2. Perché???
Identificazione di sottogruppi più omogenei
Identificare individui a rischio
Trattamento individualizzato e previsione di risposta
al trattamento
2
4. Modello dinamico
I modelli precedenti considerano i tratti di
personalità come stabili
In realtà la personalità è dinamica (è plastica
nell’infanzia e si modifica per tutto il corso della vita)
Es., modello della predisposizione dinamico:
Temperamento = livello di rischio di base
Successive esperienze modificano la predisposizione della
personalità alla depressione e ciò può portare a
confrontarsi con stress aggiuntivi; questo circolo vizioso si
perpetua ed un evento di vita stressante può portare alla
manifestazione depressiva 4
6. Questioni metodologiche
Disegno degli studi
Eterogeneità del Disturbo Depressivo (non indica
necessariamente eterogeneita’ di cause, può indicare
patoplasticità)
Specifica diagnosi (es., disturbo depressivo maggiore, distimia)
Tipo (es., psicotico, melanconico, atipico)
Caratteristiche cliniche (onset, ricorrenza, cronicità)
Comorbidità
Assessment della personalità
Questionari
Interviste
Osservazione
6
7. Temperamento affettivo
Molti pazienti affetti da disturbo dell’umore, e i loro familiari,
dimostravano specifici tratti premorbosi di personalità che
sembravano versioni attenuate del disturbo
Kraepelin, 1921
Schneider, 1958
Sulla base di queste descrizioni, Akiskal propose criteri formali
per le tipologie di temperamento affettivo
Akiskal (1989)
Il lavoro di Akiskal ha gettato le basi per l’inclusione del
temperamento depressivo come disturbo di personalità
nell’appendice del DSM-IV
7
8. Disturbo depressivo di personalità
O “temperamento depressivo” o “personalità depressiva”
Introversione, passività e non assertività
Tristezza
Autocritica
Pessimismo, colpa e rimorso
Critica e giudizi nei confronti degli altri
Coscenziosità ed autodisciplina
Propensione alla preoccupazione
Senso di inadeguatezza e bassa autostima
8
9. Disturbo depressivo di personalità
Studi su gemelli e familiari
Modelli della causa comune e del continuum/spectrum
Studi prospettici longitudinali tratti di disturbo
depressivo di personalità precedono l’onset del disturbo
depressivo maggiore/distimia
Modello del precursore
La personalità depressiva è associata alle forme croniche di
depressione
9
10. Disturbo depressivo di personalità
Adolescenti con elevati tratti di personalità depressiva
mostrano un aumento dei sintomi depressivi 12 mesi
dopo
Modello della predisposizione
La personalità depressiva predice peggiori outcome e
risposta al trattamento
Modello della patoplasticità
Adolescenti con elevati sintomi depressivi mostrano un
aumento di tratti di personalità depressiva 12 mesi dopo
Modello delle conseguenze
10
11. Disturbo depressivo di personalità
E’ poco probabile che questa tipologia di personalità
rifletta processi temperamentali di base presenti
nell’infanzia, dal momento che le sue caratteristiche
comprendono processi cognitivi e interpersonali
complessi
E’ più probabile che questa tipologia di personalità sia il
risultato intermedio che riflette l’interazione tra tratti
temperamentali di base che vengono elaborati nel corso
dello sviluppo in congiunzione con la socializzazione ed
altre influenze ambientali
11
13. I tratti di personalità
Non categorico ma dimensionale
13
14. Il modello dei 5 fattori (“big 5”)
Clark e Watson hanno teorizzato che i disturbi depressivi
sono caratterizzati da alti livelli di Nevroticismo (N) e bassi
livelli di Estroversione (E)
Clark et al. 1994, 1999
O Openness
C Conscientiousness
E Extraversion
A Agreeableness
N Neuroticism
Estroversione
Calore emotivo
Istinto gregario
Assertività
Attività
Ricerca di eccitazione
Emozionalità positiva
Nevroticismo
Tendenza all'ansia
Ostilità rabbiosa
Tendenza alla dep.
Ansietà sociale
Impulsività
Vulnerabilità
14
16. Personalità durante e dopo un
episodio depressivo
Molti studi hanno riportato che pazienti depressi
riportano più alti livelli di N quando sono depressi
rispetto a quando non lo sono
Modello dei concomitanti
16
17. Confronto cross-sectional tra
pazienti “remitted” e controlli
Alcuni studi hanno riportato che pazienti
precedentemente depressi riportano più bassi livelli
di E rispetto a controlli sani
Modelli del precursore, della predisposizione e delle
conseguenze
17
18. Personalità prima e dopo un
episodio depressivo
Risultati inconsistenti
Modelli delle conseguenze
18
19. Personalità nei parenti di pazienti
depressi
Risultati inconsistenti (alto N, bassa E, nessuna
differenza)
Modelli della causa comune, del continuum/spectrum, del
precursore e della predisposizione
19
20. Personalità di gemelli
Risultati positivi circa alti livelli di N e disturbo
depressivo ma non circa E
Modelli della causa comune, del continuum/spectrum, del
precursore
20
21. Personalità di individui mai stati
depressi
Risultati positivi circa alti livelli di N che
predirrebbero l’onset di un disturbo depressivo
Modelli del precursore e della predisposizione
21
22. Personalità e successivo corso
della depressione
Sia alto N che bassa E hanno effetti patoplastici sul
corso della depressione peggior decorso e
risposta al trattamento
Modello della patoplasticità
Eterogeneità diagnostica (profilo di personalità come
marker di maggior severità o di un gruppo eziologicamante
distinto)
Tipo non melanconico è caratterizzato da una maggiore
vulnerabilità negli stili di personalità rispetto al tipo
melanconico
La depressione cronica è associata ad alto N e bassa E
rispetto a quella non cronica 22
23. Modello dinamico
N interagisce con eventi di vita stressanti nel predire
l’onset depressivo
Alti livelli di E sono un fattore protettivo che modera
gli effetti degli eventi di vita stressanti sui sintomi
depressivi
23
25. Riassumendo
Alto N:
Condivide influenze eziologiche comuni con la depressione
(modelli della causa comune, continuum/spectrum e del
precursore)
Predice il successivo onset depressivo (modello del precursore e
della predisposizione),
Accresce il rischio di depressione di fronte a eventi negativi
(modello della predisposizione)
Influenza il corso della depressione (modello della patoplasticità)
È moderatamente influenzato dalla condizione clinca (modello
dei concomitanti)
Può essere modificato dall’esperienza di un episodio depressivo
(modello della conseguenza)
25
26. Riassumendo
Il ruolo di E è meno consistente:
E’ basso anche durante la remissione (modello del precursore o
della predisposizione)
Influenza il corso della depressione (modello della
patoplasticità)
Non è influenzato dalla condizione clinca (modello dei
concomitanti)
Il ruolo di C è stato meno studiato
26
27. Tiene conto sia degli aspetti
biologici-costituzionali, che di
quelli socio-culturali
TEMPERAMENTO
CARATTERE
PERSONALITA’
Modello psicobiologico di Cloninger
27
32. TCI e depressione
Harm Avoidance è positivamente correlata con N e
negativamente correlata con E
Self-Directedness è negativamente correlata con N
Novelty Seeking e Persistence sono positivamente
correlate con E
de Fruyt et al. 2000
Nei depressi alta Harm Avoidance e bassa Self-
Directedness
32
33. Implicazioni cliniche
Prevenzione fattore di rischio su cui è possibile un
intervento, specialmente precocemente
Risposta al trattamento (migliore se bassa N e alta C)
Depressione più severa? Interferenza con la
compliance e con la relazione terapeutica?
33
38. Cluster A — i pazienti spesso sembrano bizzarri o eccentrici
paranoide
schizoide
schizotipico
Cluster B — i pazienti possono sembrare drammatici, emotivi, o erratici
istrionico
narcisistico
borderline
antisociae
Cluster C — i pazienti si presentano come ansiosi o impauriti
evitante
dipendente
ossessivo compulsivo
38
Asse II
39. Sospetto, sfiducia, diffidenza
Rancore
Azioni e gesti altrui interpretati come malevoli
La realtà non è distorta ma lo è invece il significato della realtà come essa
appare
39
Cluster A - PARANOIDE
40. Emozionalità limitata e un marcato distacco nelle relazioni sociali
Alcun interesse per le relazioni affettive o sociali
Distaccato, autosufficiente, distratto, disinteressato, asessuato
Spesso è condotto in terapia dai familiari
Sentimenti e passioni verso gli altri congelati sul piano evolutivo
40
Cluster A - SCHIZOIDE
41. Tentativo di stabilire relazioni diadiche esclusive in cui non vi sia alcun rischio di
abbandono
Divisione in compartimenti delle persone in un gruppo di tutti buoni e in un
gruppo di tutti cattivi
Diffusione d’identità
Impulsività: abuso di sostanze, tendenza ad abbuffarsi, guida spericolata,
sessualità, aggressività e prodigalità che sfocia nello sperpero. Incapacità di
posticipare il soddisfacimento degli impulsi
Gesti autolesivi 41
Cluster B - BORDERLINE
42. Sfruttamento interpersonale
Assenza di empatia, preoccupazione per i sentimenti dell’altro, genuino
interesse per le idee altrui
Narcisista inconsapevole: non ha alcun tipo di consapevolezza dell’impatto che
ha sugli altri, parla come se si rivolgesse a un vasto pubblico, non si rende conto
del fatto che suscita noia, ha evidente bisogno di essere al centro
dell’attenzione e si riferisce sempre ai suoi successi
Narcisista ipervigile: sensibile al modo in cui gli altri reagiscono nei suoi
confronti, attenzione costantemente diretta verso gli altri; ascolta gli altri
attentamente alla ricerca della pur minima reazione critica e tende a sentirsi
offeso di continuo. Profondo senso di vergogna connesso al loro segreto
desiderio di esibirsi 42
Cluster B - NARCISISTICO
43. Ipersensibilità nei confronti delle critiche altrui e atteggiamenti inibitori che
esprimono inadeguatezza
Terrorizzato dall’idea di poter essere criticato o addirittura rifiutato
E’ inibito nelle relazioni intime perché ha il timore di essere umiliato o
ridicolizzato
Talvolta è presente la paura di non corrispondere alle elevate aspettative verso
se stessi
La vergogna è correlata a una valutazione del Sé come inadeguato, non
corrispondente ad uno standard interno
43
Cluster C - EVITANTE
44. Eccessivo bisogno di essere accudito, che si esprime con un comportamento
sottomesso e adesivo
Difficoltà nel prendere decisioni nella vita quotidiana e bisogno di consigli e
rassicurazioni
Il suo bisogno di supporto e accadimento lo può spingere a compiere anche
azioni sgradevoli pur di raggiungere questo scopo
Quando termina una relazione stretta, ne ricerca subito un’altra come fonte di
accadimento e di supporto
Può mettere in atto anche comportamenti adattivi
44
Cluster C - DIPENDENTE
45. Spesso vissuto come adattivo successo professionale
Le relazioni intime sono spesso vissute come minacciose perché fanno perdere il
controllo
Ricerca della perfezione per ricevere l’approvazione
Controllo, precisione e ordine. Perfezionismo che interferisce con il
completamento dei compiti
Inflessibile in tema di moralità, avaro, rigido e testardo
Contrasto con lo stile cognitivo del paziente isterico: attenzione al dettaglio ma
mancanza di flessibilità e spontaneità
45
Cluster C - OSSESSIVO
47. Riassumendo…
Stili di personalità che rendono più vulnerabili a
stress e aumentano il rischio di sviluppare una
depressione
Ansioso/preoccupato
Autocritico
Sensibile al rifiuto
Focalizzato su se stesso
Perfezionista
Evitante
Ritirato
47
48. E il disturbo bipolare???
BP I in remissione = alte N e Openness to experience, bassa
Agreableness
Lozano, 2001
Alta NS (impulsiveness e disorderliness) in pazienti con sintomi dopo
ospedalizzazione in confronto a pazienti senza sintomi
Strakowski, 1993
Alta NS e HA
Young, 1995
Associazione tra alto N e scarsa risposta al litio
Abou-Saleh, 1983; Maj, 1984
Decorso peggiore in cluster B
Garno, 2005; Leverich, 2003; Gaviria, 1982
48
50. Cos’è la psicoterapia?
Un genere di INTERVENTO TERAPEUTICO su base
PSICOLOGICA e RELAZIONALE il cui obiettivo consiste nell’
attenuare o eliminare:
una SINDROME CLINICA di tipo PSICOPATOLOGICO
un DISTURBO di PERSONALITA’
un DISTURBO dello SVILUPPO
un momento di “CRISI”
Che sono causa di DISAGIO e SOFFERENZA e che difficilmente
possono MODIFICARSI AUTONOMAMENTE
Il fine ultimo è MIGLIORARE le CONDIZIONI di VITA del
PAZIENTE in modo che possa condurre un’ESISTENZA
SODDISFACENTE nel contesto ambientale in cui vive
50
51. 4 caratteristiche:
1) Relazione interpersonale che comporta
un’ALLEANZA ad esclusivo beneficio del paziente
2) Luogo specifico, il setting
3) L’offerta di nuove prospettive, nuovi modi di vedere
o fare le cose diversi da quelli abituali e in grado di
dare un senso a sensazioni confuse e indefinite
4) Un insieme di procedure e tecniche acquisite dal
terapeuta attraverso specifici training
51
52. Assunti di base:
Qualcosa nel pz o nei suoi comportamenti limita la
sua libertà di essere se stesso e vivere la propria vita
in maniera positiva
Almeno per alcuni aspetti il pz è potenzialmente in
grado di fare qualcosa per alcuni aspetti del
problema che porta in terapia, anche se per qualche
ragione non lo sta facendo
Ogni persona ha, entro certi limiti, risorse personali,
capacità di sviluppo, di conoscenza di sé e abilità di
effettuare le proprie scelte, maggiori di quelle che
ritiene di avere 52
53. PSICOTERAPIE
Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
Terapia di gruppo
Terapia familiare e di coppia
53
54. PSICOTERAPIE
Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
Terapia di gruppo
Terapia familiare e di coppia
54
59. Che cosa definisce una terapia
psicoanalitica?
<<…quanto più onesti siamo con noi stessi, maggiori
saranno le probabilità di vivere una vita proficua e
soddisfacente>>
Nancy McWilliams
Promuovere sempre più la capacità di riconoscere
ciò che non è conscio, ossia difficile e doloroso
59
60. Che cosa definisce una terapia
psicoanalitica?
1. Focus sugli affetti e sull’espressione delle emozioni
2. Esplorazione della tendenza dei pazienti a evitare certi
argomenti o a ostacolare il progresso terapeutico
(elaborazione delle resistenze)
3. Identificazione di schemi ripetitivi in azioni, pensieri,
sentimenti, esperienze e relazioni (relazioni oggettuali)
4. Enfasi sulle esperienze del passato
5. Focus sulle esperienze interpersonali
6. Attenzione alla relazione terapeutica (transfert e alleanza di
lavoro)
7. Esplorazione di desideri, sogni e fantasie (dinamiche
intrapsichiche)
Blagys e Hilsenroth (2000)
60
61. Sommario
Definizione
Setting
Concetti chiave
Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
Indicazioni terapeutiche
Diagnosi psicodinamica
61
62. SETTING
Il pz è sdraiato su un lettino o
divano, l’analista siede dietro di lui
fuori dal suo campo visivo.
Al pz viene chiesto di dire tutto ciò che gli viene in mente
senza alcun tipo di censura.
L’analista interpreta le associazioni del pz
62
63. SETTING
Le sedute durano tipicamente 45-50 minuti,
con una frequenza di 3-5 sedute alla
settimana
Il trattamento è lungo, varia dai 3-6 anni ma
può durare anche oltre (anche 10 anni)
63
64. Setting
Elemento tecnico e strategico che consente lo svolgimento
del processo psicoanalitico → consente lo sviluppo del
transfert e la sua interpretazione
Elemento che influenza il processo e importante fattore
terapeutico → può indurre la regressione o mobilitare
angosce di separazione
Effetto benefico su pazienti che non sono capaci di stabilità
nelle relazioni, che soffrono di carenze affettive, che sono
insicuri rispetto alla propria identità e che tendono alla
dispersione dei contenuti mentali
64
65. Sommario
Definizione
Setting
Concetti chiave
Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
Indicazioni terapeutiche
Diagnosi psicodinamica
65
66. Concetti chiave
Inconscio
Determinismo causale
Conflitto
Ruolo rilevante alle prime esperienze
Sviluppo psico-sessuale
Complesso di Edipo
Transfert/controtransfert
Libere associazioni
Interpretazione
66
67. Sommario
Definizione
Setting
Concetti chiave
Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
Indicazioni terapeutiche
Diagnosi psicodinamica
67
68. Tre miti
La psicoanalisi è in larga misura l’opera di un solo
uomo
La psicoanalisi contemporanea, sia nella teoria che
nella pratica clinica, è praticamente identica a
com’era all’epoca di Freud
La psicoanalisi è passata di moda
68
69. Inconscio
Prospettiva realista → insieme di contenuti e meccanismi che
stanno lì in attesa di venire portati alla luce con
l’interpretazione
Processualità inconoscibile → luogo metaforico di inferenze e
costruzioni che danno vita al dialogo analitico e non hanno la
qualità di VERITA’ svelata
69
70. Conflitto
Conflitto → tra scarica pulsionale e difese, tra
istanze, tra mondo interno e realtà
Dal conflitto al deficit → le funzioni mentali non
consentono un’elaborazione adeguata delle
emozioni né sul piano cognitivo né sul piano
simbolico (carente strutturazione del sé, non
raggiunta costanza d’oggetto, diffusione del sè)
Il modello del deficit dà risalto alle relazioni
oggettuali
70
71. Conflitto
Lo scopo non è più superare il conflitto ma accrescere
l’organizzazione della mente
Prima si smuoveva o si voleva far entrare qualcosa nella
coscienza
Oggi si lavora contro l’entropia, si va contro la
frammentazione e verso l’organizzazione (Bromberg)
compito dell’analisi: aiutare il paziente a vivere e a collegare i
suoi stati del Sé, così da restituirgli la sensazione di “chi egli
sia”
71
72. Il semi-cerchio della salute mentale
Ulisse versus Edipo
<<…l’uomo sano vive, e con la gioia più profonda, la
generazione successiva come un’estensione di se
stesso. Quindi, normale e umano è il sostegno alla
generazione successiva, e non il conflitto
intergenerazionale e i desideri reciproci di uccidere e
distruggere>>
E’ in risposta a un Sé patologico del genitore che
compare il complesso di Edipo
72
73. Interpretazione
E’ lo strumento che porta alla luce qualcosa di già dato che
attende di venire scoperto (metafora archeologica)
E’ una costruzione narrativa che innesca costruzioni di
significati nuovi o che favorisce l’esplicitazione di significati
latenti
73
74. Neutralità
Astinenza
Non intrusività
Incontro tra due soggettività che si accordano per
esplorare l’esperienza soggettiva del paziente ma in
cui l’esperienza soggettiva del terapeuta non è
accessoria
74
75. Teoria psicoanalitica
Si basa sul singolo caso
Comprensione interpersonale
Non-oggettività come strumento di conoscenza
Più che di teoria (ha a che fare con la verità) si
dovrebbe parlare di trama concettuale di riferimento
(ha a che fare con i significati che si producono nel
dialogo) (Sandler e Joffe, 1969)
75
76. Sommario
Definizione
Setting
Concetti chiave
Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
Indicazioni terapeutiche
Diagnosi psicodinamica
76
77. PSICOANALISI
Indicazioni:
Giovane età (dopo i 40-45 anni scarse possibiltà di modifiche
importanti delle personalità)
Intelligenza, capacità di introspezione e relazionali
Disturbi d’ansia, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo,
Depressione lieve,
Alcuni disturbi di personalità, di controllo degli impulsi e sessuali
Controindicazioni:
Disturbi psicotici, Dipendenza da sostanze, Disturbo antisociale
di Personalità
Incapacità relazionali
77
78. Analizzabilità
Inadatti alla psicoanalisi:
“…quei malati che non possiedono un certo grado d’istruzione
e un carattere che dia sufficiente affidamento”
“…persone che non si sentano spinte alla terapia dalle loro
sofferenze ma vi si sottopongano solo per ordine superiore
dei loro congiunti”
“…persone vicine o al di là dei cinquant’anni”
Pazienti affetti da degenerazione neuropatica, psicosi, stati
confusionali e depressione profonda, e pazienti in cui sia
necessario eliminare rapidamente fenomeni pericolosi
(anoressia isterica)
Freud, “Psicoterapia” (1904)
78
79. Indicazioni alla psicoanalisi
“…è adatta a quei pazienti che stanno abbastanza
male per averne bisogno e abbastanza bene per
tollerarla”
Wallerstein (1969)
79
80. Sommario
Definizione
Setting
Concetti chiave
Evoluzione di alcuni concetti nel tempo
Indicazioni terapeutiche
Diagnosi psicodinamica
80
81. La diagnosi
Forza dell’Io:
Storia lavorativa e relazionale
Esame di realtà
E’ capace di distinguere quanto è interno da ciò che è esterno?
L’esame di realtà è integro in situazioni strutturate ma difettoso in
situazioni non strutturate?
Controllo degli impulsi
E’ in grado di differire la scarica degli impulsi?
Capacità di giudizio
E’ in grado di prevedere le conseguenze delle proprie azioni?
Capacità di mentalizzazione
Meccanismi di difesa
81
83. La diagnosi
Relazioni oggettuali:
Dell’infanzia
Attuali
Con il terapeuta (transfert/controtransfert)
Le relazioni influenzano il quadro clinico?
Inferenze sulle relazioni oggettuali interne
Maturità delle relazioni oggettuali
E’ in grado di tollerare la lontananza dalle figure
significative?
83
84. La diagnosi
Il Sè:
Stima e coesione del Sé
E’ incline alla frammentazione?
Ha sempre bisogno di conferme?
Continuità del Sé
C’è una diffusione d’identità?
Confini del Sé
E’ in grado di differenziare i propri contenuti mentali da quelli
altrui?
Rapporto mente/corpo
Mente e corpo sono considerati connessi?
84
86. Main results
Depression is associated with lower scores in Mature
defence style and higher scores in Immature and
Neurotic defence styles
Panic Disorder patients showed significantly higher
Neurotic and Immature scores in comparison with
controls
86
87. Discussion
The results of the present meta-analysis evidenced
the maintenance of a high Mature defence style in
PD patients in comparison with MDD patients
Different strategies could be hypothesized in clinical
and psychotherapeutic management across different
diagnoses, such as higher expressive and
interpretative interventions for PD patients and
more supportive ones for MDD patients
87
88. PSICOTERAPIE
Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
Terapia di gruppo
Terapia familiare e di coppia
88
89. PSICOTERAPIA BREVE
Terapia di breve durata basata su concetti
psicoanalitici
Molte forme diverse, ciascuna con criteri specifici di
selezione dei pz e tecniche di trattamento strutturate
su problemi specifici
Durata variabile, da 5 a un massimo di 40 settimane
89
90. INTERVENTO SULLA CRISI
Terapia limitata alla crisi legata al
manifestarsi dei sintomi
Presupposto: eventi avversi determinano
una risposta dolorosa (crisi), alterando
l’equilibrio psichico dell’individuo
Scopo: favorire reazioni adattive e
recuperare uno stato mentale equilibrato90
91. INTERVENTO SULLA CRISI
Riesaminare i passi che hanno condotto alla crisi
Esaminare le reazioni disadattive
Imparare modalità adattive
Imparare ad evitare situazioni pericolose che possono
condurre a nuove crisi in futuro
Durata variabile da poche sedute a diversi
incontri nel corso di uno-due mesi
91
92. PSICOTERAPIA INTERPERSONALE (IPT)
DELLA DEPRESSIONE
Anni 1930-40, Washington-Baltimora
Harry Stack Sullivan
Frieda Fromm-Reichmann
Erich Fromm
Karen Horney
Psicopatologia → relazioni interpersonali
92
93. Indicazioni alla farmacoterapia
Scarsa capacità di insight
Indisponibilità del paziente ad attribuire importanza
alle relazioni interpersonali come possibile fattore
associato alla psicopatologia
Disturbo grave di personalità
Severità sintomatologica
Rischio suicidario
Pazienti con episodi depressivi ricorrenti
Trattamento combinato
93
94. Principali caratteristiche
Gli obiettivi primari sono il miglioramento a livello
sintomatologico e a livello delle relazioni
interpersonali
Il focus sono i conflitti e la scarsa soddisfazione nel
contesto interpersonale che impattano sull’umore e
l’autostima
94
95. Struttura della IPT
Fasi (8-16 sessioni):
Sedute iniziali (2-4)
Sedute intermedie (4-8)
Conclusione del trattamento (2-4)
Tecniche specifiche
Ruolo del terapeuta
95
96. Sedute iniziali
Affrontare la depressione
Inserirla nel contesto interpersonale
Identificare le principali aree problematiche
Spiegare i principi e il contratto della IPT
96
97. Sedute iniziali
Affrontare la depressione
Inserirla nel contesto interpersonale
Identificare le principali aree problematiche
Spiegare i principi e il contratto della IPT
• Passare in rassegna i sintomi depressivi
• Dare un nome alla sindrome
• Spiegare al paziente la depressione e il trattamento
• Attribuire al paziente il “ruolo di malato”
• Valutare il bisogno di farmaci
97
98. Sedute iniziali
Affrontare la depressione
Inserirla nel contesto interpersonale
Identificare le principali aree problematiche
Spiegare i principi e il contratto della IPT
• Riconsiderare i rapporti interpersonali passati e attuali in
relazione ai sintomi
• Determinare col paziente:
• La natura dell’interazione con le persone significative
• Le aspettative reciproche del paziente e delle persone
significative e la loro realizzazione o mancata
realizzazione
• Gli aspetti soddisfacenti e quelli insoddisfacenti delle
relazioni
• I cambiamenti che il paziente desidera nelle relazioni 98
99. Sedute iniziali
Affrontare la depressione
Inserirla nel contesto interpersonale
Identificare le principali aree problematiche
Spiegare i principi e il contratto della IPT• Determinare l’area problematica connessa alla depressione
attuale e stabilire gli obiettivi del trattamento
• Determinare quale relazione o quale aspetto di essa è
collegato alla depressione e come può essere modificato
99
100. Sedute iniziali
Affrontare la depressione
Inserirla nel contesto interpersonale
Identificare le principali aree problematiche
Spiegare i principi e il contratto della IPT
• Descrivere la comprensione del problema
• Accordarsi sugli obiettivi del trattamento o sull’area
problematica principale
• Descrivere le procedure:
• Attenzione sul “qui ed ora”
• La riconsiderazione delle relazioni interpersonali attuali
• Bisogno del paziente di discutere problemi importanti
• Gli aspetti pratici del trattamento
• Durata breve
100
101. Sedute intermedie
Aree problematiche:
Il dolore del lutto
I contrasti interpersonali
Le transizioni di ruolo
I deficit interpersonali
101
102. Il dolore del lutto
Obiettivi:
Agevolare il processo del lutto
Aiutare il paziente a ristabilire interessi e rapporti per sostituire ciò che
ha perso
Strategie:
Passare in rassegna i sintomi depressivi
Mettere in relazione l’insorgenza del sintomo con la morte di una
persona significativa
Ricostruire il rapporto del paziente con il defunto
Descrivere la sequenza e le conseguenze degli eventi antecedenti,
contemporanei e successivi alla morte
Esplorare le sensazioni associate (negative e positive)
Considerare i modi possibili di stringere rapporti con gli altri
102
103. I contrasti interpersonali
Obiettivi:
Identificare il contrasto
Approntare un piano d’azione
Modificare le aspettative o la comunicazione difettosa per
determinare una risoluzione soddisfacente
Strategie:
Passare in rassegna i sintomi depressivi
Riferire l’insorgenza dei sintomi al contrasto aperto o latente con
una persona significativa
Determinare la fase del contrasto
Comprendere in che modo il contrasto si riferisce ad aspettative
di ruolo non reciproche
Ci sono situazioni simili in altri rapporti?
103
104. Le transizioni di ruolo
Obiettivi:
Il processo del lutto e l’accettazione della perdita del vecchio ruolo
Aiutare il paziente a considerare come più positivo il nuovo ruolo
Ripristinare l’autostima sviluppando un senso di padronanza rispetto
alle richieste dei nuovi ruoli
Strategie:
Passare in rassegna i sintomi depressivi
Riferire i sintomi alla difficoltà di far fronte ad alcuni recenti
cambiamenti
Riconsiderare gli aspetti positivi e negativi dei ruoli vecchi e nuovi
Esaminare i sentimenti riguardo a ciò che si è perso
Esaminare i sentimenti riguardo al cambiamento in quanto tale
Esaminare le opportunità offerte dal nuovo ruolo
Valutare realisticamente ciò che si è perso
Incoraggiare un’appropriata espressione degli affetti
Incoraggiare lo sviluppo di un sistema di supporto sociale e delle
competenze richieste dal nuovo ruolo
104
105. I deficit interpersonali
Obiettivi:
Ridurre l’isolamento del paziente
Incoraggiare nuove relazioni
Strategie:
Passare in rassegna i sintomi depressivi
Riferire i sintomi a problemi di isolamento e di non realizzazione
sociale
Riconsiderare i rapporti significativi del passato nei loro aspetti
positivi e negativi
Esplorare i modelli ripetitivi di relazione
Discutere i sentimenti positivi e negativi del paziente nei
confronti del terapeuta e cercare paralleli in altre relazioni
105
106. Conclusione del trattamento
Esplicitare la discussione sulla conclusione
Riconoscere che la conclusione è un momento
doloroso
Orientare il paziente a riconoscere la sua autonomia
106
107. Tecniche specifiche
Esplorazione
Incoraggiamento dell’espressione degli affetti
Chiarificazione
Analisi della comunicazione
Uso della relazione terapeutica
Tecniche di modificazione del comportamento
Tecniche aggiuntive
107
108. Il ruolo del terapeuta
Non neutrale ma dalla parte del paziente
Attivo, non passivo
La relazione terapeutica non è una relazione di
transfert
108
109. Efficacia IPT
Distimia (Weissman, 2000)
Depressione in adolescenza (Muffson et al., 1999)
Depressione postpartum (O’Hara et al., 2000)
Depressione nell’anziano (Miller et al., 2001)
Fobia sociale (Lipsitz et al., 1999)
Bulimia (Wilson et al., 2002)
109
111. PSICOTERAPIE
Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
Terapia di gruppo
Terapia familiare e di coppia
111
112. Psicot. DI GRUPPO
Diverse persone con problematiche simili o diverse
si riuniscono in un gruppo guidato da un terapeuta
(meglio se di media eterogeneità)
Di solito 1 seduta settimanale della durata di un’ora
e mezza
Da 8 a 10 persone
Approccio centrato sul gruppo, sull’individuo,
combinato
112
113. Psicot. DI GRUPPO
Punti di forza del gruppo:
Permette ai pz un feedback immediato da
parte dei pari
Permette sia al pz che al terapeuta di
osservare le risposte del pz a una serie di
persone diverse
Disturbi di personalità di alto livello
(istrionico, oss.-comp., narcisistico,
dipendente) modelli di comportamento
da egosintonici a egodistonici 113
114. Psicot. DI GRUPPO
Vi sono numerose forme diverse di terapie di gruppo
che utilizzano tecniche differenti
Criteri di inclusione dei pz:
Capacità di seguire i compiti del gruppo
Aree problematiche compatibili con gli scopi del gruppo
Criteri di Esclusione dei pz:
Incapacità ad assumere comportamenti accettabili di gruppo
(antisociali, maniacali, deliranti, scarso controllo
dell’impulsività)
Incapacità a sostenere l’ambientazione di gruppo 114
115. GRUPPI DI AUTO-AIUTO
Formati da persone che hanno bisogno di affrontare un
specifico problema o crisi
I membri condividono le esperienze, si confrontano, si
educano e aiutano l’un l’altro e alleviano il senso di
alienazione
Alcolisti Anonimi (AA)
Giocatori Anonimi (AG, anonymous gamblers)
Bulimici Anonimi (AO, anonymous overeaters)
115
116. PSICOTERAPIE
Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
Terapia di gruppo
Terapia familiare e di coppia
116
117. Psicot. FAMILIARE
Utilizzata per svariati casi
elevata conflittualità familiare
il disturbo di un individuo impatta
sull’equilibrio familiare
il disturbo dell’individuo è causato o
aggravato da dinamiche familiari
per aiutare i familiari a fornire un sostegno
efficace all’individuo in difficoltà
117
118. Psicot. FAMILIARE
Sono numerose le tecniche sviluppate, con
riferimento a diversi approcci psicoterapeutici
Le sedute sono solitamente di durata maggiore (2
ore)
La durata del trattamento varia a seconda della
natura del problema e del modello di terapia
118
119. Psicot. DI COPPIA
Forma di terapia ideata per modificare
psicologicamente l’interazione di due persone in
conflitto tra loro
su un parametro (emozionale, sessuale, sociale,
economico)
o su un insieme di questi
Scopi: alleviare lo stress, cambiare modalità di
interazione disadattive, favorire lo sviluppo della
personalità
119
120. Psicot. DI COPPIA
Vi sono forme diverse:
INDIVIDUALE: i due partner sono visti da terapeuti diversi
in modo autonomo
CONGIUNTA: i due partner sono visti sempre in coppia da
uno stesso terapeuta
DI GRUPPO: la coppia si incontra con altre coppie che
hanno lo stesso problema
120
121. Riassumendo…
Psicoanalisi – psicoterapie psicoanalitiche
Psicoterapie brevi (es., Intervento sulla crisi, IPT)
Terapia di gruppo
Terapia familiare e di coppia
121