1. Che sarà una notte strana, lo capisco nel momento stesso in cui mi infilo sotto le coperte, con il lenzuolo tirato fin sopra le orecchie, a proteggerle da chissà quale spettro maligno. Innanzitutto, il sonno non vuole venire. Troppi pensieri in testa, troppe domande senza risposta, troppi progetti convulsamente affollati in un magma febbricitante. "Svuotati, testa, svuotati, dannazione!" - mi ripeto sottovoce, dandomi lievi colpetti sulla fronte. Niente da fare.
2. Piano B. Provo a concentrarmi su qualcosa di paradossale. Un pensiero leggiadro, lieve, privo di verosimiglianza e sostanza, pura idea. Ce l'ho fatta. L'immaginazione si lascia andare, fluida, i nervi si rilassano, le palpebre sembrano farsi pesanti, abbandonate ad un dolce silenzio... Ma perché il cervello non si può spegnere con un semplice clic, come il forno, o il frullatore? FRANCESCO DI VITA