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REALTÀ DEL GRUPPO
HEALTH ITALIA
App My Digital Health:
la telemedicina a portata di clic!
SALUTE
I Dottori dei Dottori
che si prendono cura di chi cura
INNOVAZIONE E TECNOLOGIA
La realtà aumentata
al servizio della salute
LO SPECIALISTA RISPONDE...
Un fitwalker per diabetico,
in Italia si fa spazio la camminata
veloce di gruppo
PARLIAMO DI...
Violenza sulle donne
il periodico di informazione sulla sanità integrativa
novembre
dicembre 2020
Anno VII
N°40
La testimonianza del prof. Giovanni Di Perri
VACCINO
è di PFIZER-BIONTECH
contro
il Covid-19
Il primo
La testimonianza del prof. Giovanni Di Perri
Hai già scaricato
My Digital Health?
La nuova App gratuita di Health Point,
permette di prenotare ed effettuare
direttamente dallo smartphone e dal tablet
una televisita o un consulto telefonico
con un medico specialista in modo
semplice e veloce.
sommario
salute
benessere
parliamo di...
violenza sulle donne
innovazione
e tecnologia
lo specialista
risponde
realtà del gruppo
health italia
in evidenza
pag. 30
pag. 06
pag. 12
pag. 48
pag. 58
pag. 38
pag. 44
pag. 16
pag. 22
pag. 54
pag. 05 - Editoriale
I Dottori dei Dottori
che si prendono cura
di chi cura. Il servizio
dell’Azienda Ospedaliero-
Universitaria di Modena.
Intervista a Loretta Casolari
La collagenopatia carenziale:
una nuova entità nosografica
Lo sport al tempo
del lockdown, le palestre
“riprogrammano”
la ripartenza.
Intervista ad Andrea Carpi
La disperazione
tra le mura domestiche:
la violenza sulle donne
ai tempi del Covid-19
La realtà aumentata
al servizio della salute.
Intervista a Filippo Piatti
Un fitwalker per diabetico, in
Italia si fa spazio la camminata
veloce di gruppo. Intervista
a Gianluca Bartolomei
App My Digital Health: la
telemedicina a portata di clic!
Intervista a Silvia Fiorini
La Fondazione Health Italia
Onlus si racconta: i progetti
in corso e i propositi
per il 2021. Intervista
a Michela Dominicis Smart working: dai rapporti
con i colleghi agli orari, come
la pandemia ha cambiato
il mondo del lavoro
Il primo vaccino
contro il Covid-19
è di Pfizer-BioNTech.
Intervista a Giovanni
Di Perri
PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE SULLA SANITÀ INTEGRATIVA
Anno 7° - novembre/dicembre 2020 - N°40
DIRETTORE RESPONSABILE
Nicoletta Mele
DIRETTORE EDITORIALE
Ing. Roberto Anzanello
COORDINAMENTO GENERALE
H-Digital SpA
COMITATO DI REDAZIONE
Michela Dominicis
Francesco Maddalena
Mariachiara Manopulo
Giulia Riganelli
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Alessia Elem
Alessandro Notarnicola
Maura Pistella
DIREZIONE E PROPRIETÀ
Health Italia SpA
c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9
00060 - Formello (RM)
www.healthitalia.it
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale.
Articoli, notizie e recensioni firmati o siglati esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di conseguenza
esclusivamente la sua responsabilità diretta.
ISCRITTO PRESSO IL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI TIVOLI
n. 2/2016 - diffusione telematica
n.3/2016 - diffusione cartacea
9 maggio 2016
IDEA GRAFICA
H-Digital SpA
IMPAGINAZIONE
Giulia Riganelli
IMMAGINI
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E
DI
TO
RIA
LE
LA PROMOZIONE DELLA MUTUALITÀ
Abbiamo più volte avuto modo di sostenere e dimostrare dalle pagine del nostro periodico
come la strada maestra per sostenere un sistema sanitario nazionale socialmente inclusivo
ed economicamente sostenibile passi per il necessario rafforzamento della sanità integrativa.
La vigente normativa conferma il ruolo principale di Fondi Sanitari, Casse di Assistenza
Sanitarie e Società Generali di Mutuo Soccorso quali enti senza scopo di lucro con
caratteristiche idonee ad affiancare il sistema sanitario pubblico.
In particolare, per le Società di Mutuo Soccorso, il legislatore è intervenuto nel 2012, con il
d.lgs 179/2012, per adeguare le originarie disposizioni della legge istitutiva del 1886, in un
percorso coerente con le esigenze di un sistema sanitario pubblico del quale sono sempre più
evidenti i limiti. E tale percorso si completa con la recente Riforma del Terzo Settore (il c.d.
settore no profit), lg. 117/2017, dove si collocano di diritto gli enti che godono della qualifica
di Società di Mutuo Soccorso.
Il ruolo degli enti di sanità integrativa è quello di supportare, integrare, ampliare, tramite
il modello mutualistico, i servizi sanitari forniti dal sistema pubblico, contribuendo così a
garantire il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione.
Oggi sono ormai più di 10 milioni i cittadini italiani che in forma collettiva, tramite la propria
azienda o la propria associazione di categoria, oppure in forma individuale, per se stessi e/o
per i propri familiari, hanno aderito alle varie forme di sanità integrativa.
Di conseguenza il tema si sposta oggi dal piano legislativo, ormai ben definito, al piano della
comunicazione, per garantire a tutti i 60.367.471 di cittadini italiani la possibilità di conoscere
le proposte di protezione sanitaria offerte dalla sanità integrativa.
In questo contesto si necessita evidenziare, ancora una volta, il concetto per il quale un diffuso
utilizzo della sanità integrativa fondata sui principi della mutualità consentirebbe sempre di
più alla sanità pubblica di destinare le risorse economiche disponibili, limitate per definizione
(ed a prescindere dal MES), alle fasce deboli della popolazione ed alla sanità territoriale.
Per raggiungere questo obiettivo si devono concentrare gli sforzi e destinare risorse
intellettuali ed economiche alla rappresentazione diffusa delle possibilità esistenti, sia per le
imprese che per i cittadini, in modo tale che imprenditori, famiglie ed individui comprendano
adeguatamente le valenze offerte dalla sanità integrativa.
Rappresentare, spiegare, diffondere i concetti portanti della mutualità operata dagli enti
no profit abilitati dal legislatore a gestire la sanità integrativa diviene l’obiettivo primario,
principalmente in questo particolare e difficile contesto pandemico che ha messo e sta
mettendo a dura prova la sanità pubblica.
In questo ambito, assume un rilievo particolare il modello messo in campo da alcuni enti di
sanità integrativa per diffonderne le possibilità di utilizzo e la cultura mutualistica, tramite
figure professionali preparate e competenti, quali il Promotore della Salute, il Promotore
Mutualistico od il Promotore della Mutualità.
Oltre che socialmente corrette, come suggerisce l’evidenza dei fatti, legislativamente coerenti
con le norme esistenti, come ben spiegato da insigni giuristi ed anche in linea con il dettato
dell’articolo45dellanostraCostituzione,questefigureprofessionaliassumonoun’importanza
strategica per veicolare i concetti che stanno alla base del modello mutualistico in una logica
di utilità sociale.
Infatti, è indispensabile per il futuro della sanità del nostro Paese che professionisti,
competenti e formati, rappresentino agli imprenditori per i loro dipendenti, alle famiglie
ed agli individui le valenze della mutualità, le forme di protezione proposte dagli enti e le
possibili soluzioni percorribili per utilizzare correttamente la sanità integrativa.
Appare quindi difficile comprendere come, inopinatamente, possa accadere che tali figure
professionali vengano, da qualche voce fuori dal coro e comprensibile solo se riferita ad una
mancata conoscenza della normativa vigente o ad interessi lobbistici di parte, criticate ed
osteggiate, considerato che il loro ruolo è coerente con la Costituzione e le norme.
Conbuonapacedelleingiustificateedincoerenticritichedobbiamo,comesempre,evidenziare
il punto cruciale: la diffusione della sanità integrativa è una priorità sociale, economica e
sanitaria che tutto il Paese dovrebbe supportare e sostenere per raggiungere l’obiettivo di
avere un modello sanitario inclusivo, efficiente ed economicamente sostenibile.
Milanese,homaturatoun’esperienza
ultraventennalenelsettoreassicurativo
efinanziario,occupandomi
siadeiprodottichedelmarketing
edellosviluppocommerciale,fino
alladirezionedicompagnieassicurative,
nazionaliedestere.Nel2005sviluppo
unprogettodiconsulenzaestrategia
aziendalechehaconsentito
dioperareconimaggioriplayer
delsettoreassicurativoperrealizzare
pianistrategicidisviluppocommerciale.
Dal2009mioccupodiSanitàIntegrativa,
assumendolacaricadiPresidenteANSI,
AssociazioneNazionaleSanitàIntegrativa
eWelfare,econtestualmentediHealth
HoldingGroup,importanterealtà
delsettore.Dal2016sonopresidente
diHealthItalia,unadellepiùgrandirealtà
nelpanoramadellaSanitàIntegrativa
ItalianaesocietàquotatainBorsa
sulmercatoAIMItalia.
a cura di
Roberto Anzanello
healthonline.it | 05
06 | Salute
Il servizio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
Ne parliamo con la dottoressa Loretta Casolari
che SI PRENDONO CURA di CHI CURA
I Dottori
dei Dottori
SALUTE
healthonline.it | 07
“Ungiornopensidiandareacuraredeimalatieall’improvviso
ti trovi da solo, con lo scafandro e la tuta, a combattere un
alieno, un virus…vorresti strapparti tutto di dosso e andare
via, e invece stai lì, notte e giorno, a cercare di salvare più
vite che puoi…” Inizia con queste parole il commovente
video “Vogliamo salvare ogni vita, perché ogni vita conta”
che la Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e
Odontoiatri ha dedicato a tutti i colleghi impegnati in prima
linea contro il Covid-19.
I medici e i professionisti sanitari hanno lavorato, e
continuano a farlo, senza sosta per combattere il nemico
invisibile. È una delle categorie più a rischio di infezione
da Sars-CoV2 essendo molto esposta per la professione
che svolge quotidianamente. Per salvaguardarne la salute
e dunque consentire ai sanitari di proseguire nel delicato
compito di curare la popolazione, l’Azienda Ospedaliero –
Universitaria di Modena ha creato un’Unità Operativa di
Sorveglianza ad hoc. Il servizio, denominato “I dottori
dei dottori” è composto da medici specialisti in Medicina
del Lavoro, Igiene e Medicina Preventiva formati dai
percorsi universitari dell’Università di Modena e Reggio
Emilia e infermieri formati appositamente per le indagini
epidemiologiche. Sono impegnati da oltre due mesi
a pieno ritmo, 7 giorni su 7, per eseguire le visite ai
tantissimi neoassunti, per farli entrare in sicurezza
nel mondo del lavoro sanitario, ma anche per seguire a
domicilio i casi di positività di colleghi.
“Ci prendiamo cura di chi cura. È erroneamente diffusa la
percezionecheisanitari,quelliinprimalineaenonsolo,siano
‘inattaccabili’, ma questo virus ha abbattuto l’asimmetria che
tipicamente si crea tra medici e pazienti, dal momento che
i primi corrono lo stesso rischio di ammalarsi dei secondi,
essendo anche più esposti”, ha detto Loretta Casolari,
Responsabile della Sorveglianza Sanitaria e Promozione
della salute dei lavoratori dell’AOU di Modena, specialista in
Igiene e Sanità pubblica e Medico Competente in Medicina
del Lavoro, nonché coordinatrice del servizio.
di Alessia Elem
Intervista realizzata il 23 dicembre 2020
08 |
Dott. Loretta Casolari
Responsabile della Sorveglianza
Sanitaria e Promozione
della salute dei lavoratori
dell’AOU di Modena, specialista
in Igiene e Sanità pubblica
eMedicoCompetenteinMedicina
del Lavoro nonché coordinatrice
del servizio
Salute
La dottoressa Casolari ha rilasciato un’intervista a Health
Online.
Dottoressa, come nasce l’idea del servizio volto a
proteggere i sanitari impegnati in prima linea nella
lotta al virus?
La necessità di avere un servizio dedicato era stata
evidente fin dalla prima ondata, i sanitari che hanno
contratto l’infezione dal virus Sars-Cov2 si trovano ad
affrontare la stessa evoluzione clinica della malattia e lo
stesso isolamento famigliare e sociale della popolazione
generale. Come medici, come operatori sanitari e come
Azienda ci siamo sentiti in dovere di farci carico dei
colleghi-pazienti. Con tutto l’appoggio della Direzione
aziendale abbiamo strutturato un servizio: abbiamo
acquisito e formato il personale e ci siamo dotati di tutte
le tecnologie a supporto di una attività che abbiamo creato
a settembre 2020.
Come funziona?
I colleghi possono contare su un call center e un indirizzo
e-mail dedicato. Qui arrivano tutte le segnalazioni. Molti
contatti riguardano sintomatologie sospette per le quali,
in via precauzionale, allontaniamo la persona dal luogo
di lavoro, richiediamo ed eseguiamo tamponi diagnostici
al nostro Drive-through che abbiamo allestito in
sicurezza fuori dal nostro ospedale. In caso di positività,
il collega viene isolato a domicilio, facciamo l’indagine
epidemiologica approfondita e attiviamo il contact tracing
per i colleghi che sono al lavoro e che potrebbero essere
entrati in contatto con l’operatore risultato positivo.
Durante tutto il periodo di isolamento domiciliare, il
collega positivo viene seguito, assistito telefonicamente
da un team dedicato che fornisce tutte le istruzioni per
la gestione dell’isolamento e che fa un monitoraggio
quotidiano della sua condizione clinica. Se necessario,
attiviamo il trasferimento in alberghi Covid o in ospedale,
in caso sia necessaria una assistenza ospedaliera.
Inoltre, programmiamo ed eseguiamo tutti i controlli
sanitari necessari per un rientro al lavoro in sicurezza e le
certificazioni per l’assenza lavorativa.
healthonline.it | 09
È un servizio che monitora a distanza
chi ha contratto il virus ed è anche un
progetto di supporto psicologico?
Il supporto psicologico è fondamentale sia
per chi è al lavoro sia per chi è isolato a
domicilio. Il settore Psicologia del Lavoro
e Salute Organizzativa ha attivato un
numero telefonico dedicato e un percorso
di consulenza e supporto psicologico
individuale, in presenza o a distanza,
con l’obiettivo di tutelare la salute
psicologica del lavoratore e prevenire o
gestire l’insorgenza di stress psicologico.
Sappiamo che il personale impegnato
nella gestione di pazienti Covid manifesta
elevati livelli di stress, ansia e insonnia,
fino allo sviluppo di sintomatologia post
traumatica. La prevenzione e l’intervento
precoce in questi casi sono fondamentali.
Per il personale in servizio avete
riorganizzato gli screening nei reparti?
Si, sia nei reparti che in ambulatorio. Ma
dobbiamo investire sempre di più sulla
prevenzione per ridurre ulteriormente
il rischio di infezione, perché il carico di
lavoro è molto impegnativo. L’attenzione
deve rimanere altissima in particolare
nei confronti dell’utilizzo dei dispositivi
di protezione e dei protocolli igienico-
sanitari, sui quali gli operatori hanno
fatto nel frattempo molto addestramento
e formazione. Un tampone negativo non
deve renderci definitivamente sicuri,
perché quella è solo la “fotografia” di un
momento. L’uso costante dei dispositivi e
l’applicazione dei protocolli sono le vere
armi contro l’infezione.
10 | Salute
Quali sono stati i risultati raggiunti? Ci sono ulteriori sviluppi per il prossimo futuro?
I risultati del lavoro che stiamo facendo possono essere descritti con i numeri: più di 3.000
contattie-mailinunmese,altrettantelechiamatealcallcenter,abbiamoavutoilpiccomassimo
di operatori isolati a domicilio lo scorso 20 novembre: in quella giornata erano 177.
Mi piace ricordare però tutti i messaggi di ringraziamento che ci inviano i colleghi, un vero
carburante per il nostro Servizio che è operativo 7 giorni su 7 ormai da mesi.
Il futuro? È adesso: stiamo organizzando in queste ore la logistica per la campagna vaccinale
Covid-19, gli operatori dei nostri ospedali faranno il vaccino e stiamo parlando di 6000
operatori e anche questo è uno sforzo organizzativo è importante.
“Oltre un milione i guariti dal virus. Centinaia i medici che hanno dato la vita per salvarli”. Si
conclude così il video messaggio promosso dalla FNOMCeO. Dall’inizio della pandemia sono
266 i medici morti in Italia, l’elenco è pubblicato sul sito listato a lutto della Federazione
Nazionale dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri. “Il numero più grande in Europa, una
catastrofe”, ha scritto Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani e medico
di famiglia di Roma, in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte con la quale si
chiede un’attenzione elevata sul tema.
Dottoressa, qual è il suo messaggio?
Il messaggio è per i colleghi. La generosità con la quale facciamo il nostro lavoro ci porta a
pensare sempre e prima di tutto ad occuparci dei pazienti, ai colleghi dico: potete contare
su di noi ma abbiate sempre cura di voi, della vostra salute. E a forza di farcela, ce la faremo.
È un servizio unico in Italia? In questo
momento storico, quanto è importante
un servizio per la prevenzione e la cura
di chi si prende cura della salute dei
pazienti colpiti dalla malattia?
La Sorveglianza sanitaria è presente in
tutti gli ospedali, mentre l’organizzazione
di un settore specifico dedicato al Covid è
cosa diversa. L’organizzazione non nasce
spontaneamente, va costruita e progettata.
Formare il personale, costruire una
squadra in tempi brevissimi richiede una
Azienda Sanitaria con una visione, è un
obiettivo sfidante che la nostra Direzione
Aziendale si è data e ha raggiunto.
Sicuramente abbiamo fatto da pionieri di
questo modello organizzativo e gestionale:
abbiamo sviluppato software applicativi e
strumenti tecnici che adesso sono in uso
in altre Aziende. L’ultima acquisizione è un
softwareperiltracingdeicontattiinospedale.
Lo abbiamo chiamato “CovidBusters”:
tracciare i contatti in ospedale con indagini
epidemiologiche mirate è un’attività
investigativa vera e propria.
Vietato abbassare la guardia perché
il rischio di contrarre il virus da parte
degli operatori sanitari è molto alto…
Il nostro luogo di lavoro coincide con
reparti e contesti dove, per situazioni di
emergenza, siamo chiamati ad intervenire
tempestivamente sul paziente, senza
sapere se positivo o meno al Covid. In
tutti questi casi l’attenzione va mantenuta
costantemente altissima, perché la
pressione epidemiologica sta viaggiando
alla massima velocità.
healthonline.it | 11
healthonline.it | 11
Fino al
CUORE
della SALUTE
Un Gruppo unito per sostenere
e diffondere la Cultura della Salute
e della Prevenzione
dalla Ricerca Scientifica alle Soluzioni Personalizzate
Health Italia S.p.A. · c/o Palasalute · Via di Santa Cornelia, 9 · 00060 Formello (RM)· info@healthitalia.it
www.healthitalia.it
SALUTE
12 | Salute
COLLAGENOPATIA
carenziale
La
Una nuova entità
nosografica
healthonline.it | 13
Il termine collagene designa una famiglia di proteine che
impregna l’intero organismo, collegandone le parti e
svolgendovi un preciso ruolo fisiologico. Nell’adulto arriva
a rappresentare il 25-35 per cento del contenuto proteico
totale e non c’è cellula e tessuto dove non sia presente.
Il collagene possiede due fondamentali proprietà
biologiche: l’effetto meccanico, di sostegno e protezione,
e l’effetto trofico. Per il primo è stato paragonato al
cemento che compone e riveste un edificio, sostenendolo
e proteggendolo dalle intemperie. È talmente marcato,
da avere trovato un impiego pratico nella protezione dei
monumenti marmorei dalla corrosione delle piogge acide.
L’effetto trofico è ugualmente sorprendente, al punto da
essere correntemente sfruttato in laboratorio come mezzo
di crescita nelle colture cellulari.
Il paragone tra cemento e collagene è pertinente,
sennonché si tratta di un cemento vivo, esposto da un lato a
una continua perdita, dall’altro ad una altrettanto continua
riproduzione.
La collagenopatia carenziale deriva dal prevalere del
primo di questi due momenti sul secondo. La perdita
che contraddistingue la collagenopatia carenziale è
riconducibile sia al degrado implicito nello svolgimento
delle funzioni meccaniche del collagene, sia ai prodotti del
suo metabolismo.
della Redazione di Health Online
L’entità di questa perdita è desumibile dal fabbisogno complessivo di proteine, che è
dell’ordine di 0,8 g/kg/die, ovvero di circa 55 g: sapendo che nell’organismo il collagene
ne costituisce dal 25 al 35 per cento, ne deriva un fabbisogno di circa 0,2-03 g/kg/die,
corrispondenti a 14-18 g/die. Questo è l’ordine di grandezza della perdita di collagene
coinvolta nella collagenopatia carenziale.
I segni e i sintomi clinici della collagenopatia carenziale sono riferibili alle proprietà
meccaniche e trofiche della proteina, così come sono state sopra delineate: sono infatti
espressionedellorovenirmeno,presentandosiconcaratteristichedegenerativo-distrofiche.
Essi trovano l’espressione più appariscente a carico dei sistemi osteoarticolare e
tegumentario, che sono i più ricchi di collagene. In mancanza di saggi analitici precisi, tali
segni e sintomi sono riferibili ai risultati della terapia anti-carenziale. È il criterio diagnostico
ex juvantibus, che è alla base, d’altronde, del riconoscimento dell’origine e della natura delle
avitaminosi e delle altre malattie carenziali fin qui descritte.
OLTRE CHE PER VIA SISTEMICA,
IL COLLAGENE IDROLIZZATO MANIFESTA
I SUOI EFFETTI BIOLOGICI ANCHE
PER VIA TOPICA
14 | Salute
healthonline.it | 15
Per quanto riguarda il processo di rifacimento e
compensazione della suddetta perdita, occorre tener
presente che il collagene è una proteina: a differenza
delle vitamine e di altri nutrienti essenziali, essa non può
essere introdotta nell’organismo come tale. Se avvenisse
scatenerebbe una reazione di rigetto, potenzialmente
a carattere autoimmunitario. Il collagene è riprodotto
dentro l’organismo, grazie ai fibroblasti e alle loro
sottopopolazioni che lo generano in maniera aderente
alle tipologie, varietà, conformazioni e funzioni che lo
contraddistinguono.
Sotto questo profilo, l’attenzione si sposta dal collagene
in sé alle materie prime richieste per la sua produzione,
che sono prevalentemente rappresentate da aminoacidi
e peptidi che sono in parte sintetizzati ex novo dentro
l’organismo, oppure riciclati dalle proteine preesistenti.
La quota prevalente, però, è presumibilmente ricavata
dalla digestione del cibo e dalla sua assimilazione.
Tuttavia, ci sono alcune criticità che meritano di essere
sottolineate e analizzate. La prima risiede nella particolare
composizione amminoacidica del collagene, che non ha
riscontri significativi in altre proteine, sia animali che
vegetali. La seconda criticità è ascrivibile alla quasi totale
indigeribilità del collagene alimentare.
Per questo si ricorre al collagene idrolizzato, detto anche
gelatina, che si sta progressivamente affermando nel
trattamento della collagenopatia carenziale. Oltre che
per via sistemica, il collagene idrolizzato manifesta i
suoi effetti biologici anche per via topica. Ad esempio,
applicato sulle ulcere cutanee ne favorisce la granulazione
e la guarigione.
Con la collagenopatia carenziale ci troviamo di fronte
ad un trattamento che, per gli effetti che svolge e per le
forme d’impiego, è a cavallo tra l’integratore alimentare
e il farmaco, inteso quest’ultimo secondo l’accezione
OMS di “composto naturale o di sintesi capace, quando
introdotto in un organismo vivente, di modificarne una
o più funzioni”. Il discorso, in senso più ampio, coinvolge
la stessa medicina, se debba limitarsi a combattere la
malattia o se non debba occuparsi anche della salute.
L’integrazione alimentare va in quest’ultimo senso.
REALTÀ DEL GRUP
16 | Realtà del gruppo Health Italia
MY DIGITAL
HEALTH:la Telemedicina
App
A PORTATA DI CLIC!
Silvia Fiorini, AD di Health Point:
“un innovativo strumento tecnologico per garantire
una totale e immediata assistenza sanitaria”
PO HEALTH ITALIA
healthonline.it | 17
Dott.ssa Silvia Fiorini
AD di Health Point SpA
LatelemedicinaèentrataapienotitolonelSistemaSanitario
Nazionale. Tale ingresso è avvenuto lo scorso dicembre,
con la firma del Ministro della Salute alla Conferenza Stato-
Regioni sulle Linee guida nazionali per la Telemedicina.
Una data significativa con la quale è stato ufficializzato che
le erogazioni delle prestazioni sanitarie a distanza sono
riconosciute, tariffate, soggette a ticket - laddove richiesto
- come le visite e le consultazioni in presenza. Il documento
predisposto dal Ministro della Salute traccia così le linee
guida con le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di
prestazioni in Telemedicina”, sperimentate a macchia di
leopardo in alcune regioni del territorio.
Il processo di trasformazione della Sanità verso un sistema
diserviziemodelliorganizzativisupportatidallatecnologia,
già in atto da tempo, è stato accelerato dall’emergenza
Covid-19. Grazie all’approvazione delle Linee guida per
l’erogazione delle prestazioni in Telemedicina, si conferma
che le tecnologie digitali per la salute offrono quindi la
possibilità di superare i modelli di medicina basata sulla
presenza del paziente con un nuovo modello, nel quale la
distanzaelanecessitàdidistanziamentononrappresentano
una barriera, ma una opportunità per utilizzare in modo
più efficiente il tempo e ridurre i rischi dello spostamento.
In questo processo di trasformazione, Health Italia
attraverso la sua controllata Health Point, da sempre
in prima linea con la piattaforma dedicata ai servizi di
telemedicina,ancheinvirtùdellarecenteregolamentazione
nazionale, rappresenta una realtà innovativa nella
diffusione della cultura della prevenzione e della cura,
attraverso l’utilizzo di dispositivi all’avanguardia in
grado di garantire la salute, il benessere e la sicurezza
delle persone. “Finalmente un altro importante tassello è
stato posto nello sviluppo della Telemedicina in Italia. La
recente Conferenza Stato-Regioni ha sancito infatti l’entrata
ufficiale delle prestazioni in Telemedicina all’interno dei
servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale, approvando
le Linee di indirizzo nazionale per l’erogazione delle stesse:
un risultato fondamentale in termini di consapevolezza
sull’efficienza dei servizi e in termini di regolamentazione
condivisa sul territorio nazionale.
di Nicoletta Mele
18 | Realtà del gruppo Health Italia
Una grande notizia anche per gli obiettivi di Health Point alla luce delle difficoltà sorte
durante il nostro percorso, sempre prontamente affrontate e risolte positivamente, riscontrate
spesso interfacciandoci con i sistemi di regolamentazione su base regionale”, ha commentato
la dottoressa Silvia Fiorini, AD di Health Point.
Durante la pandemia, proprio per limitare il più possibile gli spostamenti e favorire
l’interazione medico-paziente, Health Point ha aperto la piattaforma My Digital Health
(mydigitalhealth.it). “Nessuno avrebbe potuto prevedere l’estensione e la portata dell’effetto
del Covid-19 sulla società - ha aggiunto la dott.ssa Fiorini - Vedere il mondo praticamente
bloccato ha contribuito ad aumentare la consapevolezza che nulla sarà più come prima e
che le tecnologie digitali giocheranno un ruolo fondamentale in tutti i settori, soprattutto
in quello sanitario. In questo contesto, Health Point continuerà sempre ad operare per
affiancare le istituzioni e supportare lo sviluppo di un nuovo modello di gestione delle
relazioni tra medico e paziente che possa essere sempre più snello, veloce ed efficace”.
healthonline.it | 19
Lo scopo di Health Point è quello di raggiungere i pazienti in ogni momento. L’azienda,
leader in Italia nel campo della telemedicina, proprio per rendere i servizi sanitari offerti
molto più accessibili e disponibili on demand, ha lanciato l’App My Digital Health, con
la quale è possibile prenotare ed effettuare direttamente dallo smartphone una
televisita o un consulto telefonico con lo specialista, in modo semplice, veloce e smart.
L’App è un ulteriore strumento di supporto per la salute dei pazienti che conferma lo spirito
pionieristico di Health Point nel proporre soluzioni tecnologiche in ambito sanitario.
20 | Realtà del gruppo Health Italia
“L’obiettivo dello sviluppo di un’app
intuitiva e facile da utilizzare - ha spiegato
la dottoressa Fiorini - è quello di proporre
agli utenti assistenza sanitaria a 360°,
sfruttando lo strumento fondamentale che
ha da sempre caratterizzato il modello
Health Point: la telemedicina.
Con l’App My Digital Health abbiamo
voluto rendere più veloce e accessibile il
concetto di assistenza sanitaria a distanza:
una vera e propria clinica virtuale in cui
poter effettuare delle visite da remoto
con gli specialisti del network Health
Point tramite il servizio di televisite
multispecialistico, la compilazione di un
questionario anamnestico al fine di fornire
informazioni di base utili agli specialisti;
condividererefertieavereadisposizioneun
archivio sanitario personale, monitorare i
principali parametri fisiologici da remoto,
il tutto nel pieno rispetto delle normative
sulla privacy”.
L’App My Digital Health, scaricabile gratuitamente da App Store e
da Google Play, è infatti il più recente strumento messo in campo da
Health Point nei vari canali a disposizione per la salute e la prevenzione,
in un percorso in continua evoluzione.
Il modello Health Point negli anni è stato sviluppato per essere sempre
di supporto alle necessità sanitarie delle persone grazie al servizio
tradizionale erogato dal Poliambulatorio Specialistico Medical Care e ai
servizidi telemedicina declinabili nei comuni contesti di vita quotidiana,
come ad esempio nelle farmacie e nelle aziende, creando così veri e
propri punti salute.
La tecnologia rappresenta oggi uno strumento fondamentale nella vita
quotidiana, “a maggior ragione nell’ambito della salute. La telemedicina,
alla luce anche di quanto emerso dalla recente conferenza Stato-Regioni,
non va più intesa come una nuova disciplina medica bensì come una
nuova modalità, più efficiente e più rapida, di fare ciò che si è sempre
fatto, sfruttando proprio l’ausilio della tecnologia. Pensiamo ad esempio
alla possibilità di avere accesso allo storico clinico di un paziente e
monitorare costantemente il suo stato di salute: questa possibilità ci
permette di conseguenza di intervenire più velocemente e di offrire
assistenza continua. Tutto ciò si traduce in un sensibile miglioramento
sia della qualità della vita dell’assistito, che si sente più tutelato, sia delle
condizioni di lavoro del personale medico, che accede più facilmente alle
informazioni sanitarie del paziente”, ha detto la dottoressa Fiorini.
Health Point si avvale di un network di professionisti che coprono le
principali aree specialistiche ma è alla continua ricerca di specialisti
per ampliare la rete e garantire sempre di più una totale e completa
assistenza sanitaria.
Per entrare a far parte della famiglia Health Point basta compilare il form
disponibilenellasezione“collaboraconnoi”delsitohealthpointitalia.com
ed inviarlo allegando il curriculum vitae. “La leva principale del modello
Health Point - ha concluso l’AD - è sicuramente la capacità di avere una
visione complessiva ed integrata dei possibili utilizzi della Telemedicina,
nonché la possibilità di una gestione proattiva nell’elaborazione dei
dati a disposizione, per delineare percorsi di benessere virtuosi ed un
servizio più completo. Per fare ciò vogliamo avvalerci di personale medico
d’eccellenza per offrire agli assistiti un servizio importante in termini
qualitativi. Per questo motivo siamo sempre in prima linea per tessere
rapporti professionali con specialisti di tutte le branche mediche.”
“La salute è il nostro patrimonio, un nostro diritto” (Edward Bach).
Health Point: la forza di un gruppo che da sempre opera per
garantire l’accesso alla salute a ogni individuo.
healthonline.it | 21
REALTÀ DEL GRUP
22 | Realtà del gruppo Health Italia
FONDAZIONE
La
Health Italia ONLUS
si racconta: I PROGETTI IN CORSO
E I PROPOSITI PER IL 2021
Intervista al DG di Fondazione Health Italia Onlus,
Michela Dominicis
healthonline.it | 23
PO HEALTH ITALIA
La Fondazione Health Italia Onlus quest’anno ha compiuto
5 anni. Fiore all’occhiello del Gruppo Health Italia, dopo
essersi impegnata in diversi progetti sempre con finalità
socio-assistenziali e solidali, negli ultimi mesi si è focalizzata
su due progetti: la gestione del Museo del Mutuo Soccorso,
con l’obiettivo di salvaguardare un piccolo pezzo di storia
ancora troppo poco conosciuto ma molto importante per il
nostro Paese, e la Banca delle Visite che, ispirandosi al “caffè
sospeso” napoletano, vuole aiutare le persone più in difficoltà
a sostenere visite mediche, grazie alle donazioni di cittadini e
aziende.
Per saperne di più e scoprire come è andato questo anno
particolarmente difficile, abbiamo intervistato Michela
Dominicis, in qualità di Direttore Generale di Fondazione
Health Italia Onlus.
La Fondazione è nata grazie all’iniziativa di Health
Italia, Mutua MBA e Health Assistance. Con quali scopi e
cosa è cambiato in questi anni?
La Fondazione nasce come una conseguenza naturale
dell’attività che queste tre realtà portano avanti in maniera
sinergica e complementare ormai da molti anni.
Health Italia, con la sua rete capillare di promotori
mutualistici, si occupa di informare famiglie e aziende
riguardo i piani sanitari dei propri partner, come Mutua MBA,
prima mutua in Italia per numero di soci, oltre 400.000.
Health Assistance è l’anello di congiunzione operativo,
occupandosi del convenzionamento delle strutture
sanitarie, ad oggi più di 8.000, e dell’assistenza ai Soci
attraverso la Centrale Salute, oltre che della gestione dei
servizi annessi come la Guardia Medica Mutualistica.
Se la Salute è il “primo dovere della Vita”, come crediamo
fermamente, mettere a disposizione il know how aziendale
anche per progetti con finalità sociale e solidale è stata una
evoluzione naturale e fortemente condivisa.
di Mariachiara Manopulo
L’obiettivo della Fondazione, diventata Onlus nel 2019,
è quello di tutelare, promuovere e valorizzare iniziative
legate al mondo del mutuo soccorso, con un fulcro sui
valori della solidarietà e dell’aiuto reciproco.
La Fondazione ha sostenuto sin dall’inizio svariate
iniziative, dalla promozione di attività scientifiche ai
progetti di ricerca, fino alla valorizzazione del patrimonio
culturale collegato alle società di mutuo soccorso e alla
tutela del diritto alla salute.
Banca delle Visite è il vostro progetto solidale per
eccellenza, sempre più conosciuto nel Paese. Siete
soddisfatti dei risultati di quest’anno?
In questi anni abbiamo raccolto donazioni di privati e
aziende, in particolare tramite l’organizzazione di eventi
sul territorio, in collaborazione con gli Amici Sostenitori e
le Filiali che fungono da info-point in tutta Italia.
La solidarietà accomuna tutti, per questo si possono
organizzare eventi di varia natura: abbiamo stretto
delle belle partnership con il mondo dello sport, come
ad esempio la Totti Sporting Club e la Mogliano Rugby,
abbiamo organizzato sfilate di moda, iniziative nei bar
con il ‘caffè sospeso’ e in altri esercizi commerciali.
Quest’anno abbiamo potuto patrocinare l’evento ITACA 20.20
a Formello (RM), un importante punto di incontro tra
istituzioni e società, per il resto abbiamo dovuto rimandare
tutte le attività dal vivo, a causa delle restrizioni per
l’emergenza Covid-19, continuando comunque ad offrire
visite mediche a chi ce ne ha fatto richiesta.
In questo periodo in particolare, l’attività informativa dei
promotori mutualistici di Health Italia è stata quanto mai
preziosa per continuare a diffondere il Progetto.
Vorrei ringraziare chi, in particolar modo, ha organizzato
presentazioni online e ci ha invitato a partecipare per
raccontare il progetto e che ha proposto la donazione online
per il proprio compleanno, tramite ad esempio la relativa
funzionalità su Facebook.
Siamo confidenti che i numeri di quest’anno possano essere
superati nel 2021 grazie anche ad una sempre maggiore
presenza sulle diverse piattaforme online. Tutto ciò ci
consente di entrare in connessione con tante persone anche
senza muoverci da casa, ottimizzando il budget da destinare
alle visite mediche da donare a chi ne ha bisogno, grazie alle
tante condivisioni sui social.
Michela Dominicis
Direttore Generale della
Fondazione Health Italia Onlus
24 | Realtà del gruppo Health Italia
NON PER NOI
M
A
PER GLI ALTR
I
La Banca
delle Visite
L’emergenza Covid-19 non ha mancato anche di sottolineare i punti deboli del Servizio
Sanitario Nazionale, costringendo a rimandare molte visite, accertamenti e interventi.
Come è riuscita Banca delle Visite in questi mesi ad aiutare tante persone?
Un punto forte di Banca delle Visite è sicuramente la presenza capillare sul territorio sia delle
persone che ci aiutano a diffondere il progetto, sia dei SuperDottori e delle SuperCliniche, che
ci sostengono dedicando visite gratuite o proponendo un listino calmierato, e che ci hanno
consentito di continuare ad erogare prestazioni. Anche nei momenti clou dell’emergenza,
abbiamo quindi continuato a ricevere segnalazioni e offrire visite a persone bisognose che
avrebbero dovuto aspettare mesi per riuscire a prenotare tramite Cup.
Da sottolineare anche il prezioso servizio di Telemedicina di Health Point SpA, tramite cui è
possibile prenotare una Televisita o un Consulto Telefonico con specialisti in varie discipline,
che ha consentito in molti casi di avere a disposizione un medico senza muoversi da casa.
NEL CLOU DELL’EMERGENZA COVID-19,
LA BANCA DELLE VISITE È RIUSCITA
A GARANTIRE AIUTO A PERSONE BISOGNOSE
CHE AVREBBERO DOVUTO ASPETTARE MESI
PER RIUSCIRE A PRENOTARE TRAMITE CUP
healthonline.it | 25
Il Museo del Mutuo Soccorso raccoglie la storia delle società di Mutuo Soccorso in Italia,
un patrimonio unico e forse ancora troppo poco conosciuto…
Assolutamente vero, forse tanti di noi sentendo parlare i nostri nonni abbiamo sentito
pronunciare spesso la parola “mutua”, io personalmente lo ricordo, però effettivamente è
uno spaccato sociale oggi poco noto. Il nostro Museo del Mutuo Soccorso, ospitato presso il
Palasalute a Formello (Roma), sede del Gruppo Health Italia, è praticamente unico nel suo
genere, ne esiste solo un altro molto più piccolo, a Pinerolo. La nostra collezione raccoglie più
di 500 reperti e racconta oltre 150 anni di storia, a partire da metà del 1800.
Le società di mutuo soccorso sono nate per necessità, in un momento in cui i lavoratori non
avevanotuteleditiposocio-assistenziale,nonc’eranol’INPS,l’INAILeivariistitutichepoisono
nati nel corso del ‘900: il loro scopo era garantire una copertura sanitaria che supportasse il
lavoratore in caso di infortuni, malattia, necessità di cure mediche, finanche in caso di morte.
Non essendoci a quell’epoca i programmi di welfare e i benefit aziendali che abbiamo oggi,
le società di mutuo soccorso hanno rappresentato di fatto un vero ammortizzatore sociale.
Tutte le spese venivano annotate nei registri e quindi per una famiglia, per un lavoratore, far
parte di una società di mutuo soccorso rappresentava veramente una garanzia di aiuto nel
momento del bisogno.
Di fatto hanno rappresentato anche una vera e propria testimonianza sociale, un prezioso
specchio del mondo dell’epoca, diventando anche un punto di riferimento per i momenti
ricreativi che venivano organizzati, dalle riffe ai balli, alle feste in occasione degli anniversari.
Noi, con il nostro Museo, vogliamo ricordare questo spaccato storico e rappresentare una
testimonianza importante dei valori di solidarietà e aiuto reciproco, così estremamente
attuali ancora oggi.
26 | Realtà del gruppo Health Italia
Che tipo di attività o eventi organizza il Museo?
Il Museo è aperto al pubblico e visitabile gratuitamente su
prenotazione.
Abbiamoospitatoinpassatodellescolaresche,abbiamofatto
dei laboratori, quest’anno purtroppo a causa dell’emergenza
Covid non abbiamo potuto fare grandi eventi in presenza.
Abbiamo comunque partecipato alla Settimana della Cultura
di Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei
d’Impresa fondata da Confindustria e Assolombarda di cui
facciamo parte, e per l’occasione abbiamo organizzato un
evento online in cui abbiamo raccontato un po’ di storia e
curiosità relative appunto al mondo del mutuo soccorso.
L’evento ha avuto un buon riscontro di visualizzazioni e
condivisioni sui social e per questo ci siamo ripromessi
nel 2021 di istituire un calendario di appuntamenti fissi
con cui far conoscere man mano i piccoli grandi tesori
che custodiamo. Speriamo di poter rendere vivo il Museo
ospitando delle iniziative come presentazioni di libri, o altre
attività culturali che ben si sposano con l’ambiente e con il
contesto.
Questoèunmodoperfarvivereilnostromuseoeavvicinare
l’epoca della solidarietà e del mutuo soccorso al contesto
sociale di oggi, in un momento storico in cui di nuovo la
solidarietà, l’aiuto reciproco e la fratellanza possono
rappresentare un’ancora di salvezza per tante persone
che hanno bisogno di un sostegno concreto o anche solo di
percepire che non sono lasciate sole.
Sicuramente la Fondazione rappresenta un valore
aggiunto per tutte le aziende del Gruppo Health Italia...
che ne pensa?
Sì, credo fermamente che la Fondazione sia un fil rouge
che accomuna tutte le realtà del Gruppo (che fra l’altro
contribuiscono costantemente ai nostri progetti solidali,
destinando una parte del loro ricavato) e rappresenta
anche la chiusura di un cerchio che vede armonicamente
unirsi il lato ‘business’ del lavoro, con le ambizioni e la
competitività come è normale che sia, con il lato più umano
che è comunque nell’anima di ogni impresa di successo,
fatto di generosità, fratellanza, aiuto reciproco.
Inoltre, la Fondazione ci consente anche di avvicinarci
a tutte quelle situazioni in cui il mondo del business
healthonline.it | 27
e dell’impresa incontrano i valori sociali e la possibilità di fare del bene, di aiutare, di fare sì
che ci sia un ritorno armonioso tra il mondo profit e il mondo no profit.
La visione della Fondazione è quella di rappresentare un anello di congiunzione tra i
progetti, le ambizioni, le attività di un Gruppo importante con grandi aspirazioni e
allo stesso tempo la voglia di non lasciare nessuno indietro e quindi di portare avanti
dei progetti importanti per sostenere le persone in difficoltà. Aiutare tutti dal punto
di vista della protezione e della assistenza socio-sanitaria con le mutue partner, con la
promozionedellasanitàintegrativa,conleattivitàintelemedicinaetuttiicanalichesistanno
sviluppando tramite anche app digitali e sistemi informatizzati per avvicinarci sempre di
più alle persone, con la produzione di prodotti e servizi legati al mondo del benessere, della
nutraceutica e della cosmeceutica, queste sono tante aree, tante attività che hanno a che fare
con il benessere della persona e con la salute. La cura della salute e la prevenzione sono i
valori fondamentali del Gruppo Health Italia e allo stesso modo il benessere della persona
è lo scopo della Fondazione e di tutti i progetti che portiamo avanti. Si chiude il cerchio, dal
punto di vista solidale, che già il Gruppo con le sue attività porta avanti.
Come poter sostenere la Fondazione?
Si può fare la differenza veramente anche con poco:
•	 si può destinare il 5x1000 nella propria dichiarazione dei redditi inserendo il
C.F. 97855500589 di Fondazione Health Italia Onlus;
•	 si può donare online qualunque importo tramite il sito di Fondazione
fondazionehealthitalia.it oppure sul sito bancadellevisite.it
•	 si può effettuare un bonifico bancario tramite IBAN: IT 67 Q 03069 09606 100000 140646
intestato a Fondazione Health Italia Onlus
•	 si può donare con paypal o carta di credito a donazioni@fondazionehealthitalia.it
È possibile anche acquistare gadget solidali dallo shop di Banca delle Visite
(bancadellevisite.it/shop-solidale/) o realizzare bomboniere solidali e altri ricordi per lieti eventi
e ricorrenze, ogni occasione o commemorazione può dar vita ad un’iniziativa benefica e solidale.
Con l’acquisto dei gadget e le attività di questo genere, si sostiene la Fondazione con tutti i suoi
progetti, in particolare Banca delle Visite.
Per collaborare attivamente è anche possibile segnalare o proporsi come Amici Sostenitori,
Filiali, Super Dottori o Super Cliniche e andare quindi a rafforzare ulteriormente la presenza sul
territorio ampliando le opportunità di rispondere alle richieste di aiuto da ogni parte d’Italia.
Per saperne di più:
fondazionehealthitalia.it
bancadellevisite.it
museomutuosoccorso.it
28 | Realtà del gruppo Health Italia
IN
E
VI
DEN
ZA
30 | In evidenza
healthonline.it | 31
La testimonianza del prof. Giovanni Di Perri
che ha ricevuto la prima dose del vaccino
VACCINO
è di PFIZER-BIONTECH
contro
il Covid-19
Il primo
Si era detto entro l’anno e il 27 dicembre è partita la campagna vaccinale contro il Covid-19.
Il Vaccine Day, giorno scelto dall’Unione Europea, entrerà nella storia come la data simbolo
che ha dato il via alla somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTtech, il primo ad essere
stato autorizzato dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA).
Anche in Italia è partita la somministrazione delle prime dosi del vaccino anti Covid
sviluppato dall’americana Pfizer e dalla tedesca BioNTech. Dallo stabilimento produttivo
di Pfizer in Belgio, il 27 dicembre sono arrivate in Italia le prime 9.750 dosi. Come stabilito
dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore della
Sanità e l’Agenzia Italiana del Farmaco, le prime categorie che hanno ricevuto, gratuitamente
e su base volontaria, il vaccino sono stati gli operatori sanitari e sociosanitari, gli ospiti e i
dipendenti delle residenze assistenziali (Rsa). Tra i primi a sottoporsi alla somministrazione
della prima dose del vaccino anti Covid Pfizer-BioNTech il professor Giovanni Di Perri,
virologo e Direttore della Clinica Universitaria Malattie Infettive Ospedale Amedeo Savoia
- ASL Città di Torino, che alla stampa ha dichiarato: “questo è un giorno importantissimo, in
cui c’è in gioco qualcosa di grosso. Sono stati mesi molto duri, nel frattempo si sono create
le soluzioni e quella di oggi è la prima. Bisogna vaccinarsi e proteggersi per uscire da questo
enorme guaio in cui siamo impantanati”.
di Nicoletta Mele
32 | In evidenza
Prof. Giovanni Di Perri
Virologo e Direttore
della Clinica Universitaria
Malattie Infettive Ospedale
Amedeo Savoia - ASL Città
di Torino
Health Online ha intervistato il prof. Giovanni Di Perri, che ha
raccontato la sua esperienza.
Cosa ha provato il giorno che ha ricevuto il vaccino? Ha avuto
qualche sintomo o malessere?
Ho provato la sensazione di privilegio nell’essermi sottoposto per
primo alla somministrazione del vaccino. La mia età (62 anni) mi
espone a qualche rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 e
quindi sono stato ben lieto di vaccinarmi. Se il mio esempio può
aver convinto i riluttanti ne sono altrettanto felice.
Sono sempre stato bene, d’altra parte ho studiato nei particolari
la composizione del vaccino ed a nessun titolo ero o sono
preoccupato di eventi indesiderati.
È maggiore il rischio di contrarre la malattia o un’eventuale
complicanza da vaccino?
Ma non scherziamo, non basta quel che abbiamo visto fin qui?! È
ovvio che contrarre l’infezione ed ammalarsi di Covid-19 è una
prospettiva ben più probabile e peggiore di quella di sviluppare
improbabili effetti avversi gravi in seguito alla somministrazione
del vaccino.
Intervista realizzata il 29 dicembre 2020
healthonline.it | 33
Il vaccino Pfizer-Biontech mRNA BNT162b2 (Comirnaty) è stato sviluppato in meno di un
anno. A gennaio del 2020, la società tedesca di biotecnologie BioNTech, dopo aver analizzato
le prime informazioni sul virus SARS-CoV-2 scoppiato in Cina, ha iniziato a sviluppare
un vaccino di nuova generazione basato sull’RNA messaggero (mRNA), la molecola che
racchiude le istruzioni per produrre la proteina Spike (S), quella presente sulla superficie
del virus e della quale il virus ha bisogno per entrare nelle cellule bersaglio.
Prof. Di Perri, il tempo per formulare
il vaccino di nuova generazione è stato
troppo breve? La domanda più frequente
è proprio sulla sicurezza del vaccino
Pfizer-BioNTech…
Lafaseinizialedistudio,quellariguardante
l’assetto genetico del Coronavirus era già
quasi pronta, ovvero gli studi precedenti
sui Coronavirus della prima SARS (2003)
e della MERS (2012) avevano già posto
le basi per procedere allo sviluppo del
vaccino in oggetto.
Inoltre, l’evoluzione della tecnologia
vaccinica negli ultimi anni ci aveva già
consegnato questa nuova modalità di
produzione da parte delle nostre stesse
cellule della proteina contro cui sviluppare
l’opportuna risposta immunitaria.
L’embricazione temporale delle tre diverse
fasi di studio, ovvero l’effettuazione delle
tre fasi in sovrapposizione (avvio della
seconda e terza fase quando la precedente
non era ancora ultimata) ha permesso di
accorciare i tempi, considerando l’urgenza
a carattere planetario di disporre il
prima possibile di questo strumento. La
prima fase ha verificato la tollerabilità
e la sicurezza del vaccino, la seconda ne
ha misurato la capacità di indurre una
risposta immunitaria, la terza ha stabilito
il valore protettivo di questa risposta. Gli
ottimi risultati delle analisi preliminari
effettuate in itinere nelle diverse fasi
hanno permesso di anticipare l’inizio delle
fasi successive e quindi di ridurre il tempo
complessivo necessario per lo sviluppo
completo del vaccino. Ma nulla è stato
trascurato.
I vaccini basati sull’Rna, come quello sviluppato da Pfizer-BioNTech, sono considerati
più promettenti rispetto a quelli a virus inattivato?
È presto per trarre bilanci conclusivi di confronto, ma certamente la rapidità di risposta
protettiva dimostrata da questo vaccino nello studio clinico di fase III, che ne ha promosso
la distribuzione, fa ritenere che i meccanismi biosintetici messi in atto da questa particolare
modalità di produrre la proteina di superficie del virus SARS-CoV-2 ed esporla al nostro
sistema immunitario siano molto efficienti.
Cosa succede quando si riceve il vaccino? Alcune delle sue cellule leggeranno le istruzioni
dell’mRna e produrranno temporaneamente la proteina S. In questo modo il suo sistema
immunitario la riconoscerà come estranea, produrrà anticorpi mirati e attiverà linfociti T
per attaccarla. E se la persona vaccinata entrerà in contatto con Sars-CoV-2, le sue difese
immunitarie lo riconosceranno e saranno pronte a proteggere l’organismo. L’mRna del
vaccinononrimanenelcorpo,precisal’Ema,mavienedegradatosubitodopolavaccinazione.
34 | In evidenza
LA DURATA DELLA PROTEZIONE NON È ANCORA
DEFINITA CON CERTEZZA PERCHÉ IL PERIODO
DI OSSERVAZIONE È STATO NECESSARIAMENTE
DI POCHI MESI, MA LE CONOSCENZE SUGLI ALTRI TIPI
DI CORONAVIRUS INDICANO CHE DOVREBBE ESSERE
DI ALMENO 9-12 MESI
“Il frammento di RNA (RNA messaggero, mRNA) che codifica la proteina - ha spiegato Di Perri - viene
letto dalle polimerasi cellulari e tradotto appunto nella proteina; è come inserire per un momento
un nuovo stampo in una catena di montaggio. L’RNA messaggero (lo stampo) viene poi rapidamente
degradato dalle nostre stesse cellule, come fisiologicamente avviene per ogni mRNA”.
L’Agenzia italiana del farmaco ha pubblicato sul proprio sito un documento con le “FAQ” sul vaccino anti
Covid Pfizer-BioNTech. Tra le 25 domande e risposte anche il contenuto del vaccino (fonte: aifa.gov.it).
“Il vaccino in questione è senz’altro il più “leggero”, in termini di contenuto, fra quelli che ho ricevuto
nella mia vita - ha commentato Di Perri - Piccoli frammenti di RNA sintetico, copiato dalla sequenza
nucleotidica del virus, colesterolo, saccarosio, sale e poco altro. Nulla al confronto con vaccini
contenenti le proteine delle uova, l’alluminio…”.
Come riportato nella “Guida alla corretta conservazione, manipolazione e somministrazione di
Comirnaty”, il vaccino deve essere conservato nel congelatore a una temperatura compresa tra ‐90 °C e
‐60 °C. Una volta estratto dal congelatore, il vaccino chiuso può essere conservato prima dell’uso fino a
5 giorni a una temperatura compresa tra 2 e 8 °C, e fino a 2 ore a una temperatura non superiore a 30 °C.
Una volta scongelato, il vaccino non deve essere
ricongelato.
Per quanto riguarda la somministrazione e l’efficacia, il
vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) viene
somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo
della parte superiore del braccio, a distanza di almeno
21 giorni l’una dall’altra. I dati sulla sperimentazione di
fase 3 sono stati pubblicati il 10 dicembre sull’autorevole
rivista New England Journal of Medicine e dimostrano
che due dosi del vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2
(Comirnaty) somministrate a distanza di 3 settimane
l’una dall’altra possono evitare al 95% degli adulti dai
16 anni in poi di sviluppare la malattia COVID-19 con
risultati sostanzialmente omogenei per classi di età,
genere ed etnie. Il 95% di riduzione si riferisce alla
differenza tra i 162 casi che si sono avuti nel gruppo degli
oltre 18mila che hanno ricevuto il placebo e i soli 8 casi
che si sono avuti negli oltre 18mila che hanno ricevuto il
vaccino. La durata della protezione non è ancora definita
con certezza perché il periodo di osservazione è stato
necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli
altri tipi di Coronavirus indicano che dovrebbe essere di
almeno 9-12 mesi.
Prof. Di Perri, lei è in attesa di ricevere la seconda dose.
Al momento non è esente nel contrarre la malattia in
quanto l’efficacia e quindi l’immunizzazione avviene
dopo una settimana dalla seconda dose, è così?
Il maggior livello di protezione lo si acquisisce circa una
settimana dopo la seconda dose, ma se guardiamo al
grafico pubblicato sul New England Journal of Medicine
ben si vede come già dopo il 10° giorno dalla prima
iniezione il gruppo dei vaccinati inizia a far registrare un
netto calo delle infezioni rispetto al gruppo placebo.
Il vaccino, dopo una settimana dalla somministrazione
della seconda dose, protegge dalla malattia. Anche
dalla trasmissibilità?
Sì, certamente, un’infezione che non attecchisce non può
essere trasmessa.
healthonline.it | 35
Sono previsti dei richiami?
Si vedrà, occorre osservare cosa succederà nei prossimi
mesi fra i vaccinati. È possibile che l’effetto del vaccino non
si limiti alla drastica riduzione delle probabilità di infettarsi
ma che comprenda anche una ridotta gravità dell’infezione
in chi, nonostante il vaccino, si è infettato. E questo effetto
di protezione relativa potrebbe durare anche più a lungo
della protezione dall’infezione.
La campagna vaccinale in atto durerà almeno 12 mesi,
periodo necessario per vaccinare il 70% della popolazione,
che rappresenta la soglia minima da raggiungere per
determinare l’immunità di gregge.
Durante questo periodo sarà necessario continuare ad
adottare le misure di contenimento e il rispetto delle
regolequalil’utilizzodellemascherine,ildistanziamento
sociale e la corretta igiene delle mani?
Forse i prossimi 6 mesi saranno i più difficili, perché
il sistema sanitario, già oberato dalla pressione sugli
ospedali e dall’inusuale compito di diagnosticare le
infezioni e tracciare i contatti sul territorio, dovrà anche
occuparsi di organizzare e sviluppare la distribuzione
del vaccino, tanto più rapida quanto efficace. Dovremo
non solo continuare a proteggerci ma cercare anche di
fare meglio di quanto non si sia riusciti a fare finora. In
tal senso il nostro atteggiamento comportamentale dovrà
quasi essere ossessivo nell’evitare i contatti con gli altri.
Ricordiamoci che la principale modalità di trasmissione è
rappresentata dalla condivisione degli stessi ambienti con
chi è infetto; il virus emesso da chi è infetto galleggia in
aria per 20-30 minuti e ci infettiamo semplicemente
respirando. Buona parte delle infezioni vengono
trasmesse dagli asintomatici. Testiamoci frequentemente.
A suo giudizio, il vaccino è l’arma vincente contro il
Covid-19 per uscire da “questo enorme guaio in cui ci
siamo impantanati?” (cit. Di Perri)
Sì, ci speriamo tutti. Altre “armi” potrebbero venirci in
soccorso per curare meglio i malati (antivirali, anticorpi
monoclonali) e rendere meno pesante il timore di
ammalarsi, ma il passo decisivo è senz’altro rappresentato
dalla vaccinazione.
36 | In evidenza
Perché ci sono persone, tra le quali anche suoi colleghi, che non intendono vaccinarsi?
La percezione del disastro che stiamo attraversando non è uguale per tutti, e viene dato
spazio anche a qualche forma di esibizionismo esoterico che i media inseguono oltre la
misura dell’attenzione che meritano, generando un chiasso che non è proporzionale ai
numeri che queste forme di dissenso rappresentano. I più fra questi si convinceranno.
Chi non vuole cambiare opinione è perché non si tratta di opinione ma di una forma di
affiliazione. Verranno salvati da chi ci ha creduto.
healthonline.it | 37
Quindi la scelta di farsi inoculare
oppure no il vaccino deve basarsi sulle
conoscenze e la giusta informazione e
non sul parere, è così?
Certamente, la difficoltà può essere nel
carattere maggiormente sobrio che le
informazioni scientificamente fondate
hanno nel presentarsi, nel divulgarsi agli
altri,rispettoallenotizieprivedisostegno
scientifico. Queste ultime fanno scalpore,
attraggono, vengono notate e ce le fanno
notare in una misura sproporzionata
rispetto al valore del loro contenuto. È
un po’ come la differenza nel riportare un
avviso di garanzia oppure l’assoluzione
dell’indagato. Meno spettacolare, meno
invitante è il messaggio scientifico
rispetto all’attrazione del contrario.
Perché la notizia scientifica è ancora
“confezionata” secondo il ristretto
numero delle persone a cui in primis è
destinata. E forse questo è un errore che
dovrà essere corretto.
Per concludere, qual è il suo messaggio?
Non c’è al momento una soluzione alternativa. Il fenomeno lasciato a se stesso abbiamo visto
cosa è in grado di determinare. Ci viene chiesto di salvarci ed al momento l’unica soluzione
che appare caratterizzata da una certa credibilità, documentata secondo il miglior metodo
scientifico, è il vaccino. Vacciniamoci quindi, tutti. Non c’è un piano B.
INNOVAZIONE
38 |
REALTÀ
AUMENTATA
al servizio
La
della SALUTE
Innovazione e tecnologia
Intervista a Filippo Piatti, CEO di Artiness,
start up del dipartimento di elettronica, informazione
e bio ingegneria del politecnico di Milano, che crea
organi umani in 3D
healthonline.it | 39
E TECNOLOGIA
Avete mai sentito parlare di “Digital twin”? In italiano
sono i “gemelli virtuali”, e nel settore medicale sono
nostri duplicati perfetti, repliche in 3D degli organi del
nostro corpo. Un mercato in fortissima espansione, spinto
anche dalla pandemia, grazie al quale è possibile testare
velocemente cure e prodotti prima che vengano applicati
ai pazienti.
In Italia un esempio di eccellenza in questo campo è
rappresentato da Artiness, una innovativa start up del
Dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria
del Politecnico di Milano, che ha ideato una nuova
tecnologia per creare organi umani in 3D tramite
algoritmi e modelli proprietari. L’obiettivo? Aiutare i
medici ad esaminare l’anatomia del paziente grazie ad una
piattaforma olografica 3D efficace, affidabile e intuitiva,
e migliorare così i risultati clinici durante le operazioni
chirurgiche.
Per saperne di più, abbiamo intervistato Filippo Piatti,
CEO di Artiness.
di Mariachiara Manopulo
Come è nata Artiness e di cosa si occupa?
Artiness è nata come spin-off del Dipartimento di Elettronica
Informazione e Bioingegneria di Politecnico di Milano nel
marzo 2018, co-fondata da Filippo Piatti, Omar Pappalardo,
Giovanni Rossini – dottori di ricerca in Bioingegneria – e dai
Prof. Alberto Redaelli ed Emiliano Votta.
Artiness si occupa di sviluppare soluzioni software di
modellazione 3D a partire da immagini medicali acquisite
sul paziente per poter “virtualizzare” il corpo umano
e l’organo di interesse in una fase pre-operatoria. La
virtualizzazione del paziente viene poi “tradotta” grazie
a tecnologie di realtà aumentata in modelli olografici
realmente 3D e navigabili a 360°.
Come funziona la tecnologia che avete sviluppato?
La tecnologia sviluppata, e che rappresenta il cuore di
Artiness, è costituita da algoritmi e software proprietari
che permettono di estrarre informazioni da immagine
medicali quali TAC, Risonanza Magnetica, ecografie, per
ottenere modelli 3D dell’organo di interesse con elevata
accuratezza.
Vengono infatti ricostruiti particolari anatomici con
risoluzione millimetrica, ovvero senza perdere dettagli
rispetto ai dati medicali di partenza; questo è garantito
dalla efficienza degli algoritmi sviluppati, che preservano
la qualità del dato di partenza, e dalla possibilità di unire e
fondere insieme diverse tipologie di dati per accrescere il
contenuto di informazioni a disposizione.
40 | Innovazione e tecnologia
Il team di Artiness
Qual è l’obiettivo del progetto?
L’obiettivo principale del progetto è quello
di fornire al chirurgo uno strumento di
pianificazione dell’intervento e di esecuzione in
sala operatoria, in grado di rendere il chirurgo
più consapevole nella gestione della terapia,
minimizzare l’insorgenza di complicazioni e
migliorare gli outcome sul paziente.
Artiness vuole diventare la nuova tecnologia
della sala operatoria, fornendo al paziente del
futuro il miglior trattamento possibile grazie al
supporto “olografico” 3D fornito al chirurgo.
Quali sono i punti di forza?
I principali punti di forza sono rappresentati
dall’unicità degli algoritmi e della piattaforma
software sviluppata: la virtualizzazione del
paziente risulta essere di altissima qualità,
accurata e anatomicamente completa.
Attualmente, in particolare, la tecnologia
è matura e applicabile in ambito cardiaco-
cardiochirurgico, ma trova un punto di forza
ulteriore nella possibilità di essere applicata
in altri settori e ambiti clinici, quali la gastro-
enterologia, l’oncologia e la neurologia.
Dove viene utilizzata attualmente la vostra tecnologia? Ci sono delle strutture in particolare?
La tecnologia Artiness è attualmente in fase di sperimentazione presso alcune strutture cliniche di
riferimento a livello italiano ed europeo; tra queste, IRCCS Policlinico San Donato, IRCCS Ospedale San
Raffaele, l’Istituto Europeo di Oncologia, IRCCS Centro Cardiologico Monzino.
Queste sono strutture estremamente attive in ambito di innovazione tecnologica e permettono quindi
di sperimentare gli strumenti, ottenendo risultati clinici divulgabili su riviste scientifiche di spessore
internazionale.
healthonline.it | 41
In primavera avete vinto Action per 5G, il bando di Vodafone dedicato a startup, PMI
e imprese sociali che vogliono contribuire con le loro idee innovative allo sviluppo
del 5G in Italia, recentemente anche l’edizione italiana dell’Open Innovation Contest,
organizzato da NTT Data e lei è stato inserito da nella classifica degli startupper più
influenti del 2020 da BizPlace. Quali sono i prossimi step? A cosa punta Artiness?
Il 2020 è stato un anno molto complesso, principalmente a causa della emergenza da
pandemia COVID-19, ma paradossalmente estremamente positivo per il nostro progetto.
Abbiamo raggiunto moltissimi traguardi, ma soprattutto, abbiamo visto crescere in modo
significativo l’interesse, l’attenzione e la voglia di innovazione nel nostro Paese e nel settore
medicale; quindi, vogliamo che il 2021 sia una prova di questa crescita e che possa portarci
ancor più vicini alle esigenze dei nostri clienti e utilizzatori finali.
Per questo, i nostri prossimi step sono innanzitutto di certificazione della piattaforma che
stiamo sviluppando come Dispositivo Medicale, così da poter immettere ufficialmente
sul mercato il nostro primo prodotto; questo dovrà essere accompagnato da ulteriore
sperimentazione clinica, quindi intensificheremo le attività presso gli ospedali per validare e
testare le nostre tecnologie; in ultimo, cresceremo come team, integrando nuove competenze
e risorse, per poter affrontare il mercato e portare la nostra tecnologia e i nostri prodotti
sempre con un elevato livello di qualità e affidabilità.
In che modo, secondo lei, il 5G potrà
influire sul settore sanitario? Cosa ci
possiamo aspettare nei prossimi anni?
Sicuramente il 5G abiliterà diversi ambiti di
innovazione nel settore sanitario: in primis,
l’uso di strumenti di machine learning e big
data.Miimmaginoquindiunaevoluzioneverso
sistemidianalisidilaboratorio,cartellecliniche,
monitoraggio in corsia e ambulatoriale in real-
time con interconnessioni su base regionale e
nazionale.
Inoltre,lavelocitàesoprattuttolasicurezza
del 5G permetteranno di innovare le
infrastrutture IT ospedaliere, integrando
soluzioni di remotizzazione dei servizi
quali teleradiologia e telemedicina.
In ultimo, permetterà di integrare
soluzioni innovative di accesso remoto in
modo capillare sul territorio nazionale,
permettendo all’ospedale di diventare un
centro di connessione e comunicazione
verso l’esterno e abbandonando lo status
quo di centri specializzati ma isolati.
Con la pandemia sempre di più si sente
parlare di sanità digitale e telemedicina.
Ma il nostro Paese è pronto a fare un
investimento in tal senso?
A parer mio, bisogna prima definire cosa si
intende per essere “pronti”. Nessun paese
puòdefinirsi“pronto”perimplementaresu
larga scala una rivoluzione tecnologica di
questo tipo; presuppone una infrastruttura
di rete ad elevate performance, processi
interni agli ospedali ben validati,
predisposizione dei professionisti e, più
importante, la consapevolezza del beneficio
clinico di questi strumenti per il paziente.
Non si può avere tutto, né tutto insieme;
la cosa importante è l’intenzione di
lavorare su queste tematiche e l’interesse
degli “stakeholders” nei confronti
dell’innovazione digitale e “tele/remota”:
questo aspetto più culturale esiste in Italia e
sta crescendo notevolmente, promettendo
quindi una evoluzione importante per i
prossimi anni.
42 | Innovazione e tecnologia
ABBIAMO LA RISPOSTA PRONTA
Health Assistance fornisce le soluzioni più qualificate in ambito di salute integrativa, servizi sociali e
assistenza sanitaria, per privati e aziende. Siamo un Service Provider indipendente sul mercato
dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, nel comparto
del Welfare Aziendale e privato. Per offrirti il meglio, abbiamo stipulato accordi e convenzioni con
le più accreditate Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di
Assicurazione, nonché Cooperative, Società di Servizi, strutture sanitarie e liberi professionisti.
Per i servizi sanitari e socio assistenziali,
anche domiciliari:
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c/o Palasalute
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intendano candidarsi al convenzionamento
Ufficio Convenzioni: 06.9019801 (Tasto 2)
email: network@healthassistance.it
www.healthassistance.it
44 | Lo specialista risponde
Intervista all’Endocrinologo Gianluca Bartolomei
Un FITWALKER
per DIABETICO,
in Italia
si fa spazio
la
CAMMINATA VELOCE
DI GRUPPO
LO SPECIALISTA
RISPONDE
healthonline.it | 45
Muoversi fa bene, sempre. Si chiama fitwalking e
rappresenta l’ultima pratica frontiera della lotta al diabete
sempre più diffusa in Italia, soprattutto in grandi città come
Milano, Roma, Bologna, Torino, Bari, e da poco approdata
anche nelle Marche e in Calabria. La finalità di questa
nuova pratica sportiva, che consiste in una camminata
potenziata che chiama a raccolta diversi muscoli del corpo
umano, è di abituare i pazienti diabetici a un movimento
costante, rapido e, perché no, a contatto con il paesaggio.
La parola chiave è “armonia” e di fatto di questo si tratta.
Il fitwalking assicura al corpo precisi benefici come la
riduzione della massa grassa, soprattutto quella più
pericolosa che si accumula sull’addome, l’aumento della
sensibilità all’insulina, la riduzione della pressione
arteriosa, dell’emoglobina glicata, del colesterolo cattivo
LDL, dei trigliceridi. “I risultati complessivi di questi effetti
– garantisce Gianluca Bartolomei, Medico specializzando
in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso la
UOC Diabetologia di Siena – sono una riduzione della
mortalità per cause cardiovascolari e il calo della mortalità
in generale.
di Alessandro Notarnicola
Dott. Gianluca Bartolomei
Medico specializzando
in Endocrinologia e Malattie
del Metabolismo presso
la UOC Diabetologia di Siena
46 | Lo specialista risponde
Dottore, quanto è importante il movimento fisico se
parliamo di diabete?
Tutti, inclusi i diabetici, traggono beneficio dall’essere
fisicamente attivi: diversi studi dimostrano infatti come
l’esercizio fisico continuativo sia associato alla riduzione
della mortalità cardiovascolare e generale. Regolare
attività motoria, quindi, viene raccomandata, con le dovute
specifiche, a tutti i pazienti diabetici indipendentemente
dalla tipologia di malattia (diabete mellito tipo 1, tipo 2
o diabete gestazionale). Nei pazienti affetti da diabete
mellito tipo 2 vengono raccomandati 150 minuti a
settimana di attività sportiva moderata/intensa o,
in alternativa, 75 minuti a settimana di esercizio
vigoroso: la pratica deve essere almeno trisettimanale e
non ci devono essere due giorni consecutivi di inattività.
Parimenti, alle donne con diabete gestazionale è consigliato
esercizio prevalentemente aerobico della durata di 20 o
30 minuti da praticarsi il più frequente possibile, anche
quotidianamente. Anche nei pazienti con diabete mellito 1
si consiglia l’esercizio ginnico. Dal momento che in questi
pazienti la risposta glicemica all’esercizio è variabile
(ipoglicemie durante e dopo l’esercizio, ipoglicemie tardive
prevalentemente notturne, iperglicemie paradosse) sono
richiesti differenti tipi di aggiustamento insulinico e
integrazione con carboidrati: si sfrutta la tecnica “Trial to
error” che adatta sartorialmente lo schema di terapia al
singolo sulla base delle precedenti esperienze.
Da questo presupposto si sta sviluppando sempre di
più l’idea di un corso destinato a persone diabetiche
per creare la figura del paziente esperto in fitwalking.
Ritiene possa essere efficace?
Assolutamente.Sièosservatocomeunadeguatocounseling
sia necessario per l’efficacia a lungo termine. Importante è
anche il supporto di trainers appositamente formati. Vista
la non semplice gestione dell’attività motoria nei pazienti
con diabete mellito 1 sono utili programmi di attività
praticata in gruppo: la figura di un “fitwalker”, all’interno
del gruppo potrebbe aiutare a migliorare le conoscenze e
aumentare la consapevolezza anche degli altri pazienti.
In che modo potrebbe essere contrastato il diabete?
L’esercizio esplica in molti versi un ruolo positivo nel contrastare il diabete: migliora il
controllo glicemico, favorisce il mantenimento di un peso corporeo ottimale, riduce il
rischio cardiovascolare, contrasta l’epatosteatosi e l’osteoporosi senile e postmenopasuale,
miglioralaqualitàdivitapercepitaeottimizzailrapportocosto/beneficiodellaterapia.Nelle
donne affette da diabete gestazionale l’esercizio migliora il compenso e limita l’eccessivo
incremento ponderale materno e la macrosomia fetale. Praticare sport inoltre, nei pazienti
affetti da diabete mellito 1 affina la capacità di autocontrollo contribuendo nel cronico ad
una migliore gestione del diabete.
healthonline.it | 47
Quali fasce anagrafiche sono interessate
maggiormente dal diabete e per quale
ragione?
Il diabete mellito è una malattia metabolica
complessa caratterizzata da elevati livelli
ematici di glucosio. Esistono vari sottotipi
didiabeteasecondadellacausascatenante:
il Diabete Mellito di tipo 1 è il risultato di
una distruzione immunomediata delle
βcellule pancreatiche producenti insulina
mentre gli altri tipi di diabete sono legati
a resistenza all’insulina e/o a deficit
insulinico. Il Diabete Mellito 1 rappresenta
il 5% di tutte le forme di diabete, il Diabete
Mellito 2 il 90% e tutte le altre forme di
diabete rappresentano il restante 5%. La
prevalenza di diabete è raddoppiata negli
ultimi 30 anni: questo è da associarsi
all’aumento di incidenza di obesità e
all’invecchiamento della popolazione. Più
del 50% dei pazienti con diabete ha un’età
maggiore di 65 anni mentre solo il 4% dei
pazienti ha età inferiore ai 35 anni. Obesità
e sedentarietà sono rilevanti fattori di
rischio. Tra i 45-64enni la percentuale di
persone obese che soffrono di diabete è al
28,9%pergliuominieal32,8%perledonne
(per i non diabetici rispettivamente 13,0%
e 9,5%). Nella stessa classe di età il 47,5%
degli uomini e il 64,2% delle donne con
diabete non praticano alcuna attività fisica.
Quali fasce anagrafiche sono più propense a combattere l’aumento di zuccheri
praticando attività motoria?
Una recente indagine del GAF “Diabete e attività fisica” ha evidenziato come circa il 90 %
dei pazienti con diabete mellito 2 ritenga possibile migliorare la propria salute con l’attività
fisica. Tuttavia solo il 26,5% dei pazienti diabetici pratica sport. Le barriere percepite sono il
senso di inadeguatezza fisica, la mancanza di tempo e la pigrizia. Sono i pazienti di giovane
età quelli più propensi a praticare attività fisica: sono positivamente correlati all’esercizio
motorio un livello culturale elevato, l’assenza di barriere motivazionali, un buon grado di
salute percepita e di prestazioni attese.
48 | Benessere
Lo SPORT
lockdown
ai tempi del
Le palestre “riprogrammano” la ripartenza
La parola all’atleta Andrea Carpi
BENESSERE
healthonline.it | 49
50 | Benessere
Riprogrammare le proprie abitudini e ripensare alla
quotidianità in chiave restrittiva in vista di una prossima
ripartenza. Nel corso di questi mesi di vera emergenza e, in
modo specifico,in pieno lockdown, gli italiani hanno dovuto
fronteggiare una situazione di crisi sanitaria inedita e del
tutto fluida in cui cultura, sport, scuola, economia hanno
subìto un fermo perentorio per poi ripartire gradualmente
e a singhiozzi. Tra i settori maggiormente resilienti c’è lo
sport:gliimpiantisonochiusi,gliallenamentisospesietutte
le manifestazioni e competizioni sportive rinviate a data da
destinarsi. Tuttavia, la parola chiave è “riprogrammare”:
stando a un’indagine svolta da “Sport e Salute”, in
collaborazione con SWG, il 61% delle organizzazioni
sportive afferma di aver ripensato la propria attività e il
39% ha adottato nuovi strumenti comunicativi oltre che
ulteriori strumenti di lavoro. Del resto è stata proprio
l’attività motoria fai da te o a distanza a distrarre gli italiani
costretti entro le mura domestiche perché orfani di affetti,
lavori e delle abitudini serali di svago.
Web conference, workout in diretta sui social, allenamenti
tra coinquilini, riscaldamento improvvisato sul momento
e carta e penna, per riorganizzare la ripartenza. È
maggioritaria la quota di italiani che ha comunicato
di essersi mantenuta attiva durante il lockdown, con
l’obiettivo di trarne beneficio sia mentale (58%) che fisico
(58%). Inoltre, è sempre la maggioranza degli intervistati
ad affermare l’importanza di tenersi attivi in pieno fermo
nazionalecosìcomeadichiararediavercoltol’occasioneper
trovare nuove modalità di movimento. In più, solo un terzo
del campione afferma di essere stato più attivo durante il
lockdown che in tempi ordinari (37%). In questo contesto
Andrea Carpi, atleta riminese di 33 anni e fondatore della
“PalestraPride”, si è reinventato – nonostante le evidenti e
impreviste difficoltà – per poter dare la possibilità ai suoi
clienti di proseguire ad allenare il proprio corpo, restrizioni
e pandemia a parte. Preparatore ed educatore alimentare,
per Carpi l’attività motoria è tutto. Cresciuto in una palestra
e esperto in arti marziali sin da adolescente, è vincitore del
titolo italiano ADCC e in pieno lockdown si è aggiudicato il
titolo di Campione del Nord Italia.
Andrea Carpi
Atleta, vincitore del titolo
italiano ADCC e fondatore
della “PalestraPride”
di Alessandro Notarnicola
healthonline.it | 51
Andrea Carpi, lei è la dimostrazione che con tenacia i risultati possono essere raggiunti
anche se l’attuale contesto non lo consente...
La crisi sanitaria richiama tutti a essere più prudenti per la tutela della saluta pubblica
ma certo non ci induce a un ‘lockdown’ della nostra quotidianità. Quando, nel dicembre
2019, i media affrontavano timidamente la notizia di un virus originato in Cina ero poco
consapevole di quello che di lì a pochi mesi avremmo dovuto affrontare. Gradualmente tutte
le attività hanno subito uno stop, centri sportivi, impianti e palestre hanno chiuso le porte
rinviando tutti a una futura, seppur non definita, riapertura. Come preparatore atletico da
subito ho cercato di cogliere le opportunità di questa nuova condizione anche se non sono
tra coloro che hanno promosso allenamenti ‘fai-da-te’. Lo sport è fondamentale sia dal punto
di vista psicologico che fisico se fatto bene e se seguito da professionisti qualificati. Non è
così scontato proporre lezioni online con bottigliette d’acqua ed elastici.
È MAGGIORITARIA LA QUOTA
DI ITALIANI CHE HA COMUNICATO
DI ESSERSI MANTENUTA ATTIVA
DURANTE IL LOCKDOWN, CON
L’OBIETTIVO DI TRARNE BENEFICIO
SIA MENTALE CHE FISICO
Non solo casa, però. In molti hanno
riscoperto l’attività motoria all’aperto,
in spiaggia, nei parchi cittadini. Come
è cambiato il rapporto sport-natura in
quest’ultimo anno?
Penso che tutti abbiano tratto particolari
benefici da questi mesi di chiusura
e di fermo generale. Nel corso della
primavera tutti ci siamo reinventati e
tutti hanno investito in attività alle volte
trascurate. Tra queste c’è anche lo sport.
Curare la propria forma fisica in un
momento che ci induce alla sedentarietà
è essenziale. Potersi allenare all’aperto, a
contatto con la natura, è invece un valore
aggiunto non trascurabile soprattutto se
in riferimento ai contesti metropolitani
in cui è sempre più difficile poter godere
del verde pubblico.
Crisi sanitaria e conseguente emergenza
economica. Sono tante le difficoltà
affrontate anche dai gestori delle
palestre. Ad esempio?
Il periodo ha rappresentato una grande
sfida per le organizzazioni sportive. La metà
delle realtà del settore si è sentito pronto
ad affrontarlo. Ci manca il sostegno che è
stato più volte promesso e garantito. Non
sono poche le volte in cui noi gestori delle
palestre e dei centri sportivi ci sentiamo
figli di un Dio minore. I ristori governativi
non li abbiamo ricevuti ma mensilmente
dobbiamo far fronte al pagamento delle
utenze, dei canoni di locazione degli
immobili che gestiamo e in tutto questo
dobbiamo rispondere alle richieste dei
nostri abbonati che non hanno potuto
usufruire del servizio per cui hanno pagato.
52 | Benessere
Che valenza ricopre lo sport e qual è il suo ruolo in un momento difficile come l’attuale?
Non c’è benessere senza sport e non c’è crescita personale senza socializzazione. Lo
sport rappresenta una palestra di vita per tutte le fasce di età e a maggior ragione per i
nostri figli, a cui è stato chiesto un sacrificio enorme: rinunciare alla propria quotidianità.
Lo sport, così come la didattica in presenza, sono venuti a mancare da subito e i nostri
ragazzi hanno dovuto rinunciare a buona parte delle loro giornate.
Con l’avvio della stagione estiva le palestre si sono dotate di nuovi servizi e buona parte
dei gestori hanno garantito ai propri abbonati una prosecuzione delle attività all’aperto
rispettando le distanze previste dalle norme attualmente in vigore e tutte le misure
atte ad arginare la diffusione del virus. Svolgo attività motoria sin da adolescente,
l’esercizio fisico è una costante nella mia vita e oggi poterlo promuovere, divulgando la
sua importanza, è fondamentale al fine di creare un nuovo tipo di cultura del movimento
che dovrebbe entrare in tutte le case e che dovrebbe essere maggiormente incentivata
a livello governativo.
52 | Benessere
healthonline.it | 53
SIMPLY AHEAD
Il mondo è in piena
trasformazione digitale
H-Digital è il partner giusto per chi vuole
distinguersi e dare visibilità al proprio business
perché è in grado di garantire ai propri clienti la realizzazione
di progetti “end to end” e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche
adatte alle singole esigenze e dimensioni di impresa,
con un time to market ridotto e una ottimizzazione
dei costi di realizzazione.
H-Digital è un interlocutore unico con cui generare valore,
l’alleato ideale per conquistare rapidamente visibilità
e generare interesse sul mercato digitale.
54 | Benessere
SMART WORKING:
dai rapporti con i colleghi agli orari,
come LAPANDEMIAHACAMBIATO
IL MONDO DEL LAVORO
BENESSERE
healthonline.it | 55
56 | Benessere
Maura Pistella
La condizione di emergenza nazionale dovuta alla
pandemia di Covid-19 sta avendo un grande impatto
sulla salute psicologica di tutta la popolazione e ad oggi
il contenimento della diffusione del virus non è ancora
definitivamente risolto.
Questo stato di “attenzione”, ci ha reso più consapevoli
dell’importanza della nostra salute.
Se da un lato la letteratura scientifica ha osservato vissuti di
stress, paura e ansia elevati durante la pandemia, dall’altro
la natura dell’uomo spinge ad un adattamento funzionale,
attraverso la “Resilienza”, che è la nostra capacità di
reagire proattivamente agli stimoli negativi generati dalle
quotidiane situazioni avverse.
IlCenterforDiseasControlandPrevention2020evidenziacome
la reazione allo stress di una persona può variare nel tempo,
a seconda delle circostanze, e tali differenze possono essere
influenzate dalle esperienze, dalla personalità e dal proprio
contesto sociale. Nell’attuale stato di emergenza viviamo
una condizione unica e sappiamo che le cose non torneranno
come prima, almeno non a breve. Tutti noi oggi dobbiamo
essere flessibili per adattarci a circostanze che cambiano
velocemente, tollerando un certo grado di incertezza.
La comprensione dell’evento aiuta a gestirlo in termini di
strategie costruttive che possono aiutarci a fronteggiarlo.
Sarà proprio questa elaborazione che ci permetterà di
trovare il significato a questo momento della nostra vita.
Le ricerche scientifiche indicano quale strumento per
affrontare al meglio la pandemia e riacquistare lo stato di
benessere il saper trovare un aspetto positivo nel problema
reale e sapersi adattare con flessibilità alle situazioni
proposte, la stessa che ha cambiato il nostro lavoro,
facendoci rimanere in casa in modalità “smart working”,
permettendoci di ridurre i rischi di contagio e facendoci
sentire al “sicuro”.
Lavorare da casa frequentemente significa immergersi
totalmente nelle proprie attività, perdendo la
cognizione del tempo e del contesto in cui ci si trova.
Spesso il pc, il tablet o lo smartphone, con cui si opera,
rimangono perennemente accesi, da quando ci si sveglia a
quando si va a dormire la sera, generando dei seri problemi
correlati all’“ansia” rispetto ai risultati lavorativi ottenuti e
alle eventuali richieste in arrivo.
di Maura Pistella - Psicologa del lavoro*
healthonline.it | 57
L’esposizione prolungata dei lavoratori a fattori “stressogeni” può rappresentare fonte di
rischio per la salute degli individui, siano essi di tipo psicologico, quali ansia, depressione, sia
prettamentefisici,qualiemicranie,dolorimuscolari,abbassamentodelledifeseimmunitarie,
con conseguenze anche sulla riduzione dell’efficienza lavorativa, sia essa in presenza o
da remoto. In alcuni casi si potrebbe facilmente rilevare una sindrome da Workaholism, si
tratta di una sindrome camaleontica, che si mimetizza con facilità, in quanto, da parte del
lavoratore si instaura una vera dipendenza da lavoro, rilevandosi una risorsa umana molto
produttiva. Bisogna quindi fare attenzione nel lavorare da casa, in solitudine, per evitare il
generare di una sorta di disorientamento e affaticamento mentale.
*Psicologa clinica, specializzata in psicologia del Lavoro e sviluppo risorse umane, Consulente sessuale iscritta
alla Federazione Italiana Sessuologia Scientifica (FISS). Dal 2020 Responsabile dello Sportello di ascolto presso
Health Italia e docente progetti formativi Welfare aziendale Health Italia.
Per poter diminuire i rischi di stress ci
sono alcuni semplici accorgimenti, come
definire i ritmi di continuità lavorativa
e stabilire delle pause programmate,
creando un ciclo lavorativo come in ufficio.
È consigliabile utilizzare le pause per
svolgere brevi attività pratiche che non
impegnino la componente intellettiva,
meglio sarebbe poter fare degli esercizi
fisici per contrastare la sedentarietà.
Lavorando davanti a uno schermo è
bene anche defaticare periodicamente
la vista. Queste abitudini aiutano al
mantenimento della concentrazione e
prevengono cefalee da tensione che spesso
si associano ad un’attenzione protratta.
Occorre pensare anche alle relazioni, ad
oggi vissute in modo frustrante in un clima
di sospetto e di evitamento dovuto alla
paura di contagio, nonché alle normative
che ci obbligano a ridurre i contatti sociali,
creando un mondo relazionale sempre
più virtuale. Il lockdown ha esposto
tutti agli stessi rischi e pericoli dando
modo ad ognuno di noi di sperimentare
la condivisione di solidarietà e sostegno
reciproco. Il tutto richiede anche una
particolare attenzione da parte delle
aziende, che possono attivare sportelli di
ascolto psicologico e strumenti di welfare.
Dobbiamo tornare ad abitare le relazioni in
ufficio prendendoci cura dei colleghi, degli
spazi, delle attività di lavoro in un concetto
di collaborazione e innovazione.
PARLIAMO DI ...viol
VIOLENZA
DONNE
58 | Parliamo di...violenza sulle donne
La disperazione tra le
ai tempi
del Covid-19
la
sulle
mura domestiche:
olenza sulle donne
healthonline.it | 59
Minacce, stupri, offese, umiliazioni, stalking, omicidio. Sono
letante,diverseeorribilifaccedellaviolenzacontroledonne.
Si tratta di un fenomeno sempre troppo attuale che
purtroppo non accenna a diminuire. Nel mondo ne è vittima
una donna su tre, mentre in Italia, secondo i dati Istat, il
31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita
una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Il Rapporto
Istat 2018 sulle vittime di omicidi certifica che il 54,9%
degli omicidi di donne sono commessi da un partner o ex
partner, il 24,8% da parenti, nell’1,5% dei casi da un’altra
persona che la vittima conosceva (amici, colleghi, ecc.).
Oltre che un gesto ignobile e una violazione dei diritti
umani, la violenza contro le donne rappresenta anche
un grave problema di salute pubblica. Sono tantissime e
devastanti le conseguenze, anche a lungo termine, sulla
salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della donna
che subisce una violenza.
Certo, ci sono i lividi, le fratture. I rischi di una gravidanza
non voluta, di una qualche malattia come l’AIDS. Ma ci sono
tante altre conseguenze, gravissime, molto meno visibili.
L’isolamento, il completo abbandono di se stesse, della
propria salute, dei figli, del lavoro. Gli attacchi d’ansia, la
depressione. Spesso si entra nel tunnel dell’alcol, dei troppi
farmaci, della droga, per non pensare, per dimenticare.
Per non parlare delle conseguenze su eventuali bambini
testimoni delle violenze, traumatizzati e segnati dal senso di
colpa per non essere riusciti a proteggere la propria mamma.
di Mariachiara Manopulo
60 | Parliamo di...Covid-19
Spesso, paradossalmente, le vittime devono subire anche i pregiudizi negativi, che le
colpevolizzano e spesso quasi giustificano gli aggressori. La vittima dello stupro era ubriaca,
o portava un abito succinto. La donna picchiata e vessata probabilmente non è una brava
moglie…e se il marito è un violento perché non lo lascia? Pregiudizi inutili e stupidi che in
tutti questii anni hanno contribuito alla sottovalutazione del fenomeno. Ciò che è spesso
mancato, in realtà, è un vero supporto all’interno della società, che ancora, forse, è dalla
parte delle donne solo a parole.
Purtroppo, con l’avvento della pandemia e tutto ciò che questo ha comportato, le angherie
e le violenze si sono moltiplicate. Essere costretti in casa in questo momento di grande
stress, soprattutto in situazioni di forte disagio sociale, con la perdita del lavoro o problemi
economici, aumenta sicuramente il rischio di violenze. Chissà quanti saranno stati in questi
mesi i bambini testimoni di episodi di violenza, di grida, minacce, insulti, percosse, senza
possibilità di uscire di casa, di scappare.
CHISSÀ QUANTI SARANNO STATI IN QUESTI MESI
I BAMBINI TESTIMONI DI EPISODI DI VIOLENZA,
DI GRIDA, MINACCE, INSULTI, PERCOSSE, SENZA
POSSIBILITÀ DI USCIRE DI CASA, DI SCAPPARE
60 | Parliamo di...violenza sulle donne
Alle donne manca la possibilità di uscire, di chiedere aiuto
nell’unico momento e luogo in cui potrebbero farlo, fuori
di casa. Parimenti, anche il partner è sempre in casa: le
possibilità di chiamare, di sfogarsi, sono davvero ridotte al
minimo.
Anche nei mesi di lockdown, il numero 1522 antiviolenza e
stalking, i centri antiviolenza e le case rifugio sono rimasti
attivi, pur con tutte le difficoltà del caso. E per fortuna:
sono state 5.031 le chiamate al 1522 dal 1 marzo al 16
aprile 2020, il 75% in più rispetto allo stesso periodo del
2019, come indicato sempre dall’Istat e tra marzo e giugno
2020 il numero delle richieste, telefoniche e via chat, è
più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280.
Secondo il VII Rapporto Eures sul “Femminicidio in Italia”,
uno degli aspetti più rilevanti nell’analisi del fenomeno nei
primi 10 mesi del 2020 riguarda proprio la “correlazione
tra convivenza e rischio omicidiario”. Purtroppo, in
questi mesi sono emersi tutti i limiti delle strutture che
dovrebbero prendersi cura delle vittime e offrire supporto,
i centri antiviolenza, i servizi sociali, i tribunali. A causa
della mancanza di finanziamenti, di strumenti inadeguati,
di carenza di personale, spesso poi non ben formato.
Action Aid ha lanciato a novembre la campagna “Call for
Margherita”, per raccogliere fondi e contribuire così ad
offrire una strumentazione migliore per la lotta a questo
terribile fenomeno. Perché Margherita? Lo scorso
agosto, per salvarsi dalle angherie del compagno, una
donna ha chiamato la polizia, fingendo di ordinare una
pizza. L’agente ha compreso la richiesta di aiuto e l’uomo
è stato arrestato. Ma davvero bisogna ricorrere a questi
stratagemmi per essere aiutate? Quante sono le richieste
che non vengono capite? Quante donne non trovano aiuto?
Servono sicuramente strumenti migliori e una rete di
protezione più ampia e capillare.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale, il 25
novembre di ogni anno, dal 1999, si celebra la Giornata
internazionale per l’eliminazione della violenza contro
le donne, istituita dall’Onu in quella data per ricordare
l’omicidio di tre sorelle che avevano lottato contro il regime
dittatoriale della Repubblica Dominicana.
healthonline.it | 61
Nel 2020 UN Woman, l’organizzazione delle Nazioni Unite dedicata all’uguaglianza
di genere e all’emancipazione delle donne, per l’occasione ha promosso la campagna
UNiTE 2020, con il tema “Orange the world: Fund, Respond, Prevent, Collect!” - “Colora
il mondo di arancione: Finanzia, Rispondi, Previeni, Raccogli”, che ha dato inizio a 16
giorni di iniziative conclusasi il 10 dicembre con la Giornata internazionale dei diritti
umani.Sonostatetanteleiniziative,intuttaItaliaenelmondo,percelebrarelagiornata
e sensibilizzare l’opinione pubblica. Dobbiamo però ricordarci, tutti, che il rispetto
delle donne deve essere sacro non solo nel mese di novembre. Sempre, ogni giorno
dell’anno. Ci deve essere un cambio radicale della mentalità, a partire dall’educazione
dei più giovani, a scuola e in famiglia. Qualsiasi forma di violenza e di discriminazione,
ormai, non può e non deve essere più accettata.
A CHI RIVOLGERSI IN CASO DI VIOLENZA
•	 Consultori
•	 Centri antiviolenza
•	 Telefono rosa antiviolenza e anti stalking 1522
•	 App 1522, disponibile su IOS e Android, che consente alle donne di chattare con
le operatrici. È possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti
violenza e anti stalking 1522
•	 App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e
bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le
mura domestiche
•	 Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non
procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire
le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un
percorso di uscita dalla violenza
•	 Farmacie, per avere informazioni se non è possibile contattare subito i Centri
antiviolenza o i Pronto soccorso
•	 Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se si è subita violenza sessuale.
Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00. Si
può accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it
•	 112. Chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare:
•	 in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica;
•	 se si è vittima di violenza psicologica;
•	 se si sta fuggendo con i figli (si evita in questo modo una denuncia per
sottrazione di minori);
•	 se il maltrattante possiede armi.
(Fonte: Ministero della Salute)
62 | Parliamo di...violenza sulle donne
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  • 2. Hai già scaricato My Digital Health? La nuova App gratuita di Health Point, permette di prenotare ed effettuare direttamente dallo smartphone e dal tablet una televisita o un consulto telefonico con un medico specialista in modo semplice e veloce.
  • 3. sommario salute benessere parliamo di... violenza sulle donne innovazione e tecnologia lo specialista risponde realtà del gruppo health italia in evidenza pag. 30 pag. 06 pag. 12 pag. 48 pag. 58 pag. 38 pag. 44 pag. 16 pag. 22 pag. 54 pag. 05 - Editoriale I Dottori dei Dottori che si prendono cura di chi cura. Il servizio dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria di Modena. Intervista a Loretta Casolari La collagenopatia carenziale: una nuova entità nosografica Lo sport al tempo del lockdown, le palestre “riprogrammano” la ripartenza. Intervista ad Andrea Carpi La disperazione tra le mura domestiche: la violenza sulle donne ai tempi del Covid-19 La realtà aumentata al servizio della salute. Intervista a Filippo Piatti Un fitwalker per diabetico, in Italia si fa spazio la camminata veloce di gruppo. Intervista a Gianluca Bartolomei App My Digital Health: la telemedicina a portata di clic! Intervista a Silvia Fiorini La Fondazione Health Italia Onlus si racconta: i progetti in corso e i propositi per il 2021. Intervista a Michela Dominicis Smart working: dai rapporti con i colleghi agli orari, come la pandemia ha cambiato il mondo del lavoro Il primo vaccino contro il Covid-19 è di Pfizer-BioNTech. Intervista a Giovanni Di Perri
  • 4. PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE SULLA SANITÀ INTEGRATIVA Anno 7° - novembre/dicembre 2020 - N°40 DIRETTORE RESPONSABILE Nicoletta Mele DIRETTORE EDITORIALE Ing. Roberto Anzanello COORDINAMENTO GENERALE H-Digital SpA COMITATO DI REDAZIONE Michela Dominicis Francesco Maddalena Mariachiara Manopulo Giulia Riganelli HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Alessia Elem Alessandro Notarnicola Maura Pistella DIREZIONE E PROPRIETÀ Health Italia SpA c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9 00060 - Formello (RM) www.healthitalia.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale. Articoli, notizie e recensioni firmati o siglati esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di conseguenza esclusivamente la sua responsabilità diretta. ISCRITTO PRESSO IL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI TIVOLI n. 2/2016 - diffusione telematica n.3/2016 - diffusione cartacea 9 maggio 2016 IDEA GRAFICA H-Digital SpA IMPAGINAZIONE Giulia Riganelli IMMAGINI © AdobeStock Scarica Health Online in versione digitale su www.healthonline.it Se non vuoi perderti neanche una delle prossime uscite contattaci via email a mkt@healthonline.it e richiedi l’abbonamento gratuito alla rivista, sarà nostra premura inviarti via web ogni uscita. Per la tua pubblicità su Health Online contatta mkt@healthonline.it
  • 5. E DI TO RIA LE LA PROMOZIONE DELLA MUTUALITÀ Abbiamo più volte avuto modo di sostenere e dimostrare dalle pagine del nostro periodico come la strada maestra per sostenere un sistema sanitario nazionale socialmente inclusivo ed economicamente sostenibile passi per il necessario rafforzamento della sanità integrativa. La vigente normativa conferma il ruolo principale di Fondi Sanitari, Casse di Assistenza Sanitarie e Società Generali di Mutuo Soccorso quali enti senza scopo di lucro con caratteristiche idonee ad affiancare il sistema sanitario pubblico. In particolare, per le Società di Mutuo Soccorso, il legislatore è intervenuto nel 2012, con il d.lgs 179/2012, per adeguare le originarie disposizioni della legge istitutiva del 1886, in un percorso coerente con le esigenze di un sistema sanitario pubblico del quale sono sempre più evidenti i limiti. E tale percorso si completa con la recente Riforma del Terzo Settore (il c.d. settore no profit), lg. 117/2017, dove si collocano di diritto gli enti che godono della qualifica di Società di Mutuo Soccorso. Il ruolo degli enti di sanità integrativa è quello di supportare, integrare, ampliare, tramite il modello mutualistico, i servizi sanitari forniti dal sistema pubblico, contribuendo così a garantire il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Oggi sono ormai più di 10 milioni i cittadini italiani che in forma collettiva, tramite la propria azienda o la propria associazione di categoria, oppure in forma individuale, per se stessi e/o per i propri familiari, hanno aderito alle varie forme di sanità integrativa. Di conseguenza il tema si sposta oggi dal piano legislativo, ormai ben definito, al piano della comunicazione, per garantire a tutti i 60.367.471 di cittadini italiani la possibilità di conoscere le proposte di protezione sanitaria offerte dalla sanità integrativa. In questo contesto si necessita evidenziare, ancora una volta, il concetto per il quale un diffuso utilizzo della sanità integrativa fondata sui principi della mutualità consentirebbe sempre di più alla sanità pubblica di destinare le risorse economiche disponibili, limitate per definizione (ed a prescindere dal MES), alle fasce deboli della popolazione ed alla sanità territoriale. Per raggiungere questo obiettivo si devono concentrare gli sforzi e destinare risorse intellettuali ed economiche alla rappresentazione diffusa delle possibilità esistenti, sia per le imprese che per i cittadini, in modo tale che imprenditori, famiglie ed individui comprendano adeguatamente le valenze offerte dalla sanità integrativa. Rappresentare, spiegare, diffondere i concetti portanti della mutualità operata dagli enti no profit abilitati dal legislatore a gestire la sanità integrativa diviene l’obiettivo primario, principalmente in questo particolare e difficile contesto pandemico che ha messo e sta mettendo a dura prova la sanità pubblica. In questo ambito, assume un rilievo particolare il modello messo in campo da alcuni enti di sanità integrativa per diffonderne le possibilità di utilizzo e la cultura mutualistica, tramite figure professionali preparate e competenti, quali il Promotore della Salute, il Promotore Mutualistico od il Promotore della Mutualità. Oltre che socialmente corrette, come suggerisce l’evidenza dei fatti, legislativamente coerenti con le norme esistenti, come ben spiegato da insigni giuristi ed anche in linea con il dettato dell’articolo45dellanostraCostituzione,questefigureprofessionaliassumonoun’importanza strategica per veicolare i concetti che stanno alla base del modello mutualistico in una logica di utilità sociale. Infatti, è indispensabile per il futuro della sanità del nostro Paese che professionisti, competenti e formati, rappresentino agli imprenditori per i loro dipendenti, alle famiglie ed agli individui le valenze della mutualità, le forme di protezione proposte dagli enti e le possibili soluzioni percorribili per utilizzare correttamente la sanità integrativa. Appare quindi difficile comprendere come, inopinatamente, possa accadere che tali figure professionali vengano, da qualche voce fuori dal coro e comprensibile solo se riferita ad una mancata conoscenza della normativa vigente o ad interessi lobbistici di parte, criticate ed osteggiate, considerato che il loro ruolo è coerente con la Costituzione e le norme. Conbuonapacedelleingiustificateedincoerenticritichedobbiamo,comesempre,evidenziare il punto cruciale: la diffusione della sanità integrativa è una priorità sociale, economica e sanitaria che tutto il Paese dovrebbe supportare e sostenere per raggiungere l’obiettivo di avere un modello sanitario inclusivo, efficiente ed economicamente sostenibile. Milanese,homaturatoun’esperienza ultraventennalenelsettoreassicurativo efinanziario,occupandomi siadeiprodottichedelmarketing edellosviluppocommerciale,fino alladirezionedicompagnieassicurative, nazionaliedestere.Nel2005sviluppo unprogettodiconsulenzaestrategia aziendalechehaconsentito dioperareconimaggioriplayer delsettoreassicurativoperrealizzare pianistrategicidisviluppocommerciale. Dal2009mioccupodiSanitàIntegrativa, assumendolacaricadiPresidenteANSI, AssociazioneNazionaleSanitàIntegrativa eWelfare,econtestualmentediHealth HoldingGroup,importanterealtà delsettore.Dal2016sonopresidente diHealthItalia,unadellepiùgrandirealtà nelpanoramadellaSanitàIntegrativa ItalianaesocietàquotatainBorsa sulmercatoAIMItalia. a cura di Roberto Anzanello healthonline.it | 05
  • 6. 06 | Salute Il servizio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Ne parliamo con la dottoressa Loretta Casolari che SI PRENDONO CURA di CHI CURA I Dottori dei Dottori SALUTE
  • 7. healthonline.it | 07 “Ungiornopensidiandareacuraredeimalatieall’improvviso ti trovi da solo, con lo scafandro e la tuta, a combattere un alieno, un virus…vorresti strapparti tutto di dosso e andare via, e invece stai lì, notte e giorno, a cercare di salvare più vite che puoi…” Inizia con queste parole il commovente video “Vogliamo salvare ogni vita, perché ogni vita conta” che la Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha dedicato a tutti i colleghi impegnati in prima linea contro il Covid-19. I medici e i professionisti sanitari hanno lavorato, e continuano a farlo, senza sosta per combattere il nemico invisibile. È una delle categorie più a rischio di infezione da Sars-CoV2 essendo molto esposta per la professione che svolge quotidianamente. Per salvaguardarne la salute e dunque consentire ai sanitari di proseguire nel delicato compito di curare la popolazione, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha creato un’Unità Operativa di Sorveglianza ad hoc. Il servizio, denominato “I dottori dei dottori” è composto da medici specialisti in Medicina del Lavoro, Igiene e Medicina Preventiva formati dai percorsi universitari dell’Università di Modena e Reggio Emilia e infermieri formati appositamente per le indagini epidemiologiche. Sono impegnati da oltre due mesi a pieno ritmo, 7 giorni su 7, per eseguire le visite ai tantissimi neoassunti, per farli entrare in sicurezza nel mondo del lavoro sanitario, ma anche per seguire a domicilio i casi di positività di colleghi. “Ci prendiamo cura di chi cura. È erroneamente diffusa la percezionecheisanitari,quelliinprimalineaenonsolo,siano ‘inattaccabili’, ma questo virus ha abbattuto l’asimmetria che tipicamente si crea tra medici e pazienti, dal momento che i primi corrono lo stesso rischio di ammalarsi dei secondi, essendo anche più esposti”, ha detto Loretta Casolari, Responsabile della Sorveglianza Sanitaria e Promozione della salute dei lavoratori dell’AOU di Modena, specialista in Igiene e Sanità pubblica e Medico Competente in Medicina del Lavoro, nonché coordinatrice del servizio. di Alessia Elem Intervista realizzata il 23 dicembre 2020
  • 8. 08 | Dott. Loretta Casolari Responsabile della Sorveglianza Sanitaria e Promozione della salute dei lavoratori dell’AOU di Modena, specialista in Igiene e Sanità pubblica eMedicoCompetenteinMedicina del Lavoro nonché coordinatrice del servizio Salute La dottoressa Casolari ha rilasciato un’intervista a Health Online. Dottoressa, come nasce l’idea del servizio volto a proteggere i sanitari impegnati in prima linea nella lotta al virus? La necessità di avere un servizio dedicato era stata evidente fin dalla prima ondata, i sanitari che hanno contratto l’infezione dal virus Sars-Cov2 si trovano ad affrontare la stessa evoluzione clinica della malattia e lo stesso isolamento famigliare e sociale della popolazione generale. Come medici, come operatori sanitari e come Azienda ci siamo sentiti in dovere di farci carico dei colleghi-pazienti. Con tutto l’appoggio della Direzione aziendale abbiamo strutturato un servizio: abbiamo acquisito e formato il personale e ci siamo dotati di tutte le tecnologie a supporto di una attività che abbiamo creato a settembre 2020. Come funziona? I colleghi possono contare su un call center e un indirizzo e-mail dedicato. Qui arrivano tutte le segnalazioni. Molti contatti riguardano sintomatologie sospette per le quali, in via precauzionale, allontaniamo la persona dal luogo di lavoro, richiediamo ed eseguiamo tamponi diagnostici al nostro Drive-through che abbiamo allestito in sicurezza fuori dal nostro ospedale. In caso di positività, il collega viene isolato a domicilio, facciamo l’indagine epidemiologica approfondita e attiviamo il contact tracing per i colleghi che sono al lavoro e che potrebbero essere entrati in contatto con l’operatore risultato positivo. Durante tutto il periodo di isolamento domiciliare, il collega positivo viene seguito, assistito telefonicamente da un team dedicato che fornisce tutte le istruzioni per la gestione dell’isolamento e che fa un monitoraggio quotidiano della sua condizione clinica. Se necessario, attiviamo il trasferimento in alberghi Covid o in ospedale, in caso sia necessaria una assistenza ospedaliera. Inoltre, programmiamo ed eseguiamo tutti i controlli sanitari necessari per un rientro al lavoro in sicurezza e le certificazioni per l’assenza lavorativa.
  • 9. healthonline.it | 09 È un servizio che monitora a distanza chi ha contratto il virus ed è anche un progetto di supporto psicologico? Il supporto psicologico è fondamentale sia per chi è al lavoro sia per chi è isolato a domicilio. Il settore Psicologia del Lavoro e Salute Organizzativa ha attivato un numero telefonico dedicato e un percorso di consulenza e supporto psicologico individuale, in presenza o a distanza, con l’obiettivo di tutelare la salute psicologica del lavoratore e prevenire o gestire l’insorgenza di stress psicologico. Sappiamo che il personale impegnato nella gestione di pazienti Covid manifesta elevati livelli di stress, ansia e insonnia, fino allo sviluppo di sintomatologia post traumatica. La prevenzione e l’intervento precoce in questi casi sono fondamentali. Per il personale in servizio avete riorganizzato gli screening nei reparti? Si, sia nei reparti che in ambulatorio. Ma dobbiamo investire sempre di più sulla prevenzione per ridurre ulteriormente il rischio di infezione, perché il carico di lavoro è molto impegnativo. L’attenzione deve rimanere altissima in particolare nei confronti dell’utilizzo dei dispositivi di protezione e dei protocolli igienico- sanitari, sui quali gli operatori hanno fatto nel frattempo molto addestramento e formazione. Un tampone negativo non deve renderci definitivamente sicuri, perché quella è solo la “fotografia” di un momento. L’uso costante dei dispositivi e l’applicazione dei protocolli sono le vere armi contro l’infezione.
  • 10. 10 | Salute Quali sono stati i risultati raggiunti? Ci sono ulteriori sviluppi per il prossimo futuro? I risultati del lavoro che stiamo facendo possono essere descritti con i numeri: più di 3.000 contattie-mailinunmese,altrettantelechiamatealcallcenter,abbiamoavutoilpiccomassimo di operatori isolati a domicilio lo scorso 20 novembre: in quella giornata erano 177. Mi piace ricordare però tutti i messaggi di ringraziamento che ci inviano i colleghi, un vero carburante per il nostro Servizio che è operativo 7 giorni su 7 ormai da mesi. Il futuro? È adesso: stiamo organizzando in queste ore la logistica per la campagna vaccinale Covid-19, gli operatori dei nostri ospedali faranno il vaccino e stiamo parlando di 6000 operatori e anche questo è uno sforzo organizzativo è importante. “Oltre un milione i guariti dal virus. Centinaia i medici che hanno dato la vita per salvarli”. Si conclude così il video messaggio promosso dalla FNOMCeO. Dall’inizio della pandemia sono 266 i medici morti in Italia, l’elenco è pubblicato sul sito listato a lutto della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri. “Il numero più grande in Europa, una catastrofe”, ha scritto Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani e medico di famiglia di Roma, in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte con la quale si chiede un’attenzione elevata sul tema. Dottoressa, qual è il suo messaggio? Il messaggio è per i colleghi. La generosità con la quale facciamo il nostro lavoro ci porta a pensare sempre e prima di tutto ad occuparci dei pazienti, ai colleghi dico: potete contare su di noi ma abbiate sempre cura di voi, della vostra salute. E a forza di farcela, ce la faremo. È un servizio unico in Italia? In questo momento storico, quanto è importante un servizio per la prevenzione e la cura di chi si prende cura della salute dei pazienti colpiti dalla malattia? La Sorveglianza sanitaria è presente in tutti gli ospedali, mentre l’organizzazione di un settore specifico dedicato al Covid è cosa diversa. L’organizzazione non nasce spontaneamente, va costruita e progettata. Formare il personale, costruire una squadra in tempi brevissimi richiede una Azienda Sanitaria con una visione, è un obiettivo sfidante che la nostra Direzione Aziendale si è data e ha raggiunto. Sicuramente abbiamo fatto da pionieri di questo modello organizzativo e gestionale: abbiamo sviluppato software applicativi e strumenti tecnici che adesso sono in uso in altre Aziende. L’ultima acquisizione è un softwareperiltracingdeicontattiinospedale. Lo abbiamo chiamato “CovidBusters”: tracciare i contatti in ospedale con indagini epidemiologiche mirate è un’attività investigativa vera e propria. Vietato abbassare la guardia perché il rischio di contrarre il virus da parte degli operatori sanitari è molto alto… Il nostro luogo di lavoro coincide con reparti e contesti dove, per situazioni di emergenza, siamo chiamati ad intervenire tempestivamente sul paziente, senza sapere se positivo o meno al Covid. In tutti questi casi l’attenzione va mantenuta costantemente altissima, perché la pressione epidemiologica sta viaggiando alla massima velocità.
  • 11. healthonline.it | 11 healthonline.it | 11 Fino al CUORE della SALUTE Un Gruppo unito per sostenere e diffondere la Cultura della Salute e della Prevenzione dalla Ricerca Scientifica alle Soluzioni Personalizzate Health Italia S.p.A. · c/o Palasalute · Via di Santa Cornelia, 9 · 00060 Formello (RM)· info@healthitalia.it www.healthitalia.it
  • 13. healthonline.it | 13 Il termine collagene designa una famiglia di proteine che impregna l’intero organismo, collegandone le parti e svolgendovi un preciso ruolo fisiologico. Nell’adulto arriva a rappresentare il 25-35 per cento del contenuto proteico totale e non c’è cellula e tessuto dove non sia presente. Il collagene possiede due fondamentali proprietà biologiche: l’effetto meccanico, di sostegno e protezione, e l’effetto trofico. Per il primo è stato paragonato al cemento che compone e riveste un edificio, sostenendolo e proteggendolo dalle intemperie. È talmente marcato, da avere trovato un impiego pratico nella protezione dei monumenti marmorei dalla corrosione delle piogge acide. L’effetto trofico è ugualmente sorprendente, al punto da essere correntemente sfruttato in laboratorio come mezzo di crescita nelle colture cellulari. Il paragone tra cemento e collagene è pertinente, sennonché si tratta di un cemento vivo, esposto da un lato a una continua perdita, dall’altro ad una altrettanto continua riproduzione. La collagenopatia carenziale deriva dal prevalere del primo di questi due momenti sul secondo. La perdita che contraddistingue la collagenopatia carenziale è riconducibile sia al degrado implicito nello svolgimento delle funzioni meccaniche del collagene, sia ai prodotti del suo metabolismo. della Redazione di Health Online
  • 14. L’entità di questa perdita è desumibile dal fabbisogno complessivo di proteine, che è dell’ordine di 0,8 g/kg/die, ovvero di circa 55 g: sapendo che nell’organismo il collagene ne costituisce dal 25 al 35 per cento, ne deriva un fabbisogno di circa 0,2-03 g/kg/die, corrispondenti a 14-18 g/die. Questo è l’ordine di grandezza della perdita di collagene coinvolta nella collagenopatia carenziale. I segni e i sintomi clinici della collagenopatia carenziale sono riferibili alle proprietà meccaniche e trofiche della proteina, così come sono state sopra delineate: sono infatti espressionedellorovenirmeno,presentandosiconcaratteristichedegenerativo-distrofiche. Essi trovano l’espressione più appariscente a carico dei sistemi osteoarticolare e tegumentario, che sono i più ricchi di collagene. In mancanza di saggi analitici precisi, tali segni e sintomi sono riferibili ai risultati della terapia anti-carenziale. È il criterio diagnostico ex juvantibus, che è alla base, d’altronde, del riconoscimento dell’origine e della natura delle avitaminosi e delle altre malattie carenziali fin qui descritte. OLTRE CHE PER VIA SISTEMICA, IL COLLAGENE IDROLIZZATO MANIFESTA I SUOI EFFETTI BIOLOGICI ANCHE PER VIA TOPICA 14 | Salute
  • 15. healthonline.it | 15 Per quanto riguarda il processo di rifacimento e compensazione della suddetta perdita, occorre tener presente che il collagene è una proteina: a differenza delle vitamine e di altri nutrienti essenziali, essa non può essere introdotta nell’organismo come tale. Se avvenisse scatenerebbe una reazione di rigetto, potenzialmente a carattere autoimmunitario. Il collagene è riprodotto dentro l’organismo, grazie ai fibroblasti e alle loro sottopopolazioni che lo generano in maniera aderente alle tipologie, varietà, conformazioni e funzioni che lo contraddistinguono. Sotto questo profilo, l’attenzione si sposta dal collagene in sé alle materie prime richieste per la sua produzione, che sono prevalentemente rappresentate da aminoacidi e peptidi che sono in parte sintetizzati ex novo dentro l’organismo, oppure riciclati dalle proteine preesistenti. La quota prevalente, però, è presumibilmente ricavata dalla digestione del cibo e dalla sua assimilazione. Tuttavia, ci sono alcune criticità che meritano di essere sottolineate e analizzate. La prima risiede nella particolare composizione amminoacidica del collagene, che non ha riscontri significativi in altre proteine, sia animali che vegetali. La seconda criticità è ascrivibile alla quasi totale indigeribilità del collagene alimentare. Per questo si ricorre al collagene idrolizzato, detto anche gelatina, che si sta progressivamente affermando nel trattamento della collagenopatia carenziale. Oltre che per via sistemica, il collagene idrolizzato manifesta i suoi effetti biologici anche per via topica. Ad esempio, applicato sulle ulcere cutanee ne favorisce la granulazione e la guarigione. Con la collagenopatia carenziale ci troviamo di fronte ad un trattamento che, per gli effetti che svolge e per le forme d’impiego, è a cavallo tra l’integratore alimentare e il farmaco, inteso quest’ultimo secondo l’accezione OMS di “composto naturale o di sintesi capace, quando introdotto in un organismo vivente, di modificarne una o più funzioni”. Il discorso, in senso più ampio, coinvolge la stessa medicina, se debba limitarsi a combattere la malattia o se non debba occuparsi anche della salute. L’integrazione alimentare va in quest’ultimo senso.
  • 16. REALTÀ DEL GRUP 16 | Realtà del gruppo Health Italia MY DIGITAL HEALTH:la Telemedicina App A PORTATA DI CLIC! Silvia Fiorini, AD di Health Point: “un innovativo strumento tecnologico per garantire una totale e immediata assistenza sanitaria”
  • 18. Dott.ssa Silvia Fiorini AD di Health Point SpA LatelemedicinaèentrataapienotitolonelSistemaSanitario Nazionale. Tale ingresso è avvenuto lo scorso dicembre, con la firma del Ministro della Salute alla Conferenza Stato- Regioni sulle Linee guida nazionali per la Telemedicina. Una data significativa con la quale è stato ufficializzato che le erogazioni delle prestazioni sanitarie a distanza sono riconosciute, tariffate, soggette a ticket - laddove richiesto - come le visite e le consultazioni in presenza. Il documento predisposto dal Ministro della Salute traccia così le linee guida con le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in Telemedicina”, sperimentate a macchia di leopardo in alcune regioni del territorio. Il processo di trasformazione della Sanità verso un sistema diserviziemodelliorganizzativisupportatidallatecnologia, già in atto da tempo, è stato accelerato dall’emergenza Covid-19. Grazie all’approvazione delle Linee guida per l’erogazione delle prestazioni in Telemedicina, si conferma che le tecnologie digitali per la salute offrono quindi la possibilità di superare i modelli di medicina basata sulla presenza del paziente con un nuovo modello, nel quale la distanzaelanecessitàdidistanziamentononrappresentano una barriera, ma una opportunità per utilizzare in modo più efficiente il tempo e ridurre i rischi dello spostamento. In questo processo di trasformazione, Health Italia attraverso la sua controllata Health Point, da sempre in prima linea con la piattaforma dedicata ai servizi di telemedicina,ancheinvirtùdellarecenteregolamentazione nazionale, rappresenta una realtà innovativa nella diffusione della cultura della prevenzione e della cura, attraverso l’utilizzo di dispositivi all’avanguardia in grado di garantire la salute, il benessere e la sicurezza delle persone. “Finalmente un altro importante tassello è stato posto nello sviluppo della Telemedicina in Italia. La recente Conferenza Stato-Regioni ha sancito infatti l’entrata ufficiale delle prestazioni in Telemedicina all’interno dei servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale, approvando le Linee di indirizzo nazionale per l’erogazione delle stesse: un risultato fondamentale in termini di consapevolezza sull’efficienza dei servizi e in termini di regolamentazione condivisa sul territorio nazionale. di Nicoletta Mele 18 | Realtà del gruppo Health Italia
  • 19. Una grande notizia anche per gli obiettivi di Health Point alla luce delle difficoltà sorte durante il nostro percorso, sempre prontamente affrontate e risolte positivamente, riscontrate spesso interfacciandoci con i sistemi di regolamentazione su base regionale”, ha commentato la dottoressa Silvia Fiorini, AD di Health Point. Durante la pandemia, proprio per limitare il più possibile gli spostamenti e favorire l’interazione medico-paziente, Health Point ha aperto la piattaforma My Digital Health (mydigitalhealth.it). “Nessuno avrebbe potuto prevedere l’estensione e la portata dell’effetto del Covid-19 sulla società - ha aggiunto la dott.ssa Fiorini - Vedere il mondo praticamente bloccato ha contribuito ad aumentare la consapevolezza che nulla sarà più come prima e che le tecnologie digitali giocheranno un ruolo fondamentale in tutti i settori, soprattutto in quello sanitario. In questo contesto, Health Point continuerà sempre ad operare per affiancare le istituzioni e supportare lo sviluppo di un nuovo modello di gestione delle relazioni tra medico e paziente che possa essere sempre più snello, veloce ed efficace”. healthonline.it | 19
  • 20. Lo scopo di Health Point è quello di raggiungere i pazienti in ogni momento. L’azienda, leader in Italia nel campo della telemedicina, proprio per rendere i servizi sanitari offerti molto più accessibili e disponibili on demand, ha lanciato l’App My Digital Health, con la quale è possibile prenotare ed effettuare direttamente dallo smartphone una televisita o un consulto telefonico con lo specialista, in modo semplice, veloce e smart. L’App è un ulteriore strumento di supporto per la salute dei pazienti che conferma lo spirito pionieristico di Health Point nel proporre soluzioni tecnologiche in ambito sanitario. 20 | Realtà del gruppo Health Italia “L’obiettivo dello sviluppo di un’app intuitiva e facile da utilizzare - ha spiegato la dottoressa Fiorini - è quello di proporre agli utenti assistenza sanitaria a 360°, sfruttando lo strumento fondamentale che ha da sempre caratterizzato il modello Health Point: la telemedicina. Con l’App My Digital Health abbiamo voluto rendere più veloce e accessibile il concetto di assistenza sanitaria a distanza: una vera e propria clinica virtuale in cui poter effettuare delle visite da remoto con gli specialisti del network Health Point tramite il servizio di televisite multispecialistico, la compilazione di un questionario anamnestico al fine di fornire informazioni di base utili agli specialisti; condividererefertieavereadisposizioneun archivio sanitario personale, monitorare i principali parametri fisiologici da remoto, il tutto nel pieno rispetto delle normative sulla privacy”.
  • 21. L’App My Digital Health, scaricabile gratuitamente da App Store e da Google Play, è infatti il più recente strumento messo in campo da Health Point nei vari canali a disposizione per la salute e la prevenzione, in un percorso in continua evoluzione. Il modello Health Point negli anni è stato sviluppato per essere sempre di supporto alle necessità sanitarie delle persone grazie al servizio tradizionale erogato dal Poliambulatorio Specialistico Medical Care e ai servizidi telemedicina declinabili nei comuni contesti di vita quotidiana, come ad esempio nelle farmacie e nelle aziende, creando così veri e propri punti salute. La tecnologia rappresenta oggi uno strumento fondamentale nella vita quotidiana, “a maggior ragione nell’ambito della salute. La telemedicina, alla luce anche di quanto emerso dalla recente conferenza Stato-Regioni, non va più intesa come una nuova disciplina medica bensì come una nuova modalità, più efficiente e più rapida, di fare ciò che si è sempre fatto, sfruttando proprio l’ausilio della tecnologia. Pensiamo ad esempio alla possibilità di avere accesso allo storico clinico di un paziente e monitorare costantemente il suo stato di salute: questa possibilità ci permette di conseguenza di intervenire più velocemente e di offrire assistenza continua. Tutto ciò si traduce in un sensibile miglioramento sia della qualità della vita dell’assistito, che si sente più tutelato, sia delle condizioni di lavoro del personale medico, che accede più facilmente alle informazioni sanitarie del paziente”, ha detto la dottoressa Fiorini. Health Point si avvale di un network di professionisti che coprono le principali aree specialistiche ma è alla continua ricerca di specialisti per ampliare la rete e garantire sempre di più una totale e completa assistenza sanitaria. Per entrare a far parte della famiglia Health Point basta compilare il form disponibilenellasezione“collaboraconnoi”delsitohealthpointitalia.com ed inviarlo allegando il curriculum vitae. “La leva principale del modello Health Point - ha concluso l’AD - è sicuramente la capacità di avere una visione complessiva ed integrata dei possibili utilizzi della Telemedicina, nonché la possibilità di una gestione proattiva nell’elaborazione dei dati a disposizione, per delineare percorsi di benessere virtuosi ed un servizio più completo. Per fare ciò vogliamo avvalerci di personale medico d’eccellenza per offrire agli assistiti un servizio importante in termini qualitativi. Per questo motivo siamo sempre in prima linea per tessere rapporti professionali con specialisti di tutte le branche mediche.” “La salute è il nostro patrimonio, un nostro diritto” (Edward Bach). Health Point: la forza di un gruppo che da sempre opera per garantire l’accesso alla salute a ogni individuo. healthonline.it | 21
  • 22. REALTÀ DEL GRUP 22 | Realtà del gruppo Health Italia FONDAZIONE La Health Italia ONLUS si racconta: I PROGETTI IN CORSO E I PROPOSITI PER IL 2021 Intervista al DG di Fondazione Health Italia Onlus, Michela Dominicis
  • 23. healthonline.it | 23 PO HEALTH ITALIA La Fondazione Health Italia Onlus quest’anno ha compiuto 5 anni. Fiore all’occhiello del Gruppo Health Italia, dopo essersi impegnata in diversi progetti sempre con finalità socio-assistenziali e solidali, negli ultimi mesi si è focalizzata su due progetti: la gestione del Museo del Mutuo Soccorso, con l’obiettivo di salvaguardare un piccolo pezzo di storia ancora troppo poco conosciuto ma molto importante per il nostro Paese, e la Banca delle Visite che, ispirandosi al “caffè sospeso” napoletano, vuole aiutare le persone più in difficoltà a sostenere visite mediche, grazie alle donazioni di cittadini e aziende. Per saperne di più e scoprire come è andato questo anno particolarmente difficile, abbiamo intervistato Michela Dominicis, in qualità di Direttore Generale di Fondazione Health Italia Onlus. La Fondazione è nata grazie all’iniziativa di Health Italia, Mutua MBA e Health Assistance. Con quali scopi e cosa è cambiato in questi anni? La Fondazione nasce come una conseguenza naturale dell’attività che queste tre realtà portano avanti in maniera sinergica e complementare ormai da molti anni. Health Italia, con la sua rete capillare di promotori mutualistici, si occupa di informare famiglie e aziende riguardo i piani sanitari dei propri partner, come Mutua MBA, prima mutua in Italia per numero di soci, oltre 400.000. Health Assistance è l’anello di congiunzione operativo, occupandosi del convenzionamento delle strutture sanitarie, ad oggi più di 8.000, e dell’assistenza ai Soci attraverso la Centrale Salute, oltre che della gestione dei servizi annessi come la Guardia Medica Mutualistica. Se la Salute è il “primo dovere della Vita”, come crediamo fermamente, mettere a disposizione il know how aziendale anche per progetti con finalità sociale e solidale è stata una evoluzione naturale e fortemente condivisa. di Mariachiara Manopulo
  • 24. L’obiettivo della Fondazione, diventata Onlus nel 2019, è quello di tutelare, promuovere e valorizzare iniziative legate al mondo del mutuo soccorso, con un fulcro sui valori della solidarietà e dell’aiuto reciproco. La Fondazione ha sostenuto sin dall’inizio svariate iniziative, dalla promozione di attività scientifiche ai progetti di ricerca, fino alla valorizzazione del patrimonio culturale collegato alle società di mutuo soccorso e alla tutela del diritto alla salute. Banca delle Visite è il vostro progetto solidale per eccellenza, sempre più conosciuto nel Paese. Siete soddisfatti dei risultati di quest’anno? In questi anni abbiamo raccolto donazioni di privati e aziende, in particolare tramite l’organizzazione di eventi sul territorio, in collaborazione con gli Amici Sostenitori e le Filiali che fungono da info-point in tutta Italia. La solidarietà accomuna tutti, per questo si possono organizzare eventi di varia natura: abbiamo stretto delle belle partnership con il mondo dello sport, come ad esempio la Totti Sporting Club e la Mogliano Rugby, abbiamo organizzato sfilate di moda, iniziative nei bar con il ‘caffè sospeso’ e in altri esercizi commerciali. Quest’anno abbiamo potuto patrocinare l’evento ITACA 20.20 a Formello (RM), un importante punto di incontro tra istituzioni e società, per il resto abbiamo dovuto rimandare tutte le attività dal vivo, a causa delle restrizioni per l’emergenza Covid-19, continuando comunque ad offrire visite mediche a chi ce ne ha fatto richiesta. In questo periodo in particolare, l’attività informativa dei promotori mutualistici di Health Italia è stata quanto mai preziosa per continuare a diffondere il Progetto. Vorrei ringraziare chi, in particolar modo, ha organizzato presentazioni online e ci ha invitato a partecipare per raccontare il progetto e che ha proposto la donazione online per il proprio compleanno, tramite ad esempio la relativa funzionalità su Facebook. Siamo confidenti che i numeri di quest’anno possano essere superati nel 2021 grazie anche ad una sempre maggiore presenza sulle diverse piattaforme online. Tutto ciò ci consente di entrare in connessione con tante persone anche senza muoverci da casa, ottimizzando il budget da destinare alle visite mediche da donare a chi ne ha bisogno, grazie alle tante condivisioni sui social. Michela Dominicis Direttore Generale della Fondazione Health Italia Onlus 24 | Realtà del gruppo Health Italia NON PER NOI M A PER GLI ALTR I La Banca delle Visite
  • 25. L’emergenza Covid-19 non ha mancato anche di sottolineare i punti deboli del Servizio Sanitario Nazionale, costringendo a rimandare molte visite, accertamenti e interventi. Come è riuscita Banca delle Visite in questi mesi ad aiutare tante persone? Un punto forte di Banca delle Visite è sicuramente la presenza capillare sul territorio sia delle persone che ci aiutano a diffondere il progetto, sia dei SuperDottori e delle SuperCliniche, che ci sostengono dedicando visite gratuite o proponendo un listino calmierato, e che ci hanno consentito di continuare ad erogare prestazioni. Anche nei momenti clou dell’emergenza, abbiamo quindi continuato a ricevere segnalazioni e offrire visite a persone bisognose che avrebbero dovuto aspettare mesi per riuscire a prenotare tramite Cup. Da sottolineare anche il prezioso servizio di Telemedicina di Health Point SpA, tramite cui è possibile prenotare una Televisita o un Consulto Telefonico con specialisti in varie discipline, che ha consentito in molti casi di avere a disposizione un medico senza muoversi da casa. NEL CLOU DELL’EMERGENZA COVID-19, LA BANCA DELLE VISITE È RIUSCITA A GARANTIRE AIUTO A PERSONE BISOGNOSE CHE AVREBBERO DOVUTO ASPETTARE MESI PER RIUSCIRE A PRENOTARE TRAMITE CUP healthonline.it | 25
  • 26. Il Museo del Mutuo Soccorso raccoglie la storia delle società di Mutuo Soccorso in Italia, un patrimonio unico e forse ancora troppo poco conosciuto… Assolutamente vero, forse tanti di noi sentendo parlare i nostri nonni abbiamo sentito pronunciare spesso la parola “mutua”, io personalmente lo ricordo, però effettivamente è uno spaccato sociale oggi poco noto. Il nostro Museo del Mutuo Soccorso, ospitato presso il Palasalute a Formello (Roma), sede del Gruppo Health Italia, è praticamente unico nel suo genere, ne esiste solo un altro molto più piccolo, a Pinerolo. La nostra collezione raccoglie più di 500 reperti e racconta oltre 150 anni di storia, a partire da metà del 1800. Le società di mutuo soccorso sono nate per necessità, in un momento in cui i lavoratori non avevanotuteleditiposocio-assistenziale,nonc’eranol’INPS,l’INAILeivariistitutichepoisono nati nel corso del ‘900: il loro scopo era garantire una copertura sanitaria che supportasse il lavoratore in caso di infortuni, malattia, necessità di cure mediche, finanche in caso di morte. Non essendoci a quell’epoca i programmi di welfare e i benefit aziendali che abbiamo oggi, le società di mutuo soccorso hanno rappresentato di fatto un vero ammortizzatore sociale. Tutte le spese venivano annotate nei registri e quindi per una famiglia, per un lavoratore, far parte di una società di mutuo soccorso rappresentava veramente una garanzia di aiuto nel momento del bisogno. Di fatto hanno rappresentato anche una vera e propria testimonianza sociale, un prezioso specchio del mondo dell’epoca, diventando anche un punto di riferimento per i momenti ricreativi che venivano organizzati, dalle riffe ai balli, alle feste in occasione degli anniversari. Noi, con il nostro Museo, vogliamo ricordare questo spaccato storico e rappresentare una testimonianza importante dei valori di solidarietà e aiuto reciproco, così estremamente attuali ancora oggi. 26 | Realtà del gruppo Health Italia
  • 27. Che tipo di attività o eventi organizza il Museo? Il Museo è aperto al pubblico e visitabile gratuitamente su prenotazione. Abbiamoospitatoinpassatodellescolaresche,abbiamofatto dei laboratori, quest’anno purtroppo a causa dell’emergenza Covid non abbiamo potuto fare grandi eventi in presenza. Abbiamo comunque partecipato alla Settimana della Cultura di Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa fondata da Confindustria e Assolombarda di cui facciamo parte, e per l’occasione abbiamo organizzato un evento online in cui abbiamo raccontato un po’ di storia e curiosità relative appunto al mondo del mutuo soccorso. L’evento ha avuto un buon riscontro di visualizzazioni e condivisioni sui social e per questo ci siamo ripromessi nel 2021 di istituire un calendario di appuntamenti fissi con cui far conoscere man mano i piccoli grandi tesori che custodiamo. Speriamo di poter rendere vivo il Museo ospitando delle iniziative come presentazioni di libri, o altre attività culturali che ben si sposano con l’ambiente e con il contesto. Questoèunmodoperfarvivereilnostromuseoeavvicinare l’epoca della solidarietà e del mutuo soccorso al contesto sociale di oggi, in un momento storico in cui di nuovo la solidarietà, l’aiuto reciproco e la fratellanza possono rappresentare un’ancora di salvezza per tante persone che hanno bisogno di un sostegno concreto o anche solo di percepire che non sono lasciate sole. Sicuramente la Fondazione rappresenta un valore aggiunto per tutte le aziende del Gruppo Health Italia... che ne pensa? Sì, credo fermamente che la Fondazione sia un fil rouge che accomuna tutte le realtà del Gruppo (che fra l’altro contribuiscono costantemente ai nostri progetti solidali, destinando una parte del loro ricavato) e rappresenta anche la chiusura di un cerchio che vede armonicamente unirsi il lato ‘business’ del lavoro, con le ambizioni e la competitività come è normale che sia, con il lato più umano che è comunque nell’anima di ogni impresa di successo, fatto di generosità, fratellanza, aiuto reciproco. Inoltre, la Fondazione ci consente anche di avvicinarci a tutte quelle situazioni in cui il mondo del business healthonline.it | 27
  • 28. e dell’impresa incontrano i valori sociali e la possibilità di fare del bene, di aiutare, di fare sì che ci sia un ritorno armonioso tra il mondo profit e il mondo no profit. La visione della Fondazione è quella di rappresentare un anello di congiunzione tra i progetti, le ambizioni, le attività di un Gruppo importante con grandi aspirazioni e allo stesso tempo la voglia di non lasciare nessuno indietro e quindi di portare avanti dei progetti importanti per sostenere le persone in difficoltà. Aiutare tutti dal punto di vista della protezione e della assistenza socio-sanitaria con le mutue partner, con la promozionedellasanitàintegrativa,conleattivitàintelemedicinaetuttiicanalichesistanno sviluppando tramite anche app digitali e sistemi informatizzati per avvicinarci sempre di più alle persone, con la produzione di prodotti e servizi legati al mondo del benessere, della nutraceutica e della cosmeceutica, queste sono tante aree, tante attività che hanno a che fare con il benessere della persona e con la salute. La cura della salute e la prevenzione sono i valori fondamentali del Gruppo Health Italia e allo stesso modo il benessere della persona è lo scopo della Fondazione e di tutti i progetti che portiamo avanti. Si chiude il cerchio, dal punto di vista solidale, che già il Gruppo con le sue attività porta avanti. Come poter sostenere la Fondazione? Si può fare la differenza veramente anche con poco: • si può destinare il 5x1000 nella propria dichiarazione dei redditi inserendo il C.F. 97855500589 di Fondazione Health Italia Onlus; • si può donare online qualunque importo tramite il sito di Fondazione fondazionehealthitalia.it oppure sul sito bancadellevisite.it • si può effettuare un bonifico bancario tramite IBAN: IT 67 Q 03069 09606 100000 140646 intestato a Fondazione Health Italia Onlus • si può donare con paypal o carta di credito a donazioni@fondazionehealthitalia.it È possibile anche acquistare gadget solidali dallo shop di Banca delle Visite (bancadellevisite.it/shop-solidale/) o realizzare bomboniere solidali e altri ricordi per lieti eventi e ricorrenze, ogni occasione o commemorazione può dar vita ad un’iniziativa benefica e solidale. Con l’acquisto dei gadget e le attività di questo genere, si sostiene la Fondazione con tutti i suoi progetti, in particolare Banca delle Visite. Per collaborare attivamente è anche possibile segnalare o proporsi come Amici Sostenitori, Filiali, Super Dottori o Super Cliniche e andare quindi a rafforzare ulteriormente la presenza sul territorio ampliando le opportunità di rispondere alle richieste di aiuto da ogni parte d’Italia. Per saperne di più: fondazionehealthitalia.it bancadellevisite.it museomutuosoccorso.it 28 | Realtà del gruppo Health Italia
  • 29.
  • 31. healthonline.it | 31 La testimonianza del prof. Giovanni Di Perri che ha ricevuto la prima dose del vaccino VACCINO è di PFIZER-BIONTECH contro il Covid-19 Il primo
  • 32. Si era detto entro l’anno e il 27 dicembre è partita la campagna vaccinale contro il Covid-19. Il Vaccine Day, giorno scelto dall’Unione Europea, entrerà nella storia come la data simbolo che ha dato il via alla somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTtech, il primo ad essere stato autorizzato dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Anche in Italia è partita la somministrazione delle prime dosi del vaccino anti Covid sviluppato dall’americana Pfizer e dalla tedesca BioNTech. Dallo stabilimento produttivo di Pfizer in Belgio, il 27 dicembre sono arrivate in Italia le prime 9.750 dosi. Come stabilito dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore della Sanità e l’Agenzia Italiana del Farmaco, le prime categorie che hanno ricevuto, gratuitamente e su base volontaria, il vaccino sono stati gli operatori sanitari e sociosanitari, gli ospiti e i dipendenti delle residenze assistenziali (Rsa). Tra i primi a sottoporsi alla somministrazione della prima dose del vaccino anti Covid Pfizer-BioNTech il professor Giovanni Di Perri, virologo e Direttore della Clinica Universitaria Malattie Infettive Ospedale Amedeo Savoia - ASL Città di Torino, che alla stampa ha dichiarato: “questo è un giorno importantissimo, in cui c’è in gioco qualcosa di grosso. Sono stati mesi molto duri, nel frattempo si sono create le soluzioni e quella di oggi è la prima. Bisogna vaccinarsi e proteggersi per uscire da questo enorme guaio in cui siamo impantanati”. di Nicoletta Mele 32 | In evidenza Prof. Giovanni Di Perri Virologo e Direttore della Clinica Universitaria Malattie Infettive Ospedale Amedeo Savoia - ASL Città di Torino Health Online ha intervistato il prof. Giovanni Di Perri, che ha raccontato la sua esperienza. Cosa ha provato il giorno che ha ricevuto il vaccino? Ha avuto qualche sintomo o malessere? Ho provato la sensazione di privilegio nell’essermi sottoposto per primo alla somministrazione del vaccino. La mia età (62 anni) mi espone a qualche rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 e quindi sono stato ben lieto di vaccinarmi. Se il mio esempio può aver convinto i riluttanti ne sono altrettanto felice. Sono sempre stato bene, d’altra parte ho studiato nei particolari la composizione del vaccino ed a nessun titolo ero o sono preoccupato di eventi indesiderati. È maggiore il rischio di contrarre la malattia o un’eventuale complicanza da vaccino? Ma non scherziamo, non basta quel che abbiamo visto fin qui?! È ovvio che contrarre l’infezione ed ammalarsi di Covid-19 è una prospettiva ben più probabile e peggiore di quella di sviluppare improbabili effetti avversi gravi in seguito alla somministrazione del vaccino. Intervista realizzata il 29 dicembre 2020
  • 33. healthonline.it | 33 Il vaccino Pfizer-Biontech mRNA BNT162b2 (Comirnaty) è stato sviluppato in meno di un anno. A gennaio del 2020, la società tedesca di biotecnologie BioNTech, dopo aver analizzato le prime informazioni sul virus SARS-CoV-2 scoppiato in Cina, ha iniziato a sviluppare un vaccino di nuova generazione basato sull’RNA messaggero (mRNA), la molecola che racchiude le istruzioni per produrre la proteina Spike (S), quella presente sulla superficie del virus e della quale il virus ha bisogno per entrare nelle cellule bersaglio. Prof. Di Perri, il tempo per formulare il vaccino di nuova generazione è stato troppo breve? La domanda più frequente è proprio sulla sicurezza del vaccino Pfizer-BioNTech… Lafaseinizialedistudio,quellariguardante l’assetto genetico del Coronavirus era già quasi pronta, ovvero gli studi precedenti sui Coronavirus della prima SARS (2003) e della MERS (2012) avevano già posto le basi per procedere allo sviluppo del vaccino in oggetto. Inoltre, l’evoluzione della tecnologia vaccinica negli ultimi anni ci aveva già consegnato questa nuova modalità di produzione da parte delle nostre stesse cellule della proteina contro cui sviluppare l’opportuna risposta immunitaria. L’embricazione temporale delle tre diverse fasi di studio, ovvero l’effettuazione delle tre fasi in sovrapposizione (avvio della seconda e terza fase quando la precedente non era ancora ultimata) ha permesso di accorciare i tempi, considerando l’urgenza a carattere planetario di disporre il prima possibile di questo strumento. La prima fase ha verificato la tollerabilità e la sicurezza del vaccino, la seconda ne ha misurato la capacità di indurre una risposta immunitaria, la terza ha stabilito il valore protettivo di questa risposta. Gli ottimi risultati delle analisi preliminari effettuate in itinere nelle diverse fasi hanno permesso di anticipare l’inizio delle fasi successive e quindi di ridurre il tempo complessivo necessario per lo sviluppo completo del vaccino. Ma nulla è stato trascurato. I vaccini basati sull’Rna, come quello sviluppato da Pfizer-BioNTech, sono considerati più promettenti rispetto a quelli a virus inattivato? È presto per trarre bilanci conclusivi di confronto, ma certamente la rapidità di risposta protettiva dimostrata da questo vaccino nello studio clinico di fase III, che ne ha promosso la distribuzione, fa ritenere che i meccanismi biosintetici messi in atto da questa particolare modalità di produrre la proteina di superficie del virus SARS-CoV-2 ed esporla al nostro sistema immunitario siano molto efficienti. Cosa succede quando si riceve il vaccino? Alcune delle sue cellule leggeranno le istruzioni dell’mRna e produrranno temporaneamente la proteina S. In questo modo il suo sistema immunitario la riconoscerà come estranea, produrrà anticorpi mirati e attiverà linfociti T per attaccarla. E se la persona vaccinata entrerà in contatto con Sars-CoV-2, le sue difese immunitarie lo riconosceranno e saranno pronte a proteggere l’organismo. L’mRna del vaccinononrimanenelcorpo,precisal’Ema,mavienedegradatosubitodopolavaccinazione.
  • 34. 34 | In evidenza LA DURATA DELLA PROTEZIONE NON È ANCORA DEFINITA CON CERTEZZA PERCHÉ IL PERIODO DI OSSERVAZIONE È STATO NECESSARIAMENTE DI POCHI MESI, MA LE CONOSCENZE SUGLI ALTRI TIPI DI CORONAVIRUS INDICANO CHE DOVREBBE ESSERE DI ALMENO 9-12 MESI “Il frammento di RNA (RNA messaggero, mRNA) che codifica la proteina - ha spiegato Di Perri - viene letto dalle polimerasi cellulari e tradotto appunto nella proteina; è come inserire per un momento un nuovo stampo in una catena di montaggio. L’RNA messaggero (lo stampo) viene poi rapidamente degradato dalle nostre stesse cellule, come fisiologicamente avviene per ogni mRNA”. L’Agenzia italiana del farmaco ha pubblicato sul proprio sito un documento con le “FAQ” sul vaccino anti Covid Pfizer-BioNTech. Tra le 25 domande e risposte anche il contenuto del vaccino (fonte: aifa.gov.it). “Il vaccino in questione è senz’altro il più “leggero”, in termini di contenuto, fra quelli che ho ricevuto nella mia vita - ha commentato Di Perri - Piccoli frammenti di RNA sintetico, copiato dalla sequenza nucleotidica del virus, colesterolo, saccarosio, sale e poco altro. Nulla al confronto con vaccini contenenti le proteine delle uova, l’alluminio…”. Come riportato nella “Guida alla corretta conservazione, manipolazione e somministrazione di Comirnaty”, il vaccino deve essere conservato nel congelatore a una temperatura compresa tra ‐90 °C e ‐60 °C. Una volta estratto dal congelatore, il vaccino chiuso può essere conservato prima dell’uso fino a 5 giorni a una temperatura compresa tra 2 e 8 °C, e fino a 2 ore a una temperatura non superiore a 30 °C.
  • 35. Una volta scongelato, il vaccino non deve essere ricongelato. Per quanto riguarda la somministrazione e l’efficacia, il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) viene somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. I dati sulla sperimentazione di fase 3 sono stati pubblicati il 10 dicembre sull’autorevole rivista New England Journal of Medicine e dimostrano che due dosi del vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) somministrate a distanza di 3 settimane l’una dall’altra possono evitare al 95% degli adulti dai 16 anni in poi di sviluppare la malattia COVID-19 con risultati sostanzialmente omogenei per classi di età, genere ed etnie. Il 95% di riduzione si riferisce alla differenza tra i 162 casi che si sono avuti nel gruppo degli oltre 18mila che hanno ricevuto il placebo e i soli 8 casi che si sono avuti negli oltre 18mila che hanno ricevuto il vaccino. La durata della protezione non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di Coronavirus indicano che dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi. Prof. Di Perri, lei è in attesa di ricevere la seconda dose. Al momento non è esente nel contrarre la malattia in quanto l’efficacia e quindi l’immunizzazione avviene dopo una settimana dalla seconda dose, è così? Il maggior livello di protezione lo si acquisisce circa una settimana dopo la seconda dose, ma se guardiamo al grafico pubblicato sul New England Journal of Medicine ben si vede come già dopo il 10° giorno dalla prima iniezione il gruppo dei vaccinati inizia a far registrare un netto calo delle infezioni rispetto al gruppo placebo. Il vaccino, dopo una settimana dalla somministrazione della seconda dose, protegge dalla malattia. Anche dalla trasmissibilità? Sì, certamente, un’infezione che non attecchisce non può essere trasmessa. healthonline.it | 35
  • 36. Sono previsti dei richiami? Si vedrà, occorre osservare cosa succederà nei prossimi mesi fra i vaccinati. È possibile che l’effetto del vaccino non si limiti alla drastica riduzione delle probabilità di infettarsi ma che comprenda anche una ridotta gravità dell’infezione in chi, nonostante il vaccino, si è infettato. E questo effetto di protezione relativa potrebbe durare anche più a lungo della protezione dall’infezione. La campagna vaccinale in atto durerà almeno 12 mesi, periodo necessario per vaccinare il 70% della popolazione, che rappresenta la soglia minima da raggiungere per determinare l’immunità di gregge. Durante questo periodo sarà necessario continuare ad adottare le misure di contenimento e il rispetto delle regolequalil’utilizzodellemascherine,ildistanziamento sociale e la corretta igiene delle mani? Forse i prossimi 6 mesi saranno i più difficili, perché il sistema sanitario, già oberato dalla pressione sugli ospedali e dall’inusuale compito di diagnosticare le infezioni e tracciare i contatti sul territorio, dovrà anche occuparsi di organizzare e sviluppare la distribuzione del vaccino, tanto più rapida quanto efficace. Dovremo non solo continuare a proteggerci ma cercare anche di fare meglio di quanto non si sia riusciti a fare finora. In tal senso il nostro atteggiamento comportamentale dovrà quasi essere ossessivo nell’evitare i contatti con gli altri. Ricordiamoci che la principale modalità di trasmissione è rappresentata dalla condivisione degli stessi ambienti con chi è infetto; il virus emesso da chi è infetto galleggia in aria per 20-30 minuti e ci infettiamo semplicemente respirando. Buona parte delle infezioni vengono trasmesse dagli asintomatici. Testiamoci frequentemente. A suo giudizio, il vaccino è l’arma vincente contro il Covid-19 per uscire da “questo enorme guaio in cui ci siamo impantanati?” (cit. Di Perri) Sì, ci speriamo tutti. Altre “armi” potrebbero venirci in soccorso per curare meglio i malati (antivirali, anticorpi monoclonali) e rendere meno pesante il timore di ammalarsi, ma il passo decisivo è senz’altro rappresentato dalla vaccinazione. 36 | In evidenza
  • 37. Perché ci sono persone, tra le quali anche suoi colleghi, che non intendono vaccinarsi? La percezione del disastro che stiamo attraversando non è uguale per tutti, e viene dato spazio anche a qualche forma di esibizionismo esoterico che i media inseguono oltre la misura dell’attenzione che meritano, generando un chiasso che non è proporzionale ai numeri che queste forme di dissenso rappresentano. I più fra questi si convinceranno. Chi non vuole cambiare opinione è perché non si tratta di opinione ma di una forma di affiliazione. Verranno salvati da chi ci ha creduto. healthonline.it | 37 Quindi la scelta di farsi inoculare oppure no il vaccino deve basarsi sulle conoscenze e la giusta informazione e non sul parere, è così? Certamente, la difficoltà può essere nel carattere maggiormente sobrio che le informazioni scientificamente fondate hanno nel presentarsi, nel divulgarsi agli altri,rispettoallenotizieprivedisostegno scientifico. Queste ultime fanno scalpore, attraggono, vengono notate e ce le fanno notare in una misura sproporzionata rispetto al valore del loro contenuto. È un po’ come la differenza nel riportare un avviso di garanzia oppure l’assoluzione dell’indagato. Meno spettacolare, meno invitante è il messaggio scientifico rispetto all’attrazione del contrario. Perché la notizia scientifica è ancora “confezionata” secondo il ristretto numero delle persone a cui in primis è destinata. E forse questo è un errore che dovrà essere corretto. Per concludere, qual è il suo messaggio? Non c’è al momento una soluzione alternativa. Il fenomeno lasciato a se stesso abbiamo visto cosa è in grado di determinare. Ci viene chiesto di salvarci ed al momento l’unica soluzione che appare caratterizzata da una certa credibilità, documentata secondo il miglior metodo scientifico, è il vaccino. Vacciniamoci quindi, tutti. Non c’è un piano B.
  • 38. INNOVAZIONE 38 | REALTÀ AUMENTATA al servizio La della SALUTE Innovazione e tecnologia Intervista a Filippo Piatti, CEO di Artiness, start up del dipartimento di elettronica, informazione e bio ingegneria del politecnico di Milano, che crea organi umani in 3D
  • 39. healthonline.it | 39 E TECNOLOGIA Avete mai sentito parlare di “Digital twin”? In italiano sono i “gemelli virtuali”, e nel settore medicale sono nostri duplicati perfetti, repliche in 3D degli organi del nostro corpo. Un mercato in fortissima espansione, spinto anche dalla pandemia, grazie al quale è possibile testare velocemente cure e prodotti prima che vengano applicati ai pazienti. In Italia un esempio di eccellenza in questo campo è rappresentato da Artiness, una innovativa start up del Dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano, che ha ideato una nuova tecnologia per creare organi umani in 3D tramite algoritmi e modelli proprietari. L’obiettivo? Aiutare i medici ad esaminare l’anatomia del paziente grazie ad una piattaforma olografica 3D efficace, affidabile e intuitiva, e migliorare così i risultati clinici durante le operazioni chirurgiche. Per saperne di più, abbiamo intervistato Filippo Piatti, CEO di Artiness. di Mariachiara Manopulo
  • 40. Come è nata Artiness e di cosa si occupa? Artiness è nata come spin-off del Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria di Politecnico di Milano nel marzo 2018, co-fondata da Filippo Piatti, Omar Pappalardo, Giovanni Rossini – dottori di ricerca in Bioingegneria – e dai Prof. Alberto Redaelli ed Emiliano Votta. Artiness si occupa di sviluppare soluzioni software di modellazione 3D a partire da immagini medicali acquisite sul paziente per poter “virtualizzare” il corpo umano e l’organo di interesse in una fase pre-operatoria. La virtualizzazione del paziente viene poi “tradotta” grazie a tecnologie di realtà aumentata in modelli olografici realmente 3D e navigabili a 360°. Come funziona la tecnologia che avete sviluppato? La tecnologia sviluppata, e che rappresenta il cuore di Artiness, è costituita da algoritmi e software proprietari che permettono di estrarre informazioni da immagine medicali quali TAC, Risonanza Magnetica, ecografie, per ottenere modelli 3D dell’organo di interesse con elevata accuratezza. Vengono infatti ricostruiti particolari anatomici con risoluzione millimetrica, ovvero senza perdere dettagli rispetto ai dati medicali di partenza; questo è garantito dalla efficienza degli algoritmi sviluppati, che preservano la qualità del dato di partenza, e dalla possibilità di unire e fondere insieme diverse tipologie di dati per accrescere il contenuto di informazioni a disposizione. 40 | Innovazione e tecnologia Il team di Artiness
  • 41. Qual è l’obiettivo del progetto? L’obiettivo principale del progetto è quello di fornire al chirurgo uno strumento di pianificazione dell’intervento e di esecuzione in sala operatoria, in grado di rendere il chirurgo più consapevole nella gestione della terapia, minimizzare l’insorgenza di complicazioni e migliorare gli outcome sul paziente. Artiness vuole diventare la nuova tecnologia della sala operatoria, fornendo al paziente del futuro il miglior trattamento possibile grazie al supporto “olografico” 3D fornito al chirurgo. Quali sono i punti di forza? I principali punti di forza sono rappresentati dall’unicità degli algoritmi e della piattaforma software sviluppata: la virtualizzazione del paziente risulta essere di altissima qualità, accurata e anatomicamente completa. Attualmente, in particolare, la tecnologia è matura e applicabile in ambito cardiaco- cardiochirurgico, ma trova un punto di forza ulteriore nella possibilità di essere applicata in altri settori e ambiti clinici, quali la gastro- enterologia, l’oncologia e la neurologia. Dove viene utilizzata attualmente la vostra tecnologia? Ci sono delle strutture in particolare? La tecnologia Artiness è attualmente in fase di sperimentazione presso alcune strutture cliniche di riferimento a livello italiano ed europeo; tra queste, IRCCS Policlinico San Donato, IRCCS Ospedale San Raffaele, l’Istituto Europeo di Oncologia, IRCCS Centro Cardiologico Monzino. Queste sono strutture estremamente attive in ambito di innovazione tecnologica e permettono quindi di sperimentare gli strumenti, ottenendo risultati clinici divulgabili su riviste scientifiche di spessore internazionale. healthonline.it | 41
  • 42. In primavera avete vinto Action per 5G, il bando di Vodafone dedicato a startup, PMI e imprese sociali che vogliono contribuire con le loro idee innovative allo sviluppo del 5G in Italia, recentemente anche l’edizione italiana dell’Open Innovation Contest, organizzato da NTT Data e lei è stato inserito da nella classifica degli startupper più influenti del 2020 da BizPlace. Quali sono i prossimi step? A cosa punta Artiness? Il 2020 è stato un anno molto complesso, principalmente a causa della emergenza da pandemia COVID-19, ma paradossalmente estremamente positivo per il nostro progetto. Abbiamo raggiunto moltissimi traguardi, ma soprattutto, abbiamo visto crescere in modo significativo l’interesse, l’attenzione e la voglia di innovazione nel nostro Paese e nel settore medicale; quindi, vogliamo che il 2021 sia una prova di questa crescita e che possa portarci ancor più vicini alle esigenze dei nostri clienti e utilizzatori finali. Per questo, i nostri prossimi step sono innanzitutto di certificazione della piattaforma che stiamo sviluppando come Dispositivo Medicale, così da poter immettere ufficialmente sul mercato il nostro primo prodotto; questo dovrà essere accompagnato da ulteriore sperimentazione clinica, quindi intensificheremo le attività presso gli ospedali per validare e testare le nostre tecnologie; in ultimo, cresceremo come team, integrando nuove competenze e risorse, per poter affrontare il mercato e portare la nostra tecnologia e i nostri prodotti sempre con un elevato livello di qualità e affidabilità. In che modo, secondo lei, il 5G potrà influire sul settore sanitario? Cosa ci possiamo aspettare nei prossimi anni? Sicuramente il 5G abiliterà diversi ambiti di innovazione nel settore sanitario: in primis, l’uso di strumenti di machine learning e big data.Miimmaginoquindiunaevoluzioneverso sistemidianalisidilaboratorio,cartellecliniche, monitoraggio in corsia e ambulatoriale in real- time con interconnessioni su base regionale e nazionale. Inoltre,lavelocitàesoprattuttolasicurezza del 5G permetteranno di innovare le infrastrutture IT ospedaliere, integrando soluzioni di remotizzazione dei servizi quali teleradiologia e telemedicina. In ultimo, permetterà di integrare soluzioni innovative di accesso remoto in modo capillare sul territorio nazionale, permettendo all’ospedale di diventare un centro di connessione e comunicazione verso l’esterno e abbandonando lo status quo di centri specializzati ma isolati. Con la pandemia sempre di più si sente parlare di sanità digitale e telemedicina. Ma il nostro Paese è pronto a fare un investimento in tal senso? A parer mio, bisogna prima definire cosa si intende per essere “pronti”. Nessun paese puòdefinirsi“pronto”perimplementaresu larga scala una rivoluzione tecnologica di questo tipo; presuppone una infrastruttura di rete ad elevate performance, processi interni agli ospedali ben validati, predisposizione dei professionisti e, più importante, la consapevolezza del beneficio clinico di questi strumenti per il paziente. Non si può avere tutto, né tutto insieme; la cosa importante è l’intenzione di lavorare su queste tematiche e l’interesse degli “stakeholders” nei confronti dell’innovazione digitale e “tele/remota”: questo aspetto più culturale esiste in Italia e sta crescendo notevolmente, promettendo quindi una evoluzione importante per i prossimi anni. 42 | Innovazione e tecnologia
  • 43. ABBIAMO LA RISPOSTA PRONTA Health Assistance fornisce le soluzioni più qualificate in ambito di salute integrativa, servizi sociali e assistenza sanitaria, per privati e aziende. Siamo un Service Provider indipendente sul mercato dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, nel comparto del Welfare Aziendale e privato. Per offrirti il meglio, abbiamo stipulato accordi e convenzioni con le più accreditate Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di Assicurazione, nonché Cooperative, Società di Servizi, strutture sanitarie e liberi professionisti. Per i servizi sanitari e socio assistenziali, anche domiciliari: Numero Verde: 800.511.311 Numero dall’estero: +39 06 90198080 Health Assistance S.C.p.A. c/o Palasalute Via di Santa Cornelia, 9 00060 Formello (RM) Per le strutture del Network o a coloro che intendano candidarsi al convenzionamento Ufficio Convenzioni: 06.9019801 (Tasto 2) email: network@healthassistance.it www.healthassistance.it
  • 44. 44 | Lo specialista risponde Intervista all’Endocrinologo Gianluca Bartolomei Un FITWALKER per DIABETICO, in Italia si fa spazio la CAMMINATA VELOCE DI GRUPPO LO SPECIALISTA
  • 45. RISPONDE healthonline.it | 45 Muoversi fa bene, sempre. Si chiama fitwalking e rappresenta l’ultima pratica frontiera della lotta al diabete sempre più diffusa in Italia, soprattutto in grandi città come Milano, Roma, Bologna, Torino, Bari, e da poco approdata anche nelle Marche e in Calabria. La finalità di questa nuova pratica sportiva, che consiste in una camminata potenziata che chiama a raccolta diversi muscoli del corpo umano, è di abituare i pazienti diabetici a un movimento costante, rapido e, perché no, a contatto con il paesaggio. La parola chiave è “armonia” e di fatto di questo si tratta. Il fitwalking assicura al corpo precisi benefici come la riduzione della massa grassa, soprattutto quella più pericolosa che si accumula sull’addome, l’aumento della sensibilità all’insulina, la riduzione della pressione arteriosa, dell’emoglobina glicata, del colesterolo cattivo LDL, dei trigliceridi. “I risultati complessivi di questi effetti – garantisce Gianluca Bartolomei, Medico specializzando in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso la UOC Diabetologia di Siena – sono una riduzione della mortalità per cause cardiovascolari e il calo della mortalità in generale. di Alessandro Notarnicola
  • 46. Dott. Gianluca Bartolomei Medico specializzando in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso la UOC Diabetologia di Siena 46 | Lo specialista risponde Dottore, quanto è importante il movimento fisico se parliamo di diabete? Tutti, inclusi i diabetici, traggono beneficio dall’essere fisicamente attivi: diversi studi dimostrano infatti come l’esercizio fisico continuativo sia associato alla riduzione della mortalità cardiovascolare e generale. Regolare attività motoria, quindi, viene raccomandata, con le dovute specifiche, a tutti i pazienti diabetici indipendentemente dalla tipologia di malattia (diabete mellito tipo 1, tipo 2 o diabete gestazionale). Nei pazienti affetti da diabete mellito tipo 2 vengono raccomandati 150 minuti a settimana di attività sportiva moderata/intensa o, in alternativa, 75 minuti a settimana di esercizio vigoroso: la pratica deve essere almeno trisettimanale e non ci devono essere due giorni consecutivi di inattività. Parimenti, alle donne con diabete gestazionale è consigliato esercizio prevalentemente aerobico della durata di 20 o 30 minuti da praticarsi il più frequente possibile, anche quotidianamente. Anche nei pazienti con diabete mellito 1 si consiglia l’esercizio ginnico. Dal momento che in questi pazienti la risposta glicemica all’esercizio è variabile (ipoglicemie durante e dopo l’esercizio, ipoglicemie tardive prevalentemente notturne, iperglicemie paradosse) sono richiesti differenti tipi di aggiustamento insulinico e integrazione con carboidrati: si sfrutta la tecnica “Trial to error” che adatta sartorialmente lo schema di terapia al singolo sulla base delle precedenti esperienze. Da questo presupposto si sta sviluppando sempre di più l’idea di un corso destinato a persone diabetiche per creare la figura del paziente esperto in fitwalking. Ritiene possa essere efficace? Assolutamente.Sièosservatocomeunadeguatocounseling sia necessario per l’efficacia a lungo termine. Importante è anche il supporto di trainers appositamente formati. Vista la non semplice gestione dell’attività motoria nei pazienti con diabete mellito 1 sono utili programmi di attività praticata in gruppo: la figura di un “fitwalker”, all’interno del gruppo potrebbe aiutare a migliorare le conoscenze e aumentare la consapevolezza anche degli altri pazienti.
  • 47. In che modo potrebbe essere contrastato il diabete? L’esercizio esplica in molti versi un ruolo positivo nel contrastare il diabete: migliora il controllo glicemico, favorisce il mantenimento di un peso corporeo ottimale, riduce il rischio cardiovascolare, contrasta l’epatosteatosi e l’osteoporosi senile e postmenopasuale, miglioralaqualitàdivitapercepitaeottimizzailrapportocosto/beneficiodellaterapia.Nelle donne affette da diabete gestazionale l’esercizio migliora il compenso e limita l’eccessivo incremento ponderale materno e la macrosomia fetale. Praticare sport inoltre, nei pazienti affetti da diabete mellito 1 affina la capacità di autocontrollo contribuendo nel cronico ad una migliore gestione del diabete. healthonline.it | 47 Quali fasce anagrafiche sono interessate maggiormente dal diabete e per quale ragione? Il diabete mellito è una malattia metabolica complessa caratterizzata da elevati livelli ematici di glucosio. Esistono vari sottotipi didiabeteasecondadellacausascatenante: il Diabete Mellito di tipo 1 è il risultato di una distruzione immunomediata delle βcellule pancreatiche producenti insulina mentre gli altri tipi di diabete sono legati a resistenza all’insulina e/o a deficit insulinico. Il Diabete Mellito 1 rappresenta il 5% di tutte le forme di diabete, il Diabete Mellito 2 il 90% e tutte le altre forme di diabete rappresentano il restante 5%. La prevalenza di diabete è raddoppiata negli ultimi 30 anni: questo è da associarsi all’aumento di incidenza di obesità e all’invecchiamento della popolazione. Più del 50% dei pazienti con diabete ha un’età maggiore di 65 anni mentre solo il 4% dei pazienti ha età inferiore ai 35 anni. Obesità e sedentarietà sono rilevanti fattori di rischio. Tra i 45-64enni la percentuale di persone obese che soffrono di diabete è al 28,9%pergliuominieal32,8%perledonne (per i non diabetici rispettivamente 13,0% e 9,5%). Nella stessa classe di età il 47,5% degli uomini e il 64,2% delle donne con diabete non praticano alcuna attività fisica. Quali fasce anagrafiche sono più propense a combattere l’aumento di zuccheri praticando attività motoria? Una recente indagine del GAF “Diabete e attività fisica” ha evidenziato come circa il 90 % dei pazienti con diabete mellito 2 ritenga possibile migliorare la propria salute con l’attività fisica. Tuttavia solo il 26,5% dei pazienti diabetici pratica sport. Le barriere percepite sono il senso di inadeguatezza fisica, la mancanza di tempo e la pigrizia. Sono i pazienti di giovane età quelli più propensi a praticare attività fisica: sono positivamente correlati all’esercizio motorio un livello culturale elevato, l’assenza di barriere motivazionali, un buon grado di salute percepita e di prestazioni attese.
  • 48. 48 | Benessere Lo SPORT lockdown ai tempi del Le palestre “riprogrammano” la ripartenza La parola all’atleta Andrea Carpi BENESSERE
  • 50. 50 | Benessere Riprogrammare le proprie abitudini e ripensare alla quotidianità in chiave restrittiva in vista di una prossima ripartenza. Nel corso di questi mesi di vera emergenza e, in modo specifico,in pieno lockdown, gli italiani hanno dovuto fronteggiare una situazione di crisi sanitaria inedita e del tutto fluida in cui cultura, sport, scuola, economia hanno subìto un fermo perentorio per poi ripartire gradualmente e a singhiozzi. Tra i settori maggiormente resilienti c’è lo sport:gliimpiantisonochiusi,gliallenamentisospesietutte le manifestazioni e competizioni sportive rinviate a data da destinarsi. Tuttavia, la parola chiave è “riprogrammare”: stando a un’indagine svolta da “Sport e Salute”, in collaborazione con SWG, il 61% delle organizzazioni sportive afferma di aver ripensato la propria attività e il 39% ha adottato nuovi strumenti comunicativi oltre che ulteriori strumenti di lavoro. Del resto è stata proprio l’attività motoria fai da te o a distanza a distrarre gli italiani costretti entro le mura domestiche perché orfani di affetti, lavori e delle abitudini serali di svago. Web conference, workout in diretta sui social, allenamenti tra coinquilini, riscaldamento improvvisato sul momento e carta e penna, per riorganizzare la ripartenza. È maggioritaria la quota di italiani che ha comunicato di essersi mantenuta attiva durante il lockdown, con l’obiettivo di trarne beneficio sia mentale (58%) che fisico (58%). Inoltre, è sempre la maggioranza degli intervistati ad affermare l’importanza di tenersi attivi in pieno fermo nazionalecosìcomeadichiararediavercoltol’occasioneper trovare nuove modalità di movimento. In più, solo un terzo del campione afferma di essere stato più attivo durante il lockdown che in tempi ordinari (37%). In questo contesto Andrea Carpi, atleta riminese di 33 anni e fondatore della “PalestraPride”, si è reinventato – nonostante le evidenti e impreviste difficoltà – per poter dare la possibilità ai suoi clienti di proseguire ad allenare il proprio corpo, restrizioni e pandemia a parte. Preparatore ed educatore alimentare, per Carpi l’attività motoria è tutto. Cresciuto in una palestra e esperto in arti marziali sin da adolescente, è vincitore del titolo italiano ADCC e in pieno lockdown si è aggiudicato il titolo di Campione del Nord Italia. Andrea Carpi Atleta, vincitore del titolo italiano ADCC e fondatore della “PalestraPride” di Alessandro Notarnicola
  • 51. healthonline.it | 51 Andrea Carpi, lei è la dimostrazione che con tenacia i risultati possono essere raggiunti anche se l’attuale contesto non lo consente... La crisi sanitaria richiama tutti a essere più prudenti per la tutela della saluta pubblica ma certo non ci induce a un ‘lockdown’ della nostra quotidianità. Quando, nel dicembre 2019, i media affrontavano timidamente la notizia di un virus originato in Cina ero poco consapevole di quello che di lì a pochi mesi avremmo dovuto affrontare. Gradualmente tutte le attività hanno subito uno stop, centri sportivi, impianti e palestre hanno chiuso le porte rinviando tutti a una futura, seppur non definita, riapertura. Come preparatore atletico da subito ho cercato di cogliere le opportunità di questa nuova condizione anche se non sono tra coloro che hanno promosso allenamenti ‘fai-da-te’. Lo sport è fondamentale sia dal punto di vista psicologico che fisico se fatto bene e se seguito da professionisti qualificati. Non è così scontato proporre lezioni online con bottigliette d’acqua ed elastici. È MAGGIORITARIA LA QUOTA DI ITALIANI CHE HA COMUNICATO DI ESSERSI MANTENUTA ATTIVA DURANTE IL LOCKDOWN, CON L’OBIETTIVO DI TRARNE BENEFICIO SIA MENTALE CHE FISICO
  • 52. Non solo casa, però. In molti hanno riscoperto l’attività motoria all’aperto, in spiaggia, nei parchi cittadini. Come è cambiato il rapporto sport-natura in quest’ultimo anno? Penso che tutti abbiano tratto particolari benefici da questi mesi di chiusura e di fermo generale. Nel corso della primavera tutti ci siamo reinventati e tutti hanno investito in attività alle volte trascurate. Tra queste c’è anche lo sport. Curare la propria forma fisica in un momento che ci induce alla sedentarietà è essenziale. Potersi allenare all’aperto, a contatto con la natura, è invece un valore aggiunto non trascurabile soprattutto se in riferimento ai contesti metropolitani in cui è sempre più difficile poter godere del verde pubblico. Crisi sanitaria e conseguente emergenza economica. Sono tante le difficoltà affrontate anche dai gestori delle palestre. Ad esempio? Il periodo ha rappresentato una grande sfida per le organizzazioni sportive. La metà delle realtà del settore si è sentito pronto ad affrontarlo. Ci manca il sostegno che è stato più volte promesso e garantito. Non sono poche le volte in cui noi gestori delle palestre e dei centri sportivi ci sentiamo figli di un Dio minore. I ristori governativi non li abbiamo ricevuti ma mensilmente dobbiamo far fronte al pagamento delle utenze, dei canoni di locazione degli immobili che gestiamo e in tutto questo dobbiamo rispondere alle richieste dei nostri abbonati che non hanno potuto usufruire del servizio per cui hanno pagato. 52 | Benessere Che valenza ricopre lo sport e qual è il suo ruolo in un momento difficile come l’attuale? Non c’è benessere senza sport e non c’è crescita personale senza socializzazione. Lo sport rappresenta una palestra di vita per tutte le fasce di età e a maggior ragione per i nostri figli, a cui è stato chiesto un sacrificio enorme: rinunciare alla propria quotidianità. Lo sport, così come la didattica in presenza, sono venuti a mancare da subito e i nostri ragazzi hanno dovuto rinunciare a buona parte delle loro giornate. Con l’avvio della stagione estiva le palestre si sono dotate di nuovi servizi e buona parte dei gestori hanno garantito ai propri abbonati una prosecuzione delle attività all’aperto rispettando le distanze previste dalle norme attualmente in vigore e tutte le misure atte ad arginare la diffusione del virus. Svolgo attività motoria sin da adolescente, l’esercizio fisico è una costante nella mia vita e oggi poterlo promuovere, divulgando la sua importanza, è fondamentale al fine di creare un nuovo tipo di cultura del movimento che dovrebbe entrare in tutte le case e che dovrebbe essere maggiormente incentivata a livello governativo. 52 | Benessere
  • 53. healthonline.it | 53 SIMPLY AHEAD Il mondo è in piena trasformazione digitale H-Digital è il partner giusto per chi vuole distinguersi e dare visibilità al proprio business perché è in grado di garantire ai propri clienti la realizzazione di progetti “end to end” e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche adatte alle singole esigenze e dimensioni di impresa, con un time to market ridotto e una ottimizzazione dei costi di realizzazione. H-Digital è un interlocutore unico con cui generare valore, l’alleato ideale per conquistare rapidamente visibilità e generare interesse sul mercato digitale.
  • 54. 54 | Benessere SMART WORKING: dai rapporti con i colleghi agli orari, come LAPANDEMIAHACAMBIATO IL MONDO DEL LAVORO BENESSERE
  • 56. 56 | Benessere Maura Pistella La condizione di emergenza nazionale dovuta alla pandemia di Covid-19 sta avendo un grande impatto sulla salute psicologica di tutta la popolazione e ad oggi il contenimento della diffusione del virus non è ancora definitivamente risolto. Questo stato di “attenzione”, ci ha reso più consapevoli dell’importanza della nostra salute. Se da un lato la letteratura scientifica ha osservato vissuti di stress, paura e ansia elevati durante la pandemia, dall’altro la natura dell’uomo spinge ad un adattamento funzionale, attraverso la “Resilienza”, che è la nostra capacità di reagire proattivamente agli stimoli negativi generati dalle quotidiane situazioni avverse. IlCenterforDiseasControlandPrevention2020evidenziacome la reazione allo stress di una persona può variare nel tempo, a seconda delle circostanze, e tali differenze possono essere influenzate dalle esperienze, dalla personalità e dal proprio contesto sociale. Nell’attuale stato di emergenza viviamo una condizione unica e sappiamo che le cose non torneranno come prima, almeno non a breve. Tutti noi oggi dobbiamo essere flessibili per adattarci a circostanze che cambiano velocemente, tollerando un certo grado di incertezza. La comprensione dell’evento aiuta a gestirlo in termini di strategie costruttive che possono aiutarci a fronteggiarlo. Sarà proprio questa elaborazione che ci permetterà di trovare il significato a questo momento della nostra vita. Le ricerche scientifiche indicano quale strumento per affrontare al meglio la pandemia e riacquistare lo stato di benessere il saper trovare un aspetto positivo nel problema reale e sapersi adattare con flessibilità alle situazioni proposte, la stessa che ha cambiato il nostro lavoro, facendoci rimanere in casa in modalità “smart working”, permettendoci di ridurre i rischi di contagio e facendoci sentire al “sicuro”. Lavorare da casa frequentemente significa immergersi totalmente nelle proprie attività, perdendo la cognizione del tempo e del contesto in cui ci si trova. Spesso il pc, il tablet o lo smartphone, con cui si opera, rimangono perennemente accesi, da quando ci si sveglia a quando si va a dormire la sera, generando dei seri problemi correlati all’“ansia” rispetto ai risultati lavorativi ottenuti e alle eventuali richieste in arrivo. di Maura Pistella - Psicologa del lavoro*
  • 57. healthonline.it | 57 L’esposizione prolungata dei lavoratori a fattori “stressogeni” può rappresentare fonte di rischio per la salute degli individui, siano essi di tipo psicologico, quali ansia, depressione, sia prettamentefisici,qualiemicranie,dolorimuscolari,abbassamentodelledifeseimmunitarie, con conseguenze anche sulla riduzione dell’efficienza lavorativa, sia essa in presenza o da remoto. In alcuni casi si potrebbe facilmente rilevare una sindrome da Workaholism, si tratta di una sindrome camaleontica, che si mimetizza con facilità, in quanto, da parte del lavoratore si instaura una vera dipendenza da lavoro, rilevandosi una risorsa umana molto produttiva. Bisogna quindi fare attenzione nel lavorare da casa, in solitudine, per evitare il generare di una sorta di disorientamento e affaticamento mentale. *Psicologa clinica, specializzata in psicologia del Lavoro e sviluppo risorse umane, Consulente sessuale iscritta alla Federazione Italiana Sessuologia Scientifica (FISS). Dal 2020 Responsabile dello Sportello di ascolto presso Health Italia e docente progetti formativi Welfare aziendale Health Italia. Per poter diminuire i rischi di stress ci sono alcuni semplici accorgimenti, come definire i ritmi di continuità lavorativa e stabilire delle pause programmate, creando un ciclo lavorativo come in ufficio. È consigliabile utilizzare le pause per svolgere brevi attività pratiche che non impegnino la componente intellettiva, meglio sarebbe poter fare degli esercizi fisici per contrastare la sedentarietà. Lavorando davanti a uno schermo è bene anche defaticare periodicamente la vista. Queste abitudini aiutano al mantenimento della concentrazione e prevengono cefalee da tensione che spesso si associano ad un’attenzione protratta. Occorre pensare anche alle relazioni, ad oggi vissute in modo frustrante in un clima di sospetto e di evitamento dovuto alla paura di contagio, nonché alle normative che ci obbligano a ridurre i contatti sociali, creando un mondo relazionale sempre più virtuale. Il lockdown ha esposto tutti agli stessi rischi e pericoli dando modo ad ognuno di noi di sperimentare la condivisione di solidarietà e sostegno reciproco. Il tutto richiede anche una particolare attenzione da parte delle aziende, che possono attivare sportelli di ascolto psicologico e strumenti di welfare. Dobbiamo tornare ad abitare le relazioni in ufficio prendendoci cura dei colleghi, degli spazi, delle attività di lavoro in un concetto di collaborazione e innovazione.
  • 58. PARLIAMO DI ...viol VIOLENZA DONNE 58 | Parliamo di...violenza sulle donne La disperazione tra le ai tempi del Covid-19 la sulle mura domestiche:
  • 59. olenza sulle donne healthonline.it | 59 Minacce, stupri, offese, umiliazioni, stalking, omicidio. Sono letante,diverseeorribilifaccedellaviolenzacontroledonne. Si tratta di un fenomeno sempre troppo attuale che purtroppo non accenna a diminuire. Nel mondo ne è vittima una donna su tre, mentre in Italia, secondo i dati Istat, il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Il Rapporto Istat 2018 sulle vittime di omicidi certifica che il 54,9% degli omicidi di donne sono commessi da un partner o ex partner, il 24,8% da parenti, nell’1,5% dei casi da un’altra persona che la vittima conosceva (amici, colleghi, ecc.). Oltre che un gesto ignobile e una violazione dei diritti umani, la violenza contro le donne rappresenta anche un grave problema di salute pubblica. Sono tantissime e devastanti le conseguenze, anche a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della donna che subisce una violenza. Certo, ci sono i lividi, le fratture. I rischi di una gravidanza non voluta, di una qualche malattia come l’AIDS. Ma ci sono tante altre conseguenze, gravissime, molto meno visibili. L’isolamento, il completo abbandono di se stesse, della propria salute, dei figli, del lavoro. Gli attacchi d’ansia, la depressione. Spesso si entra nel tunnel dell’alcol, dei troppi farmaci, della droga, per non pensare, per dimenticare. Per non parlare delle conseguenze su eventuali bambini testimoni delle violenze, traumatizzati e segnati dal senso di colpa per non essere riusciti a proteggere la propria mamma. di Mariachiara Manopulo
  • 60. 60 | Parliamo di...Covid-19 Spesso, paradossalmente, le vittime devono subire anche i pregiudizi negativi, che le colpevolizzano e spesso quasi giustificano gli aggressori. La vittima dello stupro era ubriaca, o portava un abito succinto. La donna picchiata e vessata probabilmente non è una brava moglie…e se il marito è un violento perché non lo lascia? Pregiudizi inutili e stupidi che in tutti questii anni hanno contribuito alla sottovalutazione del fenomeno. Ciò che è spesso mancato, in realtà, è un vero supporto all’interno della società, che ancora, forse, è dalla parte delle donne solo a parole. Purtroppo, con l’avvento della pandemia e tutto ciò che questo ha comportato, le angherie e le violenze si sono moltiplicate. Essere costretti in casa in questo momento di grande stress, soprattutto in situazioni di forte disagio sociale, con la perdita del lavoro o problemi economici, aumenta sicuramente il rischio di violenze. Chissà quanti saranno stati in questi mesi i bambini testimoni di episodi di violenza, di grida, minacce, insulti, percosse, senza possibilità di uscire di casa, di scappare. CHISSÀ QUANTI SARANNO STATI IN QUESTI MESI I BAMBINI TESTIMONI DI EPISODI DI VIOLENZA, DI GRIDA, MINACCE, INSULTI, PERCOSSE, SENZA POSSIBILITÀ DI USCIRE DI CASA, DI SCAPPARE 60 | Parliamo di...violenza sulle donne
  • 61. Alle donne manca la possibilità di uscire, di chiedere aiuto nell’unico momento e luogo in cui potrebbero farlo, fuori di casa. Parimenti, anche il partner è sempre in casa: le possibilità di chiamare, di sfogarsi, sono davvero ridotte al minimo. Anche nei mesi di lockdown, il numero 1522 antiviolenza e stalking, i centri antiviolenza e le case rifugio sono rimasti attivi, pur con tutte le difficoltà del caso. E per fortuna: sono state 5.031 le chiamate al 1522 dal 1 marzo al 16 aprile 2020, il 75% in più rispetto allo stesso periodo del 2019, come indicato sempre dall’Istat e tra marzo e giugno 2020 il numero delle richieste, telefoniche e via chat, è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280. Secondo il VII Rapporto Eures sul “Femminicidio in Italia”, uno degli aspetti più rilevanti nell’analisi del fenomeno nei primi 10 mesi del 2020 riguarda proprio la “correlazione tra convivenza e rischio omicidiario”. Purtroppo, in questi mesi sono emersi tutti i limiti delle strutture che dovrebbero prendersi cura delle vittime e offrire supporto, i centri antiviolenza, i servizi sociali, i tribunali. A causa della mancanza di finanziamenti, di strumenti inadeguati, di carenza di personale, spesso poi non ben formato. Action Aid ha lanciato a novembre la campagna “Call for Margherita”, per raccogliere fondi e contribuire così ad offrire una strumentazione migliore per la lotta a questo terribile fenomeno. Perché Margherita? Lo scorso agosto, per salvarsi dalle angherie del compagno, una donna ha chiamato la polizia, fingendo di ordinare una pizza. L’agente ha compreso la richiesta di aiuto e l’uomo è stato arrestato. Ma davvero bisogna ricorrere a questi stratagemmi per essere aiutate? Quante sono le richieste che non vengono capite? Quante donne non trovano aiuto? Servono sicuramente strumenti migliori e una rete di protezione più ampia e capillare. Per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale, il 25 novembre di ogni anno, dal 1999, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Onu in quella data per ricordare l’omicidio di tre sorelle che avevano lottato contro il regime dittatoriale della Repubblica Dominicana. healthonline.it | 61
  • 62. Nel 2020 UN Woman, l’organizzazione delle Nazioni Unite dedicata all’uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne, per l’occasione ha promosso la campagna UNiTE 2020, con il tema “Orange the world: Fund, Respond, Prevent, Collect!” - “Colora il mondo di arancione: Finanzia, Rispondi, Previeni, Raccogli”, che ha dato inizio a 16 giorni di iniziative conclusasi il 10 dicembre con la Giornata internazionale dei diritti umani.Sonostatetanteleiniziative,intuttaItaliaenelmondo,percelebrarelagiornata e sensibilizzare l’opinione pubblica. Dobbiamo però ricordarci, tutti, che il rispetto delle donne deve essere sacro non solo nel mese di novembre. Sempre, ogni giorno dell’anno. Ci deve essere un cambio radicale della mentalità, a partire dall’educazione dei più giovani, a scuola e in famiglia. Qualsiasi forma di violenza e di discriminazione, ormai, non può e non deve essere più accettata. A CHI RIVOLGERSI IN CASO DI VIOLENZA • Consultori • Centri antiviolenza • Telefono rosa antiviolenza e anti stalking 1522 • App 1522, disponibile su IOS e Android, che consente alle donne di chattare con le operatrici. È possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti violenza e anti stalking 1522 • App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche • Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza • Farmacie, per avere informazioni se non è possibile contattare subito i Centri antiviolenza o i Pronto soccorso • Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se si è subita violenza sessuale. Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00. Si può accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it • 112. Chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare: • in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica; • se si è vittima di violenza psicologica; • se si sta fuggendo con i figli (si evita in questo modo una denuncia per sottrazione di minori); • se il maltrattante possiede armi. (Fonte: Ministero della Salute) 62 | Parliamo di...violenza sulle donne
  • 63. make it You Y Scatena il tuo benessere. Entra in Be Health. Be Health è un percorso concreto e coinvolgente per raggiungere l’indipendenza personale e professionale attraverso una concreta opportunità di business meritocratico, con un solido Gruppo alle spalle. Un percorso che inizia con la cura di se stessi e la ricerca di uno stile di vita sano e ispirato al ‘made in Italy’ fino all’unione di tante persone che hanno in comune la volontà di costruire la propria dimensione di benessere. Un vero e proprio Community Network dove poter scatenare e riscoprire il tuo naturale benessere. Scopri di più su www.behealthglobal.com
  • 64. Mutua MBA c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9 - 00060 - Formello (RM) Tel. +39 06 90198060 - Fax +39 06 61568364 - www.mbamutua.org