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Le
dinamiche
economiche
della
gestione
    Il principio della
    competenza economica



1
2




I costi ed i ricavi
Nell’aspetto economico, la gestione dà
   luogo a costi e ricavi.
I costi sono gli oneri sostenuti dall’azienda
   per l’acquisto dei fattori produttivi di cui
   necessita.
I ricavi sono i compensi conseguiti per la
   vendita dei beni o per la prestazione dei
   servizi che rappresentano l’oggetto
   dell’attività aziendale.
3




   L’influenza del reddito sul PN


Il risultato economico della gestione influenza la
    consistenza del Patrimonio Netto aziendale, nel
    senso che esso:
 diminuisce a causa dei costi
 aumenta a causa dei ricavi
4




    I costi e i ricavi

Tutti i costi e i ricavi influenzano la consistenza del PN.
Ciò avviene “continuamente”, ad ogni operazione.
Come si può immaginare, tali operazioni sono
  numerosissime nell’ambito di un dato periodo di
  tempo.
5




I costi e i ricavi
E’ possibile seguire quotidianamente le
  variazioni che le operazioni di gestione
  determinano sulla consistenza del PN ?
Sarebbe possibile, ma non è logico né
  necessario.
6




    I costi ed i ricavi
Ciò che appare logico è tenere nota di tutti i costi e
 di tutti i ricavi mano a mano che si verificano e poi,
 con una data periodicità, farne una somma
 algebrica in modo da determinare “una tantum” la
 variazione netta subita dal PN per effetto degli
 andamenti economici della gestione.
7




   Il risultato economico

Dalla differenza tra ricavi e costi si ottiene il
 cosiddetto “reddito”, definito come il risultato
 economico conseguito con la gestione aziendale
 in un dato arco di tempo.
8




   L’arco temporale di
   riferimento

Se il periodo di tempo sotto osservazione fosse l’intera
  vita dell’azienda, al termine di essa la semplice
  somma algebrica di tutti i ricavi e di tutti i costi
  sostenuti dall’azienda consentirebbe di
  determinare il “reddito globale” senza particolari
  complicazioni.
9




   L’arco temporale di
   riferimento

Ovviamente non è pensabile di poter aspettare la
 fine della vita di un’azienda per poterne
 determinare il risultato economico.
Una serie di ragioni spinge a determinarlo prima e,
 soprattutto, ripetutamente.
10




   Le ragioni
Ci sono motivi di vario ordine:
 logico
 giuridico
 fiscale
11




   Le ragioni
Ogni imprenditore intravede l’opportunità di
 determinare con periodicità annuale il risultato
 economico della gestione della propria azienda, a
 fine conoscitivo, così da poter verificare
 tempestivamente e regolarmente la convenienza a
 proseguire in un’attività di per sé rischiosa.
12




Le ragioni
Ad ogni modo, anche se non si ravvedesse
  tale necessità, la legge impone ad ogni
  impresa l’obbligo di redigere il bilancio
  con periodicità annuale.
Inoltre, la normativa tributaria impone alle
  aziende di determinare annualmente il
  proprio reddito al fine di calcolare il
  relativo carico fiscale.

                                          R. Garzulli
13




   Il periodo amministrativo

L’arco di tempo convenzionalmente preso in
  considerazione è l’anno solare, della durata di 12
  mesi.
Tale arco temporale viene definito “periodo
  amministrativo”.



                                              R. Garzulli
14




L’esercizio amministrativo
E’ l’insieme delle operazioni di gestione
  poste in essere da un’azienda in un
  periodo amministrativo, di solito
  coincidente con l’anno solare.
Perciò, è convenzione determinare il
  “risultato economico dell’esercizio n”



                                            R. Garzulli
15




Il Conto Economico
Riepilogando tutti i costi ed i ricavi relativi
  ad un dato esercizio in un apposito
  prospetto, chiamato “Conto Economico”,
  il suo risultato finale determina il Risultato
  Economico dell’esercizio.
Tale dato individua in un’unica soluzione la
  variazione netta subita dal PN per effetto
  di tutte le operazioni di gestione avvenute
  in un esercizio amministrativo.

                                             R. Garzulli
16




   Una suddivisione artificiale
L’introduzione del concetto di “esercizio
  amministrativo” determina il sopravvenire di
  una serie di considerazioni.
Innanzitutto, occorre tener presente che la
  suddivisione dello scorrere continuo ed
  ininterrotto della gestione in esercizi
  amministrativi è puramente artificiale: nella
  realtà, l’azienda non chiude al 31/12 e non
  riapre all’01/01.
                                        R. Garzulli
17




   Considerazioni
Tuttavia la necessità di suddividere la gestione in
  esercizi fa immediatamente scaturire la seguente
  considerazione:
 alcuni costi ed alcuni ricavi sono facilmente riferibili
  ad un unico esercizio
 per altri questo non è affatto vero




                                                 R. Garzulli
18




Cosa vuol dire “riferibili” ?
Significa che, ad esempio, alcuni costi
  hanno, nello stesso esercizio, sia la loro
  manifestazione finanziaria (uscita di
  denaro o sorgere del debito) sia la loro
  competenza economica.
Un costo si dice di competenza di un
  esercizio quando è riferibile (o imputabile)
  alla gestione svolta in quel dato esercizio.

                                           R. Garzulli
19




   Coincidenza tra manifestazione
   finanziaria e competenza economica

Esistono casi nei quali c’è perfetta coincidenza tra
  andamenti finanziari ed economici delle operazioni
  di gestione.
Purtroppo, però, ne esistono anche molti nei quali
  tale coincidenza non si verifica affatto oppure è
  soltanto parziale.



                                            R. Garzulli
20




   Casi di coincidenza

Se in un esercizio un’azienda acquista beni da
  destinare alla vendita e poi vende effettivamente
  tali beni in quello stesso esercizio, allora il costo
  d’acquisto dei beni è sicuramente “imputabile” alla
  gestione di quell’esercizio, visto che può persino
  essere messo a confronto con il ricavo derivante
  dalla vendita di tali beni.

                                              R. Garzulli
21




Casi di non coincidenza
Invece, se tali beni, per una parte o del
  tutto, non si riesce a venderli in quello
  stesso esercizio e li si conservano come
  “rimanenze” per l’esercizio successivo,
  allora si pone il seguente problema:
 a quale esercizio imputare il costo per
  l’acquisto dei beni che in parte non ho
  venduto ?

                                              R. Garzulli
22




   Diversi tipi di costi
Occorre distinguere i costi in maniera tale da poter
  predisporre una casistica di ciò che si può
  verificare.
A questo scopo è utile la classificazione dei fattori
  produttivi, dalla quale si può dedurre una prima
  classificazione dei costi.



                                               R. Garzulli
23




I fattori produttivi
Sono tutto ciò che è necessario all’azienda
   per “fare la produzione” (da cui il nome di
   fattori produttivi).
Si suddividono in:
 beni strumentali
 beni destinati al consumo o alla vendita
 servizi
     prestati da altre imprese (es. trasporto)
     prestati da professionisti (es. notaio)
 energie    lavorative
                                                  R. Garzulli
24




Classificazione dei costi
E’ possibile distinguere:
 costi pluriennali (riferiti all’acquisto di beni
  strumentali)
 costi per le materie e le merci (riferiti
  all’acquisto di beni destinati al consumo o
  alla vendita)
 costi per servizi
 costi per il personale

                                               R. Garzulli
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Il caso degli ammortamenti
Un costo pluriennale è riferibile a “più
 esercizi”, cioè a quelli nel corso dei quali il
 bene strumentale fornisce la propria utilità
 alla gestione.
Poiché al termine di ogni esercizio occorre
 determinare il relativo reddito, è
 necessario “quantificare” la parte di utilità
 (in valore monetario) consumata in ogni
 esercizio.

                                             R. Garzulli
26




L’ammortamento
Si può dire che l’utilità totale che il bene è in
   grado di fornire, espressa in termini
   monetari dal suo costo storico, viene
   distribuita, ripartita, spalmata sui diversi
   esercizi nei quali il bene strumentale
   partecipa alla combinazione produttiva.




                                             R. Garzulli
27




   L’ammortamento

E’ il procedimento tecnico e contabile mediante il
  quale il costo storico riferito all’acquisto di un bene
  strumentale viene frazionato così da farlo gravare
  sui diversi esercizi nei quali fornisce la propria utilità




                                                   R. Garzulli
28




La maturazione dei costi e dei
ricavi
D’altro canto succede molto di frequente
  che alcuni costi e ricavi maturino in
  rapporto al trascorrere del tempo.
Spesso succede che la maturazione cada
  a cavallo fra due esercizi consecutivi,
  mentre la manifestazione finanziaria del
  costo avvenga in un’unica soluzione in
  via anticipata o posticipata (rispetto
  all’arco di tempo globale della
  maturazione)
                                         R. Garzulli
29




I ratei
Se la manifestazione finanziaria del costo o
  del ricavo è posticipata e cade a cavallo
  fra due esercizi, la parte della futura
  uscita od entrata di moneta relativa al
  costo o al ricavo maturato fino al 31/12
  dà luogo ad un rateo.




                                         R. Garzulli
30




   Ratei attivi e passivi
Il rateo è attivo se si riferisce ad una futura entrata di
    denaro e perciò ad un ricavo in corso di
    maturazione.
E’ passivo, invece, se si riferisce ad una futura uscita
    di denaro e perciò ad un costo in corso di
    maturazione.


                                                  R. Garzulli
31




La collocazione in bilancio
I ratei sono dei valori aziendali che trovano
   collocazione nello Stato Patrimoniale
   come elementi attivi o passivi del
   patrimonio aziendale.
Ad esempio, se i ratei sono passivi,
   rappresentano dei “debiti potenziali” al
   pagamento dei quali non è possibile
   sottrarsi poiché il relativo costo è già
   maturato.

                                           R. Garzulli
32




I risconti
Se la manifestazione finanziaria del costo o
  del ricavo è anticipata e cade a cavallo
  fra due esercizi, la parte del costo o del
  ricavo che, pur avendo già avuto la
  propria manifestazione finanziaria,
  maturerà a partire dal 31/12 in poi, dà
  luogo ad un risconto.



                                          R. Garzulli
33




   I risconti attivi e passivi
Se si riferiscono ad un costo “anticipato”, i risconti
  sono attivi poiché rappresentano il diritto di poter
  usufruire ancora di un certo servizio nel futuro
  esercizio senza dover pagare nulla.
Viceversa i risconti sono passivi se si riferiscono ad un
  ricavo “anticipato”, poiché rappresentano
  un’obbligazione da dover rispettare senza poter
  prendere nuovo denaro.


                                                 R. Garzulli
34




   Le regole della competenza
   economica

La regola fondamentale è che, per decidere sulla
  competenza economica dei costi o dei ricavi, non
  ha importanza guardare quando il costo è stato
  effettivamente sostenuto o il ricavo è stato davvero
  conseguito.
La relativa manifestazione finanziaria non ha nessuna
  rilevanza.

                                             R. Garzulli
35




   Le regole della competenza
   economica: i costi
Un costo si considera di competenza di un
  determinato esercizio quando:
 è maturato in quel dato esercizio
 ha dato la propria utilità in quel dato esercizio
 ha trovato il correlativo ricavo nell’esercizio stesso




                                                 R. Garzulli
36




   Le regole della competenza
   economica: i ricavi


Un ricavo si considera di competenza di un
  determinato esercizio quando:
 è maturato in quel dato esercizio
 ha trovato il correlativo costo nello stesso esercizio




                                                R. Garzulli
37




   Conclusione
Tenere una corretta contabilità nel corso dell’intero
  esercizio amministrativo è di determinante
  importanza per poter prendere nota di tutti i fatti di
  gestione, con particolare riferimento a quelli che
  generano componenti positivi o negativi del
  reddito d’esercizio.
Infatti al termine di ogni esercizio il C.E. deve riuscire a
  darci la variazione netta subita dal PN per effetto
  della gestione.

                                                  R. Garzulli
38




Conclusione
Tuttavia, a causa dell’artificiale suddivisione
  della gestione in esercizi, la
  determinazione del reddito d’esercizio
  porterebbe a risultati completamente
  sbagliati o largamente incompleti se, al
  31/12, non si procedesse a correggere le
  informazioni annotate in contabilità
  durante l’anno sulla base
  dell’applicazione del principio della
  competenza economica.
                                            R. Garzulli
39




L’assestamento
Le rilevazioni contabili (scritture) che si rendono
  necessarie per procedere alle citate
  correzioni prendono il nome di scritture di
  assestamento.
Esse hanno lo scopo di completare, integrare e
  rettificare i dati contabili per determinare con
  esattezza i costi ed i ricavi di competenza
  dell’esercizio in chiusura, allo scopo della
  corretta determinazione del risultato
  economico dell’esercizio e del correlato
  patrimonio di funzionamento.

                                                R. Garzulli
40




   La rappresentazione del C.E.


Il Conto Economico, in una prima approssimazione,
   non è che un’elencazione logica di tutti i costi e
   ricavi d’esercizio in due colonne separate, i cui
   relativi totali consentono, per differenza, di
   determinare il reddito d’esercizio.


                                              R. Garzulli
41




Conto Economico
Costi d’esercizio              Ricavi d’esercizio
 Acquisti di merci
 [Esistenze iniziali (700)]    Vendite di merci
 Costi per servizi (ENEL,      [Rimanenze finali
  telefono, acqua,
  trasporti)                     (760)]
 Costi del personale           Variazione delle
 Ammortamenti
 Svalutazione crediti
                                 rimanenze (+60)
 Interessi passivi
 Imposte d’esercizio


                                                R. Garzulli
42




La forma scalare del C.E.
Considerazioni più logiche consentono di
  suddividere la gestione in aree. Perciò si
  distinguono:
 l’area operativa (o tipica, caratteristica,
  ordinaria)
 l’area finanziaria
 l’area straordinaria



                                            R. Garzulli
Conto Economico
Valore della Produzione               1.000               Vp
- Costi della Produzione          -    860                Cp
Risultato operativo               =    140                Ro
+/- Proventi e oneri finanziari   -       40             +/- Gf
+/- Proventi e oneri della                   0       +/- Gs
gestione straordinaria
Risultato economico lordo         =    100                Rl
- Imposte dell’esercizio          -       48
Reddito d’esercizio               =       52              Re
                                      R. Garzulli   43
44




   Considerazioni finali

Si tratta soltanto di diversi modi di rappresentare
   come si è arrivati alla determinazione di un risultato
   economico della gestione che, ovviamente, è
   sempre lo stesso, qualunque sia il metodo scelto per
   rappresentarlo.




                                                R. Garzulli
45




   La forma scalare
E’ la forma preferita dagli studiosi poiché fornisce
  risultati intermedi utili ai fini dell’analisi della
  redditività della gestione aziendale.




                                                 R. Garzulli
46




   Il patrimonio dell’azienda
Da tutta questa serie di considerazioni, si comprende
 che dalla determinazione del reddito dell’esercizio
 amministrativo dipende la composizione del
 correlato patrimonio di “funzionamento”.




                                             R. Garzulli
47




Il patrimonio
Il patrimonio di un’impresa è composto
   dall’insieme dei beni a disposizione del
   soggetto aziendale in un dato momento.
Tale ultima precisazione è determinante per
   la definizione del concetto di patrimonio.
Infatti, anche un solo fatto di gestione
   comporta una modifica della
   composizione del patrimonio aziendale.

                                          R. Garzulli
48




   Il patrimonio di funzionamento
Se il momento al quale è riferita la determinazione del
  patrimonio di un’azienda è la fine di un esercizio
  (cioè, il 31 dicembre di un certo periodo
  amministrativo), allora si chiama “patrimonio di
  funzionamento”.




                                              R. Garzulli
49




   Considerazioni su reddito e
   patrimonio

Il patrimonio individua un preciso momento della vita
   dell’azienda: è una fotografia di un istante.
Il prospetto che lo rappresenta è, quindi, un prospetto
   “statico”.
Lo stesso concetto di patrimonio è un concetto
   “statico”.


                                              R. Garzulli
50




   Considerazioni su reddito e
   patrimonio
Al contrario, il reddito scaturisce dalle operazioni di
   gestione avvenute in un arco di tempo: il periodo
   amministrativo.
Il prospetto che lo rappresenterà è, quindi, un
   prospetto “dinamico”.
Ed anche il concetto di reddito è un concetto
   “dinamico”.


                                                R. Garzulli

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3. le dinamiche economiche_della_gestione

  • 1. Le dinamiche economiche della gestione Il principio della competenza economica 1
  • 2. 2 I costi ed i ricavi Nell’aspetto economico, la gestione dà luogo a costi e ricavi. I costi sono gli oneri sostenuti dall’azienda per l’acquisto dei fattori produttivi di cui necessita. I ricavi sono i compensi conseguiti per la vendita dei beni o per la prestazione dei servizi che rappresentano l’oggetto dell’attività aziendale.
  • 3. 3 L’influenza del reddito sul PN Il risultato economico della gestione influenza la consistenza del Patrimonio Netto aziendale, nel senso che esso:  diminuisce a causa dei costi  aumenta a causa dei ricavi
  • 4. 4 I costi e i ricavi Tutti i costi e i ricavi influenzano la consistenza del PN. Ciò avviene “continuamente”, ad ogni operazione. Come si può immaginare, tali operazioni sono numerosissime nell’ambito di un dato periodo di tempo.
  • 5. 5 I costi e i ricavi E’ possibile seguire quotidianamente le variazioni che le operazioni di gestione determinano sulla consistenza del PN ? Sarebbe possibile, ma non è logico né necessario.
  • 6. 6 I costi ed i ricavi Ciò che appare logico è tenere nota di tutti i costi e di tutti i ricavi mano a mano che si verificano e poi, con una data periodicità, farne una somma algebrica in modo da determinare “una tantum” la variazione netta subita dal PN per effetto degli andamenti economici della gestione.
  • 7. 7 Il risultato economico Dalla differenza tra ricavi e costi si ottiene il cosiddetto “reddito”, definito come il risultato economico conseguito con la gestione aziendale in un dato arco di tempo.
  • 8. 8 L’arco temporale di riferimento Se il periodo di tempo sotto osservazione fosse l’intera vita dell’azienda, al termine di essa la semplice somma algebrica di tutti i ricavi e di tutti i costi sostenuti dall’azienda consentirebbe di determinare il “reddito globale” senza particolari complicazioni.
  • 9. 9 L’arco temporale di riferimento Ovviamente non è pensabile di poter aspettare la fine della vita di un’azienda per poterne determinare il risultato economico. Una serie di ragioni spinge a determinarlo prima e, soprattutto, ripetutamente.
  • 10. 10 Le ragioni Ci sono motivi di vario ordine:  logico  giuridico  fiscale
  • 11. 11 Le ragioni Ogni imprenditore intravede l’opportunità di determinare con periodicità annuale il risultato economico della gestione della propria azienda, a fine conoscitivo, così da poter verificare tempestivamente e regolarmente la convenienza a proseguire in un’attività di per sé rischiosa.
  • 12. 12 Le ragioni Ad ogni modo, anche se non si ravvedesse tale necessità, la legge impone ad ogni impresa l’obbligo di redigere il bilancio con periodicità annuale. Inoltre, la normativa tributaria impone alle aziende di determinare annualmente il proprio reddito al fine di calcolare il relativo carico fiscale. R. Garzulli
  • 13. 13 Il periodo amministrativo L’arco di tempo convenzionalmente preso in considerazione è l’anno solare, della durata di 12 mesi. Tale arco temporale viene definito “periodo amministrativo”. R. Garzulli
  • 14. 14 L’esercizio amministrativo E’ l’insieme delle operazioni di gestione poste in essere da un’azienda in un periodo amministrativo, di solito coincidente con l’anno solare. Perciò, è convenzione determinare il “risultato economico dell’esercizio n” R. Garzulli
  • 15. 15 Il Conto Economico Riepilogando tutti i costi ed i ricavi relativi ad un dato esercizio in un apposito prospetto, chiamato “Conto Economico”, il suo risultato finale determina il Risultato Economico dell’esercizio. Tale dato individua in un’unica soluzione la variazione netta subita dal PN per effetto di tutte le operazioni di gestione avvenute in un esercizio amministrativo. R. Garzulli
  • 16. 16 Una suddivisione artificiale L’introduzione del concetto di “esercizio amministrativo” determina il sopravvenire di una serie di considerazioni. Innanzitutto, occorre tener presente che la suddivisione dello scorrere continuo ed ininterrotto della gestione in esercizi amministrativi è puramente artificiale: nella realtà, l’azienda non chiude al 31/12 e non riapre all’01/01. R. Garzulli
  • 17. 17 Considerazioni Tuttavia la necessità di suddividere la gestione in esercizi fa immediatamente scaturire la seguente considerazione:  alcuni costi ed alcuni ricavi sono facilmente riferibili ad un unico esercizio  per altri questo non è affatto vero R. Garzulli
  • 18. 18 Cosa vuol dire “riferibili” ? Significa che, ad esempio, alcuni costi hanno, nello stesso esercizio, sia la loro manifestazione finanziaria (uscita di denaro o sorgere del debito) sia la loro competenza economica. Un costo si dice di competenza di un esercizio quando è riferibile (o imputabile) alla gestione svolta in quel dato esercizio. R. Garzulli
  • 19. 19 Coincidenza tra manifestazione finanziaria e competenza economica Esistono casi nei quali c’è perfetta coincidenza tra andamenti finanziari ed economici delle operazioni di gestione. Purtroppo, però, ne esistono anche molti nei quali tale coincidenza non si verifica affatto oppure è soltanto parziale. R. Garzulli
  • 20. 20 Casi di coincidenza Se in un esercizio un’azienda acquista beni da destinare alla vendita e poi vende effettivamente tali beni in quello stesso esercizio, allora il costo d’acquisto dei beni è sicuramente “imputabile” alla gestione di quell’esercizio, visto che può persino essere messo a confronto con il ricavo derivante dalla vendita di tali beni. R. Garzulli
  • 21. 21 Casi di non coincidenza Invece, se tali beni, per una parte o del tutto, non si riesce a venderli in quello stesso esercizio e li si conservano come “rimanenze” per l’esercizio successivo, allora si pone il seguente problema:  a quale esercizio imputare il costo per l’acquisto dei beni che in parte non ho venduto ? R. Garzulli
  • 22. 22 Diversi tipi di costi Occorre distinguere i costi in maniera tale da poter predisporre una casistica di ciò che si può verificare. A questo scopo è utile la classificazione dei fattori produttivi, dalla quale si può dedurre una prima classificazione dei costi. R. Garzulli
  • 23. 23 I fattori produttivi Sono tutto ciò che è necessario all’azienda per “fare la produzione” (da cui il nome di fattori produttivi). Si suddividono in:  beni strumentali  beni destinati al consumo o alla vendita  servizi  prestati da altre imprese (es. trasporto)  prestati da professionisti (es. notaio)  energie lavorative R. Garzulli
  • 24. 24 Classificazione dei costi E’ possibile distinguere:  costi pluriennali (riferiti all’acquisto di beni strumentali)  costi per le materie e le merci (riferiti all’acquisto di beni destinati al consumo o alla vendita)  costi per servizi  costi per il personale R. Garzulli
  • 25. 25 Il caso degli ammortamenti Un costo pluriennale è riferibile a “più esercizi”, cioè a quelli nel corso dei quali il bene strumentale fornisce la propria utilità alla gestione. Poiché al termine di ogni esercizio occorre determinare il relativo reddito, è necessario “quantificare” la parte di utilità (in valore monetario) consumata in ogni esercizio. R. Garzulli
  • 26. 26 L’ammortamento Si può dire che l’utilità totale che il bene è in grado di fornire, espressa in termini monetari dal suo costo storico, viene distribuita, ripartita, spalmata sui diversi esercizi nei quali il bene strumentale partecipa alla combinazione produttiva. R. Garzulli
  • 27. 27 L’ammortamento E’ il procedimento tecnico e contabile mediante il quale il costo storico riferito all’acquisto di un bene strumentale viene frazionato così da farlo gravare sui diversi esercizi nei quali fornisce la propria utilità R. Garzulli
  • 28. 28 La maturazione dei costi e dei ricavi D’altro canto succede molto di frequente che alcuni costi e ricavi maturino in rapporto al trascorrere del tempo. Spesso succede che la maturazione cada a cavallo fra due esercizi consecutivi, mentre la manifestazione finanziaria del costo avvenga in un’unica soluzione in via anticipata o posticipata (rispetto all’arco di tempo globale della maturazione) R. Garzulli
  • 29. 29 I ratei Se la manifestazione finanziaria del costo o del ricavo è posticipata e cade a cavallo fra due esercizi, la parte della futura uscita od entrata di moneta relativa al costo o al ricavo maturato fino al 31/12 dà luogo ad un rateo. R. Garzulli
  • 30. 30 Ratei attivi e passivi Il rateo è attivo se si riferisce ad una futura entrata di denaro e perciò ad un ricavo in corso di maturazione. E’ passivo, invece, se si riferisce ad una futura uscita di denaro e perciò ad un costo in corso di maturazione. R. Garzulli
  • 31. 31 La collocazione in bilancio I ratei sono dei valori aziendali che trovano collocazione nello Stato Patrimoniale come elementi attivi o passivi del patrimonio aziendale. Ad esempio, se i ratei sono passivi, rappresentano dei “debiti potenziali” al pagamento dei quali non è possibile sottrarsi poiché il relativo costo è già maturato. R. Garzulli
  • 32. 32 I risconti Se la manifestazione finanziaria del costo o del ricavo è anticipata e cade a cavallo fra due esercizi, la parte del costo o del ricavo che, pur avendo già avuto la propria manifestazione finanziaria, maturerà a partire dal 31/12 in poi, dà luogo ad un risconto. R. Garzulli
  • 33. 33 I risconti attivi e passivi Se si riferiscono ad un costo “anticipato”, i risconti sono attivi poiché rappresentano il diritto di poter usufruire ancora di un certo servizio nel futuro esercizio senza dover pagare nulla. Viceversa i risconti sono passivi se si riferiscono ad un ricavo “anticipato”, poiché rappresentano un’obbligazione da dover rispettare senza poter prendere nuovo denaro. R. Garzulli
  • 34. 34 Le regole della competenza economica La regola fondamentale è che, per decidere sulla competenza economica dei costi o dei ricavi, non ha importanza guardare quando il costo è stato effettivamente sostenuto o il ricavo è stato davvero conseguito. La relativa manifestazione finanziaria non ha nessuna rilevanza. R. Garzulli
  • 35. 35 Le regole della competenza economica: i costi Un costo si considera di competenza di un determinato esercizio quando:  è maturato in quel dato esercizio  ha dato la propria utilità in quel dato esercizio  ha trovato il correlativo ricavo nell’esercizio stesso R. Garzulli
  • 36. 36 Le regole della competenza economica: i ricavi Un ricavo si considera di competenza di un determinato esercizio quando:  è maturato in quel dato esercizio  ha trovato il correlativo costo nello stesso esercizio R. Garzulli
  • 37. 37 Conclusione Tenere una corretta contabilità nel corso dell’intero esercizio amministrativo è di determinante importanza per poter prendere nota di tutti i fatti di gestione, con particolare riferimento a quelli che generano componenti positivi o negativi del reddito d’esercizio. Infatti al termine di ogni esercizio il C.E. deve riuscire a darci la variazione netta subita dal PN per effetto della gestione. R. Garzulli
  • 38. 38 Conclusione Tuttavia, a causa dell’artificiale suddivisione della gestione in esercizi, la determinazione del reddito d’esercizio porterebbe a risultati completamente sbagliati o largamente incompleti se, al 31/12, non si procedesse a correggere le informazioni annotate in contabilità durante l’anno sulla base dell’applicazione del principio della competenza economica. R. Garzulli
  • 39. 39 L’assestamento Le rilevazioni contabili (scritture) che si rendono necessarie per procedere alle citate correzioni prendono il nome di scritture di assestamento. Esse hanno lo scopo di completare, integrare e rettificare i dati contabili per determinare con esattezza i costi ed i ricavi di competenza dell’esercizio in chiusura, allo scopo della corretta determinazione del risultato economico dell’esercizio e del correlato patrimonio di funzionamento. R. Garzulli
  • 40. 40 La rappresentazione del C.E. Il Conto Economico, in una prima approssimazione, non è che un’elencazione logica di tutti i costi e ricavi d’esercizio in due colonne separate, i cui relativi totali consentono, per differenza, di determinare il reddito d’esercizio. R. Garzulli
  • 41. 41 Conto Economico Costi d’esercizio Ricavi d’esercizio  Acquisti di merci  [Esistenze iniziali (700)]  Vendite di merci  Costi per servizi (ENEL,  [Rimanenze finali telefono, acqua, trasporti) (760)]  Costi del personale  Variazione delle  Ammortamenti  Svalutazione crediti rimanenze (+60)  Interessi passivi  Imposte d’esercizio R. Garzulli
  • 42. 42 La forma scalare del C.E. Considerazioni più logiche consentono di suddividere la gestione in aree. Perciò si distinguono:  l’area operativa (o tipica, caratteristica, ordinaria)  l’area finanziaria  l’area straordinaria R. Garzulli
  • 43. Conto Economico Valore della Produzione 1.000 Vp - Costi della Produzione - 860 Cp Risultato operativo = 140 Ro +/- Proventi e oneri finanziari - 40 +/- Gf +/- Proventi e oneri della 0 +/- Gs gestione straordinaria Risultato economico lordo = 100 Rl - Imposte dell’esercizio - 48 Reddito d’esercizio = 52 Re R. Garzulli 43
  • 44. 44 Considerazioni finali Si tratta soltanto di diversi modi di rappresentare come si è arrivati alla determinazione di un risultato economico della gestione che, ovviamente, è sempre lo stesso, qualunque sia il metodo scelto per rappresentarlo. R. Garzulli
  • 45. 45 La forma scalare E’ la forma preferita dagli studiosi poiché fornisce risultati intermedi utili ai fini dell’analisi della redditività della gestione aziendale. R. Garzulli
  • 46. 46 Il patrimonio dell’azienda Da tutta questa serie di considerazioni, si comprende che dalla determinazione del reddito dell’esercizio amministrativo dipende la composizione del correlato patrimonio di “funzionamento”. R. Garzulli
  • 47. 47 Il patrimonio Il patrimonio di un’impresa è composto dall’insieme dei beni a disposizione del soggetto aziendale in un dato momento. Tale ultima precisazione è determinante per la definizione del concetto di patrimonio. Infatti, anche un solo fatto di gestione comporta una modifica della composizione del patrimonio aziendale. R. Garzulli
  • 48. 48 Il patrimonio di funzionamento Se il momento al quale è riferita la determinazione del patrimonio di un’azienda è la fine di un esercizio (cioè, il 31 dicembre di un certo periodo amministrativo), allora si chiama “patrimonio di funzionamento”. R. Garzulli
  • 49. 49 Considerazioni su reddito e patrimonio Il patrimonio individua un preciso momento della vita dell’azienda: è una fotografia di un istante. Il prospetto che lo rappresenta è, quindi, un prospetto “statico”. Lo stesso concetto di patrimonio è un concetto “statico”. R. Garzulli
  • 50. 50 Considerazioni su reddito e patrimonio Al contrario, il reddito scaturisce dalle operazioni di gestione avvenute in un arco di tempo: il periodo amministrativo. Il prospetto che lo rappresenterà è, quindi, un prospetto “dinamico”. Ed anche il concetto di reddito è un concetto “dinamico”. R. Garzulli