2. Modulo II
Identità in adolescenza
Tonolo, G. Adolescenza e identità. Bologna: Il Mulino.
Cap 6 e 9.
Mancini, T. (2001). Sé e identità. Roma: Carocci.
Palmonari, A. (2001). Gli adolescenti. Bologna: Il
Mulino. I Cap. 3.
Palmonari, A. (1993). Psicologia dell’adolescenza.
Bologna: Il Mulino. Cap. 2.
4. L’interesse per l’adolescenza nasce con la
società industriale ed il benessere
economico che impone una prolungata
preparazione al mondo del lavoro
Inizia con la pubertà ed è associata ad
intense esperienze emozionali (passioni)
Mutamenti a livello cognitivo e sociale
Mutamenti nello status sociale
5. Mutamento nelle relazioni
Allargamento dello spazio di vita e degli
stimoli a cui prestare attenzione
Allentamento delle relazioni famigliari
Messa in discussione del sistema di
rappresentazioni relative alle relazioni, al
proprio corpo, alla società ed istituzioni in
generale
RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DEL SE’:
l’adolescente riflette su se stesso in termini
astratti e ricerca una coerenza di
rappresentazione
8. Il sé come oggetto di conoscenza
Gli autori che si collocano all’interno dello studio della
cognizione sociale considerano il sé come una rete di
conoscenze ed informazioni correlate tra loro (schema, rete
di memoria, rappresentazione)
Le componenti o gli aspetti del sé sono definite come
strutture di conoscenza organizzate attorno a specifici
nuclei tematici o a differenti tipi di situazioni
Il sé non è una singola struttura cognitiva ma “una
gerarchia di concetti contesto specifici, ognuno relativo alle
impressioni di sé in differenti situazioni”
Una persona può avere un concetto di sé composto da
diverse concezioni particolari derivanti da situazioni
specifiche
9. Schemi e rappresentazioni di sé
Le informazioni su di sé sono organizzate in
memoria in categorie di conoscenza omogenee
e funzionali (Markus, Cantor). Gli schemi di
sé sono più stabili e duraturi, le concezioni
sono più contestuali ma entrambi
costruiscono il concetto di sé. Alcune
rappresentazioni si basano sui significati altre
sulla percezione.
10. Le fonti di conoscenza del sè
Comportamento
Stati psicologici interni
11. Stati ipotetici del sè
Sé possibile: rappresentazioni cognitive che le persone
costruiscono introno a ciò che vogliono , possono o temono
di diventare (sé desiderati, sé temuti, sé ideale e sé
normativo o imperativo)
In quanto manifestazioni cognitive degli scopi, delle
aspettative, delle paure, dei bisogni e delle minacce i sé
possibili vengono considerati come mediatori
dell’esperienza. Fungono da motore e da guida all’azione.
Discrepanza tra sé effettivo e sé ideale: depressione,
insoddisfazione abbattimento
Discrepanza tra sé effettivo e sé imperativo: paura,
minaccia, agitazione
La discrepanza ha valore positivo e negativo in relazione al
dominio all’interno della quale si valuta
12. Sé operativo e dinamica del
concetto di sè
Costellazione di concezioni di sé che sono
accessibili al pensiero e alla memoria in un
dato momento. L’attivazione dipende da.
Dai contenuti delle precedenti costellazioni di
concetti
Dalle caratteristiche della situazione sociale
Dalla motivazione del soggetto: desiderio di
conservare un’immagine positiva di sé,
mantenere un senso di coerenza e continuità,
cambiare o rafforzare il sé
Fluidità vs rigidità
13. Caratteristiche funzionali del sè
Sé come schema anticipatorio: le informazioni
congruenti con l’immagine che le persone
hanno di loro stesse vengono elaborate più
rapidamente di quelle sono congruenti;
facilita il recupero delle informazioni
pertinenti; influenza la memoria
autobiografica e la memoria in generale
Sé e percezione sociale: lo schema di sé
influenza il modo in cui gli altri sono percepiti
e valutati
14. Sé come regolazione del comportamento: definizione
degli scopi (sentimento di autoefficcia personale),
predisposizione cognitiva strategica; ciclo cibernetico
di regolaizone del sé: monitoraggio delle azioni,
giudizio sulle stesse, valutaizone e rinforzo di sé
secondo un processo di circolarità dove il sé è a tempo
stesso modella ed è modellato dal comportamento
Sé come mediatore dei comportamenti
interpersonali
15. Lo sviluppo della conoscenza di sè
Sé ecologico
Sé interpersonale
Sé concettuale o concetto di sé
Sé esteso
Sé privato
16. Modello evolutivo di Harter
Il sé si sviluppo come interazioni tra aspetti
cognitivi e sociali:
1 stadio: sé come caratteristiche osservabili
2 stadio: caratteristiche interpersonali e
relazionali
3 stadio: introspezione ed astrazione
17. Modello multidimensionale di
Damon e Hart
Prima infanzia: Identificazioni
categoriali:attributi fisici e operativi
Fanciullezza: Valutazioni comparate
Adolescenza: Implicazioni interpersonali
19. Gli studi classici
Sé come collegamento tra interno ed esterno (James, 1890)
Sé-specchio Cooley (1902)
Altro generalizzato Mead (1934): il sé è il frutto
dell’interiorizzazione dei gesti e degli atteggiamenti nel
contesto sociale. E’ l’interiorizzazione del complesso di
regole e di ruoli che strutturano l’esperienza. Ha origine nel
gioco simbolico del bambino e si sviluppa attraverso le
interazioni sociali.
Vygotsky (1978): lo sviluppo del pensiero e quindi del sé
derivano dai contesti di socializzazione all’interno dei quali
avviene . Il linguaggio è lo strumento x modificare il
proprio ambiente e di conseguenza le proprie strutture
mentali.
Goffman (1959): sè come prodotto sociale riflesso e
derivazione delle risposte di altri
20. La prospettiva interazionista
Rosenberg (1988): identità come
organizzazione gerarchica di una
molteplicità di rappresentazioni di sé
emergenti nel’interazione dialettica tra Io
e Altro. La natura sociale del sé è definita
dall’identificazione con ruoli significatiai
21. La prospettiva socio-costruzionista
Gergen (1979): il sè non è stabile ma è
mutevole in relazione alle diverse situazioni
sociali. Il sé è fluido sempre mutevole,
multiplo e pieno di contraddizioni. Nelle
società postmoderne il sé è saturato dalla
molteplicità di comunicazioni e di contesti
Harrè (1983): il sé è un sentimento di
organizzazione personale che non ha altra
realtà se non quella derivante dal linguaggio.
Il sé è il prodotto delle comunicazioni sociali
22. La dimensione costruttiva del sè
Turner (1968): lo sviluppo del sé deriva dai
grandi sistemi normativi e culturali. I valori
le aspirazioni, gli scopi che gli individui si
pongono costituiscono la base delle concezioni
di sé. I processi di scoperta di costruzione del
sé vengono analizzati alla luce di una serie di
livelli diversi di esperienza di sé. Concezione
non articolata, identità contestuale, identità
non valorizzata, identità sociale,
personificazione, identità personale.
23. Identità sociale, identità personale,
identità di ruolo
Kuhn, McPartland (1954) test del “Chi sei
tu?”. La nozione che le persone hanno di sé
stesse può essere relativa a categorie sociali di
appartenenza (identità sociale collettiva o
allocentrica) o a relativa da tributi propri
dell’individuo (identità personale
individualistica, provata e idiocentrica).
Identità di ruolo o interpersonale: legate alla
posizione occupata all’interno della famiglia o
all’interno di altre strutture che implicano
relazioni reciproche tra i membri (amico,
volontario…)
24. Teoria dell’identità sociale
Sherif (1966), Doise (1976): l’appartenenza ad un gruppo
anche fittizio o la sola evocazione di un gruppo determina
un’accentuazione del senso di appartenenza ad il proprio
gruppo , che si traduce in rappresentazioni,
comportamenti , valutazioni discriminatorie nei confronti
di altri gruppi
Tajfel (1971): definizione di identità sociale la
discriminazione tra gruppi e la definizione è positiva del
proprio non è solo legata a processi cognitivi di
categorizzazione ma deriva dalla necessitò di discriminare
in maniera positiva la propria identità sociale che deriva
dall’appartenenza stessa al gruppo. L’immagine positiva che
gli individui sono portati a mantenere di sé deriva dal
processo cognitivo di categorizzazione sociale
25. Teoria della categorizzazione del sé
Turner (1987): la categorizzazione del sé
avviene su tre livelli: sovraordinato o
interspecie, intermedio o intergruppi,
subordinato o interpersonale
26. Identificazione sociale
Aspetti cognitivi: processo di
categorizzazione
Aspetti emotivi e motivazionali
Aspetti interpersonali
Fattori soggettivi: bassa identificazione con il
proprio gruppo, basso sentimento di
deprivazione sociale relativa (mobilità e no
cambiamento)
Fattori oggettivi: confini tra i gruppi
permeabili sistema sicuro di status (mobilità);
28. I motivi del sè
Greenwald (1980):
1) egocentralità: tendenza a mantenersi
focalizzati sui contenuti del sé durante i
processi di giudizio e di memoria;
2) bisogno di fare bene e farlo con
competenza; 3) conservatorismo cognitivo:
tendenza a resistere ai cambiamenti.
Portano ad errori cognitivi di valutazione.
29. La stima di sè
Per alcuni è un costrutto unitario, per altri è
un sistema composito.
James: è legata ai sentimenti di competenza e
di efficacia rispetto ai domini
comportamentali ritenuti importanti
Cooley : è connessa alle impressioni che gli
altri significativi si fanno di noi stessi
Gli ambiti di valutazione di competenza
dipendono da fattori individuali e socio-
culturali
Per altri non dipende tanto dalle competenze
ma dalle appartenenze a gruppi
30. I compiti del sè
A seconda dei livelli di sviluppo del sé ci sono
compiti diversi per mantenere un immagine
positiva:
Sé diffuso: soddisfazione edonistica
Sé pubblico: accreditamento sociale,
definizione di sé
Sé privato: realizzazione individuale
Sé collettivo: realizzazione collettiva
31. L’identità dell’Io
Erikson: la formazione dell’identità in
contrapposizione ad uno stato di diffusione è
il compito specifico dell’adolescenza. La vita è
una serie di stadi ciascuno dei quali contiene
un dilemma da risolvere (conflitto vitale),
quello del’adolescenza è identità vs diffusione.
Le capacità di sintesi dell’Io fanno sì che le
persone acquisiscono un sentimento di
identità, integrando i nuovi bisogni con quelli
del contesto sociale all’interno del quale
l’individuo vive
32. L’identità è l’integrazione tra il passato infantile e il
futuro in cui le aspettative ed i valori personali si
integrano con quelle sociali.
Il risultato del processo è l’acquisizione di un
sentimento di identità a cui le persone possono
ricondurre le proprie esperienze. E’ un’esperienza
intraindividuale che si realizza a tre livelli:
Sentimento di identità con noi stessi
Sentimento di continuità temporale
Sentimento di riconoscimento ed integrità sociale
33. L’adolescente ha un sentimento d’identità se dopo
aver sperimentato vari ruoli arriva ad una scelta a cui
è fedele e in cui si impegnano. La diffusione è la
perenne ricerca senza impegno.
Gkli ambiti più importanti di moratoria sono le scelte
occupazionali, religiose e ideologiche.
34. Lo sviluppo non si conclude con l’acquisizione
dell’identità: raggiunto questo stadio il soggetto può
procedere, grazie alla fedeltà di cui è capace, ad
impegnarsi in un rapporto intimo con un ‘altra
persona realizzando un incontro tra due Io ognuno
ben fondato sulla propria identità
Intimità: capacità di fondere la propria identità con
un altro senza paura di perdere qualcosa di se stesso.
L’alternativa è l’isolamento che si può realizzare
anche all’interno di una relazione
Critica: è un adattamento indiscriminato
all’esistente?
Keniston (1968): è il criterio mediante il quale
vengono fatte scelte responsabili ed impegnative
35. Il modello degli stati d’identità di
Marcia (1966, 1980, 1993, 1994)
Tre livelli di indagine: astratto (intrapsichico);
esperienziale (fenomenologico); comportamentale
Al terzo livello l’identità si manifesta attraverso 2
indicatori: esplorazione (crisi) delle alternative identitarie
(scelte) e l’impegno(fedeltà) nei confronti delle scelte
effettuate in alcune aree
4 possibili stati:
Diffusione (assenza d’impegno e di esplorazione)
Chiusura (presenza d’impegno senza esplorazione)
Moratoria (esplorazione in corso, vago impegno)
Acquisizione (passata esplorazione e presenza d’impegno)
36. Stati d’identità e
caratteristiche personali
Moratoria ed acquisizione: stati alti. immagine di sé
positiva, autonomia, aderenza ai principi morali, rifiuto
dell’autoritarismo, soddisfazione rispetto alle relazioni
sociali. Chi è in moratoria è più ansioso, ha minore
flessibilità cognitiva, ha minore rendimento scolastico, ha
atteggiamento più positivo nei confronti della droga,
difficoltà relazionali.
Diffusione e chiusura: stati bassi. Bassa stima di sé,
relazioni personali poco soddisfacenti. I chiusi hanno uno
stile di vita convenzionale, sono soddisfatti della scuola,
sono più autoritari. Sembrano sicuri di sé ma sono rigidi da
un punto di vista cognitivo. Hanno relazioni molto forti con
i genitori e si mostrano puliti ordinati ed educati.
Intrattengono relazioni convenzionali con persone a loro
molto simili.
37. Trend devolutivi
La probabilità di rimanere nello stesso stato è più
alta per chi è nello stato di acquisizione, più bassa
per chi è in moratoria, intermedia per gli altri due
I cambiamenti nella direzione dello sviluppo sono
più probabili delle retrocessioni
Sia l’acquisizione che la chiusura può essere
considerato un punto accettabile di conclusione
del processo di formazione dell’identità
Non è quindi detto che si arrivi sempre ad
un’acquisizione anche in seguito alla crisi
adolescenziale
38. Ambiti di formazione dell’identità
Relazionale: famiglia, amici, relazione di
coppia, ruoli sessuali
Ideologici: Valori, politica, scelte religiose,
scelta occupazionale,
39. Concetto di sé e adolescenza
L’accesso al pensiero ipotetico-deduttivo
permette all’adolescente di riflettere in modo
più approfondito su di sé. Tale riflessione
avviene in tutto il ciclo di vita ma in
adolescenza si fa più intensa.
Tale riflessione è legata anche al contesto
storico-culturale di riferimento.
Il concetto di sé evolve attraverso una
crescente tendenza a differenziarsi ed
integrarsi. In adolescenza ci si accorge della
discrepanza tra il modo in cui si definisce se
stessi ed il modo in cui si è definiti dalle atre
persone
40. Aumento della dimensione ipotetica della
rappresentazione di sé (chi potrei essere e
chi sono effettivamente): gamma più o
meno ampia di sé possibili (chi sono, chi
vorrei essere, chi potrei essere, chi dovrei
essere, chi non voglio essere…) in
prospettive temporali diverse.
La tensione tra sé reale e sé possibile porta
a livelli diversi di tendenza all’azione
anche in relazione al contesto sociale di
appartenenza.
41. I sentimenti di amicizia: l’amico diventa parte del
nucleo centrale di sé. Sentimenti di lealtà e
confidenza. L’amicizia non è solo relazione ma
rappresenta un elemento costitutivo del contesto
in cui il sé trae significato.
L’autorità: grazie all’acquisizione del pensiero
formale cambia il modo di concepirla. Non solo
seguire le regole ma creare le regole
Il senso morale: le credenze morali diventano
parte dell’identità sociale. Il sé si rappresenta
come sistema di credenze. I principi morali
variano notevolmente da persona a persona.
Moralità come seguire le regole, come giustizia,
come prendersi cura
Concetto di sé e gli altri
42. Stima di sé: in adolescenza in particolare
la stima di sé è correlata all’apprezzamento
da parte degli altri significativi
43. Nuovo modello dello sviluppo di sé
(Damon e Hart, 1992)
Preadolescnza: la formazione del proprio sé si
realizza in un contesto comunicativo; la
continuità del sé dipende dalle rete sociale in cui è
inserito; la propria specificità rispetto agli altri
dipende dalla combinazione originale di qualità
Ruolo della cultura e della classe sociale di
appartenenza riguardo alla salienza di alcuni
aspetti del sé
Nell’adolescenza avviene una ristrutturazione del
sé attraverso la modificazione della salienza
44. Stima di sé in adolescenza
La stima di sé è alta se si ha successo in mabiti
considerati importanti
In adolescenza gli ambiti importanti sono:
aspetto fisico, essere accettati dal gruppo,
competenza scolastica, atletica, stile di
comportamento individuale
Altri significativi: soprattutto i coetanei
45. La stima di sé serve da ammortizzatore contro
lo stress provocato dalle difficoltà che il
superamento dei compiti di sviluppo
presentano e permette al soggetto di attivare
le strategie di coping. Sostiene l’impegno del
soggetto e porta ad avere stati emotivi
positivi.
Chi ha bassa stima ha disordini emozionale
che incidono sulla risoluzione dei compiti di
sviluppo
46. Nel passaggio alla tarda adolescenza:
l’individuo diventa in grado di scegliere
ambiti di azioni in cui si senta maggiormnte
competente, scegliere gruppi che assicurano
una maggiore stima di sé
Nella preadolescenza: la pubertà e il forte
livello emozionale portano una stima motl
bassa
47. L’adolescente che vive con successo
l’avventura della ristrutturazione del sé
acquisisce un concetto di sé chiaro realistico
interiorizzato che può essere base per il
processo di acquisizione dell’identità
Chi fallisce avrà un concetto di sé irrealistico,
incapace di integrarsi in diversi ruoli. Avrà
conflitti intrapsichici e definizioni di sé legate
a ciò che vogliono gli altri. Ciò può precludere
il processo di formazione dell’identità
48. Differenze di genere
Per le femmine lo stato di blocco si trova d un
livello alto insieme all’acquisizione, per i
maschi no. Questo per il ruolo femminile
tradizionale preferito da alcune ragazze. Per i
maschi il fattore di esplorazine è maggiore.
Ruolo del contesto e possibilità della scelta
ragionata
49. Identità imperfetta (Bosma, 1985)
Tre variabili trascurate da Marcia
Contenuto dell’impegno
Intensità dell’impegno
Quantità di esplorazione necessaria
L’identità non è un tutto o nulla ma può
esserci su alcune aree e non su altre.
L’adolescenza non è crisi di identità
necessariamente (modello focale di Coleman)
50. Modello focale di Coleman
L’adolescenza non è un’unica “tempesta” che
provoca un punto di rottura con il passato
Durante l’età adolescenziale l’individuo
affronta “blocchi” di problemi: cambiamento
fisico, gruppo…uno per volta.
L’adolescenza è un percorso differenziato con
una serie di problematiche che possono o
meno sovrapporsi i cui esiti sono incerti.
51. L’a. è un periodo di transizione di durata
variabile
Non è un evento improvviso con esiti
incontrovertibili
L’esito dei conflitti può essere positivo o
negativo e avere conseguenze e breve e a
lungo termine.
52. La nozione di compito di sviluppo
(Havighurst, 1948)
Il ciclo di vita è composto da una serie di
“compiti di sviluppo” che l’individuo si
trova a superare. Alcuni (i più precoci)
sono biologicamente determinati, altri
sono di natura socioculturale e riguardano
l’acquisizione di particolari competenze in
un momento particolare. Alcuni compiti di
sviluppo sono universali altri sono
culturalmete determinati
53. Secondo Havighurst (1948, 1953) l’adolescenza sarebbe
caratterizzata dai seguenti compiti di sviluppo:
Instaurare relazioni nuove e più mature con i coetanei;
Acquisire un ruolo maschile o femminile;
Accettare il proprio corpo ed utilizzarlo in modo efficace;
Conseguire indipendenza emotiva dai genitori e da altri adulti;
Raggiungere la sicurezza derivante dall’indipendenza
economica;
È prepararsi ad un occupazione;
Prepararsi al matrimonio ed alla vita famigliare;
Sviluppare competenze intellettuali per acquisire competenza
civica;
Acquisire un comportamento socialmente responsabile;
Acquisire un sistema di valori ed una coscienza etica.
54. Folkman (1986)
La valutazione degli individui sono notevolmente
variabili anche in riferimento al contesto
Le strategie delle persone per far fronte alle
situazioni stressanti sono sia stabili che variabili,
legate a fattori individuali e contestuali
Le modalità di far fronte possono essere centrate
sul problema o sull’emozione, le prime sono più
efficaci
L’adolescenza è un’età importante per sviluppare
le strategie di coping che possono poi essere
mantenute per tutta la vita
55. Integrazione tra sé e identità
Esplorazione: ricerca di strategie adeguate per risolvere i
compiti di sviluppo
Impegno: rispetto alla soluzione scelta per il compito da
affrontare
Fedeltà: interiorizzazione della scelta fatta permette di
farne una componente del concetto di sé
Così l’adolescente di volta in volta affronta i compiti
evolutivi con un concetto di sé più elaborato ed
un’autostima maggiore
Dalla risoluzione o meno dei compiti di sviluppo in
adolescenza in età adulto il soggetto avrà la percezione di
essere in grado di incidere sul contesto sociale, di essere
tenuto in considerazione dagli altri significativi, di sentirsi
lo stesso in tutte le circostanze relazionali