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La comunicazione
autentica

Tiziana Magro
E’ molto difficile dire che cosa sia la comunicazione.
Pensate a quanti diversi fenomeni ricadono sotto lo stesso
nome.
Una persona che parla

Un cane che scodinzola

Un libro

Il colore di un fiore

Un semaforo che si accende

L’espressione del volto

Per questo è stato impossibile
accordarsi sul dare una sola
definizione di comunicazione.
Comunicazione, dal latino comunico, significa condivisione.
Va intesa come un atto sociale e reciproco di
partecipazione, atto mediato dall'uso di simboli significativi
tra individui e gruppi diversi.
Comunicazione come trasmissione, passaggio di informazioni,
idee, atteggiamenti, stati d’animo, intenzioni, ecc.

Comunicazione come relazione, interazione, mettere in comune,
comprensione.
Non si può non comunicare
Ogni comportamento è comunicazione.
Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di
relazione
L'aspetto di relazione classifica l'aspetto di contenuto.
Si comunica a livello verbale para-verbale e non-verbale
L’aspetto di contenuto è rappresentato principalmente dal
livello verbale.
L’aspetto di relazione è veicolato principalmente dai livelli
para verbali e non verbali.
PROCESSO COMUNICATIVO

Emittente

Ricevente

Ma c’è di più.
contesto della comunicazione
codifica

decodifica

area del canale

E

R

messaggio

codice

codice
feedback

Feed-back l'interscambio che avviene tra ricevente ed
Canale può oessere sia ilèmezzo tecnicoquando sociale, dove
esterno al soggetto
Codice è il attività di segnidall'emittente persitrasformare
comunica e
Contesto sistema svoltail "luogo", fisico o
ambiente
Codifica quandopercorso utilizzato svolto dal permette
emittente il è il arriva (telefono, dicomunica. ecc.)essere
l'informazione
Decodifica contenuto di ciò che sifax, posta, Può sia il
contrario, ritorno ricevente
con cuiililqualeRicevente chi riceve il messaggio o sfavorire
Messaggio non chi/cosa comunica favorire
messaggio
senza lo scambioecomunicativo; può il messaggiomessaggio
avviene concetti avviene la trasmissione del messaggio. Può
Emittente immagini
idee,trasforma percepire se ildamentali in stato ricevuto o
in un
all'emittente di il un dato, unamessaggio più comunicazione
che
mezzo una lingua, un gesto, un grafico, un è idee, concetti e
una informazione, messaggio notizia o disegno…
sensoriale
coinvolto codice
nella
semplicemente
essere
lacomunicabile attraverso il codice
comunicazione
compreso mentali
immagini
(principalmente udito e vista)
una sensazione
Bisogna sempre fare molta attenzione, perché non tutto ciò che si
comunica perviene al ricevente e gli rimane.
Cosa avviene di solito?

L’emittente vuole comunicare 100
In realtà dice solo 80
Il ricevente può sentire 50
Ne capisce 30
Ricorda solo 20
E allora: quando una comunicazione è efficace?

Quando l’ascoltatore

comprende
ciò che gli volevamo trasmettere

Quello che conta è il risultato
Un utilizzo congiunto delle diverse modalità comunicative produce i
risultati più efficaci. L'apprendimento varia al variare delle
tecniche comunicative e dunque dei diversi canali di percezione.
Tecniche
di comunicazione

Canale
di percezione

% di
apprendimento

verbale

solo udito

20%

grafica, gestuale,
iconica

solo vista

30%

mista

udito + vista

50%

mista

udito + vista +
discussione

70%

mista + sperimentazione udito + vista +
discussione + uso

90%
Ci sono due tipi di comunicazione.

La comunicazione a una via
Possibili caratteristiche: ordine, velocità, potere, noia,
imprecisione.
Esempi: comunicazione scritta (fax, mail, lettera…), discorso,
riunione informativa.
La comunicazione a due vie
Possibili caratteristiche: disordine, lentezza, democrazia,
coinvolgimento, emozione, precisione.
Esempi: conversazione, riunione di analisi, riunione decisionale.
E

messaggio

FARSI CAPIRE DAGLI ALTRI
Le capacità dell’emittente
Per tutti i manager rampanti un’azienda
veneta ha prodotto un nuovo PALMARE
Straordinarie le nuove funzioni e la nuova
grafica.
I LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE

Verbale parole

Bla, bla,
bla…

10 %

Para verbale volume, tono,
ritmo, pause, …

30 %

Non verbale sguardo,
espressioni del volto,
postura, gesti, …

60 %
IL LIVELLO VERBALE
Parole e frasi chiare, non ambigue.
Parole potenzianti
si, sicuramente, siamo esperti, possiamo farlo, integrare,
rafforzare, afferrare – utilizzo del tempo presente nella
coniugazione del verbo
Sono tutte quelle parole che danno alla nostra comunicazione una
connotazione positiva; agiscono a livello inconscio.
Parole de-potenzianti
ma, non, no, forse, però, problema, ostacolo - utilizzo del tempo
condizionale o imperfetto nella coniugazione del verbo
Sono tutte quelle parole che danno alla nostra comunicazione una
connotazione negativa; agiscono a livello inconscio.
IL LIVELLO PARA-VERBALE

nelparaverbaleèimportantelavariazioneelacongruenzadivolume
ritmotonolasottolineaturaanalogicaèl’attribuzionediundeterm
inatovaloreadalcuneparole

Nel paraverbale è importante la variazione e la congruenza di
volume, ritmo,
tono. La sottolineatura analogica è
l’attribuzione di un determinato valore ad alcune parole.
Gli elementi non verbali del parlato

Una notevole quantità di informazioni può essere ottenuta
prestando attenzione sia alla maniera in cui le cose vengono dette
sia all’effettivo contenuto del discorso.
La voce, il tono, il volume, l’intensità, il ritmo, le informazioni date,
sono tutti aspetti della comunicazione verbale che di solito dicono
di più di quanto è detto e sentito.

La voce contiene diversi elementi espressivi, più o meno connessi
alla componente verbale, che vanno al di là dell’aspetto
strettamente linguistico della comunicazione.
L’intonazione è l’elemento di comunicazione vocale che meno degli
altri è legato al contenuto verbale: uno dei suoi fattori costituenti
è la tonalità, che può essere più o meno acuta, seguita dal timbro
vocale. Essi sono culturalmente determinati.

Ci sono aspetti melodici caratterizzati dalla vivacità o dalla
monotonia del tono di un’espressione verbale (tono di supplica,
lamentoso, di scusa, di sorpresa, di rimprovero, allegro, ecc.).
Elementi paralinguistici
qualità dell’eloquio (pause, esitazioni, velocità/lentezza)
fluenza e difetti di fluenza (balbuzie, contrazioni diaframmatiche)
pronuncia e difetti di pronuncia
inflessione (dialettale, straniera)
manifestazioni organiche (tossire, sbadigliare, schiarirsi la voce)
Elementi metalinguistici
Non riguardano il contenuto e sono definiti comunemente come
variazione del modo di esprimersi.
intercalare
uso di espressioni volgari
espressione di esclusività
burocratico, ecc.)

linguistica

(linguaggio

gergale,

espressione del grado di istruzione
espressione dello stile (uso del linguaggio mimato affabulatorio,
teatrale, ecc.)
IL LIVELLO NON VERBALE

Comunicazione non verbale indica qualsiasi trasmissione
d’informazione che non passi attraverso il canale verbale; essa
spesso esprime aspetti latenti, non consapevoli ed istintuali;
inoltre è un mezzo potente per trasmettere emozioni.
Alcune importanti funzioni della comunicazione non verbale.

Ripetizione - serve a rinforzare o integrare quanto detto
verbalmente:
assentire
con
il
capo
per
comunicare
incoraggiamento.

Contraddizione - può essere in contrasto con quanto verbalizzato:
espressioni di tranquillità contraddette da gesti bruschi e
nervosi, o espressione corrucciate in contrasto con messaggi di
accoglienza.
Sostituzione - può sostituirsi a quella verbale: cenni di diniego con
il capo piuttosto che la negazione espressa verbalmente.

Accentuazione - si possono enfatizzare i contenuti: sgranare gli
occhi, aprire la bocca.

Regolazione e relazione - sono quegli aspetti non verbali che
servono a regolare il flusso verbale: cenno del capo, sospiri di
impazienza per comunicare, ad esempio, la fine dell’interazione.
Il comportamento non verbale è basato, oltre che sugli elementi
non verbali del parlato, su:

Cinesica - comprende categorie come il movimento, la postura, le
espressioni del volto.
Prossemica - riguarda l’uso della distanza interpersonale e dello
spazio disponibile.
La cinesica
Nell’espressione non verbale il corpo ha
una grande importanza, sia nelle
posizioni e nelle modificazioni posturali
sia nella gestualità.
I gesti possono essere classificati in categorie che definiscono le
diverse funzioni nel determinare significati.

Emblematici - possono sostituire completamente le espressioni
verbali e sono indipendenti dalla presenza del linguaggio parlato:
fare “alt” con la mano.
Illustratori - si accompagnano alle parole e ne veicolano il loro
contenuto, facilitando la comunicazione.
Indicatori emozionali - sono correlati con uno stato emozionale:
agitare i pugni in segno di rabbia.

Regolatori - delimitano i ruoli degli interlocutori nella
conversazione, segnano e regolano il mantenimento ed il
cambiamento di tali ruoli, alla stregua della punteggiatura.

Adattatori - movimenti correlati al soddisfacimento di necessità
fisiche o all’espressione di stati emotivi, riequilibrano uno stato di
tensione manifestato a livello somatico: toccarsi i capelli,
grattarsi, sistemare l’abbigliamento.
La postura
L’atteggiamento posturale di base può essere considerato come
un condizionamento esercitato dalle esperienze emozionali
sedimentate lungo la storia personale e non come espressione di
un atteggiamento del momento.
Ad esempio, un capo chino e le spalle curve possono rimandare ad
un atteggiamento sottomesso o una certa tristezza; gambe o
braccia incrociate possono indicare un certo grado di
vulnerabilità o paura ad aprirsi.
Oltre alla postura esistono le sequenze posturali
comprendono veri e precisi posizionamenti prolungati.

che
Chiusura/Disagio
Chiusura del corpo: si cerca di rimpicciolire la
propria immagine

Gambe accavallate e braccia conserte

Variazione di postura del proprio corpo indietro

Grattamenti, scarichi analogici: sfregare la
punta del naso, raschiamento della voce,
spazzolare/spazzolarsi,
spostamento
di
oggetti
Apertura/Gradimento

Tutto ciò che prima era chiuso diventa aperto, i grattamenti
diventano accarezzamenti, la postura e le espressioni del
volto sono rilassate.
Ostentazione/Sfida

Il soggetto cerca di allargare il più possibile la propria immagine

Allargare le braccia con le mani appoggiate ai fianchi

Puntare il dito

Defilarsi con le spalle rispetto all’interlocutore
I movimenti
Volgersi in direzione dell’interlocutore con la testa, o una parte o
tutto il corpo, manifesta proporzionalmente l’interesse per l’altra
persona.
Un movimento del capo diffuso è quello di annuire e diversi sono i
significati dello spostamento della testa; numerose sono anche le
indicazioni date a proposito dei movimenti delle mani e delle
gambe.
Il viso e lo sguardo
Il volto ha un’enorme capacità espressiva ed è il “luogo” in cui più
facilmente si riconosce un’emozione; le emozioni facciali possono
essere simulate.

L’espressione facciale può far registrare emozioni anche forti
come la rabbia, la tristezza, la gioia oppure atteggiamenti che
denotano noia, impazienza, mancanza di interesse, di comprensione
e incapacità di stabilire un reale contatto empatico.
La prossemica

Studia l’utilizzo fatto dalle persone della distanza e dello
spazio nell’organizzazione sociale, lavorativa e nelle relazioni
interpersonali: in particolare, i comportamenti che esprimono il
senso della territorialità o le posizioni gerarchiche.
messaggio

CAPIRE GLI ALTRI
Le capacità del ricevente

R
LA DECODIFICA

Prestare attenzione a tutto il messaggio.
Non dare nulla per scontato.
Distinguere i fatti dalle interpretazioni.
Non pensare già alle risposte.
Mettersi in sintonia con l’emittente.
Si può ripetere con parole proprie il messaggio ricevuto per:
controllare la propria comprensione;
rassicurare l’interlocutore di aver compreso correttamente;
mostrare interesse
conversazione.

e

incoraggiare

l’approfondimento

della

Si possono utilizzare le domande per:
ottenere delle risposte di specificazione o di chiarimento
(domande chiuse);
facilitare l’esplorazione del tema e considerarlo sotto altri punti
di vista (domande aperte).
Bisogna però evitare di fare domande multiple, suggestive,
generiche.
E’ importante
all’emittente.

mantenere

una

postura

aperta

rispetto

E’ importante osservare la postura dell’emittente per entrare in
sintonia relazionale.
Chiusura/Disagio
Apertura/Gradimento
Ostentazione/Sfida

Sondare - dare apertura
(C’è qualche aspetto che
vogliamo approfondire?)

Memorizzare
Valorizzare (Come lei ben
sa…)
CARATTERISTICHE DEL FEEDBACK

Efficace

Riguarda specifici comportamenti
E’ basato su fatti
E’ tempestivo
E’ controllabile da chi lo riceve
E’ fatto con intento costruttivo
E’ diretto

Inefficace

Riguarda la persona in quanto tale
E’ basato su impressioni
E’ distante dagli eventi
E’ fuori dalla portata di chi lo riceve
E’ fatto con intento punitivo
E’ indiretto
UP
MIDDLE
DOWN
UP è la posizione assunta da chi si mette “in cattedra”.
MIDDLE è la posizione di chi assume una posizione paritaria.
DOWN è la posizione di chi assume una posizione di dipendenza, “alla
Fantozzi”.
UP

UP

MIDDLE

MIDDLE

DOWN

DOWN
IL RUOLO DELL’ESPERIENZA
Disegnare 4 linee rette che tocchino i nove punti senza
ripassarci sopra e senza staccare la penna dal foglio.

?
?
Finchè vediamo i 9 punti come un quadrato (vincolo
autoimposto) non risolviamo il problema.
Il problema è un chiaro esempio di quanto siamo prigionieri di
una serie di limitazioni e di regole che ci autoimponiamo anche
quando la situazione non lo richiede.
Se usciamo dagli schemi (il modo abituale di vedere il problema,
l’esperienza) possiamo trovare la soluzione.
trc cartc

I nostri sensi non sempre registrano degli eventi che sono
presenti nella realtà fisica.
La realtà fisica che crediamo di percepire può essere soggetta a
distorsioni.
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a “leggere” la realtà circostante.

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Comunicazione autentica

  • 2.
  • 3. E’ molto difficile dire che cosa sia la comunicazione. Pensate a quanti diversi fenomeni ricadono sotto lo stesso nome. Una persona che parla Un cane che scodinzola Un libro Il colore di un fiore Un semaforo che si accende L’espressione del volto Per questo è stato impossibile accordarsi sul dare una sola definizione di comunicazione.
  • 4. Comunicazione, dal latino comunico, significa condivisione. Va intesa come un atto sociale e reciproco di partecipazione, atto mediato dall'uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi. Comunicazione come trasmissione, passaggio di informazioni, idee, atteggiamenti, stati d’animo, intenzioni, ecc. Comunicazione come relazione, interazione, mettere in comune, comprensione.
  • 5. Non si può non comunicare Ogni comportamento è comunicazione. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione L'aspetto di relazione classifica l'aspetto di contenuto. Si comunica a livello verbale para-verbale e non-verbale L’aspetto di contenuto è rappresentato principalmente dal livello verbale. L’aspetto di relazione è veicolato principalmente dai livelli para verbali e non verbali.
  • 7. contesto della comunicazione codifica decodifica area del canale E R messaggio codice codice feedback Feed-back l'interscambio che avviene tra ricevente ed Canale può oessere sia ilèmezzo tecnicoquando sociale, dove esterno al soggetto Codice è il attività di segnidall'emittente persitrasformare comunica e Contesto sistema svoltail "luogo", fisico o ambiente Codifica quandopercorso utilizzato svolto dal permette emittente il è il arriva (telefono, dicomunica. ecc.)essere l'informazione Decodifica contenuto di ciò che sifax, posta, Può sia il contrario, ritorno ricevente con cuiililqualeRicevente chi riceve il messaggio o sfavorire Messaggio non chi/cosa comunica favorire messaggio senza lo scambioecomunicativo; può il messaggiomessaggio avviene concetti avviene la trasmissione del messaggio. Può Emittente immagini idee,trasforma percepire se ildamentali in stato ricevuto o in un all'emittente di il un dato, unamessaggio più comunicazione che mezzo una lingua, un gesto, un grafico, un è idee, concetti e una informazione, messaggio notizia o disegno… sensoriale coinvolto codice nella semplicemente essere lacomunicabile attraverso il codice comunicazione compreso mentali immagini (principalmente udito e vista) una sensazione
  • 8. Bisogna sempre fare molta attenzione, perché non tutto ciò che si comunica perviene al ricevente e gli rimane. Cosa avviene di solito? L’emittente vuole comunicare 100 In realtà dice solo 80 Il ricevente può sentire 50 Ne capisce 30 Ricorda solo 20
  • 9. E allora: quando una comunicazione è efficace? Quando l’ascoltatore comprende ciò che gli volevamo trasmettere Quello che conta è il risultato
  • 10. Un utilizzo congiunto delle diverse modalità comunicative produce i risultati più efficaci. L'apprendimento varia al variare delle tecniche comunicative e dunque dei diversi canali di percezione. Tecniche di comunicazione Canale di percezione % di apprendimento verbale solo udito 20% grafica, gestuale, iconica solo vista 30% mista udito + vista 50% mista udito + vista + discussione 70% mista + sperimentazione udito + vista + discussione + uso 90%
  • 11. Ci sono due tipi di comunicazione. La comunicazione a una via Possibili caratteristiche: ordine, velocità, potere, noia, imprecisione. Esempi: comunicazione scritta (fax, mail, lettera…), discorso, riunione informativa. La comunicazione a due vie Possibili caratteristiche: disordine, lentezza, democrazia, coinvolgimento, emozione, precisione. Esempi: conversazione, riunione di analisi, riunione decisionale.
  • 12. E messaggio FARSI CAPIRE DAGLI ALTRI Le capacità dell’emittente
  • 13. Per tutti i manager rampanti un’azienda veneta ha prodotto un nuovo PALMARE Straordinarie le nuove funzioni e la nuova grafica.
  • 14. I LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE Verbale parole Bla, bla, bla… 10 % Para verbale volume, tono, ritmo, pause, … 30 % Non verbale sguardo, espressioni del volto, postura, gesti, … 60 %
  • 15. IL LIVELLO VERBALE Parole e frasi chiare, non ambigue. Parole potenzianti si, sicuramente, siamo esperti, possiamo farlo, integrare, rafforzare, afferrare – utilizzo del tempo presente nella coniugazione del verbo Sono tutte quelle parole che danno alla nostra comunicazione una connotazione positiva; agiscono a livello inconscio. Parole de-potenzianti ma, non, no, forse, però, problema, ostacolo - utilizzo del tempo condizionale o imperfetto nella coniugazione del verbo Sono tutte quelle parole che danno alla nostra comunicazione una connotazione negativa; agiscono a livello inconscio.
  • 16. IL LIVELLO PARA-VERBALE nelparaverbaleèimportantelavariazioneelacongruenzadivolume ritmotonolasottolineaturaanalogicaèl’attribuzionediundeterm inatovaloreadalcuneparole Nel paraverbale è importante la variazione e la congruenza di volume, ritmo, tono. La sottolineatura analogica è l’attribuzione di un determinato valore ad alcune parole.
  • 17. Gli elementi non verbali del parlato Una notevole quantità di informazioni può essere ottenuta prestando attenzione sia alla maniera in cui le cose vengono dette sia all’effettivo contenuto del discorso. La voce, il tono, il volume, l’intensità, il ritmo, le informazioni date, sono tutti aspetti della comunicazione verbale che di solito dicono di più di quanto è detto e sentito. La voce contiene diversi elementi espressivi, più o meno connessi alla componente verbale, che vanno al di là dell’aspetto strettamente linguistico della comunicazione.
  • 18. L’intonazione è l’elemento di comunicazione vocale che meno degli altri è legato al contenuto verbale: uno dei suoi fattori costituenti è la tonalità, che può essere più o meno acuta, seguita dal timbro vocale. Essi sono culturalmente determinati. Ci sono aspetti melodici caratterizzati dalla vivacità o dalla monotonia del tono di un’espressione verbale (tono di supplica, lamentoso, di scusa, di sorpresa, di rimprovero, allegro, ecc.).
  • 19. Elementi paralinguistici qualità dell’eloquio (pause, esitazioni, velocità/lentezza) fluenza e difetti di fluenza (balbuzie, contrazioni diaframmatiche) pronuncia e difetti di pronuncia inflessione (dialettale, straniera) manifestazioni organiche (tossire, sbadigliare, schiarirsi la voce)
  • 20. Elementi metalinguistici Non riguardano il contenuto e sono definiti comunemente come variazione del modo di esprimersi. intercalare uso di espressioni volgari espressione di esclusività burocratico, ecc.) linguistica (linguaggio gergale, espressione del grado di istruzione espressione dello stile (uso del linguaggio mimato affabulatorio, teatrale, ecc.)
  • 21. IL LIVELLO NON VERBALE Comunicazione non verbale indica qualsiasi trasmissione d’informazione che non passi attraverso il canale verbale; essa spesso esprime aspetti latenti, non consapevoli ed istintuali; inoltre è un mezzo potente per trasmettere emozioni.
  • 22. Alcune importanti funzioni della comunicazione non verbale. Ripetizione - serve a rinforzare o integrare quanto detto verbalmente: assentire con il capo per comunicare incoraggiamento. Contraddizione - può essere in contrasto con quanto verbalizzato: espressioni di tranquillità contraddette da gesti bruschi e nervosi, o espressione corrucciate in contrasto con messaggi di accoglienza.
  • 23. Sostituzione - può sostituirsi a quella verbale: cenni di diniego con il capo piuttosto che la negazione espressa verbalmente. Accentuazione - si possono enfatizzare i contenuti: sgranare gli occhi, aprire la bocca. Regolazione e relazione - sono quegli aspetti non verbali che servono a regolare il flusso verbale: cenno del capo, sospiri di impazienza per comunicare, ad esempio, la fine dell’interazione.
  • 24. Il comportamento non verbale è basato, oltre che sugli elementi non verbali del parlato, su: Cinesica - comprende categorie come il movimento, la postura, le espressioni del volto. Prossemica - riguarda l’uso della distanza interpersonale e dello spazio disponibile.
  • 25. La cinesica Nell’espressione non verbale il corpo ha una grande importanza, sia nelle posizioni e nelle modificazioni posturali sia nella gestualità. I gesti possono essere classificati in categorie che definiscono le diverse funzioni nel determinare significati. Emblematici - possono sostituire completamente le espressioni verbali e sono indipendenti dalla presenza del linguaggio parlato: fare “alt” con la mano. Illustratori - si accompagnano alle parole e ne veicolano il loro contenuto, facilitando la comunicazione.
  • 26. Indicatori emozionali - sono correlati con uno stato emozionale: agitare i pugni in segno di rabbia. Regolatori - delimitano i ruoli degli interlocutori nella conversazione, segnano e regolano il mantenimento ed il cambiamento di tali ruoli, alla stregua della punteggiatura. Adattatori - movimenti correlati al soddisfacimento di necessità fisiche o all’espressione di stati emotivi, riequilibrano uno stato di tensione manifestato a livello somatico: toccarsi i capelli, grattarsi, sistemare l’abbigliamento.
  • 27. La postura L’atteggiamento posturale di base può essere considerato come un condizionamento esercitato dalle esperienze emozionali sedimentate lungo la storia personale e non come espressione di un atteggiamento del momento. Ad esempio, un capo chino e le spalle curve possono rimandare ad un atteggiamento sottomesso o una certa tristezza; gambe o braccia incrociate possono indicare un certo grado di vulnerabilità o paura ad aprirsi. Oltre alla postura esistono le sequenze posturali comprendono veri e precisi posizionamenti prolungati. che
  • 28. Chiusura/Disagio Chiusura del corpo: si cerca di rimpicciolire la propria immagine Gambe accavallate e braccia conserte Variazione di postura del proprio corpo indietro Grattamenti, scarichi analogici: sfregare la punta del naso, raschiamento della voce, spazzolare/spazzolarsi, spostamento di oggetti
  • 29. Apertura/Gradimento Tutto ciò che prima era chiuso diventa aperto, i grattamenti diventano accarezzamenti, la postura e le espressioni del volto sono rilassate.
  • 30. Ostentazione/Sfida Il soggetto cerca di allargare il più possibile la propria immagine Allargare le braccia con le mani appoggiate ai fianchi Puntare il dito Defilarsi con le spalle rispetto all’interlocutore
  • 31. I movimenti Volgersi in direzione dell’interlocutore con la testa, o una parte o tutto il corpo, manifesta proporzionalmente l’interesse per l’altra persona. Un movimento del capo diffuso è quello di annuire e diversi sono i significati dello spostamento della testa; numerose sono anche le indicazioni date a proposito dei movimenti delle mani e delle gambe.
  • 32. Il viso e lo sguardo Il volto ha un’enorme capacità espressiva ed è il “luogo” in cui più facilmente si riconosce un’emozione; le emozioni facciali possono essere simulate. L’espressione facciale può far registrare emozioni anche forti come la rabbia, la tristezza, la gioia oppure atteggiamenti che denotano noia, impazienza, mancanza di interesse, di comprensione e incapacità di stabilire un reale contatto empatico.
  • 33. La prossemica Studia l’utilizzo fatto dalle persone della distanza e dello spazio nell’organizzazione sociale, lavorativa e nelle relazioni interpersonali: in particolare, i comportamenti che esprimono il senso della territorialità o le posizioni gerarchiche.
  • 34. messaggio CAPIRE GLI ALTRI Le capacità del ricevente R
  • 35. LA DECODIFICA Prestare attenzione a tutto il messaggio. Non dare nulla per scontato. Distinguere i fatti dalle interpretazioni. Non pensare già alle risposte. Mettersi in sintonia con l’emittente.
  • 36. Si può ripetere con parole proprie il messaggio ricevuto per: controllare la propria comprensione; rassicurare l’interlocutore di aver compreso correttamente; mostrare interesse conversazione. e incoraggiare l’approfondimento della Si possono utilizzare le domande per: ottenere delle risposte di specificazione o di chiarimento (domande chiuse); facilitare l’esplorazione del tema e considerarlo sotto altri punti di vista (domande aperte). Bisogna però evitare di fare domande multiple, suggestive, generiche.
  • 37. E’ importante all’emittente. mantenere una postura aperta rispetto E’ importante osservare la postura dell’emittente per entrare in sintonia relazionale. Chiusura/Disagio Apertura/Gradimento Ostentazione/Sfida Sondare - dare apertura (C’è qualche aspetto che vogliamo approfondire?) Memorizzare Valorizzare (Come lei ben sa…)
  • 38. CARATTERISTICHE DEL FEEDBACK Efficace Riguarda specifici comportamenti E’ basato su fatti E’ tempestivo E’ controllabile da chi lo riceve E’ fatto con intento costruttivo E’ diretto Inefficace Riguarda la persona in quanto tale E’ basato su impressioni E’ distante dagli eventi E’ fuori dalla portata di chi lo riceve E’ fatto con intento punitivo E’ indiretto
  • 39. UP MIDDLE DOWN UP è la posizione assunta da chi si mette “in cattedra”. MIDDLE è la posizione di chi assume una posizione paritaria. DOWN è la posizione di chi assume una posizione di dipendenza, “alla Fantozzi”.
  • 41. IL RUOLO DELL’ESPERIENZA Disegnare 4 linee rette che tocchino i nove punti senza ripassarci sopra e senza staccare la penna dal foglio. ? ? Finchè vediamo i 9 punti come un quadrato (vincolo autoimposto) non risolviamo il problema.
  • 42.
  • 43. Il problema è un chiaro esempio di quanto siamo prigionieri di una serie di limitazioni e di regole che ci autoimponiamo anche quando la situazione non lo richiede. Se usciamo dagli schemi (il modo abituale di vedere il problema, l’esperienza) possiamo trovare la soluzione.
  • 44. trc cartc I nostri sensi non sempre registrano degli eventi che sono presenti nella realtà fisica.
  • 45. La realtà fisica che crediamo di percepire può essere soggetta a distorsioni. Per entrare efficacemente nelle relazioni è importante imparare a “leggere” la realtà circostante.

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