1. IL PERIODICO DI INFORMAZIONE SULLA SANITÀ INTEGRATIVA
HEALTH
IN EVIDENZA
dicembre 2014 - N°4
2. COMUNICARE, APPROFONDIRE, INFORMARE
a cura dell’Ing. Roberto Anzanello - Direttore responsabile
FECONDAZIONE ETEROLOGA:
ORA SI PUÒ?
a cura di Alessandro Brigato
LA SCLEROSI MULTIPLA
a cura di Manuela Fabbretti
I TAGLI ALLA SANITÀ
a cura di Alessio Lupaccini
DIABETE: RICERCA MEDICA E STAMINALI
a cura di Alessandro Brigato
EDITORIALE pag. 1
SOMMARIO
IN EVIDENZA pag. 2
pag. 4
pag. 5
HEALTH ONLINE
PERIODICO BIMESTRALE DI
INFORMAZIONE SULLA SANITÀ
INTEGRATIVA
Anno 1° - Dicembre 2014 - N°4
DIRETTORE RESPONSABILE
Ing. Roberto Anzanello
DIRETTORE EDITORIALE
Massimiliano Alfieri
COMITATO DI REDAZIONE
Manuela Fabbretti
Fabio Vitale
Luciano Dragonetti
REDAZIONE E PRODUZIONE
Fabio Vitale
DIREZIONE E PROPRIETÀ
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Via di Santa Cornelia, 9
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REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE
CIVILE DI ROMA
N° 29 del 10 Marzo 2014
IMAGINAZIONE E GRAFICA
Fabio vitale
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HEALTH
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3. Ormai chiara a tutti è la situazione di crisi che l’Italia sta
attraversando, su tutti i fronti e settori, ma specialmente
anche in termini di sanità e di Welfare. Con le politiche
di White Economy, il riassetto delle strutture sanitarie
ed i tentativi di integrazione e fluidità delle pratiche di
assistenza e prevenzione che lo Stato sta tentando di
applicare si continuano a percepire, in tutto il territorio
nazionale, grandi dissensi da parte dei cittadini nei
confronti del nostro SSN apparentemente in sovraccarico
e rallentato.
Nonostante gli sforzi di razionalizzazione dei costi e delle
spese che il Governo sta cercando di attuare veniamo
continuamente bombardati di notizie dissonanti che
creano confusione tra i cittadini e rendono di difficile
comprensione ciò che davvero sta accadendo.
Da un lato sentiamo parlare di tagli alla sanità, limitazione
dei fondi per le spese sanitarie, regioni in difficoltà e
ospedali in sovraffollamento, mancanza di posti letto e
carenza di personale ospedaliero, dall’altro riscontriamo il
grande tasso di disoccupazione giovanile e non, che negli
ultimi anni ha raggiunto picchi elevatissimi.
Viene qui spontaneo chiedersi: quali prospettive di
sviluppo ci sono nei prossimi anni? Il Welfare sanitario
Italiano sopravvivrà alla crisi? Come faranno i cittadini a
provvedere alla propria salute vista la continua limitazione
delle offerte del SSN alla domanda di assistenza sanitaria
del paese?
Certo è che, senza un’adeguata analisi di tutte le
soluzioni, sembra impossibile risolvere la situazione, ma
il nostro paese gode di grandi risorse che potrebbero
fornire supporto alle mancanze del sistema statale, come
integrazione a sostegno delle necessità espresse dei
cittadini e in un ottica di sviluppo dell’economia stessa.
Un aspetto importante che emerge dagli studi effettuati e
dalle ricerche di settore, è proprio quello della mancanza
di informazione e comprensione da parte del pubblico,
degli strumenti alternativi che oggi il Paese mette a
disposizione.
Dando uno sguardo rapido al panorama sanitario, le
alternative sulle quali focalizzare l’attenzione sono tutte le
strutture in grado di offrire servizi e risorse professionali
qualificate ad integrazione di quelle pubbliche, ovvero le
Mutue, i Fondi e le Casse sanitarie.
Queste sono dislocate su tutto il territorio nazionale,
abbattendo così la differenziazione di qualità di servizi
oggi presente tra Nord e Sud, e collaborano con le
migliori strutture mediche professionali delle proprie
zone di appartenenza, dando un’adeguata risposta alle
richieste di servizi e prestazioni del cittadino, spesso a
prezzi agevolati e convenienti, abbattendo i lunghi tempi
di attesa che si prospettano invece davanti alle prestazioni
sanitaria del SSN.
Informazione, approfondimento e comunicazione quindi
sono principali ed essenziali aspetti sui quali bisogna
lavorare, per dare modo a tutti gli utenti di comprendere e
conoscere in un’ottica specifica tutte le alternative possibili
per sopperire alle esigenze, nonché ai diritti costituzionali,
di cura e assistenza per la propria salute e quella di tutta
la famiglia.
Health OnLine, coerentemente con la propria filosofia
editoriale, persegue costantemente e coerentemente
questi obiettivi: comunicarvi, approfondire ed informarvi
per consentirvi di avere una visione corretta della
situazione sanitaria del paese.
di Roberto Anzanello
COMUNICARE, APPROFONDIRE, INFORMARE
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4. FECONDAZIONE ETEROLOGA:
ORA SI PUÒ?
Si dice che non si dovrebbe abbandonare questo
pianeta e questa vita senza aver piantato un albero e
lasciatounfiglio,forseperchéscopoultimodell’esistere
è trasmettere alle generazioni successive qualcosa di
nostro, testimonianza dell’ “esser passati” e quale
testimonianza migliore di un figlio potremmo mai
donare al mondo?
La procreazione è spesso ambizione comune tra gli
uomini e necessità innata nelle donne, che talvolta
sviluppano il senso materno e la volontà di mettere al
mondo dei figli già in tenerissima età, eppure quello
che più volte è stato definito come un diritto alla vita,
non è prerogativa concessa a tutti in natura e molte
coppie per sopperire a problemi di infertilità o sterilità
ricorrono o vorrebbero ricorrere alla fecondazione
assistita, in particolare l’eterologa ha subito una nuova
apertura in Italia negli ultimi mesi.
Il 9 Aprile di quest’anno, la Corte Costituzionale ammette nuovamente
il ricorso alla fecondazione eterologa in Italia, dichiarando illegittima
buona parte della Legge 40 del 2004, che ne aveva sancito il divieto.
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LA SENTENZA Il 9 Aprile di quest’anno, la Corte
Costituzionale ammette nuovamente il ricorso
alla fecondazione eterologa in Italia, dichiarando
illegittima buona parte della Legge 40 del 2004,
che ne aveva sancito il divieto. La sentenza, scritta
dal giudice G. Tesauro, statuisce infatti come la
determinazione di avere o meno un figlio debba essere
“incoercibile”, ovvero non debba essere in alcun modo
repressa, inoltre tale divieto instaurava, secondo la
Corte, una discriminazione tra le coppie in base alle
loro possibilità economiche, a seconda delle quali si
poteva scegliere di rivolgersi all’estero, nelle cliniche
dei paesi dove questa tipologia di Procreazione Medica
Assistita era ed è ammessa.
Tralasciando quelli che sono problemi e dubbi di
natura etica o morale, la fecondazione eterologa, a
distanza di diversi mesi dalla emissione della sentenza,
5. HEALTH
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sembra però non avere avuto il successo sperato
dai suoi fautori, riscontrando degli impedimenti
che continuano a ostacolarne l’attuazione, dovuta
a limitazioni non più di carattere legale, ma bensì
oggettive, coma la difficoltà a reperire donatori di
spermatozoi e donatrici di ovociti.
La diffidenza nel donare, specialmente per quanto
riguarda l’universo femminile, dove la pratica risulta
molto più invasiva rispetto a quella maschile, è da
ricercaresicuramenteinunaassenzadisensibilizzazione
verso l’argomento, ma più banalmente è da ravvedere
nella assoluta mancanza di compenso prevista per
la donazione, nemmeno a titolo di rimborso spese.
Nel panorama europeo troviamo pareri discordanti
al riguardo: stessa linea di pensiero utilizzata dai
cugini transalpini e rimborsi fino a 2000€ previsti in
Belgio, anche se mediamente viene sempre previsto un
rimborsotrai500ei1000euroeleragionieconomiche
rappresentano quasi la metà delle motivazioni che
spingono le donne a donare.
Per ovviare a questa carenza, sono sempre maggiori
le richieste di gameti rivolte all’estero: il primo a
percorrere questa strada è stato l’ospedale Careggi
di Firenze, ma anche altre realtà private ne stanno
seguendo l’esempio, consapevoli di non poter far
fronte alla domanda con le sole donazioni effettuate
da donne italiane.
Ci sono poi soluzioni alternative volte ad attivare
il meccanismo di donazione, uno di questi è
l’egg-freezing, ovvero il congelamento dei propri
ovociti in giovane età, sia allo scopo di prevenire
problemi futuri di sterilità, sia al fine di posticipare
la maternità in età avanzata, il tutto gratuitamente a
patto si donino metà dei gameti congelati. Un altro
metodo è il gametes crossing, sistema simile alla banca
del sangue, dove si intrecciano e si scambiano i gameti
donati in favore di un’amica o di una conoscente
con quelli di un’altra che abbia fatto lo stesso,
restando così anonime e sconosciute le donatrici alla
destinataria degli ovociti. Infine l’egg-sharing, dove
chi si sottopone alla fecondazione omologa decide di
cedere le cellule in sovrannumero.
Una volta ottenuti i gameti necessari, si va inoltre
incontro ad un altro problema, sempre di natura
economica, ovvero su chi debba farsi carico delle spese
relative alla PMA eterologa e in questo senso il ministro
della Salute Lorenzin ha delegato le singole regioni ad
adottare le proprie linee guida con la conseguenza
che la Lombardia ha introdotto una gratuità parziale
a cui possono accedere solo coppie con determinati
requisiti di infertilità.
Al di là del fattore economico, però, sembra ci sia
una dicotomia evidente tra i due modi di concepire
la maternità: da una parte il forte desiderio di formare
una famiglia e avere il diritto, considerato addirittura
“incoercibile” dalla Sentenza di aprile, di mettere al
mondo dei figli, anche quando la natura non ce ne
ha concesso la possibilità; dall’altro una riluttanza a
cedere a sconosciuti il proprio privilegio, attanagliati
dal dubbio di non poter aver accesso a quella vita che
si è indissolubilmente contribuito a formare.
a cura di Alessandro Brigato
ROLOGA: ORA SI PUO’?
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6. La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa
demielinizzante, cioè con lesioni a carico del sistema
nervoso centrale. Per molti anni è stata considerata una
malattia della materia bianca del sistema nervoso, ma
a seguito di molteplici studi a riguardo si è dimostrato
anche un coinvolgimento della materia grigia.
In questa malattia si verifica una perdita di mielina*
in più aree del sistema nervoso centrale. Queste aree
di perdita di mielina (o «demielinizzazione») sono di
grandezza variabile e prendono il nome di placche.
Alla base della SM dunque vi è un processo di
demielinizzazione che determina danni e la formazione
di lesioni (placche) che possono partire da una fase
infiammatoria iniziale fino all’evoluzione che porta
ad una fase cronica, in cui assumono caratteristiche
simili a cicatrici, da cui deriva il termine «sclerosi».
Nel mondo si contano circa 2,5-3 milioni di persone
affette da SM, di cui 600.000 in Europa e circa 72.000
in Italia. La malattia risulta però distribuita in maniera
non uniforme: infatti si riscontra una maggiore
presenza nelle zone distanti dall’equatore a clima
temperato, in particolare Nord Europa, Stati Uniti,
Nuova Zelanda e Australia del Sud. La prevalenza di
persone affette da SM al contrario sembra avere una
progressiva riduzione con l’avvicinarsi all’Equatore.
Questa patologia può manifestarsi ad ogni età della
vita, ma è diagnosticata principalmente nella fascia
tra i 20 e i 40 anni, mentre le donne risultano essere
colpite in numero doppio rispetto agli uomini. Per
frequenza,èlasecondamalattianeurologicanelgiovane
adulto e la prima di tipo infiammatorio cronico.
LA SCLEROSI MULTIPLA
Le cause purtroppo sono ancora in parte sconosciute,
tuttavia la ricerca ha reso sempre più chiaro il
metodo di azione della malattia, facendo sì che si
potesse arrivare ad una diagnosi e ad un trattamento
precoce che consente alle persone con SM di
mantenere un buono standard di vita per molti anni.
La Sclerosi Multipla è complessa e imprevedibile,
ma non necessariamente riduce l’aspettativa di
vita, infatti la vita media delle persone ammalate è
paragonabile a quella della popolazione generale.
La ricerca di una cura per questa patologia non si
ferma, infatti proprio di recente sono emersi risultati
considerevoli dagli studi internazionali in atto a
riguardo. Il progetto MESEMS ad esempio, che
coinvolge studiosi e ricercatori di diversi paesi del
mondo tra cui anche l’Italia (Inghilterra, Spagna,
Danimarca, Svezia, Canada, Francia, Austria,
Australia e Svizzera), sta portando avanti da Luglio
2012 uno studio sulla SM di fase II utilizzando le
cellule staminali come cura per questa malattia. Sono
stati selezionati più di 160 soggetti portatori di SM
attiva, ai quali è stata effettuata almeno una iniezione
di trattamento con mesenchimali. La conclusione
dello studio è previsto per il 2016, ma nel frattempo
il 33% dei soggetti in analisi alla quale è stato
somministrato il ciclo completo di staminali, ad oggi
nonhamanifestatonessuneventoavversosignificativo,
questo porta a credere che il trattamento sia sicuro.
Nonostante questo, i medici attendono il termine
dello studio per poter affermare una tesi conclusiva
attendibile, e vista l’importanza del trattamento e gli
effetti che può avere, il comitato etico di Genova
ha approvato un’estensione di altri due anni del
progetto: si chiamerà Mesems Plus, per verificare la
sicurezza della terapia e l’eventuale manifestazione di
eventi post-cura in un arco di tempo più prolungato.
a cura di Manuela Fabbretti
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*mielina (la mielina è una struttura biancastra multi lamellare
con funzioni isolanti, che forma la fibra nervosa, costituendo
una membrana plasmatica delle cellule della neuroglia che a loro
volta rivestono il neurone, serve a garantire un’alta velocità di
trasmissione dell’impulso nervoso all’interno del nostro corpo,
ciò che differenzia questa membrana e le altre è la presenza in
quantità maggiore di lipidi, comunemente chiamati grassi)
7. HEALTH
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Il “nostro” Sistema Sanitario Nazionale
è forse uno dei pochi punti d’eccellenza
che l’Italia ancora difende con tenacia.
L’Italia è l’unico paese al Mondo che garantisce come
diritto costituzionale l’assistenza sanitaria, creando
delle eccellenze uniche, ma cosa ancor più importante
fu l’istituzione dei LEA (livelli essenziali di assistenza)
alla base del nostro sistema sanitario, che prevedono
che nessuno può essere escluso dalle cure, senza
alcuna discriminazione di età, residenza, o status
sociale. Qui sta la dimensione sociale del nostro sistema
sanitario, il quale nel corso degli anni ha visto tagliarsi
quasi 25 mld di finanziamenti, rendendo sempre più
difficoltoso il mantenimento dei livelli qualitativi.
Con la finanziaria 2015 da 20 mld di euro si vuole
nuovamente “tagliare”, ma il ministro della Salute
Beatrice Lorenzin ha dichiarato: “Ho detto con
grande chiarezza che il Sistema Sanitario Nazionale
non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui
giornali, da 1,5 a 3 miliardi” per il momento, però,
il titolare dell’Economia Fabrizio Saccomanni si è
limitato a promettere che si troverà una soluzione equa.
Le ipotesi circolate parlano di un miliardo in meno,
derivanti dall’introduzione di nuovi ticket, oltre un
miliardo di tagli ai servizi. “La sanità ha avuto tagli
per 22 miliardi negli ultimi anni”, ha spiegato la
Lorenzin “e il Sistema Sanitario Nazionale si trova in
una fase di ristrutturazione importante e di recupero
di risorse dalle regioni. Se vogliamo mantenere certi
standard - ha continuato - non possiamo subire altri
tagli.” L’ipotesi di un taglio da 3 mld di euro in tre
anni si fa però sempre più concreta, sacrificando
ancora una volta i LEA e spostando la spesa sanitaria
sul reddito della popolazione, alimentando il
fenomeno della rinuncia all’accesso alle prestazioni
mediche, generando così un senso di abbandono
per le lunghe liste di attesa e per l’impossibilità
di accedere alle strutture private per gli alti costi.
Al contempo l’ipotesi di poter mantenere e reinvestire
nel settore tutti i risparmi ottenuti dalla spending
review interna prevista sembra destinata a spegnersi
dopo appena due mesi, tutto questo ha portato
il Min. Beatrice Lorenzin ad avviare un riordino
dei costi standard, senza ricorrere a nuovi tagli.
La sostenibilità futura dei sistemi sanitari nazionali,
compreso il nostro del cui modello andiamo fieri,
potrebbe non essere garantita se non si individueranno
nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni.
Ecco perché oggi le offerte di fondi sanitari, società
generali di mutuo soccorso e casse di assistenza
sono sempre più elementi imprescindibili per
il buon funzionamento ed integrazione tra il
pubblico ed il privato della sanità italiana e dei
livelli di prestazioni per individui e famiglie.
a cura di Alessio Lupaccini
I TAGLI ALLA SANITÀ
DIABETE: RICERCA MEDICA E STAMINALI
Il diabete insulino-dipendente (tipo 1), detto anche
“giovanile”a causa del suo prevalente manifestarsi in età
adolescenziale, è una patologia di tipo autoimmune:
l’organismo non è infatti in grado di riconoscere
le cellule βpancreatiche destinate alla produzione
dell’insulina ed anzi le attacca, danneggiandole
o distruggendole, andando a provocare una
mancanza assoluta dell’ormone che deve essere
integrato dal malato (insulino-dipendenza).
Le cause di questo processo sono da riscontrarsi
8. HEALTH
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talvolta nella predisposizione genetica, talvolta
nell’esposizione ad alcune infezioni virali.
Sebbenenonvisiaancoraunacuradefinitivaperquesto
tipo di diabete, la ricerca, mossa anche dall’ingente e in
crescendonumerodiaffettidadiabete,èattivaecostante.
Allo stato attuale, non è stata trovata una soluzione
definitiva per contrastare questa patologia che affligge,
nelle sue diverse forme, 350 milioni di persone nel
mondo, di cui 3 solo in Italia, e che è purtroppo
destinata quasi a raddoppiare nel giro di 20 anni.
Nel diabete di tipo 1, la maggior parte delle terapie
adottate è incentrata sulla somministrazione
costante di insulina: una tecnica che muove i
suoi primi passi già nel gennaio del 1922, quando
Leonard Thompson, un giovane 14enne, venne
sottoposto in Canada alla prima iniezione di insulinae
che diede risultati eccezionali per l’epoca, pur
riscontrando qualche fisiologico effetto collaterale.
La ricerca, oggi come allora, è un connubio di studi,
analisi e tentativi, alcuni destinati ad avere successo e a
cambiarelastoriadellamedicina,altriarimaneretali,in
attesa di essere perfezionati o scartati definitivamente.
Dopo quasi un secolo da quella prima iniezione
di insulina, la ricerca per la cura del diabete non si
è certo arrestata e, almeno per quanto riguarda il
tipo 1, si prospettano nuovi orizzonti rappresentati
dall’utilizzo delle cellule staminali, dalle quali sarebbe
infatti possibile generare nuove cellule β. Sono state,
quindi, strutturate diverse ipotesi sul tipo di cellule
da utilizzare e il loro eventuale impiego futuro:
Cellule Staminali Embrionali Umane (ES)
Da questo tipo di cellule staminali si ottengono in
cultura cellule β che verranno poi trapiantate nei
pazienti, con la speranza che queste celluleproducano
poi insulina in modo autonomo all’interno
dell’organismo. La ricerca ha dimostrato la
possibile realizzazione di questo processo su topi da
laboratorio, dove le cellule impiantante che riescono a
differenziarsi, attivano il processo atto a monitorare i
livelli di glucosio e il conseguente rilascio di insulina.
D’altro canto, le cellule che rimangono primitive
e indifferenziate sembra aumentino la capacità
di generare masse tumorali, per cui saranno
necessarie ulteriori sperimentazioni e verifiche.
Cellule Riprogrammate (iPS)
Un’altra ipotesi di trattamento potrebbe essere
l’utilizzo di cellule indotte pluripotenti (iPS) che si
ottengono dalle cellule adulte del paziente stesso e
permetterebbero la rigenerazione di cellule β che
poi verranno trapiantate nuovamente all’interno
dell’organismo. È stata dimostrata la fattibilità di
questo processo nelle cellule iPS di alcuni primati e
topi da laboratorio, riscontrando una minore efficienza
nella produzione di insulina rispetto alle embrionali,
ma risolvendo il problema del rigetto tissutale, data
la provenienza autologa. Ferma restando la possibilità
che anche le nuove cellule β possano sempre essere
riconosciute e attaccate dal sistema immunitario.
Altre ipotesi considerano la possibilità di attivare
cellule staminali già presenti nel pancreas del paziente
per dare origine a nuove cellule β, ma la ricerca
medica sembra ancora farraginosa sull’argomento.
Il cammino intrapreso dovrebbe portare i risultati
sperati, anche se quantificare tempi e modi non è
impresa semplice; i ricercatori si stanno orientando
alla produzione di cellule che riescano a “sopravvivere”
al trapianto, attivando una corretta produzione
dell’ormone insulina e scongiurando quelli che
sono gli effetti collaterali finora riscontrati: a tal
fine sono stati avviati processi di sperimentazione
umana in aree del corpo, come la spina dorsale,
con una bassa concentrazione di difese immunitarie
in modo da contenere la percentuale di rigetti.
“Poche risorse bastano per scongiurare le complicanze,
disastrose per le persone e le famiglie con diabete”
afferma Diabete Italia in occasione della Giornata
Mondiale del Diabete. “Non mettiamo all’asta la salute
delle persone rovinando la spesa sanitaria che si voleva
riequilibrare. Non tagliamo il ramo su cui sono sedute
milioni di persone ‘sane con diabete’ impegnate
ogni giorno nella prevenzione delle complicanze”.
La soluzione quindi, anche in questo caso, passa per la
capacitàdiricercaeprevenzioneenonperl’applicazione
di metodologie dispendiose e spesso inutili.
a cura di Alessandro Brigato