2. Rivendico come sacro il mio diritto
a scegliere il quando e il come
morire
Tale posizione di
Indro Montanelli e
del manifesto
sull’eutanasia è
razionalmente
corretta e
moralmente
accettabile? 2
3. E’ immorale tollerare, accettare o
imporre la sofferenza
Che cosa è giusto fare di fronte alla sofferenza di
un malato terminale?
La sofferenza è inutile o ha un senso nella crescita
interiore di una persona?
3
4. L’uomo è padrone
della propria vita e
può decidere
quando essa debba
finire?
Nella storia del pensiero umano occidentale esistono due
tipi di risposte:
Favorevoli: Seneca, J.P. Sartre, F. Nietzsche
Contrari: Platone, Aristotele, neoplatonici 4
5. Il pensiero
cristiano
S. Agostino:
NON UCCIDIRE NE’ UN
ALTRO NE’ TE
S. Tommaso:
LA VITA E’ DONO DATO DA
DIO ALL’UOMO
08/10/2012 5
6. LA VITA UMANA É
INDISPONIBILE
L’unico diritto assoluto è il diritto alla vita
E’ un diritto naturale, inviolabile
Nessuna legge umana può disporne
6
7. GIURAMENTO
DI IPPOCRATE
I medici all’inizio della loro professione promettono
di:
AIUTARE I MALATI A VIVERE NEL MIGLIOR
MODO POSSIBILE RICORRENDO A TUTTI I
MEZZI UTILI PER TALE SCOPO
7
8. CHE COSA VUOL DIRE DIRITTO
A MORIRE CON DIGNITA’?
assistere amorevolmente il malato terminale
alleviargli le sofferenze
lenirgli le angosce
aiutarlo a morire serenamente 8
9. Il problema della
sofferenza
E’ barbaro e crudele continuare a far soffrire una
persona quando la sua vita ha perduto qualsiasi
dignità, bellezza, significato, prospettiva di avvenire.
Ha diritto di vivere solo l’uomo
sano, intelligente, utile?
E i malati inguaribili, i disabili gravi, i neonati con
gravi malformazioni?
9
10. Il mistero della sofferenza come
roccia dell’ateismo
La sofferenza è un male che deve essere combattuto
con ogni mezzo onesto e ragionevole, senza illudersi
che essa possa essere eliminata del tutto dalla vita
umana.
nella prospettiva cristiana non ci sono sofferenze
10
inutili
11. La croce di Dio:
mistero della
redenzione
Da frutto e conseguenza del peccato la sofferenza
umana è divenuta strumento di salvezza per colui
che soffre “in Cristo”.
Per il credente nessuna sofferenza è inutile
11
12. Il valore redentivo
del soffrire
Il cristiano ricco di fede nel dolore si sente unito alla
sofferenza di Cristo sulla croce.
Tale esperienza interiore offre una consapevolezza
profonda del valore salvifico dei dolori nella vita
Questa comprensione permette di affrontare anche
le situazioni più tragiche 12
13. Georg Büchner, uno dei più intensi scrittori dell'Ottocento tedesco,
nel suo dramma La morte di Danton (1835) si chiedeva: «Perché
soffro?». E concludeva: «Questa è la roccia dell'ateismo».
Ricordiamo le alternative lapidarie del filosofo greco Epicuro, così
come ce le ha trasmesse lo scrittore cristiano Lattanzio nella sua
opera De ira Dei (c. 13):
«Se Dio vuol togliere il male e non può, allora è impotente.
Se può e non vuole, allora è ostile nei nostri confronti.
Se vuole e può, perché allora esiste il male e non viene eliminato da
lui?».
13
14. Chi non ricorda quel passo dei Fratelli Karamazov dove Dostoevskij
s'interroga: «Se tutti devono soffrire per comprare con la sofferenza
l'armonia eterna, che c'entrano i bambini? È del tutto
incomprensibile il motivo per cui dovrebbero soffrire anche loro e
perché tocchi pure a loro comprare l'armonia con la sofferenza».
Kafka nei suoi Diari annotava: «Sono arrivato alla convinzione che
la tubercolosi non sia una malattia particolare, un male degno di
questo nome, ma soltanto una maggiore intensità del germe generale
della morte, la mia ferita, della quale la lesione ai polmoni è solo un
simbolo»
14
15. Nel Mito di Sisifo (1942) lo scrittore Albert Camus osservava: «C'è
un solo problema importante per la filosofia, il suicidio.
Decidere, cioè, se metta conto di vivere o no».
Saul Bellow, nel suo romanzo Il re della pioggia (1959): la
sofferenza è forse l'unico mezzo per rompere il sonno dello spirito
15
16. Gabriele D'Annunzio nel suo Libro segreto (1935) dichiarava:
«So che le cause del mio male sono nell'oscurità del mio spirito
che a poco a poco io rischiaro guarendomi. V'è, se io sono
infermo, un fallo di armonia non solo nella mia carcassa ma nella
mia anima. Ho in mente che qualcuno abbia considerato la
malattia come un problema musicale. Ma forse son io quegli»
Meister Eckhart (1260 ca.-1327) : Nulla sa più di fiele del
soffrire, nulla sa più di miele dell'aver sofferto; nulla di fronte
agli uomini sfigura il corpo più della sofferenza, ma nulla di
fronte a Dio abbellisce l'anima più dell'aver sofferto
René Latourelle: i Vangeli senza miracoli di guarigione sono
come l'Amleto di Shakespeare senza il principe
Paul Claudel: Dio non è venuto a spiegare la sofferenza, è venuto
a riempirla della sua presenza
16
17. IL PENSIERO RELIGIOSO BIBLICO
«Dio non ha creato la morte e non gode della rovina dei viventi. Egli
infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono
sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra»
(Sap 1, 13-14)
L'amore divino non ci protegge «da» ogni male ma ci sostiene «in»
ogni male facendocelo superare. L'esperienza del male rimane
angosciante come un carcere. L'ingresso del Figlio di Dio in quel
carcere segna una svolta: esso non è sbarrato per sempre, in
un'immanenza che si consuma in se stessa, ma viene aperto per un
«oltre». Questo «oltre» è illustrato in modo nitido sia attraverso i
miracoli compiuti da Cristo sia attraverso la sua Pasqua.
«Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le
cose di prima sono passate» (Ap 21, 4) 17