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Sessioni parallele 6 –11 (dalle 11.00 alle 14.00)
L’ordine delle relazioni rispetta l’ordine alfabetico del primo autore

7. Ricerche sull’integrazione scolastica
Presiedono: Ottavia Albanese, Università di Milano Bicocca e Luisa Molinari, Università di
Parma
♦ Come costruire l'agio scolastico nella classe
♦ Progetto di vita:proposta di un modello per educare alla Qualità della Vita
♦ Confronto quali-quantitativo sull’integrazione scolastica; dati europei, nazionali,
regionali, provinciali
♦ “I Sottomarini Lo Sanno” Racconti dialogati alla scoperta della mente
♦ L’errore: una occasione per riflettere e imparare
♦ In che modo i ragazzi si rappresentano la disabilità? Il disegno come strumento per
studiare l’integrazione scolastica
♦ I predittori di una buona partecipazione scolastica
♦ La valutazione del temperamento e dell’interazione madre - bambino nei prematuri:
un’esperienza.
Come costruire l'agio scolastico nella classe
Silvia Andrich, Centro Studi Erickson e Lidio Miato, CNIS - Università di Venezia
dir.ic.altopianodipine@scuole.provincia.tn.it
In età evolutiva lo sviluppo positivo della personalità del ragazzo presuppone il soddisfacimento di
quattro bisogni formativi primari. Partendo da questo presupposto teorico, il nostro lavoro vuole
dare un
contributo alla costruzione dell'agio scolastico, volto a favorire lo sviluppo della personalità di
ciascun ragazzo all'interno di una comunità classe apprenditiva. L'idea di fondo è quella che solo
soddisfando i quattro bisogni formativi primari (bisogno di socializzazione, bisogno di
personalizzazione, bisogno di sperimentare relazioni simmetriche, bisogno di sperimentare relazioni
complementari) si può creare l'agio scolastico, viceversa il non soddisfacimento di uno o più di
questi quattro bisogni può portare al disagio scolastico vissuto dal singolo o dall'intero gruppo
classe. Rispondere adeguatamente ad essi significa favorire lo sviluppo di un'identità positiva e
sostenerla attraverso la costruzione di una comunità
classe apprenditiva, luogo protetto dove sperimentare e prepararsi alla vita adulta.
Nell'ottica di creare motivazione e benessere a scuola, il presente lavoro vuole aiutare gli
insegnanti, gli educatori e i genitori a riflettere su come favorire l'agio e capire viceversa come si
forma il disagio, ricercando quelle strategie educative che possono facilitare lo sviluppo della
personalità e la costruzione di una comunità apprenditiva del gruppo classe. Si rivolge in primo
luogo agli educatori che hanno a che fare con bambini e ragazzi in età scolare, cercando di indagare
i bisogni formativi primari che sottostanno allo sviluppo della personalità e sottolineare
l'importanza del sostegno della comunità locale e della famiglia in particolare, nella costruzione di
un clima di classe fondato sulla cooperazione. Si cerca di individuare una serie di strumenti che
possono promuovere il senso di comunità, quali la personalizzazione della classe, le regole, gli
incentivi, le sanzioni e la patente a punti, l'attribuzione degli incarichi, la valutazione orientativa
dello studente, il portfolio della classe e dello studente, il contratto formativo della classe e le unità
di apprendimento cooperativo metacognitivo, per finire con l'apprendimento di un proprio metodo
di studio.
Progetto di vita:proposta di un modello per educare alla Qualità della Vita
Bianchi Ferruccio, Istituto Parodi e Istituto per l’arte Ottolenghi di Acqui Terme (AL) e Patrizia
Farello, I.C. P. Straneo di Alessandria
ferruccio.bianchi@libero.it
psycopat58@yahoo.it
Si intende presentare un modello di organizzazione e di lettura delle risorse considerate necessarie
per presidiare la realizzazione di un soddisfacente Progetto di vita. Il modello offre le indicazioni
per la progettazione di attività in classe con alunni diversamente abili e non.
Le componenti psicologiche individuate all’interno del modello sono: l’identità, l’autostima,
l’autoefficacia, lo stile attributivo, l’autonomia personale e sociale, gli interessi, i valori, la
creatività, le abilità per la scelta, di problem solving e di coping.
Si illustreranno buone esperienze realizzate nelle scuole ( dalla scuola dell’infanzia alle scuole
superiori) ispirate al modello.
Confronto quali-quantitativo sull’integrazione scolastica; dati europei, nazionali, regionali,
provinciali
Chiara Brescianini, CSA di Modena
ufficioareasostegno@tiscali.it
Il contributo si propone di analizzare i dati relativi al concetto di “certificazione di handicap” ed alle
prospettive europee al riguardo; fornisce poi dati numerici e percentuali rispetto all’integrazione
(alunni, docenti, genere…) a livello nazionale, regionale e provinciale. Si approfondiscono, poi,
alcuni aspetti qualitativi per il livello provinciale.
Fornirà, inoltre, un quadro di contesto rispetto ai “numeri dell’integrazione” sul territorio nazionale.
Si approfondirà in particolare:
- Dati nazionali studenti con handicap
- Dati regionali studenti con handicap
- Analisi per ordine scolastico
- Analisi approfondita scuola sec.di 2°grado
- Dati diagnostici
- Differenze di genere per ordine scolastico e per tipo di patologia
- Processo classificatorio ed allocazione delle risorse in contesto europeo
- Sistemi di categorizzazione europei
- Modelli di riferimento
“I Sottomarini Lo Sanno” Racconti dialogati alla scoperta della mente
Lerida Cisotto e Polato Enrica, Università degli Studi di Padova - Facoltà di Scienze della
Formazione
lerida@ctfree.net
Questo studio si inquadra nel vasto filone di ricerche che esplora la matrice sociale delle teorie
della mente dei bambini e, più in particolare, l’influenza delle interazioni discorsive intrattenute
nei contesti quotidiani di vita sulla capacità di “parlare” della mente propria e altrui e di
svilupparne la consapevolezza. Al fine di esplorare la possibilità di potenziare nei bambini il
lessico riferito a stati interni di tipo cognitivo ed emotivo è stato messo a punto un training metacognitivo basato sul racconto di storie da parte dell’adulto. Al racconto facevano seguito delle
conversazioni mirate a far esplicitare inferenze relative alle reazioni interne dei personaggi
suscitate dagli eventi della storia. L’idea guida di questo lavoro è, in sostanza, che i bambini
possano avere un accesso facilitato alla propria mente tramite la mediazione dei personaggi delle
storie, di cui sono stimolati ad interpretare azioni e comportamenti alla luce degli stati interni che
li hanno motivati. Il training ha coinvolto bambini della scuola dell’infanzia tra i quattro e i
cinque anni e si è composto di dodici incontri, sei dei quali dedicati alla produzione di inferenze
proattive, sotto forma di anticipazioni sugli stati interni dei personaggi (credenze, aspettative,
desideri), e sei dedicati invece a inferenze retroattive, come ricerca di giustificazioni tra azioni e
reazioni interne. Per l’analisi delle conversazioni dei bambini e la costruzione delle categorie per
l’organizzazione del lessico cognitivo ci si è avvalsi del modello di H. M. Wellman.
L'errore: una occasione per riflettere e imparare
Loredana Czerwinsky Domenis, Università degli Studi di Trieste,; Tiziana De Bortoli, Mara De
Michiel e Flavia Fasan, Gruppo di Ricerca Azione PIIR (Parole-immagini-idee-ragionamento) di
Pordenone
Loredana.Czerwinsky@scfor.units.it
Si intende illustrare a grandi linee il percorso di riflessione e di formazione in itinere che accomuna
le esperienze (dalla scuola materna alla scuola secondaria) raccolte dal gruppo di ricerca. Finalità
del percorso è quella di riuscire a considerare l’errore non semplicemente come un comportamento
da eliminare o correggere ad ogni costo, ma come tappa necessaria nel processo evolutivo di
ciascun bambino o ragazzo, come momento di crescita cognitiva in quanto frutto del tentativo
dell'alunno di trovare personalmente le proprie risposte, come momento di rielaborazione cognitiva
e modo cosciente e maturo di imparare. In questa ottica compito dell'insegnante non è tanto quello
di far sì che l'alunno eviti gli errori ed impari la risposta giusta, quanto quello, molto più dinamico e
propositivo, di predisporre situazioni problematiche e di apprendimento in cui ciascun alunno si
senta sollecitato a fornire la sua risposta, in base alle sue capacità, ma possa anche confrontarsi con
gli altri, riformulare nuove risposte attraverso aggiustamenti e rielaborazioni successivi, senza
sentirsi valutato negativamente in questa fase di costruzione progressiva della conoscenza.
In che modo i ragazzi si rappresentano la disabilità? Il disegno come strumento per studiare
l’integrazione scolastica
S. de Falco, P. Venuti, Dipartimento di Scienze della Cognizione e della Formazione, Università di
Trento e G. Balboni, Università della Valle d’Aosta
defalco@form.unitn.it
Scopo di questa ricerca è indagare le rappresentazioni mentali relative alla disabilità di ragazzi in
età scolare. Tali rappresentazioni sono alla base degli atteggiamenti e dei comportamenti sociali che
i ragazzi mettono in atto nei confronti dei loro compagni di classe con disabilità e costituiscono
quindi un aspetto importante dell’integrazione scolastica.
A tale scopo è stata utilizzata in questo studio un’analisi del disegno effettuata attraverso uno
specifico sistema di codifica (modificato da Bombi e Pinto, 1993). A 104 soggetti ( tra i 7 ed 14
anni di età) è stato chiesto di disegnare se stessi ed un bambino disabile. Il sistema di codifica del
disegno consente di rilevare informazioni relative alle differenze percepite e allo sbilanciamento di
valore tra i due elementi disegnati. I risultati dell’analisi dei dati mettono in luce un’influenza
significativa dell’età e dell’esperienza diretta sul grado di differenze e sbilanciameto di valore
percepiti dai soggetti del nostro campione.
I predittori di una buona partecipazione scolastica
Silvia Guarnirei e Franca Tani, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Firenze
silvia_guarnieri@virgilio.it
Nell’ambito degli studi sull’adattamento scolastico, l’analisi dei fattori che sottendono la
partecipazione scolastica ha ricevuto finora scarsa attenzione. Solo recentemente gli studiosi hanno
indagato questo fenomeno, concentrandosi però solo sulla tarda infanzia e sull’adolescenza.
Attualmente resta da analizzare quali siano gli antecedenti della partecipazione scolastica nei primi
anni della scuola elementare. Il presente lavoro intende analizzare gli antecedenti della
partecipazione cooperativa ed indipendente durante il periodo di transizione tra il primo e il secondo
ciclo della scuola elementare, valutando il peso di variabili comportamentali, relazionali e
cognitive. La ricerca è stata condotta su un campione di 214 bambini (108 maschi e 106 femmine;
età media = 7 anni e 11 mesi). L’analisi dei dati ha verificato un modello di equazioni strutturali che
indica come la partecipazione cooperativa venga significativamente influenzata dal comportamento
antisociale e dalle relazioni con i compagni mentre quella indipendente dal comportamento
prosociale e dalla maturità cognitiva del soggetto.

La valutazione del temperamento e dell’interazione madre - bambino nei prematuri:
un’esperienza.
Silvia Zaghen e Lucia Bianchini, Unità Ospedaliera di Neuropsichiatria dell’Infanzia e
dell’Adolescenza – Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri” di Cremona
silvyz77@hotmail.com
All’interno del progetto “Insieme per la disabilità” promosso dall’Asl di Cremona, che ha coinvolto
anche l’Unità Ospedaliera di Neuropsichiatria Infantile, in occasione dell’attività di consulenza
prevista nei follow up dei pretermine, è stata fatta un’esperienza di un nuovo protocollo di
valutazione che ha previsto non solo indagini relative ad aspetti neurologici e cognitivocomportamentali, ma anche riguardanti il temperamento e lo stile di interazione madre-bambino.
Tale esperienza, durata solamente sette mesi, ha avuto come obiettivo principale quello di
promuovere e sostenere i fattori protettivi legati alla genitorialità, quali la sensibilità e la
responsività in particolare della madre. Il progetto ha implicato il coinvolgimento di un
Neuropsichiatria Infantile, di un Fisioterapista e di uno Psicologo. L’esito principale è stato quello
di adottare un protocollo di indagine che possa dimostrarsi efficace nella programmazione di
interventi rivolti all’intero nucleo familiare. Tra le prospettive future, momenti di restituzione alle
famiglie più strutturati e valutazioni più approfondite.

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  • 1. Sessioni parallele 6 –11 (dalle 11.00 alle 14.00) L’ordine delle relazioni rispetta l’ordine alfabetico del primo autore 7. Ricerche sull’integrazione scolastica Presiedono: Ottavia Albanese, Università di Milano Bicocca e Luisa Molinari, Università di Parma ♦ Come costruire l'agio scolastico nella classe ♦ Progetto di vita:proposta di un modello per educare alla Qualità della Vita ♦ Confronto quali-quantitativo sull’integrazione scolastica; dati europei, nazionali, regionali, provinciali ♦ “I Sottomarini Lo Sanno” Racconti dialogati alla scoperta della mente ♦ L’errore: una occasione per riflettere e imparare ♦ In che modo i ragazzi si rappresentano la disabilità? Il disegno come strumento per studiare l’integrazione scolastica ♦ I predittori di una buona partecipazione scolastica ♦ La valutazione del temperamento e dell’interazione madre - bambino nei prematuri: un’esperienza. Come costruire l'agio scolastico nella classe Silvia Andrich, Centro Studi Erickson e Lidio Miato, CNIS - Università di Venezia dir.ic.altopianodipine@scuole.provincia.tn.it In età evolutiva lo sviluppo positivo della personalità del ragazzo presuppone il soddisfacimento di quattro bisogni formativi primari. Partendo da questo presupposto teorico, il nostro lavoro vuole dare un contributo alla costruzione dell'agio scolastico, volto a favorire lo sviluppo della personalità di ciascun ragazzo all'interno di una comunità classe apprenditiva. L'idea di fondo è quella che solo soddisfando i quattro bisogni formativi primari (bisogno di socializzazione, bisogno di personalizzazione, bisogno di sperimentare relazioni simmetriche, bisogno di sperimentare relazioni complementari) si può creare l'agio scolastico, viceversa il non soddisfacimento di uno o più di questi quattro bisogni può portare al disagio scolastico vissuto dal singolo o dall'intero gruppo classe. Rispondere adeguatamente ad essi significa favorire lo sviluppo di un'identità positiva e sostenerla attraverso la costruzione di una comunità classe apprenditiva, luogo protetto dove sperimentare e prepararsi alla vita adulta. Nell'ottica di creare motivazione e benessere a scuola, il presente lavoro vuole aiutare gli insegnanti, gli educatori e i genitori a riflettere su come favorire l'agio e capire viceversa come si forma il disagio, ricercando quelle strategie educative che possono facilitare lo sviluppo della personalità e la costruzione di una comunità apprenditiva del gruppo classe. Si rivolge in primo luogo agli educatori che hanno a che fare con bambini e ragazzi in età scolare, cercando di indagare i bisogni formativi primari che sottostanno allo sviluppo della personalità e sottolineare l'importanza del sostegno della comunità locale e della famiglia in particolare, nella costruzione di un clima di classe fondato sulla cooperazione. Si cerca di individuare una serie di strumenti che possono promuovere il senso di comunità, quali la personalizzazione della classe, le regole, gli incentivi, le sanzioni e la patente a punti, l'attribuzione degli incarichi, la valutazione orientativa dello studente, il portfolio della classe e dello studente, il contratto formativo della classe e le unità di apprendimento cooperativo metacognitivo, per finire con l'apprendimento di un proprio metodo di studio.
  • 2. Progetto di vita:proposta di un modello per educare alla Qualità della Vita Bianchi Ferruccio, Istituto Parodi e Istituto per l’arte Ottolenghi di Acqui Terme (AL) e Patrizia Farello, I.C. P. Straneo di Alessandria ferruccio.bianchi@libero.it psycopat58@yahoo.it Si intende presentare un modello di organizzazione e di lettura delle risorse considerate necessarie per presidiare la realizzazione di un soddisfacente Progetto di vita. Il modello offre le indicazioni per la progettazione di attività in classe con alunni diversamente abili e non. Le componenti psicologiche individuate all’interno del modello sono: l’identità, l’autostima, l’autoefficacia, lo stile attributivo, l’autonomia personale e sociale, gli interessi, i valori, la creatività, le abilità per la scelta, di problem solving e di coping. Si illustreranno buone esperienze realizzate nelle scuole ( dalla scuola dell’infanzia alle scuole superiori) ispirate al modello. Confronto quali-quantitativo sull’integrazione scolastica; dati europei, nazionali, regionali, provinciali Chiara Brescianini, CSA di Modena ufficioareasostegno@tiscali.it Il contributo si propone di analizzare i dati relativi al concetto di “certificazione di handicap” ed alle prospettive europee al riguardo; fornisce poi dati numerici e percentuali rispetto all’integrazione (alunni, docenti, genere…) a livello nazionale, regionale e provinciale. Si approfondiscono, poi, alcuni aspetti qualitativi per il livello provinciale. Fornirà, inoltre, un quadro di contesto rispetto ai “numeri dell’integrazione” sul territorio nazionale. Si approfondirà in particolare: - Dati nazionali studenti con handicap - Dati regionali studenti con handicap - Analisi per ordine scolastico - Analisi approfondita scuola sec.di 2°grado - Dati diagnostici - Differenze di genere per ordine scolastico e per tipo di patologia - Processo classificatorio ed allocazione delle risorse in contesto europeo - Sistemi di categorizzazione europei - Modelli di riferimento “I Sottomarini Lo Sanno” Racconti dialogati alla scoperta della mente Lerida Cisotto e Polato Enrica, Università degli Studi di Padova - Facoltà di Scienze della Formazione lerida@ctfree.net Questo studio si inquadra nel vasto filone di ricerche che esplora la matrice sociale delle teorie della mente dei bambini e, più in particolare, l’influenza delle interazioni discorsive intrattenute nei contesti quotidiani di vita sulla capacità di “parlare” della mente propria e altrui e di svilupparne la consapevolezza. Al fine di esplorare la possibilità di potenziare nei bambini il lessico riferito a stati interni di tipo cognitivo ed emotivo è stato messo a punto un training metacognitivo basato sul racconto di storie da parte dell’adulto. Al racconto facevano seguito delle conversazioni mirate a far esplicitare inferenze relative alle reazioni interne dei personaggi suscitate dagli eventi della storia. L’idea guida di questo lavoro è, in sostanza, che i bambini
  • 3. possano avere un accesso facilitato alla propria mente tramite la mediazione dei personaggi delle storie, di cui sono stimolati ad interpretare azioni e comportamenti alla luce degli stati interni che li hanno motivati. Il training ha coinvolto bambini della scuola dell’infanzia tra i quattro e i cinque anni e si è composto di dodici incontri, sei dei quali dedicati alla produzione di inferenze proattive, sotto forma di anticipazioni sugli stati interni dei personaggi (credenze, aspettative, desideri), e sei dedicati invece a inferenze retroattive, come ricerca di giustificazioni tra azioni e reazioni interne. Per l’analisi delle conversazioni dei bambini e la costruzione delle categorie per l’organizzazione del lessico cognitivo ci si è avvalsi del modello di H. M. Wellman. L'errore: una occasione per riflettere e imparare Loredana Czerwinsky Domenis, Università degli Studi di Trieste,; Tiziana De Bortoli, Mara De Michiel e Flavia Fasan, Gruppo di Ricerca Azione PIIR (Parole-immagini-idee-ragionamento) di Pordenone Loredana.Czerwinsky@scfor.units.it Si intende illustrare a grandi linee il percorso di riflessione e di formazione in itinere che accomuna le esperienze (dalla scuola materna alla scuola secondaria) raccolte dal gruppo di ricerca. Finalità del percorso è quella di riuscire a considerare l’errore non semplicemente come un comportamento da eliminare o correggere ad ogni costo, ma come tappa necessaria nel processo evolutivo di ciascun bambino o ragazzo, come momento di crescita cognitiva in quanto frutto del tentativo dell'alunno di trovare personalmente le proprie risposte, come momento di rielaborazione cognitiva e modo cosciente e maturo di imparare. In questa ottica compito dell'insegnante non è tanto quello di far sì che l'alunno eviti gli errori ed impari la risposta giusta, quanto quello, molto più dinamico e propositivo, di predisporre situazioni problematiche e di apprendimento in cui ciascun alunno si senta sollecitato a fornire la sua risposta, in base alle sue capacità, ma possa anche confrontarsi con gli altri, riformulare nuove risposte attraverso aggiustamenti e rielaborazioni successivi, senza sentirsi valutato negativamente in questa fase di costruzione progressiva della conoscenza. In che modo i ragazzi si rappresentano la disabilità? Il disegno come strumento per studiare l’integrazione scolastica S. de Falco, P. Venuti, Dipartimento di Scienze della Cognizione e della Formazione, Università di Trento e G. Balboni, Università della Valle d’Aosta defalco@form.unitn.it Scopo di questa ricerca è indagare le rappresentazioni mentali relative alla disabilità di ragazzi in età scolare. Tali rappresentazioni sono alla base degli atteggiamenti e dei comportamenti sociali che i ragazzi mettono in atto nei confronti dei loro compagni di classe con disabilità e costituiscono quindi un aspetto importante dell’integrazione scolastica. A tale scopo è stata utilizzata in questo studio un’analisi del disegno effettuata attraverso uno specifico sistema di codifica (modificato da Bombi e Pinto, 1993). A 104 soggetti ( tra i 7 ed 14 anni di età) è stato chiesto di disegnare se stessi ed un bambino disabile. Il sistema di codifica del disegno consente di rilevare informazioni relative alle differenze percepite e allo sbilanciamento di valore tra i due elementi disegnati. I risultati dell’analisi dei dati mettono in luce un’influenza significativa dell’età e dell’esperienza diretta sul grado di differenze e sbilanciameto di valore percepiti dai soggetti del nostro campione. I predittori di una buona partecipazione scolastica Silvia Guarnirei e Franca Tani, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Firenze silvia_guarnieri@virgilio.it
  • 4. Nell’ambito degli studi sull’adattamento scolastico, l’analisi dei fattori che sottendono la partecipazione scolastica ha ricevuto finora scarsa attenzione. Solo recentemente gli studiosi hanno indagato questo fenomeno, concentrandosi però solo sulla tarda infanzia e sull’adolescenza. Attualmente resta da analizzare quali siano gli antecedenti della partecipazione scolastica nei primi anni della scuola elementare. Il presente lavoro intende analizzare gli antecedenti della partecipazione cooperativa ed indipendente durante il periodo di transizione tra il primo e il secondo ciclo della scuola elementare, valutando il peso di variabili comportamentali, relazionali e cognitive. La ricerca è stata condotta su un campione di 214 bambini (108 maschi e 106 femmine; età media = 7 anni e 11 mesi). L’analisi dei dati ha verificato un modello di equazioni strutturali che indica come la partecipazione cooperativa venga significativamente influenzata dal comportamento antisociale e dalle relazioni con i compagni mentre quella indipendente dal comportamento prosociale e dalla maturità cognitiva del soggetto. La valutazione del temperamento e dell’interazione madre - bambino nei prematuri: un’esperienza. Silvia Zaghen e Lucia Bianchini, Unità Ospedaliera di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza – Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri” di Cremona silvyz77@hotmail.com All’interno del progetto “Insieme per la disabilità” promosso dall’Asl di Cremona, che ha coinvolto anche l’Unità Ospedaliera di Neuropsichiatria Infantile, in occasione dell’attività di consulenza prevista nei follow up dei pretermine, è stata fatta un’esperienza di un nuovo protocollo di valutazione che ha previsto non solo indagini relative ad aspetti neurologici e cognitivocomportamentali, ma anche riguardanti il temperamento e lo stile di interazione madre-bambino. Tale esperienza, durata solamente sette mesi, ha avuto come obiettivo principale quello di promuovere e sostenere i fattori protettivi legati alla genitorialità, quali la sensibilità e la responsività in particolare della madre. Il progetto ha implicato il coinvolgimento di un Neuropsichiatria Infantile, di un Fisioterapista e di uno Psicologo. L’esito principale è stato quello di adottare un protocollo di indagine che possa dimostrarsi efficace nella programmazione di interventi rivolti all’intero nucleo familiare. Tra le prospettive future, momenti di restituzione alle famiglie più strutturati e valutazioni più approfondite.