzione delle città ribelli,
•e la rivolta ebraica contro Eraclio del 613, che portò gli Ebrei
a governare Gerusalemme per cinque anni
4. DOVE?
Diffusione geografica:
Gli ebrei nel mondo sono circa 13 milioni e sono distribuiti in
più di cento paesi; di questi, Israele è l'unico paese in cui
l'Ebraismo costituisce la religione della maggioranza degli
abitanti. Le comunità ebraiche più numerose si trovano
negli USA ed in Europa, dove il Paese con il maggior numero di Ebrei nel mondo
ebrei è la Francia con 600.000 appartenenti, e la presenza
ebraica è forte anche in Russia, in Asia, nell'America Nazionalità Residenti
Latina ed in Australia. Nella stessa Europa, pur essendo di 5.309.000
Israele
pelle bianca, hanno caratteristiche somatiche diverse: quelli
cosiddetti sefarditi(originari della Spagna), con la pelle Stati Uniti 5.275.000
bruno-dorata, occhi neri e capelli castani, fautori con gli arabi
della famosa scuola dei traduttori (sec. XIII), inclini Francia 492.000
indifferentemente tanto agli studi di mistica ebraica quanto a Canada 373.000
quelli delle letteratura romantica. Ben diversi gli
ebrei aschenaziti (dall’ebraico Aschenazi, Germania), presenti Regno Unito 297.000
in tutto l’Est d’Europa, dediti all’approfondimento degli studi
biblici cui nessuno si sarebbe mai sottratto per lunghe ore al Russia 228.000
termine di una giornata di lavoro. Hanno per lo più capelli
Argentina 184.000
rossi e occhi verdi, altri sono biondi con pelle chiarissima.
Forse è abbastanza curioso il fatto che questi sono gli unici Germania 118.000
veri ariani in quanto discendenti in gran parte dai Khazari.
Paradossalmente i nazisti, ritenendosi una razza superiore, Australia 103.000
quella ariana appunto, sterminarono in massima parte proprio 96.000
Brasile
quegli ebrei che erano ormai gli ultimi veri discendenti di
Ario. In quanto agli ebrei presenti in Italia (oggi circa Italia 45.000
35.000) essi sono per lo più di "rito italiano", cioé i più vicini
al rito originario essendo qui giunti direttamente da
Gerusalemme. Infatti quando nel 70 Tito distrusse il sacro Spagna 12.000-20.000
Tempio, portò a Roma 5.000 ebrei come schiavi, questi furono
riscattati dalla comunità ebraica già presente nell’Urbe.
Costoro non presentano alcuna caratteristica fisica comune.
5. CHI?
Cercheremo di rispondere a questa domanda, e alle
tante altre che su questo argomento si pongono,
poiché, fra tutti i popoli civili viventi sulla terra, il
popolo ebreo è il più noto e al tempo stesso il più
sconosciuto. Ancor oggi nelle pagine di storia dei
testi scolastici troviamo scritto "Gli Ebrei erano...",
ma l’uso del verbo al passato, esatto per altri
popoli, non lo è per gli ebrei in quanto ancora "sono":
e questo, è il mistero del popolo ebreo. Più facile è
rispondere alla domanda "chi è Ebreo ?": per la
legislazione rabbinica è ebreo chi nasce da madre
ebrea o chi si converte all’ebraismo.
Va detto a tale proposito che il tribunale rabbinico
tende ad ostacolare le conversioni soprattutto
perché il convertito sarebbe poi tenuto, come chi è
nato ebreo, all’osservanza di numerosissimi precetti,
sacrificio questo del tutto inutile dal momento che
per l’ebraismo la salvezza non si raggiunge
necessariamente essendo ebrei, ma piuttosto amando
il prossimo che ama Dio e seguendo i Suoi
Comandamenti. Ma chi sono dunque gli ebrei? Certo
la vita quotidiana è scandita da pratiche religiose, ma
anche chi, nel corso degli anni, si fosse allontanato
da queste, resta ugualmente ebreo. Certamente
hanno dato origine ad una forte spinta culturale, il
loro testo sacro la Bibbia è il libro più letto nel
mondo, ma altre antiche civiltà scomparse non furono
da meno.
6. In quanto ad essere un popolo è certamente restato
idealmente unito dalla comune fede e dalle stesse
pratiche ritualistiche, ma sparso, spesso in gruppi
esigui, in ogni parte del mondo, ha sempre contribuito
allo sviluppo sociale, artistico, culturale, economico e
soprattutto scientifico della nazione in cui vive al pari di
qualsiasi altro cittadino, ciascuno secondo le proprie
possibilità e capacità. Nello stesso stato di Israele poi,
ricostituito solo nel 1948 dopo essere stato annientato
dai romani nel 70 d.C., la popolazione israeliana è
composta da cittadini di tutte le religioni, compresi
musulmani e cristiani. In quanto alla razza, premesso
che all’interno della specie umana il concetto di razza è
di difficile e controversa applicazione poiché non
esistono criteri fisiologici, morfologici né psicologici in
grado di dare solida base ad una suddivisione, gli ebrei
presentano caratteristiche somatiche così diverse tra
loro che è impossibile inquadrarli in qualche modo.
Esistono infatti ebrei Yemeniti dalla pelle scura, capelli
appena ondulati e lineamenti sottili, avevano
conservato tradizione e lingua ebraica nonché la
certezza che un giorno sarebbero tornati dall’esilio "su
ali di aquila". Ritennero pertanto avverata la profezia
quando aerei israeliani giunsero a salvarli con
l’operazione detta "Tappeto Magico". Assolutamente
neri di pelle anche se del tutto privi dei caratteri
negroidi, sono i "falascià", ebrei etiopi, individuati nella
seconda metà dell’ottocento, discendenti dal figlio nato
dalla regina di Saba e re Salomone, vagavano scalzi e
seminudi, ma avevano nella capanna il libro della Legge.
Con uno spettacolare intervento aereo denominato
"operazione Salomone" fu completato il loro
trasferimento in Israele iniziato con "l’operazione
Moses".
7. CHE COSA?
Il Testo sacro più importante per l'ebraismo è
la Torah scritta, che corrisponde al Pentateuco, che fa parte
della raccolta nota sotto il nome di Tanach, la
(cosiddetta) Bibbia ebraica, chiamata dai cristiani Antico
Testamento. In essa sono presenti tutte le regole che un
ebreo deve seguire nella sua vita, regole che vengono poi
spiegate e discusse in una tradizione orale codificata in
varie raccolte. Il Talmud, a sua volta diviso in due parti,
consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti
e i maestri dentro e fuori il Sinedrio. Il Talmud Yerushalmi
comprende principalmente le discussioni talmudiche tenute
in Terra d'Israele. Il Talmud Bavli, più ampio, comprende
principalmente le discussioni dei maestri delle diverse
accademie di Babilonia. Essi formano la base della tradizione
orale ebraica, a partire dalla quale fu codificato il canone Quelli che seguono sono i primi codici che abbiamo avuto dopo il
definitivo. La Halacha non è un testo singolo, ma piuttosto un periodo del Talmud:
nome per definire il complesso delle norme codificate della •Teshuvot vesifré rabanan savorai ad opera dei "savoraim", cioè
legge ebraica e deriva dalla codificazione delle regole del degli allievi degli amoraim (i rabbini del periodo a cavallo dell
Talmud. distruzione del Secondo Tempio).
•Teshuvot vesifré rabana’n hagaonim A nome dei maestri
babilonesi del periodo del gaonato (1110 circa). Successivi ai
Savoraim.
Nel corso degli anni, molti sono stati i tentativi di riunire le
norme rituali ed etiche dell'ebraismo in libri di tipo sinottico.
Oggi si considera come compilazione di riferimento quella dello
Shulchan Arukh (Tavola apparecchiata), e dal quale è sfociata
una ricchissima letteratura con innumerevoli testi destinati a
guidare il comportamento dell'ebreo nella vita corrente.
Il Midrash è un metodo di interpretazione della Scrittura che,
andando al di là del senso letterale (chiamato peshat, semplice,
ovvio), scruta il testo in profondità per cercare di trarne
applicazioni pratiche e significati nuovi. Sheeloth uTshuvoth è il
nome di una raccolta, tuttora in via di ampliamento, di tutte le
domande che vengono poste e di tutte le risposte che sono
fornite dai Rabbini.
8. Stella di David
La stella di David o meglio lo scudo
di David è la stella a sei punte che,
insieme alla Menorah, rappresenta
la civiltà e la religiosità ebraica.
Diventata simbolo del sionismo fin
dal primo congresso di Basilea
(1898), è presente nella bandiera
dello Stato di Israele (insieme alle
fasce blu del Talled) a partire
dal 1948, quando la bandiera
sionista diviene quella ufficiale
dello Stato di Israele.La "stella a
sei punte" è anche un simbolo molto
diffuso nella cabala e
nell'occultismo più in generale.
9. COME?
Preghiere, riti e vita quotidiana:
Secondo la legge ortodossa ebraica, ebreo è chi nasce da
madre ebraica, anche se è possibile diventarlo mediante la
conversione: la discendenza per via maschile non ha mai avuto
per l'ebraismo alcun significato, né giuridico né morale. Ciò
che conta è il legame di sangue. L'ottavo giorno dopo la
nascita (può cadere anche di sabato), il maschio deve essere
circonciso (anche l'adulto che si converte). Qui gli viene
imposto il nome. Il rituale purificatorio durerà di meno di
quello riservato alla femmina, per la quale non sono previsti
riti ammessi riti analoghi. Verso i cinque anni il bambino viene
inviato a scuola di religione nella sinagoga, ove studierà
l'ebraico e i testi sacri. All'età di 13 anni diventa
"responsabile": il sabato successivo al compleanno leggerà
per la prima volta in sinagoga un brano del rotolo della Torah.
D'ora in poi dovrà adempiere tutti i doveri di un ebreo e
potrà essere uno dei dieci uomini adulti richiesti per la recita
di una preghiera pubblica. Le ragazze invece diventano
maggiorenni a 12 anni e la loro educazione religiosa è più
sommaria. I precetti religiosi che gli ebrei dovrebbero
seguire sono 613, provenienti dalla Torah scritta e orale: 248
in positivo (ciò che si deve fare) e 365 in negativo.
Naturalmente nessuno li può rispettare in tutto, per cui si
suppone che sia il popolo nel suo complesso a farlo. L'ebreo
devoto prega tre volte al giorno: mattino, pomeriggio e sera, a
casa o in sinagoga, in piedi o in ginocchio o prostrato col viso a
terra, rivolto verso est (e se è uomo, col capo coperto). L'atto
di fede è lo Shemà che è una preghiera, recitata ogni giorno
dagli ebrei praticanti. La preghiera pubblica, in sinagoga, è
presieduta dal rabbino, che ha un'autorità magisteriale e
giuridica, ma può essere diretta da un ministro officiante che
abbia superato i 13 anni, che sappia leggere l'ebraico e che
sia possibilmente intonato.
10. La lettura della Torah, divisa in sezioni settimanali, viene
fatta di lunedì, giovedì e sabato. I rabbini sono dei maestri
incaricati dell'insegnamento e della predicazione, possono
anche spiegare, interpretare e reintegrare la legge, ma non
hanno carattere sacerdotale. Da quasi duemila anni gli ebrei
non hanno intermediari fra loro e dio: la confessione dei
peccati, in questo senso, è simile a quella del mondo
protestante. D'altra parte prima della diaspora avevano
sacerdoti solo al tempio, con funzioni relative ai riti, alla
cura dell'edificio, riscossione delle tasse e benedizione dei
fedeli. L'avvenimento più importante della vita familiare,
visto quasi come un atto obbligatorio, è il matrimonio. Già il
fidanzamento ha un valore legale civile. Lo scioglimento
unilaterale ingiustificato del fidanzamento è punito con
durezza. La cerimonia del matrimonio prevede prima la firma
del contratto, in cui lo sposo s'impegna nei confronti della Il divorzio è ammesso e consiste in un documento scritto e
sposa, poi il rito religioso vero e proprio, durante il quale firmato da due testimoni che il marito consegna alla moglie
viene rotto un bicchiere di cristallo, per rievocare la liberandola da ogni obbligo coniugale verso di lui. Nella
distruzione del tempio (anche in un giorno così felice non maggior parte dei Paesi bisogna prima ottenere il divorzio
bisogna mai dimenticare la sciagura che provocò la grande civile. L'ebraismo impedisce alla donna di prendere
diaspora). l'iniziativa del divorzio, ma i tribunali tendono a
condannare l'uomo che rifiuta un giustificato consenso alla
separazione. Ultimo rito nella vita dell'ebreo è quello
funebre. I parenti iniziano il lutto facendo l'atto di
stracciarsi i vestiti e astenendosi dal culto pubblico. Dopo
essere stata deposta sul pavimento, lavata e avvolta in un
abito speciale, col volto coperto, la salma viene seppellita,
entro 24 ore dalla morte, nella terra: vietati la
cremazione, i loculi e le sepolture temporanee. Dopo un
anno cessa il lutto e si pone la lapide sulla tomba. Il lutto
stretto dura una settimana, durante la quale i parenti
siedono su sedie basse o anche sul pavimento. Poco
significativa nell'ebraismo la dottrina dell'immortalità
dell'anima o della resurrezione dei corpi. Scarsissimi i
riferimenti alla vita ultraterrena.
11. Il ruolo della donna:
L'ebraismo non concepisce la donna in sé, ma nel suo
ruolo di moglie e madre, soprattutto in quello di
madre. La sterilità è considerata una maledizione, la
castità un valore negativo. I rapporti
prematrimoniali e la convivenza non formalizzata
nel matrimonio sono malvisti. Vietati la
prostituzione e l'uso commerciale del corpo
femminile. La Torah permette alla donna di
consacrarsi al suo ruolo di madre, dispensandola da
un certo numero di obblighi rituali. L'educazione
morale dei figli e la protezione della famiglia intesa
come ambiente sacro, sono affidate interamente a
lei. Suo dovere è quello di salvaguardare la purezza
Nelle famiglie osservanti è sempre la donna ad religiosa della casa, garantendo ad es. che il cibo
accendere e benedire le candele del sabato. Il consumato sia conforme alle leggi alimentari.
dovere della procreazione è maschile non
femminile, ovvero l'iniziativa dei rapporti fisici è
soggetta alla volontà della donna. La tradizione
biblica assicura alla donna diritti di proprietà e
posizione sociale. Dal 1969 al 1974 Israele ha
avuto come primo ministro Golda Meir. A Tel
Aviv, dal 1985, c'è un rabbino donna. La stessa
Assemblea rabbinica d'America, che pur è una
corrente conservatrice, ha deciso, dopo un
sondaggio, di aprire il rabbinato alle donne. Da
notare che l'ebraismo non ha mai conosciuto
roghi e caccia alle streghe come l'occidente
cattolico e protestante.
12. Prescrizioni alimentari:
Le prescrizioni e i riti alimentari sono
abbastanza complicati. L'ebreo osservante ha
l'obbligo di mangiare carne solo di animali "puri",
cioè di quelli dal piede biforcuto o, se mammiferi,
che siano ruminanti. I pesci debbono avere
scaglie e pinne (crostacei e frutti di mare sono
proibiti). Assolutamente vietati il maiale, il
cinghiale, il cammello, il cavallo, il cane, il gatto,
la lepre, gli insetti..., il loro latte e/o le loro uova,
nonché verdura e frutta ch'essi hanno toccato.
Gli animali "puri" (agnello, carne bovina e pollame)
devono essere macellati con il taglio dell'esofago
e della trachea: il sangue, il sevo e l'intera parte
posteriore non vanno consumati. Dopo la
macellazione, la carne viene immersa in acqua
Il salame d'oca è fra gli alimenti più usati. E' vietato
fredda e salata per eliminare il sangue rimasto.
anche il consumo contemporaneo di carne e formaggio,
latte e caffè. Il miele è consentito perché considerato
sostanza vegetale che le api si limitano a trasformare.
Il vino dev'essere a fermentazione naturale, non
mescolato ad altro vino o altre sostanze. Regole
severissime vigono anche al momento della
preparazione e del lavaggio dei piatti. Gli ebrei si
diversificano tra loro soprattutto nell'osservanza di
queste leggi alimentari: alcuni non le seguono per
niente; altri si astengono dal cibo espressamente
proibito, ma non si preoccupano di avere in cucina due
servizi distinti di piatti (per la carne e per i prodotti
caseari) e i due rispettivi lavandini. Solo gli ebrei
ortodossi sono meticolosi anche in questo campo.
13. Il calendario:
E' di tipo lunisolare, basandosi sia sulle fasi lunari (mesi) che sul ciclo solare (anni).
L'anno ebraico può essere di due tipi: "comune", cioè di 12 mesi per un totale di 353
giorni; oppure "embolismico", cioè di 13 mesi, per un totale di 383 giorni. Dodici anni
"comuni" s'intercalano con sette "embolismici", formando un ciclo di 19 anni che si
ripete con le stesse alternanze. In pratica, per far cadere le feste nella stagione
giusta si aggiunge ogni 19 mesi un mese supplementare. Il primo degli anni lunisolari
corrisponde al 3760 a.C., era israelitica della creazione del mondo. Così, ad es., il
5747 è iniziato sabato 4 ottobre 1986.
14. Festività:
Il capodanno ebraico cade tra settembre e ottobre (
quest’anno è stato festeggiato il 17 Settembre).
Così come lo spazio sacro è organizzato attraverso i santuari,
il tempo sacro viene scandito dalle feste.
Le fonti bibliche che fanno riferimento alle feste sono di due
tipi diversi: esistono le prescrizioni dei libri apodittici e
quanto sta scritto nei libri storici. Ma solo alcune delle feste
ebraiche che si conoscono sono nominate in questi testi: la
Pasqua e la festa degli Azzimi, quella delle Settimane , il
Capodanno e la festa delle Capanne .
I tre periodi di festa (Pasqua, Pentecoste e feste autunnali)
che menziona la Bibbia sono "legate al ritmo annuale
dell'economia agropecuaria". La pesaḥ è una festa
primaverile, che celebra la ricchezza del gregge in
espansione. Pentecoste è una festa delle primizie della terra.
In autunno si svolgono il Capodanno ("festa dello squillo di
tromba" o "festa della grande adunanza") e la festa delle
Capanne (festa del raccolto). Si tratta di feste che si
svolgono in più giorni e che prevedono l'astensione dal lavoro
e dalle pratiche del sacrificio. La prescrizione di vivere in
capanne è comune ad altre feste di popoli mediterranei.
Nella Bibbia è ravvisabile un tentativo di rilettura delle
antiche feste tradizionali in funzione di collegamento agli
episodi più significativi della storia del popolo ebraico, anche
se solo la Pasqua è legata in modo esplicito alla fuga
dall'Egitto. Oltre a poter presumere che lo schema delle
feste pre-esiliche fosse appunto scandito dai tempi
dell'agricoltura, non si può definire meglio questo calendario:
un documento epigrafico, detto Calendario di Gezer
(probabilmente del X secolo a.C.), scoperto ai primi del XX
secolo dall'irlandese Robert Alexander Stewart Macalister,
non aiuta a intendere lo schema delle feste, poiché non le
menziona.
15. Ciclo sabbatico
C'è infine da tenere conto della sacralità del sabato, fondata sul dettato
di Genesi, 2.2-3: anche l'uomo si asterrà dal lavoro, così come accade nei
periodi di festa. È inoltre vietato accendere fuochi. Diversi sono i passi
biblici che fanno riferimento al riposo settimanale. Il ciclo del sette si
ripete: il settimo anno è anno sabbatico e prevede la remissione dei debiti
fra Israeliti (la terra alienata veniva riconsegnata a chi l'aveva perduta).
Inoltre, i campi riposavano: poveri e animali si nutriranno dei prodotti
spontanei. Infine, il settimo anno sabbatico era il giubileo.