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8 dicembre 1854          11 febbraio /25 marzo 1858

Pio IX proclama il dogma    Apparizioni dell’Immacolata a
         (Roma)            Bernardette Soubiros (Lourdes)
Vi sono alcuni punti dottrinali
che fanno parte della
Rivelazione, ma che tuttavia
non sono subito chiari ed
evidenti ai credenti. Ciò è
dovuto al fatto che qualche
volta la fonte primaria di
questa Rivelazione, la Sacra
Scrittura, non è esplicita. Per
spiegare e comprendere
allora queste verità, vi è
bisogno dell‟azione dello
Spirito Santo nella Chiesa –
gerarchia e fedeli – e del
lento lavoro dei teologi, il cui
compito è proprio quello di
trarre conclusioni certe a
partire dai dati rivelati.
L‟Immacolata
Concezione di Maria ne
è un esempio tipico.
Questa verità era già
percepita dal popolo
cristiano attraverso il
“senso della fede” –
sensus fidelium – sin
dai primi secoli della
Chiesa, e vissuta a
livello devozionale e
liturgico. Faceva parte
del patrimonio di fede
dei Padri. Tuttavia i
teologi facevano molta
difficoltà a spiegarne il
vero senso.
Riflessioni sulla
 redenzione di Cristo

I padri latini prima di
Agostino e i padri
orientali non
dispongono ancora di
una riflessione
esplicita sul peccato
originale originato
come colpa. Soltanto
Agostino si pone la
domanda se Maria era
libera dal peccato
originale.
Suscipe me non
      ex Sara, sed ex
          Maria; ut
        incorrupta sit
      virgo, sed virgo
      per gratiam ab
     omni integra labe
           peccati

Accogli me con quella carne che è
caduta in Adamo. Accoglimi non da
Sara, ma da Maria, di modo che si tratti,
sí, d'una vergine inviolata, ma d'una
vergine che la grazia ha reso immune
da ogni macchia di peccato.
(Ambrogio, In Ps 118, sermo 22,30)
Il peccato originale
originato è la privazione
della vita divina, della
grazia paradisiaca, la
mors animae dei
progenitori che ricade
sui discendenti.

Chaíre , kecharitoméne
(Lc 1,28a) è il
fondamento biblico
dell’esclusione del
peccato in Maria:
rallegrati d’ essere
(stata) trasformata
dalla grazia.
Tutta Santa (panágia) in
       Eusebio di Cesarea e
       Immacolata in Gregorio di
       Nissa.
       Alla fine del tempo patristico
       tutti concordano sulla totale
       purezza di Maria.

Ella nasce come i cherubini, colei
che è formata di un argilla pura e
immacolata. Infatti quando lei si
trovava ancora nei lombi del padre
Gioacchino, sua madre Anna
ricevette l‟annuncio di un santo
angelo con le parole seguenti: Tua
prole sarà celebrata nel mondo
intero. Perciò Anna la presentò al
Signore nel tempio.
(Teotecno di Livia 550)
L‟origine immacolata di Maria
appare come un nuovo inizio che
ristabilisce la purezza dello stato
originale in Paradiso. Anzi, Maria
stessa è il Paradiso in cui abita
Cristo, nuovo Adamo.

Incolume è la tua nascita, o
Vergine incolume Maria;
mirabile è sia la concezione
sia il parto.    (Andrea di Creta VIII
sec.)



 La madre di Dio “è più
 santa di tutti i Santi; ella
 appare totalmente pura
 per Colui che abitava in lei
 con corpo e spirito”.
Oggi l’umanità, in tutto il
fulgore della sua nobiltà
immacolata, riceve la sua
antica bellezza. Le vergogne
del peccato avevano oscurato
lo splendore e il fascino della
natura umana; ma nasce la
madre del bello per
eccellenza, questa natura
ricupera nella sua persona, i
suoi antichi privilegi ed è
plasmata secondo un modello
perfetto e degno di Dio…
Oggi la riforma della nostra
natura comincia e il mondo
invecchiato, sottomesso ad una
trasformazione tutta divina,
riceve le primizie della
seconda creazione
( Andrea di Creta, VIII sec)
Dopo (l‟annunciazione
dell‟angelo) la mia natura
ricevette su comando di Dio
il feto: la mia natura non
aveva osato accogliere il
feto prima della grazia
divina. Quando però arrivò
la grazia, il grembo chiuso
aprì le sue porte. Esso
accolse il deposito
proveniente da Dio e lo
conservò fino a quel giorno,
quando quello seminato nel
grembo materno per la
volontà di Dio giunse alla
luce.
(Germano di Costantinopoli, Catechesi
mariana)
Maria è il tipo ideale dell‟umanità.
Soltanto lei ha pienamente
realizzato l‟idea divina dell‟uomo; è
l‟uomo (la persona umana) per
eccellenza… Unica fra gli uomini
che hanno vissuto o vivono, la
Vergine è rimasta liberata da ogni
iniquità, dall‟inizio fino alla fine della
sua esistenza: soltanto lei ha
rimesso a Dio nella sua integrità la
bellezza che egli ci dona… ha
tenuto la forma umana in tutto il suo
splendore, pura di ogni forma
estranea… Nessuno degli altri, dice
il profeta è estraneo dalla sporcizia
(Giobbe 14,4)…Nessuna persona è
stata santa prima della beata
Vergine: è stata la prima e l‟unica ad
essere assolutamente assente dal
peccato…
(Nicola Cabasilas – XIV sec.)
Come comporre il
bisogno di redenzione di
Maria e la sua santità
massima?

Secondo Giovanni Duns
Scoto (1265-1308), in
questo davvero doctor
subtilis, “Maria ha
dovuto essere redenta
nel modo più perfetto e
questo non poteva
consistere nella
purificazione del
peccato originale, ma
nella preservazione da
esso”
“La posizione di Duns
Scoto è geniale: egli,
ponendosi sul piano
dell‟obiezione agostiniana-
tomista, che era
evidentemente di natura
cristologico-soteriologica,
seppe rovesciare i termini;
per lui la Vergine non solo
non è sottratta alla
redenzione, ma è proprio da
essa che le è pervenuta -
«retroattivamente» la grazia
cristica d‟essere preservata
dal peccato radicitus e
d‟essere piena di grazia.
“La piena santità di Maria e
la sua totale assenza di
peccato erano, pertanto,
affermazioni tradizionali e
universalmente diffuse.
Maria – si riteneva- non
peccò personalmente
perché fu santificata nel
seno di sua madre, libera
dal fomens peccati
(l’abituale e disordinata
concupiscenza, radice e
fonte di ogni peccato
personale)”
Questo argomento è quello
della “Redenzione
preventiva”, secondo cui
l‟Immacolata Concezione
rappresenta il capolavoro
della Redenzione operata
da Cristo, perché proprio la
potenza del Suo amore e
della Sua mediazione ha
ottenuto che la Madre fosse
preservata dal peccato
originale. I Francescani
accolsero e diffusero con
entusiasmo questa dottrina,
e altri teologi – spesso con
solenne giuramento – si
impegnarono a difenderla e
a perfezionarla.
Anche menti eccellenti, come
san Bernardo, san Tommaso
d‟Aquino e san Bonaventura,
pur avendo una grande
devozione personale per la
sublime purezza e illibatezza
della Vergine Maria, tuttavia non
riuscivano a spiegarlo a livello
teologico. Tra le maggiori
difficoltà da loro addotte per
questa esitazione, ve ne erano
due. Una era l’universalità della
redenzione, per cui se Cristo è
davvero il Redentore di tutto il
genere umano, come ci insegna
la Sacra Scrittura, allora anche
Maria dovette essere redenta,
cioè liberata dal peccato dopo la
sua concezione.
La seconda difficoltà proveniva da
un‟idea ereditata da sant'Agostino,
per cui il peccato originale di Adamo
ci verrebbe trasmesso attraverso
l’infezione della carne, quindi con la
generazione fisica. Per queste due
ragioni anche i tre grandi teologi
sopra menzionati sostenevano che
Maria, seppure per poco tempo, era
stata anche lei macchiata dal
peccato. Ciò naturalmente andava
contro la sensibilità dei fedeli stessi.
Il beato Giovanni Duns Scoto aveva
ben percepito la gravità del
problema e con il suo acume riuscì
a risolvere con successo e
definitivamente le due difficoltà.
Per prima cosa, appoggiandosi
all‟autorità di sant'Anselmo,
spiegò che il peccato non può
essere trasmesso fisicamente
attraverso la generazione,
perché non è qualcosa di
materiale. Il peccato di Adamo
per i suoi discendenti consiste
propriamente in una mancanza
della giustizia originale. Esso è
di tipo morale e non fisico, si
trova nell‟anima, e più
precisamente nella volontà e
non nel corpo.


   Senza la grazia di Cristo,
l‟uomo è incapace di entrare
    in dialogo con il Padre.
Motivo per cui, dice Scoto,
«essendo la volontà
qualcosa di puramente
immateriale e perciò distinta
dalla carne, allora non può
essere infetta dalla carne»
Secondo, spiega sempre il
Beato, nel caso di Maria, Dio
ha fatto qualcosa di molto
speciale e conveniente, ha
cioè preservato l‟anima di
Maria dall‟essere contagiata
dal peccato, al momento
stesso della sua concezione.
In questo modo, all‟atto della
sua concezione lei era
“senza macchia”,
Immacolata.
Ecco le parole di Scoto: «Dio poté, nel
primo istante di quell‟anima, darle la
stessa grazia che dà a un altro nel
momento della concezione o del
battesimo. Così, in quel primo istante,
essa non ebbe il peccato originale,
così come con gli altri avviene con il
battesimo». Per quanto riguarda il
motivo dell‟universalità della redenzione,
questo era effettivamente la causa
principale della negazione
dell‟Immacolata Concezione. Il beato
Giovanni Duns Scoto spiegò che la
redenzione universale di ogni essere
umano rimane un fatto indiscutibile. Di
fatto tutti sono stati redenti da Cristo,
Maria inclusa. E anche lei, se non fosse
stata preservata, sarebbe stata
bisognosa di redenzione liberativa.
Come chiunque altro, cioè, avrebbe
avuto bisogno del battesimo.
Tuttavia, nel suo caso specifico avvenne
qualcosa di molto speciale. Mentre per tutti gli
altri esseri umani i meriti della redenzione
sono applicati dopo la nascita del bambino,
nel momento in cui viene battezzato, nel caso
di Maria quegli stessi meriti furono applicati
prima, e cioè nell’istante stesso in cui fu
concepita dai suoi genitori. In altre parole,
per Maria vi è stata una Redenzione
preservatrice. Cristo, spiega Duns Scoto, è
Mediatore di grazia non soltanto quando ci
purifica dal peccato dopo che lo abbiamo
contratto, ma ancora più perfettamente
quando preserva dal peccato che ci viene
dall‟essere discendenza di Adamo. Per questo
dunque, non solo Cristo rimane il Redentore
universale, ma anzi col preservare la Vergine
ha compiuto un atto di redenzione ancora più
perfetto: «Cristo non sarebbe redentore
perfettissimo se non avesse meritato che
Maria fosse preservata dal peccato originale».
Tuttavia, nonostante la soluzione
delle difficoltà da parte di Scoto,
questa verità non fu subito
accettata dalla maggioranza dei
teologi e dalle autorità, soprattutto
per il timore di mettersi contro
l‟autorità di teologi come san
Tommaso d‟Aquino. All‟interno
della famiglia francescana invece,
l‟Immacolata Concezione di Maria
fu accettata, difesa e predicata
con sempre maggiore
entusiasmo, appoggiandosi alla
dottrina del “Dottore
dell‟Immacolata”, altro titolo con
cui Duns Scoto diverrà noto nella
storia. L‟intera teologia del beato
Giovanni Duns Scoto, anzi, verrà
diffusa dai francescani ad ogni
livello, sia in Europa che in terra
di missione, anche grazie a
questo importante punto
dottrinale sull‟Immacolata.
Ci vollero ancora altri 600
anni circa, prima che il
privilegio mariano fosse
ufficialmente riconosciuto.
Ma la storia diede finalmente
ragione al nostro Beato,
quando l‟8 dicembre 1854 il
papa beato Pio IX –
sollecitato anche dalla lettura
di una esortazione di san
Leonardo da Porto Maurizio
letta nel Convento romano di
San Bonaventura al Palatino
– proclamò l‟Immacolata
Concezione dogma di fede.
Ecco le parole del Papa:
«Dichiariamo, affermiamo e
definiamo rivelata da Dio la
dottrina che sostiene che la
beatissima Vergine Maria fu
preservata, per particolare
grazia e privilegio di Dio
onnipotente, in previsione dei
meriti di Gesù Cristo Salvatore
del genere umano, immune da
ogni macchia di peccato
originale fin dal primo istante del
suo concepimento, e ciò deve
pertanto essere oggetto di fede
certo ed immutabile per tutti i
fedeli».
A questo riguardo, vorrei
mettere in evidenza un dato, che
mi pare importante. Teologi di
valore, come Duns Scoto, circa
la dottrina sull‟Immacolata
Concezione, hanno arricchito
con il loro specifico contributo di
pensiero ciò che il popolo di Dio
credeva già spontaneamente
sulla Beata Vergine, e
manifestava negli atti di pietà,
nelle espressioni dell‟arte e, in
genere, nel vissuto cristiano.
Tutto questo grazie a quel
soprannaturale sensus fidei,
cioè a quella capacità infusa
dallo Spirito Santo, che abilita
ad abbracciare le realtà della
fede, con l‟umiltà del cuore e
della mente» (Benedetto XVI,
Udienza generale 7 luglio 2010).
«Non solo il ruolo di Cristo nella
storia della salvezza, ma anche
quello di Maria è oggetto della
riflessione del Doctor Subtilis. Ai
tempi di Duns Scoto la maggior parte
dei teologi opponeva un‟obiezione,
che sembrava insormontabile, alla
dottrina secondo cui Maria
Santissima fu esente dal peccato
originale sin dal primo istante del suo
concepimento: di fatto, l‟universalità
della Redenzione operata da Cristo –
evento assolutamente centrale nella
storia della salvezza – a prima vista
poteva apparire compromessa da
una simile affermazione. Duns Scoto
espose allora un argomento, che
verrà poi adottato anche dal beato
Papa Pio IX nel 1854, quando definì
solennemente il dogma
dell‟Immacolata Concezione di Maria.
La radicale esclusione del peccato
“

dall‟esistenza di Maria non è
affermazione che termina su di lei,
ma espande i suoi sensi in molteplici
direzioni. Sta anzitutto a indicare:
•l‟atto radicale con cui Dio ha deciso
di contrapporre Maria a Satana;
•l‟espansione smisurata della grazia;
•la signoria di Dio su Satana;
•l‟inafferrabilità di Maria da parte del
Nemico;
•la libertà della Vergine, ininterrotta e
piena, dall‟ “asservimento” a Satana;
•la superiorità della Regina delle
vittorie sul Nemico del Regno”
“La dottrina dell’Immacolata
testimonia quindi che la grazia
di Dio è stata sufficientemente
potente per suscitare una
risposta; che grazia e libertà,
grazia ed essere se stessi,
rinuncia e compimento si
contraddicono solamente in
apparenza, mentre in verità
una cosa condiziona e procura
l’altra”
Così ciò che era ragione d‟una
difficoltà ad accettare la dottrina
dell‟IC diventava ragione della
sua fondatezza. Questa
condizione di Maria non era,
perciò, un‟eccezione alla
Redenzione di Cristo, ma un suo
frutto speciale : il Cristo
Redentore perfettissimo, in modo
assai conveniente e congruo,
preservò da qualsiasi contagio
del male colei che, generandolo,
doveva diventare la Madre
messianica, esercitando una
conseguente „mediazione
materna‟.
La teologia del peccato
originale è una teologia
della coscienza cristiana
del peccato. La sua
complessità e le dottrine
che la illustrano nel tempo
sono un servizio
necessario per restituire
alla chiamata e alla
riconciliazione lo
splendore della speranza
cristiana.
La prima e l‟ultima parola
          del Vangelo
sono la “chiamata” in Cristo
e la “riconciliazione” in Lui.

 La dottrina del peccato
 originale ha quindi
 rigorosamente un carattere
 secondo (perché viene
 dopo la buona notizia della
 creazione in Cristo) e un
 carattere penultimo
 (perché viene prima e in
 vista della redenzione in
 Cristo)
Maria riceve
 per grazia la
guarigione dalle
    radici del
   peccato in
  primo istanti
      suae
 conceptionis.
Maria è la figura concreta
della speranza cristiana
perché “nel primo istante
della sua concezione, per
singolare grazia e
privilegio di Dio
onnipotente, in vista dei
meriti di Gesù Cristo,
salvatore del genere
umano,è stata preservata
immune da ogni macchia
di peccato originale”
Il dono di grazia
ricevuto
anticipatamente da
Maria per la sua
partecipazione unica
– maternità divina – al
mistero
dell‟incarnazione è
concesso per grazia
ai cristiani attraverso il
mistero della
maternità della chiesa
che ci genera nel
battesimo
all‟avventura cristiana
di essere figli nello
Spirito.
L‟Immacolata
concezione
ci offre in Maria
il volto dell‟uomo
redento da Cristo,
nel quale Dio
rinnova, in modo
ancor più mirabile[…]
il progetto del
paradiso.
L‟Immacolata è la creazione
senza peccato, cioè integra,
senza difetti, senza “caduta”;
essa è la perfetta creazione
parziale quale Dio aveva
desiderato fosse la creazione
totale.
Ma l‟Immacolata con la sua
integrità, non ricorda solo come
poteva e doveva essere l‟intera
creazione, se l‟uomo fosse
rimasto fedele, ma profetizza
anche come essa può e deve
diventare.
È la meta che indica
l‟integrità a cui Dio
vuole riportare, con
l‟opera salvifica, l‟intera
realtà creata
 I cercatori di Dio
 trovano
 nell‟Immacolata tutti i
 loro desideri d‟integrità
 e di pienezza e nello
 stesso tempo
 l‟accoglimento di tali
 desideri da parte
 dell‟Altissimo
È la grazia redentrice
più piena e più ricca
fatta da Dio all‟uomo,
che ha trovato per
contro, la risposta più
piena e più ricca fatta
da parte della
creatura.

 Risposta completa alla
 domanda vocazionale di
 Dio è pure critica
 radicale di ogni
 esistenza
 colpevolmente
 irrealizzata e alienata,
 d‟ogni vita inautentica e
 falsa.
La tradizione biblica assegna
alla luna la funzione di segnare
la successione dei mesi e dei
tempi (cf. Gn 1,14.16; Sir 43,7-
8). Avere la luna sotto i piedi
significa possedere il dominio
assoluto sullo svolgimento del
tempo o almeno essere
sottratti al suo corso fatale. La
donna, quindi, mentre ancora il
tempo procede nel suo
svolgimento, ne è al di sopra.
Nella Gerusalemme celeste,
dove la donna – sposa
dell‟agnello usufruirà
definitivamente della gloria del
Signore, la luna scomparirà del
tutto (Ap 21,23), perché sarà
finita la successione di tempi.
Ma il contesto può suggerire un
ulteriore riferimento. In Ap 11,19,
che introduceva la nostra visione,
era comparsa “l‟arca della sua
alleanza”. Questo particolare può
rievocare il Sal 89,37s: “In eterno
durerà la sua discendenza, il suo
trono davanti a me quanto il sole,
sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo”: per il
cantore del salmo l‟alleanza
assicurata e giurata a Davide durerà
in eterno, cioè fino al perdurare del
sole e della luna. L‟alleanza che ora
si apre con la comparsa dell‟arca e
la visione della donna va al di là del
perdurare del tempo e avrà il suo
compimento nella Gerusalemme
nuova (cf. Ap 21,3)
Nel dialogo ecumenico
Nel dialogo ecumenico

     Nella Vergine
tutto è relativo a Cristo
 e tutto da lui dipende

 Esiste oggi la necessità
      di distinguere
tra sentimento religioso
     e fede cristiana

  Nel 1998 il Gruppo di
 Dombes ha scritto: “in
 Maria niente permette
di fare di le il simbolo di
   quel che ci separa”
È un dato storico che la
persona di Maria sia stata
uno dei luoghi
d‟investimento privilegiato
della religione popolare
nell‟evangelizzazione
cristiana.
Maria riveste un triplice
ruolo:
-un ruolo di prossimità:
è la madre attenta a tutti i
suoi figli;
- un ruolo di difesa
dell’identità culturale: è
celebrata con le
caratteristiche di ogni
singolo popolo;
- un ruolo di protezione
e di guarigione: si
suppone che liberi da
tutte le oppressioni e da
tutte le malattie
I cattolici, con un
atteggiamento di
prudenza e di carità,
di fronte alle
“reticenze” degli
altri cristiani,
dovrebbero
presentare una
catechesi più attenta
alla testimonianza
della Scrittura.
Questa catechesi
dovrebbe costituire
una pedagogia della
fede per la pietà
popolare.
La resistenza dei protestanti
all’ordine dell’affettività,
alimentata per secoli da
perpetue controversie sulla
Vergine Maria e la loro rigida
lettura della testimonianza
della Scrittura sono difficoltà
da superare con la reciproca
conoscenza, il dialogo senza
infingimenti e la preghiera
comune.
È in realtà un identico sguardo di
fede su Gesù che ci incita a non
separarci a causa di colei che non
fu all‟origine delle nostre divisioni
confessionali
La Chiesa non farebbe
dell’accettazione di questi due
dogmi un preliminare alla
piena comunione delle Chiese.
Essa domanderebbe soltanto ai
partner con i quali
ristabilirebbe tale comunione
di rispettare il contenuto dei
dogmi,
di non ritenerli contrari
all’evangelo né alla fede,
ma di considerarli come
conseguenze libere e
legittime di una riflessione
della coscienza cattolica sulla
coerenza della fede.
“possiamo affermare insieme
che l‟opera di redenzione di
Cristo ha raggiunto Maria
fino in fondo, nell‟intimo del
suo essere e nei suoi
primissimi momenti di vita.
Ciò non è contrario
all‟insegnamento della
Scrittura, e può essere
compreso solo alla luce della
Scrittura”.

(ARCIC II, «Maria: grazia e speranza in
Cristo» n. 59, in EO 7/239).
SINTESI                Influsso prioritario del popolo



   Intervento decisivo del magistero della Chiesa




                    Prospettiva Cristologica:
      un inno alla potenza salvifica dell’Unico mediatore




                 Prospettiva antropologica:
          Evento di grazia per l‟umanità in cammino
Ella realizza l’uomo che Dio ha
  sempre voluto, eretto verso il
  cielo (noi siamo curvati dal
  peccato), aperto verso gli altri
  (noi ci chiudiamo dentro noi
  stessi) e fraterno con il mondo
  (noi possediamo la terra in
  modo egoistico). Ella
  appartiene al disegno
  primigenio di Dio, logicamente
  anteriore alla caduta
  dell’umanità.
Come mai tra le tante
immagini dell’Immacolata
ha prevalso quella della
Donna che schiaccia la
testa del serpente? Tra i
tanti fattori si distingue
l’archetipo con tutta la
sua carica emozionale
della Donna e il Drago.
Maria, versione femminile
del figlio dell’uomo (Dan
7), appare come una forza
pura, santa e bella, che si
confronta con la forza
bruta del Mostro e lo
vince.
Ella costituisce
un’energia
assiologica
evidente: ispira i
comportamenti etici
del lotta contro le
forze d’oppressione
e di morte, come è
illustrato dalla
storia della Polonia
e del Messico le
immagini della
Madonna di Jasna
Gora e della Vergine
di Guadalupe.
L’Immacolata è tipo non solo ontologico
(immagine) o escatologico («teletipo»: Barth),
ma anche tipo etico della Chiesa (esemplare),
che deve essere come lei sposa «gloriosa, senza
macchia né ruga ma santa e immacolata» (Ef 5,27)

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Panaghia E Immacolata Concezione

  • 1.
  • 2. 8 dicembre 1854 11 febbraio /25 marzo 1858 Pio IX proclama il dogma Apparizioni dell’Immacolata a (Roma) Bernardette Soubiros (Lourdes)
  • 3. Vi sono alcuni punti dottrinali che fanno parte della Rivelazione, ma che tuttavia non sono subito chiari ed evidenti ai credenti. Ciò è dovuto al fatto che qualche volta la fonte primaria di questa Rivelazione, la Sacra Scrittura, non è esplicita. Per spiegare e comprendere allora queste verità, vi è bisogno dell‟azione dello Spirito Santo nella Chiesa – gerarchia e fedeli – e del lento lavoro dei teologi, il cui compito è proprio quello di trarre conclusioni certe a partire dai dati rivelati.
  • 4. L‟Immacolata Concezione di Maria ne è un esempio tipico. Questa verità era già percepita dal popolo cristiano attraverso il “senso della fede” – sensus fidelium – sin dai primi secoli della Chiesa, e vissuta a livello devozionale e liturgico. Faceva parte del patrimonio di fede dei Padri. Tuttavia i teologi facevano molta difficoltà a spiegarne il vero senso.
  • 5. Riflessioni sulla redenzione di Cristo I padri latini prima di Agostino e i padri orientali non dispongono ancora di una riflessione esplicita sul peccato originale originato come colpa. Soltanto Agostino si pone la domanda se Maria era libera dal peccato originale.
  • 6. Suscipe me non ex Sara, sed ex Maria; ut incorrupta sit virgo, sed virgo per gratiam ab omni integra labe peccati Accogli me con quella carne che è caduta in Adamo. Accoglimi non da Sara, ma da Maria, di modo che si tratti, sí, d'una vergine inviolata, ma d'una vergine che la grazia ha reso immune da ogni macchia di peccato. (Ambrogio, In Ps 118, sermo 22,30)
  • 7. Il peccato originale originato è la privazione della vita divina, della grazia paradisiaca, la mors animae dei progenitori che ricade sui discendenti. Chaíre , kecharitoméne (Lc 1,28a) è il fondamento biblico dell’esclusione del peccato in Maria: rallegrati d’ essere (stata) trasformata dalla grazia.
  • 8. Tutta Santa (panágia) in Eusebio di Cesarea e Immacolata in Gregorio di Nissa. Alla fine del tempo patristico tutti concordano sulla totale purezza di Maria. Ella nasce come i cherubini, colei che è formata di un argilla pura e immacolata. Infatti quando lei si trovava ancora nei lombi del padre Gioacchino, sua madre Anna ricevette l‟annuncio di un santo angelo con le parole seguenti: Tua prole sarà celebrata nel mondo intero. Perciò Anna la presentò al Signore nel tempio. (Teotecno di Livia 550)
  • 9. L‟origine immacolata di Maria appare come un nuovo inizio che ristabilisce la purezza dello stato originale in Paradiso. Anzi, Maria stessa è il Paradiso in cui abita Cristo, nuovo Adamo. Incolume è la tua nascita, o Vergine incolume Maria; mirabile è sia la concezione sia il parto. (Andrea di Creta VIII sec.) La madre di Dio “è più santa di tutti i Santi; ella appare totalmente pura per Colui che abitava in lei con corpo e spirito”.
  • 10. Oggi l’umanità, in tutto il fulgore della sua nobiltà immacolata, riceve la sua antica bellezza. Le vergogne del peccato avevano oscurato lo splendore e il fascino della natura umana; ma nasce la madre del bello per eccellenza, questa natura ricupera nella sua persona, i suoi antichi privilegi ed è plasmata secondo un modello perfetto e degno di Dio… Oggi la riforma della nostra natura comincia e il mondo invecchiato, sottomesso ad una trasformazione tutta divina, riceve le primizie della seconda creazione ( Andrea di Creta, VIII sec)
  • 11. Dopo (l‟annunciazione dell‟angelo) la mia natura ricevette su comando di Dio il feto: la mia natura non aveva osato accogliere il feto prima della grazia divina. Quando però arrivò la grazia, il grembo chiuso aprì le sue porte. Esso accolse il deposito proveniente da Dio e lo conservò fino a quel giorno, quando quello seminato nel grembo materno per la volontà di Dio giunse alla luce. (Germano di Costantinopoli, Catechesi mariana)
  • 12. Maria è il tipo ideale dell‟umanità. Soltanto lei ha pienamente realizzato l‟idea divina dell‟uomo; è l‟uomo (la persona umana) per eccellenza… Unica fra gli uomini che hanno vissuto o vivono, la Vergine è rimasta liberata da ogni iniquità, dall‟inizio fino alla fine della sua esistenza: soltanto lei ha rimesso a Dio nella sua integrità la bellezza che egli ci dona… ha tenuto la forma umana in tutto il suo splendore, pura di ogni forma estranea… Nessuno degli altri, dice il profeta è estraneo dalla sporcizia (Giobbe 14,4)…Nessuna persona è stata santa prima della beata Vergine: è stata la prima e l‟unica ad essere assolutamente assente dal peccato… (Nicola Cabasilas – XIV sec.)
  • 13. Come comporre il bisogno di redenzione di Maria e la sua santità massima? Secondo Giovanni Duns Scoto (1265-1308), in questo davvero doctor subtilis, “Maria ha dovuto essere redenta nel modo più perfetto e questo non poteva consistere nella purificazione del peccato originale, ma nella preservazione da esso”
  • 14. “La posizione di Duns Scoto è geniale: egli, ponendosi sul piano dell‟obiezione agostiniana- tomista, che era evidentemente di natura cristologico-soteriologica, seppe rovesciare i termini; per lui la Vergine non solo non è sottratta alla redenzione, ma è proprio da essa che le è pervenuta - «retroattivamente» la grazia cristica d‟essere preservata dal peccato radicitus e d‟essere piena di grazia.
  • 15. “La piena santità di Maria e la sua totale assenza di peccato erano, pertanto, affermazioni tradizionali e universalmente diffuse. Maria – si riteneva- non peccò personalmente perché fu santificata nel seno di sua madre, libera dal fomens peccati (l’abituale e disordinata concupiscenza, radice e fonte di ogni peccato personale)”
  • 16. Questo argomento è quello della “Redenzione preventiva”, secondo cui l‟Immacolata Concezione rappresenta il capolavoro della Redenzione operata da Cristo, perché proprio la potenza del Suo amore e della Sua mediazione ha ottenuto che la Madre fosse preservata dal peccato originale. I Francescani accolsero e diffusero con entusiasmo questa dottrina, e altri teologi – spesso con solenne giuramento – si impegnarono a difenderla e a perfezionarla.
  • 17. Anche menti eccellenti, come san Bernardo, san Tommaso d‟Aquino e san Bonaventura, pur avendo una grande devozione personale per la sublime purezza e illibatezza della Vergine Maria, tuttavia non riuscivano a spiegarlo a livello teologico. Tra le maggiori difficoltà da loro addotte per questa esitazione, ve ne erano due. Una era l’universalità della redenzione, per cui se Cristo è davvero il Redentore di tutto il genere umano, come ci insegna la Sacra Scrittura, allora anche Maria dovette essere redenta, cioè liberata dal peccato dopo la sua concezione.
  • 18. La seconda difficoltà proveniva da un‟idea ereditata da sant'Agostino, per cui il peccato originale di Adamo ci verrebbe trasmesso attraverso l’infezione della carne, quindi con la generazione fisica. Per queste due ragioni anche i tre grandi teologi sopra menzionati sostenevano che Maria, seppure per poco tempo, era stata anche lei macchiata dal peccato. Ciò naturalmente andava contro la sensibilità dei fedeli stessi. Il beato Giovanni Duns Scoto aveva ben percepito la gravità del problema e con il suo acume riuscì a risolvere con successo e definitivamente le due difficoltà.
  • 19. Per prima cosa, appoggiandosi all‟autorità di sant'Anselmo, spiegò che il peccato non può essere trasmesso fisicamente attraverso la generazione, perché non è qualcosa di materiale. Il peccato di Adamo per i suoi discendenti consiste propriamente in una mancanza della giustizia originale. Esso è di tipo morale e non fisico, si trova nell‟anima, e più precisamente nella volontà e non nel corpo. Senza la grazia di Cristo, l‟uomo è incapace di entrare in dialogo con il Padre.
  • 20. Motivo per cui, dice Scoto, «essendo la volontà qualcosa di puramente immateriale e perciò distinta dalla carne, allora non può essere infetta dalla carne» Secondo, spiega sempre il Beato, nel caso di Maria, Dio ha fatto qualcosa di molto speciale e conveniente, ha cioè preservato l‟anima di Maria dall‟essere contagiata dal peccato, al momento stesso della sua concezione. In questo modo, all‟atto della sua concezione lei era “senza macchia”, Immacolata.
  • 21. Ecco le parole di Scoto: «Dio poté, nel primo istante di quell‟anima, darle la stessa grazia che dà a un altro nel momento della concezione o del battesimo. Così, in quel primo istante, essa non ebbe il peccato originale, così come con gli altri avviene con il battesimo». Per quanto riguarda il motivo dell‟universalità della redenzione, questo era effettivamente la causa principale della negazione dell‟Immacolata Concezione. Il beato Giovanni Duns Scoto spiegò che la redenzione universale di ogni essere umano rimane un fatto indiscutibile. Di fatto tutti sono stati redenti da Cristo, Maria inclusa. E anche lei, se non fosse stata preservata, sarebbe stata bisognosa di redenzione liberativa. Come chiunque altro, cioè, avrebbe avuto bisogno del battesimo.
  • 22. Tuttavia, nel suo caso specifico avvenne qualcosa di molto speciale. Mentre per tutti gli altri esseri umani i meriti della redenzione sono applicati dopo la nascita del bambino, nel momento in cui viene battezzato, nel caso di Maria quegli stessi meriti furono applicati prima, e cioè nell’istante stesso in cui fu concepita dai suoi genitori. In altre parole, per Maria vi è stata una Redenzione preservatrice. Cristo, spiega Duns Scoto, è Mediatore di grazia non soltanto quando ci purifica dal peccato dopo che lo abbiamo contratto, ma ancora più perfettamente quando preserva dal peccato che ci viene dall‟essere discendenza di Adamo. Per questo dunque, non solo Cristo rimane il Redentore universale, ma anzi col preservare la Vergine ha compiuto un atto di redenzione ancora più perfetto: «Cristo non sarebbe redentore perfettissimo se non avesse meritato che Maria fosse preservata dal peccato originale».
  • 23. Tuttavia, nonostante la soluzione delle difficoltà da parte di Scoto, questa verità non fu subito accettata dalla maggioranza dei teologi e dalle autorità, soprattutto per il timore di mettersi contro l‟autorità di teologi come san Tommaso d‟Aquino. All‟interno della famiglia francescana invece, l‟Immacolata Concezione di Maria fu accettata, difesa e predicata con sempre maggiore entusiasmo, appoggiandosi alla dottrina del “Dottore dell‟Immacolata”, altro titolo con cui Duns Scoto diverrà noto nella storia. L‟intera teologia del beato Giovanni Duns Scoto, anzi, verrà diffusa dai francescani ad ogni livello, sia in Europa che in terra di missione, anche grazie a questo importante punto dottrinale sull‟Immacolata.
  • 24. Ci vollero ancora altri 600 anni circa, prima che il privilegio mariano fosse ufficialmente riconosciuto. Ma la storia diede finalmente ragione al nostro Beato, quando l‟8 dicembre 1854 il papa beato Pio IX – sollecitato anche dalla lettura di una esortazione di san Leonardo da Porto Maurizio letta nel Convento romano di San Bonaventura al Palatino – proclamò l‟Immacolata Concezione dogma di fede.
  • 25. Ecco le parole del Papa: «Dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli».
  • 26. A questo riguardo, vorrei mettere in evidenza un dato, che mi pare importante. Teologi di valore, come Duns Scoto, circa la dottrina sull‟Immacolata Concezione, hanno arricchito con il loro specifico contributo di pensiero ciò che il popolo di Dio credeva già spontaneamente sulla Beata Vergine, e manifestava negli atti di pietà, nelle espressioni dell‟arte e, in genere, nel vissuto cristiano. Tutto questo grazie a quel soprannaturale sensus fidei, cioè a quella capacità infusa dallo Spirito Santo, che abilita ad abbracciare le realtà della fede, con l‟umiltà del cuore e della mente» (Benedetto XVI, Udienza generale 7 luglio 2010).
  • 27. «Non solo il ruolo di Cristo nella storia della salvezza, ma anche quello di Maria è oggetto della riflessione del Doctor Subtilis. Ai tempi di Duns Scoto la maggior parte dei teologi opponeva un‟obiezione, che sembrava insormontabile, alla dottrina secondo cui Maria Santissima fu esente dal peccato originale sin dal primo istante del suo concepimento: di fatto, l‟universalità della Redenzione operata da Cristo – evento assolutamente centrale nella storia della salvezza – a prima vista poteva apparire compromessa da una simile affermazione. Duns Scoto espose allora un argomento, che verrà poi adottato anche dal beato Papa Pio IX nel 1854, quando definì solennemente il dogma dell‟Immacolata Concezione di Maria.
  • 28. La radicale esclusione del peccato “ dall‟esistenza di Maria non è affermazione che termina su di lei, ma espande i suoi sensi in molteplici direzioni. Sta anzitutto a indicare: •l‟atto radicale con cui Dio ha deciso di contrapporre Maria a Satana; •l‟espansione smisurata della grazia; •la signoria di Dio su Satana; •l‟inafferrabilità di Maria da parte del Nemico; •la libertà della Vergine, ininterrotta e piena, dall‟ “asservimento” a Satana; •la superiorità della Regina delle vittorie sul Nemico del Regno”
  • 29. “La dottrina dell’Immacolata testimonia quindi che la grazia di Dio è stata sufficientemente potente per suscitare una risposta; che grazia e libertà, grazia ed essere se stessi, rinuncia e compimento si contraddicono solamente in apparenza, mentre in verità una cosa condiziona e procura l’altra”
  • 30. Così ciò che era ragione d‟una difficoltà ad accettare la dottrina dell‟IC diventava ragione della sua fondatezza. Questa condizione di Maria non era, perciò, un‟eccezione alla Redenzione di Cristo, ma un suo frutto speciale : il Cristo Redentore perfettissimo, in modo assai conveniente e congruo, preservò da qualsiasi contagio del male colei che, generandolo, doveva diventare la Madre messianica, esercitando una conseguente „mediazione materna‟.
  • 31. La teologia del peccato originale è una teologia della coscienza cristiana del peccato. La sua complessità e le dottrine che la illustrano nel tempo sono un servizio necessario per restituire alla chiamata e alla riconciliazione lo splendore della speranza cristiana.
  • 32. La prima e l‟ultima parola del Vangelo sono la “chiamata” in Cristo e la “riconciliazione” in Lui. La dottrina del peccato originale ha quindi rigorosamente un carattere secondo (perché viene dopo la buona notizia della creazione in Cristo) e un carattere penultimo (perché viene prima e in vista della redenzione in Cristo)
  • 33. Maria riceve per grazia la guarigione dalle radici del peccato in primo istanti suae conceptionis.
  • 34. Maria è la figura concreta della speranza cristiana perché “nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano,è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale”
  • 35. Il dono di grazia ricevuto anticipatamente da Maria per la sua partecipazione unica – maternità divina – al mistero dell‟incarnazione è concesso per grazia ai cristiani attraverso il mistero della maternità della chiesa che ci genera nel battesimo all‟avventura cristiana di essere figli nello Spirito.
  • 36. L‟Immacolata concezione ci offre in Maria il volto dell‟uomo redento da Cristo, nel quale Dio rinnova, in modo ancor più mirabile[…] il progetto del paradiso.
  • 37. L‟Immacolata è la creazione senza peccato, cioè integra, senza difetti, senza “caduta”; essa è la perfetta creazione parziale quale Dio aveva desiderato fosse la creazione totale. Ma l‟Immacolata con la sua integrità, non ricorda solo come poteva e doveva essere l‟intera creazione, se l‟uomo fosse rimasto fedele, ma profetizza anche come essa può e deve diventare.
  • 38. È la meta che indica l‟integrità a cui Dio vuole riportare, con l‟opera salvifica, l‟intera realtà creata I cercatori di Dio trovano nell‟Immacolata tutti i loro desideri d‟integrità e di pienezza e nello stesso tempo l‟accoglimento di tali desideri da parte dell‟Altissimo
  • 39. È la grazia redentrice più piena e più ricca fatta da Dio all‟uomo, che ha trovato per contro, la risposta più piena e più ricca fatta da parte della creatura. Risposta completa alla domanda vocazionale di Dio è pure critica radicale di ogni esistenza colpevolmente irrealizzata e alienata, d‟ogni vita inautentica e falsa.
  • 40. La tradizione biblica assegna alla luna la funzione di segnare la successione dei mesi e dei tempi (cf. Gn 1,14.16; Sir 43,7- 8). Avere la luna sotto i piedi significa possedere il dominio assoluto sullo svolgimento del tempo o almeno essere sottratti al suo corso fatale. La donna, quindi, mentre ancora il tempo procede nel suo svolgimento, ne è al di sopra. Nella Gerusalemme celeste, dove la donna – sposa dell‟agnello usufruirà definitivamente della gloria del Signore, la luna scomparirà del tutto (Ap 21,23), perché sarà finita la successione di tempi.
  • 41. Ma il contesto può suggerire un ulteriore riferimento. In Ap 11,19, che introduceva la nostra visione, era comparsa “l‟arca della sua alleanza”. Questo particolare può rievocare il Sal 89,37s: “In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo”: per il cantore del salmo l‟alleanza assicurata e giurata a Davide durerà in eterno, cioè fino al perdurare del sole e della luna. L‟alleanza che ora si apre con la comparsa dell‟arca e la visione della donna va al di là del perdurare del tempo e avrà il suo compimento nella Gerusalemme nuova (cf. Ap 21,3)
  • 43. Nel dialogo ecumenico Nella Vergine tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende Esiste oggi la necessità di distinguere tra sentimento religioso e fede cristiana Nel 1998 il Gruppo di Dombes ha scritto: “in Maria niente permette di fare di le il simbolo di quel che ci separa”
  • 44. È un dato storico che la persona di Maria sia stata uno dei luoghi d‟investimento privilegiato della religione popolare nell‟evangelizzazione cristiana. Maria riveste un triplice ruolo: -un ruolo di prossimità: è la madre attenta a tutti i suoi figli; - un ruolo di difesa dell’identità culturale: è celebrata con le caratteristiche di ogni singolo popolo; - un ruolo di protezione e di guarigione: si suppone che liberi da tutte le oppressioni e da tutte le malattie
  • 45. I cattolici, con un atteggiamento di prudenza e di carità, di fronte alle “reticenze” degli altri cristiani, dovrebbero presentare una catechesi più attenta alla testimonianza della Scrittura. Questa catechesi dovrebbe costituire una pedagogia della fede per la pietà popolare.
  • 46. La resistenza dei protestanti all’ordine dell’affettività, alimentata per secoli da perpetue controversie sulla Vergine Maria e la loro rigida lettura della testimonianza della Scrittura sono difficoltà da superare con la reciproca conoscenza, il dialogo senza infingimenti e la preghiera comune. È in realtà un identico sguardo di fede su Gesù che ci incita a non separarci a causa di colei che non fu all‟origine delle nostre divisioni confessionali
  • 47. La Chiesa non farebbe dell’accettazione di questi due dogmi un preliminare alla piena comunione delle Chiese. Essa domanderebbe soltanto ai partner con i quali ristabilirebbe tale comunione di rispettare il contenuto dei dogmi, di non ritenerli contrari all’evangelo né alla fede, ma di considerarli come conseguenze libere e legittime di una riflessione della coscienza cattolica sulla coerenza della fede.
  • 48. “possiamo affermare insieme che l‟opera di redenzione di Cristo ha raggiunto Maria fino in fondo, nell‟intimo del suo essere e nei suoi primissimi momenti di vita. Ciò non è contrario all‟insegnamento della Scrittura, e può essere compreso solo alla luce della Scrittura”. (ARCIC II, «Maria: grazia e speranza in Cristo» n. 59, in EO 7/239).
  • 49. SINTESI Influsso prioritario del popolo Intervento decisivo del magistero della Chiesa Prospettiva Cristologica: un inno alla potenza salvifica dell’Unico mediatore Prospettiva antropologica: Evento di grazia per l‟umanità in cammino
  • 50.
  • 51. Ella realizza l’uomo che Dio ha sempre voluto, eretto verso il cielo (noi siamo curvati dal peccato), aperto verso gli altri (noi ci chiudiamo dentro noi stessi) e fraterno con il mondo (noi possediamo la terra in modo egoistico). Ella appartiene al disegno primigenio di Dio, logicamente anteriore alla caduta dell’umanità.
  • 52. Come mai tra le tante immagini dell’Immacolata ha prevalso quella della Donna che schiaccia la testa del serpente? Tra i tanti fattori si distingue l’archetipo con tutta la sua carica emozionale della Donna e il Drago. Maria, versione femminile del figlio dell’uomo (Dan 7), appare come una forza pura, santa e bella, che si confronta con la forza bruta del Mostro e lo vince.
  • 53. Ella costituisce un’energia assiologica evidente: ispira i comportamenti etici del lotta contro le forze d’oppressione e di morte, come è illustrato dalla storia della Polonia e del Messico le immagini della Madonna di Jasna Gora e della Vergine di Guadalupe.
  • 54. L’Immacolata è tipo non solo ontologico (immagine) o escatologico («teletipo»: Barth), ma anche tipo etico della Chiesa (esemplare), che deve essere come lei sposa «gloriosa, senza macchia né ruga ma santa e immacolata» (Ef 5,27)