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Miti e realtà dell’intervento
psicoeducativo
Sassuolo, 3/11/2007
Enrico Micheli
Laboratorio
psicoeducativo
Laboratorio psicoeducativo
Con questa relazione vorrei…
• Ragionare con voi per riassumere lo “stato
dell’arte” di un argomento complesso
• Tracciare una mappa dell’intervento che ne
deriva
• Affrontare aspetti organizzativi che possono
renderlo possibile

Laboratorio psicoeducativo
Cosa
sappiamo?

Laboratorio psicoeducativo
Consolidamento di conoscenze
• Le classificazioni condivise: DSM IV,
ICD10
• Disturbi Pervasivi dello Sviluppo: Lo
“Spettro Autistico”
• La diagnosi precoce
• Conoscenze biologiche, genetiche,
neurologiche, psicologiche
Laboratorio psicoeducativo
Miti superati
• Disturbo gravissimo e incurabile
• Totale isolamento, stereotipie,
peggioramento e regressione,
autolesionismo
• A eziologia psicologica, relazionale

Laboratorio psicoeducativo
variabilità
• 50% non sviluppa linguaggio (25%?
15%?10%)
• 70% ha un QI inferiore a 70
• Disarmonie nello sviluppo cognitivo
–
–
–
–

buona memoria meccanica
abilità visuospaziali
percezione
deficit di teoria della mente, di funzione
esecutiva e coerenza centrale
Laboratorio psicoeducativo
Il trattamento: l’educazione del bambino
• Insegnare abilità per ridurre la disabilità
• Insegnare abilità per migliorare la qualità
della vita
• Modificare l’ambiente per aiutare la
persona disabile a viverci
• Insegnare “coping strategies”

Laboratorio psicoeducativo
Le prime interazioni sociali al
centro
•
•
•
•
•

Orientamento al nome
Attenzione congiunta
Intenzione congiunta
Emozione congiunta
Imitazione

Laboratorio psicoeducativo
Miti e realtà
dell’intervento

Laboratorio psicoeducativo
Vecchi e nuovi miti
• Miti sull’origine e illusioni di terapia: il periodo
psicodinamico
• Miti che nascono in ambito scientifico
(conoscenze o aspetti reali) e poi si distaccano
dalla realtà
– Delacato, CF, diete

• Miti all’interno dell’approccio psicoeducativo che
forzano le conoscenze in nome della scienza
– Il marketing ABA
Laboratorio psicoeducativo
La questione dell’efficacia
• Distinzione tra strumenti , tecniche,
strategie / filosofia e organizzazione
• Il primo livello si confronterà con
l’efficacia specifica , acquisizione di abilità
o specifici progressi
• Il secondo livello si confronterà
sull’efficacia generale: miglioramento della
qualità della vita
Laboratorio psicoeducativo
fattori che contribuiscono
all’efficacia del trattamento
• Precocità e intensità del trattamento.
• Strutturazione dell’intervento educativo
(definizione chiara degli obiettivi e dei criteri)
• Applicazione all’intervento educativo delle
conoscenze sulle caratteristiche dell’autismo in
modo da adattare ad esse le attività educative
(visualizzazione, prevenzione dei problemi di
comportamento con un adattamento dell’ambiente,
ecc)
• Coinvolgimento attivo dei genitori nel trattamento
Laboratorio psicoeducativo
Stato dell’arte
• Anni 70: Rivoluzione scientifica: un
Disturbo dello Sviluppo. Abbandono teorie
e terapie psicodinamiche.
• Lavoro di grandi maestri: Eric Schopler,
Michael Rutter, Lorna Wing, Ivar Lovaas
• Conoscenza dell’autismo

Laboratorio psicoeducativo
• Applicazione alla terapia dell’autismo di
interventi educativi costruiti su:
– psicologia dell’apprendimento e del
comportamento;
– psicologia dello sviluppo;
– psicologia cognitiva;
– conoscenze sulla comunicazione, il linguaggio
e l’interazione sociale
Laboratorio psicoeducativo
Sviluppo e applicazione di
tecniche e strumenti
• Applicazione di tecniche di insegnamento
già presenti
• Scoperta di strategie derivate dalla
conoscenza empirica dei disturbi dello
spettro autistico
• Strategie e tecniche per l’interazione sociale
• Strategie e tecniche per la comunicazione,
sia verbale sia non verbale
Laboratorio psicoeducativo
Integrare necesse est
• L’esperienza delle “scuole” ha costruito numerosi
strumenti
• Ogni bambino è diverso
• Ogni famiglia è diversa
Quindi l’operatore esperto avrà una ricca cassetta
degli attrezzi
L’uso di questi attrezzi avrà il suo razionale: nella
valutazione del singolo bambino
Nell’organizzazione generale dell’intervento
Laboratorio psicoeducativo
Approccio dimensionale e non
categoriale
• Una ricca “cassetta degli attrezzi”
• Che permetta scelte non tra categorie
mutualmente escludentisi
(Lovaas/TEACCH/Denver/Vattelapesca)
• Sviluppo/funzionale ; direttivo/interattivo ;
naturale/artificiale;

Laboratorio psicoeducativo
Cosa insegnare/come insegnare
• Apprendimento cumulativo o gerarchico?
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insegnare?

Laboratorio psicoeducativo
Come insegnare
• Normale mediazione
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• Insegnamento naturalistico e incidentale
• Insegnamento altamente strutturato
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Laboratorio psicoeducativo
Cosa insegnare
• Conoscenze sullo sviluppo tipico della socialità,
della comunicazione, del linguaggio, del
funzionamento intellettivo, dlel abilità sociali
• Conoscenze sullo sviluppo e funzionamento
autistico
Sviluppo di un solido filone “cognitivo”

Laboratorio psicoeducativo
Aree variamente compromesse con cui “fare i conti”
• Prime abilità di nterazionesociale reciproca:
l’intersoggettività
• Comnicazione
• Funzione esecutiva
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Laboratorio psicoeducativo
Lo sviluppo e il ciclo di vita
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Dall’attenzione congiunta alle abilità sociali
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Complesso intreccio e continue scelte tra
interventi riabilitativi dominio specifici e
interventi “protesici”
Laboratorio psicoeducativo
Cognitivo-comportamentale
• non solo deficit ma sviluppo, funzionamento
diverso che permane
• Repertorio/sviluppo (Sviluppo/funzionale)
• Percorso cumulativo / percorso gerarchico
(si può insegnare tutto?)
• Evoluzione della specie / evoluzione
dell’individuo
Laboratorio psicoeducativo
La valutazione come chiave per
un intervento cognitivocomportamentale

• Uso flessibile e orientato all’intervento di
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• Valutare non solo per definire un punto nel
curriculum, ma per conoscere
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Laboratorio psicoeducativo
Interventi dominio specifici
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Laboratorio psicoeducativo
l’autismo non
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Laboratorio psicoeducativo
Una traccia: un bambino….
Vede presto riconosciute le sue difficoltà;
riceve non solo una etichetta diagnostica ma
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I suoi genitori vengono ascoltati e
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valutazione e vengono a far parte della
squadra
Laboratorio psicoeducativo
Emerge il programma: mete, obiettivi. Il programma
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Personale educativo dedicato guidato da esperti,
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(da formatori esperti) e cura degli aspetti generali:
empowerment
Laboratorio psicoeducativo
Interazione sociale e comunicazione sono al centro
del programma; insieme, conoscenza e uso degli
oggetti, linguaggio
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naturalezza degli ambienti e dell’uso degli
strumenti tecnici
Naturalezza nella scelta degli obiettivi, importanza di
lavorare sugli obiettivi emergenti
Laboratorio psicoeducativo
La squadra sceglierà caso per caso e obiettivo
per obiettivo strategie, tecniche e strumenti
Sceglierà ciò che, efficace, sarà più naturale
possibile
Attenzione sarà data alla qualità
dell’interazione e della comunicazione

Laboratorio psicoeducativo
La sicura guida verso il successo (scelta di
emergenti e uso di tecniche efficaci);
non inutili e dannose forzature; non
sensibilizzazioni che provocano ansia ed
evitamento
Rispettare e utilizzare il modo di funzionare e
le motivazioni già presenti nel repertorio del
bambino
Laboratorio psicoeducativo
Anche la strutturazione di ambienti, routine , l’uso
dei supporti visivi sarà decisa rispettando la regola
del meno intrusivo e più naturale; sarà inserita a
seconda delle necessità, e l’evoluzione del
bambino indicherà se diminuire o se incrementare
la quantità di supporti
Idem per i mezzi di comunicazione aumentativa
Il curriculum via via si allargherà verso l’autonomia ,
abilità scolastiche, vita con i coetanei.
Laboratorio psicoeducativo
Questo è necessario e sufficiente
per l’ottenimento dei migliori
risultati possibili

• Pochi progrediranno fino a raggiungere il confine
con la normalità
• Molti avranno risultati insperati verso
comunicazione, autonomia, autorealizzazione
• La maggioranza avrà bisogno di aiuto e struttura
per vivere in ambienti attivi ma protetti
• Alcuni, ma sempre meno, avranno bisogno ancora
di umana, dignitosa assistenza.
Laboratorio psicoeducativo
Laboratorio psicoeducativo
scegliere tra “il TEACCH” e
“l’ABA” è un dilemma assurdo
• La maggioranza dei bambini non riceve
alcun intervento educativo intensivo
• Ricevono “ore di terapia”. Acqua fresca!
• Le ore di nido e /o scuola materna non sono
adeguatamente indirizzate all’appropriato
intervento educativo

Questo è il problema!
Laboratorio psicoeducativo
E’ questo il problema da
risolvere. Se no…
• Scarsi e pessimi interventi
• Spreco di risorse
• Inutili bagarre e conflitti finalizzati a
conservare un sistema inadeguato
• Discuteremo dell’ultima sottigliezza senza
avvicinarci di un passo al “gold standard”

Laboratorio psicoeducativo
Perché siamo a questo punto?
Una ipotesi
• L’organizzazione dei servizi sociosanitari che ha
mantenuto un modello inadeguato tradizionale
( gerarchie, percorsi, figure professionali, terapie)
da qui inefficacia e attese
• L’organizzazione della scuola che spreca le
numerose ore di permanenza del bambino
• L’uso di abbondanti risorse del sistema
sociosanitario a stampella di questo tipo di
organizzazione scolastica.
Laboratorio psicoeducativo
Da qui insoddisfazione e confusione
• Bambini che crescono male, peggio di come
potrebbero: ciò ingigantisce il problema
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• Ma il problema organizzativo non viene
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• E quindi speco di soldi ed energie nella
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Laboratorio psicoeducativo
Qualche idea
• Diagnosi e trattamento insieme
• Intervento educativo precoce: uso razionale
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bambini a rischio
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Laboratorio psicoeducativo
Ancora qualche idea
• Un lavoro non accademico ma rigoroso per
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cognitivo comportamentale
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verità scientifica ma ugualmente rigoroso
per la documentazione dei risultati

Laboratorio psicoeducativo
Che fare
• Immettere nel sistema elementi correttivi:
concentrarsi sull’offerta di un intervento
psicoeducativo moderno, intensivo e precoce, che
riempia la giornata del bambino, non il suo
“tempo libero”
• Creando strutture organizzate, con intreccio
sanitario ed educativo; gruppi di lavoro, non
interventi a pioggia; luoghi, capi, gregari,
seniores, juniores, ecc.
Laboratorio psicoeducativo
• Privilegiare questo obiettivo : i soldi per la ricerca
su quale metodo è migliore se vorrete li potrete
investire quando i servizi saranno garantiti.
• Quindi i “centri autismo” che stanno nascendo
nelle strutture sanitarie saranno dotati di una
moderna organizzazione di intervento, non solo di
diagnosi
• Quindi dovunque le risorse saranno indirizzate
verso scuole pilota che accettano di innovare
l’organizzazione.
Laboratorio psicoeducativo
Non litighiamo sugli strumenti
ma chiediamoci come migliorare
l’organizzazione per la nostra
maratona

Laboratorio psicoeducativo
Rischi
• “ABA” applicato con un modello organizzativo
tipo franchising con una catena dal supervisore
all’esecutore , a casa, o organizzazioni che
applicano curricula e strategie creando gruppi di
lavoro, dotati di un centro?
• “TEACCH” come filosofia e strategie che
informano l’intero procedere di un gruppo di
lavoro, o come immagini e scatole ?
Laboratorio psicoeducativo
Chiedo alle associazioni
• Di studiare più attentamente la storia degli
interventi sull’autismo e le complessità implicite
• Di diffidare da chi presenta il suo metodo come un
metodo di cura e come un metodo che o si fa
quello o niente
• Di far crescere la cultura degli iscritti in modo che
posano difendesi dalla pubblicità e dal marketing
• Di chiedere sia al pubblico sia al privato di
organizzare servizi ; non chiedere il pagamento di
terapie fai da te ma di usare risorse per migliorare
i servizi
Laboratorio psicoeducativo
• Mille fiori nasceranno, si confronteranno tra loro,
ma intanto offriranno concreti servizi. Avremo
persone esperte, non soltanto “sapute” . I giovani
saranno guidati e avranno modelli, non saranno
sbattuti con due libri, un programma.
• Certo ci sarà conflitto , ma leale e utile: saranno i
risultati che parleranno, senza più l’alibi
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Laboratorio psicoeducativo

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Micheli

  • 1. Miti e realtà dell’intervento psicoeducativo Sassuolo, 3/11/2007 Enrico Micheli Laboratorio psicoeducativo Laboratorio psicoeducativo
  • 2. Con questa relazione vorrei… • Ragionare con voi per riassumere lo “stato dell’arte” di un argomento complesso • Tracciare una mappa dell’intervento che ne deriva • Affrontare aspetti organizzativi che possono renderlo possibile Laboratorio psicoeducativo
  • 4. Consolidamento di conoscenze • Le classificazioni condivise: DSM IV, ICD10 • Disturbi Pervasivi dello Sviluppo: Lo “Spettro Autistico” • La diagnosi precoce • Conoscenze biologiche, genetiche, neurologiche, psicologiche Laboratorio psicoeducativo
  • 5. Miti superati • Disturbo gravissimo e incurabile • Totale isolamento, stereotipie, peggioramento e regressione, autolesionismo • A eziologia psicologica, relazionale Laboratorio psicoeducativo
  • 6. variabilità • 50% non sviluppa linguaggio (25%? 15%?10%) • 70% ha un QI inferiore a 70 • Disarmonie nello sviluppo cognitivo – – – – buona memoria meccanica abilità visuospaziali percezione deficit di teoria della mente, di funzione esecutiva e coerenza centrale Laboratorio psicoeducativo
  • 7. Il trattamento: l’educazione del bambino • Insegnare abilità per ridurre la disabilità • Insegnare abilità per migliorare la qualità della vita • Modificare l’ambiente per aiutare la persona disabile a viverci • Insegnare “coping strategies” Laboratorio psicoeducativo
  • 8. Le prime interazioni sociali al centro • • • • • Orientamento al nome Attenzione congiunta Intenzione congiunta Emozione congiunta Imitazione Laboratorio psicoeducativo
  • 10. Vecchi e nuovi miti • Miti sull’origine e illusioni di terapia: il periodo psicodinamico • Miti che nascono in ambito scientifico (conoscenze o aspetti reali) e poi si distaccano dalla realtà – Delacato, CF, diete • Miti all’interno dell’approccio psicoeducativo che forzano le conoscenze in nome della scienza – Il marketing ABA Laboratorio psicoeducativo
  • 11. La questione dell’efficacia • Distinzione tra strumenti , tecniche, strategie / filosofia e organizzazione • Il primo livello si confronterà con l’efficacia specifica , acquisizione di abilità o specifici progressi • Il secondo livello si confronterà sull’efficacia generale: miglioramento della qualità della vita Laboratorio psicoeducativo
  • 12. fattori che contribuiscono all’efficacia del trattamento • Precocità e intensità del trattamento. • Strutturazione dell’intervento educativo (definizione chiara degli obiettivi e dei criteri) • Applicazione all’intervento educativo delle conoscenze sulle caratteristiche dell’autismo in modo da adattare ad esse le attività educative (visualizzazione, prevenzione dei problemi di comportamento con un adattamento dell’ambiente, ecc) • Coinvolgimento attivo dei genitori nel trattamento Laboratorio psicoeducativo
  • 13. Stato dell’arte • Anni 70: Rivoluzione scientifica: un Disturbo dello Sviluppo. Abbandono teorie e terapie psicodinamiche. • Lavoro di grandi maestri: Eric Schopler, Michael Rutter, Lorna Wing, Ivar Lovaas • Conoscenza dell’autismo Laboratorio psicoeducativo
  • 14. • Applicazione alla terapia dell’autismo di interventi educativi costruiti su: – psicologia dell’apprendimento e del comportamento; – psicologia dello sviluppo; – psicologia cognitiva; – conoscenze sulla comunicazione, il linguaggio e l’interazione sociale Laboratorio psicoeducativo
  • 15. Sviluppo e applicazione di tecniche e strumenti • Applicazione di tecniche di insegnamento già presenti • Scoperta di strategie derivate dalla conoscenza empirica dei disturbi dello spettro autistico • Strategie e tecniche per l’interazione sociale • Strategie e tecniche per la comunicazione, sia verbale sia non verbale Laboratorio psicoeducativo
  • 16. Integrare necesse est • L’esperienza delle “scuole” ha costruito numerosi strumenti • Ogni bambino è diverso • Ogni famiglia è diversa Quindi l’operatore esperto avrà una ricca cassetta degli attrezzi L’uso di questi attrezzi avrà il suo razionale: nella valutazione del singolo bambino Nell’organizzazione generale dell’intervento Laboratorio psicoeducativo
  • 17. Approccio dimensionale e non categoriale • Una ricca “cassetta degli attrezzi” • Che permetta scelte non tra categorie mutualmente escludentisi (Lovaas/TEACCH/Denver/Vattelapesca) • Sviluppo/funzionale ; direttivo/interattivo ; naturale/artificiale; Laboratorio psicoeducativo
  • 18. Cosa insegnare/come insegnare • Apprendimento cumulativo o gerarchico? • Programmazione funzionale o di sviluppo? • Il come insegnare è indipendente dal cosa insegnare? Laboratorio psicoeducativo
  • 19. Come insegnare • Normale mediazione • Organizzazione facilitante dell’ambiente – Routine – Visualizzazioni – Strutturazione spazi, materiali, compiti, tempi • Insegnamento naturalistico e incidentale • Insegnamento altamente strutturato (Discrete trial ) Laboratorio psicoeducativo
  • 20. Cosa insegnare • Conoscenze sullo sviluppo tipico della socialità, della comunicazione, del linguaggio, del funzionamento intellettivo, dlel abilità sociali • Conoscenze sullo sviluppo e funzionamento autistico Sviluppo di un solido filone “cognitivo” Laboratorio psicoeducativo
  • 21. Aree variamente compromesse con cui “fare i conti” • Prime abilità di nterazionesociale reciproca: l’intersoggettività • Comnicazione • Funzione esecutiva • Coerenza centrale • Intelligenza • Linguaggio • Flessibilità Laboratorio psicoeducativo
  • 22. Lo sviluppo e il ciclo di vita • • • • • Dall’attenzione congiunta alle abilità sociali Dalla comunicazione al linguaggio Dall’orientamento all’autonomia Le tappe dello sviluppo dell’intelligenza Prevenzione e gestione delle rigidità Complesso intreccio e continue scelte tra interventi riabilitativi dominio specifici e interventi “protesici” Laboratorio psicoeducativo
  • 23. Cognitivo-comportamentale • non solo deficit ma sviluppo, funzionamento diverso che permane • Repertorio/sviluppo (Sviluppo/funzionale) • Percorso cumulativo / percorso gerarchico (si può insegnare tutto?) • Evoluzione della specie / evoluzione dell’individuo Laboratorio psicoeducativo
  • 24. La valutazione come chiave per un intervento cognitivocomportamentale • Uso flessibile e orientato all’intervento di strumenti di valutazione • Valutare non solo per definire un punto nel curriculum, ma per conoscere • L’individuazione dell’area prossimale di sviluppo permette l’insegnamento più naturale possibile Laboratorio psicoeducativo
  • 25. Interventi dominio specifici • Interventi sulla interazione sociale reciproca • Interventi sulla comunicazione Interazione tra cosa insegnare e come insegnare Laboratorio psicoeducativo
  • 26. l’autismo non è causato dalle emozioni, esso causa emozioni •Psicologia clinica : attenzione ai sistemi, alla famiglia, ai bisogni emotivi: alla salute mentale. •Sane organizzazioni, cura del benessere famigliare, cura delle relazioni tra operatori e genitori •Strategie e tecniche in questo ambito Laboratorio psicoeducativo
  • 27. Una traccia: un bambino…. Vede presto riconosciute le sue difficoltà; riceve non solo una etichetta diagnostica ma una accurata valutazione dimensionale I suoi genitori vengono ascoltati e accompagnati con cura nel percorso i valutazione e vengono a far parte della squadra Laboratorio psicoeducativo
  • 28. Emerge il programma: mete, obiettivi. Il programma è strutturato Attivo intervento educativo intensivo (standard per un bambino piccolo: 20 ore) Personale educativo dedicato guidato da esperti, genitori (con rispetto dei diversi bisogni e possibilità) Parent training “moderno”: insegnamenti specifici (da formatori esperti) e cura degli aspetti generali: empowerment Laboratorio psicoeducativo
  • 29. Interazione sociale e comunicazione sono al centro del programma; insieme, conoscenza e uso degli oggetti, linguaggio Il piacere nel gioco e nell’interazione sociale; la naturalezza degli ambienti e dell’uso degli strumenti tecnici Naturalezza nella scelta degli obiettivi, importanza di lavorare sugli obiettivi emergenti Laboratorio psicoeducativo
  • 30. La squadra sceglierà caso per caso e obiettivo per obiettivo strategie, tecniche e strumenti Sceglierà ciò che, efficace, sarà più naturale possibile Attenzione sarà data alla qualità dell’interazione e della comunicazione Laboratorio psicoeducativo
  • 31. La sicura guida verso il successo (scelta di emergenti e uso di tecniche efficaci); non inutili e dannose forzature; non sensibilizzazioni che provocano ansia ed evitamento Rispettare e utilizzare il modo di funzionare e le motivazioni già presenti nel repertorio del bambino Laboratorio psicoeducativo
  • 32. Anche la strutturazione di ambienti, routine , l’uso dei supporti visivi sarà decisa rispettando la regola del meno intrusivo e più naturale; sarà inserita a seconda delle necessità, e l’evoluzione del bambino indicherà se diminuire o se incrementare la quantità di supporti Idem per i mezzi di comunicazione aumentativa Il curriculum via via si allargherà verso l’autonomia , abilità scolastiche, vita con i coetanei. Laboratorio psicoeducativo
  • 33. Questo è necessario e sufficiente per l’ottenimento dei migliori risultati possibili • Pochi progrediranno fino a raggiungere il confine con la normalità • Molti avranno risultati insperati verso comunicazione, autonomia, autorealizzazione • La maggioranza avrà bisogno di aiuto e struttura per vivere in ambienti attivi ma protetti • Alcuni, ma sempre meno, avranno bisogno ancora di umana, dignitosa assistenza. Laboratorio psicoeducativo
  • 35. scegliere tra “il TEACCH” e “l’ABA” è un dilemma assurdo • La maggioranza dei bambini non riceve alcun intervento educativo intensivo • Ricevono “ore di terapia”. Acqua fresca! • Le ore di nido e /o scuola materna non sono adeguatamente indirizzate all’appropriato intervento educativo Questo è il problema! Laboratorio psicoeducativo
  • 36. E’ questo il problema da risolvere. Se no… • Scarsi e pessimi interventi • Spreco di risorse • Inutili bagarre e conflitti finalizzati a conservare un sistema inadeguato • Discuteremo dell’ultima sottigliezza senza avvicinarci di un passo al “gold standard” Laboratorio psicoeducativo
  • 37. Perché siamo a questo punto? Una ipotesi • L’organizzazione dei servizi sociosanitari che ha mantenuto un modello inadeguato tradizionale ( gerarchie, percorsi, figure professionali, terapie) da qui inefficacia e attese • L’organizzazione della scuola che spreca le numerose ore di permanenza del bambino • L’uso di abbondanti risorse del sistema sociosanitario a stampella di questo tipo di organizzazione scolastica. Laboratorio psicoeducativo
  • 38. Da qui insoddisfazione e confusione • Bambini che crescono male, peggio di come potrebbero: ciò ingigantisce il problema • Genitori : più sono informati, più sono insoddisfatti • Ma il problema organizzativo non viene visto e viene interpretato da tutti come un confronto tra metodi • E quindi speco di soldi ed energie nella bagarre tra i metodi Laboratorio psicoeducativo
  • 39. Qualche idea • Diagnosi e trattamento insieme • Intervento educativo precoce: uso razionale di risorse educative dirette per tutti i bambini a rischio • Formazione genitori • Nidi, scuole materne; educatori, assistenti (unificare le forze) • Scuole pilota Laboratorio psicoeducativo
  • 40. Ancora qualche idea • Un lavoro non accademico ma rigoroso per una “manualizzazione” dell’intervento cognitivo comportamentale • Un lavoro non succube a regole arbitrarie di verità scientifica ma ugualmente rigoroso per la documentazione dei risultati Laboratorio psicoeducativo
  • 41. Che fare • Immettere nel sistema elementi correttivi: concentrarsi sull’offerta di un intervento psicoeducativo moderno, intensivo e precoce, che riempia la giornata del bambino, non il suo “tempo libero” • Creando strutture organizzate, con intreccio sanitario ed educativo; gruppi di lavoro, non interventi a pioggia; luoghi, capi, gregari, seniores, juniores, ecc. Laboratorio psicoeducativo
  • 42. • Privilegiare questo obiettivo : i soldi per la ricerca su quale metodo è migliore se vorrete li potrete investire quando i servizi saranno garantiti. • Quindi i “centri autismo” che stanno nascendo nelle strutture sanitarie saranno dotati di una moderna organizzazione di intervento, non solo di diagnosi • Quindi dovunque le risorse saranno indirizzate verso scuole pilota che accettano di innovare l’organizzazione. Laboratorio psicoeducativo
  • 43. Non litighiamo sugli strumenti ma chiediamoci come migliorare l’organizzazione per la nostra maratona Laboratorio psicoeducativo
  • 44. Rischi • “ABA” applicato con un modello organizzativo tipo franchising con una catena dal supervisore all’esecutore , a casa, o organizzazioni che applicano curricula e strategie creando gruppi di lavoro, dotati di un centro? • “TEACCH” come filosofia e strategie che informano l’intero procedere di un gruppo di lavoro, o come immagini e scatole ? Laboratorio psicoeducativo
  • 45. Chiedo alle associazioni • Di studiare più attentamente la storia degli interventi sull’autismo e le complessità implicite • Di diffidare da chi presenta il suo metodo come un metodo di cura e come un metodo che o si fa quello o niente • Di far crescere la cultura degli iscritti in modo che posano difendesi dalla pubblicità e dal marketing • Di chiedere sia al pubblico sia al privato di organizzare servizi ; non chiedere il pagamento di terapie fai da te ma di usare risorse per migliorare i servizi Laboratorio psicoeducativo
  • 46. • Mille fiori nasceranno, si confronteranno tra loro, ma intanto offriranno concreti servizi. Avremo persone esperte, non soltanto “sapute” . I giovani saranno guidati e avranno modelli, non saranno sbattuti con due libri, un programma. • Certo ci sarà conflitto , ma leale e utile: saranno i risultati che parleranno, senza più l’alibi dell’inefficace organizzazione Laboratorio psicoeducativo