1. Giocare è un’esperienza tipica dell’infanzia che avviene spontaneamente e che viene ricercata proprio per il puro piacere che da
esso ne deriva. Nonostante la naturalezza per cui si presenta, essa riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo psicologico di un
bambino.
In questo articolo parlerò del gioco senso-motorio che, da un punto di vista psicomotorio, costituisce un’evoluzione del gioco
fusionale visto nel precedente articolo. Si tratta di una modalità particolare di gioco che investe principalmente il movimento in
tutte le sue espressioni e potenzialità.
Il gioco di tipo senso-motorio: quando si sviluppa e a quali bisogni
risponde
Il gioco senso-motorio è una particolare modalità di gioco che compare verso la fine del primo anno di vita.
Esso rappresenta una tappa fondamentale dello sviluppo armonico di un bambino perché contribuisce a formare un Io forte e
competente da un punto di vista motorio ma anche psichico. Il bisogno evolutivo fondamentale che il bambino cerca di
soddisfare con questi giochi, è quello di percepirsi capace di intervenire efficacemente sul mondo esterno. Questo processo
avviene seguendo diverse fasi.
Fase Io-Non Io: distinzione dall’altro
I primi abbozzi del gioco senso-motorio avvengono in sovrapposizione con i giochi fusionali nel loro pieno sviluppo.
Il bambino, una volta sperimentata a sufficienza l’esperienza di esistere attraverso i giochi che ricreano l’unità con la figura
genitoriale di riferimento, inizia a trovare piacere nei giochi in cui si sperimenta come un essere diverso dal mondo esterno. In
particolare si diverte nei giochi che gli permettono di differenziarsi dalla mamma, dalla quale fino a poco tempo prima
dipendeva in tutto e per tutto.
Ad esempio un gioco molto apprezzato è vedere la mamma che scompare dietro le mani o dietro una porta e poi compare
sorridente come prima: è il tipico gioco infantile del “Cucù”. Il piacere poi si estenderà agli oggetti che scompaiono e poi
ricompaiono sotto una coperta.
E’ proprio grazie alla fondamentale scoperta di essere un essere autonomo diverso da un mondo esterno che c’è e poi sparisce,
che il bambino può iniziare ad agire su di Sé e sul mondo. Con il tempo poi capirà che il mondo esterno è indipendente da Sè,
cioè che gli oggetti continuano ad esistere anche se non si vedono (costanza dell’oggetto). Non appena avrà le sufficienti abilità
motorie troverà piacere nel nascondere gli oggetti da solo.
Fase Io-corpo-competente
Il passaggio dalla separazione psicologica dalla madre alla individuazione di un proprio Sé indipendente e autonomo, avviene
anche grazie ad un maggiore sviluppo motorio che permette al bambino di esplorare il mondo. Da questo momento inizia la fase
di gioco senso-motorio vera e propria.
Inizialmente l’interesse è centrato nel movimento in sé, e quindi, a tutti quei giochi che implicano l’uso del proprio corpo in tutte
le sue potenzialità e che forniscono forti sensazioni di rotture toniche, cioè bruschi cambiamenti di posizione, equilibrio o peso.
Ad esempio è evidente lo stato di piacere che prova un bambino quando la mamma o il papà lo fanno “volare” in aria per poi
riprenderlo, oppure lo fanno cadere indietro con la schiena per poi afferrarlo con vigore, oppure ancora lo fanno girare
velocemente, o fanno finta di mangiargli una parte del corpo. Sono tutte stimolazioni sensoriali che procurano enorme piacere
nel bambino piccolo. Quando è abile dal punto di vista motorio si avventura su e giù dalle scale o salta sul letto facendo
preoccupare il genitore oppure corre di qua o di là per la stanza, oppure si rotola e si arrampica ovunque, insomma trova
estremamente emozionante utilizzare il proprio corpo in tutte le sue potenzialità.
Fase Io-corpo-agente
La gamma di stimolazioni senso-motorie via via si amplifica e l’interesse si rivolge anche agli effetti del movimento e, quindi, su
quei giochi senso-motori che permettono di dimostrare la capacità del corpo di produrre delle azioni sull’ambiente esterno.
I giochi senso-motori che divertono molto un bambino di 1 o 2 anni, sono ad esempio, gattonare per la stanza alla ricerca di
oggetti interessanti da esplorare, lanciare o infilare un oggetto in un’apertura, rovesciare le scatole con dentro i giochi o far
cadere gli oggetti per terra per sentirne il rumore, travasare la sabbia o l’acqua da un contenitore all’altro e sentire con la pelle
l’effetto percettivo che hanno.
2. Le azioni tipiche del gioco senso-motorio sono, quindi, il disequilibrio provocato da simulazioni di cadute, accelerazioni tonico-
posturali, pressioni varie, sollevamenti, trascinamenti, apparire, scomparire, saltare, cadere, tuffarsi, girare, arrampicarsi,
scivolare, scalare, trascinare, alzare, schiacciare, riempire, vuotare, coprire, scoprire, tirare, portare, lanciare, cercare, chiudere,
aprire, ecc.
Il gioco senso-motorio dopo i 2 anni di vita
I giochi di tipo senso-motorio continuano a rivestire grande importanza anche negli anni successivi. Questo tipo di giochi
continuano ad essere apprezzati dai bambini anche in fasi successive, come ad esempio, durante il periodo della scuola materna.
Il bambino continua, infatti, ad avere bisogno di sperimentarsi come competente e forte e, non a caso, spesso, essi richiedono
l’attenzione degli adulti e vogliono essere guardati quando sono impegnati nei loro giochi senso-motori per sentirsi dire “ma che
bravo!”. Negli anni successivi, però, essi si affiancano ad altri tipi di giochi che vanno a rispondere ad altri bisogni evolutivi. Ad
esempio, con i 2 anni compare il pensiero simbolico che porterà alla comparsa dei giochi di tipo simbolico.
I giochi senso-motori, quindi, non scompariranno, anzi continueranno a rivestire una grande importanza per i bambini ma
saranno associati ad altri tipi di gioco.
Conclusioni
I giochi di tipo senso-motorio rappresentano un’importantissima fase evolutiva di un bambino. Essi contribuiscono in
particolare alla definizione di un Sè corporeo e psichico forte e competente.
Il genitore può partecipare attivamente al processo di crescita del proprio bambino offrendogli la possibilità di sperimentare
queste nuove attività piacevoli, pensando ad esempio, uno spazio di casa sicuro in cui non vi siano eccessivi pericoli. Spesso, i
genitori tendono a bloccare queste attività esplorative perché è forte l’ansia che possano farsi male; sebbene sia fondamentale
vigilare rispetto a questo, è importante non trasmettere loro la propria ansia affinché non vivano con malessere una parte
fondamentale della loro crescita.
Il genitore, inoltre, attraverso un’osservazione attenta, può riuscire a individuare dei “campanelli di allarme” nel momento in cui
questo tipo di giochi non vengono ricercati dal bambino o si presentino in modo “strano”. La collaborazione con esperti nello
sviluppo infantile si può rivelare estremamente utile in alcuni casi specifici.
Dott.ssa Serena Costa
Foto: polismile.it