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PERSONALITA’
E DEPRESSIONE
Perché???
 Identificazione di sottogruppi più omogenei
 Identificare individui a rischio
 Trattamento individualizzato e previsione di risposta
al trattamento
2
3
Modello dinamico
 I modelli precedenti considerano i tratti di
personalità come stabili
 In realtà la personalità è dinamica (è plastica
nell’infanzia e si modifica per tutto il corso della vita)
 Es., modello della predisposizione dinamico:
 Temperamento = livello di rischio di base
 Successive esperienze modificano la predisposizione della
personalità alla depressione e ciò può portare a
confrontarsi con stress aggiuntivi; questo circolo vizioso si
perpetua ed un evento di vita stressante può portare alla
manifestazione depressiva 4
Modello dinamico
5
TEMPERAMENTO
ESPERIENZE STRESSANTI
PERSONALITA’
MODIFICATA
Questioni metodologiche
 Disegno degli studi
 Eterogeneità del Disturbo Depressivo (non indica
necessariamente eterogeneita’ di cause, può indicare
patoplasticità)
 Specifica diagnosi (es., disturbo depressivo maggiore, distimia)
 Tipo (es., psicotico, melanconico, atipico)
 Caratteristiche cliniche (onset, ricorrenza, cronicità)
 Comorbidità
 Assessment della personalità
 Questionari
 Interviste
 Osservazione
6
Temperamento affettivo
 Molti pazienti affetti da disturbo dell’umore, e i loro familiari,
dimostravano specifici tratti premorbosi di personalità che
sembravano versioni attenuate del disturbo
Kraepelin, 1921
Schneider, 1958
 Sulla base di queste descrizioni, Akiskal propose criteri formali
per le tipologie di temperamento affettivo
Akiskal (1989)
 Il lavoro di Akiskal ha gettato le basi per l’inclusione del
temperamento depressivo come disturbo di personalità
nell’appendice del DSM-IV
7
Disturbo depressivo di personalità
 O “temperamento depressivo” o “personalità depressiva”
 Introversione, passività e non assertività
 Tristezza
 Autocritica
 Pessimismo, colpa e rimorso
 Critica e giudizi nei confronti degli altri
 Coscenziosità ed autodisciplina
 Propensione alla preoccupazione
 Senso di inadeguatezza e bassa autostima
8
Disturbo depressivo di personalità
 Studi su gemelli e familiari
 Modelli della causa comune e del continuum/spectrum
 Studi prospettici longitudinali  tratti di disturbo
depressivo di personalità precedono l’onset del disturbo
depressivo maggiore/distimia
 Modello del precursore
 La personalità depressiva è associata alle forme croniche di
depressione
9
Disturbo depressivo di personalità
 Adolescenti con elevati tratti di personalità depressiva
mostrano un aumento dei sintomi depressivi 12 mesi
dopo
 Modello della predisposizione
 La personalità depressiva predice peggiori outcome e
risposta al trattamento
 Modello della patoplasticità
 Adolescenti con elevati sintomi depressivi mostrano un
aumento di tratti di personalità depressiva 12 mesi dopo
 Modello delle conseguenze
10
Disturbo depressivo di personalità
 E’ poco probabile che questa tipologia di personalità
rifletta processi temperamentali di base presenti
nell’infanzia, dal momento che le sue caratteristiche
comprendono processi cognitivi e interpersonali
complessi
 E’ più probabile che questa tipologia di personalità sia il
risultato intermedio che riflette l’interazione tra tratti
temperamentali di base che vengono elaborati nel corso
dello sviluppo in congiunzione con la socializzazione ed
altre influenze ambientali
11
Modello dinamico
12
TEMPERAMENTO
SOCIALIZZAZIONE E INFLUENZE AMBIENTALI
DISTURBO
DEPRESSIVO DI
PERSONALITA’
I tratti di personalità
 Non categorico ma dimensionale
13
Il modello dei 5 fattori (“big 5”)
 Clark e Watson hanno teorizzato che i disturbi depressivi
sono caratterizzati da alti livelli di Nevroticismo (N) e bassi
livelli di Estroversione (E)
Clark et al. 1994, 1999
O Openness
C Conscientiousness
E Extraversion
A Agreeableness
N Neuroticism
Estroversione
Calore emotivo
Istinto gregario
Assertività
Attività
Ricerca di eccitazione
Emozionalità positiva
Nevroticismo
Tendenza all'ansia
Ostilità rabbiosa
Tendenza alla dep.
Ansietà sociale
Impulsività
Vulnerabilità
14
Nevroticismo
Tendenza all'ansia
Ostilità rabbiosa
Tendenza alla dep.
Ansietà sociale
Impulsività
Vulnerabilità
Coscenziosità
Competenza
Ordine
Senso del dovere
Impegno per il risultato
Autodisciplina
Riflessività
15
Personalità durante e dopo un
episodio depressivo
 Molti studi hanno riportato che pazienti depressi
riportano più alti livelli di N quando sono depressi
rispetto a quando non lo sono
 Modello dei concomitanti
16
Confronto cross-sectional tra
pazienti “remitted” e controlli
 Alcuni studi hanno riportato che pazienti
precedentemente depressi riportano più bassi livelli
di E rispetto a controlli sani
 Modelli del precursore, della predisposizione e delle
conseguenze
17
Personalità prima e dopo un
episodio depressivo
 Risultati inconsistenti
 Modelli delle conseguenze
18
Personalità nei parenti di pazienti
depressi
 Risultati inconsistenti (alto N, bassa E, nessuna
differenza)
 Modelli della causa comune, del continuum/spectrum, del
precursore e della predisposizione
19
Personalità di gemelli
 Risultati positivi circa alti livelli di N e disturbo
depressivo ma non circa E
 Modelli della causa comune, del continuum/spectrum, del
precursore
20
Personalità di individui mai stati
depressi
 Risultati positivi circa alti livelli di N che
predirrebbero l’onset di un disturbo depressivo
 Modelli del precursore e della predisposizione
21
Personalità e successivo corso
della depressione
 Sia alto N che bassa E hanno effetti patoplastici sul
corso della depressione  peggior decorso e
risposta al trattamento
 Modello della patoplasticità
 Eterogeneità diagnostica (profilo di personalità come
marker di maggior severità o di un gruppo eziologicamante
distinto)
 Tipo non melanconico è caratterizzato da una maggiore
vulnerabilità negli stili di personalità rispetto al tipo
melanconico
 La depressione cronica è associata ad alto N e bassa E
rispetto a quella non cronica 22
Modello dinamico
 N interagisce con eventi di vita stressanti nel predire
l’onset depressivo
 Alti livelli di E sono un fattore protettivo che modera
gli effetti degli eventi di vita stressanti sui sintomi
depressivi
23
Modello dinamico
24
ALTO N E BASSA E
EVENTI STRESSANTI
PERSONALITA’
MODIFICATA
Riassumendo
 Alto N:
 Condivide influenze eziologiche comuni con la depressione
(modelli della causa comune, continuum/spectrum e del
precursore)
 Predice il successivo onset depressivo (modello del precursore e
della predisposizione),
 Accresce il rischio di depressione di fronte a eventi negativi
(modello della predisposizione)
 Influenza il corso della depressione (modello della patoplasticità)
 È moderatamente influenzato dalla condizione clinca (modello
dei concomitanti)
 Può essere modificato dall’esperienza di un episodio depressivo
(modello della conseguenza)
25
Riassumendo
 Il ruolo di E è meno consistente:
 E’ basso anche durante la remissione (modello del precursore o
della predisposizione)
 Influenza il corso della depressione (modello della
patoplasticità)
 Non è influenzato dalla condizione clinca (modello dei
concomitanti)
 Il ruolo di C è stato meno studiato
26
Tiene conto sia degli aspetti
biologici-costituzionali, che di
quelli socio-culturali
TEMPERAMENTO
CARATTERE
PERSONALITA’
Modello psicobiologico di Cloninger
27
PERSONALITA’
TEMPERAMENTO CARATTERE
Disposizioni innate:
emotività spontanea
livelli di energia
umore di base
Aspetti individuali legati
a:
valori individuali
condotta sociale
scopi e aspirazioni
Temperamento e Carattere
28
Temperament and
Character Inventory
(TCI)
 Novelty Seeking (NS)
 Harm Avoidance (HA)
 Reward Dependence (RD)
 Persistence (P)
 Self Directedness (SD)
 Cooperativeness (C)
 Self Trascendence (ST)
29
Harm Avoidance/Neuroticism
TCI
 Anticipatory Worry and
Pessimism
 Fear of Uncertainty
 Shyness with Strangers
 Fatigability
NEO-PI-R
 Anxiety
 Angry Hostility
 Depression
 Self-Consciousness
 Impulsiveness
 Vulnerability
30
Novelty Seeking/Extraversion
TCI
 Exploratory Excitability
 Impulsiveness
 Extravagance
 Disorderliness
NEO-PI-R
 Warmth
 Gregariousness
 Assertiveness
 Activity
 Excitement-Seeking
 Positive Emotions
31
TCI e depressione
 Harm Avoidance è positivamente correlata con N e
negativamente correlata con E
 Self-Directedness è negativamente correlata con N
 Novelty Seeking e Persistence sono positivamente
correlate con E
de Fruyt et al. 2000
 Nei depressi alta Harm Avoidance e bassa Self-
Directedness
32
Implicazioni cliniche
 Prevenzione  fattore di rischio su cui è possibile un
intervento, specialmente precocemente
 Risposta al trattamento (migliore se bassa N e alta C)
 Depressione più severa? Interferenza con la
compliance e con la relazione terapeutica?
33
34
1. 1148 healthy individuals
2. 144 suicide attempters
3. 76 non-suicide Mood
Disorder patients
4. 46 suicide attempters
5. 147 non-suicide Mood
Disorder patients
Samples
• ThreeThree German samples:German samples:
• TwoTwo Italian samples:Italian samples:
35
• In the German suicide attempter sample patients
were affected by:
• Mood Disorders (N=101; 70.1%)
• Schizophrenia (N=20; 13.9%)
• Borderline Personality Disorder (N=23; 16.0%)
• In the Italian sample patients presented:
• Bipolar Disorder (N=31; 67.4%)
• Recurrent Major Depression (N=15; 32.6%)
Sample Diagnoses
MD
SC
BPD
UP
BP
36
TCI traits in the German sample
37
 Cluster A — i pazienti spesso sembrano bizzarri o eccentrici
 paranoide
 schizoide
 schizotipico
 Cluster B — i pazienti possono sembrare drammatici, emotivi, o erratici
 istrionico
 narcisistico
 borderline
 antisociae
 Cluster C — i pazienti si presentano come ansiosi o impauriti
 evitante
 dipendente
 ossessivo compulsivo
38
Asse II
 Sospetto, sfiducia, diffidenza
 Rancore
 Azioni e gesti altrui interpretati come malevoli
 La realtà non è distorta ma lo è invece il significato della realtà come essa
appare
39
Cluster A - PARANOIDE
 Emozionalità limitata e un marcato distacco nelle relazioni sociali
 Alcun interesse per le relazioni affettive o sociali
 Distaccato, autosufficiente, distratto, disinteressato, asessuato
 Spesso è condotto in terapia dai familiari
 Sentimenti e passioni verso gli altri congelati sul piano evolutivo
40
Cluster A - SCHIZOIDE
 Tentativo di stabilire relazioni diadiche esclusive in cui non vi sia alcun rischio di
abbandono
 Divisione in compartimenti delle persone in un gruppo di tutti buoni e in un
gruppo di tutti cattivi
 Diffusione d’identità
 Impulsività: abuso di sostanze, tendenza ad abbuffarsi, guida spericolata,
sessualità, aggressività e prodigalità che sfocia nello sperpero. Incapacità di
posticipare il soddisfacimento degli impulsi
 Gesti autolesivi 41
Cluster B - BORDERLINE
 Sfruttamento interpersonale
 Assenza di empatia, preoccupazione per i sentimenti dell’altro, genuino
interesse per le idee altrui
 Narcisista inconsapevole: non ha alcun tipo di consapevolezza dell’impatto che
ha sugli altri, parla come se si rivolgesse a un vasto pubblico, non si rende conto
del fatto che suscita noia, ha evidente bisogno di essere al centro
dell’attenzione e si riferisce sempre ai suoi successi
 Narcisista ipervigile: sensibile al modo in cui gli altri reagiscono nei suoi
confronti, attenzione costantemente diretta verso gli altri; ascolta gli altri
attentamente alla ricerca della pur minima reazione critica e tende a sentirsi
offeso di continuo. Profondo senso di vergogna connesso al loro segreto
desiderio di esibirsi 42
Cluster B - NARCISISTICO
 Ipersensibilità nei confronti delle critiche altrui e atteggiamenti inibitori che
esprimono inadeguatezza
 Terrorizzato dall’idea di poter essere criticato o addirittura rifiutato
 E’ inibito nelle relazioni intime perché ha il timore di essere umiliato o
ridicolizzato
 Talvolta è presente la paura di non corrispondere alle elevate aspettative verso
se stessi
 La vergogna è correlata a una valutazione del Sé come inadeguato, non
corrispondente ad uno standard interno
43
Cluster C - EVITANTE
 Eccessivo bisogno di essere accudito, che si esprime con un comportamento
sottomesso e adesivo
 Difficoltà nel prendere decisioni nella vita quotidiana e bisogno di consigli e
rassicurazioni
 Il suo bisogno di supporto e accadimento lo può spingere a compiere anche
azioni sgradevoli pur di raggiungere questo scopo
 Quando termina una relazione stretta, ne ricerca subito un’altra come fonte di
accadimento e di supporto
 Può mettere in atto anche comportamenti adattivi
44
Cluster C - DIPENDENTE
 Spesso vissuto come adattivo  successo professionale
 Le relazioni intime sono spesso vissute come minacciose perché fanno perdere il
controllo
 Ricerca della perfezione per ricevere l’approvazione
 Controllo, precisione e ordine. Perfezionismo che interferisce con il
completamento dei compiti
 Inflessibile in tema di moralità, avaro, rigido e testardo
 Contrasto con lo stile cognitivo del paziente isterico: attenzione al dettaglio ma
mancanza di flessibilità e spontaneità
45
Cluster C - OSSESSIVO
Implicazioni cliniche
 Prevenzione nei pazienti con diagnosi di Asse II
 Strategie terapeutiche individualizzate in pz con
comorbidità
46
Riassumendo…
 Stili di personalità che rendono più vulnerabili a
stress e aumentano il rischio di sviluppare una
depressione
 Ansioso/preoccupato
 Autocritico
 Sensibile al rifiuto
 Focalizzato su se stesso
 Perfezionista
 Evitante
 Ritirato
47
E il disturbo bipolare???
 BP I in remissione = alte N e Openness to experience, bassa
Agreableness
Lozano, 2001
 Alta NS (impulsiveness e disorderliness) in pazienti con sintomi dopo
ospedalizzazione in confronto a pazienti senza sintomi
Strakowski, 1993
 Alta NS e HA
Young, 1995
 Associazione tra alto N e scarsa risposta al litio
Abou-Saleh, 1983; Maj, 1984
 Decorso peggiore in cluster B
Garno, 2005; Leverich, 2003; Gaviria, 1982
48
LE PSICOTERAPIELE PSICOTERAPIE
Cos’è la psicoterapia?
 Un genere di INTERVENTO TERAPEUTICO su base
PSICOLOGICA e RELAZIONALE il cui obiettivo consiste nell’
attenuare o eliminare:
 una SINDROME CLINICA di tipo PSICOPATOLOGICO
 un DISTURBO di PERSONALITA’
 un DISTURBO dello SVILUPPO
 un momento di “CRISI”
 Che sono causa di DISAGIO e SOFFERENZA e che difficilmente
possono MODIFICARSI AUTONOMAMENTE
 Il fine ultimo è MIGLIORARE le CONDIZIONI di VITA del
PAZIENTE in modo che possa condurre un’ESISTENZA
SODDISFACENTE nel contesto ambientale in cui vive
50
4 caratteristiche:
1) Relazione interpersonale che comporta
un’ALLEANZA ad esclusivo beneficio del paziente
2) Luogo specifico, il setting
3) L’offerta di nuove prospettive, nuovi modi di vedere
o fare le cose diversi da quelli abituali e in grado di
dare un senso a sensazioni confuse e indefinite
4) Un insieme di procedure e tecniche acquisite dal
terapeuta attraverso specifici training
51
Assunti di base:
 Qualcosa nel pz o nei suoi comportamenti limita la
sua libertà di essere se stesso e vivere la propria vita
in maniera positiva
 Almeno per alcuni aspetti il pz è potenzialmente in
grado di fare qualcosa per alcuni aspetti del
problema che porta in terapia, anche se per qualche
ragione non lo sta facendo
 Ogni persona ha, entro certi limiti, risorse personali,
capacità di sviluppo, di conoscenza di sé e abilità di
effettuare le proprie scelte, maggiori di quelle che
ritiene di avere 52
PSICOTERAPIE
 Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
 Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
 Terapia di gruppo
 Terapia familiare e di coppia
53
PSICOTERAPIE
 Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
 Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
 Terapia di gruppo
 Terapia familiare e di coppia
54
PSICOANALISIPSICOANALISI
E PSICOTERAPIEE PSICOTERAPIE
PSICOANALITICHEPSICOANALITICHE
Sommario
 Definizione
 Setting
 Concetti chiave
 Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
 Indicazioni terapeutiche
 Diagnosi psicodinamica
56
Sommario
 Definizione
 Setting
 Concetti chiave
 Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
 Indicazioni terapeutiche
 Diagnosi psicodinamica
57
PSICOANALISI
Sigmund Freud (1856-1939)
Le prime formulazioni sistematiche di tale
forma di terapia risalgono alla fine del 1900
58
Che cosa definisce una terapia
psicoanalitica?
 <<…quanto più onesti siamo con noi stessi, maggiori
saranno le probabilità di vivere una vita proficua e
soddisfacente>>
Nancy McWilliams
 Promuovere sempre più la capacità di riconoscere
ciò che non è conscio, ossia difficile e doloroso
59
Che cosa definisce una terapia
psicoanalitica?
1. Focus sugli affetti e sull’espressione delle emozioni
2. Esplorazione della tendenza dei pazienti a evitare certi
argomenti o a ostacolare il progresso terapeutico
(elaborazione delle resistenze)
3. Identificazione di schemi ripetitivi in azioni, pensieri,
sentimenti, esperienze e relazioni (relazioni oggettuali)
4. Enfasi sulle esperienze del passato
5. Focus sulle esperienze interpersonali
6. Attenzione alla relazione terapeutica (transfert e alleanza di
lavoro)
7. Esplorazione di desideri, sogni e fantasie (dinamiche
intrapsichiche)
Blagys e Hilsenroth (2000)
60
Sommario
 Definizione
 Setting
 Concetti chiave
 Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
 Indicazioni terapeutiche
 Diagnosi psicodinamica
61
SETTING
Il pz è sdraiato su un lettino o
divano, l’analista siede dietro di lui
fuori dal suo campo visivo.
Al pz viene chiesto di dire tutto ciò che gli viene in mente
senza alcun tipo di censura.
L’analista interpreta le associazioni del pz
62
SETTING
Le sedute durano tipicamente 45-50 minuti,
con una frequenza di 3-5 sedute alla
settimana
Il trattamento è lungo, varia dai 3-6 anni ma
può durare anche oltre (anche 10 anni)
63
Setting
 Elemento tecnico e strategico che consente lo svolgimento
del processo psicoanalitico → consente lo sviluppo del
transfert e la sua interpretazione
 Elemento che influenza il processo e importante fattore
terapeutico → può indurre la regressione o mobilitare
angosce di separazione
 Effetto benefico su pazienti che non sono capaci di stabilità
nelle relazioni, che soffrono di carenze affettive, che sono
insicuri rispetto alla propria identità e che tendono alla
dispersione dei contenuti mentali
64
Sommario
 Definizione
 Setting
 Concetti chiave
 Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
 Indicazioni terapeutiche
 Diagnosi psicodinamica
65
Concetti chiave
 Inconscio
 Determinismo causale
 Conflitto
 Ruolo rilevante alle prime esperienze
 Sviluppo psico-sessuale
 Complesso di Edipo
 Transfert/controtransfert
 Libere associazioni
 Interpretazione
66
Sommario
 Definizione
 Setting
 Concetti chiave
 Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
 Indicazioni terapeutiche
 Diagnosi psicodinamica
67
Tre miti
 La psicoanalisi è in larga misura l’opera di un solo
uomo
 La psicoanalisi contemporanea, sia nella teoria che
nella pratica clinica, è praticamente identica a
com’era all’epoca di Freud
 La psicoanalisi è passata di moda
68
Inconscio
 Prospettiva realista → insieme di contenuti e meccanismi che
stanno lì in attesa di venire portati alla luce con
l’interpretazione
 Processualità inconoscibile → luogo metaforico di inferenze e
costruzioni che danno vita al dialogo analitico e non hanno la
qualità di VERITA’ svelata
69
Conflitto
 Conflitto → tra scarica pulsionale e difese, tra
istanze, tra mondo interno e realtà
 Dal conflitto al deficit → le funzioni mentali non
consentono un’elaborazione adeguata delle
emozioni né sul piano cognitivo né sul piano
simbolico (carente strutturazione del sé, non
raggiunta costanza d’oggetto, diffusione del sè)
 Il modello del deficit dà risalto alle relazioni
oggettuali
70
Conflitto
 Lo scopo non è più superare il conflitto ma accrescere
l’organizzazione della mente
 Prima si smuoveva o si voleva far entrare qualcosa nella
coscienza
 Oggi si lavora contro l’entropia, si va contro la
frammentazione e verso l’organizzazione (Bromberg) 
compito dell’analisi: aiutare il paziente a vivere e a collegare i
suoi stati del Sé, così da restituirgli la sensazione di “chi egli
sia”
71
Il semi-cerchio della salute mentale
 Ulisse versus Edipo
 <<…l’uomo sano vive, e con la gioia più profonda, la
generazione successiva come un’estensione di se
stesso. Quindi, normale e umano è il sostegno alla
generazione successiva, e non il conflitto
intergenerazionale e i desideri reciproci di uccidere e
distruggere>>
 E’ in risposta a un Sé patologico del genitore che
compare il complesso di Edipo
72
Interpretazione
 E’ lo strumento che porta alla luce qualcosa di già dato che
attende di venire scoperto (metafora archeologica)
 E’ una costruzione narrativa che innesca costruzioni di
significati nuovi o che favorisce l’esplicitazione di significati
latenti
73
Neutralità
 Astinenza
 Non intrusività
 Incontro tra due soggettività che si accordano per
esplorare l’esperienza soggettiva del paziente ma in
cui l’esperienza soggettiva del terapeuta non è
accessoria
74
Teoria psicoanalitica
 Si basa sul singolo caso
 Comprensione interpersonale
 Non-oggettività come strumento di conoscenza
 Più che di teoria (ha a che fare con la verità) si
dovrebbe parlare di trama concettuale di riferimento
(ha a che fare con i significati che si producono nel
dialogo) (Sandler e Joffe, 1969)
75
Sommario
 Definizione
 Setting
 Concetti chiave
 Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
 Indicazioni terapeutiche
 Diagnosi psicodinamica
76
PSICOANALISI
 Indicazioni:
 Giovane età (dopo i 40-45 anni scarse possibiltà di modifiche
importanti delle personalità)
 Intelligenza, capacità di introspezione e relazionali
 Disturbi d’ansia, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo,
 Depressione lieve,
 Alcuni disturbi di personalità, di controllo degli impulsi e sessuali
 Controindicazioni:
 Disturbi psicotici, Dipendenza da sostanze, Disturbo antisociale
di Personalità
 Incapacità relazionali
77
Analizzabilità
 Inadatti alla psicoanalisi:
 “…quei malati che non possiedono un certo grado d’istruzione
e un carattere che dia sufficiente affidamento”
 “…persone che non si sentano spinte alla terapia dalle loro
sofferenze ma vi si sottopongano solo per ordine superiore
dei loro congiunti”
 “…persone vicine o al di là dei cinquant’anni”
 Pazienti affetti da degenerazione neuropatica, psicosi, stati
confusionali e depressione profonda, e pazienti in cui sia
necessario eliminare rapidamente fenomeni pericolosi
(anoressia isterica)
Freud, “Psicoterapia” (1904)
78
Indicazioni alla psicoanalisi
 “…è adatta a quei pazienti che stanno abbastanza
male per averne bisogno e abbastanza bene per
tollerarla”
Wallerstein (1969)
79
Sommario
 Definizione
 Setting
 Concetti chiave
 Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
 Indicazioni terapeutiche
 Diagnosi psicodinamica
80
La diagnosi
 Forza dell’Io:
 Storia lavorativa e relazionale
 Esame di realtà
 E’ capace di distinguere quanto è interno da ciò che è esterno?
 L’esame di realtà è integro in situazioni strutturate ma difettoso in
situazioni non strutturate?
 Controllo degli impulsi
 E’ in grado di differire la scarica degli impulsi?
 Capacità di giudizio
 E’ in grado di prevedere le conseguenze delle proprie azioni?
 Capacità di mentalizzazione
 Meccanismi di difesa
81
Meccanismi di difesa
 Repressione
 Altruismo
 Sublimazione
 Umorismo
 Rimozione
 Formazione reattiva
 Isolamento dell’affetto
 Scissione
 Proiezione
 Identificazione proiettiva
MATURI
NEVROTICI
IMMATURI
82
La diagnosi
 Relazioni oggettuali:
 Dell’infanzia
 Attuali
 Con il terapeuta (transfert/controtransfert)
 Le relazioni influenzano il quadro clinico?
 Inferenze sulle relazioni oggettuali interne
 Maturità delle relazioni oggettuali
 E’ in grado di tollerare la lontananza dalle figure
significative?
83
La diagnosi
 Il Sè:
 Stima e coesione del Sé
 E’ incline alla frammentazione?
 Ha sempre bisogno di conferme?
 Continuità del Sé
 C’è una diffusione d’identità?
 Confini del Sé
 E’ in grado di differenziare i propri contenuti mentali da quelli
altrui?
 Rapporto mente/corpo
 Mente e corpo sono considerati connessi?
84
85
Main results
 Depression is associated with lower scores in Mature
defence style and higher scores in Immature and
Neurotic defence styles
 Panic Disorder patients showed significantly higher
Neurotic and Immature scores in comparison with
controls
86
Discussion
 The results of the present meta-analysis evidenced
the maintenance of a high Mature defence style in
PD patients in comparison with MDD patients
 Different strategies could be hypothesized in clinical
and psychotherapeutic management across different
diagnoses, such as higher expressive and
interpretative interventions for PD patients and
more supportive ones for MDD patients
87
PSICOTERAPIE
 Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
 Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
 Terapia di gruppo
 Terapia familiare e di coppia
88
PSICOTERAPIA BREVE
 Terapia di breve durata basata su concetti
psicoanalitici
 Molte forme diverse, ciascuna con criteri specifici di
selezione dei pz e tecniche di trattamento strutturate
su problemi specifici
 Durata variabile, da 5 a un massimo di 40 settimane
89
INTERVENTO SULLA CRISI
Terapia limitata alla crisi legata al
manifestarsi dei sintomi
Presupposto: eventi avversi determinano
una risposta dolorosa (crisi), alterando
l’equilibrio psichico dell’individuo
Scopo: favorire reazioni adattive e
recuperare uno stato mentale equilibrato90
INTERVENTO SULLA CRISI
 Riesaminare i passi che hanno condotto alla crisi
 Esaminare le reazioni disadattive
 Imparare modalità adattive
 Imparare ad evitare situazioni pericolose che possono
condurre a nuove crisi in futuro
Durata variabile da poche sedute a diversi
incontri nel corso di uno-due mesi
91
PSICOTERAPIA INTERPERSONALE (IPT)
DELLA DEPRESSIONE
 Anni 1930-40, Washington-Baltimora
 Harry Stack Sullivan
 Frieda Fromm-Reichmann
 Erich Fromm
 Karen Horney
 Psicopatologia → relazioni interpersonali
92
Indicazioni alla farmacoterapia
 Scarsa capacità di insight
 Indisponibilità del paziente ad attribuire importanza
alle relazioni interpersonali come possibile fattore
associato alla psicopatologia
 Disturbo grave di personalità
 Severità sintomatologica
 Rischio suicidario
 Pazienti con episodi depressivi ricorrenti
 Trattamento combinato
93
Principali caratteristiche
 Gli obiettivi primari sono il miglioramento a livello
sintomatologico e a livello delle relazioni
interpersonali
 Il focus sono i conflitti e la scarsa soddisfazione nel
contesto interpersonale che impattano sull’umore e
l’autostima
94
Struttura della IPT
 Fasi (8-16 sessioni):
 Sedute iniziali (2-4)
 Sedute intermedie (4-8)
 Conclusione del trattamento (2-4)
 Tecniche specifiche
 Ruolo del terapeuta
95
Sedute iniziali
 Affrontare la depressione
 Inserirla nel contesto interpersonale
 Identificare le principali aree problematiche
 Spiegare i principi e il contratto della IPT
96
Sedute iniziali
 Affrontare la depressione
 Inserirla nel contesto interpersonale
 Identificare le principali aree problematiche
 Spiegare i principi e il contratto della IPT
• Passare in rassegna i sintomi depressivi
• Dare un nome alla sindrome
• Spiegare al paziente la depressione e il trattamento
• Attribuire al paziente il “ruolo di malato”
• Valutare il bisogno di farmaci
97
Sedute iniziali
 Affrontare la depressione
 Inserirla nel contesto interpersonale
 Identificare le principali aree problematiche
 Spiegare i principi e il contratto della IPT
• Riconsiderare i rapporti interpersonali passati e attuali in
relazione ai sintomi
• Determinare col paziente:
• La natura dell’interazione con le persone significative
• Le aspettative reciproche del paziente e delle persone
significative e la loro realizzazione o mancata
realizzazione
• Gli aspetti soddisfacenti e quelli insoddisfacenti delle
relazioni
• I cambiamenti che il paziente desidera nelle relazioni 98
Sedute iniziali
 Affrontare la depressione
 Inserirla nel contesto interpersonale
 Identificare le principali aree problematiche
 Spiegare i principi e il contratto della IPT• Determinare l’area problematica connessa alla depressione
attuale e stabilire gli obiettivi del trattamento
• Determinare quale relazione o quale aspetto di essa è
collegato alla depressione e come può essere modificato
99
Sedute iniziali
 Affrontare la depressione
 Inserirla nel contesto interpersonale
 Identificare le principali aree problematiche
 Spiegare i principi e il contratto della IPT
• Descrivere la comprensione del problema
• Accordarsi sugli obiettivi del trattamento o sull’area
problematica principale
• Descrivere le procedure:
• Attenzione sul “qui ed ora”
• La riconsiderazione delle relazioni interpersonali attuali
• Bisogno del paziente di discutere problemi importanti
• Gli aspetti pratici del trattamento
• Durata breve
100
Sedute intermedie
 Aree problematiche:
 Il dolore del lutto
 I contrasti interpersonali
 Le transizioni di ruolo
 I deficit interpersonali
101
Il dolore del lutto
 Obiettivi:
 Agevolare il processo del lutto
 Aiutare il paziente a ristabilire interessi e rapporti per sostituire ciò che
ha perso
 Strategie:
 Passare in rassegna i sintomi depressivi
 Mettere in relazione l’insorgenza del sintomo con la morte di una
persona significativa
 Ricostruire il rapporto del paziente con il defunto
 Descrivere la sequenza e le conseguenze degli eventi antecedenti,
contemporanei e successivi alla morte
 Esplorare le sensazioni associate (negative e positive)
 Considerare i modi possibili di stringere rapporti con gli altri
102
I contrasti interpersonali
 Obiettivi:
 Identificare il contrasto
 Approntare un piano d’azione
 Modificare le aspettative o la comunicazione difettosa per
determinare una risoluzione soddisfacente
 Strategie:
 Passare in rassegna i sintomi depressivi
 Riferire l’insorgenza dei sintomi al contrasto aperto o latente con
una persona significativa
 Determinare la fase del contrasto
 Comprendere in che modo il contrasto si riferisce ad aspettative
di ruolo non reciproche
 Ci sono situazioni simili in altri rapporti?
103
Le transizioni di ruolo
 Obiettivi:
 Il processo del lutto e l’accettazione della perdita del vecchio ruolo
 Aiutare il paziente a considerare come più positivo il nuovo ruolo
 Ripristinare l’autostima sviluppando un senso di padronanza rispetto
alle richieste dei nuovi ruoli
 Strategie:
 Passare in rassegna i sintomi depressivi
 Riferire i sintomi alla difficoltà di far fronte ad alcuni recenti
cambiamenti
 Riconsiderare gli aspetti positivi e negativi dei ruoli vecchi e nuovi
 Esaminare i sentimenti riguardo a ciò che si è perso
 Esaminare i sentimenti riguardo al cambiamento in quanto tale
 Esaminare le opportunità offerte dal nuovo ruolo
 Valutare realisticamente ciò che si è perso
 Incoraggiare un’appropriata espressione degli affetti
 Incoraggiare lo sviluppo di un sistema di supporto sociale e delle
competenze richieste dal nuovo ruolo
104
I deficit interpersonali
 Obiettivi:
 Ridurre l’isolamento del paziente
 Incoraggiare nuove relazioni
 Strategie:
 Passare in rassegna i sintomi depressivi
 Riferire i sintomi a problemi di isolamento e di non realizzazione
sociale
 Riconsiderare i rapporti significativi del passato nei loro aspetti
positivi e negativi
 Esplorare i modelli ripetitivi di relazione
 Discutere i sentimenti positivi e negativi del paziente nei
confronti del terapeuta e cercare paralleli in altre relazioni
105
Conclusione del trattamento
 Esplicitare la discussione sulla conclusione
 Riconoscere che la conclusione è un momento
doloroso
 Orientare il paziente a riconoscere la sua autonomia
106
Tecniche specifiche
 Esplorazione
 Incoraggiamento dell’espressione degli affetti
 Chiarificazione
 Analisi della comunicazione
 Uso della relazione terapeutica
 Tecniche di modificazione del comportamento
 Tecniche aggiuntive
107
Il ruolo del terapeuta
 Non neutrale ma dalla parte del paziente
 Attivo, non passivo
 La relazione terapeutica non è una relazione di
transfert
108
Efficacia IPT
 Distimia (Weissman, 2000)
 Depressione in adolescenza (Muffson et al., 1999)
 Depressione postpartum (O’Hara et al., 2000)
 Depressione nell’anziano (Miller et al., 2001)
 Fobia sociale (Lipsitz et al., 1999)
 Bulimia (Wilson et al., 2002)
109
Efficacia IPT
Evid Based Med. 2009 Aug;14(4):116
Evans C.
110
PSICOTERAPIE
 Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
 Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
 Terapia di gruppo
 Terapia familiare e di coppia
111
Psicot. DI GRUPPO
 Diverse persone con problematiche simili o diverse
si riuniscono in un gruppo guidato da un terapeuta
(meglio se di media eterogeneità)
 Di solito 1 seduta settimanale della durata di un’ora
e mezza
 Da 8 a 10 persone
 Approccio centrato sul gruppo, sull’individuo,
combinato
112
Psicot. DI GRUPPO
Punti di forza del gruppo:
 Permette ai pz un feedback immediato da
parte dei pari
 Permette sia al pz che al terapeuta di
osservare le risposte del pz a una serie di
persone diverse
 Disturbi di personalità di alto livello
(istrionico, oss.-comp., narcisistico,
dipendente)  modelli di comportamento
da egosintonici a egodistonici 113
Psicot. DI GRUPPO
 Vi sono numerose forme diverse di terapie di gruppo
che utilizzano tecniche differenti
 Criteri di inclusione dei pz:
 Capacità di seguire i compiti del gruppo
 Aree problematiche compatibili con gli scopi del gruppo
 Criteri di Esclusione dei pz:
 Incapacità ad assumere comportamenti accettabili di gruppo
(antisociali, maniacali, deliranti, scarso controllo
dell’impulsività)
 Incapacità a sostenere l’ambientazione di gruppo 114
GRUPPI DI AUTO-AIUTO
 Formati da persone che hanno bisogno di affrontare un
specifico problema o crisi
 I membri condividono le esperienze, si confrontano, si
educano e aiutano l’un l’altro e alleviano il senso di
alienazione
 Alcolisti Anonimi (AA)
 Giocatori Anonimi (AG, anonymous gamblers)
 Bulimici Anonimi (AO, anonymous overeaters)
115
PSICOTERAPIE
 Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
 Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
 Terapia di gruppo
 Terapia familiare e di coppia
116
Psicot. FAMILIARE
Utilizzata per svariati casi
 elevata conflittualità familiare
 il disturbo di un individuo impatta
sull’equilibrio familiare
 il disturbo dell’individuo è causato o
aggravato da dinamiche familiari
 per aiutare i familiari a fornire un sostegno
efficace all’individuo in difficoltà
117
Psicot. FAMILIARE
 Sono numerose le tecniche sviluppate, con
riferimento a diversi approcci psicoterapeutici
 Le sedute sono solitamente di durata maggiore (2
ore)
 La durata del trattamento varia a seconda della
natura del problema e del modello di terapia
118
Psicot. DI COPPIA
 Forma di terapia ideata per modificare
psicologicamente l’interazione di due persone in
conflitto tra loro
 su un parametro (emozionale, sessuale, sociale,
economico)
 o su un insieme di questi
 Scopi: alleviare lo stress, cambiare modalità di
interazione disadattive, favorire lo sviluppo della
personalità
119
Psicot. DI COPPIA
 Vi sono forme diverse:
 INDIVIDUALE: i due partner sono visti da terapeuti diversi
in modo autonomo
 CONGIUNTA: i due partner sono visti sempre in coppia da
uno stesso terapeuta
 DI GRUPPO: la coppia si incontra con altre coppie che
hanno lo stesso problema
120
Riassumendo…
 Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
 Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
 Terapia di gruppo
 Terapia familiare e di coppia
121

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Pers dep&psicoterapie

  • 2. Perché???  Identificazione di sottogruppi più omogenei  Identificare individui a rischio  Trattamento individualizzato e previsione di risposta al trattamento 2
  • 3. 3
  • 4. Modello dinamico  I modelli precedenti considerano i tratti di personalità come stabili  In realtà la personalità è dinamica (è plastica nell’infanzia e si modifica per tutto il corso della vita)  Es., modello della predisposizione dinamico:  Temperamento = livello di rischio di base  Successive esperienze modificano la predisposizione della personalità alla depressione e ciò può portare a confrontarsi con stress aggiuntivi; questo circolo vizioso si perpetua ed un evento di vita stressante può portare alla manifestazione depressiva 4
  • 6. Questioni metodologiche  Disegno degli studi  Eterogeneità del Disturbo Depressivo (non indica necessariamente eterogeneita’ di cause, può indicare patoplasticità)  Specifica diagnosi (es., disturbo depressivo maggiore, distimia)  Tipo (es., psicotico, melanconico, atipico)  Caratteristiche cliniche (onset, ricorrenza, cronicità)  Comorbidità  Assessment della personalità  Questionari  Interviste  Osservazione 6
  • 7. Temperamento affettivo  Molti pazienti affetti da disturbo dell’umore, e i loro familiari, dimostravano specifici tratti premorbosi di personalità che sembravano versioni attenuate del disturbo Kraepelin, 1921 Schneider, 1958  Sulla base di queste descrizioni, Akiskal propose criteri formali per le tipologie di temperamento affettivo Akiskal (1989)  Il lavoro di Akiskal ha gettato le basi per l’inclusione del temperamento depressivo come disturbo di personalità nell’appendice del DSM-IV 7
  • 8. Disturbo depressivo di personalità  O “temperamento depressivo” o “personalità depressiva”  Introversione, passività e non assertività  Tristezza  Autocritica  Pessimismo, colpa e rimorso  Critica e giudizi nei confronti degli altri  Coscenziosità ed autodisciplina  Propensione alla preoccupazione  Senso di inadeguatezza e bassa autostima 8
  • 9. Disturbo depressivo di personalità  Studi su gemelli e familiari  Modelli della causa comune e del continuum/spectrum  Studi prospettici longitudinali  tratti di disturbo depressivo di personalità precedono l’onset del disturbo depressivo maggiore/distimia  Modello del precursore  La personalità depressiva è associata alle forme croniche di depressione 9
  • 10. Disturbo depressivo di personalità  Adolescenti con elevati tratti di personalità depressiva mostrano un aumento dei sintomi depressivi 12 mesi dopo  Modello della predisposizione  La personalità depressiva predice peggiori outcome e risposta al trattamento  Modello della patoplasticità  Adolescenti con elevati sintomi depressivi mostrano un aumento di tratti di personalità depressiva 12 mesi dopo  Modello delle conseguenze 10
  • 11. Disturbo depressivo di personalità  E’ poco probabile che questa tipologia di personalità rifletta processi temperamentali di base presenti nell’infanzia, dal momento che le sue caratteristiche comprendono processi cognitivi e interpersonali complessi  E’ più probabile che questa tipologia di personalità sia il risultato intermedio che riflette l’interazione tra tratti temperamentali di base che vengono elaborati nel corso dello sviluppo in congiunzione con la socializzazione ed altre influenze ambientali 11
  • 12. Modello dinamico 12 TEMPERAMENTO SOCIALIZZAZIONE E INFLUENZE AMBIENTALI DISTURBO DEPRESSIVO DI PERSONALITA’
  • 13. I tratti di personalità  Non categorico ma dimensionale 13
  • 14. Il modello dei 5 fattori (“big 5”)  Clark e Watson hanno teorizzato che i disturbi depressivi sono caratterizzati da alti livelli di Nevroticismo (N) e bassi livelli di Estroversione (E) Clark et al. 1994, 1999 O Openness C Conscientiousness E Extraversion A Agreeableness N Neuroticism Estroversione Calore emotivo Istinto gregario Assertività Attività Ricerca di eccitazione Emozionalità positiva Nevroticismo Tendenza all'ansia Ostilità rabbiosa Tendenza alla dep. Ansietà sociale Impulsività Vulnerabilità 14
  • 15. Nevroticismo Tendenza all'ansia Ostilità rabbiosa Tendenza alla dep. Ansietà sociale Impulsività Vulnerabilità Coscenziosità Competenza Ordine Senso del dovere Impegno per il risultato Autodisciplina Riflessività 15
  • 16. Personalità durante e dopo un episodio depressivo  Molti studi hanno riportato che pazienti depressi riportano più alti livelli di N quando sono depressi rispetto a quando non lo sono  Modello dei concomitanti 16
  • 17. Confronto cross-sectional tra pazienti “remitted” e controlli  Alcuni studi hanno riportato che pazienti precedentemente depressi riportano più bassi livelli di E rispetto a controlli sani  Modelli del precursore, della predisposizione e delle conseguenze 17
  • 18. Personalità prima e dopo un episodio depressivo  Risultati inconsistenti  Modelli delle conseguenze 18
  • 19. Personalità nei parenti di pazienti depressi  Risultati inconsistenti (alto N, bassa E, nessuna differenza)  Modelli della causa comune, del continuum/spectrum, del precursore e della predisposizione 19
  • 20. Personalità di gemelli  Risultati positivi circa alti livelli di N e disturbo depressivo ma non circa E  Modelli della causa comune, del continuum/spectrum, del precursore 20
  • 21. Personalità di individui mai stati depressi  Risultati positivi circa alti livelli di N che predirrebbero l’onset di un disturbo depressivo  Modelli del precursore e della predisposizione 21
  • 22. Personalità e successivo corso della depressione  Sia alto N che bassa E hanno effetti patoplastici sul corso della depressione  peggior decorso e risposta al trattamento  Modello della patoplasticità  Eterogeneità diagnostica (profilo di personalità come marker di maggior severità o di un gruppo eziologicamante distinto)  Tipo non melanconico è caratterizzato da una maggiore vulnerabilità negli stili di personalità rispetto al tipo melanconico  La depressione cronica è associata ad alto N e bassa E rispetto a quella non cronica 22
  • 23. Modello dinamico  N interagisce con eventi di vita stressanti nel predire l’onset depressivo  Alti livelli di E sono un fattore protettivo che modera gli effetti degli eventi di vita stressanti sui sintomi depressivi 23
  • 24. Modello dinamico 24 ALTO N E BASSA E EVENTI STRESSANTI PERSONALITA’ MODIFICATA
  • 25. Riassumendo  Alto N:  Condivide influenze eziologiche comuni con la depressione (modelli della causa comune, continuum/spectrum e del precursore)  Predice il successivo onset depressivo (modello del precursore e della predisposizione),  Accresce il rischio di depressione di fronte a eventi negativi (modello della predisposizione)  Influenza il corso della depressione (modello della patoplasticità)  È moderatamente influenzato dalla condizione clinca (modello dei concomitanti)  Può essere modificato dall’esperienza di un episodio depressivo (modello della conseguenza) 25
  • 26. Riassumendo  Il ruolo di E è meno consistente:  E’ basso anche durante la remissione (modello del precursore o della predisposizione)  Influenza il corso della depressione (modello della patoplasticità)  Non è influenzato dalla condizione clinca (modello dei concomitanti)  Il ruolo di C è stato meno studiato 26
  • 27. Tiene conto sia degli aspetti biologici-costituzionali, che di quelli socio-culturali TEMPERAMENTO CARATTERE PERSONALITA’ Modello psicobiologico di Cloninger 27
  • 28. PERSONALITA’ TEMPERAMENTO CARATTERE Disposizioni innate: emotività spontanea livelli di energia umore di base Aspetti individuali legati a: valori individuali condotta sociale scopi e aspirazioni Temperamento e Carattere 28
  • 29. Temperament and Character Inventory (TCI)  Novelty Seeking (NS)  Harm Avoidance (HA)  Reward Dependence (RD)  Persistence (P)  Self Directedness (SD)  Cooperativeness (C)  Self Trascendence (ST) 29
  • 30. Harm Avoidance/Neuroticism TCI  Anticipatory Worry and Pessimism  Fear of Uncertainty  Shyness with Strangers  Fatigability NEO-PI-R  Anxiety  Angry Hostility  Depression  Self-Consciousness  Impulsiveness  Vulnerability 30
  • 31. Novelty Seeking/Extraversion TCI  Exploratory Excitability  Impulsiveness  Extravagance  Disorderliness NEO-PI-R  Warmth  Gregariousness  Assertiveness  Activity  Excitement-Seeking  Positive Emotions 31
  • 32. TCI e depressione  Harm Avoidance è positivamente correlata con N e negativamente correlata con E  Self-Directedness è negativamente correlata con N  Novelty Seeking e Persistence sono positivamente correlate con E de Fruyt et al. 2000  Nei depressi alta Harm Avoidance e bassa Self- Directedness 32
  • 33. Implicazioni cliniche  Prevenzione  fattore di rischio su cui è possibile un intervento, specialmente precocemente  Risposta al trattamento (migliore se bassa N e alta C)  Depressione più severa? Interferenza con la compliance e con la relazione terapeutica? 33
  • 34. 34
  • 35. 1. 1148 healthy individuals 2. 144 suicide attempters 3. 76 non-suicide Mood Disorder patients 4. 46 suicide attempters 5. 147 non-suicide Mood Disorder patients Samples • ThreeThree German samples:German samples: • TwoTwo Italian samples:Italian samples: 35
  • 36. • In the German suicide attempter sample patients were affected by: • Mood Disorders (N=101; 70.1%) • Schizophrenia (N=20; 13.9%) • Borderline Personality Disorder (N=23; 16.0%) • In the Italian sample patients presented: • Bipolar Disorder (N=31; 67.4%) • Recurrent Major Depression (N=15; 32.6%) Sample Diagnoses MD SC BPD UP BP 36
  • 37. TCI traits in the German sample 37
  • 38.  Cluster A — i pazienti spesso sembrano bizzarri o eccentrici  paranoide  schizoide  schizotipico  Cluster B — i pazienti possono sembrare drammatici, emotivi, o erratici  istrionico  narcisistico  borderline  antisociae  Cluster C — i pazienti si presentano come ansiosi o impauriti  evitante  dipendente  ossessivo compulsivo 38 Asse II
  • 39.  Sospetto, sfiducia, diffidenza  Rancore  Azioni e gesti altrui interpretati come malevoli  La realtà non è distorta ma lo è invece il significato della realtà come essa appare 39 Cluster A - PARANOIDE
  • 40.  Emozionalità limitata e un marcato distacco nelle relazioni sociali  Alcun interesse per le relazioni affettive o sociali  Distaccato, autosufficiente, distratto, disinteressato, asessuato  Spesso è condotto in terapia dai familiari  Sentimenti e passioni verso gli altri congelati sul piano evolutivo 40 Cluster A - SCHIZOIDE
  • 41.  Tentativo di stabilire relazioni diadiche esclusive in cui non vi sia alcun rischio di abbandono  Divisione in compartimenti delle persone in un gruppo di tutti buoni e in un gruppo di tutti cattivi  Diffusione d’identità  Impulsività: abuso di sostanze, tendenza ad abbuffarsi, guida spericolata, sessualità, aggressività e prodigalità che sfocia nello sperpero. Incapacità di posticipare il soddisfacimento degli impulsi  Gesti autolesivi 41 Cluster B - BORDERLINE
  • 42.  Sfruttamento interpersonale  Assenza di empatia, preoccupazione per i sentimenti dell’altro, genuino interesse per le idee altrui  Narcisista inconsapevole: non ha alcun tipo di consapevolezza dell’impatto che ha sugli altri, parla come se si rivolgesse a un vasto pubblico, non si rende conto del fatto che suscita noia, ha evidente bisogno di essere al centro dell’attenzione e si riferisce sempre ai suoi successi  Narcisista ipervigile: sensibile al modo in cui gli altri reagiscono nei suoi confronti, attenzione costantemente diretta verso gli altri; ascolta gli altri attentamente alla ricerca della pur minima reazione critica e tende a sentirsi offeso di continuo. Profondo senso di vergogna connesso al loro segreto desiderio di esibirsi 42 Cluster B - NARCISISTICO
  • 43.  Ipersensibilità nei confronti delle critiche altrui e atteggiamenti inibitori che esprimono inadeguatezza  Terrorizzato dall’idea di poter essere criticato o addirittura rifiutato  E’ inibito nelle relazioni intime perché ha il timore di essere umiliato o ridicolizzato  Talvolta è presente la paura di non corrispondere alle elevate aspettative verso se stessi  La vergogna è correlata a una valutazione del Sé come inadeguato, non corrispondente ad uno standard interno 43 Cluster C - EVITANTE
  • 44.  Eccessivo bisogno di essere accudito, che si esprime con un comportamento sottomesso e adesivo  Difficoltà nel prendere decisioni nella vita quotidiana e bisogno di consigli e rassicurazioni  Il suo bisogno di supporto e accadimento lo può spingere a compiere anche azioni sgradevoli pur di raggiungere questo scopo  Quando termina una relazione stretta, ne ricerca subito un’altra come fonte di accadimento e di supporto  Può mettere in atto anche comportamenti adattivi 44 Cluster C - DIPENDENTE
  • 45.  Spesso vissuto come adattivo  successo professionale  Le relazioni intime sono spesso vissute come minacciose perché fanno perdere il controllo  Ricerca della perfezione per ricevere l’approvazione  Controllo, precisione e ordine. Perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti  Inflessibile in tema di moralità, avaro, rigido e testardo  Contrasto con lo stile cognitivo del paziente isterico: attenzione al dettaglio ma mancanza di flessibilità e spontaneità 45 Cluster C - OSSESSIVO
  • 46. Implicazioni cliniche  Prevenzione nei pazienti con diagnosi di Asse II  Strategie terapeutiche individualizzate in pz con comorbidità 46
  • 47. Riassumendo…  Stili di personalità che rendono più vulnerabili a stress e aumentano il rischio di sviluppare una depressione  Ansioso/preoccupato  Autocritico  Sensibile al rifiuto  Focalizzato su se stesso  Perfezionista  Evitante  Ritirato 47
  • 48. E il disturbo bipolare???  BP I in remissione = alte N e Openness to experience, bassa Agreableness Lozano, 2001  Alta NS (impulsiveness e disorderliness) in pazienti con sintomi dopo ospedalizzazione in confronto a pazienti senza sintomi Strakowski, 1993  Alta NS e HA Young, 1995  Associazione tra alto N e scarsa risposta al litio Abou-Saleh, 1983; Maj, 1984  Decorso peggiore in cluster B Garno, 2005; Leverich, 2003; Gaviria, 1982 48
  • 50. Cos’è la psicoterapia?  Un genere di INTERVENTO TERAPEUTICO su base PSICOLOGICA e RELAZIONALE il cui obiettivo consiste nell’ attenuare o eliminare:  una SINDROME CLINICA di tipo PSICOPATOLOGICO  un DISTURBO di PERSONALITA’  un DISTURBO dello SVILUPPO  un momento di “CRISI”  Che sono causa di DISAGIO e SOFFERENZA e che difficilmente possono MODIFICARSI AUTONOMAMENTE  Il fine ultimo è MIGLIORARE le CONDIZIONI di VITA del PAZIENTE in modo che possa condurre un’ESISTENZA SODDISFACENTE nel contesto ambientale in cui vive 50
  • 51. 4 caratteristiche: 1) Relazione interpersonale che comporta un’ALLEANZA ad esclusivo beneficio del paziente 2) Luogo specifico, il setting 3) L’offerta di nuove prospettive, nuovi modi di vedere o fare le cose diversi da quelli abituali e in grado di dare un senso a sensazioni confuse e indefinite 4) Un insieme di procedure e tecniche acquisite dal terapeuta attraverso specifici training 51
  • 52. Assunti di base:  Qualcosa nel pz o nei suoi comportamenti limita la sua libertà di essere se stesso e vivere la propria vita in maniera positiva  Almeno per alcuni aspetti il pz è potenzialmente in grado di fare qualcosa per alcuni aspetti del problema che porta in terapia, anche se per qualche ragione non lo sta facendo  Ogni persona ha, entro certi limiti, risorse personali, capacità di sviluppo, di conoscenza di sé e abilità di effettuare le proprie scelte, maggiori di quelle che ritiene di avere 52
  • 53. PSICOTERAPIE  Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche  Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)  Terapia di gruppo  Terapia familiare e di coppia 53
  • 54. PSICOTERAPIE  Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche  Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)  Terapia di gruppo  Terapia familiare e di coppia 54
  • 56. Sommario  Definizione  Setting  Concetti chiave  Evoluzione di alcuni concetti nel tempo  Indicazioni terapeutiche  Diagnosi psicodinamica 56
  • 57. Sommario  Definizione  Setting  Concetti chiave  Evoluzione di alcuni concetti nel tempo  Indicazioni terapeutiche  Diagnosi psicodinamica 57
  • 58. PSICOANALISI Sigmund Freud (1856-1939) Le prime formulazioni sistematiche di tale forma di terapia risalgono alla fine del 1900 58
  • 59. Che cosa definisce una terapia psicoanalitica?  <<…quanto più onesti siamo con noi stessi, maggiori saranno le probabilità di vivere una vita proficua e soddisfacente>> Nancy McWilliams  Promuovere sempre più la capacità di riconoscere ciò che non è conscio, ossia difficile e doloroso 59
  • 60. Che cosa definisce una terapia psicoanalitica? 1. Focus sugli affetti e sull’espressione delle emozioni 2. Esplorazione della tendenza dei pazienti a evitare certi argomenti o a ostacolare il progresso terapeutico (elaborazione delle resistenze) 3. Identificazione di schemi ripetitivi in azioni, pensieri, sentimenti, esperienze e relazioni (relazioni oggettuali) 4. Enfasi sulle esperienze del passato 5. Focus sulle esperienze interpersonali 6. Attenzione alla relazione terapeutica (transfert e alleanza di lavoro) 7. Esplorazione di desideri, sogni e fantasie (dinamiche intrapsichiche) Blagys e Hilsenroth (2000) 60
  • 61. Sommario  Definizione  Setting  Concetti chiave  Evoluzione di alcuni concetti nel tempo  Indicazioni terapeutiche  Diagnosi psicodinamica 61
  • 62. SETTING Il pz è sdraiato su un lettino o divano, l’analista siede dietro di lui fuori dal suo campo visivo. Al pz viene chiesto di dire tutto ciò che gli viene in mente senza alcun tipo di censura. L’analista interpreta le associazioni del pz 62
  • 63. SETTING Le sedute durano tipicamente 45-50 minuti, con una frequenza di 3-5 sedute alla settimana Il trattamento è lungo, varia dai 3-6 anni ma può durare anche oltre (anche 10 anni) 63
  • 64. Setting  Elemento tecnico e strategico che consente lo svolgimento del processo psicoanalitico → consente lo sviluppo del transfert e la sua interpretazione  Elemento che influenza il processo e importante fattore terapeutico → può indurre la regressione o mobilitare angosce di separazione  Effetto benefico su pazienti che non sono capaci di stabilità nelle relazioni, che soffrono di carenze affettive, che sono insicuri rispetto alla propria identità e che tendono alla dispersione dei contenuti mentali 64
  • 65. Sommario  Definizione  Setting  Concetti chiave  Evoluzione di alcuni concetti nel tempo  Indicazioni terapeutiche  Diagnosi psicodinamica 65
  • 66. Concetti chiave  Inconscio  Determinismo causale  Conflitto  Ruolo rilevante alle prime esperienze  Sviluppo psico-sessuale  Complesso di Edipo  Transfert/controtransfert  Libere associazioni  Interpretazione 66
  • 67. Sommario  Definizione  Setting  Concetti chiave  Evoluzione di alcuni concetti nel tempo  Indicazioni terapeutiche  Diagnosi psicodinamica 67
  • 68. Tre miti  La psicoanalisi è in larga misura l’opera di un solo uomo  La psicoanalisi contemporanea, sia nella teoria che nella pratica clinica, è praticamente identica a com’era all’epoca di Freud  La psicoanalisi è passata di moda 68
  • 69. Inconscio  Prospettiva realista → insieme di contenuti e meccanismi che stanno lì in attesa di venire portati alla luce con l’interpretazione  Processualità inconoscibile → luogo metaforico di inferenze e costruzioni che danno vita al dialogo analitico e non hanno la qualità di VERITA’ svelata 69
  • 70. Conflitto  Conflitto → tra scarica pulsionale e difese, tra istanze, tra mondo interno e realtà  Dal conflitto al deficit → le funzioni mentali non consentono un’elaborazione adeguata delle emozioni né sul piano cognitivo né sul piano simbolico (carente strutturazione del sé, non raggiunta costanza d’oggetto, diffusione del sè)  Il modello del deficit dà risalto alle relazioni oggettuali 70
  • 71. Conflitto  Lo scopo non è più superare il conflitto ma accrescere l’organizzazione della mente  Prima si smuoveva o si voleva far entrare qualcosa nella coscienza  Oggi si lavora contro l’entropia, si va contro la frammentazione e verso l’organizzazione (Bromberg)  compito dell’analisi: aiutare il paziente a vivere e a collegare i suoi stati del Sé, così da restituirgli la sensazione di “chi egli sia” 71
  • 72. Il semi-cerchio della salute mentale  Ulisse versus Edipo  <<…l’uomo sano vive, e con la gioia più profonda, la generazione successiva come un’estensione di se stesso. Quindi, normale e umano è il sostegno alla generazione successiva, e non il conflitto intergenerazionale e i desideri reciproci di uccidere e distruggere>>  E’ in risposta a un Sé patologico del genitore che compare il complesso di Edipo 72
  • 73. Interpretazione  E’ lo strumento che porta alla luce qualcosa di già dato che attende di venire scoperto (metafora archeologica)  E’ una costruzione narrativa che innesca costruzioni di significati nuovi o che favorisce l’esplicitazione di significati latenti 73
  • 74. Neutralità  Astinenza  Non intrusività  Incontro tra due soggettività che si accordano per esplorare l’esperienza soggettiva del paziente ma in cui l’esperienza soggettiva del terapeuta non è accessoria 74
  • 75. Teoria psicoanalitica  Si basa sul singolo caso  Comprensione interpersonale  Non-oggettività come strumento di conoscenza  Più che di teoria (ha a che fare con la verità) si dovrebbe parlare di trama concettuale di riferimento (ha a che fare con i significati che si producono nel dialogo) (Sandler e Joffe, 1969) 75
  • 76. Sommario  Definizione  Setting  Concetti chiave  Evoluzione di alcuni concetti nel tempo  Indicazioni terapeutiche  Diagnosi psicodinamica 76
  • 77. PSICOANALISI  Indicazioni:  Giovane età (dopo i 40-45 anni scarse possibiltà di modifiche importanti delle personalità)  Intelligenza, capacità di introspezione e relazionali  Disturbi d’ansia, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo,  Depressione lieve,  Alcuni disturbi di personalità, di controllo degli impulsi e sessuali  Controindicazioni:  Disturbi psicotici, Dipendenza da sostanze, Disturbo antisociale di Personalità  Incapacità relazionali 77
  • 78. Analizzabilità  Inadatti alla psicoanalisi:  “…quei malati che non possiedono un certo grado d’istruzione e un carattere che dia sufficiente affidamento”  “…persone che non si sentano spinte alla terapia dalle loro sofferenze ma vi si sottopongano solo per ordine superiore dei loro congiunti”  “…persone vicine o al di là dei cinquant’anni”  Pazienti affetti da degenerazione neuropatica, psicosi, stati confusionali e depressione profonda, e pazienti in cui sia necessario eliminare rapidamente fenomeni pericolosi (anoressia isterica) Freud, “Psicoterapia” (1904) 78
  • 79. Indicazioni alla psicoanalisi  “…è adatta a quei pazienti che stanno abbastanza male per averne bisogno e abbastanza bene per tollerarla” Wallerstein (1969) 79
  • 80. Sommario  Definizione  Setting  Concetti chiave  Evoluzione di alcuni concetti nel tempo  Indicazioni terapeutiche  Diagnosi psicodinamica 80
  • 81. La diagnosi  Forza dell’Io:  Storia lavorativa e relazionale  Esame di realtà  E’ capace di distinguere quanto è interno da ciò che è esterno?  L’esame di realtà è integro in situazioni strutturate ma difettoso in situazioni non strutturate?  Controllo degli impulsi  E’ in grado di differire la scarica degli impulsi?  Capacità di giudizio  E’ in grado di prevedere le conseguenze delle proprie azioni?  Capacità di mentalizzazione  Meccanismi di difesa 81
  • 82. Meccanismi di difesa  Repressione  Altruismo  Sublimazione  Umorismo  Rimozione  Formazione reattiva  Isolamento dell’affetto  Scissione  Proiezione  Identificazione proiettiva MATURI NEVROTICI IMMATURI 82
  • 83. La diagnosi  Relazioni oggettuali:  Dell’infanzia  Attuali  Con il terapeuta (transfert/controtransfert)  Le relazioni influenzano il quadro clinico?  Inferenze sulle relazioni oggettuali interne  Maturità delle relazioni oggettuali  E’ in grado di tollerare la lontananza dalle figure significative? 83
  • 84. La diagnosi  Il Sè:  Stima e coesione del Sé  E’ incline alla frammentazione?  Ha sempre bisogno di conferme?  Continuità del Sé  C’è una diffusione d’identità?  Confini del Sé  E’ in grado di differenziare i propri contenuti mentali da quelli altrui?  Rapporto mente/corpo  Mente e corpo sono considerati connessi? 84
  • 85. 85
  • 86. Main results  Depression is associated with lower scores in Mature defence style and higher scores in Immature and Neurotic defence styles  Panic Disorder patients showed significantly higher Neurotic and Immature scores in comparison with controls 86
  • 87. Discussion  The results of the present meta-analysis evidenced the maintenance of a high Mature defence style in PD patients in comparison with MDD patients  Different strategies could be hypothesized in clinical and psychotherapeutic management across different diagnoses, such as higher expressive and interpretative interventions for PD patients and more supportive ones for MDD patients 87
  • 88. PSICOTERAPIE  Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche  Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)  Terapia di gruppo  Terapia familiare e di coppia 88
  • 89. PSICOTERAPIA BREVE  Terapia di breve durata basata su concetti psicoanalitici  Molte forme diverse, ciascuna con criteri specifici di selezione dei pz e tecniche di trattamento strutturate su problemi specifici  Durata variabile, da 5 a un massimo di 40 settimane 89
  • 90. INTERVENTO SULLA CRISI Terapia limitata alla crisi legata al manifestarsi dei sintomi Presupposto: eventi avversi determinano una risposta dolorosa (crisi), alterando l’equilibrio psichico dell’individuo Scopo: favorire reazioni adattive e recuperare uno stato mentale equilibrato90
  • 91. INTERVENTO SULLA CRISI  Riesaminare i passi che hanno condotto alla crisi  Esaminare le reazioni disadattive  Imparare modalità adattive  Imparare ad evitare situazioni pericolose che possono condurre a nuove crisi in futuro Durata variabile da poche sedute a diversi incontri nel corso di uno-due mesi 91
  • 92. PSICOTERAPIA INTERPERSONALE (IPT) DELLA DEPRESSIONE  Anni 1930-40, Washington-Baltimora  Harry Stack Sullivan  Frieda Fromm-Reichmann  Erich Fromm  Karen Horney  Psicopatologia → relazioni interpersonali 92
  • 93. Indicazioni alla farmacoterapia  Scarsa capacità di insight  Indisponibilità del paziente ad attribuire importanza alle relazioni interpersonali come possibile fattore associato alla psicopatologia  Disturbo grave di personalità  Severità sintomatologica  Rischio suicidario  Pazienti con episodi depressivi ricorrenti  Trattamento combinato 93
  • 94. Principali caratteristiche  Gli obiettivi primari sono il miglioramento a livello sintomatologico e a livello delle relazioni interpersonali  Il focus sono i conflitti e la scarsa soddisfazione nel contesto interpersonale che impattano sull’umore e l’autostima 94
  • 95. Struttura della IPT  Fasi (8-16 sessioni):  Sedute iniziali (2-4)  Sedute intermedie (4-8)  Conclusione del trattamento (2-4)  Tecniche specifiche  Ruolo del terapeuta 95
  • 96. Sedute iniziali  Affrontare la depressione  Inserirla nel contesto interpersonale  Identificare le principali aree problematiche  Spiegare i principi e il contratto della IPT 96
  • 97. Sedute iniziali  Affrontare la depressione  Inserirla nel contesto interpersonale  Identificare le principali aree problematiche  Spiegare i principi e il contratto della IPT • Passare in rassegna i sintomi depressivi • Dare un nome alla sindrome • Spiegare al paziente la depressione e il trattamento • Attribuire al paziente il “ruolo di malato” • Valutare il bisogno di farmaci 97
  • 98. Sedute iniziali  Affrontare la depressione  Inserirla nel contesto interpersonale  Identificare le principali aree problematiche  Spiegare i principi e il contratto della IPT • Riconsiderare i rapporti interpersonali passati e attuali in relazione ai sintomi • Determinare col paziente: • La natura dell’interazione con le persone significative • Le aspettative reciproche del paziente e delle persone significative e la loro realizzazione o mancata realizzazione • Gli aspetti soddisfacenti e quelli insoddisfacenti delle relazioni • I cambiamenti che il paziente desidera nelle relazioni 98
  • 99. Sedute iniziali  Affrontare la depressione  Inserirla nel contesto interpersonale  Identificare le principali aree problematiche  Spiegare i principi e il contratto della IPT• Determinare l’area problematica connessa alla depressione attuale e stabilire gli obiettivi del trattamento • Determinare quale relazione o quale aspetto di essa è collegato alla depressione e come può essere modificato 99
  • 100. Sedute iniziali  Affrontare la depressione  Inserirla nel contesto interpersonale  Identificare le principali aree problematiche  Spiegare i principi e il contratto della IPT • Descrivere la comprensione del problema • Accordarsi sugli obiettivi del trattamento o sull’area problematica principale • Descrivere le procedure: • Attenzione sul “qui ed ora” • La riconsiderazione delle relazioni interpersonali attuali • Bisogno del paziente di discutere problemi importanti • Gli aspetti pratici del trattamento • Durata breve 100
  • 101. Sedute intermedie  Aree problematiche:  Il dolore del lutto  I contrasti interpersonali  Le transizioni di ruolo  I deficit interpersonali 101
  • 102. Il dolore del lutto  Obiettivi:  Agevolare il processo del lutto  Aiutare il paziente a ristabilire interessi e rapporti per sostituire ciò che ha perso  Strategie:  Passare in rassegna i sintomi depressivi  Mettere in relazione l’insorgenza del sintomo con la morte di una persona significativa  Ricostruire il rapporto del paziente con il defunto  Descrivere la sequenza e le conseguenze degli eventi antecedenti, contemporanei e successivi alla morte  Esplorare le sensazioni associate (negative e positive)  Considerare i modi possibili di stringere rapporti con gli altri 102
  • 103. I contrasti interpersonali  Obiettivi:  Identificare il contrasto  Approntare un piano d’azione  Modificare le aspettative o la comunicazione difettosa per determinare una risoluzione soddisfacente  Strategie:  Passare in rassegna i sintomi depressivi  Riferire l’insorgenza dei sintomi al contrasto aperto o latente con una persona significativa  Determinare la fase del contrasto  Comprendere in che modo il contrasto si riferisce ad aspettative di ruolo non reciproche  Ci sono situazioni simili in altri rapporti? 103
  • 104. Le transizioni di ruolo  Obiettivi:  Il processo del lutto e l’accettazione della perdita del vecchio ruolo  Aiutare il paziente a considerare come più positivo il nuovo ruolo  Ripristinare l’autostima sviluppando un senso di padronanza rispetto alle richieste dei nuovi ruoli  Strategie:  Passare in rassegna i sintomi depressivi  Riferire i sintomi alla difficoltà di far fronte ad alcuni recenti cambiamenti  Riconsiderare gli aspetti positivi e negativi dei ruoli vecchi e nuovi  Esaminare i sentimenti riguardo a ciò che si è perso  Esaminare i sentimenti riguardo al cambiamento in quanto tale  Esaminare le opportunità offerte dal nuovo ruolo  Valutare realisticamente ciò che si è perso  Incoraggiare un’appropriata espressione degli affetti  Incoraggiare lo sviluppo di un sistema di supporto sociale e delle competenze richieste dal nuovo ruolo 104
  • 105. I deficit interpersonali  Obiettivi:  Ridurre l’isolamento del paziente  Incoraggiare nuove relazioni  Strategie:  Passare in rassegna i sintomi depressivi  Riferire i sintomi a problemi di isolamento e di non realizzazione sociale  Riconsiderare i rapporti significativi del passato nei loro aspetti positivi e negativi  Esplorare i modelli ripetitivi di relazione  Discutere i sentimenti positivi e negativi del paziente nei confronti del terapeuta e cercare paralleli in altre relazioni 105
  • 106. Conclusione del trattamento  Esplicitare la discussione sulla conclusione  Riconoscere che la conclusione è un momento doloroso  Orientare il paziente a riconoscere la sua autonomia 106
  • 107. Tecniche specifiche  Esplorazione  Incoraggiamento dell’espressione degli affetti  Chiarificazione  Analisi della comunicazione  Uso della relazione terapeutica  Tecniche di modificazione del comportamento  Tecniche aggiuntive 107
  • 108. Il ruolo del terapeuta  Non neutrale ma dalla parte del paziente  Attivo, non passivo  La relazione terapeutica non è una relazione di transfert 108
  • 109. Efficacia IPT  Distimia (Weissman, 2000)  Depressione in adolescenza (Muffson et al., 1999)  Depressione postpartum (O’Hara et al., 2000)  Depressione nell’anziano (Miller et al., 2001)  Fobia sociale (Lipsitz et al., 1999)  Bulimia (Wilson et al., 2002) 109
  • 110. Efficacia IPT Evid Based Med. 2009 Aug;14(4):116 Evans C. 110
  • 111. PSICOTERAPIE  Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche  Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)  Terapia di gruppo  Terapia familiare e di coppia 111
  • 112. Psicot. DI GRUPPO  Diverse persone con problematiche simili o diverse si riuniscono in un gruppo guidato da un terapeuta (meglio se di media eterogeneità)  Di solito 1 seduta settimanale della durata di un’ora e mezza  Da 8 a 10 persone  Approccio centrato sul gruppo, sull’individuo, combinato 112
  • 113. Psicot. DI GRUPPO Punti di forza del gruppo:  Permette ai pz un feedback immediato da parte dei pari  Permette sia al pz che al terapeuta di osservare le risposte del pz a una serie di persone diverse  Disturbi di personalità di alto livello (istrionico, oss.-comp., narcisistico, dipendente)  modelli di comportamento da egosintonici a egodistonici 113
  • 114. Psicot. DI GRUPPO  Vi sono numerose forme diverse di terapie di gruppo che utilizzano tecniche differenti  Criteri di inclusione dei pz:  Capacità di seguire i compiti del gruppo  Aree problematiche compatibili con gli scopi del gruppo  Criteri di Esclusione dei pz:  Incapacità ad assumere comportamenti accettabili di gruppo (antisociali, maniacali, deliranti, scarso controllo dell’impulsività)  Incapacità a sostenere l’ambientazione di gruppo 114
  • 115. GRUPPI DI AUTO-AIUTO  Formati da persone che hanno bisogno di affrontare un specifico problema o crisi  I membri condividono le esperienze, si confrontano, si educano e aiutano l’un l’altro e alleviano il senso di alienazione  Alcolisti Anonimi (AA)  Giocatori Anonimi (AG, anonymous gamblers)  Bulimici Anonimi (AO, anonymous overeaters) 115
  • 116. PSICOTERAPIE  Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche  Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)  Terapia di gruppo  Terapia familiare e di coppia 116
  • 117. Psicot. FAMILIARE Utilizzata per svariati casi  elevata conflittualità familiare  il disturbo di un individuo impatta sull’equilibrio familiare  il disturbo dell’individuo è causato o aggravato da dinamiche familiari  per aiutare i familiari a fornire un sostegno efficace all’individuo in difficoltà 117
  • 118. Psicot. FAMILIARE  Sono numerose le tecniche sviluppate, con riferimento a diversi approcci psicoterapeutici  Le sedute sono solitamente di durata maggiore (2 ore)  La durata del trattamento varia a seconda della natura del problema e del modello di terapia 118
  • 119. Psicot. DI COPPIA  Forma di terapia ideata per modificare psicologicamente l’interazione di due persone in conflitto tra loro  su un parametro (emozionale, sessuale, sociale, economico)  o su un insieme di questi  Scopi: alleviare lo stress, cambiare modalità di interazione disadattive, favorire lo sviluppo della personalità 119
  • 120. Psicot. DI COPPIA  Vi sono forme diverse:  INDIVIDUALE: i due partner sono visti da terapeuti diversi in modo autonomo  CONGIUNTA: i due partner sono visti sempre in coppia da uno stesso terapeuta  DI GRUPPO: la coppia si incontra con altre coppie che hanno lo stesso problema 120
  • 121. Riassumendo…  Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche  Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)  Terapia di gruppo  Terapia familiare e di coppia 121