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Tecniche strategie e metodologie
del processo di
insegnamento-apprendimento
a cura della
Dott.ssa Donata Monetti
Gli elementi di base della dinamica
insegnamento - apprendimento
LA PROGRAMMAZIONE DEGLI STIMOLI E L’USO DI STIMOLI
FACILITATI
Il primo elemento è la situazione di stimolo: per stimolo si intende
qualunque evento percepibile in grado di provocare una risposta.
Distinguiamo due tipi di stimoli:
- Stimolo discriminativo: in grado di produrre una risposta
attesa (capacità di discriminare);
- Stimoli ambientali facilitati: lo stimolo è una situazione
ambientale avente precise caratteristiche.
Due situazioni-stimolo influenzano il lavoro didattico - educativo:
- la situazione fisica dell’ambiente in cui si svolge l’insegnamento;
- la situazione interpersonale, relazionale e psicologica.
Gli elementi di base della dinamica
insegnamento - apprendimento
EMISSIONE DELLE RISPOSTE E ANALISI DEL COMPITO
o Il secondo elemento della dinamica insegnamento-apprendimento è
la risposta, azione o strategia, che possiamo definire come una
qualche forma di comportamento – apprendimento che si verifica
insieme ad uno stimolo.
METODOLOGIA ANALISI DEL COMPITO: consiste nel determinare quali
azioni devono essere compiute dall’alunno per arrivare ad eseguire un
compito in modo corretto.
IMPORTANTE nell’analisi del compito è frazionare un obiettivo
complesso in tanti sotto-obiettivi più semplici che portano
all’esecuzione completa del compito.
Grazie a questa metodologia :
SI PUO’ CAPIRE CON PRECISIONE IN QUALI PUNTI L’ALUNNO
INCONTRA DIFFICOLTA’ E STUDIARE PERCORSI FACILITATI PER
AIUTARLO A SUPERARE I PASSAGGI CRITICI.
Gli elementi di base della dinamica
insegnamento - apprendimento
CONSEGUENZA DELLA RISPOSTA E RINFORZAMENTO POSITIVO
o Il terzo elemento è la conseguenza ovvero l’informazione di ritorno
che forniamo all’alunno dopo la sua risposta.
Vi sono conseguenze ad un’azione di un alunno che l’insegnante
fornisce senza rendersene conto, altre, invece, si potrebbero definire
naturali, che non dipendono affatto dall’insegnante.
Le insegnanti possono influenzare negli alunni, con le loro
informazioni-risposte-conseguenze, la frequenza di emissione dei
comportamenti positivi e cercare di ridurre la comparsa di quelli
negativi.
IMPORTANTE in questa fase é, ai tentativi di emissione della risposta
desiderata, l’uso dei rinforzi positivi per aumentare la probabilità di
emissione di quel comportamento.
USO DI RINFORZATORI DA PARTE DEGLI INSEGNANTI
Quando la conseguenza di una risposta ha come effetto quello di
rinforzare la risposta stessa, rendendola più frequente e probabile in
futuro, questa conseguenza prende il nome di RINFORZATORE.
L’uso degli aiuti e
l’apprendimento senza errori
I metodi volti a favorire l’emissione di una risposta corretta prendono il
nome di aiuti.
Disponiamo di una grande quantità di aiuti:
La guida fisica: consiste nel dirigere completamente l’alunno.
Metodologia di largo uso nelle didattica speciale.
L’indicazione gestuale: consiste nel mostrare l’azione da eseguire;
L’aiuto verbale è un suggerimento ed è quello più usato nella pratica
didattica quotidiana.
Altri suggerimenti forniti direttamente dall’insegnante:
La semplificazione della situazione stimolo: ovvero un alunno può
essere messo nelle condizioni di sbagliare raramente.
CON UN ALUNNO IN DIFFICOLTA’ UNO DEI PRIMI OBIETTIVI DA TENER
PRESENTE E’ QUELLO DI FARLO SBAGLIARE IL MENO POSSIBILE E
CERCARE DI ENFATIZZARE LA PARTE BUONA DELLA RISPOSTA
EMESSA DELL’ALUNNO.
L’uso degli aiuti e
l’apprendimento senza errori
Uso dei materiali-stimolo facilitati e facilitanti: gli aiuti possono
essere inseriti nella situazione stimolo modificando il materiale di
insegnamento.
Una regola nella costruzione di materiali stimolo facilitati è
utilizzare aiuti simili a quelli che il ragazzo troverà poi nel mondo
reale.
APPRENDIMENTO SENZA ERRORI: se gli aiuti sono scelti bene e
sono sufficientemente forti impediscono all’alunno di sbagliare.
IMPORTANTE E’ L’ATTENUAZIONE DEGLI AIUTI: questi dovranno
essere gradualmente attenuati in modo tale che l’alunno acquisisca
padronanza di un compito.
Il Modellamento o Modeling
MODELING: osservare un modello competente che svolge un’azione
può essere un aiuto molto efficace per l’apprendimento di quell’azione.
L’INSEGNANTE DEVE FUNGERE DA MODELLO DA IMITARE: cioè
bisogna far vedere qual è il modo giusto di comportarsi di fronte a
determinate situazioni e richieste.
Il MODELING può essere usato sia:
in programmi molto semplici (apprendimento di forme e colori o di
autonomia personale);
in programmi più difficili che mirano all’acquisizione di abilità e
comportamenti complessi (es. autonomia sociale) i quali non possono
essere insegnati solo con le parole, ma devono essere mostrati
all’alunno nella loro complessità.
IMPORTANTE è rinforzare i tentativi di imitazione sufficientemente
conformi al modello.
Gli aiuti forniti dal modello (insegnante) sono utili nell’ambito degli
apprendimenti scolastici utilizzando modalità dell’autoistruzione
verbale.
Il Modellaggio o Shaping
MODELLAGGIO: metodo d’insegnamento individualizzato volto a
costruire un’abilità del tutto assente in un soggetto, iniziando a rinforzare
comportamenti che si avvicinano a quell’abilità e continuando a rinforzare
le approssimazioni successive di quei comportamenti.
Si articola in 5 fasi:
1. Scelta dell’obiettivo;
2. Scelta del comportamento iniziale;
3. Scelta dei rinforzatori;
4. Rinforzamento del comportamento iniziale;
5. Rinforzamento delle approssimazioni successive.
GENERALIZZAZIONE DELLE ABILITA’ ACQUISITE: è la capacità di
emettere la stessa risposta anche in presenza di stimoli diversi da quelli
con i quali è avvenuto l’apprendimento.
Ogni nostra abilità diventa significativa nel momento in cui è parzialmente
generalizzata.
GARDNER: “in questi casi si può parlare di vera comprensione”.
La Didattica Metacognitiva
LA METACOGNIZIONELA METACOGNIZIONE
propone agli alunni:
- la conoscenza e la
riflessione sui - una maggiore
processi cognitivi autoconsapevolezza;
implicati negli
apprendimenti;
- e la trasmissione di strategie di
autoregolazione cognitiva e di autogestione
nell’apprendimento e nello studio.
La Didattica Metacognitiva
Nella DIDATTICA METACOGNITIVADIDATTICA METACOGNITIVA
l’attenzione dell’insegnante è rivolta:
1. a sviluppare
nell’alunno la 2. di quando è
consapevolezza opportuno farlo;
di quello che
sta facendo;
3. e in quali condizioni.
L’APPROCCIO METACOGNITIVO: tende a formare la capacità di ““essereessere
gestori diretti dei propri processi cognitivigestori diretti dei propri processi cognitivi””..
Viene applicato sia a livello della metodologia didattica rivolta al gruppo
classe sia negli interventi di sostegno e di recupero in soggetti con
difficoltà d’apprendimento.
Abilità di autoregolazione cognitiva
attraverso l’autoistruzione verbale
Insegnare abilità di autoregolazione ed autocontrollo permette:
di mantenere nel tempo le capacità che l’alunno ha acquisito;
generalizzare le proprie competenze a situazioni diverse da quelle
iniziali.
Sviluppo capacità di autoregolazione abilità cognitive ( in cui l’alunno
deve essere in grado di utilizzare autonomamente una serie complessa di
strategie es. capacità di prestare attenzione e di memorizzare,
pianificazione di azioni in sequenza e risoluzione di problemi).
L’AUTOREGOLAZIONE diretta al controllo di strategie cognitive e
comportamentali E’ MEDIATA DAL LINGUAGGIO che ha una FUNZIONE DI
REGOLATORE DEL COMPORTAMENTO E DEL PENSIERO. Questa capacità
di regolazione può essere insegnata o aumentata attraverso
L’AUTOISTRUZIONE VERBALE.
Significa rivolgere a se stessi istruzioni, aiuti suggerimenti per agire o
pensare in un determinato modo; in questo modo l’alunno parla a se stesso
e si autoregola.
Abilità di autoregolazione cognitiva
attraverso l’autoistruzione verbale
I contenuti dell’autoistruzione appartengono ad alcune categorie
fondamentali:
1. eseguire vari passi comportamentali o cognitivi previsti
dall’analisi del compito;
2. domande di controllo per anticipare i contenuti o verificare il
corretto andamento della situazione.
L’AUTOISTRUZIONE FU UTILIZZATA CON BAMBINI IPERATTIVI E
IMPULSIVI DAGLI STUDI DI MEICHEMBAUM E GOODMAN.
Questi bambini avevano la tendenza a commettere errori perché
eseguivano compiti senza una riflessione sistematica o completa.
Per insegnare una maggiore metodicità e attenzione, l’insegnante
si poneva da modello.
L’ASPETTO DIDATTICO IMPORTANTE è che l’insegnante mentre
esegue il compito, parla ad alta voce con se stesso, cioè si
fornisce autoistruzioni su quello che deve fare.
Abilità di autoregolazione cognitiva
attraverso l’autoistruzione verbale
.MODELLO DI MEICHEMBAUM
L’autoistruzione verbale si articola in 5 fasi:
1. Modeling cognitivo: l’insegnante esemplifica le autoistruzioni ad
alta voce, mentre svolge lui stesso l’attività in cui l’alunno dovrà
apprendere ad utilizzare le capacità di autoistruzione;
2. Guida esplicita: l’insegnante pronuncia ad alta voce le
autoistruzioni, mentre lo studente esegue il compito;
3. Autoistruzione esplicita: lo studente esegue il compito,
autoistruendosi ad alta voce;
4. Autoistruzione ridotta: lo studente esegue il compito,
autoistruendosi a voce sempre più bassa,
5. Autoistruzione implicita: lo studente esegue il compito usando il
“linguaggio interno” per fornirsi le varie istruzioni.
IN SINTESI: l’insegnante fa osservare i vari processi mentali del
pensare secondo un metodo auto-regolato.
Abilità di autoregolazione cognitiva
attraverso l’autoistruzione verbale
Nell’applicazione scolastica quotidiana, i contenuti dell’auto-istruzioni
possono essere molto vari:
stimoli a concentrare l’attenzione ignorando le distrazioni;
suggerimenti su come utilizzare alcune strategie di memorizzazione;
come comporre un testo scritto o riassunto;
come impostare la risoluzione di un problema di aritmetica;
come utilizzare la strategia generale del problem solving.
METODO DEI CARTONCINI GUIDA: Alan Edmundus ha sperimentato
questo metodo che permette di fornire agli studenti una serie di aiuti, da
gestire autonomamente senza bisogno di memorizzarli e di trasformarli
in autoistruzioni verbali. Questi aiuti facilitano gli studenti nella
riflessione sui loro processi cognitivi e di pensiero durante la soluzione
dei problemi o l’apprendimento di particolari contenuti.
Auto-istruzioni guida
su come prendere appunti
Quale argomento trattava il materiale che ho letto/studiato/scritto
ieri?
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È utile che parli con l’insegnante?
L’insegnamento reciproco e la
mediazione sociale
INSEGNAMENTO RECIPROCO: è uno dei metodi per l’insegnamento di
strategie cognitive (memorizzazione e risoluzione di problemi,
comprensione di un testo scritto, esecuzione di operazioni aritmetiche).
1. gli alunni sviluppano la capacità non solo di FARSI
RECIPROCAMENTE DOMANDE SUI CONTENUTI DI UN TESTO, ma
anche di INTERPRETARE CORRETTAMENTE E RIASSUMERE LE
INFORMAZIONI CHE HANNO LETTO, visto che dovranno richiedere ad
altri e non solo utilizzarle per rispondere.
2. OGNI ALUNNO SVOLGE UN RUOLO ATTIVO, comprendendo quello
che sta facendo, spiegandolo ad altri, aiutandoli a comprendere e a fare.
3. L’INSEGNANTE PARTECIPA INIZIALMENTE AL GRUPPO COME
MODELLO, mostrando alcune strategie: identificare una parte del
compito, spiegarla ad un compagno, fargli domande, dargli feedback.
L’insegnamento reciproco e la
mediazione sociale
La METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO RECIPROCO
si fonda sul paradigma del
COSTRUTTIVISMO SOCIALE
una teoria su come La conoscenza e l’apprendimento
il soggetto costruisce avvengono attraverso le interazioni
la sua conoscenza con gli altri in un preciso contesto
socio-culturale.
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come un processo socialmente mediato di costruzione di significati,
piuttosto che come un’acquisizione di una quantità standard di conoscenze
che esistono esternamente all’allievo.
L’insegnamento reciproco e la
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VIGOTSKY ha sottolineato la natura interpersonale
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L’ATTIVITA’ DIDATTICA SI FONDA SU DUE PUNTI ESSENZIALI DEL
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1. si acquisisce e si utilizza 2. il linguaggio e’ alla base
il linguaggio attraverso del pensiero.
l’interazione sociale;
E’ IMPORTANTE RICORDARE: nelle attività didattiche rivolte allo
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Tecniche insegnamento metacognizione 1

  • 1. Tecniche strategie e metodologie del processo di insegnamento-apprendimento a cura della Dott.ssa Donata Monetti
  • 2. Gli elementi di base della dinamica insegnamento - apprendimento LA PROGRAMMAZIONE DEGLI STIMOLI E L’USO DI STIMOLI FACILITATI Il primo elemento è la situazione di stimolo: per stimolo si intende qualunque evento percepibile in grado di provocare una risposta. Distinguiamo due tipi di stimoli: - Stimolo discriminativo: in grado di produrre una risposta attesa (capacità di discriminare); - Stimoli ambientali facilitati: lo stimolo è una situazione ambientale avente precise caratteristiche. Due situazioni-stimolo influenzano il lavoro didattico - educativo: - la situazione fisica dell’ambiente in cui si svolge l’insegnamento; - la situazione interpersonale, relazionale e psicologica.
  • 3. Gli elementi di base della dinamica insegnamento - apprendimento EMISSIONE DELLE RISPOSTE E ANALISI DEL COMPITO o Il secondo elemento della dinamica insegnamento-apprendimento è la risposta, azione o strategia, che possiamo definire come una qualche forma di comportamento – apprendimento che si verifica insieme ad uno stimolo. METODOLOGIA ANALISI DEL COMPITO: consiste nel determinare quali azioni devono essere compiute dall’alunno per arrivare ad eseguire un compito in modo corretto. IMPORTANTE nell’analisi del compito è frazionare un obiettivo complesso in tanti sotto-obiettivi più semplici che portano all’esecuzione completa del compito. Grazie a questa metodologia : SI PUO’ CAPIRE CON PRECISIONE IN QUALI PUNTI L’ALUNNO INCONTRA DIFFICOLTA’ E STUDIARE PERCORSI FACILITATI PER AIUTARLO A SUPERARE I PASSAGGI CRITICI.
  • 4. Gli elementi di base della dinamica insegnamento - apprendimento CONSEGUENZA DELLA RISPOSTA E RINFORZAMENTO POSITIVO o Il terzo elemento è la conseguenza ovvero l’informazione di ritorno che forniamo all’alunno dopo la sua risposta. Vi sono conseguenze ad un’azione di un alunno che l’insegnante fornisce senza rendersene conto, altre, invece, si potrebbero definire naturali, che non dipendono affatto dall’insegnante. Le insegnanti possono influenzare negli alunni, con le loro informazioni-risposte-conseguenze, la frequenza di emissione dei comportamenti positivi e cercare di ridurre la comparsa di quelli negativi. IMPORTANTE in questa fase é, ai tentativi di emissione della risposta desiderata, l’uso dei rinforzi positivi per aumentare la probabilità di emissione di quel comportamento. USO DI RINFORZATORI DA PARTE DEGLI INSEGNANTI Quando la conseguenza di una risposta ha come effetto quello di rinforzare la risposta stessa, rendendola più frequente e probabile in futuro, questa conseguenza prende il nome di RINFORZATORE.
  • 5. L’uso degli aiuti e l’apprendimento senza errori I metodi volti a favorire l’emissione di una risposta corretta prendono il nome di aiuti. Disponiamo di una grande quantità di aiuti: La guida fisica: consiste nel dirigere completamente l’alunno. Metodologia di largo uso nelle didattica speciale. L’indicazione gestuale: consiste nel mostrare l’azione da eseguire; L’aiuto verbale è un suggerimento ed è quello più usato nella pratica didattica quotidiana. Altri suggerimenti forniti direttamente dall’insegnante: La semplificazione della situazione stimolo: ovvero un alunno può essere messo nelle condizioni di sbagliare raramente. CON UN ALUNNO IN DIFFICOLTA’ UNO DEI PRIMI OBIETTIVI DA TENER PRESENTE E’ QUELLO DI FARLO SBAGLIARE IL MENO POSSIBILE E CERCARE DI ENFATIZZARE LA PARTE BUONA DELLA RISPOSTA EMESSA DELL’ALUNNO.
  • 6. L’uso degli aiuti e l’apprendimento senza errori Uso dei materiali-stimolo facilitati e facilitanti: gli aiuti possono essere inseriti nella situazione stimolo modificando il materiale di insegnamento. Una regola nella costruzione di materiali stimolo facilitati è utilizzare aiuti simili a quelli che il ragazzo troverà poi nel mondo reale. APPRENDIMENTO SENZA ERRORI: se gli aiuti sono scelti bene e sono sufficientemente forti impediscono all’alunno di sbagliare. IMPORTANTE E’ L’ATTENUAZIONE DEGLI AIUTI: questi dovranno essere gradualmente attenuati in modo tale che l’alunno acquisisca padronanza di un compito.
  • 7. Il Modellamento o Modeling MODELING: osservare un modello competente che svolge un’azione può essere un aiuto molto efficace per l’apprendimento di quell’azione. L’INSEGNANTE DEVE FUNGERE DA MODELLO DA IMITARE: cioè bisogna far vedere qual è il modo giusto di comportarsi di fronte a determinate situazioni e richieste. Il MODELING può essere usato sia: in programmi molto semplici (apprendimento di forme e colori o di autonomia personale); in programmi più difficili che mirano all’acquisizione di abilità e comportamenti complessi (es. autonomia sociale) i quali non possono essere insegnati solo con le parole, ma devono essere mostrati all’alunno nella loro complessità. IMPORTANTE è rinforzare i tentativi di imitazione sufficientemente conformi al modello. Gli aiuti forniti dal modello (insegnante) sono utili nell’ambito degli apprendimenti scolastici utilizzando modalità dell’autoistruzione verbale.
  • 8. Il Modellaggio o Shaping MODELLAGGIO: metodo d’insegnamento individualizzato volto a costruire un’abilità del tutto assente in un soggetto, iniziando a rinforzare comportamenti che si avvicinano a quell’abilità e continuando a rinforzare le approssimazioni successive di quei comportamenti. Si articola in 5 fasi: 1. Scelta dell’obiettivo; 2. Scelta del comportamento iniziale; 3. Scelta dei rinforzatori; 4. Rinforzamento del comportamento iniziale; 5. Rinforzamento delle approssimazioni successive. GENERALIZZAZIONE DELLE ABILITA’ ACQUISITE: è la capacità di emettere la stessa risposta anche in presenza di stimoli diversi da quelli con i quali è avvenuto l’apprendimento. Ogni nostra abilità diventa significativa nel momento in cui è parzialmente generalizzata. GARDNER: “in questi casi si può parlare di vera comprensione”.
  • 9. La Didattica Metacognitiva LA METACOGNIZIONELA METACOGNIZIONE propone agli alunni: - la conoscenza e la riflessione sui - una maggiore processi cognitivi autoconsapevolezza; implicati negli apprendimenti; - e la trasmissione di strategie di autoregolazione cognitiva e di autogestione nell’apprendimento e nello studio.
  • 10. La Didattica Metacognitiva Nella DIDATTICA METACOGNITIVADIDATTICA METACOGNITIVA l’attenzione dell’insegnante è rivolta: 1. a sviluppare nell’alunno la 2. di quando è consapevolezza opportuno farlo; di quello che sta facendo; 3. e in quali condizioni. L’APPROCCIO METACOGNITIVO: tende a formare la capacità di ““essereessere gestori diretti dei propri processi cognitivigestori diretti dei propri processi cognitivi””.. Viene applicato sia a livello della metodologia didattica rivolta al gruppo classe sia negli interventi di sostegno e di recupero in soggetti con difficoltà d’apprendimento.
  • 11. Abilità di autoregolazione cognitiva attraverso l’autoistruzione verbale Insegnare abilità di autoregolazione ed autocontrollo permette: di mantenere nel tempo le capacità che l’alunno ha acquisito; generalizzare le proprie competenze a situazioni diverse da quelle iniziali. Sviluppo capacità di autoregolazione abilità cognitive ( in cui l’alunno deve essere in grado di utilizzare autonomamente una serie complessa di strategie es. capacità di prestare attenzione e di memorizzare, pianificazione di azioni in sequenza e risoluzione di problemi). L’AUTOREGOLAZIONE diretta al controllo di strategie cognitive e comportamentali E’ MEDIATA DAL LINGUAGGIO che ha una FUNZIONE DI REGOLATORE DEL COMPORTAMENTO E DEL PENSIERO. Questa capacità di regolazione può essere insegnata o aumentata attraverso L’AUTOISTRUZIONE VERBALE. Significa rivolgere a se stessi istruzioni, aiuti suggerimenti per agire o pensare in un determinato modo; in questo modo l’alunno parla a se stesso e si autoregola.
  • 12. Abilità di autoregolazione cognitiva attraverso l’autoistruzione verbale I contenuti dell’autoistruzione appartengono ad alcune categorie fondamentali: 1. eseguire vari passi comportamentali o cognitivi previsti dall’analisi del compito; 2. domande di controllo per anticipare i contenuti o verificare il corretto andamento della situazione. L’AUTOISTRUZIONE FU UTILIZZATA CON BAMBINI IPERATTIVI E IMPULSIVI DAGLI STUDI DI MEICHEMBAUM E GOODMAN. Questi bambini avevano la tendenza a commettere errori perché eseguivano compiti senza una riflessione sistematica o completa. Per insegnare una maggiore metodicità e attenzione, l’insegnante si poneva da modello. L’ASPETTO DIDATTICO IMPORTANTE è che l’insegnante mentre esegue il compito, parla ad alta voce con se stesso, cioè si fornisce autoistruzioni su quello che deve fare.
  • 13. Abilità di autoregolazione cognitiva attraverso l’autoistruzione verbale .MODELLO DI MEICHEMBAUM L’autoistruzione verbale si articola in 5 fasi: 1. Modeling cognitivo: l’insegnante esemplifica le autoistruzioni ad alta voce, mentre svolge lui stesso l’attività in cui l’alunno dovrà apprendere ad utilizzare le capacità di autoistruzione; 2. Guida esplicita: l’insegnante pronuncia ad alta voce le autoistruzioni, mentre lo studente esegue il compito; 3. Autoistruzione esplicita: lo studente esegue il compito, autoistruendosi ad alta voce; 4. Autoistruzione ridotta: lo studente esegue il compito, autoistruendosi a voce sempre più bassa, 5. Autoistruzione implicita: lo studente esegue il compito usando il “linguaggio interno” per fornirsi le varie istruzioni. IN SINTESI: l’insegnante fa osservare i vari processi mentali del pensare secondo un metodo auto-regolato.
  • 14. Abilità di autoregolazione cognitiva attraverso l’autoistruzione verbale Nell’applicazione scolastica quotidiana, i contenuti dell’auto-istruzioni possono essere molto vari: stimoli a concentrare l’attenzione ignorando le distrazioni; suggerimenti su come utilizzare alcune strategie di memorizzazione; come comporre un testo scritto o riassunto; come impostare la risoluzione di un problema di aritmetica; come utilizzare la strategia generale del problem solving. METODO DEI CARTONCINI GUIDA: Alan Edmundus ha sperimentato questo metodo che permette di fornire agli studenti una serie di aiuti, da gestire autonomamente senza bisogno di memorizzarli e di trasformarli in autoistruzioni verbali. Questi aiuti facilitano gli studenti nella riflessione sui loro processi cognitivi e di pensiero durante la soluzione dei problemi o l’apprendimento di particolari contenuti.
  • 15. Auto-istruzioni guida su come prendere appunti Quale argomento trattava il materiale che ho letto/studiato/scritto ieri? Come si collega a quello che abbiamo fatto nell’ultima lezione? Quale penso che sarà l’argomento della lezione di oggi? Qual è l’introduzione della lezione di oggi? Perché questo argomento è importante rispetto a quello che già so? Quanti punti principali/secondari discuterà l’insegnante? Quanti punti principali/secondari ha discusso l’insegnante? Che tipo di domande potrebbero esserci nella verifica? Ci sono dei punti che non mi sono chiari? È utile che parli con l’insegnante?
  • 16. L’insegnamento reciproco e la mediazione sociale INSEGNAMENTO RECIPROCO: è uno dei metodi per l’insegnamento di strategie cognitive (memorizzazione e risoluzione di problemi, comprensione di un testo scritto, esecuzione di operazioni aritmetiche). 1. gli alunni sviluppano la capacità non solo di FARSI RECIPROCAMENTE DOMANDE SUI CONTENUTI DI UN TESTO, ma anche di INTERPRETARE CORRETTAMENTE E RIASSUMERE LE INFORMAZIONI CHE HANNO LETTO, visto che dovranno richiedere ad altri e non solo utilizzarle per rispondere. 2. OGNI ALUNNO SVOLGE UN RUOLO ATTIVO, comprendendo quello che sta facendo, spiegandolo ad altri, aiutandoli a comprendere e a fare. 3. L’INSEGNANTE PARTECIPA INIZIALMENTE AL GRUPPO COME MODELLO, mostrando alcune strategie: identificare una parte del compito, spiegarla ad un compagno, fargli domande, dargli feedback.
  • 17. L’insegnamento reciproco e la mediazione sociale La METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO RECIPROCO si fonda sul paradigma del COSTRUTTIVISMO SOCIALE una teoria su come La conoscenza e l’apprendimento il soggetto costruisce avvengono attraverso le interazioni la sua conoscenza con gli altri in un preciso contesto socio-culturale. Considera l’apprendimento come un processo socialmente mediato di costruzione di significati, piuttosto che come un’acquisizione di una quantità standard di conoscenze che esistono esternamente all’allievo.
  • 18. L’insegnamento reciproco e la mediazione sociale VIGOTSKY ha sottolineato la natura interpersonale dell’apprendimento e della costruzione della conoscenza. L’ATTIVITA’ DIDATTICA SI FONDA SU DUE PUNTI ESSENZIALI DEL COSTRUTTIVISMO SOCIALE: 1. si acquisisce e si utilizza 2. il linguaggio e’ alla base il linguaggio attraverso del pensiero. l’interazione sociale; E’ IMPORTANTE RICORDARE: nelle attività didattiche rivolte allo sviluppo di abilità cognitive, è necessario creare dei contesti di lavoro e di apprendimento molto ricchi dal punto di vista dell’interazione sociale e della mediazione reciproca.