1. INDICATORI DI RISCHIO E STRATEGIE DI
INTERVENTO NEI DISTURBI PRECOCI
D’INTERAZIONE SOCIALE E DI
REGOLAZIONE:
L’APPROCCIO NEUROPSICOMOTORIO
2. DISTURBI DELLO SVILUPPO
• Un disturbo dello sviluppo è un disturbo che si
presenta nelle diverse età con una sintomatologia che è
il risultato di come e quanto la o le disfunzioni incidono
sulla competenza che emerge o dovrebbe emergere in
quella età.
• Non esiste un meccanismo patogenetico, ma diversi
meccanismi patogenetici
3. Modelli teorici di riferimento
• L’approccio evolutivo ha ampliato i modelli
della patologia psichica incorporando il
funzionamento biologico e
comportamentale in un modello sistemico
generale dell’organizzazione evolutiva.
(Sameroff 2000)
4. DISTURBO DELLA REGOLAZIONE E
DELLA PROCESSAZIONE SENSORIALE
(DRPS)
Il bambino incontra difficoltà nel regolare:
• emozioni
• comportamenti
• abilità motorie
in risposta a uno stimolo sensoriale (tatto, vista,
udito, gusto, olfatto, sensazioni del movimento
nello spazio e consapevolezza della posizione
del proprio corpo nello spazio)
Bonifacio, Gison, Militerni “Trattamento neuropsicomotorio nei disturbi
della regolazione” in “fon. Riab. E.E. Carocci 2009
5. Diagnosi nel DRPS
•
•
•
Difficoltà nella processazione sensoriale
Difficoltà motorie
Specifici pattern comportamentali
Bonifacio, Gison, Militerni “Trattamento neuropsicomotorio
nei disturbi della regolazione” in “fon. Riab. E.E. Carocci
2009
6. MODELLI INTERPRETATIVI
DRPS
• Soglia recettori sensoriali preposti alla
raccolta degli stimoli ambientali
• Efficienza dei processi di controllo centrale
preposti all’elaborazione dello stimolo
• La modulazione degli stati affettivi attivati
dai diversi stimoli
Bonifacio, Gison, Militerni “Trattamento neuropsicomotorio
nei disturbi della regolazione” in “fon. Riab. E.E. Carocci
2009
7. zero-to- three
Risposte scarsamente organizzate o poco modulate
possono essere riscontrate nei seguenti domini:
Nei pattern relativi al sonno, alimentazione o al controllo
sfinterico
Nelle reazioni o stati fisiologici ( ad es.respirazione,
startle, singhiozzi, soffocamenti)
Nella motricità grossolana ( disorganizzazione motoria,
movimenti a scatto,movimento continuo)
Nella motricità fine ( movimenti scarsamente differenziati
e irregolari, movimenti sussultanti o deboli)
Nell’organizzazione attentiva ( incapacità di fissarsi su un
particolare o perseverazione su un piccolo dettaglio)
Nell’organizzazione degli affetti ( labilità emotiva:
lamentosità, irritabilità, passaggio rapido da un tono
dell’umore ad un altro)
Nel linguaggio ( recezione ed espressione ) e nelle
competenze cognitive
8. PROTOCOLLO VALUTATIVO
DRPS
• Questionari italiani del temperamento (AXIA
•
•
•
•
2002)
BITSEA
CBCL
VABS
SCALA VALUT.GLOBALE REL.GENITORE
BAMBINO(0-3 2005)
Bonifacio, Gison, Militerni “Trattamento neuropsicomotorio nei disturbi
della regolazione” in “fon. Riab. E.E. Carocci 2009
9. DISTURBO DELL’INTERAZIONE SOCIALE
Nelle prime fasi dello sviluppo i bambini
possono mostrare deficit fluttuanti
dell’intersoggettività, cioè di quella
particolare sincronia tra le espressioni
facciali, vocali e gestuali dei lattanti e
quelle delle loro madri.
Muratori et Al., “La diagnosi precoce di autismo: dalla
ricerca degli indici precoci ai programmi di screening”, in
“Percorsi terapeutici e lavoro di rete”, Percorsi 2009.
10. DISTURBO DELL’INTERAZIONE SOCIALE
8-12 mesi:
Il bambino non sviluppa la progressiva
vivacità e modulazione degli stati affettivi,
si osserva mancanza di iniziativa e di
scambi interattivi prolungati, assenza di
pointing e di riposta al nome
Muratori et Al., “La diagnosi precoce di autismo: dalla
ricerca degli indici precoci ai programmi di screening”, in
“Percorsi terapeutici e lavoro di rete”, Percorsi 2009.
11. DISTURBO DELL’INTERAZIONE SOCIALE
12-18 mesi:
Alterazione della reazione agli stimoli ambientali,
dello sviluppo dei gesti comunicativi,
dell’interesse verso le persone, del monitoraggio
dello sguardo, dello sviluppo emozionale e della
progressione del linguaggio espressivo
Muratori et Al., “La diagnosi precoce di autismo: dalla ricerca degli
indici precoci ai programmi di screening”, in “Percorsi terapeutici e
lavoro di rete”, Percorsi 2009.
12.
13.
14.
15.
16.
17. INDICATORI DI RISCHIO
• Ritardo o assenza totale dello sviluppo del
linguaggio
• In soggetti con linguaggio adeguato marcata
compromissione nella capacità di sostenere
un’interazione verbale
• Uso del linguaggio stereotipato,ripetitivo,spesso
idiosincratico
• Assenza del gioco simbolico o del gioco imitativo
sociale appropriato all’età di sviluppo
18. COMPORTAMENTI RIPETITIVI E
STEREOTIPATI
• Preoccupazioni eccessive che assumono
l’aspetto di idee ossessive
• Intense reazioni di angoscia per cambiamenti
anche di poco rilievo nell’ambiente
• Stereotipie motorie
• Persistente interesse per parti di oggetti
19. DISTURBO MULTISISTEMICO DELLO
SVILUPPO
•
Significativo deficit, ma non assenza,della capacità di essere
coinvolto in una relazione emotiva e sociale con la madre
• Significativa compromissione nell’aprire, nel mantenere,nello
sviluppare la comunicazione
• Significativa disfunzione nella percezione uditiva e nella
comprensione verbale
• Significativa disfunzione nell’area visuo-spaziale,propriocettiva e
nella programmazione dei movimenti
20. Icd 10
• F84 SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE
•
DELLO SVILUPPO PSICOLOGICO
Si tratta di un gruppo di sindromi caratterizzato
da anormalità qualitative delle interazioni sociali
e delle modalità di comunicazione ,e da un
repertorio limitato ,stereotipato ,ripetitivo di
interessi e di attività .Queste anormalità
qualitative sono una caratteristica preminente
del funzionamento dell’individuo in tutte le
situazioni
21. ICD 10
• F84.0 Autismo infantile
• Si tratta di una sindrome definita da :a) presenza
•
•
di una compromissione dello sviluppo che si
manifesta prima dei 3 anni
b)un tipo caratteristico di funzionamento
anormale nelle aree dell’interazione sociale
,della comunicazione e del comportamento ,che
è limitato ,stereotipato e ripetitivo
Possono associarsi disturbi del sonno ,
aggressività (anche autodiretta) ,fobie ,disturbi
dell’alimentazione
22. ICD 10
•
•
•
F84.1
AUTISMO ATIPICO
Si tratta di una sindrome che si differenzia
dall’autismo infantile sia per l’età (dopo i tre
anni) e per il mancato riscontro di anomalie in
una o due delle aree (interazione,comunicazione
e comportamento)Può presentarsi in individui
con grave ritardo mentale o ritardo specifico del
linguaggio
23. ICD 10
• F84.2 Sindrome di Rett
• Si tratta di una condizione riscontrata solo nel
•
•
•
sesso femminile .
Sviluppo tipico ma successiva perdita parziale o
totale del linguaggio e delle capacità motorie e
dell’uso delle mani (7-24 mesi)
Verso i 4 anni si manifesta atassia e aprassia
del tronco
Consegue grave deficit mentale
24. ICD 10
• F84.3 Sindrome disintegrativa dell’infanzia
di altro tipo
• Periodo di sviluppo normale progressiva
perdita di interesse per l’ambiente
,manierismi motori ripetitivi,
compromissione simil-autistica
dell’interazione e comunicazione sociale .
• Può associarsi ad un’encefalopatia
25. ICD 10
• F84.4 Sindrome iperattiva associata a
ritardo mentale e movimenti stereotipati.
• Incerta validità nosografica
• Q.I al di sotto di 50 con associati problemi
di iperattività e deficit attentivo .
Comportamenti stereotipati
26. ICD 10
• F84. 5 Sindrome di Asperger
• Incerta validità nosografica ,caratterizzata
dallo stesso tipo di anomalia qualitativa
dell’interazione sociale (come
nell’autismo)insieme ad un repertorio
limitato ,stereotipato e ripetitivo di interessi
e di attività.
• Non vi è ritardo del linguaggio o nello
sviluppo cognitivo
27. ICD 10
• F84.8 Altre sindromi da alterazioni dello sviluppo
•
psicologico
F84.9 sindrome non specificata da globale
alterazione dello sviluppo psicologico .Categoria
nosografica residua,che deve essere usata per
le condizioni che rientrano nella descrizione
generale ma in cui un’informazione inadeguata o
rilievi contraddittori non consentono di
soddisfare i criteri per le altre categorie
comprese in F 84
28. Strumenti di valutazione per la
diagnosi
Childhood Autism Rating Scale (CARS ; Schopler et.al
1988.E’ una scala di valutazione del comportamento
Esplora 15 aree di sviluppo :relazioni
interpersonali,imitazione ,affettività ,utilizzo del
corpo,gioco ed utilizzo degli oggetti ,livello di
adattamento ,responsività agli stimoli visivi ,responsività
agli stimoli uditivi ,modalità sensoriali ,reazioni d’ansia,
comunicazione verbale ,comunicazione extraverbale
,livello di attività ,funzionamento cognitivo,impressione
generale dell’esaminatore.
29. Strumenti di valutazione per la
diagnosi
• Autism Diagnostic Observation Schedule
ADOS (Lord et al. 2000)
• Si utilizza sia per la ricerca che per la
clinica . Osservazione diretta e
standardizzata organizzata in moduli che
esplorano il comportamento sociale in
contesti comunicativi naturali .
30. STRUMENTI DI VALUTAZIONE
• Autism Behavior Checklist (ABC) Krug et
al 1980
• Vengono elencati 57 comportamenti
“problema”divisi in 5 catagorie
:linguaggio,socializzazione,uso
dell’oggetto ,sensorialità e autonomia.
31. Strumenti di valutazione
• Gillian Autism Rating Scale(GARS) Gillian 1995
• Checklist per genitori raggruppati in aree che
•
valutano lo sviluppo sociale ,la comunicazione e
i comportamenti stereotipati .
Si è dimostrata utile ai fini della diagnosi , per
identificare gli obiettivi dell’intervento e per la
verifica dei risultati
32. Strumenti di Valutazione
• Vineland –Adaptative Behavior
Scales(Vabs) Sparrow et al.1984
• Intervista semistrutturata che valuta il
livello adattivo (0-18 anni)Misura le
prestazioni e non le competenze
33. Strumenti di valutazione
• Psycho –Educational Profile (PEP_R)
•
•
Schopler 1989
Scala di valutazione utile per ottenere profilo
di sviluppo e per la pianificazione del
trattamento (età mentale dai 6 mesi ai 7 anni)
Esplora imitazione ,percezione,motricità fine
e grossolana ,coordinazione oculo-manuale
,livello cognitivo,gioco ,risposte sensoriali e
linguaggio
34. Principali approcci terapeutici
ABA ( Applied Behavior Analysis)
Approccio ideato da Lovaas ( 1979) finalizzato ad insegnare
specifiche competenze con lo scopo di migliorare la
socializzazione, la comunicazione ed il comportamento
adattivo. Protocollo altamente strutturato ( Discrete Trial
Training) prevede una serie di sedute per un totale di 40 ore
settimanali. Le tecniche utilizzate sono quelle della terapia del
comportamento: prompting, fading, modeling e shaping.
35. Principali approcci terapeutici
TEACCH ( Treatment and Education of Autistic
and related Comunication Handicapped Children
– North Carolina)
Insegnamento strutturato basato su alcuni principi:
organizzazione dell’ambiente fisico, scanzione
precisa delle attività, valorizzazione degli ausili
visivi, partecipazione delle famiglie. Si avvale,
inoltre, di strategie comportamentali.
36. Principali approcci terapeutici
DENVER MODEL ( Sally Rogers, 2000)
Viene enfatizzato il ruolo del gioco per
promuovere:
- Processi di assimilazione
- Potenziamento delle relazioni sociali
- Sostegno alla comunicazione
- Sviluppo del pensiero simbolico
- Ricorso a routine ed ambienti strutturati
Viene implementato nei contesti naturali della
famiglia e della scuola.
37. Principali approcci terapeutici
Developmental Intervention Model
( Greenspan et. al, 1999)
Basato sull’identificazione del livello di sviluppo
funzionale ed emotivo, sulle differenze
individuali e sulla tipologia di relazioni che il
bambino stabilisce con gli adulti. Il cuore del
trattamento
( Floor time) è lo sviluppo funzionale di modalità
interattive, partendo dal presupposto che la
“lezione emotiva” precede la “lezione cognitiva”.
38. Principali approcci terapeutici
La Therapie d’Echange et de Developpment
(TED) (Lelord ed al 1978)
Stimolazione precoce, individualizzata,
focalizzata su alcune funzioni quali
percezione, attenzione, motricità,
imitazione, comunicazione, regolazione.
39. LINEE GUIDA PER L’AUTISMO
La terapia psicomotoria rappresenta una
proposta terapeutica che si propone i
seguenti obiettivi:
• favorire la comparsa dei segnalatori sociali
• aumentare i tempi d’attenzione
• facilitare un uso più appropriato degli oggetti
• stimolare la comunicazione
• arricchire il vocabolario
• scoraggiare alcuni comportamenti
(iperattività, stereotipie motorie, condotte
autolesive, etc.)
40. (segue)
La terapia psicomotoria , inoltre, si configura
come una prassi terapeutica consolidata, che
privilegia una modalità d’approccio in grado di
facilitare:
•
•
•
•
La percezione e la “conoscenza” di sé come persona
La percezione e la “conoscenza” dell’Altro
La percezione e la “conoscenza” delle emozioni che
sottendono i vari comportamenti
La percezione e la “conoscenza” delle “leggi”
emozionali e sociali che regolano i rapporti
interpersonali.
41. Caratteristiche comuni agli interventi
terapeutici in fascia precoce
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Precocità
Intensità
Inclusione famiglia
Inclusione scuola
Interazione coetanei
Strutturazione contesto ambientale
Generalizzazione
Attenzione al profilo di sviluppo
Documentazione e valutazione dei
progressi
42. Precocità d’intervento
Studi sulle precoci competenze sociali del
bambino tipico e le informazioni dirette sul loro
sviluppo atipico nell’autismo hanno reso
possibile cominciare a pensare a terapie che
non siano solo sintomatiche, ma principalmente
indirizzate a ricostruire i circuiti e le connessioni
che permettono lo sviluppo delle competenze
intersoggettive
Muratori et Al., “La diagnosi precoce di autismo: dalla ricerca degli
indici precoci ai programmi di screening”, in “Percorsi terapeutici e
lavoro di rete”, Percorsi 2009.
43. Precocità d’intervento
Un programma di intervento precoce creato in un
contesto relazionale ricco di interazioni
dialogiche ed emotivamente marcate, studiato
per fornire adeguati input sociali ed
intersoggettivi al bambino può ridurre gli effetti
cumulativi a valle delle disfunzioni
dell’intersoggetività e favorire la maturazione
biologica del cervello sociale (Wetherby, 2006,
Greenspan,1998-2006, Rogers, 1991).
Muratori et Al., “La diagnosi precoce di autismo: dalla ricerca degli
indici precoci ai programmi di screening”, in “Percorsi terapeutici e
lavoro di rete”, Percorsi 2009.
44. L’intervento OPeN prevede :
• Metodologie orientate allo sviluppo e al potenziamento
•
•
•
•
•
delle competenze interattivo-sociali e comunicativo
linguistiche (integrazione di strategie di CAA)
Metodologie orientate allo sviluppo e al potenziamento
delle competenze simboliche e cognitive
Dispositivi di aiuto alla famiglia
Sviluppo di programmi psico- pedagogici
individualizzati
Progetti individualizzati per lo sviluppo delle
autonomie personali e sociali
Proposte finalizzate a favorire il versante espressivo,
le capacità prassiche e la condivisione di attività
all’interno di piccoli gruppi
Bonifacio- Gison
45. OPeN
PROFILO ADATTIVO 0-4 ANNI
Giochi di attivazione d 130 ripetere
d 131 imparare attraverso le azioni con oggetti
sociale
d 161 dirigere l’attenzione
d 250 controllare il proprio comportamento
Giochi sensomotori d 310 comunicare con – ricevere- messaggi
verbali
d 335 produrre messaggi non verbali
d 499 mobilità
Giochi/attività
d 599 prendersi cura della propria persona
con oggetti
d 710 interazioni interpersonali semplici
46. LINEE GUIDA PER L’AUTISMO
•
•
“… La terapia psicomotoria ,
inoltre, si configura come una prassi
terapeutica consolidata, che
privilegia una modalità d’approccio
in grado di facilitare:
• La percezione e la “conoscenza” di sé
come persona
47. LINEE GUIDA PER L’AUTISMO
• aumentare i tempi d’attenzione
• facilitare un uso più appropriato
degli oggetti
48. PROSPETTIVA SINCRONICA
Riguardo la scelta e l’articolazione
degli interventi in una specifica
fascia d’età
PROSPETTIVA DIACRONICA
Attraverso la necessità di rivalutare e
riformulare gli interventi in rapporto alle
inevitabili e augurabili trasformazioni
derivanti dall’età
50. “La comunicabilità dei propri atti
terapeutici all’interno dell’equipe
(ivi compresa la famiglia del
bambino) può sostenere quegli
auspicabili processi di
decentramento che segnano i
passaggi dalla buone prassi alle
metodologie”