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Il cammino della scienza nella visione di
Popper, in relazione alla crisi della Fisica
e delle altre scienze di inizio Novecento.
Facoltà di Ingegneria dei Sistemi- Politecnico Milano
Prof.ssa Viola Schiaffonati - A.A. 2009 - 2010
Elena Di Bernardino - Seminario 4/7 Giugno 2010
Heisenberg (1901-1976)
e Bohr (1885-1962)
Newton (1643-1727)
Popper (1902-1994)
Einstein (1879-1955)
Einstein
e Lorentz (1853 –1928)
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
Indice: 2
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
Passaggio dalla meccanica newtoniana alla teoria
della relatività einsteiniana.
XX secolo – Hanno luogo alcune delle più grandi e radicali rivoluzioni
della storia della scienza.
1. Introduzione
Idea del percorso che si seguirà:
2. Un quadro della situazione della scienza ad inizio „900
Lo scienziato e il suo intervento circa i fondamenti della scienza:
Albert Einstein e Popper, K. R.
3. Rivoluzione scientifica di inizio „900 Crisi del fondamento
della conoscibilità della realtà.
4. Relazioni tra pensiero di Popper/Einstein e sviluppo della
quantistica di inizio Novecento
Problematiche filosofico-
epistemologiche
Visione probabilistica della
realtà
Teoria dei quanti come teoria
fisica finale
3
“Oggi la fisica è in crisi”
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella Fisica in Poscritto alla Logica
della scoperta scientifica)
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
41. Introduzione: idea del percorso che si seguirà
Parola greca Epistéme: conoscenza certa e incontrovertibile.
Sotto le macerie della crisi delle scienze Popper intuisce un “tesoro”:
- Sforzo conoscitivo sempre crescente e mutante dell'uomo di scienza
- Disfacimento dell'autoritarismo della scienza
E‟ per Popper l'inizio di un nuovo cammino della Scienza
lontano dall'idolo della certezza assoluta e tutto proteso
“Verso uno scopo infinito, verso lo studio di problemi sempre nuovi, più generali,
più profondi e sottoposti a controlli sempre più rigorosi”.
(Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica)
Tensione dello scienziato ad un‟approssimazione, sempre migliore,
della realtà con i suoi modelli e le sue teorie empiriche.
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2. Rapido excursus della crisi della fisica
classica di inizio Novecento
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Inizio 1800: Il problema della luce come ONDA
(Ne seguirono tutte le teorie sull'etere, che verranno superate definitivamente solo dalla teoria
della relatività ristretta di A. Einstein nel 1905).
In seguito esperimenti sui magneti portarono, grazie all‟opera di Faraday,
ad un concetto fisico del tutto nuovo: l'idea di campo.
Crisi del Meccanicismo Newtoniano
Erroneamente eretto a teoria in grado di spiegare tutta la
realtà, in ogni suo aspetto.
Come Einstein stesso afferma:
“I fisici si rassegnarono a rinunciare all'idea di un fondamento meccanicistico
della realtà” ed ancora: “La teoria del campo elettrico di Faraday e Maxwell
rappresenta probabilmente la più profonda trasformazione subita dai fondamenti
della fisica dopo Newton.”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
Fino alla metà del 1800 il modello dominante e comunemente accettato
era stato quello meccanicistico-corpuscolare di Newton.
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Bernardino
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Giugno „10
2. Rapido excursus della crisi della fisica
classica di inizio Novecento
Periodo di transizione e lavoro di H.A. Lorentz:
Tentativo di conciliare la teoria di Newton con quella di Maxwell:
La convivenza, che sembrava possibile fino alla fine dell„800, tra le leggi della meccanica
classica e il concetto di campo, sviluppato nelle teorie elettromagnetiche, risultò, ad inizio
Novecento, sempre più complessa e densa di contraddizioni.
“Le particelle elementari seguono la legge newtoniana del moto del punto
materiale. Questa è la base sulla quale Lorentz ottenne la sua sintesi tra la
meccanica di Newton e la teoria di campo di Maxwell.
Il punto debole della sua teoria sta nel fatto che essa tenta di determinare i
fenomeni attraverso combinazioni di equazioni differenziali alle derivate parziali (le
equazioni di campo di Maxwell) e equazioni differenziali ordinarie (equazioni di
moto per il punto materiale) e questo metodo è ovviamente innaturale.”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
Equazione del moto di Newton (per corpi di massa costante)
in cui la forza istantanea rappresenta la derivata della quantità di moto rispetto al tempo
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2. Rapido excursus della crisi della fisica
classica di inizio Novecento
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1900 -1930: questa crisi sfocia nella nascita-sviluppo del
Paradigma quanto - relativistico
duplice accezione kuhniana del termine PARADIGMA:
- In un senso ampio può essere visto come una serie di idee e metodi d'analisi che combinati
insieme possono restituirci una certa visione del mondo e un certo modo di fare scienza.
- In un'accezione ristretta assume la connotazione di modello come le leggi di Newton o la
teoria di Mendel. (dal Godfrey-Smith)
Ossia nella nascita indipendente delle teorie
della relatività e della meccanica quantistica
“Lo sviluppo della scienza durante il XX secolo è caratterizzato da due sistemi
teorici essenzialmente indipendenti l'uno dall'altro: la teoria della relatività e
la teoria dei quanti.”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
Attenzione a non sottovalutare le complessità del rapporto tra queste due nuove teorie siche,
rapporto che fu tutt'altro che semplice, poiché mancò in molti aspetti di unità e coerenza.
Il problema einsteiniano della Teoria del Tutto- “Theory of Everything” .)
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Giugno „10
82. Il rapporto tra la speculazione
filosofica e l‟indagine scientifica
Nel periodo della crisi le esigenze si mostrarono per così dire duplici:
Spronare una rivoluzione
Scientifica (vari ambiti:studio dell'atomo,
fisica, astronomia, geometria)
Tentare una comprensione
delle cause di questa crisi
“In generale non è compito diretto dell'uomo di scienza filosofare ma
certamente diventa inevitabile in un'epoca in cui, come in quella attuale, gli
stessi fondamenti della fisica sono diventati problematici.
In un'epoca, come la presente, in cui l'esperienza ci obbliga a cercare un
nuovo più solido fondamento, il fisico non può semplicemente lasciare al
filosofo la considerazione critica dei fondamenti teorici.”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
Perché il fisico si trova in prima linea?
Perché egli è chiamato ad esporsi direttamente circa i fondamenti teorici
della sua disciplina?
“Egli possiede la capacità di sentire dove la scarpa fa male.”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
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Giugno „10
92. Il rapporto tra la speculazione
filosofica e l‟indagine scientifica
L‟esempio della scarpa di Einstein :
Lo scienziato dovrà comprendere dove una teoria può rivelarsi più fallace:
Esaminare gli aspetti tecnici delle
sue teorie
Interrogarsi circa la loro effettiva
capacità di spiegare il reale
Dietro queste idee si celano nuove vocazioni dello scienziato:
•Necessità di tradurre il complesso libro della natura
•Disincanto verso la semplice e incondizionata osservazione del
mondo; contro un'ottica baconiana - “osservazionismo” (*)
•Lo scienziato ha un compito articolato che deve inglobare anche
un forte desiderio di comprensione della realtà
Lo scienziato popperiano ed einsteiniano ha un
anelito di profonda comprensione.
(*) Popper definisce così il dogma di Francesco Bacone che aveva condotto alla convinzione che
l'osservazione pura della Natura, priva di un pensiero teorico alla base, potesse portarne alla totale
conoscenza.
“Non teorizzate”, diceva spesso Bacone, “ma aprite gli occhi e osservate senza pregiudizio.”
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102. Il rapporto tra la speculazione
filosofica e l‟indagine scientifica
Popper promotore di un nuovo ruolo della scienza:
Nuova interpretazione e nuova caratterizzazione della scienza
Alla luce delle
rivoluzioni scientifiche di
quegli anni, la scienza:
Non può più essere intesa
come un sistema di
asserzioni certe e di
conquiste consolidate e
inattaccabili
Rifiuto: scopo della
scienza sia fornire
risposte definitive
Scorretta, d'altronde, una
sostituzione della verità
scientifica con un
approccio probabilistico ai
fenomeni reali
Rifiuto: scopo della
scienza sia fornire
risposte probabili
“Piuttosto il vero progresso della scienza tende verso uno scopo infinito,
potremmo dire asintotico.”
(Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica)
Passaggio a teorie man mano meglio corroborabili (in grado di superare
maggiori e più forti test critici) e che contengano le precedenti teorie,
o almeno delle loro buone approssimazioni.
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2. Il rapporto tra la speculazione
filosofica e l‟indagine scientifica
“Le teorie sono reti gettate per catturare quello che noi chiamiamo “il
mondo”: per razionalizzarlo, per spiegarlo, per dominarlo. Ci sforziamo di
rendere la trama sempre più sottile.”
(Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica)
Popper: da un lato è compito dello scienziato prendersi rischi formulando
congetture anche ardite (non in probabilità), dall‟altro nel continuo approccio
critico che la scienza deve avere, basato sulla ricerca nella realtà, di contro
esempi alle teorie.
“Non bisognerà concludere quindi che la scienza è in grado di
fare solo il lavoro di Penelope, di innalzare costruzioni effimere
che deve ben presto demolire da cima a fondo con le sue stesse
mani.” (Poincaré, 1905, Le valeur de la Science.)
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Punto di vista alternativo ed antagonista:
Alla possibilità di valutazione delle ipotesi come asserzioni vere o false Popper contrappone l'idea di
corroborazione di una teoria. “Una teoria diremo che è corroborata finché regge a controlli.”
Egli parla anche di gradi di corroborazione in funzione sia del numero di casi che corroborano una
teoria sia, soprattutto, in funzione della severità dei controlli a cui la teoria è stata sottoposta.
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122. Il rapporto tra la speculazione
filosofica e l‟indagine scientifica
Esempio emblematico del cammino della scienza con un livello di universalità sempre più alto:
Passaggio dalla teoria di Newton a quella della relatività di Einstein
Falsificazionismo popperiano è influenzato dalla figura di Einstein
(Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)
Dalla rivoluzione einsteiniana Popper trae un esempio brillante
del suo criterio di demarcazione tra:
Una teoria scientifica
(nell‟accezione di teoria della
scienza empirica)
Una teoria che si arroga il titolo di
“scientifica” senza possederne i
requisiti (psicoanalisi di Freud o la
teoria marxista della “storia come
storia della lotta di classe”).
“In vero, credo che sia stata proprio la teoria di Einstein che mi ha condotto ad
occuparmi di filosofia della scienza”
(Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze
sociali e altri saggi)
Elena Di
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Giugno „10
2. Il rapporto tra la speculazione
filosofica e l‟indagine scientifica
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Criterio di demarcazione (o criterio di falsicicabilità o criterio di confutabilità)
Non implica che le teorie
inconfutabili siano false
Non implica che le teorie inconfutabili
siano prive di significato
“Ma implica che, finché non possiamo dare una descrizione di una possibile
confutazione della teoria, allora quella teoria è al di là della scienza empirica.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e
filosofia)
Einstein seppe, secondo Popper, rispondere alla domanda:
Sotto quali condizioni devo ammettere che la mia teoria è insostenibile?
• Predice delle deviazioni dalle orbite dei
pianeti di Keplero
Teoria della gravitazione
di Newton
• E‟ “altamente controllabile” perché
predice delle deviazioni planetarie
dalle orbite di Newton (Esperimento di
Eddington, durante l'eclissi del 1919)
Teoria della relatività
di Einstein
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3. Il passaggio dalla fisica di Newton
alla relatività di Einstein
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Le teorie possono non solo essere migliorate ma anche falsificate da un
momento all'altro: problema del “controllo imminente”.
“Dobbiamo quindi imparare una lezione: non possiamo mai sapere quale sarà la
prossima parte della scienza che dovrà essere sottoposta a revisione.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e
filosofia)
Problema molto discusso (vedi intervento di Poincaré): una teoria
vecchia può essere demolita e di colpo sostituita con un grattacielo, solo
dopo un esperimento che non rientra nella sue effettive previsioni?
Popper parla di “tentativo di comprensione del grado di corroborazione di una
teoria scientifica” (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)
Definizione del livello
al quale un'ipotesi può provare il proprio valore e il proprio grado di verità.
Passaggio non è composto di bianchi e
neri ma piuttosto di
“ampie gamme di grigi”
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Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
153. L'aspettazione disillusa e l'incipit di
una teoria scientifica
Nascita di una teoria scientifica attraverso “aspettazione disillusa”
problema da risolvere
“Qualche volta, mentre scendiamo una scala, ci accade di scoprire improvvisamente
che ci aspettavamo un altro scalino (che non c'è), o al contrario, che non ci
aspettavamo nessun altro scalino, ed invece ce n'è ancora uno.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)
Metafora popperiana della scala:
Problema delle aspettazioni inconsce.
Uomini “animali ideologici”,
più che semplici “animali razionali”.
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3. L'aspettazione disillusa e l'incipit di
una teoria scientifica
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Conseguenza di queste piccole discontinuità Nascita di un quesito
Nascita di un problema: E' l'incipit della ricerca scientifica,
è la fase del dubbio che dà vita al tentativo di formulazione di una teoria
Si hanno quindi, nella visione popperiana della scienza:
“fase della nascita del
problema”
“tentativo di risoluzione
con la formulazione di
una qualche teoria”
“discussione critica
della teoria e suo
miglioramento”
“Problemi – teorie – critiche.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)
Si struttura così il modo di procedere della scienza razionale:
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173. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero
popperiano
Popper e la sopravvalutazione del “Problema della verificazione di una teoria”
“Einstein stesso non riteneva che la sua teoria della relatività generale fosse vera
anche se credeva che costituisse un'approssimazione migliore di quella
rappresentata dalla teoria di Newton.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)
Einstein difese in molti agoni le sue teorie della relatività, ma:
si astenne sempre dal definirle vere ed accettate
mai nessuna delle sue teorie come una svolta definitiva
Nei suoi scritti, si trovano caratterizzazioni delle sue teorie del tipo
“mi sembra una buona approssimazione di …” oppure
“seppur questa mia teoria appaia insoddisfacente in alcuni suoi
aspetti …” o ancora “la mia teoria della relatività, sebbene effimera
nel suo complesso …”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
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Giugno „10
183. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero
popperiano
“L'epoca dell‟autoritarismo della scienza è passata, e io credo per sempre, grazie
proprio alla rivoluzione einsteiniana.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)
Einstein non tramutò mai la sua scienza nell'impossibilità di conoscenza della realtà:
“Scopo principale della scienza rimane infatti, per Einstein, il tentativo di far
corrispondere la varietà caotica della nostra esperienza sensibile ad un pensiero
logicamente uniforme.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)
In Einstein si condensa proprio quell'uomo di scienza aperto e critico che Popper
auspica:
Einstein non ridimensionò l'ambizione alta della scienza, il suo valore
epistemologico potenziale della conoscenza scientifica.
Einstein prese le distanze dal possibile compimento attuale di
questa conoscenza scientifica nella sua totalità ed interezza.
Quindi:
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3. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero
popperiano
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Caratteristiche che vivono in Einstein essenziali per Popper:
L'ambizione alla modellazione articolata e all'indagine
scientifica in grado di districare la complessa matassa del mondo.
In Einstein non sbiadisce mai “la tensione tra la conoscenza e
l'ignoranza”
Per Einstein i teoremi devono ambire, nonostante tutto, ad essere
“affermazioni circa la realtà”
(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)
“Noi non sappiamo se questa spinta di conoscenza si concretizzerà mai in un
sistema concluso oppure no. Di fronte a questa questione si è inclini a rispondere
negativamente. Pur lottando in continuazione con i problemi che si presentano,
tuttavia non si vorrà mai rinunciare alla speranza che questo supremo fine
possa essere raggiunto con un'approssimazione altissima.”
(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)
Questo fa di Einstein un modello senza uguali nella storia della scienza con il quale Popper si
relaziona continuamente.
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203. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero
popperiano
Posizione opposta all'anelito conoscitivo di Einstein, di fronte alle crisi e
alle rotture di inizio „900:
1.
•I fisici che confinarono, secondo Popper, la scienza a
semplice congegno di computazione
•teorie scientifiche rilegate ad un ruolo di strumenti e
dispositivi di calcolo
2.
•Teorie in cui la ricerca delle leggi è messa in disparte per
l‟ incapacità della scienza di spiegare i fenomeni
• Teorie in cui i fenomeni restano profondamente
incomprensibili ed inconoscibili; al posto delle leggi lo
scienziato andrà piuttosto a costruire le leggi in
probabilità
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Giugno „10
213. Il miglioramento di una teoria: sguardo
sul passaggio da Newton alla relatività
“Ampliamento della teoria di Newton in quella di Einstein”;
Relatività come approssimazione della verità migliore di quella rappresentata
dalla teoria di Newton
“La teoria di relatività andava a spiegare tutto quello che era in grado di spiegare
Newton e, oltre a ciò, molte cose in più, che la teoria classica sembrava non
essere in grado di motivare adeguatamente.”
(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)
Relatività come necessità di edificare una teoria più potente o
profonda (in grado di spiegare un maggior numero di fenomeni)
la teoria di Newton resta comunque
valida in contesti più limitati
come caso particolare
(o caso limite) della teoria di
Einstein
Fisica newtoniana
esempio brillante dell'estensione
delle teorie ad “orizzonti sempre
più ampi"
estensione attuata con la sua
integrazione e il suo ampliamento
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Giugno „10
223. Il miglioramento di una teoria: sguardo
sul passaggio da Newton alla relatività
Il giudizio di Popper circa la crisi della meccanica classica, a lui coeva, è
del tutto nuovo:
Un destino benigno e auspicabile, che la colloca in un lungo
cammino di accrescimento e di progresso della scienza.
Questa frattura profonda è vista come un'enorme ricchezza
per il progresso scientifico
Il fallimento di una teoria (in questo caso la newtoniana)
diviene indispensabile per il miglioramento della scienza
stessa.
Nella comprensione dei problemi che suscita risiede quindi la possibilità del
miglioramento della teoria stessa:
“E' capire fino a che punto il sistema della meccanica classica si sia dimostrato
inadeguato a servire da base per tutta la fisica.”
(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)
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233. Il miglioramento di una teoria: sguardo
sul passaggio da Newton alla relatività
Da alcune considerazioni scientifiche di Einstein (in Pensieri degli anni difficili,
1950), ecco alcuni aspetti della teoria newtoniana, alcuni “scalini inattesi” da
cui nacquero molte analisi della formulazione relativistica:
Problema focale: La teoria di
Newton si fondava essenzialmente
su due leggi
Problema del
carattere di
assolutezza
del tempo
Problema della luce
come movimento di
punti materiali.
Teoria
corpuscolare e
delle forze e azioni
a distanza
(teoria del campo)
Speculazione teorica
sul concetto di punto
materiale
(“Appare però evidente che
esistano oggetti materiali
che per loro natura non
possano essere trattati
come punti materiali”)
Teoria newtoniana
Descrizione quadridimensionale
dei fenomeni, caratterizzata
della trasformazione di Lorentz:
“il tempo non risulta più essere indipendente
dallo spazio e dal moto”
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Giugno „10
3. Il miglioramento di una teoria: sguardo
sul passaggio da Newton alla relatività
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Legge di gravitazione universale:
Legge di moto (principio della dinamica) :
La teoria di Newton si fondava essenzialmente su due leggi, che ne ricoprono un
ruolo centrale:
“Nelle leggi della meccanica classica c'è un punto insoddisfacente , e cioè il fatto
che la stessa costante di massa, m, compare due volte in due vesti differenti,
vale a dire come massa inerziale nella legge del moto e come massa
gravitazionale nella legge della gravitazione ..[…] … queste due leggi non fanno
altro che spostare tutto il problema all'individuazione delle forze agenti, in
particolare di quelle agenti a distanza, senza però risolverlo nella sua interezza”
(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)
Sull'analogia tra queste due formule Einstein lavorò molto, tanto che potremo
definirla “l'aspettazione disillusa” da cui scaturì parte della sua teoria
generale della Relatività.
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Giugno „10
3. Il miglioramento di una teoria: sguardo
sul passaggio da Newton alla relatività
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Con ciò Einstein si inserisce in quello che è stato definito il problema della
spiegazione causale (problema di Kuhn- “Causal Explanation”)
General Scholium, nella seconda
edizione dei Principia (1713).
Ecco la traduzione del brano contenente questa famosa annotazione:
“Non sono ancora stato in grado di scoprire la ragione di queste proprietà, della
gravità di fenomeni, e non voglio fingere ipotesi. Qualunque cosa che non venga
dedotta dalla fenomeni deve essere definita come una ipotesi, e le ipotesi, siano
esse metafisiche o fisiche, o tratte in base a qualità occulte, o meccaniche, non
hanno posto nella filosofia sperimentale. In questa particolare filosofia le
proposizioni sono dedotte da fenomeni, e successivamente rese generali per
induzione.”
Saldatura tra relatività e teoria
classica-newtoniana si ritrova in fenomeni
con velocità molto inferiori a quelle
della luce
In tal senso la relatività va intesa
quindi come un “miglioramento”
secondo Popper, della fisica classica.
=Possibilità che una teoria scientifica spieghi il senso causale di ciò che accade,
oltre che esibirne una modellazione matematica.
Elena Di
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Giugno „10
4. Popper e l‟indagine sui
fondamenti della teoria dei quanti
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Fin qui si è tentata una rappresentazione delle relazioni tra il pensiero di Popper
e quello di Einstein.
La nascente teoria
della relatività
Sia stata un
riferimento
insostituibile in
tutta l'opera di
Popper.
SCOPO:
La scuola nascente
dei fisici
quantistici di inizio
„900.
Abbia influenzato
profondamente il
pensiero di Popper
Ora ci interessiamo di comprendere come:
SCOPO:
Essenzialmente l'analisi di Popper in merito si sofferma su due aspetti:
1. Fisica quantistica = essenzialmente una fisica statistico-
probabilistica
Se la teoria dei quanti abbia raggiunto la verità completa e
definitiva
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
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In Popper c‟è la certezza della possibilità della conoscibilità della natura,
almeno nell'accezione potenziale del concetto di “conoscibilità”.
4. Il problema della conoscibilità della realtà
e il tentativo di una fisica probabilistica
“L'uomo di scienza deve provare con coraggio ad indovinare, a congetturare con
audacia, che aspetto abbiano queste realtà più interne.”
(Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze sociali e
altri saggi)
Compito dello scienziato, per Popper :
Cercare leggi che lo mettano in grado di dedurre predizioni.
Convinzione che contrasta con l'accezione di molti scienziati
di inizio „900, secondo i quali:
“Là dove domina il caso, la regolarità viene esclusa, o nei casi più
fortunati è reinserita nella trattazione solo attraverso uno studio
probabilistico dei fenomeni.”
(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)
Elena Di
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Seminario 4/7
Giugno „10
284. Il problema della conoscibilità della realtà
e il tentativo di una fisica probabilistica
La stima probabilistica conduce lo scienziato all'abbandono delle
leggi di precisione e del principio di causalità
Problema ulteriore: “Le stime probabilistiche non sono falsificabili,
non essendo facilmente applicabile loro il suo criterio di demarcazione
(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)
“Il mondo è o non è regolato da leggi rigorose?”
(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)
“Lo scienziato deve rimanere interessato alla verità, o almeno alla migliore
approssimazione di essa; la teoria non è per lui soltanto uno strumento bensì
qualcosa in più”.
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
Visione opposta a Popper:
Ora è possibile tracciare un'immagine, un modello o un meccanismo
del fenomeno in questione; ma non comprendere una teoria nella sua interezza.
Criticando quegli scienziati convinti che comprendere una teoria ha oramai fatto il suo tempo
e che ora sia possibile solamente tracciare un'immagine, un modello o un meccanismo del
fenomeno in questione, il pensiero popperiano non rinuncia alla ricerca delle leggi e addita
quest'atteggiamento in quanto rischia di azzoppare la scienza e restringere notevolmente i
quesiti che questa è in grado di porsi.
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
294. Il problema della conoscibilità della realtà
e il tentativo di una fisica probabilistica
Per Popper la nascente fisica probabilistica è fortemente legata a questa
nuova demarcazione del perimetro della conoscenza scientifica.
Heisenberg- 1927- Relazioni di incertezza o
principio di indeterminazione.
La fisica quantistica
È essenzialmente una fisica probabilistica,
in quanto non potendo conoscere precisamente
posizione e quantità di moto delle particelle
assegna alle varie possibilità una probabilità.
Popper sostiene infatti che:
“Se potessimo essere certi delle nostre affermazioni circa queste osservabili non
avremmo bisogno di ricorrere alle probabilità”.
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica).
Per Popper la fisica quantistica e tutti i suoi sforzi di formalizzazione vanno quindi
compresi alla luce di un'irriducibile barriera della nostra conoscenza che i fisici di inizio
secolo si rassegnano ad ammettere.
Elena Di
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Seminario 4/7
Giugno „10
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L'intento del tutto nuovo della fisica quantistica:
Fornire le probabilità dei risultati post misurazioni sui sistemi ad un tempo t fissato.
4. Il problema della conoscibilità della realtà
e il tentativo di una fisica probabilistica
“E non determinare ciò che in realtà è, o si muove, nello spazio-tempo del
sistema.”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili).
Per Einstein i fisici quantistici avessero in qualche modo
definito il limite conoscitivo oltre il quale la nostra
comprensione non poteva penetrare.
•Problema dell‟atto di rinuncia
•Teorie come caratterizzazione matematica di ciò che in realtà
possiamo conoscere di un sistema.
Traduzione matematica della rinuncia:
Passaggio dalle formule di moto classiche di Newton alla
formulazione statistica di Bohr.
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Seminario 4/7
Giugno „10
31
Formulazione statistica di Bohr:
4. Il problema della conoscibilità della realtà
e il tentativo di una fisica probabilistica
La funzione dello spazio e del tempo, che descrive matematicamente lo stato di un
sistema quantistico, indicata con la lettera greca psi, è determinata come
soluzione dell'equazione di Schrödinger.
intervallo di tempo
volume
modulo quadro della
funzione d‟onda, ossia la
densità di probabilità
di Bohr
Abbiamo la probabilità che una data particella
si trovi nel volume in un certo intervallo di tempo
Accettare questa teoria equivaleva quindi ad accettare che:
“Invece della modellazione degli eventi spaziotemporali reali, fossero fornite
solamente le distribuzioni probabilistiche delle possibili misure nel tempo.”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
Difese e risposte alle critiche di Einstein da parte di Bohr e Heisenberg.
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
324. Il problema della conoscibilità della realtà
e il tentativo di una fisica probabilistica
Risoluzione di Einstein della disputa con la scuola dei fisici quantistici:
“A mio avviso ogni uomo è libero di scegliere la direzione del proprio sforzo e di
trarre conforto dalle meravigliose parole di Lessing secondo cui la ricerca della
verità è più preziosa del suo possesso”
(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
Breve parentesi sul problema dell'osservatore nell‟esperimento quantistico
(Lo stesso Bohr si interessò a lungo dell'interazione tra strumenti di misura e oggetto
da misurare)
Popper tenta un forte ridimensionamento del problema
“L'ingerenza dello scienziato nella preparazione di un esperimento o della sua
interpretazione scientifica sono ovviamente guidate dalla teoria; sono invenzioni
o prodotti della conoscenza dell'uomo di scienza, quindi, in quanto tali, sono
ineliminabili dall'esperimento stesso. Ma questo non ha nulla a che fare con
l'intrusione dell'osservatore o del soggetto nella fisica”.
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
Percorso interessante di analisi “Relazione soggetto esperimento”:
In Galileo, Popper e i fisici quantistici.
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
334. La teoria dei quanti come teoria della
“fine della strada”
Altro aspetto importante che colpì Popper all'interno del dibattito filosofico-scientifico di inizio
Novecento è il problema del raggiungimento della verità completa e definitiva attuato
dalla fisica quantistica.
La fisica quantistica visse tra il 1927 e il 1932 un periodo di grande fortuna
e credibilità all'interno delle comunità scientifiche dell'epoca.
Popper la definì l'epoca della “tesi della fine della strada”.
La fisica quantistica si propone come
l'ultima rivoluzione scientifica
completa e definitiva
Popper si oppone ad entrambe
queste caratterizzazioni “pur
ammirando profondamente Bohr e
Heisenberg, in quanto scienziati
straordinari e rivoluzionari”
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e
lo scisma nella fisica)
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
344. La teoria dei quanti come teoria della
“fine della strada”
Circa “il fatto che la meccanica quantistica fosse o no completa”
Einstein e Bohr disputarono una famosa discussione, che ci viene
raccontata da Popper.
In che senso va inteso il termine “completa”?
Ce ne parla lo stesso Popper :
“Dove completa va intenso come la possibilità che la meccanica quantistica
segnasse, almeno in linea di principio, la fine della strada della fisica”.
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
Anche se lo stesso Einstein riconobbe sempre la rivoluzione della fisica
quantistica come ci riporta Popper:
“Einstein affermò infatti: “Probabilmente io credo che mai fino ad ora si era
sviluppata una teoria capace di fornire un mezzo per interpretare e calcolare un
complesso così eterogeneo di fenomeni dell'esperienza, come la meccanica
quantistica”.
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
La posizione di Popper in merito è chiara e coincide con quella einsteiniana:
“Il problema posto da Einstein era se la fisica quantistica fosse completa. Einstein
disse di no; Bohr di si. Non ho dubbi che avesse ragione Einstein”.
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
354. La teoria dei quanti come teoria della
“fine della strada”
Heisenberg rimprovererà ad Einstein la sua “incapacità di
riconoscere alla meccanica quantistica il suo carattere di
rappresentazione finale e completa dei fenomeni”
Ma Einstein, come Popper osserva nel suo poscritto (“La
teoria dei quanti e lo scisma nella fisica”), non poteva
accettare, neanche in ultima istanza, che la teoria dei quanti
fosse eretta a base omogenea ed unica della fisica, poiché
intrinsecamente incompleta
Così Einstein sintetizza il motivo di questa incompletezza della fisica quantistica:
“Einstein affermò infatti: “Io credo che la rappresentazione quantistica non sia
nient'altro che il prodotto di un'interpretazione statistica della natura e quindi
un'interpretazione incompleta delle sue stesse leggi”.
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
365. Tentando delle conclusioni
Il crollo dell'autoritarismo del meccanicismo classico,
avvenuto tra 1800 e 1900
• Crisi dell'ideale scientifico di Episteme
• “Si era rivelato solamente un idolo”,
(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)
Ogni asserzione scientifica deve rimanere necessariamente un
“profondo stato di tentativo”
(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
Abbiamo analizzato l‟approccio di
•Einstein
•Fisici quantistici
La scienza cade in errore, per Popper, proprio nel momento
in cui ambisce ad essere quella giusta o quella definitiva
(Popper e “l'ortodossia quantistica degli anni '30).
• La caratterizzazione popperiana dell'uomo di scienza è,
piuttosto, quella di colui che “non ambisce al possesso della
conoscenza quanto piuttosto alla ricerca critica, persistente e
inquieta della verità” (Popper, 1959, Logica della scoperta
scientifica).
•La figura emblematica di Einstein, figura di sintesi della
concezione popperiana di modestia intellettuale e pensiero
critico e mosso da uno sforzo scientifico perpetuo.
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
375. Tentando delle conclusioni
- Dove conduce l'analisi svolta fin ora?
- Cosa emerge dalle considerazioni esposte sulla conoscibilità
della natura e sul ruolo dell'uomo di scienza ad inizio „900?
-A cosa porta questo disincanto e questa “instabilità delle
teorie scientifiche” di cui Popper tenta di persuaderci?
Nell‟ idea dello sforzo
scientifico perpetuo
Nell‟idea di un progresso
scientifico asintotico
Nell‟anelito alto e sempre
irrisolto di comprensione
effettiva della natura
•Albert Einstein
•Karl Popper
•che tende all'infinito
•che ambisce a
scoprire problemi
sempre nuovi, più
generali, più profondi
(sottoponibili a controlli
sempre rinnovati e
rigorosi)
•NO rassegnazione di
fronte al crollo delle
certezze scientifiche
•NO al superamento di
tale crisi attraverso
teorie probabilistiche o
statistiche.
Io credo che la
risposta a questi
interrogativi
risieda
Elena Di
Bernardino
Seminario 4/7
Giugno „10
Bibliografia: 38

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  • 1. Il cammino della scienza nella visione di Popper, in relazione alla crisi della Fisica e delle altre scienze di inizio Novecento. Facoltà di Ingegneria dei Sistemi- Politecnico Milano Prof.ssa Viola Schiaffonati - A.A. 2009 - 2010 Elena Di Bernardino - Seminario 4/7 Giugno 2010 Heisenberg (1901-1976) e Bohr (1885-1962) Newton (1643-1727) Popper (1902-1994) Einstein (1879-1955) Einstein e Lorentz (1853 –1928)
  • 3. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 Passaggio dalla meccanica newtoniana alla teoria della relatività einsteiniana. XX secolo – Hanno luogo alcune delle più grandi e radicali rivoluzioni della storia della scienza. 1. Introduzione Idea del percorso che si seguirà: 2. Un quadro della situazione della scienza ad inizio „900 Lo scienziato e il suo intervento circa i fondamenti della scienza: Albert Einstein e Popper, K. R. 3. Rivoluzione scientifica di inizio „900 Crisi del fondamento della conoscibilità della realtà. 4. Relazioni tra pensiero di Popper/Einstein e sviluppo della quantistica di inizio Novecento Problematiche filosofico- epistemologiche Visione probabilistica della realtà Teoria dei quanti come teoria fisica finale 3 “Oggi la fisica è in crisi” (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella Fisica in Poscritto alla Logica della scoperta scientifica)
  • 4. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 41. Introduzione: idea del percorso che si seguirà Parola greca Epistéme: conoscenza certa e incontrovertibile. Sotto le macerie della crisi delle scienze Popper intuisce un “tesoro”: - Sforzo conoscitivo sempre crescente e mutante dell'uomo di scienza - Disfacimento dell'autoritarismo della scienza E‟ per Popper l'inizio di un nuovo cammino della Scienza lontano dall'idolo della certezza assoluta e tutto proteso “Verso uno scopo infinito, verso lo studio di problemi sempre nuovi, più generali, più profondi e sottoposti a controlli sempre più rigorosi”. (Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica) Tensione dello scienziato ad un‟approssimazione, sempre migliore, della realtà con i suoi modelli e le sue teorie empiriche.
  • 5. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 2. Rapido excursus della crisi della fisica classica di inizio Novecento 5 Inizio 1800: Il problema della luce come ONDA (Ne seguirono tutte le teorie sull'etere, che verranno superate definitivamente solo dalla teoria della relatività ristretta di A. Einstein nel 1905). In seguito esperimenti sui magneti portarono, grazie all‟opera di Faraday, ad un concetto fisico del tutto nuovo: l'idea di campo. Crisi del Meccanicismo Newtoniano Erroneamente eretto a teoria in grado di spiegare tutta la realtà, in ogni suo aspetto. Come Einstein stesso afferma: “I fisici si rassegnarono a rinunciare all'idea di un fondamento meccanicistico della realtà” ed ancora: “La teoria del campo elettrico di Faraday e Maxwell rappresenta probabilmente la più profonda trasformazione subita dai fondamenti della fisica dopo Newton.” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili) Fino alla metà del 1800 il modello dominante e comunemente accettato era stato quello meccanicistico-corpuscolare di Newton.
  • 6. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 2. Rapido excursus della crisi della fisica classica di inizio Novecento Periodo di transizione e lavoro di H.A. Lorentz: Tentativo di conciliare la teoria di Newton con quella di Maxwell: La convivenza, che sembrava possibile fino alla fine dell„800, tra le leggi della meccanica classica e il concetto di campo, sviluppato nelle teorie elettromagnetiche, risultò, ad inizio Novecento, sempre più complessa e densa di contraddizioni. “Le particelle elementari seguono la legge newtoniana del moto del punto materiale. Questa è la base sulla quale Lorentz ottenne la sua sintesi tra la meccanica di Newton e la teoria di campo di Maxwell. Il punto debole della sua teoria sta nel fatto che essa tenta di determinare i fenomeni attraverso combinazioni di equazioni differenziali alle derivate parziali (le equazioni di campo di Maxwell) e equazioni differenziali ordinarie (equazioni di moto per il punto materiale) e questo metodo è ovviamente innaturale.” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili) Equazione del moto di Newton (per corpi di massa costante) in cui la forza istantanea rappresenta la derivata della quantità di moto rispetto al tempo 6
  • 7. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 2. Rapido excursus della crisi della fisica classica di inizio Novecento 7 1900 -1930: questa crisi sfocia nella nascita-sviluppo del Paradigma quanto - relativistico duplice accezione kuhniana del termine PARADIGMA: - In un senso ampio può essere visto come una serie di idee e metodi d'analisi che combinati insieme possono restituirci una certa visione del mondo e un certo modo di fare scienza. - In un'accezione ristretta assume la connotazione di modello come le leggi di Newton o la teoria di Mendel. (dal Godfrey-Smith) Ossia nella nascita indipendente delle teorie della relatività e della meccanica quantistica “Lo sviluppo della scienza durante il XX secolo è caratterizzato da due sistemi teorici essenzialmente indipendenti l'uno dall'altro: la teoria della relatività e la teoria dei quanti.” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili) Attenzione a non sottovalutare le complessità del rapporto tra queste due nuove teorie siche, rapporto che fu tutt'altro che semplice, poiché mancò in molti aspetti di unità e coerenza. Il problema einsteiniano della Teoria del Tutto- “Theory of Everything” .)
  • 8. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 82. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l‟indagine scientifica Nel periodo della crisi le esigenze si mostrarono per così dire duplici: Spronare una rivoluzione Scientifica (vari ambiti:studio dell'atomo, fisica, astronomia, geometria) Tentare una comprensione delle cause di questa crisi “In generale non è compito diretto dell'uomo di scienza filosofare ma certamente diventa inevitabile in un'epoca in cui, come in quella attuale, gli stessi fondamenti della fisica sono diventati problematici. In un'epoca, come la presente, in cui l'esperienza ci obbliga a cercare un nuovo più solido fondamento, il fisico non può semplicemente lasciare al filosofo la considerazione critica dei fondamenti teorici.” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili) Perché il fisico si trova in prima linea? Perché egli è chiamato ad esporsi direttamente circa i fondamenti teorici della sua disciplina? “Egli possiede la capacità di sentire dove la scarpa fa male.” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
  • 9. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 92. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l‟indagine scientifica L‟esempio della scarpa di Einstein : Lo scienziato dovrà comprendere dove una teoria può rivelarsi più fallace: Esaminare gli aspetti tecnici delle sue teorie Interrogarsi circa la loro effettiva capacità di spiegare il reale Dietro queste idee si celano nuove vocazioni dello scienziato: •Necessità di tradurre il complesso libro della natura •Disincanto verso la semplice e incondizionata osservazione del mondo; contro un'ottica baconiana - “osservazionismo” (*) •Lo scienziato ha un compito articolato che deve inglobare anche un forte desiderio di comprensione della realtà Lo scienziato popperiano ed einsteiniano ha un anelito di profonda comprensione. (*) Popper definisce così il dogma di Francesco Bacone che aveva condotto alla convinzione che l'osservazione pura della Natura, priva di un pensiero teorico alla base, potesse portarne alla totale conoscenza. “Non teorizzate”, diceva spesso Bacone, “ma aprite gli occhi e osservate senza pregiudizio.”
  • 10. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 102. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l‟indagine scientifica Popper promotore di un nuovo ruolo della scienza: Nuova interpretazione e nuova caratterizzazione della scienza Alla luce delle rivoluzioni scientifiche di quegli anni, la scienza: Non può più essere intesa come un sistema di asserzioni certe e di conquiste consolidate e inattaccabili Rifiuto: scopo della scienza sia fornire risposte definitive Scorretta, d'altronde, una sostituzione della verità scientifica con un approccio probabilistico ai fenomeni reali Rifiuto: scopo della scienza sia fornire risposte probabili “Piuttosto il vero progresso della scienza tende verso uno scopo infinito, potremmo dire asintotico.” (Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica) Passaggio a teorie man mano meglio corroborabili (in grado di superare maggiori e più forti test critici) e che contengano le precedenti teorie, o almeno delle loro buone approssimazioni.
  • 11. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 2. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l‟indagine scientifica “Le teorie sono reti gettate per catturare quello che noi chiamiamo “il mondo”: per razionalizzarlo, per spiegarlo, per dominarlo. Ci sforziamo di rendere la trama sempre più sottile.” (Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica) Popper: da un lato è compito dello scienziato prendersi rischi formulando congetture anche ardite (non in probabilità), dall‟altro nel continuo approccio critico che la scienza deve avere, basato sulla ricerca nella realtà, di contro esempi alle teorie. “Non bisognerà concludere quindi che la scienza è in grado di fare solo il lavoro di Penelope, di innalzare costruzioni effimere che deve ben presto demolire da cima a fondo con le sue stesse mani.” (Poincaré, 1905, Le valeur de la Science.) Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 11 Punto di vista alternativo ed antagonista: Alla possibilità di valutazione delle ipotesi come asserzioni vere o false Popper contrappone l'idea di corroborazione di una teoria. “Una teoria diremo che è corroborata finché regge a controlli.” Egli parla anche di gradi di corroborazione in funzione sia del numero di casi che corroborano una teoria sia, soprattutto, in funzione della severità dei controlli a cui la teoria è stata sottoposta.
  • 12. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 122. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l‟indagine scientifica Esempio emblematico del cammino della scienza con un livello di universalità sempre più alto: Passaggio dalla teoria di Newton a quella della relatività di Einstein Falsificazionismo popperiano è influenzato dalla figura di Einstein (Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Dalla rivoluzione einsteiniana Popper trae un esempio brillante del suo criterio di demarcazione tra: Una teoria scientifica (nell‟accezione di teoria della scienza empirica) Una teoria che si arroga il titolo di “scientifica” senza possederne i requisiti (psicoanalisi di Freud o la teoria marxista della “storia come storia della lotta di classe”). “In vero, credo che sia stata proprio la teoria di Einstein che mi ha condotto ad occuparmi di filosofia della scienza” (Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze sociali e altri saggi)
  • 13. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 2. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l‟indagine scientifica 13 Criterio di demarcazione (o criterio di falsicicabilità o criterio di confutabilità) Non implica che le teorie inconfutabili siano false Non implica che le teorie inconfutabili siano prive di significato “Ma implica che, finché non possiamo dare una descrizione di una possibile confutazione della teoria, allora quella teoria è al di là della scienza empirica.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Einstein seppe, secondo Popper, rispondere alla domanda: Sotto quali condizioni devo ammettere che la mia teoria è insostenibile? • Predice delle deviazioni dalle orbite dei pianeti di Keplero Teoria della gravitazione di Newton • E‟ “altamente controllabile” perché predice delle deviazioni planetarie dalle orbite di Newton (Esperimento di Eddington, durante l'eclissi del 1919) Teoria della relatività di Einstein
  • 14. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 3. Il passaggio dalla fisica di Newton alla relatività di Einstein 14 Le teorie possono non solo essere migliorate ma anche falsificate da un momento all'altro: problema del “controllo imminente”. “Dobbiamo quindi imparare una lezione: non possiamo mai sapere quale sarà la prossima parte della scienza che dovrà essere sottoposta a revisione.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Problema molto discusso (vedi intervento di Poincaré): una teoria vecchia può essere demolita e di colpo sostituita con un grattacielo, solo dopo un esperimento che non rientra nella sue effettive previsioni? Popper parla di “tentativo di comprensione del grado di corroborazione di una teoria scientifica” (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica) Definizione del livello al quale un'ipotesi può provare il proprio valore e il proprio grado di verità. Passaggio non è composto di bianchi e neri ma piuttosto di “ampie gamme di grigi”
  • 15. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 153. L'aspettazione disillusa e l'incipit di una teoria scientifica Nascita di una teoria scientifica attraverso “aspettazione disillusa” problema da risolvere “Qualche volta, mentre scendiamo una scala, ci accade di scoprire improvvisamente che ci aspettavamo un altro scalino (che non c'è), o al contrario, che non ci aspettavamo nessun altro scalino, ed invece ce n'è ancora uno.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Metafora popperiana della scala: Problema delle aspettazioni inconsce. Uomini “animali ideologici”, più che semplici “animali razionali”.
  • 16. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 3. L'aspettazione disillusa e l'incipit di una teoria scientifica 16 Conseguenza di queste piccole discontinuità Nascita di un quesito Nascita di un problema: E' l'incipit della ricerca scientifica, è la fase del dubbio che dà vita al tentativo di formulazione di una teoria Si hanno quindi, nella visione popperiana della scienza: “fase della nascita del problema” “tentativo di risoluzione con la formulazione di una qualche teoria” “discussione critica della teoria e suo miglioramento” “Problemi – teorie – critiche.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Si struttura così il modo di procedere della scienza razionale:
  • 17. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 173. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano Popper e la sopravvalutazione del “Problema della verificazione di una teoria” “Einstein stesso non riteneva che la sua teoria della relatività generale fosse vera anche se credeva che costituisse un'approssimazione migliore di quella rappresentata dalla teoria di Newton.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Einstein difese in molti agoni le sue teorie della relatività, ma: si astenne sempre dal definirle vere ed accettate mai nessuna delle sue teorie come una svolta definitiva Nei suoi scritti, si trovano caratterizzazioni delle sue teorie del tipo “mi sembra una buona approssimazione di …” oppure “seppur questa mia teoria appaia insoddisfacente in alcuni suoi aspetti …” o ancora “la mia teoria della relatività, sebbene effimera nel suo complesso …” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)
  • 18. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 183. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano “L'epoca dell‟autoritarismo della scienza è passata, e io credo per sempre, grazie proprio alla rivoluzione einsteiniana.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Einstein non tramutò mai la sua scienza nell'impossibilità di conoscenza della realtà: “Scopo principale della scienza rimane infatti, per Einstein, il tentativo di far corrispondere la varietà caotica della nostra esperienza sensibile ad un pensiero logicamente uniforme.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) In Einstein si condensa proprio quell'uomo di scienza aperto e critico che Popper auspica: Einstein non ridimensionò l'ambizione alta della scienza, il suo valore epistemologico potenziale della conoscenza scientifica. Einstein prese le distanze dal possibile compimento attuale di questa conoscenza scientifica nella sua totalità ed interezza. Quindi:
  • 19. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 3. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano 19 Caratteristiche che vivono in Einstein essenziali per Popper: L'ambizione alla modellazione articolata e all'indagine scientifica in grado di districare la complessa matassa del mondo. In Einstein non sbiadisce mai “la tensione tra la conoscenza e l'ignoranza” Per Einstein i teoremi devono ambire, nonostante tutto, ad essere “affermazioni circa la realtà” (Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili) “Noi non sappiamo se questa spinta di conoscenza si concretizzerà mai in un sistema concluso oppure no. Di fronte a questa questione si è inclini a rispondere negativamente. Pur lottando in continuazione con i problemi che si presentano, tuttavia non si vorrà mai rinunciare alla speranza che questo supremo fine possa essere raggiunto con un'approssimazione altissima.” (Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili) Questo fa di Einstein un modello senza uguali nella storia della scienza con il quale Popper si relaziona continuamente.
  • 20. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 203. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano Posizione opposta all'anelito conoscitivo di Einstein, di fronte alle crisi e alle rotture di inizio „900: 1. •I fisici che confinarono, secondo Popper, la scienza a semplice congegno di computazione •teorie scientifiche rilegate ad un ruolo di strumenti e dispositivi di calcolo 2. •Teorie in cui la ricerca delle leggi è messa in disparte per l‟ incapacità della scienza di spiegare i fenomeni • Teorie in cui i fenomeni restano profondamente incomprensibili ed inconoscibili; al posto delle leggi lo scienziato andrà piuttosto a costruire le leggi in probabilità
  • 21. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 213. Il miglioramento di una teoria: sguardo sul passaggio da Newton alla relatività “Ampliamento della teoria di Newton in quella di Einstein”; Relatività come approssimazione della verità migliore di quella rappresentata dalla teoria di Newton “La teoria di relatività andava a spiegare tutto quello che era in grado di spiegare Newton e, oltre a ciò, molte cose in più, che la teoria classica sembrava non essere in grado di motivare adeguatamente.” (Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia) Relatività come necessità di edificare una teoria più potente o profonda (in grado di spiegare un maggior numero di fenomeni) la teoria di Newton resta comunque valida in contesti più limitati come caso particolare (o caso limite) della teoria di Einstein Fisica newtoniana esempio brillante dell'estensione delle teorie ad “orizzonti sempre più ampi" estensione attuata con la sua integrazione e il suo ampliamento
  • 22. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 223. Il miglioramento di una teoria: sguardo sul passaggio da Newton alla relatività Il giudizio di Popper circa la crisi della meccanica classica, a lui coeva, è del tutto nuovo: Un destino benigno e auspicabile, che la colloca in un lungo cammino di accrescimento e di progresso della scienza. Questa frattura profonda è vista come un'enorme ricchezza per il progresso scientifico Il fallimento di una teoria (in questo caso la newtoniana) diviene indispensabile per il miglioramento della scienza stessa. Nella comprensione dei problemi che suscita risiede quindi la possibilità del miglioramento della teoria stessa: “E' capire fino a che punto il sistema della meccanica classica si sia dimostrato inadeguato a servire da base per tutta la fisica.” (Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)
  • 23. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 233. Il miglioramento di una teoria: sguardo sul passaggio da Newton alla relatività Da alcune considerazioni scientifiche di Einstein (in Pensieri degli anni difficili, 1950), ecco alcuni aspetti della teoria newtoniana, alcuni “scalini inattesi” da cui nacquero molte analisi della formulazione relativistica: Problema focale: La teoria di Newton si fondava essenzialmente su due leggi Problema del carattere di assolutezza del tempo Problema della luce come movimento di punti materiali. Teoria corpuscolare e delle forze e azioni a distanza (teoria del campo) Speculazione teorica sul concetto di punto materiale (“Appare però evidente che esistano oggetti materiali che per loro natura non possano essere trattati come punti materiali”) Teoria newtoniana Descrizione quadridimensionale dei fenomeni, caratterizzata della trasformazione di Lorentz: “il tempo non risulta più essere indipendente dallo spazio e dal moto”
  • 24. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 3. Il miglioramento di una teoria: sguardo sul passaggio da Newton alla relatività 24 Legge di gravitazione universale: Legge di moto (principio della dinamica) : La teoria di Newton si fondava essenzialmente su due leggi, che ne ricoprono un ruolo centrale: “Nelle leggi della meccanica classica c'è un punto insoddisfacente , e cioè il fatto che la stessa costante di massa, m, compare due volte in due vesti differenti, vale a dire come massa inerziale nella legge del moto e come massa gravitazionale nella legge della gravitazione ..[…] … queste due leggi non fanno altro che spostare tutto il problema all'individuazione delle forze agenti, in particolare di quelle agenti a distanza, senza però risolverlo nella sua interezza” (Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili) Sull'analogia tra queste due formule Einstein lavorò molto, tanto che potremo definirla “l'aspettazione disillusa” da cui scaturì parte della sua teoria generale della Relatività.
  • 25. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 3. Il miglioramento di una teoria: sguardo sul passaggio da Newton alla relatività 25 Con ciò Einstein si inserisce in quello che è stato definito il problema della spiegazione causale (problema di Kuhn- “Causal Explanation”) General Scholium, nella seconda edizione dei Principia (1713). Ecco la traduzione del brano contenente questa famosa annotazione: “Non sono ancora stato in grado di scoprire la ragione di queste proprietà, della gravità di fenomeni, e non voglio fingere ipotesi. Qualunque cosa che non venga dedotta dalla fenomeni deve essere definita come una ipotesi, e le ipotesi, siano esse metafisiche o fisiche, o tratte in base a qualità occulte, o meccaniche, non hanno posto nella filosofia sperimentale. In questa particolare filosofia le proposizioni sono dedotte da fenomeni, e successivamente rese generali per induzione.” Saldatura tra relatività e teoria classica-newtoniana si ritrova in fenomeni con velocità molto inferiori a quelle della luce In tal senso la relatività va intesa quindi come un “miglioramento” secondo Popper, della fisica classica. =Possibilità che una teoria scientifica spieghi il senso causale di ciò che accade, oltre che esibirne una modellazione matematica.
  • 26. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 4. Popper e l‟indagine sui fondamenti della teoria dei quanti 26 Fin qui si è tentata una rappresentazione delle relazioni tra il pensiero di Popper e quello di Einstein. La nascente teoria della relatività Sia stata un riferimento insostituibile in tutta l'opera di Popper. SCOPO: La scuola nascente dei fisici quantistici di inizio „900. Abbia influenzato profondamente il pensiero di Popper Ora ci interessiamo di comprendere come: SCOPO: Essenzialmente l'analisi di Popper in merito si sofferma su due aspetti: 1. Fisica quantistica = essenzialmente una fisica statistico- probabilistica Se la teoria dei quanti abbia raggiunto la verità completa e definitiva
  • 27. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 27 In Popper c‟è la certezza della possibilità della conoscibilità della natura, almeno nell'accezione potenziale del concetto di “conoscibilità”. 4. Il problema della conoscibilità della realtà e il tentativo di una fisica probabilistica “L'uomo di scienza deve provare con coraggio ad indovinare, a congetturare con audacia, che aspetto abbiano queste realtà più interne.” (Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze sociali e altri saggi) Compito dello scienziato, per Popper : Cercare leggi che lo mettano in grado di dedurre predizioni. Convinzione che contrasta con l'accezione di molti scienziati di inizio „900, secondo i quali: “Là dove domina il caso, la regolarità viene esclusa, o nei casi più fortunati è reinserita nella trattazione solo attraverso uno studio probabilistico dei fenomeni.” (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)
  • 28. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 284. Il problema della conoscibilità della realtà e il tentativo di una fisica probabilistica La stima probabilistica conduce lo scienziato all'abbandono delle leggi di precisione e del principio di causalità Problema ulteriore: “Le stime probabilistiche non sono falsificabili, non essendo facilmente applicabile loro il suo criterio di demarcazione (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica) “Il mondo è o non è regolato da leggi rigorose?” (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica) “Lo scienziato deve rimanere interessato alla verità, o almeno alla migliore approssimazione di essa; la teoria non è per lui soltanto uno strumento bensì qualcosa in più”. (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica) Visione opposta a Popper: Ora è possibile tracciare un'immagine, un modello o un meccanismo del fenomeno in questione; ma non comprendere una teoria nella sua interezza. Criticando quegli scienziati convinti che comprendere una teoria ha oramai fatto il suo tempo e che ora sia possibile solamente tracciare un'immagine, un modello o un meccanismo del fenomeno in questione, il pensiero popperiano non rinuncia alla ricerca delle leggi e addita quest'atteggiamento in quanto rischia di azzoppare la scienza e restringere notevolmente i quesiti che questa è in grado di porsi.
  • 29. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 294. Il problema della conoscibilità della realtà e il tentativo di una fisica probabilistica Per Popper la nascente fisica probabilistica è fortemente legata a questa nuova demarcazione del perimetro della conoscenza scientifica. Heisenberg- 1927- Relazioni di incertezza o principio di indeterminazione. La fisica quantistica È essenzialmente una fisica probabilistica, in quanto non potendo conoscere precisamente posizione e quantità di moto delle particelle assegna alle varie possibilità una probabilità. Popper sostiene infatti che: “Se potessimo essere certi delle nostre affermazioni circa queste osservabili non avremmo bisogno di ricorrere alle probabilità”. (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica). Per Popper la fisica quantistica e tutti i suoi sforzi di formalizzazione vanno quindi compresi alla luce di un'irriducibile barriera della nostra conoscenza che i fisici di inizio secolo si rassegnano ad ammettere.
  • 30. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 30 L'intento del tutto nuovo della fisica quantistica: Fornire le probabilità dei risultati post misurazioni sui sistemi ad un tempo t fissato. 4. Il problema della conoscibilità della realtà e il tentativo di una fisica probabilistica “E non determinare ciò che in realtà è, o si muove, nello spazio-tempo del sistema.” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili). Per Einstein i fisici quantistici avessero in qualche modo definito il limite conoscitivo oltre il quale la nostra comprensione non poteva penetrare. •Problema dell‟atto di rinuncia •Teorie come caratterizzazione matematica di ciò che in realtà possiamo conoscere di un sistema. Traduzione matematica della rinuncia: Passaggio dalle formule di moto classiche di Newton alla formulazione statistica di Bohr.
  • 31. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 31 Formulazione statistica di Bohr: 4. Il problema della conoscibilità della realtà e il tentativo di una fisica probabilistica La funzione dello spazio e del tempo, che descrive matematicamente lo stato di un sistema quantistico, indicata con la lettera greca psi, è determinata come soluzione dell'equazione di Schrödinger. intervallo di tempo volume modulo quadro della funzione d‟onda, ossia la densità di probabilità di Bohr Abbiamo la probabilità che una data particella si trovi nel volume in un certo intervallo di tempo Accettare questa teoria equivaleva quindi ad accettare che: “Invece della modellazione degli eventi spaziotemporali reali, fossero fornite solamente le distribuzioni probabilistiche delle possibili misure nel tempo.” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili) Difese e risposte alle critiche di Einstein da parte di Bohr e Heisenberg.
  • 32. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 324. Il problema della conoscibilità della realtà e il tentativo di una fisica probabilistica Risoluzione di Einstein della disputa con la scuola dei fisici quantistici: “A mio avviso ogni uomo è libero di scegliere la direzione del proprio sforzo e di trarre conforto dalle meravigliose parole di Lessing secondo cui la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso” (Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili) Breve parentesi sul problema dell'osservatore nell‟esperimento quantistico (Lo stesso Bohr si interessò a lungo dell'interazione tra strumenti di misura e oggetto da misurare) Popper tenta un forte ridimensionamento del problema “L'ingerenza dello scienziato nella preparazione di un esperimento o della sua interpretazione scientifica sono ovviamente guidate dalla teoria; sono invenzioni o prodotti della conoscenza dell'uomo di scienza, quindi, in quanto tali, sono ineliminabili dall'esperimento stesso. Ma questo non ha nulla a che fare con l'intrusione dell'osservatore o del soggetto nella fisica”. (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica) Percorso interessante di analisi “Relazione soggetto esperimento”: In Galileo, Popper e i fisici quantistici.
  • 33. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 334. La teoria dei quanti come teoria della “fine della strada” Altro aspetto importante che colpì Popper all'interno del dibattito filosofico-scientifico di inizio Novecento è il problema del raggiungimento della verità completa e definitiva attuato dalla fisica quantistica. La fisica quantistica visse tra il 1927 e il 1932 un periodo di grande fortuna e credibilità all'interno delle comunità scientifiche dell'epoca. Popper la definì l'epoca della “tesi della fine della strada”. La fisica quantistica si propone come l'ultima rivoluzione scientifica completa e definitiva Popper si oppone ad entrambe queste caratterizzazioni “pur ammirando profondamente Bohr e Heisenberg, in quanto scienziati straordinari e rivoluzionari” (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
  • 34. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 344. La teoria dei quanti come teoria della “fine della strada” Circa “il fatto che la meccanica quantistica fosse o no completa” Einstein e Bohr disputarono una famosa discussione, che ci viene raccontata da Popper. In che senso va inteso il termine “completa”? Ce ne parla lo stesso Popper : “Dove completa va intenso come la possibilità che la meccanica quantistica segnasse, almeno in linea di principio, la fine della strada della fisica”. (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica) Anche se lo stesso Einstein riconobbe sempre la rivoluzione della fisica quantistica come ci riporta Popper: “Einstein affermò infatti: “Probabilmente io credo che mai fino ad ora si era sviluppata una teoria capace di fornire un mezzo per interpretare e calcolare un complesso così eterogeneo di fenomeni dell'esperienza, come la meccanica quantistica”. (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica) La posizione di Popper in merito è chiara e coincide con quella einsteiniana: “Il problema posto da Einstein era se la fisica quantistica fosse completa. Einstein disse di no; Bohr di si. Non ho dubbi che avesse ragione Einstein”. (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
  • 35. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 354. La teoria dei quanti come teoria della “fine della strada” Heisenberg rimprovererà ad Einstein la sua “incapacità di riconoscere alla meccanica quantistica il suo carattere di rappresentazione finale e completa dei fenomeni” Ma Einstein, come Popper osserva nel suo poscritto (“La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica”), non poteva accettare, neanche in ultima istanza, che la teoria dei quanti fosse eretta a base omogenea ed unica della fisica, poiché intrinsecamente incompleta Così Einstein sintetizza il motivo di questa incompletezza della fisica quantistica: “Einstein affermò infatti: “Io credo che la rappresentazione quantistica non sia nient'altro che il prodotto di un'interpretazione statistica della natura e quindi un'interpretazione incompleta delle sue stesse leggi”. (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)
  • 36. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 365. Tentando delle conclusioni Il crollo dell'autoritarismo del meccanicismo classico, avvenuto tra 1800 e 1900 • Crisi dell'ideale scientifico di Episteme • “Si era rivelato solamente un idolo”, (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica) Ogni asserzione scientifica deve rimanere necessariamente un “profondo stato di tentativo” (Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica) Abbiamo analizzato l‟approccio di •Einstein •Fisici quantistici La scienza cade in errore, per Popper, proprio nel momento in cui ambisce ad essere quella giusta o quella definitiva (Popper e “l'ortodossia quantistica degli anni '30). • La caratterizzazione popperiana dell'uomo di scienza è, piuttosto, quella di colui che “non ambisce al possesso della conoscenza quanto piuttosto alla ricerca critica, persistente e inquieta della verità” (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica). •La figura emblematica di Einstein, figura di sintesi della concezione popperiana di modestia intellettuale e pensiero critico e mosso da uno sforzo scientifico perpetuo.
  • 37. Elena Di Bernardino Seminario 4/7 Giugno „10 375. Tentando delle conclusioni - Dove conduce l'analisi svolta fin ora? - Cosa emerge dalle considerazioni esposte sulla conoscibilità della natura e sul ruolo dell'uomo di scienza ad inizio „900? -A cosa porta questo disincanto e questa “instabilità delle teorie scientifiche” di cui Popper tenta di persuaderci? Nell‟ idea dello sforzo scientifico perpetuo Nell‟idea di un progresso scientifico asintotico Nell‟anelito alto e sempre irrisolto di comprensione effettiva della natura •Albert Einstein •Karl Popper •che tende all'infinito •che ambisce a scoprire problemi sempre nuovi, più generali, più profondi (sottoponibili a controlli sempre rinnovati e rigorosi) •NO rassegnazione di fronte al crollo delle certezze scientifiche •NO al superamento di tale crisi attraverso teorie probabilistiche o statistiche. Io credo che la risposta a questi interrogativi risieda