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Psicologia dell’handicap e della riabilitazione
Prof. Lucio Cottini
Programma del corso
Parte generale. Deficit, sviluppo ed apprendimento
Definizioni e classificazioni della disabilità (ICD‐10, DSM IV, ICF).
Le diverse tipologie di deficit: mentale, motorio, sensoriale, l’autismo. Linee fondamentali dello
sviluppo cognitivo ed affettivo‐emotivo. I fattori di rischio nello sviluppo.
I disturbi nel comportamento e nella relazione I deficit nell’apprendimento delle abilitàI disturbi nel comportamento e nella relazione. I deficit nell apprendimento delle abilità
strumentali di lettura, scrittura e calcolo. I contesti di vita del soggetto disabile: famiglia, scuola,
lavoro, comunità.
Parte monografica. L’intervento educativo
I principi della diagnosi funzionale. Gli strumenti diagnostici e valutativi di tipo psicologico.
Linee di intervento con bambini con disabilità mentale. Linee di intervento con bambini autistici.
Linee di intervento educativo e riabilitativo sui problemi di apprendimento Linee di interventoLinee di intervento educativo e riabilitativo sui problemi di apprendimento. Linee di intervento
educativo e riabilitativo sui problemi di comportamento.
Testi di riferimento:
Cottini L., L. Rosati (a cura di, 2008). Per una didattica speciale di qualità: dalla conoscenza del
deficit all’intervento inclusivo. Morlacchi, Perugia
Cottini L., “Che cos’è l’autismo infantile”, Carocci, Roma 2002.
Cottini L “Educazione e riabilitazione del bambino autistico” Carocci Roma 2002Cottini L., Educazione e riabilitazione del bambino autistico , Carocci, Roma 2002.
Modalità di accertamento:
Prove scritte di verifica in itinere. Esame scritto conclusivo.
Processi implicati nell’apprendimento
CONTESTO CULTURARELAZIONI
METODOLOGIA EDUCATIVA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE e URBINO
Facoltà di Scienze della formazione
L’ ti“L’autismo:
questo conosciuto”questo conosciuto
Lucio Cottini
La persona con autismo:
Criteri diagnostici adottati da Rutter (1978)Criteri diagnostici adottati da Rutter (1978)
1 Età di insorgenza nei primi due anni e mezzo
2 Modalità di evitamento visiva e corporea
3 Desiderio di immutabilità dell'ambiente3 Desiderio di immutabilità dell ambiente
4 Attaccamento verso alcuni oggetti
5 Particolarità del linguaggio
6 Presenza di stereotipie motorie6 Presenza di stereotipie motorie.
La persona con autismo:
Criteri diagnostici (DSM IV)Criteri diagnostici (DSM IV)
1) Compromissione qualitativa dell’interazione
sociale
(per la diagnosi di autismo devono essere presenti(per la diagnosi di autismo devono essere presenti
almeno due elementi fra quelli seguenti):
a) marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti non verbali, come lo
sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano
l’interazione sociale;l interazione sociale;
b) incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo;
c) mancanza di ricerca spontanea nella condivisione di gioie, interessi o obiettivi con
altre persone (ad esempio: non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su
oggetti di proprio interesse);
La persona con autismo:
Criteri diagnostici (DSM IV)Criteri diagnostici (DSM IV)
2) Compromissione qualitativa della comunicazione sociale
(per la diagnosi di a tismo de e essere presente(per la diagnosi di autismo deve essere presente
almeno un elemento fra quelli seguenti):
a) ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non
àaccompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative di
comunicazione come gesti o mimica);
b) in soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di) gg g gg g , p p
iniziare o sostenere una conversazione con altri;
c) uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico;
d) d h d l d h d ld) mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei o di giochi di imitazione sociale
adeguati al livello di sviluppo..
La persona con autismo:
Criteri diagnostici (DSM IV)Criteri diagnostici (DSM IV)
3) Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti,
ripetitivi e stereotipati
(per la diagnosi di autismo deve essere presente
almeno un elemento fra quelli seguenti):
a) dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi ristretti e stereotipati anomali o
per intensità o per focalizzazione;
b) sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici;b) sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici;
c) manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o
complessi movimenti di tutto il corpo);
d) persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti.
Sindrome di Aspergerp g
C/ L'anomalia causa compromissione clinicamente significativa
dell'area sociale, lavorativa o di altre aree importanti delp
funzionamento.
D/ Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo (perD/ Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo (per
es., all'età di 2 anni sono usate parole singole, all'età di 3 anni sono
usate frasi comunicative).
E/ Non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo
cognitivo o dello sviluppo di capacità di auto- accudimento adeguatecognitivo o dello sviluppo di capacità di auto accudimento adeguate
all'età, del comportamento adattivo (tranne che dell'interazione
sociale) e della curiosità per l'ambiente nella fanciullezza.
F/ Non risultano soddisfatti i criteri per un altro specifico Disturbo
Generalizzato dello Sviluppo o per la Schizofreniapp p f
Disturbi Spettro Autistico
-
Fra i più devastanti disordini dell’infanzia in termini di:Fra i più devastanti disordini dell infanzia in termini di:
• Prevalenza 1/166 - Fombonne 2003• Prevalenza 1/166 - Fombonne, 2003
7,3 / 1000 (1/137) - Fombonne, 2006
[2 5 / 10 000 fino a 15 20 anni fa][2-5 / 10.000 fino a 15 - 20 anni fa]
• Patologia in sè e disturbi associati• Patologia in sè e disturbi associati
• Outcome
Impatto sulla famiglia• Impatto sulla famiglia
• Costo per la società
Disturbi Pervasivi dello SviluppoDisturbi Pervasivi dello Sviluppo
Primi segni sospetti diPrimi segni sospetti di AutismoAutismo
Le prime anomalie vengono riscontrate nel 90% dei
casi nei primi 24 mesicasi nei primi 24 mesi.
Le preoccupazioni più comuni riguardano:Le preoccupazioni più comuni riguardano
• ritardo del linguaggio
• ritardo dell’udito
• bambini troppo buoni o
• bambini troppo irritabili
Ulteriori deficit più difficili da cogliere:
• carenza nell’attenzione selettiva;
• mancanza di comunicazione di tipo proto-
dichiarativa:dichiarativa:
• mancato sviluppo del gioco simbolico
MODELLI ESPLICATIVI DELL’AUTISMO:
UN TENTATIVO DI SINTESIUN TENTATIVO DI SINTESI
• Deficit della teoria della mente
• Deficit primario nella relazione interpersonale
• Deficit delle funzioni esecutive programmatorie• Deficit delle funzioni esecutive programmatorie
• Deficit di coerenza centrale
• Deficit nella simulazione mentale
Mente enattiva• Mente enattiva
Autistic Continuum
Wi G ld 1979 Wi 1988Wing e Gould, 1979, Wing 1988
Studio epidemiologico su soggetti autistici ed
autistic likeautistic like,
Indipendentemente dal livello intellettivo
Il i t L tIl passivoIl riservato Lo stranoIl passivo
• Distinzione dei ritardati mentali “socievoli”
• Effetto età sull’appartenenza all’uno o all’altro gruppo
I sottogruppi sociali nell’autismo (Wing e Gould,
1979)
“Isolati“, "passivi", "attivi ma strani (stravaganti)".
DISTURBI ASSOCIATI
Low-functioning High-functioning
(QI 70 cut-off)
Ritardo mentale Disturbi dell’umore
Learning disabilities
A i
Iperattività
Disturbi Alimentari
Ansia
Disturbi del sonno
Epilessia
Alcuni video
Da Cohen e Donnellan (1987)Da Cohen e Donnellan (1987)
Non esiste un singolo “miglior” trattamento per tutti gliNon esiste un singolo “miglior” trattamento per tutti gli
autistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostreautistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostreautistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostreautistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostre
stesse convinzioni sui bisogni dei singoli individuistesse convinzioni sui bisogni dei singoli individui
autistici in momenti diversi del loro sviluppo.autistici in momenti diversi del loro sviluppo.
Se esiste un qualche messaggio da imparare dalla storiaSe esiste un qualche messaggio da imparare dalla storia
della ricerca e del trattamento sull’autismo è questo:della ricerca e del trattamento sull’autismo è questo:
diffidate delle ideologie e di ogni professionista chediffidate delle ideologie e di ogni professionista chediffidate delle ideologie e di ogni professionista chediffidate delle ideologie e di ogni professionista che
dichiari con entusiasmo “notevoli successi”.dichiari con entusiasmo “notevoli successi”.
EVIDENZE RECENTIEVIDENZE RECENTI
Importanti lavori recenti (Ballaban‐Gill et alImportanti lavori recenti (Ballaban Gill et al.,
2006; Beadle‐Brown et al., 2008) mettono in luce
lif ti l di bilità i lcome permanga lifetime la disabilità sociale.
La difficoltà di integrazione delle persone
autistiche è quindi connessa prevalentemente alautistiche è quindi connessa prevalentemente al
loro “essere autistiche”, ai problemi comunicativi
i li iò i d ll’i die sociali. Ciò rimanda all’importanza di progettare
non solo tecniche ma contesti di vita pensati sulle
caratteristiche dell’autismo in cui anche quelle
tecniche possono trovare migliore efficacia.
i l i i d iEsperienze ultimi decenni
• Necessità di una fortissima integrazione e
visione ecologica (ampia) degli interventi divisione ecologica (ampia) degli interventi di
abilitazione e riabilitazione.
• “Nulla è più assurdo, per un (adulto)p , p ( )
autistico, di interventi tecnici,
psicoeducativi o altro condotti al di fuori dipsicoeducativi o altro condotti al di fuori di
una coerenza e di una integrazione tra
i t t t il t t di it lintervento stesso, il contesto di vita e le
prospettive esistenziali” (Barale, 2003).
A ti i i li i diAutismo: principali programmi di
interventointervento
‐Programma Teacch (Schopler)
P di i l (L )‐Programma di intervento comportamentale precoce (Lovaas)
‐Teoria della mente (Baron‐Cohen)
f l ( l kl )‐Comunicazione facilitata (Crossley, Biklen)
‐Riorganizzazione neurologica (Delacato)
IL PROGRAMMA TEACCH
(Treatment and Education of Autistic and Communication
Handicapped Children)Handicapped Children)
PRINCIPI DELL'INSEGNAMENTO STRUTTURATOPRINCIPI DELL INSEGNAMENTO STRUTTURATO
Organizzazione dell'ambiente fisicoOrganizzazione dell ambiente fisico
Schemi visivi
Sistemi di lavoroSistemi di lavoro
Organizzazione dei compiti e del materiale
IL PROGRAMMA TEACCH
(Treatment and Education of Autistic and Communication
Handicapped Children)Handicapped Children)
Organizzazione dell'ambiente fisico
IL PROGRAMMA TEACCHIL PROGRAMMA TEACCH
((T t t d Ed ti f A ti ti d C i tiT t t d Ed ti f A ti ti d C i ti((Treatment and Education of Autistic and CommunicationTreatment and Education of Autistic and Communication
Handicapped Children)Handicapped Children)
Schemi visivi a scuola
Fig.2-Programmavisivoperunbambinoautisticodi9anni
IL PROGRAMMA DI INTERVENTO
COMPORTAMENTALE PRECOCE
PRINCIPI DI BASE
Il luogo privilegiato dove sviluppare l’intervento non è rappresentato dalla clinica
o dallo studio dello psicoterapeuta ma dalla casa dalla scuola e dagli altrio dallo studio dello psicoterapeuta, ma dalla casa, dalla scuola e dagli altri
ambienti dove il bambino trascorre gran parte del proprio tempo.
L’intervento deve essere iniziato precocemente e condotto in maniera intensivate ve to deve esse e ato p ecoce e te e co dotto a e a te s va
(prima dei 5 anni d’età).
L’intervento viene condotto facendo riferimento alla strategie derivate
d ll’ i di li i difi i d ldall’approccio di analisi e modificazione del comportamento.
Il procedere dell’intervento si focalizza inizialmente sull’insegnamento
sistematico di unità di comportamento piccole e misurabili per poi passare ad altresistematico di unità di comportamento piccole e misurabili, per poi passare ad altre
più ampie attraverso un controllo dei vari passi istruzionali.
In considerazione della scarsa generalizzazione delle abilità acquisite da parte deig q p
bambini autistici, vengono adottate tecniche specifiche in grado di facilitare il
processo di transfert dell’apprendimento.
OSSERVAZIONE DELL’INTERAZIONE NEL GRUPPO
Allievo: _________________________ Età: __________
Classe: __________
Comportamenti Indicatori A)
………………………………………………………
B)
………………………………………………………
C)
………………………………………………………
Comp. Indicat. Attività: Attività: Attività: Attività:
D)
………………………………………………………
)
A
B E)
……………………………………………………….
F)
B
C
F)
……………………………………………………….
G)
D
E
Autismo e problemi comportamentali
(stereotipie autolesionismo)(stereotipie, autolesionismo)
L’analisi funzionale del comportamento
Tempo Situazione stimolo Comportamento Conseguenza
10.00 Comincia la lezione
di geografia (ricerca
F. resta al proprio
banco.
L’insegnante lo
invita ad unirsi aig g (
di gruppo).
F. non si muove.
L’i t
compagni.
F i i l
L’insegnante lo
L’insegnante
insiste
e prende F. per
F. si morsica la
mano e comincia
a urlare.L insegnante lo
abbraccia.
e prende F. per
mano.
F. continua a urlare e
a urlare.
Accorre anche
l’inse-gnante
F. viene lasciato al
butta a terra un
astuccio.
l inse gnante
curricolare.
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE E URBINO
Facoltà di Scienze della Formazione
“La persona con disabilità cognitiva
(ritardo mentale):
conoscenza del problema econoscenza del problema e
interventi educativi di qualità”
Lucio Cottini
La persona con ritardo mentale:
classificazioni
L l ifi i d ll'O M S (1984) id iLa classificazione dell'O.M.S. (1984) evidenziava:
‐i soggetti Bordeline, con QI compreso fra 70 e 80, che sono individui con capacità
intellettive ai limiti della norma;
‐i ritardati mentali lievi, con QI compreso fra 50 e 70, indicati come soggetti educabili ed
i ibili l linseribili nel lavoro;
‐i ritardati mentali di medio grado, con QI compreso fra 30 e 50, definiti “addestrabili” in
quanto in grado di raggiungere una certa autonomia se opportunamente assistiti;quanto in grado di raggiungere una certa autonomia se opportunamente assistiti;
‐i ritardati mentali gravi, con QI compreso fra 20 e 30, che vanno sempre aiutati e che
risultano costantemente dipendenti dall'ambiente umano;risultano costantemente dipendenti dall ambiente umano;
- i ritardati mentali gravissimi o profondi, con QI inferiore a 20, che risultano
necessitanti di sorveglianza continua.g
.
La persona con ritardo mentale:
classificazioni
La classificazione a tre gruppi presentata da Zigler, Balla
e Hodapp (1984) ha consentito sicuramente un passo
avanti in quanto, nel loro sistema definitorio, oltre al
parametro quantitativo (QI), sono stati presi in
considerazione anche aspetti qualitativi ed eziologici. Gli
autori hanno descritto tre gruppi di individui con ritardo
mentale denominandoli rispettivamente:
- organici;
- ambientali;
- indifferenziati.
La persona con ritardo mentale:
classificazioni
CLASSIFICAZIONE DI ZIGLER ET AL. (1984)
AMBIENTALI INDIFFERENZIATIORGANICI
- Eziologia organica dimostrabile.
- Trovati a tutti i livelli di status
socio economico
N N NORGANICI
- Nessuna eziologia organica
dimostrabile e genitori aventi
spesso questo stesso tipo disocio-economico.
- Spesso il QI è al di sotto di 50.
-Fratelli solitamente con
intelligenza normale.
spesso questo stesso tipo di
ritardo.
- Più prevalenti a livelli bassi di
status socio-economico.
Non possono essere collocati
con attendibilità in nessuna
delle altre due classi- Aspetto spesso caratterizzato da
segni fisici.
- Percentuale di mortalità più alta.
Spesso rimangono dipendenti
- QI raramente al di sotto di 50.
- Fratelli spesso a livelli di
intelligenza più bassi.
Aspetto normale e assenza di
delle altre due classi.
- Spesso rimangono dipendenti
dalle cure e dall'assistenza di altri
per tutta la vita.
- Improbabile il matrimonio e
- Aspetto normale e assenza di
altri deficit fisici.
- Percentuale di mortalità
normale.
spesso non risultano fertili.
- Improbabile l'esperienza di
essere trascurati in famiglia.
- Alta percentuale di altri deficit
- Con qualche aiuto possono
condurre una esistenza
indipendente.
- Probabilità più elevata di- Alta percentuale di altri deficit
fisici (ad esempio: epilessia,
paralisi cerebrale, ecc.).
- Probabilità più elevata di
avere figli con bassa
intelligenza.
La persona con ritardo mentale:
l fclassificazioni
l f d l M l di tiClassificazione del Manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali (DSM IV, 1994)
definisce la persona come affetta da ritardo
mentale in base ai seguenti tre criteri:mentale in base ai seguenti tre criteri:
quando il Q.I. è inferiore a 70;
quando esistono limiti significativi in due o piùquando esistono limiti significativi in due o più
aree di abilità di adattamento (comportamento
adattivo);
La persona con ritardo mentale:
classificazioni
Il comportamento adattivo è definito nel DSM IV in base a dieci
abilità :
comunicazione,
cura di sé,
gestione della vita domesticagestione della vita domestica,
abilità sociali,
gestione dei tempo libero,
controllo e salvaguardia della propria salute e sicurezza,
capacità di autorganizzazione,
conoscenza del funzionamento delle cose,conoscenza del funzionamento delle cose,
utilizzo dei servizi offerti dalla società;
capacità di svolgere un lavoro.
.
Decimo sistema dell’American Association
on Intellectual and Developmental
Disabilities (AAIDD)Disabilities (AAIDD)
La sindrome di DownLa sindrome di Down
Epidemiologia
Un caso ogni 650‐700 nati vivi.
Attualmente in Italia, in media, nascono ogni giorno
2 bambini affetti dalla sindrome di Down e si stima2 bambini affetti dalla sindrome di Down e si stima
in circa 49.000 il numero delle persone Down viventi
l t L l di t ib i i l inel nostro paese. La loro distribuzione, in relazione
all’età, è la seguente:
11.000 sotto i 14 anni;
La sindrome di DownLa sindrome di Down
L di f di t i i 21Le diverse forme di trisomia 21
Aspetto genetico Incidenza
Trisomia 21 “libera” 94%
Trisomia 21 “da traslocazione” 3‐4%
Trisomia 21 “da mosaicismo” 2‐3%
P i i i lProgrammazione esistenziale :
linee guida per l’interventolinee guida per l intervento
psicopedagogico
• 0‐3 ANNI
• Programma di “aiuto allo
sviluppo”.sviluppo .
• Programmi di “parent training”.
Programmazione esistenziale : linee
guida per l’intervento
sicopedagogico
• SCUOLA DELL’OBBLIGO
• L’integrazione a partire dai
“bi i i li”“bisogni speciali”.
• Percorsi individualizzati, ma,
non separati.
• Il pericolo di “ritorni• Il pericolo di ritorni
all’indietro”.
• La riabilitazione.
• L’extrascuola
La persona con ritardo mentale avanza con gli anni:La persona con ritardo mentale avanza con gli anni:
i d ti d l fi d ti d l fi dati del fenomenoi dati del fenomeno
AN N O
ETA’ M ED IA D I V ITA
D E I SO G GE TT I C O N
SIN D R O M E D I D O W N
ETA’ M ED IA D I V ITA
D E I SO G GE TT I
N O R M O D O TA TI
1929 9 A N N I
1947 12-15 A N N I
1961 18 A N N I
70% > 40 A N N I
1990
70% > 40 A N N I
44% > 60 A N N I
13.8% > 68 A N N I
86.4% > 60 AN N I
78.4% > 68 AN N I
Fonte: B aird e Sadovnich (1995)
Programmazione esistenziale : linee
guida per l’interventoguida per l intervento
sicopedagogico
• ADULTI ED
ANZIANI
• Non solo
iregressione:
prospettive di
mantenimento e
sviluppo.pp

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  • 2. Processi implicati nell’apprendimento CONTESTO CULTURARELAZIONI METODOLOGIA EDUCATIVA
  • 3. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE e URBINO Facoltà di Scienze della formazione L’ ti“L’autismo: questo conosciuto”questo conosciuto Lucio Cottini
  • 4. La persona con autismo: Criteri diagnostici adottati da Rutter (1978)Criteri diagnostici adottati da Rutter (1978) 1 Età di insorgenza nei primi due anni e mezzo 2 Modalità di evitamento visiva e corporea 3 Desiderio di immutabilità dell'ambiente3 Desiderio di immutabilità dell ambiente 4 Attaccamento verso alcuni oggetti 5 Particolarità del linguaggio 6 Presenza di stereotipie motorie6 Presenza di stereotipie motorie.
  • 5. La persona con autismo: Criteri diagnostici (DSM IV)Criteri diagnostici (DSM IV) 1) Compromissione qualitativa dell’interazione sociale (per la diagnosi di autismo devono essere presenti(per la diagnosi di autismo devono essere presenti almeno due elementi fra quelli seguenti): a) marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano l’interazione sociale;l interazione sociale; b) incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo; c) mancanza di ricerca spontanea nella condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (ad esempio: non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su oggetti di proprio interesse);
  • 6. La persona con autismo: Criteri diagnostici (DSM IV)Criteri diagnostici (DSM IV) 2) Compromissione qualitativa della comunicazione sociale (per la diagnosi di a tismo de e essere presente(per la diagnosi di autismo deve essere presente almeno un elemento fra quelli seguenti): a) ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non àaccompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica); b) in soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di) gg g gg g , p p iniziare o sostenere una conversazione con altri; c) uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico; d) d h d l d h d ld) mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo..
  • 7. La persona con autismo: Criteri diagnostici (DSM IV)Criteri diagnostici (DSM IV) 3) Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati (per la diagnosi di autismo deve essere presente almeno un elemento fra quelli seguenti): a) dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi ristretti e stereotipati anomali o per intensità o per focalizzazione; b) sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici;b) sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici; c) manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo); d) persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti.
  • 8. Sindrome di Aspergerp g C/ L'anomalia causa compromissione clinicamente significativa dell'area sociale, lavorativa o di altre aree importanti delp funzionamento. D/ Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo (perD/ Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo (per es., all'età di 2 anni sono usate parole singole, all'età di 3 anni sono usate frasi comunicative). E/ Non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo o dello sviluppo di capacità di auto- accudimento adeguatecognitivo o dello sviluppo di capacità di auto accudimento adeguate all'età, del comportamento adattivo (tranne che dell'interazione sociale) e della curiosità per l'ambiente nella fanciullezza. F/ Non risultano soddisfatti i criteri per un altro specifico Disturbo Generalizzato dello Sviluppo o per la Schizofreniapp p f
  • 9. Disturbi Spettro Autistico - Fra i più devastanti disordini dell’infanzia in termini di:Fra i più devastanti disordini dell infanzia in termini di: • Prevalenza 1/166 - Fombonne 2003• Prevalenza 1/166 - Fombonne, 2003 7,3 / 1000 (1/137) - Fombonne, 2006 [2 5 / 10 000 fino a 15 20 anni fa][2-5 / 10.000 fino a 15 - 20 anni fa] • Patologia in sè e disturbi associati• Patologia in sè e disturbi associati • Outcome Impatto sulla famiglia• Impatto sulla famiglia • Costo per la società
  • 10. Disturbi Pervasivi dello SviluppoDisturbi Pervasivi dello Sviluppo
  • 11. Primi segni sospetti diPrimi segni sospetti di AutismoAutismo Le prime anomalie vengono riscontrate nel 90% dei casi nei primi 24 mesicasi nei primi 24 mesi. Le preoccupazioni più comuni riguardano:Le preoccupazioni più comuni riguardano • ritardo del linguaggio • ritardo dell’udito • bambini troppo buoni o • bambini troppo irritabili Ulteriori deficit più difficili da cogliere: • carenza nell’attenzione selettiva; • mancanza di comunicazione di tipo proto- dichiarativa:dichiarativa: • mancato sviluppo del gioco simbolico
  • 12.
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  • 20.
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  • 23. MODELLI ESPLICATIVI DELL’AUTISMO: UN TENTATIVO DI SINTESIUN TENTATIVO DI SINTESI • Deficit della teoria della mente • Deficit primario nella relazione interpersonale • Deficit delle funzioni esecutive programmatorie• Deficit delle funzioni esecutive programmatorie • Deficit di coerenza centrale • Deficit nella simulazione mentale Mente enattiva• Mente enattiva
  • 24. Autistic Continuum Wi G ld 1979 Wi 1988Wing e Gould, 1979, Wing 1988 Studio epidemiologico su soggetti autistici ed autistic likeautistic like, Indipendentemente dal livello intellettivo Il i t L tIl passivoIl riservato Lo stranoIl passivo • Distinzione dei ritardati mentali “socievoli” • Effetto età sull’appartenenza all’uno o all’altro gruppo
  • 25. I sottogruppi sociali nell’autismo (Wing e Gould, 1979) “Isolati“, "passivi", "attivi ma strani (stravaganti)".
  • 26. DISTURBI ASSOCIATI Low-functioning High-functioning (QI 70 cut-off) Ritardo mentale Disturbi dell’umore Learning disabilities A i Iperattività Disturbi Alimentari Ansia Disturbi del sonno Epilessia
  • 28. Da Cohen e Donnellan (1987)Da Cohen e Donnellan (1987) Non esiste un singolo “miglior” trattamento per tutti gliNon esiste un singolo “miglior” trattamento per tutti gli autistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostreautistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostreautistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostreautistici. Bisogna saper mettere in discussione le nostre stesse convinzioni sui bisogni dei singoli individuistesse convinzioni sui bisogni dei singoli individui autistici in momenti diversi del loro sviluppo.autistici in momenti diversi del loro sviluppo. Se esiste un qualche messaggio da imparare dalla storiaSe esiste un qualche messaggio da imparare dalla storia della ricerca e del trattamento sull’autismo è questo:della ricerca e del trattamento sull’autismo è questo: diffidate delle ideologie e di ogni professionista chediffidate delle ideologie e di ogni professionista chediffidate delle ideologie e di ogni professionista chediffidate delle ideologie e di ogni professionista che dichiari con entusiasmo “notevoli successi”.dichiari con entusiasmo “notevoli successi”.
  • 29. EVIDENZE RECENTIEVIDENZE RECENTI Importanti lavori recenti (Ballaban‐Gill et alImportanti lavori recenti (Ballaban Gill et al., 2006; Beadle‐Brown et al., 2008) mettono in luce lif ti l di bilità i lcome permanga lifetime la disabilità sociale. La difficoltà di integrazione delle persone autistiche è quindi connessa prevalentemente alautistiche è quindi connessa prevalentemente al loro “essere autistiche”, ai problemi comunicativi i li iò i d ll’i die sociali. Ciò rimanda all’importanza di progettare non solo tecniche ma contesti di vita pensati sulle caratteristiche dell’autismo in cui anche quelle tecniche possono trovare migliore efficacia.
  • 30. i l i i d iEsperienze ultimi decenni • Necessità di una fortissima integrazione e visione ecologica (ampia) degli interventi divisione ecologica (ampia) degli interventi di abilitazione e riabilitazione. • “Nulla è più assurdo, per un (adulto)p , p ( ) autistico, di interventi tecnici, psicoeducativi o altro condotti al di fuori dipsicoeducativi o altro condotti al di fuori di una coerenza e di una integrazione tra i t t t il t t di it lintervento stesso, il contesto di vita e le prospettive esistenziali” (Barale, 2003).
  • 31. A ti i i li i diAutismo: principali programmi di interventointervento ‐Programma Teacch (Schopler) P di i l (L )‐Programma di intervento comportamentale precoce (Lovaas) ‐Teoria della mente (Baron‐Cohen) f l ( l kl )‐Comunicazione facilitata (Crossley, Biklen) ‐Riorganizzazione neurologica (Delacato)
  • 32. IL PROGRAMMA TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children)Handicapped Children) PRINCIPI DELL'INSEGNAMENTO STRUTTURATOPRINCIPI DELL INSEGNAMENTO STRUTTURATO Organizzazione dell'ambiente fisicoOrganizzazione dell ambiente fisico Schemi visivi Sistemi di lavoroSistemi di lavoro Organizzazione dei compiti e del materiale
  • 33. IL PROGRAMMA TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children)Handicapped Children) Organizzazione dell'ambiente fisico
  • 34. IL PROGRAMMA TEACCHIL PROGRAMMA TEACCH ((T t t d Ed ti f A ti ti d C i tiT t t d Ed ti f A ti ti d C i ti((Treatment and Education of Autistic and CommunicationTreatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children)Handicapped Children) Schemi visivi a scuola Fig.2-Programmavisivoperunbambinoautisticodi9anni
  • 35. IL PROGRAMMA DI INTERVENTO COMPORTAMENTALE PRECOCE PRINCIPI DI BASE Il luogo privilegiato dove sviluppare l’intervento non è rappresentato dalla clinica o dallo studio dello psicoterapeuta ma dalla casa dalla scuola e dagli altrio dallo studio dello psicoterapeuta, ma dalla casa, dalla scuola e dagli altri ambienti dove il bambino trascorre gran parte del proprio tempo. L’intervento deve essere iniziato precocemente e condotto in maniera intensivate ve to deve esse e ato p ecoce e te e co dotto a e a te s va (prima dei 5 anni d’età). L’intervento viene condotto facendo riferimento alla strategie derivate d ll’ i di li i difi i d ldall’approccio di analisi e modificazione del comportamento. Il procedere dell’intervento si focalizza inizialmente sull’insegnamento sistematico di unità di comportamento piccole e misurabili per poi passare ad altresistematico di unità di comportamento piccole e misurabili, per poi passare ad altre più ampie attraverso un controllo dei vari passi istruzionali. In considerazione della scarsa generalizzazione delle abilità acquisite da parte deig q p bambini autistici, vengono adottate tecniche specifiche in grado di facilitare il processo di transfert dell’apprendimento.
  • 36. OSSERVAZIONE DELL’INTERAZIONE NEL GRUPPO Allievo: _________________________ Età: __________ Classe: __________ Comportamenti Indicatori A) ……………………………………………………… B) ……………………………………………………… C) ……………………………………………………… Comp. Indicat. Attività: Attività: Attività: Attività: D) ……………………………………………………… ) A B E) ………………………………………………………. F) B C F) ………………………………………………………. G) D E
  • 37. Autismo e problemi comportamentali (stereotipie autolesionismo)(stereotipie, autolesionismo) L’analisi funzionale del comportamento Tempo Situazione stimolo Comportamento Conseguenza 10.00 Comincia la lezione di geografia (ricerca F. resta al proprio banco. L’insegnante lo invita ad unirsi aig g ( di gruppo). F. non si muove. L’i t compagni. F i i l L’insegnante lo L’insegnante insiste e prende F. per F. si morsica la mano e comincia a urlare.L insegnante lo abbraccia. e prende F. per mano. F. continua a urlare e a urlare. Accorre anche l’inse-gnante F. viene lasciato al butta a terra un astuccio. l inse gnante curricolare.
  • 38. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE E URBINO Facoltà di Scienze della Formazione “La persona con disabilità cognitiva (ritardo mentale): conoscenza del problema econoscenza del problema e interventi educativi di qualità” Lucio Cottini
  • 39. La persona con ritardo mentale: classificazioni L l ifi i d ll'O M S (1984) id iLa classificazione dell'O.M.S. (1984) evidenziava: ‐i soggetti Bordeline, con QI compreso fra 70 e 80, che sono individui con capacità intellettive ai limiti della norma; ‐i ritardati mentali lievi, con QI compreso fra 50 e 70, indicati come soggetti educabili ed i ibili l linseribili nel lavoro; ‐i ritardati mentali di medio grado, con QI compreso fra 30 e 50, definiti “addestrabili” in quanto in grado di raggiungere una certa autonomia se opportunamente assistiti;quanto in grado di raggiungere una certa autonomia se opportunamente assistiti; ‐i ritardati mentali gravi, con QI compreso fra 20 e 30, che vanno sempre aiutati e che risultano costantemente dipendenti dall'ambiente umano;risultano costantemente dipendenti dall ambiente umano; - i ritardati mentali gravissimi o profondi, con QI inferiore a 20, che risultano necessitanti di sorveglianza continua.g .
  • 40. La persona con ritardo mentale: classificazioni La classificazione a tre gruppi presentata da Zigler, Balla e Hodapp (1984) ha consentito sicuramente un passo avanti in quanto, nel loro sistema definitorio, oltre al parametro quantitativo (QI), sono stati presi in considerazione anche aspetti qualitativi ed eziologici. Gli autori hanno descritto tre gruppi di individui con ritardo mentale denominandoli rispettivamente: - organici; - ambientali; - indifferenziati.
  • 41. La persona con ritardo mentale: classificazioni CLASSIFICAZIONE DI ZIGLER ET AL. (1984) AMBIENTALI INDIFFERENZIATIORGANICI - Eziologia organica dimostrabile. - Trovati a tutti i livelli di status socio economico N N NORGANICI - Nessuna eziologia organica dimostrabile e genitori aventi spesso questo stesso tipo disocio-economico. - Spesso il QI è al di sotto di 50. -Fratelli solitamente con intelligenza normale. spesso questo stesso tipo di ritardo. - Più prevalenti a livelli bassi di status socio-economico. Non possono essere collocati con attendibilità in nessuna delle altre due classi- Aspetto spesso caratterizzato da segni fisici. - Percentuale di mortalità più alta. Spesso rimangono dipendenti - QI raramente al di sotto di 50. - Fratelli spesso a livelli di intelligenza più bassi. Aspetto normale e assenza di delle altre due classi. - Spesso rimangono dipendenti dalle cure e dall'assistenza di altri per tutta la vita. - Improbabile il matrimonio e - Aspetto normale e assenza di altri deficit fisici. - Percentuale di mortalità normale. spesso non risultano fertili. - Improbabile l'esperienza di essere trascurati in famiglia. - Alta percentuale di altri deficit - Con qualche aiuto possono condurre una esistenza indipendente. - Probabilità più elevata di- Alta percentuale di altri deficit fisici (ad esempio: epilessia, paralisi cerebrale, ecc.). - Probabilità più elevata di avere figli con bassa intelligenza.
  • 42. La persona con ritardo mentale: l fclassificazioni l f d l M l di tiClassificazione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM IV, 1994) definisce la persona come affetta da ritardo mentale in base ai seguenti tre criteri:mentale in base ai seguenti tre criteri: quando il Q.I. è inferiore a 70; quando esistono limiti significativi in due o piùquando esistono limiti significativi in due o più aree di abilità di adattamento (comportamento adattivo);
  • 43. La persona con ritardo mentale: classificazioni Il comportamento adattivo è definito nel DSM IV in base a dieci abilità : comunicazione, cura di sé, gestione della vita domesticagestione della vita domestica, abilità sociali, gestione dei tempo libero, controllo e salvaguardia della propria salute e sicurezza, capacità di autorganizzazione, conoscenza del funzionamento delle cose,conoscenza del funzionamento delle cose, utilizzo dei servizi offerti dalla società; capacità di svolgere un lavoro. .
  • 44. Decimo sistema dell’American Association on Intellectual and Developmental Disabilities (AAIDD)Disabilities (AAIDD)
  • 45. La sindrome di DownLa sindrome di Down Epidemiologia Un caso ogni 650‐700 nati vivi. Attualmente in Italia, in media, nascono ogni giorno 2 bambini affetti dalla sindrome di Down e si stima2 bambini affetti dalla sindrome di Down e si stima in circa 49.000 il numero delle persone Down viventi l t L l di t ib i i l inel nostro paese. La loro distribuzione, in relazione all’età, è la seguente: 11.000 sotto i 14 anni;
  • 46. La sindrome di DownLa sindrome di Down L di f di t i i 21Le diverse forme di trisomia 21 Aspetto genetico Incidenza Trisomia 21 “libera” 94% Trisomia 21 “da traslocazione” 3‐4% Trisomia 21 “da mosaicismo” 2‐3%
  • 47. P i i i lProgrammazione esistenziale : linee guida per l’interventolinee guida per l intervento psicopedagogico • 0‐3 ANNI • Programma di “aiuto allo sviluppo”.sviluppo . • Programmi di “parent training”.
  • 48. Programmazione esistenziale : linee guida per l’intervento sicopedagogico • SCUOLA DELL’OBBLIGO • L’integrazione a partire dai “bi i i li”“bisogni speciali”. • Percorsi individualizzati, ma, non separati. • Il pericolo di “ritorni• Il pericolo di ritorni all’indietro”. • La riabilitazione. • L’extrascuola
  • 49. La persona con ritardo mentale avanza con gli anni:La persona con ritardo mentale avanza con gli anni: i d ti d l fi d ti d l fi dati del fenomenoi dati del fenomeno AN N O ETA’ M ED IA D I V ITA D E I SO G GE TT I C O N SIN D R O M E D I D O W N ETA’ M ED IA D I V ITA D E I SO G GE TT I N O R M O D O TA TI 1929 9 A N N I 1947 12-15 A N N I 1961 18 A N N I 70% > 40 A N N I 1990 70% > 40 A N N I 44% > 60 A N N I 13.8% > 68 A N N I 86.4% > 60 AN N I 78.4% > 68 AN N I Fonte: B aird e Sadovnich (1995)
  • 50. Programmazione esistenziale : linee guida per l’interventoguida per l intervento sicopedagogico • ADULTI ED ANZIANI • Non solo iregressione: prospettive di mantenimento e sviluppo.pp