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Nella storia della psicologia scientifica, che nasce tra filosofia e
fisiologia, si sono affermati indirizzi e scuole diverse, che hanno
definito in vari modi l’oggetto della disciplina e scelto in base a
questo i metodi di studio più adeguati.
Esempio: lo studio della percezione e del pensiero da parte della psicologia della
Gestalt ha utilizzato il metodo fenomenologico e il resoconto verbale, lo studio
dell’apprendimento da parte del Comportamentismo ha privilegiato il metodo
sperimentale escludendo i processi interni dall’oggetto della psicologia. Il
Cognitivismo li ha riammessi in continuità metodologica con il neo-
comportamentismo, e in seguito alla sua svolta ecologica ha rivalutato anche le
metodologie qualitative e l’uso dei resoconti verbali come fonte di dati
La molteplicità dei paradigmi viene rimproverata a torto alla
psicologia, la cui vocazione al pluralismo corrisponde al compito
applicativo dello psicologo: mettersi in relazione con altre menti
rispettando le differenze individuali e adottando con elasticità mentale
punti di vista alternativi. In questa prospettiva una formazione
eclettica in senso buono costituisce una risorsa.
Alexious Meinong (1853-1920) a Graz studia il costituirsi dell’oggetto
(Gegestandtheorie) come
Percezione dei dati sensoriali grezzi (inferiora)
Produzione di strutture (superiora)
Il suo allievo Vittorio Benussi (1878-1927) nel 1919 si trasferisce a Padova
dove ha per assistente Cesare Musatti. Allievo di Musatti è
Gaetano Kanizsa (1913-1993), professore a Trieste, studia i margini quasi
percettivi o contorni senza gradiente, modali (v. triangolo), e il completamento
amodale, distinguendo due modi di andare “beyond the information given”
Processo primario - organizzazione dell’input - vedere in senso stretto
Processo secondario - riconoscimento percettivo- pensare
Contro l’ipotesi raziomorfa (von Helmholtz) per cui la percezione avrebbe origine da
inferenze inconsce in base all’esperienza passata, opzione gestaltista per il carattere
innato della percezione primaria.
Triangolo di Kanizsa
-la fonte degli stimoli (oggetto o evento fisico) emette o riflette radiazioni
luminose di varia frequenza e intensità (STIMOLO DISTALE)
Psicologia della percezione: il mondo fenomenico non è copia
del mondo fisico ma il risultato di una serie di mediazioni,
l’esito di una catena di processi. Nel caso della visione:
-queste danno luogo sulla retina dell’osservatore a un’area di stimolazione
corrispondente alla proiezione ottica della fonte (STIMOLO
PROSSIMALE)
-si attivano processi fisiologici (reazioni fotochimiche dei recettori, coni e
bastoncelli, produzione e conduzione di impulsi nervosi lungo le vie
ottiche afferenti) che modificano lo stato della corteccia cerebrale
-i processi corticali risultanti sono il sostrato psicofisico dell’esperienza
visiva
il dato percettivo è l’esperienza privata del singolo
osservatore il cui organismo è stato così modificato
La prospettiva fenomenologica della Gestaltpsychologie
Per GESTALT s’intende la forma organizzata o strutturata
in base alle relazioni fra gli elementi componenti
Il costituirsi dell’oggetto fenomenico risponde al principio
dell’articolazione FIGURA-SFONDO
E. Rubin (1921) studiò le FIGURE REVERSIBILI,
caratterizzate da alternanza automatica fra figura e sfondo
M. Wertheimer (1923) formulò le leggi della segmentazione del
campo visivo in base alle quali si formano le unità fenomeniche:
SOMIGLIANZA, VICINANZA, CONTINUITÀ DI DIREZIONE, CHIUSURA,
PREGNANZA DELLA BUONA GESTALT
LA TOTALITÀ NON È UGUALE ALLA SOMMA DELLE SUE PARTI
Il CAMPO fenomenico, per analogia con quello elettromagnetico,
è un tutto organizzato risultante dal sistema delle forze agenti
Illusione di Müller-Lyer
Illusione di Hering
I “tre moschettieri” della scuola di Berlino
Max WERTHEIMER (1880-1943)
Kurt KOFFKA (1886-1941)
Wolfgang KÖHLER (1887-1967)
Kurt LEWIN (1890-1947)
Le qualità formali
Nel 1890 Christian von Ehrenfels pubblica l’articolo
Über gestaltqualitäten
La forma sonora è qualcosa di diverso dalla somma delle note che la compongono:
si possono cambiare tutti gli elementi, trasporre i toni in una nuova chiave
(lasciando invariati gli intervalli musicali), ma l’insieme rimane lo stesso e la
melodia è riconoscibile come totalità data nell’esperienza con immediatezza
Max Wertheimer (1912) e il fenomeno phi
Presentando in successione due stimoli luminosi identici,
per esempio i segmenti a e b, collocati nelle posizioni
dello spazio A e B, al variare dell’intervallo temporale si
producono diversi effetti di movimento apparente:
con intervallo ottimale, l’impressione visiva è di un unico
stimolo che si muove da A a B (attraversando le
posizioni intermedie, dove non è proiettato alcuno
stimolo)
A
B
a
b
a’
Competizione fra le leggi di Wertheimer (1923)
vicinanza<chiusura
buona continuazione>chiusura
chiusura>buona continuazione
Cubo di Necker
Edgar Rubin (1886-1951), psicologo danese pubblicò nel 1915
una monografia sulle figure reversibili, tradotta in tedesco nel
1921. Il suo lavoro è importante per la formulazione del
concetto di ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO
nell’ambito della psicologia della percezione della scuola di
Berlino o psicologia della Gestalt (v.)
Solitamente un campo visivo complesso si organizza in modo
stabile, privilegiando come figura (forma buona che emerge in
primo piano sullo sfondo, che resta in secondo piano) un
insieme i elementi in relazione fra loro. In particolari
situazioni percettive sono possibili due esiti fenomenici che
segmentano in modi alternativi gli elementi fisicamente
presenti: si tratta delle FIGURE REVERSIBILI o alternanti e
delle figure ambigue, come le figure mascherate, che
richiedono, per essere viste, una ristrutturazione del campo
stimolante.
Figura di Boring
La figura di Yastrow
commentata da Wittgenstein, da cui il film usato nella ricerca
sulla personalità autoritaria di Adorno et al.
Anche gli animali con occhi simili ai nostri percepiscono secondo
le leggi della Gestalt
Il topo è capace di distinguere un quadrato da un cerchio, anche
in diversi colori e dimensioni
Le ghiandaie sono in grado di ritrovare il cibo collocato sotto un vaso
che si distingue dall’insieme (distintività, effetto von Restorff)
GLI STIMOLI CON LA STESSA STRUTTURA SONO EQUIVALENTI
Stimoli percepibili per la specie umana
l’UDITO
I suoni udibili hanno frequenza (numero di cicli al secondo in un tono puro)
da 20 a 20.000 hertz. La frequenza dà la sensazione di altezza del suono (la
successione delle note della scala musicale, per esempio sulla tastiera del
pianoforte)
L’ intensità o ampiezza (differenza fra picco e punto più basso in un grafico
pressione-tempo) misurata in decibel, dà la sensazione di forza del suono.
La sensibilità massima dell’orecchio umano è intorno a 1000 hertz , a
intensità variabile (a 80 decibel i rumori iniziano ad essere dannosi).
I suoni sono onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria
(prodotte ad esempio dalla vibrazione di un diapason)
La membrana basilare della coclea nell’orecchio interno vibra alla
pressione trasmessa e amplificata dalla catena degli ossicini e fa
piegare le cellule ciliate che trasmettono l’impulso elettrico al
nervo uditivo fino al lobo temporale della corteccia cerebrale
Stimoli percepibili per la specie umana
la VISTA
Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri, nello
spettro della luce visibile. Le onde corte appaiono blu, quelle
medie verdi e quelle lunghe rosse.
I recettori della retina, nella parte posteriore del globo oculare, rispondono ai
diversi parametri della luce assorbendola con i fotopigmenti che danno luogo
all’impulso nervoso:
I BASTONCELLI, più sensibili per convergenza dell’attivazione neurale
delle cellule gangliari, sono specializzati per le basse intensità (visione
notturna)
I CONI rispondono alle alte intensità e ai colori (visione diurna), sono
responsabili dell’acuità nella visione dei dettagli, in quanto connessi
singolarmente alle cellule gangliari e fitti nella fovea, al centro della retina
Le fibre del nervo ottico provenienti dalle due emiretine dx e
sx si incrociano al chiasma ottico e vanno al nucleo genicolato
del talamo e alla corteccia visiva
Contro l’antropocentrismo:
le api sono sensibili ai raggi ultravioletti -
i pipistrelli e i delfini si orientano con gli ultrasuoni
Il concetto di UMWELT (J. von Uexküll, 1934) )
L’ambiente biologico deve essere descritto in termini specie-specifici,
perché la stessa situazione fisica costituisce mondi diversi, sia in
termini fenomenici sia funzionali, per animali di specie differenti
L’INSIEME DELLE CARATTERISTICHE AMBIENTALI CUI È SENSIBILE UN ANIMALE
Stimoli percepibili dall’uomo:
COLORI: Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri,
nello spettro della luce visibile
SUONI: onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria
con frequenza da 20 a 20.000 hertz, di intensità non troppo oltre 80
decibel
Il PENSIERO PER PROVE ED ERRORI
Apprendimento graduale
Calcolo algoritmico
Passi successivi di avvicinamento
Soluzione unica ottimale
Il PENSIERO CREATIVO
Insight
Euristiche
Ristrutturazione dello spazio del problema
Soluzioni soddisfacenti
CONCEZIONI DEL PENSIERO
Il concetto di Einsicht (insight)
LA RISTRUTTURAZIONE DEL CAMPO PERCETTIVO È GIÀ
LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA (PROBLEM-SOLVING)
In L’intelligenza delle scimmie antropoidi (1917) W. Köhler
descrive il modo in cui lo scimpanzè Sultano unendo due bastoni
costruisce lo strumento per raggiungere la banana mostrando, dopo
un periodo di incubazione, un comportamento di soluzione del
problema analogo all’esperienza umana dell’eureka!.
Köhler (1929) definisce l’Einsicht (vedere dentro, intuizione,
visione) come “coscienza diretta delle determinazioni” , del
“nesso comprensibile” tra gli elementi del contesto percettivo
Il problema dei nove punti
. . .
. . .
. . .
Unire i nove punti con quattro segmenti di retta senza staccare
la penna dal foglio e passando una volta sola su ciascuno
. . .
. . .
. . .
Da bambino Gauss trovò una soluzione intuitiva al compito
di calcolare la somma dei primi dieci numeri decimali:
1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10
11 x 5 = 55
L’area del parallelogramma (Wertheimer, 1945)
NO
Qual è MALUMA e qual è TAKETE?
Le qualità terziarie, espressive o fisiognomiche
secondo la Gestaltpsychologie
“Tutti i gabbiani hanno l’aria di chiamarsi Emma (Imme)”
Il salice “piangente”
Claude Monet: Salice piangente
Nel 1913, John Watson pubblicò
Psychology as the behaviorist views it,
il manifesto del COMPORTAMENTISMO
Questo approccio studia l’APPRENDIMENTO come
ACQUISIZIONE DI ABITUDINI,
RISPOSTE motorie osservabili a STIMOLI prodotti nell’ambiente
L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA
John B. Watson
(1878-1958)
Watson, Rosalie Rayner e il piccolo Albert
(1920)
Legge di associazione per contiguità
(vicinanza spazio-temporale)
Stimolo A
La parola “palla”
Stimolo B
La vista di una palla
Pensiero di B
(immagine di una palla)
Stimolo A
La parola “palla”
Pensiero di B
(immagine di una palla)
Dopo l’apprendimento
Esperienza di apprendimento
Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO studiato da I.P. Pavlov è un processo
di apprendimento nel quale uno stimolo neutro viene associato ad uno
stimolo che provoca una risposta riflessa in seguito al loro ripetuto
abbinamento
Stimolo neutro
(campanello)
Stimolo incondizionato
(cibo)
Risposta incondizionata
(salivazione)
Procedura di condizionamento
Dopo il condizionamento
Stimolo condizionato
(campanello)
Risposta condizionata
(salivazione)
IVAN P. PAVLOV (1849-1936)
1904 premio Nobel per la medicina per gli studi sul sistema digerente
Linguaggio come secondo sistema di segnalazione
-Scuola di fisiologia di I.M. Secenov (1829-1905)
elettrofisiologia delle funzioni elementari
-Riflessologia di V.M. Bechterev (1857-1927)
analoga al comportamentismo
Teoria dell’attività nervosa superiore
Neurofisiologia molare dell’animale integro
Riflesso condizionato
Lo stimolo incondizionato (cibo in bocca) determina la
reazione incondizionata (salivazione) in presenza di uno
stimolo neutro (suono) che diventa stimolo condizionato
e produce da solo la risposta condizionata
Il condizionamento classico
Legge dell’effetto di E.L.Thorndike (1898)
Nel comportamento per prove- ed- errori (trials-and-errors)
l’azione seguita da una ricompensa viene rafforzata
Il CONDIZIONAMENTO OPERANTE è un processo di
apprendimento delle risposte che agiscono sull’ambiente
B.F. Skinner ha studiato lo shaping (modellamento) e il rinforzo
parziale (a rapporto o a intervallo)
RINFORZO
è ogni evento che aumenta la probabilità
che una risposta venga emessa
RINFORZO POSITIVO è uno stimolo piacevole o
RICOMPENSA che segue un comportamento desiderato
RINFORZO NEGATIVO è l’eliminazione di uno stimolo
sgradevole dopo un comportamento desiderato
L’evitamento dell’evento aversivo fa apprendere una nuova
risposta (di fuga)
PUNIZIONE è uno stimolo spiacevole (o l’eliminazione di uno
piacevole) dopo un comportamento indesiderato
L’evento aversivo fa diminuire la probabilità della risposta
(1848) Walden II
Il titolo è tratto da Walden (Vita nei boschi) romanzo di Henry David
Thoreau del 1854
Trama: un soldato invita dei suoi amici e professori a visitare una
comunità di circa 1000 abitanti che vivono felicemente, in una sorta
di utopia. Il suo fondatore, Frazier, spiega che i comportamenti
industriosi sono stati modellati con le tecniche behavioriste: i
bambini sono educati dalla comunità, le donne lavorano, i lavori
meno desiderabili danno un credito maggiore e sono svolti da tutti
solo per brevi periodi.
La pianificazione totale della comunità è stata criticata ampiamente.
B. F. Skinner (1904-1990)
Una prospettiva alternativa….
Il condizionamento skinneriano
Le scienze umane e la psicologia
La psicologia ha radici positivistiche e ha tentato di conoscere il suo
oggetto, la psiche umana, entro il paradigma che si andava
costituendo nell’ambito delle scienze della natura.
L’adozione dell’operazionalismo di Brigman ha permesso di inserire
negli esperimenti comportamentisti variabili interne come la fame
(=tempo trascorso dall’ultimo pasto) e al Cognitivismo di inferire i
processi mentali da indicatori comportamentali.
Oggi le scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia) hanno
adottato esplicitamente concezioni costruttivistiche e relativistiche,
che hanno attenuato l’antipsicologismo filosofico.
L’APPROCCIO COGNITIVISTA
Dal paradigma S - R dove l’ORGANISMO è una black box
al paradigma S - O - R che riammette i PROCESSI INTERNI
Nel 1956 J. Bruner studia le STRATEGIE COGNITIVE
in A study of thinking
e nel 1967 U. Neisser pubblica Cognitive psychology
La MENTE viene concepita in base alla METAFORA DEL
COMPUTER come un ELABORATORE DI INFORMAZIONI
Il Cognitivismo rivaluta come precursori della riammissione
delle variabili interne nell’esperimento psicologico autori
come F. Bartlett (concetto di schema), E. Tolman (concetto di
mappa cognitiva) e J. Piaget (strutture dell’intelligenza come
interiorizzazione dell’azione).
Il neo-Comportamentismo allenta i vincoli metodologici di stampo
positivistico, ammettendo una definizione operativa delle variabili
interne all’organismo per riduzione agli osservabili (la fame
misurata mediante il tempo trascorso dall’ultimo pasto, considerata
come variabile interveniente negli esperimenti di Hull) ecc.
Le condizioni interne dell’organismo
Edward Tolman (1886-1959) e la MAPPA COGNITIVA
Studiando l’APPRENDIMENTO SERIALE dimostra che i topi nel labirinto non
imparano una sequenza di risposte motorie a stimoli critici nei punti di svolta perché
•allagando il labirinto nuotano lungo il percorso appreso
•ponendo ostacoli al cammino abituale scelgono il percorso alternativo più breve
•cambiando il punto di partenza si comportano come se consultassero una mappa
Tolman concluse che l’animale acquisisce
una STRUTTURA-SEGNO (SIGN-GESTALT) ,
una sorta di IMMAGINE del labirinto o di
RAPPRESENTAZIONE mentale complessa del percorso
Quindi la semplice ESPLORAZIONE del labirinto produce un
APPRENDIMENTO ORIENTATIVO LATENTE PER OSSERVAZIONE
che si manifesta la prima volta che il rinforzo viene introdotto
Tolman e Honzik (1930) sottoposero a prova quotidianamente tre gruppi di ratti
•1) non ricompensati
•2) ricompensati regolarmente
•3) non ricompensati fino all’11°giorno e con l’introduzione della
ricompensa, il gruppo 3) raggiunse le prestazioni del gruppo 2)
Il mito dell’arco riflesso come unità di analisi del comportamento
è una comoda semplificazione, ma anche una finzione teorica
Per colmare il vuoto teorico fra cognizione e azione occorre
tener conto dello svolgimento dell’azione complessa nel tempo
Il modello per un’analisi del comportamento a livelli
multipli, senza perdere le caratteristiche strutturali degli
schemi di azione, è la descrizione linguistica chomskiana,
con la sua struttura gerarchica, ad albero
They are flying planes
1) (They) (are) (flying planes) - Sono aereoplani volanti
2) (They) (are flying) (planes) - Stanno pilotando degli aerei
È una frase ambigua che può significare
La nascita del COGNITIVISMO
In Piani e struttura del comportamento, uno psicolinguista, George
A. Miller, uno psicologo matematico, Eugene Galanter e un
neuropsicologo Karl H. Pribram, trasformano l’idea di mappa
cognitiva o IMMAGINE collegandola con un PIANO d’azione, un
comportamento organizzato gerarchicamente da una lista di
istruzioni o flow-chart analoga al programma di un calcolatore
Tolman viene accusato da Guthrie di aver lasciato il ratto “in balia dei
suoi pensieri”, di non aver affrontato, cioè, il problema del passaggio
DALLA CONOSCENZA ALL’AZIONE
IMMAGINE è la conoscenza accumulata da
un organismo circa se stesso e il suo mondo
PIANO è l’insieme delle istruzioni per eseguire il
comportamento complesso che porta allo scopo
L’unità TOTE di Miller, Galanter e Pribram (1960)
TOTE =Test-Operate-Test-
Exit
TEST
OPERAZIONE
(incongruenza)
(congruenza)
CIRCUITO A FEEDBACK
applicabile ricorsivamente
input
output
Uscita, cessazione dell’azione
TEST DEL
CHIODO
COLPISCI
CON IL MARTELLO
(La testa sporge)
(La testa è a livello)
ESEMPIO TOTE
Che cosa scorre lungo le frecce?
ENERGIA? Nel caso dell’impulso nervoso, che supera la soglia intesa come test
INFORMAZIONE nel senso di scelta binaria tra alternative
CONTROLLO cioè comando al sistema di attivarsi e disattivarsi, o di
passare ad eseguire l’istruzione successiva nell’albero gerarchico
Il primo Cognitivismo adottò per la mente umana il modello
del calcolatore seriale, privilegiando le ultime due risposte
Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus
albinus, il topo bianco da esperimento, è intitolato
Purposive behaviour in animals and men
Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è
INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI
L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE,
irriducibile a elementi più semplici, MOLECOLARI, e
caratterizzato da proprietà emergenti, da un significato
Percezione di disegni e configurazioni semplici, dettagli interpretabili, con
presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la RIPRODUZIONE grafica
L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME modella ciò che viene visto e ricordato.
La figura descritta come "due squadre da carpentiere" fu riprodotta correttamente
nei dettagli.
Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono scorrette:
F. Bartlett (1932) Remembering - Cap. 2 Esperimenti sulla percezione
La teoria di
Piaget
ADATTAMENTO
(funzionale)
ASSIMILAZIONE ACCOMODAMENTO
ORGANIZZAZIONE
(strutturale)
Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget(1896-1981)
STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi)STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi)
STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-6 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-12 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI
Il concetto di “schema” di Jean Piaget
Piaget teorizza all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo lo schema senso motorio
come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza (1968) disegna
lo schema dello “schema” senso-motorio (estendibile ad ogni altra struttura cognitiva):
ORGANIZZAZIONE
(Trasformazioni interne)
AZIONI
(Trasformazioni della realtà)
INPUT
Feedback delle azioni
(Costruzione degli schemi)
Feedback dei risultati
(Costruzione delle funzioni rappresentative)
W. James
memoria primaria /memoria secondaria
Memoria a Breve Termine
MBT (decine di secondi)
Capacità limitata (7+o -2 item o chuncks)
Codifica acustica (o visiva)
Memoria a Lungo Termine
MLT
Capacità illimitata
Codifica del significatoCONSOLIDAMENTO
Span di memoria
(Hamilton 1859)
Il magico numero 7
(G.A.Miller, 1956)
Il Cognitivismo HIP (Human Information Processing)
Costruisce modelli di elaborazione dell’informazione nella mente
IL MODELLO DELLA MEMORIA DI ATKINSON E SCHIFFRIN (1971)
Memoria
sensoriale
Memoria a
breve termine
MBT
Memoria a
lungo termine
MLT
input
attenzione
codifica
recupero
Le informazioni non
ripetute vanno perdute
entro 1/2-3 secondi
Le informazioni non
ripetute vanno perdute
entro 10-15 secondi
Conserva le informazioni
durevolmente, alcune possono
andare perdute col tempo
ripetizione
Ulrich Neisser, che nel 1967 aveva pubblicato il primo
manuale della psicologia cognitiva, in Cognition and reality
del 1976 critica il primo Cognitivismo in nome della
VALIDITÀ ECOLOGICA DELLA RICERCA
Ispiratore di Neisser è il grande psicologo della percezione
James Gibson, che in Ecological approach to visual perception
del 1979 invita a studiare l’attività cognitiva in una prospettiva
realistica, anziché in condizioni di stimolazione impoverita
A metà degli anni ‘70 si delinea una separazione tra il
movimento della Cognitive Science, l’Intelligenza artificiale
(IA) computazionalista della costa orientale degli Stati Uniti, e
la PSICOLOGIA ECOLOGICA della costa occidentale
CONCETTO DI AFFORDANCE, UNA SORTA DI SIGNIFICATO FUNZIONALE DELLO
STIMOLO
A metà degli anni ottanta, D.E.Rumelhart, J.L. McClelland e il
gruppo di ricerca PDP propongono di superare le difficoltà del
modello dell’elaborazione seriale dell’informazione sostituendolo
con il modello
In seguito tende ad affermarsi l’idea che il modello
dell’elaborazione seriale sia più adeguato per una rappresentazione
proposizionale dei processi simbolici, analoghi al linguaggio, mentre
l’elaborazione in parallelo, che fa riferimento alla ricerca sulle RETI
NEURALI, simula meglio il modello associazionistico
dell’apprendimento da parte di unità subsimboliche.
PARALLEL DISTRIBUTED PROCESSING
La teoria di J.S. Bruner (1915- )
Forme di rappresentazione
-esecutiva
-iconica
-simbolica
Modalità del pensiero
-paradigmatico
-narrativo
Psicologia culturale e
folk psychology
-teoria della motivazione
-teoria della mente
1990
1986
1966
pensiero PARADIGMATICO
Spiegazione logico-scientifica
criterio di VERITÀ
pensiero NARRATIVO
Comprensione delle intenzioni
criterio di VEROSIMIGLIANZA
Bruner (1982) Actual minds, possible worlds, cap. 2
“è più facile andare al fondo delle cose osservandole contemporaneamente da
due punti di vista, come attraverso uno stereoscopio” (Bruner, 1986, p.15)
DUE MODI DI PENSIERO
Nel 1990 Jerome Bruner pubblica In search of meaning, dove critica il
Cognitivismo, che ha tradito il significato per la computazione, ed auspica
che l’azione umana venga situata nella realtà sociale per mezzo di una
RIVOLUZIONE CONTESTUALE
In questo testo Bruner parla anche di developmental turning points ,
i punti di svolta evolutivi nelle autobiografie spontanee, narrazioni
di momenti critici dove emerge un sé protagonista in via di
costruzione.
La PSICOLOGIA CULTURALE rivaluta la psicologia ingenua del
senso comune o PSICOLOGIA POPOLARE (folk psychology) che
secondo Bruner comprende una TEORIA DELLA MOTIVAZIONE (i
perché dell’azione umana) e una TEORIA DELLA MENTE.
La PSICOLOGIA CULTURALE di Bruner
La mente è un elaboratore distribuito nel contesto come sistema di
attività strutturate di interazione tra individui.
Schema cognitivo e contesto culturale vanno intesi in una sola
dimensione (v. Bruner 1990, rapporti tra mente e cultura),
L’attività cognitiva è
un “processo intersoggettivo socialmente organizzato che si realizza
attraverso l’interazione fra gli individui in uno specifico contesto”
L’apprendimento è situato non solo spazio-temporalmente, ma sul
piano relazionale, dove il significato è negoziato nella
comunicazione
La RIVOLUZIONE CONTESTUALE degli anni novanta
Nel COGNITIVISMO CLASSICO la mente non elabora direttamente l’informazione
proveniente dall’ambiente, ma compie operazioni su oggetti mentali che la rappresentano.
Le informazioni in ingresso vengono codificate diventando RAPPRESENTAZIONI
MENTALI, oggetti interni elaborabili.
Primato dell’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE grazie al FUNZIONALISMO degli stati
mentali intenzionali intesi come sequenze di simboli proposizionali e alla MACCHINA DI
TURING, modello formale dell’attività di un agente razionale che esegue calcoli di tipo
algoritmico, cioè svolge compiti applicando in modo meccanico e ricorsivo, un certo
numero di volte, un insieme di istruzioni (software di programmazione).
I processi cognitivi sono concepiti come COMPUTAZIONALI, cioè a partire da un certo
input, sottoposto a certe trasformazioni elaborative (calcolo), arrivano ad un output
predicibile e replicabile.
ANALOGIA FRA MENTE E COMPUTER
La coscienza è un fenomeno avanzato o derivato e non il fondamento dell’attività
mentale. Parlare di contenuti intenzionali degli stati mentali consente di eludere il
problema della coscienza perché anche un topo può avere il purpose (Tolman) di ottenere
il cibo al termine del labirinto, ma non sappiamo se può RAPPRESENTARSI la sua
intenzione (ed inibirne la manifestazione comportamentale, se è questo il libero arbitrio
che la coscienza consente, v. Libet) e come sul versante fenomenologico. Sappiamo che non
può riferirlo comunicandolo all’altro se non esibendo il relativo comportamento: non può
dire “vorrei ma scelgo di non…”.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE (I.A.)
Nasce sulla scia della teoria astratta della computazione di Turing (1936),
secondo la quale ogni calcolo complesso può essere espresso in forma di
algoritmo, sequenza di passi da eseguire, e dell’idea cibernetica che il
comportamento “intelligente” consista in regole astratte di manipolazione e
controllo di segnali, indipendentemente dalla loro natura fisica. Si apre così
la possibilità di simulare i comportamenti intelligenti su un computer con
ampia capacità di memoria e programmi relativamente semplici.
Progetta macchine in grado di esibire comportamenti “intelligenti”,
implementando in esse tali regole di funzionamento e fornendo istruzioni e
dati da elaborare nei termini di sequenze di simboli.
Sfrutta le proprietà dei linguaggi formali dotati di regole in base alle quali
produrre e trasformare espressioni. Nel 1975 Jerry Fodor propone la
teoria rappresentazionale della mente, base filosofica del cognitivismo,
caratterizzata dal funzionalismo del mentale, cioè dal primato del
programma (software), indipendentemente dalla natura dell’hardware sul
quale “gira”.
Nella PROSPETTIVA CONNESSIONISTA delle RETI NEURALI (McCulloch e
Pitts, 1943) le unità operano IN PARALLELO (modelli Parallel Distributed
Processing, PDP) e non in base a regole introdotte nel modello, che invece emergono
dal funzionamento del sistema. Questo è costituito da strati con connessioni che
trasmettono ATTIVAZIONE O INIBIZIONE con una certa polarità in base a PESI
diversi che si modificano, nello strato delle UNITÀ NASCOSTE, a seconda degli
incontri con gli stimoli in input e del compito assegnato al sistema (p.es.riconoscere
che il gatto è un animale peloso, ma il modello fa solo in modo che alla parola cat si
attivino hairy e animate).
Si contrappongono RAPPRESENTAZIONE LOCALISTA - i nodi delle reti
rappresentano entità significative - e DISTRIBUITA - un’entità specifica corrisponde a
un pattern di attivazione di più unità. E’ possibile conciliare nei MODELLI MISTI
l’APPROCCIO SIMBOLICO (più congeniale ai processi cognitivi coscienti) e quello
SUBSIMBOLICO (ai processi automatici ed impliciti).
Nelle rappresentazioni distribuite, che vengono identificate con l’attivazione di
gruppi o mappe neuronali, il singolo neurone può ricoprire un ruolo nel
codificare cose diverse e viene meno l’ipotesi di un significato naturale e stabile
(l’innatismo non arriva fino a questo punto!)
Negli anni ottanta, in seguito ai problemi lasciati insoluti dal Cognitivismo
classico, si riconosce la rilevanza della natura biologica dell’hardware
neuronale e si afferma nelle scienze cognitive il primato delle neuroscienze.
Teoria del quadro di controllo e sistema nervoso concettuale
Donald Hebb (1904-85)
Idea che i neuroni si raggruppino fra loro per svolgere funzioni
integrate e complesse:
l'attivazione contemporanea di neuroni forma assemblee cellulari e
l'integrazione tra i gruppi attivati in sequenza di fase temporale
sarebbe la base dei processi psichici
Ipotesi della doppia traccia di memoria, funzionale e strutturale, che
corrispondono alla MBT e alla MLT
Algoritmo di retroazione dell’errore:
La macchina connessionista non ha bisogno di regole, ma in presenza
di un input e della risposta desiderata arriva da sola a estrapolarne la
relazione, modificando i pesi delle connessioni. La macchina (o rete)
impara in base alla regola di Hebb che “quando l’unità A e l’unità B
sono eccitate insieme, questo aumenta la forza delle loro connessioni
reciproche”, che possono essere eccitatorie o inibitorie.
STORIA DEL CONNESSIONISMO
legge dell’effetto di Thorndike: le connessioni associative
seguite da ricompensa vengono rafforzate.
anni cinquanta-sessanta: Pandemonium di Selfridge e
Perceptron di Rosenblatt, criticate:
Il Perceptron è una macchina di elaborazione parallela che
unisce un’unità di detezione del segnale con una serie di unità di
input che possono attivare un’unità di output che produce una
risposta. Sia le unità di input che quelle di output hanno una
soglia per la scarica che può portare a un incremento positivo
della probabilità di scarica in output (eccitazione) o un effetto
negativo (inibizione). La grandezza di questo effetto dipende dal
peso della connessione.
anni ottanta: diventa realizzabile il Perceptron multistrato e il
Pandemonium per il riconoscimento di configurazioni visive
può essere applicato alla lettura, perché l’informazione al livello
delle parole inteviene a disambiguare la lettura delle lettere
Come insegnare a una macchina connessionista a rispondere quando
vengono presentati uno 0 o un 1, ma non quando vengono presentati
entrambi?
Aumentando la complessità del sistema con una unità nascosta dal peso
1,5 che scarica sia per 1 sia per 0 e ha effetto inibitorio.
Inserendo il processo della propagazione all’indietro dell’errore (backward
error propagation), algoritmo di Hebb sviluppato da Rumelhart, Hinton e
Williams: si stabilisce l’output desiderato, per esempio la lettura corretta di
una parola, che agisce come tutore durante l’apprendimento. Questo
implica la presentazione di uno stimolo e la registrazione dell’output;
la forza delle connessioni dello strato delle unità nascoste viene modificata
finché l’errore è minimo.
Esempio in cui le unità di input rispondono sia allo stimolo 0 sia a 1
+1
+1
-1,5
INDIRIZZO SIMBOLICO
Significato localizzato
Simboli come entità con
significato macroscopico
intuitivo
Vantaggi: iteratività, ricorsività,
ereditarietà e strutturazione
gerarchica
Svantaggi: richiesta di memoria
illimitata, sensibilità al noise e al
malfunzionamento
INDIRIZZO SUBSIMBOLICO
(connessionista)
Significato distribuito
Processi come fenomeni macroscopici
emergenti dalla cooperazione di
costituenti microscopici
Vantaggi: unità ponte fra processi
neurobiologici e psichici, funzionamento
parallelo veloce, robustezza, capacità di
rappresentare conoscenze vaghe
Svantaggi: difficoltà di spiegare
l’autoelevazione semantica
Modi di associare il significato al segnale fisico
e approcci computazionali
Forme di rappresentazione degli stati mentali:
algoritmi logico-matematici pattern di attività
sequenze di simboli di reti neurali
La naturalizzazione della mente e della coscienza è considerata una
delle grandi sfide scientifiche del nostro tempo.
Sarà mai possibile spiegare scientificamente l’esperienza
soggettiva, ineliminabile da tali concetti? Prevedere il
comportamento proprio o di un altro in base alla conoscenza degli
antecedenti?
Questione del free will
Epistemologia della complessità secondo G. Bateson:
Un calcio a un sasso produce un effetto meccanico prevedibile
Un calcio a un cane attiva una reazione in un organismo
Occorre superare l’ILLUSIONE DI CONTROLLO chiudendo il circuito
sistemico:
ogni sistema di abitudini ingrana con quello complementare,
rifiuto del binomio vittima-carnefice
= carattere o valore soggettivo
SOGGETTIVO = relazione individuale nei confronti della realtà, di
pensiero tipico di un solo individuo pensante in opposizione a ciò che
è comune a tutti; ciò che non si può pensare esistente se non in
funzione del pensiero (in medicina, sintomi non riscontrabili con
mezzi strumentali, stimoli allucinatori).
Soggettivismo = concezione che risolve la realtà delle cose nella
realtà del soggetto pensante, modo personale di vedere le cose come
incapacità di afferrarne l’oggettiva realtà (in senso deteriore).
Soggettivazione come tecnica di ripresa cinematografica che fa
corrispondere il campo visuale della macchina da presa con quello di
uno degli attori nella scena.
Neisser: prospettiva di campo (sguardo del partecipante)-
dell’osservatore (testimone, dall’alto) nel sogno.
SOGGETTIVITÀ

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  • 1. Nella storia della psicologia scientifica, che nasce tra filosofia e fisiologia, si sono affermati indirizzi e scuole diverse, che hanno definito in vari modi l’oggetto della disciplina e scelto in base a questo i metodi di studio più adeguati. Esempio: lo studio della percezione e del pensiero da parte della psicologia della Gestalt ha utilizzato il metodo fenomenologico e il resoconto verbale, lo studio dell’apprendimento da parte del Comportamentismo ha privilegiato il metodo sperimentale escludendo i processi interni dall’oggetto della psicologia. Il Cognitivismo li ha riammessi in continuità metodologica con il neo- comportamentismo, e in seguito alla sua svolta ecologica ha rivalutato anche le metodologie qualitative e l’uso dei resoconti verbali come fonte di dati La molteplicità dei paradigmi viene rimproverata a torto alla psicologia, la cui vocazione al pluralismo corrisponde al compito applicativo dello psicologo: mettersi in relazione con altre menti rispettando le differenze individuali e adottando con elasticità mentale punti di vista alternativi. In questa prospettiva una formazione eclettica in senso buono costituisce una risorsa.
  • 2. Alexious Meinong (1853-1920) a Graz studia il costituirsi dell’oggetto (Gegestandtheorie) come Percezione dei dati sensoriali grezzi (inferiora) Produzione di strutture (superiora) Il suo allievo Vittorio Benussi (1878-1927) nel 1919 si trasferisce a Padova dove ha per assistente Cesare Musatti. Allievo di Musatti è Gaetano Kanizsa (1913-1993), professore a Trieste, studia i margini quasi percettivi o contorni senza gradiente, modali (v. triangolo), e il completamento amodale, distinguendo due modi di andare “beyond the information given” Processo primario - organizzazione dell’input - vedere in senso stretto Processo secondario - riconoscimento percettivo- pensare Contro l’ipotesi raziomorfa (von Helmholtz) per cui la percezione avrebbe origine da inferenze inconsce in base all’esperienza passata, opzione gestaltista per il carattere innato della percezione primaria.
  • 4. -la fonte degli stimoli (oggetto o evento fisico) emette o riflette radiazioni luminose di varia frequenza e intensità (STIMOLO DISTALE) Psicologia della percezione: il mondo fenomenico non è copia del mondo fisico ma il risultato di una serie di mediazioni, l’esito di una catena di processi. Nel caso della visione: -queste danno luogo sulla retina dell’osservatore a un’area di stimolazione corrispondente alla proiezione ottica della fonte (STIMOLO PROSSIMALE) -si attivano processi fisiologici (reazioni fotochimiche dei recettori, coni e bastoncelli, produzione e conduzione di impulsi nervosi lungo le vie ottiche afferenti) che modificano lo stato della corteccia cerebrale -i processi corticali risultanti sono il sostrato psicofisico dell’esperienza visiva il dato percettivo è l’esperienza privata del singolo osservatore il cui organismo è stato così modificato
  • 5. La prospettiva fenomenologica della Gestaltpsychologie Per GESTALT s’intende la forma organizzata o strutturata in base alle relazioni fra gli elementi componenti Il costituirsi dell’oggetto fenomenico risponde al principio dell’articolazione FIGURA-SFONDO E. Rubin (1921) studiò le FIGURE REVERSIBILI, caratterizzate da alternanza automatica fra figura e sfondo M. Wertheimer (1923) formulò le leggi della segmentazione del campo visivo in base alle quali si formano le unità fenomeniche: SOMIGLIANZA, VICINANZA, CONTINUITÀ DI DIREZIONE, CHIUSURA, PREGNANZA DELLA BUONA GESTALT LA TOTALITÀ NON È UGUALE ALLA SOMMA DELLE SUE PARTI Il CAMPO fenomenico, per analogia con quello elettromagnetico, è un tutto organizzato risultante dal sistema delle forze agenti
  • 8. I “tre moschettieri” della scuola di Berlino Max WERTHEIMER (1880-1943) Kurt KOFFKA (1886-1941) Wolfgang KÖHLER (1887-1967) Kurt LEWIN (1890-1947)
  • 9. Le qualità formali Nel 1890 Christian von Ehrenfels pubblica l’articolo Über gestaltqualitäten La forma sonora è qualcosa di diverso dalla somma delle note che la compongono: si possono cambiare tutti gli elementi, trasporre i toni in una nuova chiave (lasciando invariati gli intervalli musicali), ma l’insieme rimane lo stesso e la melodia è riconoscibile come totalità data nell’esperienza con immediatezza Max Wertheimer (1912) e il fenomeno phi Presentando in successione due stimoli luminosi identici, per esempio i segmenti a e b, collocati nelle posizioni dello spazio A e B, al variare dell’intervallo temporale si producono diversi effetti di movimento apparente: con intervallo ottimale, l’impressione visiva è di un unico stimolo che si muove da A a B (attraversando le posizioni intermedie, dove non è proiettato alcuno stimolo) A B a b a’
  • 10. Competizione fra le leggi di Wertheimer (1923) vicinanza<chiusura buona continuazione>chiusura chiusura>buona continuazione
  • 12. Edgar Rubin (1886-1951), psicologo danese pubblicò nel 1915 una monografia sulle figure reversibili, tradotta in tedesco nel 1921. Il suo lavoro è importante per la formulazione del concetto di ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO nell’ambito della psicologia della percezione della scuola di Berlino o psicologia della Gestalt (v.) Solitamente un campo visivo complesso si organizza in modo stabile, privilegiando come figura (forma buona che emerge in primo piano sullo sfondo, che resta in secondo piano) un insieme i elementi in relazione fra loro. In particolari situazioni percettive sono possibili due esiti fenomenici che segmentano in modi alternativi gli elementi fisicamente presenti: si tratta delle FIGURE REVERSIBILI o alternanti e delle figure ambigue, come le figure mascherate, che richiedono, per essere viste, una ristrutturazione del campo stimolante.
  • 13.
  • 15. La figura di Yastrow commentata da Wittgenstein, da cui il film usato nella ricerca sulla personalità autoritaria di Adorno et al.
  • 16. Anche gli animali con occhi simili ai nostri percepiscono secondo le leggi della Gestalt Il topo è capace di distinguere un quadrato da un cerchio, anche in diversi colori e dimensioni Le ghiandaie sono in grado di ritrovare il cibo collocato sotto un vaso che si distingue dall’insieme (distintività, effetto von Restorff) GLI STIMOLI CON LA STESSA STRUTTURA SONO EQUIVALENTI
  • 17. Stimoli percepibili per la specie umana l’UDITO I suoni udibili hanno frequenza (numero di cicli al secondo in un tono puro) da 20 a 20.000 hertz. La frequenza dà la sensazione di altezza del suono (la successione delle note della scala musicale, per esempio sulla tastiera del pianoforte) L’ intensità o ampiezza (differenza fra picco e punto più basso in un grafico pressione-tempo) misurata in decibel, dà la sensazione di forza del suono. La sensibilità massima dell’orecchio umano è intorno a 1000 hertz , a intensità variabile (a 80 decibel i rumori iniziano ad essere dannosi). I suoni sono onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria (prodotte ad esempio dalla vibrazione di un diapason) La membrana basilare della coclea nell’orecchio interno vibra alla pressione trasmessa e amplificata dalla catena degli ossicini e fa piegare le cellule ciliate che trasmettono l’impulso elettrico al nervo uditivo fino al lobo temporale della corteccia cerebrale
  • 18. Stimoli percepibili per la specie umana la VISTA Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri, nello spettro della luce visibile. Le onde corte appaiono blu, quelle medie verdi e quelle lunghe rosse. I recettori della retina, nella parte posteriore del globo oculare, rispondono ai diversi parametri della luce assorbendola con i fotopigmenti che danno luogo all’impulso nervoso: I BASTONCELLI, più sensibili per convergenza dell’attivazione neurale delle cellule gangliari, sono specializzati per le basse intensità (visione notturna) I CONI rispondono alle alte intensità e ai colori (visione diurna), sono responsabili dell’acuità nella visione dei dettagli, in quanto connessi singolarmente alle cellule gangliari e fitti nella fovea, al centro della retina Le fibre del nervo ottico provenienti dalle due emiretine dx e sx si incrociano al chiasma ottico e vanno al nucleo genicolato del talamo e alla corteccia visiva
  • 19. Contro l’antropocentrismo: le api sono sensibili ai raggi ultravioletti - i pipistrelli e i delfini si orientano con gli ultrasuoni Il concetto di UMWELT (J. von Uexküll, 1934) ) L’ambiente biologico deve essere descritto in termini specie-specifici, perché la stessa situazione fisica costituisce mondi diversi, sia in termini fenomenici sia funzionali, per animali di specie differenti L’INSIEME DELLE CARATTERISTICHE AMBIENTALI CUI È SENSIBILE UN ANIMALE Stimoli percepibili dall’uomo: COLORI: Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri, nello spettro della luce visibile SUONI: onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria con frequenza da 20 a 20.000 hertz, di intensità non troppo oltre 80 decibel
  • 20. Il PENSIERO PER PROVE ED ERRORI Apprendimento graduale Calcolo algoritmico Passi successivi di avvicinamento Soluzione unica ottimale Il PENSIERO CREATIVO Insight Euristiche Ristrutturazione dello spazio del problema Soluzioni soddisfacenti CONCEZIONI DEL PENSIERO
  • 21. Il concetto di Einsicht (insight) LA RISTRUTTURAZIONE DEL CAMPO PERCETTIVO È GIÀ LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA (PROBLEM-SOLVING) In L’intelligenza delle scimmie antropoidi (1917) W. Köhler descrive il modo in cui lo scimpanzè Sultano unendo due bastoni costruisce lo strumento per raggiungere la banana mostrando, dopo un periodo di incubazione, un comportamento di soluzione del problema analogo all’esperienza umana dell’eureka!. Köhler (1929) definisce l’Einsicht (vedere dentro, intuizione, visione) come “coscienza diretta delle determinazioni” , del “nesso comprensibile” tra gli elementi del contesto percettivo
  • 22. Il problema dei nove punti . . . . . . . . . Unire i nove punti con quattro segmenti di retta senza staccare la penna dal foglio e passando una volta sola su ciascuno
  • 23. . . . . . . . . .
  • 24. Da bambino Gauss trovò una soluzione intuitiva al compito di calcolare la somma dei primi dieci numeri decimali: 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10 11 x 5 = 55
  • 25. L’area del parallelogramma (Wertheimer, 1945) NO
  • 26. Qual è MALUMA e qual è TAKETE? Le qualità terziarie, espressive o fisiognomiche secondo la Gestaltpsychologie
  • 27. “Tutti i gabbiani hanno l’aria di chiamarsi Emma (Imme)”
  • 29. Claude Monet: Salice piangente
  • 30. Nel 1913, John Watson pubblicò Psychology as the behaviorist views it, il manifesto del COMPORTAMENTISMO Questo approccio studia l’APPRENDIMENTO come ACQUISIZIONE DI ABITUDINI, RISPOSTE motorie osservabili a STIMOLI prodotti nell’ambiente L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA
  • 31. John B. Watson (1878-1958) Watson, Rosalie Rayner e il piccolo Albert (1920)
  • 32. Legge di associazione per contiguità (vicinanza spazio-temporale) Stimolo A La parola “palla” Stimolo B La vista di una palla Pensiero di B (immagine di una palla) Stimolo A La parola “palla” Pensiero di B (immagine di una palla) Dopo l’apprendimento Esperienza di apprendimento
  • 33. Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO studiato da I.P. Pavlov è un processo di apprendimento nel quale uno stimolo neutro viene associato ad uno stimolo che provoca una risposta riflessa in seguito al loro ripetuto abbinamento Stimolo neutro (campanello) Stimolo incondizionato (cibo) Risposta incondizionata (salivazione) Procedura di condizionamento Dopo il condizionamento Stimolo condizionato (campanello) Risposta condizionata (salivazione)
  • 34. IVAN P. PAVLOV (1849-1936) 1904 premio Nobel per la medicina per gli studi sul sistema digerente Linguaggio come secondo sistema di segnalazione -Scuola di fisiologia di I.M. Secenov (1829-1905) elettrofisiologia delle funzioni elementari -Riflessologia di V.M. Bechterev (1857-1927) analoga al comportamentismo Teoria dell’attività nervosa superiore Neurofisiologia molare dell’animale integro Riflesso condizionato Lo stimolo incondizionato (cibo in bocca) determina la reazione incondizionata (salivazione) in presenza di uno stimolo neutro (suono) che diventa stimolo condizionato e produce da solo la risposta condizionata
  • 36. Legge dell’effetto di E.L.Thorndike (1898) Nel comportamento per prove- ed- errori (trials-and-errors) l’azione seguita da una ricompensa viene rafforzata Il CONDIZIONAMENTO OPERANTE è un processo di apprendimento delle risposte che agiscono sull’ambiente B.F. Skinner ha studiato lo shaping (modellamento) e il rinforzo parziale (a rapporto o a intervallo) RINFORZO è ogni evento che aumenta la probabilità che una risposta venga emessa
  • 37. RINFORZO POSITIVO è uno stimolo piacevole o RICOMPENSA che segue un comportamento desiderato RINFORZO NEGATIVO è l’eliminazione di uno stimolo sgradevole dopo un comportamento desiderato L’evitamento dell’evento aversivo fa apprendere una nuova risposta (di fuga) PUNIZIONE è uno stimolo spiacevole (o l’eliminazione di uno piacevole) dopo un comportamento indesiderato L’evento aversivo fa diminuire la probabilità della risposta
  • 38. (1848) Walden II Il titolo è tratto da Walden (Vita nei boschi) romanzo di Henry David Thoreau del 1854 Trama: un soldato invita dei suoi amici e professori a visitare una comunità di circa 1000 abitanti che vivono felicemente, in una sorta di utopia. Il suo fondatore, Frazier, spiega che i comportamenti industriosi sono stati modellati con le tecniche behavioriste: i bambini sono educati dalla comunità, le donne lavorano, i lavori meno desiderabili danno un credito maggiore e sono svolti da tutti solo per brevi periodi. La pianificazione totale della comunità è stata criticata ampiamente. B. F. Skinner (1904-1990)
  • 39. Una prospettiva alternativa…. Il condizionamento skinneriano
  • 40. Le scienze umane e la psicologia La psicologia ha radici positivistiche e ha tentato di conoscere il suo oggetto, la psiche umana, entro il paradigma che si andava costituendo nell’ambito delle scienze della natura. L’adozione dell’operazionalismo di Brigman ha permesso di inserire negli esperimenti comportamentisti variabili interne come la fame (=tempo trascorso dall’ultimo pasto) e al Cognitivismo di inferire i processi mentali da indicatori comportamentali. Oggi le scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia) hanno adottato esplicitamente concezioni costruttivistiche e relativistiche, che hanno attenuato l’antipsicologismo filosofico.
  • 41. L’APPROCCIO COGNITIVISTA Dal paradigma S - R dove l’ORGANISMO è una black box al paradigma S - O - R che riammette i PROCESSI INTERNI Nel 1956 J. Bruner studia le STRATEGIE COGNITIVE in A study of thinking e nel 1967 U. Neisser pubblica Cognitive psychology La MENTE viene concepita in base alla METAFORA DEL COMPUTER come un ELABORATORE DI INFORMAZIONI
  • 42. Il Cognitivismo rivaluta come precursori della riammissione delle variabili interne nell’esperimento psicologico autori come F. Bartlett (concetto di schema), E. Tolman (concetto di mappa cognitiva) e J. Piaget (strutture dell’intelligenza come interiorizzazione dell’azione). Il neo-Comportamentismo allenta i vincoli metodologici di stampo positivistico, ammettendo una definizione operativa delle variabili interne all’organismo per riduzione agli osservabili (la fame misurata mediante il tempo trascorso dall’ultimo pasto, considerata come variabile interveniente negli esperimenti di Hull) ecc. Le condizioni interne dell’organismo
  • 43. Edward Tolman (1886-1959) e la MAPPA COGNITIVA Studiando l’APPRENDIMENTO SERIALE dimostra che i topi nel labirinto non imparano una sequenza di risposte motorie a stimoli critici nei punti di svolta perché •allagando il labirinto nuotano lungo il percorso appreso •ponendo ostacoli al cammino abituale scelgono il percorso alternativo più breve •cambiando il punto di partenza si comportano come se consultassero una mappa Tolman concluse che l’animale acquisisce una STRUTTURA-SEGNO (SIGN-GESTALT) , una sorta di IMMAGINE del labirinto o di RAPPRESENTAZIONE mentale complessa del percorso Quindi la semplice ESPLORAZIONE del labirinto produce un APPRENDIMENTO ORIENTATIVO LATENTE PER OSSERVAZIONE che si manifesta la prima volta che il rinforzo viene introdotto Tolman e Honzik (1930) sottoposero a prova quotidianamente tre gruppi di ratti •1) non ricompensati •2) ricompensati regolarmente •3) non ricompensati fino all’11°giorno e con l’introduzione della ricompensa, il gruppo 3) raggiunse le prestazioni del gruppo 2)
  • 44. Il mito dell’arco riflesso come unità di analisi del comportamento è una comoda semplificazione, ma anche una finzione teorica Per colmare il vuoto teorico fra cognizione e azione occorre tener conto dello svolgimento dell’azione complessa nel tempo Il modello per un’analisi del comportamento a livelli multipli, senza perdere le caratteristiche strutturali degli schemi di azione, è la descrizione linguistica chomskiana, con la sua struttura gerarchica, ad albero They are flying planes 1) (They) (are) (flying planes) - Sono aereoplani volanti 2) (They) (are flying) (planes) - Stanno pilotando degli aerei È una frase ambigua che può significare
  • 45. La nascita del COGNITIVISMO In Piani e struttura del comportamento, uno psicolinguista, George A. Miller, uno psicologo matematico, Eugene Galanter e un neuropsicologo Karl H. Pribram, trasformano l’idea di mappa cognitiva o IMMAGINE collegandola con un PIANO d’azione, un comportamento organizzato gerarchicamente da una lista di istruzioni o flow-chart analoga al programma di un calcolatore Tolman viene accusato da Guthrie di aver lasciato il ratto “in balia dei suoi pensieri”, di non aver affrontato, cioè, il problema del passaggio DALLA CONOSCENZA ALL’AZIONE IMMAGINE è la conoscenza accumulata da un organismo circa se stesso e il suo mondo PIANO è l’insieme delle istruzioni per eseguire il comportamento complesso che porta allo scopo
  • 46. L’unità TOTE di Miller, Galanter e Pribram (1960) TOTE =Test-Operate-Test- Exit TEST OPERAZIONE (incongruenza) (congruenza) CIRCUITO A FEEDBACK applicabile ricorsivamente input output Uscita, cessazione dell’azione
  • 47. TEST DEL CHIODO COLPISCI CON IL MARTELLO (La testa sporge) (La testa è a livello) ESEMPIO TOTE
  • 48. Che cosa scorre lungo le frecce? ENERGIA? Nel caso dell’impulso nervoso, che supera la soglia intesa come test INFORMAZIONE nel senso di scelta binaria tra alternative CONTROLLO cioè comando al sistema di attivarsi e disattivarsi, o di passare ad eseguire l’istruzione successiva nell’albero gerarchico Il primo Cognitivismo adottò per la mente umana il modello del calcolatore seriale, privilegiando le ultime due risposte
  • 49. Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus albinus, il topo bianco da esperimento, è intitolato Purposive behaviour in animals and men Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE, irriducibile a elementi più semplici, MOLECOLARI, e caratterizzato da proprietà emergenti, da un significato
  • 50. Percezione di disegni e configurazioni semplici, dettagli interpretabili, con presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la RIPRODUZIONE grafica L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME modella ciò che viene visto e ricordato. La figura descritta come "due squadre da carpentiere" fu riprodotta correttamente nei dettagli. Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono scorrette: F. Bartlett (1932) Remembering - Cap. 2 Esperimenti sulla percezione
  • 51. La teoria di Piaget ADATTAMENTO (funzionale) ASSIMILAZIONE ACCOMODAMENTO ORGANIZZAZIONE (strutturale)
  • 52. Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget(1896-1981) STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi)STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi) STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-6 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-12 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI
  • 53. Il concetto di “schema” di Jean Piaget Piaget teorizza all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo lo schema senso motorio come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza (1968) disegna lo schema dello “schema” senso-motorio (estendibile ad ogni altra struttura cognitiva): ORGANIZZAZIONE (Trasformazioni interne) AZIONI (Trasformazioni della realtà) INPUT Feedback delle azioni (Costruzione degli schemi) Feedback dei risultati (Costruzione delle funzioni rappresentative)
  • 54. W. James memoria primaria /memoria secondaria Memoria a Breve Termine MBT (decine di secondi) Capacità limitata (7+o -2 item o chuncks) Codifica acustica (o visiva) Memoria a Lungo Termine MLT Capacità illimitata Codifica del significatoCONSOLIDAMENTO Span di memoria (Hamilton 1859) Il magico numero 7 (G.A.Miller, 1956)
  • 55. Il Cognitivismo HIP (Human Information Processing) Costruisce modelli di elaborazione dell’informazione nella mente IL MODELLO DELLA MEMORIA DI ATKINSON E SCHIFFRIN (1971) Memoria sensoriale Memoria a breve termine MBT Memoria a lungo termine MLT input attenzione codifica recupero Le informazioni non ripetute vanno perdute entro 1/2-3 secondi Le informazioni non ripetute vanno perdute entro 10-15 secondi Conserva le informazioni durevolmente, alcune possono andare perdute col tempo ripetizione
  • 56. Ulrich Neisser, che nel 1967 aveva pubblicato il primo manuale della psicologia cognitiva, in Cognition and reality del 1976 critica il primo Cognitivismo in nome della VALIDITÀ ECOLOGICA DELLA RICERCA Ispiratore di Neisser è il grande psicologo della percezione James Gibson, che in Ecological approach to visual perception del 1979 invita a studiare l’attività cognitiva in una prospettiva realistica, anziché in condizioni di stimolazione impoverita A metà degli anni ‘70 si delinea una separazione tra il movimento della Cognitive Science, l’Intelligenza artificiale (IA) computazionalista della costa orientale degli Stati Uniti, e la PSICOLOGIA ECOLOGICA della costa occidentale CONCETTO DI AFFORDANCE, UNA SORTA DI SIGNIFICATO FUNZIONALE DELLO STIMOLO
  • 57. A metà degli anni ottanta, D.E.Rumelhart, J.L. McClelland e il gruppo di ricerca PDP propongono di superare le difficoltà del modello dell’elaborazione seriale dell’informazione sostituendolo con il modello In seguito tende ad affermarsi l’idea che il modello dell’elaborazione seriale sia più adeguato per una rappresentazione proposizionale dei processi simbolici, analoghi al linguaggio, mentre l’elaborazione in parallelo, che fa riferimento alla ricerca sulle RETI NEURALI, simula meglio il modello associazionistico dell’apprendimento da parte di unità subsimboliche. PARALLEL DISTRIBUTED PROCESSING
  • 58. La teoria di J.S. Bruner (1915- ) Forme di rappresentazione -esecutiva -iconica -simbolica Modalità del pensiero -paradigmatico -narrativo Psicologia culturale e folk psychology -teoria della motivazione -teoria della mente 1990 1986 1966
  • 59. pensiero PARADIGMATICO Spiegazione logico-scientifica criterio di VERITÀ pensiero NARRATIVO Comprensione delle intenzioni criterio di VEROSIMIGLIANZA Bruner (1982) Actual minds, possible worlds, cap. 2 “è più facile andare al fondo delle cose osservandole contemporaneamente da due punti di vista, come attraverso uno stereoscopio” (Bruner, 1986, p.15) DUE MODI DI PENSIERO
  • 60. Nel 1990 Jerome Bruner pubblica In search of meaning, dove critica il Cognitivismo, che ha tradito il significato per la computazione, ed auspica che l’azione umana venga situata nella realtà sociale per mezzo di una RIVOLUZIONE CONTESTUALE In questo testo Bruner parla anche di developmental turning points , i punti di svolta evolutivi nelle autobiografie spontanee, narrazioni di momenti critici dove emerge un sé protagonista in via di costruzione. La PSICOLOGIA CULTURALE rivaluta la psicologia ingenua del senso comune o PSICOLOGIA POPOLARE (folk psychology) che secondo Bruner comprende una TEORIA DELLA MOTIVAZIONE (i perché dell’azione umana) e una TEORIA DELLA MENTE. La PSICOLOGIA CULTURALE di Bruner
  • 61. La mente è un elaboratore distribuito nel contesto come sistema di attività strutturate di interazione tra individui. Schema cognitivo e contesto culturale vanno intesi in una sola dimensione (v. Bruner 1990, rapporti tra mente e cultura), L’attività cognitiva è un “processo intersoggettivo socialmente organizzato che si realizza attraverso l’interazione fra gli individui in uno specifico contesto” L’apprendimento è situato non solo spazio-temporalmente, ma sul piano relazionale, dove il significato è negoziato nella comunicazione La RIVOLUZIONE CONTESTUALE degli anni novanta
  • 62. Nel COGNITIVISMO CLASSICO la mente non elabora direttamente l’informazione proveniente dall’ambiente, ma compie operazioni su oggetti mentali che la rappresentano. Le informazioni in ingresso vengono codificate diventando RAPPRESENTAZIONI MENTALI, oggetti interni elaborabili. Primato dell’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE grazie al FUNZIONALISMO degli stati mentali intenzionali intesi come sequenze di simboli proposizionali e alla MACCHINA DI TURING, modello formale dell’attività di un agente razionale che esegue calcoli di tipo algoritmico, cioè svolge compiti applicando in modo meccanico e ricorsivo, un certo numero di volte, un insieme di istruzioni (software di programmazione). I processi cognitivi sono concepiti come COMPUTAZIONALI, cioè a partire da un certo input, sottoposto a certe trasformazioni elaborative (calcolo), arrivano ad un output predicibile e replicabile. ANALOGIA FRA MENTE E COMPUTER La coscienza è un fenomeno avanzato o derivato e non il fondamento dell’attività mentale. Parlare di contenuti intenzionali degli stati mentali consente di eludere il problema della coscienza perché anche un topo può avere il purpose (Tolman) di ottenere il cibo al termine del labirinto, ma non sappiamo se può RAPPRESENTARSI la sua intenzione (ed inibirne la manifestazione comportamentale, se è questo il libero arbitrio che la coscienza consente, v. Libet) e come sul versante fenomenologico. Sappiamo che non può riferirlo comunicandolo all’altro se non esibendo il relativo comportamento: non può dire “vorrei ma scelgo di non…”.
  • 63. INTELLIGENZA ARTIFICIALE (I.A.) Nasce sulla scia della teoria astratta della computazione di Turing (1936), secondo la quale ogni calcolo complesso può essere espresso in forma di algoritmo, sequenza di passi da eseguire, e dell’idea cibernetica che il comportamento “intelligente” consista in regole astratte di manipolazione e controllo di segnali, indipendentemente dalla loro natura fisica. Si apre così la possibilità di simulare i comportamenti intelligenti su un computer con ampia capacità di memoria e programmi relativamente semplici. Progetta macchine in grado di esibire comportamenti “intelligenti”, implementando in esse tali regole di funzionamento e fornendo istruzioni e dati da elaborare nei termini di sequenze di simboli. Sfrutta le proprietà dei linguaggi formali dotati di regole in base alle quali produrre e trasformare espressioni. Nel 1975 Jerry Fodor propone la teoria rappresentazionale della mente, base filosofica del cognitivismo, caratterizzata dal funzionalismo del mentale, cioè dal primato del programma (software), indipendentemente dalla natura dell’hardware sul quale “gira”.
  • 64. Nella PROSPETTIVA CONNESSIONISTA delle RETI NEURALI (McCulloch e Pitts, 1943) le unità operano IN PARALLELO (modelli Parallel Distributed Processing, PDP) e non in base a regole introdotte nel modello, che invece emergono dal funzionamento del sistema. Questo è costituito da strati con connessioni che trasmettono ATTIVAZIONE O INIBIZIONE con una certa polarità in base a PESI diversi che si modificano, nello strato delle UNITÀ NASCOSTE, a seconda degli incontri con gli stimoli in input e del compito assegnato al sistema (p.es.riconoscere che il gatto è un animale peloso, ma il modello fa solo in modo che alla parola cat si attivino hairy e animate). Si contrappongono RAPPRESENTAZIONE LOCALISTA - i nodi delle reti rappresentano entità significative - e DISTRIBUITA - un’entità specifica corrisponde a un pattern di attivazione di più unità. E’ possibile conciliare nei MODELLI MISTI l’APPROCCIO SIMBOLICO (più congeniale ai processi cognitivi coscienti) e quello SUBSIMBOLICO (ai processi automatici ed impliciti). Nelle rappresentazioni distribuite, che vengono identificate con l’attivazione di gruppi o mappe neuronali, il singolo neurone può ricoprire un ruolo nel codificare cose diverse e viene meno l’ipotesi di un significato naturale e stabile (l’innatismo non arriva fino a questo punto!) Negli anni ottanta, in seguito ai problemi lasciati insoluti dal Cognitivismo classico, si riconosce la rilevanza della natura biologica dell’hardware neuronale e si afferma nelle scienze cognitive il primato delle neuroscienze.
  • 65. Teoria del quadro di controllo e sistema nervoso concettuale Donald Hebb (1904-85) Idea che i neuroni si raggruppino fra loro per svolgere funzioni integrate e complesse: l'attivazione contemporanea di neuroni forma assemblee cellulari e l'integrazione tra i gruppi attivati in sequenza di fase temporale sarebbe la base dei processi psichici Ipotesi della doppia traccia di memoria, funzionale e strutturale, che corrispondono alla MBT e alla MLT Algoritmo di retroazione dell’errore: La macchina connessionista non ha bisogno di regole, ma in presenza di un input e della risposta desiderata arriva da sola a estrapolarne la relazione, modificando i pesi delle connessioni. La macchina (o rete) impara in base alla regola di Hebb che “quando l’unità A e l’unità B sono eccitate insieme, questo aumenta la forza delle loro connessioni reciproche”, che possono essere eccitatorie o inibitorie.
  • 66. STORIA DEL CONNESSIONISMO legge dell’effetto di Thorndike: le connessioni associative seguite da ricompensa vengono rafforzate. anni cinquanta-sessanta: Pandemonium di Selfridge e Perceptron di Rosenblatt, criticate: Il Perceptron è una macchina di elaborazione parallela che unisce un’unità di detezione del segnale con una serie di unità di input che possono attivare un’unità di output che produce una risposta. Sia le unità di input che quelle di output hanno una soglia per la scarica che può portare a un incremento positivo della probabilità di scarica in output (eccitazione) o un effetto negativo (inibizione). La grandezza di questo effetto dipende dal peso della connessione. anni ottanta: diventa realizzabile il Perceptron multistrato e il Pandemonium per il riconoscimento di configurazioni visive può essere applicato alla lettura, perché l’informazione al livello delle parole inteviene a disambiguare la lettura delle lettere
  • 67. Come insegnare a una macchina connessionista a rispondere quando vengono presentati uno 0 o un 1, ma non quando vengono presentati entrambi? Aumentando la complessità del sistema con una unità nascosta dal peso 1,5 che scarica sia per 1 sia per 0 e ha effetto inibitorio. Inserendo il processo della propagazione all’indietro dell’errore (backward error propagation), algoritmo di Hebb sviluppato da Rumelhart, Hinton e Williams: si stabilisce l’output desiderato, per esempio la lettura corretta di una parola, che agisce come tutore durante l’apprendimento. Questo implica la presentazione di uno stimolo e la registrazione dell’output; la forza delle connessioni dello strato delle unità nascoste viene modificata finché l’errore è minimo. Esempio in cui le unità di input rispondono sia allo stimolo 0 sia a 1 +1 +1 -1,5
  • 68. INDIRIZZO SIMBOLICO Significato localizzato Simboli come entità con significato macroscopico intuitivo Vantaggi: iteratività, ricorsività, ereditarietà e strutturazione gerarchica Svantaggi: richiesta di memoria illimitata, sensibilità al noise e al malfunzionamento INDIRIZZO SUBSIMBOLICO (connessionista) Significato distribuito Processi come fenomeni macroscopici emergenti dalla cooperazione di costituenti microscopici Vantaggi: unità ponte fra processi neurobiologici e psichici, funzionamento parallelo veloce, robustezza, capacità di rappresentare conoscenze vaghe Svantaggi: difficoltà di spiegare l’autoelevazione semantica Modi di associare il significato al segnale fisico e approcci computazionali Forme di rappresentazione degli stati mentali: algoritmi logico-matematici pattern di attività sequenze di simboli di reti neurali
  • 69. La naturalizzazione della mente e della coscienza è considerata una delle grandi sfide scientifiche del nostro tempo. Sarà mai possibile spiegare scientificamente l’esperienza soggettiva, ineliminabile da tali concetti? Prevedere il comportamento proprio o di un altro in base alla conoscenza degli antecedenti? Questione del free will Epistemologia della complessità secondo G. Bateson: Un calcio a un sasso produce un effetto meccanico prevedibile Un calcio a un cane attiva una reazione in un organismo Occorre superare l’ILLUSIONE DI CONTROLLO chiudendo il circuito sistemico: ogni sistema di abitudini ingrana con quello complementare, rifiuto del binomio vittima-carnefice
  • 70. = carattere o valore soggettivo SOGGETTIVO = relazione individuale nei confronti della realtà, di pensiero tipico di un solo individuo pensante in opposizione a ciò che è comune a tutti; ciò che non si può pensare esistente se non in funzione del pensiero (in medicina, sintomi non riscontrabili con mezzi strumentali, stimoli allucinatori). Soggettivismo = concezione che risolve la realtà delle cose nella realtà del soggetto pensante, modo personale di vedere le cose come incapacità di afferrarne l’oggettiva realtà (in senso deteriore). Soggettivazione come tecnica di ripresa cinematografica che fa corrispondere il campo visuale della macchina da presa con quello di uno degli attori nella scena. Neisser: prospettiva di campo (sguardo del partecipante)- dell’osservatore (testimone, dall’alto) nel sogno. SOGGETTIVITÀ

Hinweis der Redaktion

  1. Tutti i gabbiani hanno l’aria di chiamarsi Emma (Imme)