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IL CINEMA SECONDO HITCHCOCK “  Il cinema non è un pezzo di vita, è un gioco da ragazzi …” ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
ALFRED HITCHCOCK Origini  “ Il cinema non è un pezzo di vita, è un gioco da ragazzi”. Terzogenito di William, il piccolo Alfred è un bambino pauroso e solitario, con pochi amici: questi elementi, assieme alla avversione per la polizia (maturata in seguito ad un episodio della sua infanzia che lo vede rinchiuso per punizione in un commissariato) saranno molto presenti nei suoi film. Riceve una rigida educazione religiosa, e viene mandato a frequentare il Collegio Cattolico di Saint Ignatius, proseguendo gli studi presso la scuola di Ingegneria e Navigazione che abbandona per motivi economici nel 1914, alla morte del padre. Da giovane Hitchcock è attratto molto dal mondo del crimine: collezionava saggi ed articoli ed era solito visitare continuamente il museo del crimine di Scotland Yard. Trova il suo primo lavoro nel 1915 come disegnatore presso la  Henley telegraph and cable Company , ma la sua prima occupazione nel mondo del cinema la ottiene nel 1920 presso un nuovo studio londinese, dove disegna i titoli di testa per film durante i due anni successivi. Nel 1923 Hitchcock è assunto dalla Gainsborough Pictures dove si occupa di tutto, dalla sceneggiatura, ai disegni, dai titoli alle scenografie fino al montaggio e all'aiuto regia. PERIODO INGLESE. Finalmente, nel 1925, gli viene affidato il suo primo film da regista: “The Pleasure Garden”, girato in parte sul Lago di Como. Nel 1926, Hitchcock sposa Alma Reville. La moglie collaborerà come sceneggiatrice a molti dei suoi film. Alma e Alfred avranno una figlia, Patricia (1928) che collaborerà come attrice in alcuni film del padre. Nello stesso anno gira il suo secondo film, “The Mountain Eagle”,oggi purtroppo perduta. Il suo primo vero film di successo fu “Il Pensionante” dove affronta per la prima volta una delle sue tematiche ricorrenti: l’innocente accusato ingiustamente di un crimine. Nel 1929 Hitchcock dirige “Il Riscatto”, suo primo film sonoro. Negli anni successivi dirige una serie di film, come  “L’uomo che sapeva troppo”,  “Il club dei trentanove” ,  “Giovane e innocente” e “La signora scompare”. PERIODO AMERICANO . Diventato ormai il regista di punta del cinema inglese, nel 1940viene chiamato a Hollywood da David O’Selznick, il produttore di “Via col vento”.Inizialmente Hitchcock deve dirigere un film sulla tragedia del Titanic ma gli preferisce un altro soggetto tratto dal bestseller di Daphne Du Maurier, “Rebecca, la prima moglie”che vince l’Oscar come miglior film dell’anno. Nel giro di pochi anni dirige una serie di film indimenticabili: da “Il sospetto” a “L’ombra del dubbio”, da  “Io ti salverò”  a  “Notorius, l’amante perduta ”. All’inizio degli anni ‘50 passa alla Warner , con cui gira “Delitto per delitto” e  “La finestra sul cortile”.  Nel 1955 inizia a produrre e a girare alcuni episodi del famoso telefilm “Alfred Hitchcock presenta”. Dopodichè una serie ininterrotta di capolavori, come “Caccia al ladro”, “L’uomo che sapeva troppo” (remake dell’omonimo film del 1934 diretto dallo stesso Hitchcock),  “La donna che visse due volte”, “Intrigo Internazionale”, “Psycho”  e  “Gli uccelli”.  Nel 1976 gira il suo ultimo film “Complotto di famiglia”. Muore a Los Angeles il 29 aprile 1980, mentre lavorava ad un nuovo film che avrebbe divuto chiamarsi “La notte breve” (The short Night).
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ALFRED HITCHCOCK Le apparizioni  Caratteristica comune a quasi tutti i film di Hitchcock, ad eccezione di quelli girati in Inghilterra nel periodo giovanile, è la sua presenza in almeno una scena. Il regista riferì che all'inizio della sua carriera si prestava per presenze casuali, laddove ci fosse stato bisogno di una comparsa; successivamente, le sue apparizioni cameo divennero una consuetudine scaramantica ed, infine, una specie di gioco per gli spettatori, che, ad ogni uscita di un nuovo film, dovevano cercare di individuare in quale inquadratura si fosse nascosto. Memorabili gli espedienti usati per le apparizioni nei film "claustrofobici", in cui il set era interamente costituito da un'unica scena ed era difficile inserire una "comparsata": ad esempio, ne ”I prigionieri dell’oceano”, tutto girato su una barca di naufraghi, compare in una foto sulla pagina di un giornale; analogamente, ne ”Il delitto perfetto”, che si svolge quasi per intero all'interno di un appartamento, lo si può riconoscere in una foto di compagni di scuola mostrata dal protagonista.
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ALFRED HITCHCOCK Le donne In molti film di Hitchcock si rivela l'ossessione del regista per una figura femminile tipica: si tratta di solito di una giovane donna bionda, dai lineamenti sottili e dall'aspetto rassicurante, che quasi sempre si rivela un personaggio ambiguo e malvagio come, ad esempio, la Melanie Daniels de   Gli uccelli  o la Judy de  La donna che visse due volte . Alla base di questa ossessione sembra ci fossero i rapporti difficili con le donne del giovane Alfred che, almeno fino ai 20 anni, resterà un ragazzo molto solitario. Inoltre, in Hitchcock è sovente presente l'analisi della figura materna, posta in contrapposizione con i figli, presenza incombente e inquietante: emblematiche le figure della madre che ha paura di essere abbandonata dai figli ne  Gli uccelli   e della madre di Norman Bates in  Psycho   che instaura con il figlio un rapporto parossistico che tanta rilevanza ha nel crudo svolgimento del film.
ALFRED HITCHCOCK Il cibo  Complessato per il suo peso, ereditato dal padre amante della buona tavola, Hitchcock soleva invitare a pranzo gli attori e le maestranze che lavoravano con lui durante le riprese, per approfondirne la conoscenza e discutere del film davanti a una tavola riccamente imbandita. Nei suoi film il cibo ha un ruolo importante: ad esempio il desiderio di Norman Bates per Marion Crane in  Psycho  aumenta quando usa il pretesto di portarle dei sandwich per poter parlare con lei. L'invito a cena rappresenta spesso il desiderio, da parte di uno dei personaggi, di approfondire la conoscenza e di andare oltre, come, ad esempio, in  La donna che visse due volte , quando Scottie invita Judy o come ne  Gli uccelli , dove Mitch invita Melanie; celebre infine, la battuta con cui Jeffry apostrofa Lisa ne  La finestra sul cortile , quando la donna gli serve la cena: «Perfetta, come sempre».
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ALFRED HITCHCOCK Curiosità  A meno di dieci giorni dal decesso, nell'aprile 1980, la sua ultima rappresentazione - per un'agenzia di stampa che la presentò come un'originalità, mentre era il presentimento della morte - Hitchcock organizzò la sua cerimonia funebre fatta dal vivo, steso in una bara scoperchiata e guardata da quattro necrofori in marsina. Hitchcock, oltre ad aver rivoluzionato in parte il modo di fare cinema, è riuscito a stravolgere le abitudini dei cinespettatori statunitensi, abituati ad entrare in sala anche a film iniziato con dieci ma anche più minuti di ritardo. Il regista, invece, impose e ottenne che le sale cinematografiche, in cui veniva proiettato   Psycho   chiudessero le porte ai ritardatari. Una misura necessaria in particolare per questo film, in cui anche i primi dieci minuti sono essenziali per la comprensione dell'intera opera.
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L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO (1934-1956) TRAMA Due turisti americani, il medico Ben McKenna ( James Stewart ) e la moglie Jo ( Doris Day ), sono in viaggio in Marocco, insieme al figlioletto Hank. Sull'autobus che li conduce a Marrakech fanno conoscenza con un misterioso personaggio, Louis Bernard (Daniel Gèlin), che desta subito qualche perplessità nella diffidente Jo. La sera i McKenna, recatisi a cena in un locale tipico, fanno la conoscenza dei coniugi Drayton, una coppia inglese che alloggia nel medesimo albergo, e con la quale si intrattengono per la serata. Con loro sorpresa, nello stesso locale i McKenna intravedono l'onnipresente e misterioso Bernard che, dopo essere passato nel pomeriggio nella loro camera d'albergo per invitarli a cena, li ha poi lasciati con una scusa. Il giorno successivo, mentre i McKenna e i Drayton visitano il mercato di Marrakech, un uomo viene pugnalato a morte sotto i loro occhi. Il dottor McKenna accorre in suo soccorso e si accorge che lo sconosciuto altri non è che Louis Bernard, camuffato in un abito tipico del luogo. L'uomo, prima di morire, rivela a McKenna che un importante uomo di stato sarà presto assassinato a Londra, e si raccomanda di andare a cercare colà un certo "Ambrose Chapel". La polizia francese (il Marocco, nel periodo della narrazione era ancora, per poco, un protettorato francese) invita i McKenna in commissariato, mentre i Drayton tornano in albergo con Hank. Durante l'interrogatorio, McKenna viene chiamato al telefono ed una voce misteriosa all'altro capo del filo gli annuncia che il figlioletto è stato rapito e gli intima il silenzio sulle rivelazioni che ha avuto da Bernard morente, pena la morte del figlioletto(scoprirà presto che i rapitori sono i coniugi Drayton). McKenna apprende dal commissario che Bernard era un agente del  Deuxième Bureaux  (il servizio di controspionaggio francese) ma rifiuta di collaborare e con la moglie riparte immediatamente per Londra...   Qui, nonostante le raccomandazioni in senso contrario di Scotland Yard, già informata dai francesi, i due coniugi iniziano a indagare da soli, sulla base delle poche indicazioni fornite da Bernard. Trovato Ambrose Chapel, scoprono che non solo questi è del tutto estraneo al rapimento, ma che l'Ambrose Chapel citato da Bernard non è una persona, bensì un luogo ( chapel , in inglese, significa cappella). Giunti nella cappella, il loro intervento viene vanificato dal deciso comportamento dei Drayton (il marito Edward usa come copertura la rispettabile attività di prete protestante) che fuggono rinchiudendo Ben, debitamente stordito, nella cappella e si portano dietro il piccolo Hank. Tuttavia Jo McKenna, che era uscita dalla cappella per avvisare  Scotland Yard , riesce a sventare l'attentato organizzato dai Drayton su commissione dell'ambasciatore di un non ben identificato paese, contro il primo ministro dello stesso paese, in visita a Londra, che avrebbe dovuto aver luogo durante un concerto alla Royal Albert Hall. Grazie al loro intervento (un urlo di Jo fa sbagliare mira al killer e la comparsa improvvisa di Ben nel palco ove quest'ultimo aveva sparato ne provoca la caduta in platea e la morte), i coniugi McKenna sono invitati all'Ambasciata. All'interno di questa i Drayton hanno portato precipitosamente il piccolo dopo che la loro base in Londra, la Ambrose Chapel, è stata "bruciata" a causa dell'intervento di  Scotland Yard . Deciso ad uccidere il bambino, su richiesta perentoria dell'ambasciatore che non vuole testimoni del suo tradimento, Edward Drayton torna nella stanza, ma la moglie Lucy, che ha preso a cuore le sorti di Hank, riesce a farlo fuggire esortandolo a fischiare la canzone che la madre gli cantava da piccolo, e che ora sta cantando ai piani di sotto, facendosi così sentire dal padre, che accorre in tempo per fermare l'uomo. Come in tutti i suoi film, Hitchcock fa la sua breve apparizione davanti alla macchina da presa: qui lo si vede, di spalle, mentre assiste allo spettacolo che danno alcuni saltinbanchi nel mercato di Marrakech. CRITICA L'uomo che sapeva troppo  è uno dei migliori film di Hitchcock. Remake di un suo precedente dall'identico titolo(1934) non altrettanto ben riuscito, si fonda su un tema caro al regista: l'uomo normale, semplice professionista come tanti altri, che si trova coinvolto senza colpa alcuna in una oscura vicenda a lui del tutto estranea e ne diventa improvvisamente, suo malgrado, il personaggio-chiave. Così si trova costretto a dover scegliere fra la salvezza delle persone a lui care (il figlio rapito e, indirettamente, la moglie) e il dovere di cittadino che sa di un delitto imminente, quando il suo interesse è esattamente il contrario di quello che la coscienza gli suggerirebbe di fare. Si delinea così, come in molti altri film di Hitchcock, la lotta fra il bene, rappresentato dalla onesta ed unita famiglia McKenna (la moglie Jo ha addirittura sacrificato la sua promettente carriera di nota star internazionale del canto per stare vicino all'amato marito ed all'amatissimo figlio), ed il male, rappresentato dalla diabolica coppia dei Drayton (ma la donna, Lucy Drayton, femmina dallo sguardo negativamente enigmatico, si riscatterà nel finale) e dai luciferini personaggi che li circondano. Emblematica a questo proposito è l'atmosfera che si respira  Ambrose Chapel , una cappella di rito cristiano riformato, quando i due protagonisti vi accedono convinti, a ragione, che colà sia tenuto prigioniero il figlio. La pianista e complice dei Drayton è un personaggio diabolico: giovane donna fisicamente insignificante, è resa ancor più brutta e all’apparenza malvagia, dalle spesse lenti dietro le quali nasconde i suoi occhi. Ma ancor più opprimente è la presenza dei fedeli, persone anziane o di mezza età, vestite molto modestamente per non dire in modo sciatto, una piccola folla anonima e triste che intona in coro, stonata, un lugubre canto che vorrebbe essere un inno sacro ed invece suona come un canto funebre, quasi infernale. Per non dire dell'aspetto diabolico del killer marocchino (Reggie Nalder), appositamente ricercato ed ingaggiato a Marrakech dal sinistro e scaltro Edward Drayton, il cui volto è più simile ad un teschio che a quello di un essere vivente.Magistrale la scenografia del mancato delitto: una panoramica interna della Albert Hall dove, alla grossa macchia bianca del nutrito gruppo di coristi fa da contrasto l'aspetto diabolico del killer in abito nero che si nasconde dietro la tenda di un palco e quello della sua accompagnatrice, la pianista della Ambrose Chapel, vestita con una stridente e sinistra blusa gialla. La musica scandisce tutto il finale del film, dal suono delle campane, agitate da Ben che si arrampica sulle corde per uscire dal luogo di culto ove è stato rinchiuso, all'incombente musica di Arthur Benjamin che dovrebbe, con l'intervento dei piatti, indicare al killer il momento esatto in cui sparare alla vittima designataEd infine è il  leit motif  del film, la canzone  Que sera, sera  che dà lo spunto ai genitori per portare a compimento la liberazione del figlio rapito.
IO TI SALVERO’ (1945) TRAMA In preda ad una grave forma d'amnesia, medico psichiatra prende il posto del primario, ucciso in   circostanze misteriose. Dirige una casa di cura per malati mentali, ma smascherato dai colleghi fugge insieme con una dottoressa che l'aiuta a ritrovare la memoria e incastrare il vero assassino. CRITICA  E CURIOSITA’ L'unico film che Hitchcock non ha mai amato. Thriller parapsicologico che il regista fu costretto a girare sotto le ingerenze del produttore David O. Selznick ( King Kong ,  Via col Vento ), che tagliò 20 minuti di sequenze, gli impose Salvador Dalí nel celebre disegno del sogno e non acconsentì alla riduzione musicale, richiesta da Hitch, e verso la quale il maestro nutriva il sondato timore - poi in parte rivelato - che potesse surclassare l'essenza stessa del film. Tutto sommato andò bene così visto il successo di pubblico riportato, anche se i critici non furono per nulla benevoli. L'interpretazione di Gregory Peck, nella parte dell'uomo braccato e in preda all'isterismo, è magistrale; ma è tutto l'insieme a dimostrarsi eccellente: l'atmosfera creata dall'inconscio, la love story dei due protagonisti consumata in una fuga continua, i dialoghi arricchiti da humor di contorno, i personaggi perfettamente calibrati, la percezione del panico sempre presente. Perfetto bianco e nero dell'operatore George Barnes, con aggiunta della più breve sequenza a colori mai girata e relativa alla parte finale del film, dove l'esplosione del colpo di pistola ripresa in Technicolor rivelò una fiammata rossa di 2 secondi. Cinque Nomination e un Oscar, per la musica, veramente stupenda, dalla quale è stata ricavata la sinfonia "Spellbound Concerto"... Gli attori sono  Ingrid Bergman ,  Gregory Peck , Michael Ceckhove,Leo G.Carroll. Il film fu adattato da Angus MacPhail e Ben Hecht dal romanzo “La casa del dottor Edwards”di Francis Beeding.. La creazione del film generò un'aspra discussione tra il regista e il produttore,David O. Selznick. Selznick aveva firmato un contratto con Hitchcock, e voleva che egli girasse un film basato sulle conoscenze di Selznick stesso nell'ambito della psicoanalisi. In più, il produttore portò la sua psichiatra sul set per avere consigli tecnici. La donna e Hitchcock ebbero frequenti scontri. Hitchcock, in più, chiese all'artista Salvador Dali’ di rappresentare graficamente alcune scene di carattere onirico, che però non piacquero a Selznick. Benché si sia fatto uso della maggior parte delle immagini di Dalì, fu tagliata una sequenza onirica in cui Ingrid Bergman si trasformava in una statua della dea Diana. La pellicola di questa scena è andata perduta; ce ne restano tuttavia alcune immagini. La colonna sonora del film è di Miklòs Ròzsa; notevole l'uso pionieristico del theremin. Sebbene famoso ai suoi giorni,  Io ti salverò , negli ultimi anni, è stato messo in ombra a favore di altri capolavori di Hitchcock. Il genere di analisi psicologica proposto dal film, sostengono molti critici, è obsoleto. Francois Truffaut nella sua serie di interviste con Hitchcock, ammise di essere stato deluso dal film, benché affascinato dalla sequenza del sogno. Hitchcock stesso, successivamente, lo liquidò come "la solita caccia all'uomo camuffata da film pseudo-psicologico".
NOTORIUS (1946) TRAMA Helena Huberman ( Ingrid Bergman ), figlia di una spia tedesca condannata al carcere, viene contattata dall'agente segreto T.R. Devlin ( Cary Grant ) per partecipare a una missione in Brasile per conto del governo americano. Innamoratasi di Devlin, la donna decide di abbandonare la sua vita dissoluta e parte con lui per Rio de Janeiro. Il compito di Helena è quello di carpire informazioni al suo corteggiatore Alexander Sebastian (Claude Rains), che ben presto la mette in una posizione difficile: lei ingannandolo finge di ricambiarlo e lui infatti le chiede di sposarlo. Devlin, nascondendo il suo amore per Helena, non si oppone. Helena sposa Alexander, nonostante il parere contrario della madre dell'uomo, madame Anna Sebastian (Leopoldine Konstantin), vera  dark lady  della vicenda, e si tiene in contatto con i servizi segreti americani per tenerli informati sugli incontri che i nazisti tengono periodicamente in casa. Quando arriva alla certezza che la cantina nasconde un segreto, la sposa organizza un ricevimento allo scopo di consentire a Devlin di indagare in loco di persona. L'agente scopre che la cantina è il luogo in cui Sebastian e i suoi complici nascondono minerale di uranio in bottiglie apparentemente piene di vino, ma viene notato dal padrone di casa: per ingannarlo Devlin bacia appasionatamente Helena, fingendo (non troppo, per la verità) di esserne l'amante.  Alexander fiuta l'inganno: nota che la chiave della cantina gli è stata sottratta e che qualcuno vi si è introdotto, rompendo una bottiglia. Da questo momento il destino della moglie appare segnato: su consiglio di sua madre, Alexander incomincia ad avvelenarla lentamente. Lei non se ne avvede, mentre lo stesso Devlin, quando la incontra, imputa il suo stordimento all'abuso di alcool e le annuncia la sua partenza da Rio. Recatosi a casa Sebastian per salutarla, l'agente trova Helena in fin di vita: le dichiara finalmente il suo amore e la trae in salvo, lasciando il marito a dover giustificare l'accaduto alle altre spie naziste. CURIOSITA’ Notorious, l'amante perduta  è un film del 1946 diretto da Alfred Hitchcock e prodotto da David O. Selznick. La pellicola è uscita nelle sale nel 1946 ma il soggetto, in cui si fa riferimento all‘uranio per costruire la bomba atomica, è stato scritto un anno prima del disastro di Hiroshima. È una storia sul conflitto tra amore e dovere, sul conflitto fra morale individuale e bene collettivo, cioè su ciò che è immorale per il singolo ma che non sarebbe più tale se fatto per il bene supremo della colletività cui questo appartiene: il titolo originale, "Notorious", fa riferimento al comportamento sessuale, ritenuto generalmente immorale, della protagonista. Nel 2006 il film è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Il regista fa come sempre la sua breve comparsa sullo schermo: questa volta è uno dei tanti ospiti al ricevimento presso l'ambasciata tedesca, ripreso con un bicchiere di champagne in mano.
LA FINESTRA SUL CORTILE (1954) TRAMA Sceneggiato da John Michael Haves dal racconto La finestra sul cortile di Cornell Woolrich , il film ha per protagonista un fotoreporter di successo,  L.B. "Jeff" Jeffries  ( James Stewart ), che è costretto su una sedia a rotelle con una frattura alla gamba sinistra, a causa di un incidente di lavoro. Immobilizzato nel proprio appartamentino da scapolo, e annoiato per la forzata inattività, Jeff inizia a osservare i suoi vicini di casa, servendosi della propria macchina fotografica con teleobiettivo. Nel frattempo la sua fidanzata  Lisa Freemont  ( Grace Kelly ), una sofisticata ragazza dell'alta società, si reca regolarmente a fargli visita, sfruttando l'occasione per insistere con Jeff sul loro matrimonio e sulla possibilità di fargli aprire uno studio professionale, in modo da averlo vicino e non più in giro per il mondo: il reporter, però, giudicando insormontabili i loro due stili di vita, vorrebbe mantenere la loro relazione così com'è, immaginando che in qualsiasi altro modo essa sarebbe destinata al naufragio. Tra una discussione e l'altra con Lisa, Jeff continua a osservare gli eventi che si svolgono negli appartamenti di fronte al suo e che si affacciano sullo stesso anonimo cortile, familiarizzando con i movimenti quotidiani degli inquilini: una coppia sposata da pochi giorni, una ballerina piuttosto procace, un compositore in crisi, una coppia senza figli che ha riversato il proprio affetto su un cagnolino, una zitella dal cuore solitario, una single con manie d'arte e una coppia di coniugi, i Thorwald, in crisi matrimoniale... Fino a che una notte non viene svegliato da un urlo di donna. Da quel momento in poi, Jeff nota strani movimenti nell'appartamento dei Thorwald e questo solletica il suo fiuto da fotoreporter, al punto da convincersi che  Lars Thorwald  (Raymond Burr, il Perry Mason televisivo), abbia ucciso la moglie e ne abbia sezionato e fatto sparire il cadavere: l'improvvisa assenza da casa della signora Thorwald (fino a poco prima a letto malata), la terra smossa nell'aiuola del cortile, dove il cagnolino della coppia senza figli va ripetutamente ad annusare, il viavai notturno di Thorwald dall'appartamento, sono tutti indizi che insospettiscono Jeff, il quale inizia una vera e propria indagine personale, aiutato dalla sua infermiera  Stella  (Thelma Ritter) (che dall'alto della sua esperienza colorisce il tutto con note decisamente macabre, ma piuttosto esilaranti) e dallo scettico amico investigatore  Thomas J. Doyle  (Wendell Corey) che, nonostante sia divertito dai sospetti di Jeff, aiuta l'amico, a volte a confermare i sospetti a volte a confutarli. Lisa, inizialmente scettica e soprattutto preoccupata per l'eccessivo coinvolgimento con il quale Jeff spia i vicini, a poco a poco si convince che egli ha ragione e decide di aiutarlo, dimostrandosi coraggiosa e intrepida come Jeff non avrebbe potuto neanche lontanamente sospettare; arriva addirittura a mettere a repentaglio la propria incolumità, introducendosi nell'appartamento di Thorwald alla ricerca delle prove dell'omicidio. Jeff si fa però scoprire, e Thorwald sale nel suo appartamento per affrontarlo, in un finale dalla tensione palpabile, anche grazie agli splendidi giochi di luci ed ombre proposti dal maestro Hitchcock. CRITICA “ E’ tutto perfetto, Lisa! Come sempre…” La finestra sul cortile  è un film del 1954 (prima proiezione:4 agosto) del grande regista del thriller Alfred Hitchcock, tratto dall'omonimo racconto di Cornell Woolrich. Nel 1997 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Ben prima delle  candid camera  o dei cosiddetti  reality show  (spettacoli televisivi in cui una telecamera spia, di nascosto o meno, la vita delle persone), Hitchcock ha esplorato con questo intenso giallo fin dove una persona può spingersi nello spiare i propri vicini. Francoise Truffaut lo definì "un film sul cinema" per il facile paragone tra le finestre e lo schermo cinematografico. Il protagonista, come lo spettatore al cinema, si trova in una condizione di scarsa mobilità e sovrapercezione. Le finestre possono essere paragonate anche al palcoscenico di un teatro, in cui la tenda funge da sipario che dovrebbe impedirci di vedere ciò che non deve essere reso pubblico. Elemento centrale nel film, che lo differenzia nettamente dal soggetto di Cornell Woolrich, dal quale era totalmente assente, è la riflessione sul rapporto di coppia e sul matrimonio. Come rileva il regista Curtis Hanson, attraverso le finestre degli appartamenti prospicienti il protagonista vede materializzarsi, come uno spettatore al cinema, i propri dubbie e paure sulle conseguenze di una relazione stabile col personaggio interpretato da Grace Kelly. Del resto, all' origine della sua attenzione per ciò che avviene all' esterno è proprio il tentativo di sottrarsi alle pressioni di Lisa Freemont.
LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE (1958) “ C’è ancora un’ultima cosa che devo fare ,  e poi sarò libera dal passato…”. La donna che visse due volte  è un thriller del 1958 diretto da Alfred Hitchcock. Tratto dal romanzo  D'entre les morts  di Pierre Boileau e Thomas Alarcejac, sceneggiato da Alec Coppel e Samuel Taylor, è considerato uno dei capolavori di Hitchcock. Famosi i contributi tecnici del compositore Bernard Herrmann, con la sua splendida partitura musicale, e del  title designer  Saul Bass, autore della sequenza introduttiva. Il titolo originale del film, prima ancora di  Vertigo  fu:  From among the dead . La parte di Madeleine era stata originariamente affidata a Vera Miles, ma durante le riprese Hitchcock subì un'operazione alla cistifellea e, una volta ripresosi, toccò alla Miles la latitanza dal  set  poiché era rimasta incinta. In compenso Hitchcock le affiderà la parte di protagonista femminile nel successivo  Psycho . Nel 1989 è stato inserito fra i film preservati dal National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel1997, dopo 12 anni di assenza dalle programmazioni televisive, il film fu restaurato da Robert A.Harns e James C. Katt: originariamente in Vista Vision 35mm a doppio fotogramma da dx a sx e in DTS, è stato recuperato il 90% del sonoro originale (integrato con suoni riprodotti seguendo le originarie annotazioni di Hitchcock), ed è stato riprodotto in 70mm a unico fotogramma. Nel 1998 l'American Film Institute  l'ha inserito al decimo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito addirittura al nono posto.   TRAMA Il poliziotto John Ferguson (James Stewart),  Scottie  per gli amici, scopre di soffrire di acrofobia dopo che, durante un inseguimento sui tetti di San Francisco, ha rischiato di precipitare nel vuoto, aggrappato ad una gronda che sotto il suo peso stava per collassare, ed ha visto un suo collega perdere la vita cadendo nel tentativo di salvarlo. Dimessosi dalla polizia, viene ingaggiato da un suo ex-compagno di college, Gavin Elster (Tom Helmore), ora grosso impresario edile, per sorvegliare la moglie Madeleine (Kim Novak), soggetta a strani comportamenti. Scottie, nel seguire la donna, scopre una strana relazione tra lei e la bisnonna per parte di madre Charlotte Valdès, già ragazza madre cui l'amante aveva tolto la figlia avuta da lui e che, uscita di senno, era morta suicida. Scottie salva Madeleine da un tentato suicidio nelle acque della baia e se ne innamora, ricambiato. Decide di metter fine alla ossessione di Madeleine per la morte accompagnandola nei luoghi che le ricordano eventi che appartengono al passato della bisavola, ma proprio in uno di questi, presso la ex missione spagnola San Juan Batista, Madeleine trova la morte gettandosi dal campanile. Accertato giuridicamente il suicidio, ma con una malcelata reprimenda del magistrato nei suoi confronti per quello che considera un suo vero e proprio atto di codardìa, Scottie cade in depressione, sentendosi colpevole di non aver salvato l'amata a causa della sua paura del vuoto. Finisce quindi in una clinica psichiatrica, dove la sua amica  Midge  (Barbara Bel Geddes), innamorata di lui e non corrisposta, cerca di aiutarlo a riprendersi. Uscito dalla casa di cura, dopo circa un anno dalla tragedia, Scottie crede di rivedere in Judy, una commessa di negozio (ancora Kim Novak), la figura di Madeleine, ma assai meno sofisticata e misteriosa di quest'ultima…  Infine resta il comportamento di Judy. Costei è ancora innamorata del maturo ed un po' rintronato ex poliziotto, che lei stessa aveva fatto fesso un anno avanti, e si presta ad assecondare le sue manie, che rasentano il feticismo, nel volerla identica alla defunta, falsa Madeleine. Qui il grado di improbabilità della vicenda giunge a livelli un po' troppo alti anche per spettatori di bocca buona e per un regista di fama e bravura come Hitchcock. Questo limite viene occultato comunque dalla figura sentimentalmente molto accattivante della protagonista, la cui dedizione totale verso l'amato, l'ossessionante ed ossessionato Scottie, la rende simpatica ed ispira compassione allo spettatore, facendola quasi passare per vittima piuttosto che per la cinica, determinata e determinante complice in un efferato delitto, tanto che il drammatico finale lascia un po' di amaro in bocca. Kim Novak, sia quando rappresenta (finzione nella finzione) l'eterea e misteriosa Madeleine, sia nel ruolo della carnale e concreta Judy, emana, nonostante i castigatissimi costumi, una notevole carica erotica. Da rilevare, per la sua suggestività in tempi in cui dei cosiddetti  effetti speciali  il cinema non era ancora inflazionato, la scena dell'incubo che coglie il povero, complessato, Scottie, la notte seguente l'udienza che ha classificato ufficialmente come suicidio la morte della vera Madeleine. CRITICA Ancorché considerato come si è visto un capolavoro, il film di Hitchcock presta il fianco a qualche critica. Innanzitutto la scelta di un tema che tratta, sia pure come finzione nella finzione, un argomento relativo a fenomeni soprannaturali o preternaturali: il ricorso a questi temi è una facile scorciatoia per la creazione di  suspense , ancor più facile per un maestro come Hitchcock, che non ha certo bisogno di ricorrere a grossolane immagini di occhi sgranati, di ghigni satanici ed a cigolii sinistri per far trattenere il fiato allo spettatore od anche solo generare quel senso di disagio dato dalla paura. Parrebbe rivelare, almeno per quel momento, una certa mancanza di idee nuove. In secondo luogo stupisce la latitanza del  vilain  della vicenda, l'assassino. Gavin compare, per un tempo appena significativo, solo due volte in tutto il film: la prima, all'inizio, quando ingaggia il riluttante ex compagno d'università ed ex poliziotto  Scottie  perché segua la (falsa) moglie, ed una seconda volta, quando assiste all'udienza che conclama il suicidio di quest'ultima e decide quindi l'archiviazione dell'inchiesta (le altre due comparse: l'uscita dal ristorante con la finta moglie e la scena del delitto nel  flash-back  di Judy sono talmente brevi da non fare testo). Lo si ode inoltre una volta al telefono e quindi esce definitivamente di scena, tanto che si ha alla fine l'impressione che sia riuscito a farla franca, avendo lasciato gli Stati Uniti, come preannunciato a Scottie dopo l'udienza. Un po' poco, in questo genere di film, per lo scaltro ed efferato autore del delitto intorno al quale ruota l'intera vicenda. La quale ha come unici protagonisti la Madeleine/Judy e Scottie: tutti gli altri, compresa la sfortunata (ed un po' maldestra) in amore  Midge , sono solo semplici comparse… Scottie corteggia insistentemente Judy, convincendola a vestirsi ed a truccarsi come Madeleine, e Judy lo asseconda in questa manìa morbosa perché in realtà è ancora innamorata di lui. Poco tempo dopo Scottie scopre del tutto casualmente, grazie ad un semplice dettaglio, ciò che in realtà è avvenuto: Gavin Helster, il marito della vera Madeleine, per inscenare il suicidio della moglie sul campanile, ha ingaggiato Judy per impersonarla e ha scelto Scottie quale testimone inconsapevole, contando sul fatto che lui non sarebbe mai riuscito a seguire la donna per le scale a causa della sua acrofobia. Scottie non ha così potuto vedere Gavin lanciare dal campanile la vera Madeleine, vestita come la falsa moglie e già precedentemente strangolata. Ignara che nel frattempo Scottie ha scoperto tutto, Judy si lascia condurre sul campanile dell'antica missione, dove Scottie la costringe a rivivere la scena del delitto. Ma anche Judy, dopo aver confessato la sua complicità con Elster nell'omicidio della moglie, finisce per cadere nel vuoto come la vera Madeleine, spaventata ed angosciata dall'improvviso comparire di un'ombra misteriosa e lugubre, quella che si rivelerà essere solo una suora accorsa al campanile dopo aver udito Scottie e Judy che salivano rumorosamente le scale ad un'ora insolita. Scottie subisce un secondo trauma psichico grazie al quale, tuttavia, si accorge di aver vinto la paura del vuoto. Hitchcock fa la sua solita comparsa sullo schermo nei panni di un passante che reca con sè la custodia di una tromba, mentre transita davanti ai cantieri di proprietà di Elster. Il Golden Gate Bridge, che si vede sullo sfondo nella scena in cui Judy/Madeleine cade in acqua, è divenuto uno dei luoghi culto per i cinefili, tanto da essere utilizzato in molti altri film; Hitchcock lo aveva scelto come location già nel 1951, definendolo un luogo ideale per un delitto.
INTRIGO INTERNAZIONALE (1959) Intrigo internazionale  ( North by Northwest ) è un film del 1959 di Alfred Hitchcock, ed è universalmente considerato una delle sue opere migliori. Entrata nella storia del cinema è la scena in cui Roger O. Thornhill (Cary Grant) in pieno giorno, su una strada isolata in aperta campagna, è attaccato a colpi di mitra da un aereo adibito all'irrorazione dei campi. Scena di fortissima suspence, che dura poco meno di 10 minuti e conta 132 inquadrature, con 7' privi di dialoghi. Hitchcock in questa scena distrugge la consuetudine per la quale una sequenza da brivido deve essere girata in determinate condizioni.Altra scena famosa è quella in cui il protagonista, partecipando ad un'asta di oggetti d'arte, si accorge che i suoi nemici si sono appostati alle uscite per ucciderlo, e ne esce con uno stratagemma: provoca l'intervento della polizia turbando con il suo comportamento stravagante, il buon andamento dell'asta.  Famosissima anche la scena finale del film, ambientata sul monte Rushmore.  Notare che la abitazione del  villain  Vandamm riproduce la villa "Fallingwater", progettata da Frank Lloyd Wright per la famiglia Kaufmann, la quale non permise le riprese all'interno dell'abitazione originale.Nel 1995 il film è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. La puntata "I due volti della passione" della serie televisiva "I Griffin" (4° stagione, primo episodio) riprende molte delle scene di questo film, tra cui si può ricordare la casa di Mel Gibson situata in cima al monte Rushmore, che è la copia esatta della casa che si vede nel film di Hitchcock.   TRAMA Roger Thornhill (Cary Grant) è un agente pubblicitario che, dopo essere stato arrestato per aver guidato in stato di ebbrezza, racconta alla polizia una storia che ha dell'incredibile. Mentre si trovava in un albergo di New York, è stato rapito da due uomini e portato nella villa di un certo Townsend. Qui viene interrogato, costretto a bere del whiskey e  spinto in un'automobile da corsa: l'evidente intenzione era quella di farlo morire inscenando un incidente. Thornhill ricorda che i suoi rapitori si rivolgevano a lui chiamandolo George Kaplan. La polizia inizia le indagini, ma non giunge ad alcun risultato. Thornhill viene a sapere che un certo Townsend, diplomatico, lavora nel palazzo dell'Onu, e inizia a indagare su questa assurda vicenda. Il Townsend che trova nel famoso palazzo non è però quello che ha incontrato nella villa e mentre cerca di avere delle informazioni il diplomatico viene pugnalato a morte, e la colpa ricade su Roger. In fuga dalla polizia, che non gli crede, e in cerca della verità per potersi scagionare, incontra sul treno per Chicago una giovane e bella signora, Eva Kendall (Eva Marie Saint) che lo aiuta a sfuggire ai controlli della FBI sul treno in cui è riuscito a rifugiarsi. Ma presto comprende che anche lei è implicata nel complotto per incastrarlo poiché lo manda ad un incontro in un area deserta in cui in realtà vogliono ucciderlo. Riuscito a scampare al pericolo, torna da lei e scopre che è una doppiogiochista… Dopo essere sfuggito al tentativo di ucciderlo da parte dei suoi nemici all'uscita da un'asta di oggetti d'arte, scopre che in realtà Eva kendall è un agente del controspionaggio americano che opera sotto copertura, rischiando la vita per incastrare l'artefice di un grosso traffico di informazioni, Philip Vandamm (James Mason). Deciso ad aiutarla una volta scoperto cosa ha dato il via alla vicenda (in realtà Kaplan non esiste, era un'invenzione del controspionaggio americano), la segue nella villa di Vandamm, e compreso che è stata scoperta e che sta per essere uccisa, cerca di avvisarla del pericolo in modo che non salga sull'aereo da cui la faranno precipitare in mare. Riesce infine a fuggire con lei ed i microfilm, oggetto dell'azione di spionaggio del Vandamm, ma gli scagnozzi di quest'ultimo riescono a intrappolarli su uno dei volti scolpiti sul monte Rushmore, e solo alla fine gli agenti accorsi sul luogo li salveranno uccidendo chi sta per precipitarli: lui allunga la mano per trarla in salvo e lei si ritrova in un vagone letto del treno, dove i due si erano incontrati, e il film finisce con il treno che entra in galleria.
PSYCHO (1960) TRAMA La segretaria Marion Crane ( Janet Leigh ) fugge dalla città di Phoenix (Arizona) con quarantamila dollari sottratti alla società immobiliare per la quale lavora. La notte si ferma a pernottare in un motel gestito da Norman Bates ( Anthony Perkins ), uno strano giovane oppresso dalla madre autoritaria. Mentre sta facendo una doccia, Marion viene uccisa a coltellate. Preoccupata per la scomparsa di Marion, sua sorella Lila si reca dal fidanzato di Marion, Sam; ma il ragazzo non vede Marion da tempo. I due informano il detective privato Milton Arbogast, che, recatosi al motel di Norman, viene ucciso. Lila e Sam, per scoprire il mistero, si recano presso il motel e riescono ad appurare la verità. Mentre Lila sta per cadere in una mortale insidia (una donna che sembra in tutto la madre di Norman cerca di assalirla) Sam giunge in tempo e scopre che l'autore dei delitti è Norman, il quale, sconvolto dalla morte della madre, da lui stesso uccisa, ne ha assunto la personalità fino al punto di travestirsi da donna prima di compiere i delitti.     Casa Bates compare in un episodio della Signora in Giallo con un omicidio simile a quello del film  La casa viene usata ancora oggi come casa Halliwell nel telefilm "Streghe“. CURIOSITA’ C andidato a quattro Oscar,  Psyco  è oggi ricordato come uno dei film più conosciuti di Hitchcock e il suo maggior successo commerciale, tanto da aver generato ben tre sequel e un remake di Gus Van Sant.Nel 1992 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Bibblioteca  del Congresso degli Stati Uniti. Il film è tratto omonimo romanzo di Robert Block. Con tre sequel:  Psycho II  (1983),  Psycho III  (1986) ,  Psycho IV  (1990) Film TV  ed un remake:  Psycho  (1998). Il regista volle girarlo in bianco e nero soprattutto per evitare problemi di censura, dato che viene mostrato esplicitamente del sangue: in realtà il liquido che scorre nella doccia è cioccolato fuso. Per girare i 45 secondi della scena della doccia, su uno storyboard di Saul Bass, occorsero sette giorni di lavorazione, 72 posizioni della macchina da presa ed una controfigura per Janet Leigh. Inizialmente Hitchcock voleva che la scena della doccia fosse silenziosa, ma Bernard Herrmann gli fece cambiare subito idea dopo avergli fatto ascoltare una sua composizione. Per il ruolo di Marion Crane furono considerate anche Eva Marie Saint, Piper Laurie, Marta Hyer, Hope Lange, Shirley Jones e Lana Turner. Durante le riprese il film aveva il titolo provvisorio di  Production 9401  o  Wimpy , in omaggio al cameraman della seconda unità Rex Wimpy. Il film fu girato con un budget di 800 000 dollari e ne incassò 40 milioni. Per le riprese Hitchcock s'avvalse della troupe della serie tv Alfred Hitchcock Presenta per risparmiare tempo e denaro. Hitchcock compare sul marciapiede davanti al luogo dove lavora Marion con in testa un cappello texano. Alle prime proiezioni nei cinema di  Psyco , Hitchcock richiese che nessun spettatore, critici compresi, potesse entrare in sala una volta iniziata la proiezione del film perché ciò avrebbe rovinato loro la visione dell'opera nella sua completezza.  Psyco  fu il primo film in cui si poté vedere un Wc in cui viene tirato lo scarico. DIFFERENZE TRA IL LIBRO E IL FILM Il film si discosta per alcuni versi dal libro e le maggiori differenze sono: La segretaria Marion Crane nel libro si chiama Mary Crane.  Nel film Marion durante la fuga cambia auto una volta sola mentre nel libro due volte.  Nel film Marion nel registro del motel si firma come Marie Samuels mentre nel libro come Jane Wilson.  Nel film la vicenda prende luogo in Arizona mentre nel libro inTexas.  Nel film Norman Bates e Marion cenano nel retro dell'ufficio mentre nel libro cenano nella cucina della di lui casa (dietro il motel).  Nel film quando arriva Arbogast al motel non ci sono clienti, mentre nel libro c'è una coppia. Nel film Lila prova che Marion è stata al motel trovando una carta con scritto 40.000$ nel WC mentre nel libro con un orecchino insaguinato della sorella.  Nel film Sam e Lila al motel ricevono la camera 10 mentre nel libro la camera 6, inoltre mentre nel film le stanze attigua all'ufficio è la numero 1, nel libro è la numero 6. Nel libro Norman Bates origlia Sam e Lila che parlano riguardo la sorella.  Nel film Norman Bates è scisso nella personalità di se stesso e in quella di sua madre, mentre nel libro vi è anche quella di Norman bambino.
GLI UCCELLI (1964) TRAMA In un negozio di animali a San Francisco si incontrano l'avvocato Mitch Brenner ( Rod Taylor ) e la ricca e giovane Melanie ( Tippi Hedren ), figlia dell'editore di uno fra i maggiori giornali della città. Indispettita e insieme attratta dall'atteggiamento dell'uomo, Melanie decide di fargli una sorpresa e di recarsi a Bodega Bay -dove Mitch trascorre i fine settimana in compagnia della madre e della sorellina Cathy- col pretesto di donare alla bimba, per il suo compleanno, una coppia di pappagalli "inseparabili".Da poco arrivata sul posto, Melanie viene attaccata da un gabbiano che le ferisce il volto. Melanie viene ospitata da Annie, maestra di scuola di Cathy e vecchia fiamma di Mitch. Durante la notte un gabbiano, inspiegabilmente, sbatte sulla porta di casa. È solo il primo di una serie di strani accadimenti che vedono protagonisti gli uccelli: le galline della casa si rifiutano di mangiare; durante la festa di Cathy uno stormo di gabbiani attacca i bambini; la sera stessa la casa dei Brenner viene attaccata da centinaia di passeri che entrano attraverso il camino; viene ritrovato nella propria dimora un cadavere a cui gli uccelli hanno strappato gli occhi; un peschereccio viene assalito dai gabbiani; una trentina di bambini vengono aggrediti da una frotta di corvi mentre escono da scuola. I paesani sono per lo più increduli e tendono a minimizzare gli eventi, fino a quando non si verifica un attacco di vaste proporzioni in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti gli abitanti di Bodega Bay. L'intera cittadina viene assalita da migliaia di uccelli che seminano il terrore uccidendo alcune persone (tra cui la maestra Annie) e distruggendo ogni cosa. I protagonisti si barricano in casa, assediati dagli uccelli che feriscono gravemente Melanie; Mitch decide di portarla all'ospedale. All'alba i quattro partono alla volta di San Francisco.Appollaiati ovunque, migliaia di uccelli li osservano immobili e minacciosi. Il film non dà alcuna spiegazione sulla rivolta degli uccelli né su una possibile conclusione, lasciando molteplici interpretazioni. Gli uccelli  è un film thriller del 1964 di Alfred Hitchcock interpretato da Rod Taylor, Jessica Tandy, Suzanne   Pleshette e Tippi Hedren (al suo debutto sul grande schermo), che poi avrebbe interpretato anche il successivo film di Hitchcock,  Marnie . È tratto dall'omonimo romanzo di Daphne Du Maurier, di cui però mantiene solo l'idea centrale del racconto, cioè l'attacco degli uccelli contro gli uomini, mentre la sceneggiatura (scritta da Evan Hunter) e personaggi sono creati ex novo. Fu presentato fuori concorso dal Festival di Cannes ed è considerato uno dei capolavori assoluti di Hitchcock.  Gli uccelli  ha avuto un sequel apocrifo,  Uccelli 2 - La paura , nel 1987, e uno ufficiale,  Gli uccelli II , nel 1994, prodotto però solo per la TV. Per il 3 luglio 2009 è prevista l'uscita di un remake cinematografico diretto da Martin Campbell e interpretato da Naomi Watts, la pre-produzione del quale è iniziata nell'autunno 2007.    CURIOSITA’ Le riprese furono interrotte per una settimana a causa di un esaurimento nervoso di Tippi Hedren: nella scena in cui sale in una camera e viene aggredita dagli uccelli, uno dei gabbiani la ferì involontariamente vicino al viso e lei perse la pazienza, il lunedì dopo quando dovettero riprendere le riprese la trovarono stesa sul divano in stato di choc. Usarono quindi una controfigura per la scena in cui Mitch la porta giù dalle scale.  Uno dei corvi addestrati aveva preso in antipatia Rod Taylor, e lui appena arrivava sul set chiedeva preoccupato se lui lavorava quel giorno; il corvo però lo aspettava appoggiato su una trave del set e lo inseguiva per beccarlo.  L'associazione per la protezione degli animali era sempre presente sul set per assicurarsi che non venisse fatto del male agli uccelli.  Hitchcock detestava lavorare in esterni, infatti la maggior parte dei fondi che si vedono sono stati dipinti: nonostante le difficoltà per le tecniche di ripresa sul fondale blu in uso in quel periodo, trovarono un'alternativa usando il metodo della Disney, usando cioè mascherine e fondali illuminati con lampade al sodio su fondale giallo.  Una prima versione del finale prevedeva che i fuggiaschi sarebbero giunti a San Francisco e avrebbero trovato il Golden Gate invaso dagli uccelli. In seguito Hitchcock optò per un finale aperto a diverse interpretazione e volle che dopo l'ultima inquadratura non comparisse la scritta “The End”.  "Gli Uccelli" è inoltre totalmente privo di colonna sonora: neppure nei titoli di testa viene usata la musica, ma solo il gracchiare dei corvi. THE END
VIDEO La finestra sul cortile
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  • 2. ALFRED HITCHCOCK Origini “ Il cinema non è un pezzo di vita, è un gioco da ragazzi”. Terzogenito di William, il piccolo Alfred è un bambino pauroso e solitario, con pochi amici: questi elementi, assieme alla avversione per la polizia (maturata in seguito ad un episodio della sua infanzia che lo vede rinchiuso per punizione in un commissariato) saranno molto presenti nei suoi film. Riceve una rigida educazione religiosa, e viene mandato a frequentare il Collegio Cattolico di Saint Ignatius, proseguendo gli studi presso la scuola di Ingegneria e Navigazione che abbandona per motivi economici nel 1914, alla morte del padre. Da giovane Hitchcock è attratto molto dal mondo del crimine: collezionava saggi ed articoli ed era solito visitare continuamente il museo del crimine di Scotland Yard. Trova il suo primo lavoro nel 1915 come disegnatore presso la Henley telegraph and cable Company , ma la sua prima occupazione nel mondo del cinema la ottiene nel 1920 presso un nuovo studio londinese, dove disegna i titoli di testa per film durante i due anni successivi. Nel 1923 Hitchcock è assunto dalla Gainsborough Pictures dove si occupa di tutto, dalla sceneggiatura, ai disegni, dai titoli alle scenografie fino al montaggio e all'aiuto regia. PERIODO INGLESE. Finalmente, nel 1925, gli viene affidato il suo primo film da regista: “The Pleasure Garden”, girato in parte sul Lago di Como. Nel 1926, Hitchcock sposa Alma Reville. La moglie collaborerà come sceneggiatrice a molti dei suoi film. Alma e Alfred avranno una figlia, Patricia (1928) che collaborerà come attrice in alcuni film del padre. Nello stesso anno gira il suo secondo film, “The Mountain Eagle”,oggi purtroppo perduta. Il suo primo vero film di successo fu “Il Pensionante” dove affronta per la prima volta una delle sue tematiche ricorrenti: l’innocente accusato ingiustamente di un crimine. Nel 1929 Hitchcock dirige “Il Riscatto”, suo primo film sonoro. Negli anni successivi dirige una serie di film, come “L’uomo che sapeva troppo”, “Il club dei trentanove” , “Giovane e innocente” e “La signora scompare”. PERIODO AMERICANO . Diventato ormai il regista di punta del cinema inglese, nel 1940viene chiamato a Hollywood da David O’Selznick, il produttore di “Via col vento”.Inizialmente Hitchcock deve dirigere un film sulla tragedia del Titanic ma gli preferisce un altro soggetto tratto dal bestseller di Daphne Du Maurier, “Rebecca, la prima moglie”che vince l’Oscar come miglior film dell’anno. Nel giro di pochi anni dirige una serie di film indimenticabili: da “Il sospetto” a “L’ombra del dubbio”, da “Io ti salverò” a “Notorius, l’amante perduta ”. All’inizio degli anni ‘50 passa alla Warner , con cui gira “Delitto per delitto” e “La finestra sul cortile”. Nel 1955 inizia a produrre e a girare alcuni episodi del famoso telefilm “Alfred Hitchcock presenta”. Dopodichè una serie ininterrotta di capolavori, come “Caccia al ladro”, “L’uomo che sapeva troppo” (remake dell’omonimo film del 1934 diretto dallo stesso Hitchcock), “La donna che visse due volte”, “Intrigo Internazionale”, “Psycho” e “Gli uccelli”. Nel 1976 gira il suo ultimo film “Complotto di famiglia”. Muore a Los Angeles il 29 aprile 1980, mentre lavorava ad un nuovo film che avrebbe divuto chiamarsi “La notte breve” (The short Night).
  • 3.
  • 4.
  • 5. ALFRED HITCHCOCK Le apparizioni Caratteristica comune a quasi tutti i film di Hitchcock, ad eccezione di quelli girati in Inghilterra nel periodo giovanile, è la sua presenza in almeno una scena. Il regista riferì che all'inizio della sua carriera si prestava per presenze casuali, laddove ci fosse stato bisogno di una comparsa; successivamente, le sue apparizioni cameo divennero una consuetudine scaramantica ed, infine, una specie di gioco per gli spettatori, che, ad ogni uscita di un nuovo film, dovevano cercare di individuare in quale inquadratura si fosse nascosto. Memorabili gli espedienti usati per le apparizioni nei film "claustrofobici", in cui il set era interamente costituito da un'unica scena ed era difficile inserire una "comparsata": ad esempio, ne ”I prigionieri dell’oceano”, tutto girato su una barca di naufraghi, compare in una foto sulla pagina di un giornale; analogamente, ne ”Il delitto perfetto”, che si svolge quasi per intero all'interno di un appartamento, lo si può riconoscere in una foto di compagni di scuola mostrata dal protagonista.
  • 6.
  • 7. ALFRED HITCHCOCK Le donne In molti film di Hitchcock si rivela l'ossessione del regista per una figura femminile tipica: si tratta di solito di una giovane donna bionda, dai lineamenti sottili e dall'aspetto rassicurante, che quasi sempre si rivela un personaggio ambiguo e malvagio come, ad esempio, la Melanie Daniels de Gli uccelli o la Judy de La donna che visse due volte . Alla base di questa ossessione sembra ci fossero i rapporti difficili con le donne del giovane Alfred che, almeno fino ai 20 anni, resterà un ragazzo molto solitario. Inoltre, in Hitchcock è sovente presente l'analisi della figura materna, posta in contrapposizione con i figli, presenza incombente e inquietante: emblematiche le figure della madre che ha paura di essere abbandonata dai figli ne Gli uccelli e della madre di Norman Bates in Psycho che instaura con il figlio un rapporto parossistico che tanta rilevanza ha nel crudo svolgimento del film.
  • 8. ALFRED HITCHCOCK Il cibo Complessato per il suo peso, ereditato dal padre amante della buona tavola, Hitchcock soleva invitare a pranzo gli attori e le maestranze che lavoravano con lui durante le riprese, per approfondirne la conoscenza e discutere del film davanti a una tavola riccamente imbandita. Nei suoi film il cibo ha un ruolo importante: ad esempio il desiderio di Norman Bates per Marion Crane in Psycho aumenta quando usa il pretesto di portarle dei sandwich per poter parlare con lei. L'invito a cena rappresenta spesso il desiderio, da parte di uno dei personaggi, di approfondire la conoscenza e di andare oltre, come, ad esempio, in La donna che visse due volte , quando Scottie invita Judy o come ne Gli uccelli , dove Mitch invita Melanie; celebre infine, la battuta con cui Jeffry apostrofa Lisa ne La finestra sul cortile , quando la donna gli serve la cena: «Perfetta, come sempre».
  • 9.
  • 10. ALFRED HITCHCOCK Curiosità A meno di dieci giorni dal decesso, nell'aprile 1980, la sua ultima rappresentazione - per un'agenzia di stampa che la presentò come un'originalità, mentre era il presentimento della morte - Hitchcock organizzò la sua cerimonia funebre fatta dal vivo, steso in una bara scoperchiata e guardata da quattro necrofori in marsina. Hitchcock, oltre ad aver rivoluzionato in parte il modo di fare cinema, è riuscito a stravolgere le abitudini dei cinespettatori statunitensi, abituati ad entrare in sala anche a film iniziato con dieci ma anche più minuti di ritardo. Il regista, invece, impose e ottenne che le sale cinematografiche, in cui veniva proiettato Psycho chiudessero le porte ai ritardatari. Una misura necessaria in particolare per questo film, in cui anche i primi dieci minuti sono essenziali per la comprensione dell'intera opera.
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  • 12. L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO (1934-1956) TRAMA Due turisti americani, il medico Ben McKenna ( James Stewart ) e la moglie Jo ( Doris Day ), sono in viaggio in Marocco, insieme al figlioletto Hank. Sull'autobus che li conduce a Marrakech fanno conoscenza con un misterioso personaggio, Louis Bernard (Daniel Gèlin), che desta subito qualche perplessità nella diffidente Jo. La sera i McKenna, recatisi a cena in un locale tipico, fanno la conoscenza dei coniugi Drayton, una coppia inglese che alloggia nel medesimo albergo, e con la quale si intrattengono per la serata. Con loro sorpresa, nello stesso locale i McKenna intravedono l'onnipresente e misterioso Bernard che, dopo essere passato nel pomeriggio nella loro camera d'albergo per invitarli a cena, li ha poi lasciati con una scusa. Il giorno successivo, mentre i McKenna e i Drayton visitano il mercato di Marrakech, un uomo viene pugnalato a morte sotto i loro occhi. Il dottor McKenna accorre in suo soccorso e si accorge che lo sconosciuto altri non è che Louis Bernard, camuffato in un abito tipico del luogo. L'uomo, prima di morire, rivela a McKenna che un importante uomo di stato sarà presto assassinato a Londra, e si raccomanda di andare a cercare colà un certo "Ambrose Chapel". La polizia francese (il Marocco, nel periodo della narrazione era ancora, per poco, un protettorato francese) invita i McKenna in commissariato, mentre i Drayton tornano in albergo con Hank. Durante l'interrogatorio, McKenna viene chiamato al telefono ed una voce misteriosa all'altro capo del filo gli annuncia che il figlioletto è stato rapito e gli intima il silenzio sulle rivelazioni che ha avuto da Bernard morente, pena la morte del figlioletto(scoprirà presto che i rapitori sono i coniugi Drayton). McKenna apprende dal commissario che Bernard era un agente del Deuxième Bureaux (il servizio di controspionaggio francese) ma rifiuta di collaborare e con la moglie riparte immediatamente per Londra... Qui, nonostante le raccomandazioni in senso contrario di Scotland Yard, già informata dai francesi, i due coniugi iniziano a indagare da soli, sulla base delle poche indicazioni fornite da Bernard. Trovato Ambrose Chapel, scoprono che non solo questi è del tutto estraneo al rapimento, ma che l'Ambrose Chapel citato da Bernard non è una persona, bensì un luogo ( chapel , in inglese, significa cappella). Giunti nella cappella, il loro intervento viene vanificato dal deciso comportamento dei Drayton (il marito Edward usa come copertura la rispettabile attività di prete protestante) che fuggono rinchiudendo Ben, debitamente stordito, nella cappella e si portano dietro il piccolo Hank. Tuttavia Jo McKenna, che era uscita dalla cappella per avvisare Scotland Yard , riesce a sventare l'attentato organizzato dai Drayton su commissione dell'ambasciatore di un non ben identificato paese, contro il primo ministro dello stesso paese, in visita a Londra, che avrebbe dovuto aver luogo durante un concerto alla Royal Albert Hall. Grazie al loro intervento (un urlo di Jo fa sbagliare mira al killer e la comparsa improvvisa di Ben nel palco ove quest'ultimo aveva sparato ne provoca la caduta in platea e la morte), i coniugi McKenna sono invitati all'Ambasciata. All'interno di questa i Drayton hanno portato precipitosamente il piccolo dopo che la loro base in Londra, la Ambrose Chapel, è stata "bruciata" a causa dell'intervento di Scotland Yard . Deciso ad uccidere il bambino, su richiesta perentoria dell'ambasciatore che non vuole testimoni del suo tradimento, Edward Drayton torna nella stanza, ma la moglie Lucy, che ha preso a cuore le sorti di Hank, riesce a farlo fuggire esortandolo a fischiare la canzone che la madre gli cantava da piccolo, e che ora sta cantando ai piani di sotto, facendosi così sentire dal padre, che accorre in tempo per fermare l'uomo. Come in tutti i suoi film, Hitchcock fa la sua breve apparizione davanti alla macchina da presa: qui lo si vede, di spalle, mentre assiste allo spettacolo che danno alcuni saltinbanchi nel mercato di Marrakech. CRITICA L'uomo che sapeva troppo è uno dei migliori film di Hitchcock. Remake di un suo precedente dall'identico titolo(1934) non altrettanto ben riuscito, si fonda su un tema caro al regista: l'uomo normale, semplice professionista come tanti altri, che si trova coinvolto senza colpa alcuna in una oscura vicenda a lui del tutto estranea e ne diventa improvvisamente, suo malgrado, il personaggio-chiave. Così si trova costretto a dover scegliere fra la salvezza delle persone a lui care (il figlio rapito e, indirettamente, la moglie) e il dovere di cittadino che sa di un delitto imminente, quando il suo interesse è esattamente il contrario di quello che la coscienza gli suggerirebbe di fare. Si delinea così, come in molti altri film di Hitchcock, la lotta fra il bene, rappresentato dalla onesta ed unita famiglia McKenna (la moglie Jo ha addirittura sacrificato la sua promettente carriera di nota star internazionale del canto per stare vicino all'amato marito ed all'amatissimo figlio), ed il male, rappresentato dalla diabolica coppia dei Drayton (ma la donna, Lucy Drayton, femmina dallo sguardo negativamente enigmatico, si riscatterà nel finale) e dai luciferini personaggi che li circondano. Emblematica a questo proposito è l'atmosfera che si respira Ambrose Chapel , una cappella di rito cristiano riformato, quando i due protagonisti vi accedono convinti, a ragione, che colà sia tenuto prigioniero il figlio. La pianista e complice dei Drayton è un personaggio diabolico: giovane donna fisicamente insignificante, è resa ancor più brutta e all’apparenza malvagia, dalle spesse lenti dietro le quali nasconde i suoi occhi. Ma ancor più opprimente è la presenza dei fedeli, persone anziane o di mezza età, vestite molto modestamente per non dire in modo sciatto, una piccola folla anonima e triste che intona in coro, stonata, un lugubre canto che vorrebbe essere un inno sacro ed invece suona come un canto funebre, quasi infernale. Per non dire dell'aspetto diabolico del killer marocchino (Reggie Nalder), appositamente ricercato ed ingaggiato a Marrakech dal sinistro e scaltro Edward Drayton, il cui volto è più simile ad un teschio che a quello di un essere vivente.Magistrale la scenografia del mancato delitto: una panoramica interna della Albert Hall dove, alla grossa macchia bianca del nutrito gruppo di coristi fa da contrasto l'aspetto diabolico del killer in abito nero che si nasconde dietro la tenda di un palco e quello della sua accompagnatrice, la pianista della Ambrose Chapel, vestita con una stridente e sinistra blusa gialla. La musica scandisce tutto il finale del film, dal suono delle campane, agitate da Ben che si arrampica sulle corde per uscire dal luogo di culto ove è stato rinchiuso, all'incombente musica di Arthur Benjamin che dovrebbe, con l'intervento dei piatti, indicare al killer il momento esatto in cui sparare alla vittima designataEd infine è il leit motif del film, la canzone Que sera, sera che dà lo spunto ai genitori per portare a compimento la liberazione del figlio rapito.
  • 13. IO TI SALVERO’ (1945) TRAMA In preda ad una grave forma d'amnesia, medico psichiatra prende il posto del primario, ucciso in circostanze misteriose. Dirige una casa di cura per malati mentali, ma smascherato dai colleghi fugge insieme con una dottoressa che l'aiuta a ritrovare la memoria e incastrare il vero assassino. CRITICA E CURIOSITA’ L'unico film che Hitchcock non ha mai amato. Thriller parapsicologico che il regista fu costretto a girare sotto le ingerenze del produttore David O. Selznick ( King Kong , Via col Vento ), che tagliò 20 minuti di sequenze, gli impose Salvador Dalí nel celebre disegno del sogno e non acconsentì alla riduzione musicale, richiesta da Hitch, e verso la quale il maestro nutriva il sondato timore - poi in parte rivelato - che potesse surclassare l'essenza stessa del film. Tutto sommato andò bene così visto il successo di pubblico riportato, anche se i critici non furono per nulla benevoli. L'interpretazione di Gregory Peck, nella parte dell'uomo braccato e in preda all'isterismo, è magistrale; ma è tutto l'insieme a dimostrarsi eccellente: l'atmosfera creata dall'inconscio, la love story dei due protagonisti consumata in una fuga continua, i dialoghi arricchiti da humor di contorno, i personaggi perfettamente calibrati, la percezione del panico sempre presente. Perfetto bianco e nero dell'operatore George Barnes, con aggiunta della più breve sequenza a colori mai girata e relativa alla parte finale del film, dove l'esplosione del colpo di pistola ripresa in Technicolor rivelò una fiammata rossa di 2 secondi. Cinque Nomination e un Oscar, per la musica, veramente stupenda, dalla quale è stata ricavata la sinfonia "Spellbound Concerto"... Gli attori sono Ingrid Bergman , Gregory Peck , Michael Ceckhove,Leo G.Carroll. Il film fu adattato da Angus MacPhail e Ben Hecht dal romanzo “La casa del dottor Edwards”di Francis Beeding.. La creazione del film generò un'aspra discussione tra il regista e il produttore,David O. Selznick. Selznick aveva firmato un contratto con Hitchcock, e voleva che egli girasse un film basato sulle conoscenze di Selznick stesso nell'ambito della psicoanalisi. In più, il produttore portò la sua psichiatra sul set per avere consigli tecnici. La donna e Hitchcock ebbero frequenti scontri. Hitchcock, in più, chiese all'artista Salvador Dali’ di rappresentare graficamente alcune scene di carattere onirico, che però non piacquero a Selznick. Benché si sia fatto uso della maggior parte delle immagini di Dalì, fu tagliata una sequenza onirica in cui Ingrid Bergman si trasformava in una statua della dea Diana. La pellicola di questa scena è andata perduta; ce ne restano tuttavia alcune immagini. La colonna sonora del film è di Miklòs Ròzsa; notevole l'uso pionieristico del theremin. Sebbene famoso ai suoi giorni, Io ti salverò , negli ultimi anni, è stato messo in ombra a favore di altri capolavori di Hitchcock. Il genere di analisi psicologica proposto dal film, sostengono molti critici, è obsoleto. Francois Truffaut nella sua serie di interviste con Hitchcock, ammise di essere stato deluso dal film, benché affascinato dalla sequenza del sogno. Hitchcock stesso, successivamente, lo liquidò come "la solita caccia all'uomo camuffata da film pseudo-psicologico".
  • 14. NOTORIUS (1946) TRAMA Helena Huberman ( Ingrid Bergman ), figlia di una spia tedesca condannata al carcere, viene contattata dall'agente segreto T.R. Devlin ( Cary Grant ) per partecipare a una missione in Brasile per conto del governo americano. Innamoratasi di Devlin, la donna decide di abbandonare la sua vita dissoluta e parte con lui per Rio de Janeiro. Il compito di Helena è quello di carpire informazioni al suo corteggiatore Alexander Sebastian (Claude Rains), che ben presto la mette in una posizione difficile: lei ingannandolo finge di ricambiarlo e lui infatti le chiede di sposarlo. Devlin, nascondendo il suo amore per Helena, non si oppone. Helena sposa Alexander, nonostante il parere contrario della madre dell'uomo, madame Anna Sebastian (Leopoldine Konstantin), vera dark lady della vicenda, e si tiene in contatto con i servizi segreti americani per tenerli informati sugli incontri che i nazisti tengono periodicamente in casa. Quando arriva alla certezza che la cantina nasconde un segreto, la sposa organizza un ricevimento allo scopo di consentire a Devlin di indagare in loco di persona. L'agente scopre che la cantina è il luogo in cui Sebastian e i suoi complici nascondono minerale di uranio in bottiglie apparentemente piene di vino, ma viene notato dal padrone di casa: per ingannarlo Devlin bacia appasionatamente Helena, fingendo (non troppo, per la verità) di esserne l'amante. Alexander fiuta l'inganno: nota che la chiave della cantina gli è stata sottratta e che qualcuno vi si è introdotto, rompendo una bottiglia. Da questo momento il destino della moglie appare segnato: su consiglio di sua madre, Alexander incomincia ad avvelenarla lentamente. Lei non se ne avvede, mentre lo stesso Devlin, quando la incontra, imputa il suo stordimento all'abuso di alcool e le annuncia la sua partenza da Rio. Recatosi a casa Sebastian per salutarla, l'agente trova Helena in fin di vita: le dichiara finalmente il suo amore e la trae in salvo, lasciando il marito a dover giustificare l'accaduto alle altre spie naziste. CURIOSITA’ Notorious, l'amante perduta è un film del 1946 diretto da Alfred Hitchcock e prodotto da David O. Selznick. La pellicola è uscita nelle sale nel 1946 ma il soggetto, in cui si fa riferimento all‘uranio per costruire la bomba atomica, è stato scritto un anno prima del disastro di Hiroshima. È una storia sul conflitto tra amore e dovere, sul conflitto fra morale individuale e bene collettivo, cioè su ciò che è immorale per il singolo ma che non sarebbe più tale se fatto per il bene supremo della colletività cui questo appartiene: il titolo originale, "Notorious", fa riferimento al comportamento sessuale, ritenuto generalmente immorale, della protagonista. Nel 2006 il film è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Il regista fa come sempre la sua breve comparsa sullo schermo: questa volta è uno dei tanti ospiti al ricevimento presso l'ambasciata tedesca, ripreso con un bicchiere di champagne in mano.
  • 15. LA FINESTRA SUL CORTILE (1954) TRAMA Sceneggiato da John Michael Haves dal racconto La finestra sul cortile di Cornell Woolrich , il film ha per protagonista un fotoreporter di successo, L.B. "Jeff" Jeffries ( James Stewart ), che è costretto su una sedia a rotelle con una frattura alla gamba sinistra, a causa di un incidente di lavoro. Immobilizzato nel proprio appartamentino da scapolo, e annoiato per la forzata inattività, Jeff inizia a osservare i suoi vicini di casa, servendosi della propria macchina fotografica con teleobiettivo. Nel frattempo la sua fidanzata Lisa Freemont ( Grace Kelly ), una sofisticata ragazza dell'alta società, si reca regolarmente a fargli visita, sfruttando l'occasione per insistere con Jeff sul loro matrimonio e sulla possibilità di fargli aprire uno studio professionale, in modo da averlo vicino e non più in giro per il mondo: il reporter, però, giudicando insormontabili i loro due stili di vita, vorrebbe mantenere la loro relazione così com'è, immaginando che in qualsiasi altro modo essa sarebbe destinata al naufragio. Tra una discussione e l'altra con Lisa, Jeff continua a osservare gli eventi che si svolgono negli appartamenti di fronte al suo e che si affacciano sullo stesso anonimo cortile, familiarizzando con i movimenti quotidiani degli inquilini: una coppia sposata da pochi giorni, una ballerina piuttosto procace, un compositore in crisi, una coppia senza figli che ha riversato il proprio affetto su un cagnolino, una zitella dal cuore solitario, una single con manie d'arte e una coppia di coniugi, i Thorwald, in crisi matrimoniale... Fino a che una notte non viene svegliato da un urlo di donna. Da quel momento in poi, Jeff nota strani movimenti nell'appartamento dei Thorwald e questo solletica il suo fiuto da fotoreporter, al punto da convincersi che Lars Thorwald (Raymond Burr, il Perry Mason televisivo), abbia ucciso la moglie e ne abbia sezionato e fatto sparire il cadavere: l'improvvisa assenza da casa della signora Thorwald (fino a poco prima a letto malata), la terra smossa nell'aiuola del cortile, dove il cagnolino della coppia senza figli va ripetutamente ad annusare, il viavai notturno di Thorwald dall'appartamento, sono tutti indizi che insospettiscono Jeff, il quale inizia una vera e propria indagine personale, aiutato dalla sua infermiera Stella (Thelma Ritter) (che dall'alto della sua esperienza colorisce il tutto con note decisamente macabre, ma piuttosto esilaranti) e dallo scettico amico investigatore Thomas J. Doyle (Wendell Corey) che, nonostante sia divertito dai sospetti di Jeff, aiuta l'amico, a volte a confermare i sospetti a volte a confutarli. Lisa, inizialmente scettica e soprattutto preoccupata per l'eccessivo coinvolgimento con il quale Jeff spia i vicini, a poco a poco si convince che egli ha ragione e decide di aiutarlo, dimostrandosi coraggiosa e intrepida come Jeff non avrebbe potuto neanche lontanamente sospettare; arriva addirittura a mettere a repentaglio la propria incolumità, introducendosi nell'appartamento di Thorwald alla ricerca delle prove dell'omicidio. Jeff si fa però scoprire, e Thorwald sale nel suo appartamento per affrontarlo, in un finale dalla tensione palpabile, anche grazie agli splendidi giochi di luci ed ombre proposti dal maestro Hitchcock. CRITICA “ E’ tutto perfetto, Lisa! Come sempre…” La finestra sul cortile è un film del 1954 (prima proiezione:4 agosto) del grande regista del thriller Alfred Hitchcock, tratto dall'omonimo racconto di Cornell Woolrich. Nel 1997 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Ben prima delle candid camera o dei cosiddetti reality show (spettacoli televisivi in cui una telecamera spia, di nascosto o meno, la vita delle persone), Hitchcock ha esplorato con questo intenso giallo fin dove una persona può spingersi nello spiare i propri vicini. Francoise Truffaut lo definì "un film sul cinema" per il facile paragone tra le finestre e lo schermo cinematografico. Il protagonista, come lo spettatore al cinema, si trova in una condizione di scarsa mobilità e sovrapercezione. Le finestre possono essere paragonate anche al palcoscenico di un teatro, in cui la tenda funge da sipario che dovrebbe impedirci di vedere ciò che non deve essere reso pubblico. Elemento centrale nel film, che lo differenzia nettamente dal soggetto di Cornell Woolrich, dal quale era totalmente assente, è la riflessione sul rapporto di coppia e sul matrimonio. Come rileva il regista Curtis Hanson, attraverso le finestre degli appartamenti prospicienti il protagonista vede materializzarsi, come uno spettatore al cinema, i propri dubbie e paure sulle conseguenze di una relazione stabile col personaggio interpretato da Grace Kelly. Del resto, all' origine della sua attenzione per ciò che avviene all' esterno è proprio il tentativo di sottrarsi alle pressioni di Lisa Freemont.
  • 16. LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE (1958) “ C’è ancora un’ultima cosa che devo fare , e poi sarò libera dal passato…”. La donna che visse due volte è un thriller del 1958 diretto da Alfred Hitchcock. Tratto dal romanzo D'entre les morts di Pierre Boileau e Thomas Alarcejac, sceneggiato da Alec Coppel e Samuel Taylor, è considerato uno dei capolavori di Hitchcock. Famosi i contributi tecnici del compositore Bernard Herrmann, con la sua splendida partitura musicale, e del title designer Saul Bass, autore della sequenza introduttiva. Il titolo originale del film, prima ancora di Vertigo fu: From among the dead . La parte di Madeleine era stata originariamente affidata a Vera Miles, ma durante le riprese Hitchcock subì un'operazione alla cistifellea e, una volta ripresosi, toccò alla Miles la latitanza dal set poiché era rimasta incinta. In compenso Hitchcock le affiderà la parte di protagonista femminile nel successivo Psycho . Nel 1989 è stato inserito fra i film preservati dal National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel1997, dopo 12 anni di assenza dalle programmazioni televisive, il film fu restaurato da Robert A.Harns e James C. Katt: originariamente in Vista Vision 35mm a doppio fotogramma da dx a sx e in DTS, è stato recuperato il 90% del sonoro originale (integrato con suoni riprodotti seguendo le originarie annotazioni di Hitchcock), ed è stato riprodotto in 70mm a unico fotogramma. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al decimo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito addirittura al nono posto.   TRAMA Il poliziotto John Ferguson (James Stewart), Scottie per gli amici, scopre di soffrire di acrofobia dopo che, durante un inseguimento sui tetti di San Francisco, ha rischiato di precipitare nel vuoto, aggrappato ad una gronda che sotto il suo peso stava per collassare, ed ha visto un suo collega perdere la vita cadendo nel tentativo di salvarlo. Dimessosi dalla polizia, viene ingaggiato da un suo ex-compagno di college, Gavin Elster (Tom Helmore), ora grosso impresario edile, per sorvegliare la moglie Madeleine (Kim Novak), soggetta a strani comportamenti. Scottie, nel seguire la donna, scopre una strana relazione tra lei e la bisnonna per parte di madre Charlotte Valdès, già ragazza madre cui l'amante aveva tolto la figlia avuta da lui e che, uscita di senno, era morta suicida. Scottie salva Madeleine da un tentato suicidio nelle acque della baia e se ne innamora, ricambiato. Decide di metter fine alla ossessione di Madeleine per la morte accompagnandola nei luoghi che le ricordano eventi che appartengono al passato della bisavola, ma proprio in uno di questi, presso la ex missione spagnola San Juan Batista, Madeleine trova la morte gettandosi dal campanile. Accertato giuridicamente il suicidio, ma con una malcelata reprimenda del magistrato nei suoi confronti per quello che considera un suo vero e proprio atto di codardìa, Scottie cade in depressione, sentendosi colpevole di non aver salvato l'amata a causa della sua paura del vuoto. Finisce quindi in una clinica psichiatrica, dove la sua amica Midge (Barbara Bel Geddes), innamorata di lui e non corrisposta, cerca di aiutarlo a riprendersi. Uscito dalla casa di cura, dopo circa un anno dalla tragedia, Scottie crede di rivedere in Judy, una commessa di negozio (ancora Kim Novak), la figura di Madeleine, ma assai meno sofisticata e misteriosa di quest'ultima… Infine resta il comportamento di Judy. Costei è ancora innamorata del maturo ed un po' rintronato ex poliziotto, che lei stessa aveva fatto fesso un anno avanti, e si presta ad assecondare le sue manie, che rasentano il feticismo, nel volerla identica alla defunta, falsa Madeleine. Qui il grado di improbabilità della vicenda giunge a livelli un po' troppo alti anche per spettatori di bocca buona e per un regista di fama e bravura come Hitchcock. Questo limite viene occultato comunque dalla figura sentimentalmente molto accattivante della protagonista, la cui dedizione totale verso l'amato, l'ossessionante ed ossessionato Scottie, la rende simpatica ed ispira compassione allo spettatore, facendola quasi passare per vittima piuttosto che per la cinica, determinata e determinante complice in un efferato delitto, tanto che il drammatico finale lascia un po' di amaro in bocca. Kim Novak, sia quando rappresenta (finzione nella finzione) l'eterea e misteriosa Madeleine, sia nel ruolo della carnale e concreta Judy, emana, nonostante i castigatissimi costumi, una notevole carica erotica. Da rilevare, per la sua suggestività in tempi in cui dei cosiddetti effetti speciali il cinema non era ancora inflazionato, la scena dell'incubo che coglie il povero, complessato, Scottie, la notte seguente l'udienza che ha classificato ufficialmente come suicidio la morte della vera Madeleine. CRITICA Ancorché considerato come si è visto un capolavoro, il film di Hitchcock presta il fianco a qualche critica. Innanzitutto la scelta di un tema che tratta, sia pure come finzione nella finzione, un argomento relativo a fenomeni soprannaturali o preternaturali: il ricorso a questi temi è una facile scorciatoia per la creazione di suspense , ancor più facile per un maestro come Hitchcock, che non ha certo bisogno di ricorrere a grossolane immagini di occhi sgranati, di ghigni satanici ed a cigolii sinistri per far trattenere il fiato allo spettatore od anche solo generare quel senso di disagio dato dalla paura. Parrebbe rivelare, almeno per quel momento, una certa mancanza di idee nuove. In secondo luogo stupisce la latitanza del vilain della vicenda, l'assassino. Gavin compare, per un tempo appena significativo, solo due volte in tutto il film: la prima, all'inizio, quando ingaggia il riluttante ex compagno d'università ed ex poliziotto Scottie perché segua la (falsa) moglie, ed una seconda volta, quando assiste all'udienza che conclama il suicidio di quest'ultima e decide quindi l'archiviazione dell'inchiesta (le altre due comparse: l'uscita dal ristorante con la finta moglie e la scena del delitto nel flash-back di Judy sono talmente brevi da non fare testo). Lo si ode inoltre una volta al telefono e quindi esce definitivamente di scena, tanto che si ha alla fine l'impressione che sia riuscito a farla franca, avendo lasciato gli Stati Uniti, come preannunciato a Scottie dopo l'udienza. Un po' poco, in questo genere di film, per lo scaltro ed efferato autore del delitto intorno al quale ruota l'intera vicenda. La quale ha come unici protagonisti la Madeleine/Judy e Scottie: tutti gli altri, compresa la sfortunata (ed un po' maldestra) in amore Midge , sono solo semplici comparse… Scottie corteggia insistentemente Judy, convincendola a vestirsi ed a truccarsi come Madeleine, e Judy lo asseconda in questa manìa morbosa perché in realtà è ancora innamorata di lui. Poco tempo dopo Scottie scopre del tutto casualmente, grazie ad un semplice dettaglio, ciò che in realtà è avvenuto: Gavin Helster, il marito della vera Madeleine, per inscenare il suicidio della moglie sul campanile, ha ingaggiato Judy per impersonarla e ha scelto Scottie quale testimone inconsapevole, contando sul fatto che lui non sarebbe mai riuscito a seguire la donna per le scale a causa della sua acrofobia. Scottie non ha così potuto vedere Gavin lanciare dal campanile la vera Madeleine, vestita come la falsa moglie e già precedentemente strangolata. Ignara che nel frattempo Scottie ha scoperto tutto, Judy si lascia condurre sul campanile dell'antica missione, dove Scottie la costringe a rivivere la scena del delitto. Ma anche Judy, dopo aver confessato la sua complicità con Elster nell'omicidio della moglie, finisce per cadere nel vuoto come la vera Madeleine, spaventata ed angosciata dall'improvviso comparire di un'ombra misteriosa e lugubre, quella che si rivelerà essere solo una suora accorsa al campanile dopo aver udito Scottie e Judy che salivano rumorosamente le scale ad un'ora insolita. Scottie subisce un secondo trauma psichico grazie al quale, tuttavia, si accorge di aver vinto la paura del vuoto. Hitchcock fa la sua solita comparsa sullo schermo nei panni di un passante che reca con sè la custodia di una tromba, mentre transita davanti ai cantieri di proprietà di Elster. Il Golden Gate Bridge, che si vede sullo sfondo nella scena in cui Judy/Madeleine cade in acqua, è divenuto uno dei luoghi culto per i cinefili, tanto da essere utilizzato in molti altri film; Hitchcock lo aveva scelto come location già nel 1951, definendolo un luogo ideale per un delitto.
  • 17. INTRIGO INTERNAZIONALE (1959) Intrigo internazionale ( North by Northwest ) è un film del 1959 di Alfred Hitchcock, ed è universalmente considerato una delle sue opere migliori. Entrata nella storia del cinema è la scena in cui Roger O. Thornhill (Cary Grant) in pieno giorno, su una strada isolata in aperta campagna, è attaccato a colpi di mitra da un aereo adibito all'irrorazione dei campi. Scena di fortissima suspence, che dura poco meno di 10 minuti e conta 132 inquadrature, con 7' privi di dialoghi. Hitchcock in questa scena distrugge la consuetudine per la quale una sequenza da brivido deve essere girata in determinate condizioni.Altra scena famosa è quella in cui il protagonista, partecipando ad un'asta di oggetti d'arte, si accorge che i suoi nemici si sono appostati alle uscite per ucciderlo, e ne esce con uno stratagemma: provoca l'intervento della polizia turbando con il suo comportamento stravagante, il buon andamento dell'asta. Famosissima anche la scena finale del film, ambientata sul monte Rushmore. Notare che la abitazione del villain Vandamm riproduce la villa "Fallingwater", progettata da Frank Lloyd Wright per la famiglia Kaufmann, la quale non permise le riprese all'interno dell'abitazione originale.Nel 1995 il film è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. La puntata "I due volti della passione" della serie televisiva "I Griffin" (4° stagione, primo episodio) riprende molte delle scene di questo film, tra cui si può ricordare la casa di Mel Gibson situata in cima al monte Rushmore, che è la copia esatta della casa che si vede nel film di Hitchcock.   TRAMA Roger Thornhill (Cary Grant) è un agente pubblicitario che, dopo essere stato arrestato per aver guidato in stato di ebbrezza, racconta alla polizia una storia che ha dell'incredibile. Mentre si trovava in un albergo di New York, è stato rapito da due uomini e portato nella villa di un certo Townsend. Qui viene interrogato, costretto a bere del whiskey e spinto in un'automobile da corsa: l'evidente intenzione era quella di farlo morire inscenando un incidente. Thornhill ricorda che i suoi rapitori si rivolgevano a lui chiamandolo George Kaplan. La polizia inizia le indagini, ma non giunge ad alcun risultato. Thornhill viene a sapere che un certo Townsend, diplomatico, lavora nel palazzo dell'Onu, e inizia a indagare su questa assurda vicenda. Il Townsend che trova nel famoso palazzo non è però quello che ha incontrato nella villa e mentre cerca di avere delle informazioni il diplomatico viene pugnalato a morte, e la colpa ricade su Roger. In fuga dalla polizia, che non gli crede, e in cerca della verità per potersi scagionare, incontra sul treno per Chicago una giovane e bella signora, Eva Kendall (Eva Marie Saint) che lo aiuta a sfuggire ai controlli della FBI sul treno in cui è riuscito a rifugiarsi. Ma presto comprende che anche lei è implicata nel complotto per incastrarlo poiché lo manda ad un incontro in un area deserta in cui in realtà vogliono ucciderlo. Riuscito a scampare al pericolo, torna da lei e scopre che è una doppiogiochista… Dopo essere sfuggito al tentativo di ucciderlo da parte dei suoi nemici all'uscita da un'asta di oggetti d'arte, scopre che in realtà Eva kendall è un agente del controspionaggio americano che opera sotto copertura, rischiando la vita per incastrare l'artefice di un grosso traffico di informazioni, Philip Vandamm (James Mason). Deciso ad aiutarla una volta scoperto cosa ha dato il via alla vicenda (in realtà Kaplan non esiste, era un'invenzione del controspionaggio americano), la segue nella villa di Vandamm, e compreso che è stata scoperta e che sta per essere uccisa, cerca di avvisarla del pericolo in modo che non salga sull'aereo da cui la faranno precipitare in mare. Riesce infine a fuggire con lei ed i microfilm, oggetto dell'azione di spionaggio del Vandamm, ma gli scagnozzi di quest'ultimo riescono a intrappolarli su uno dei volti scolpiti sul monte Rushmore, e solo alla fine gli agenti accorsi sul luogo li salveranno uccidendo chi sta per precipitarli: lui allunga la mano per trarla in salvo e lei si ritrova in un vagone letto del treno, dove i due si erano incontrati, e il film finisce con il treno che entra in galleria.
  • 18. PSYCHO (1960) TRAMA La segretaria Marion Crane ( Janet Leigh ) fugge dalla città di Phoenix (Arizona) con quarantamila dollari sottratti alla società immobiliare per la quale lavora. La notte si ferma a pernottare in un motel gestito da Norman Bates ( Anthony Perkins ), uno strano giovane oppresso dalla madre autoritaria. Mentre sta facendo una doccia, Marion viene uccisa a coltellate. Preoccupata per la scomparsa di Marion, sua sorella Lila si reca dal fidanzato di Marion, Sam; ma il ragazzo non vede Marion da tempo. I due informano il detective privato Milton Arbogast, che, recatosi al motel di Norman, viene ucciso. Lila e Sam, per scoprire il mistero, si recano presso il motel e riescono ad appurare la verità. Mentre Lila sta per cadere in una mortale insidia (una donna che sembra in tutto la madre di Norman cerca di assalirla) Sam giunge in tempo e scopre che l'autore dei delitti è Norman, il quale, sconvolto dalla morte della madre, da lui stesso uccisa, ne ha assunto la personalità fino al punto di travestirsi da donna prima di compiere i delitti.     Casa Bates compare in un episodio della Signora in Giallo con un omicidio simile a quello del film La casa viene usata ancora oggi come casa Halliwell nel telefilm "Streghe“. CURIOSITA’ C andidato a quattro Oscar, Psyco è oggi ricordato come uno dei film più conosciuti di Hitchcock e il suo maggior successo commerciale, tanto da aver generato ben tre sequel e un remake di Gus Van Sant.Nel 1992 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Bibblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Il film è tratto omonimo romanzo di Robert Block. Con tre sequel: Psycho II (1983), Psycho III (1986) , Psycho IV (1990) Film TV ed un remake: Psycho (1998). Il regista volle girarlo in bianco e nero soprattutto per evitare problemi di censura, dato che viene mostrato esplicitamente del sangue: in realtà il liquido che scorre nella doccia è cioccolato fuso. Per girare i 45 secondi della scena della doccia, su uno storyboard di Saul Bass, occorsero sette giorni di lavorazione, 72 posizioni della macchina da presa ed una controfigura per Janet Leigh. Inizialmente Hitchcock voleva che la scena della doccia fosse silenziosa, ma Bernard Herrmann gli fece cambiare subito idea dopo avergli fatto ascoltare una sua composizione. Per il ruolo di Marion Crane furono considerate anche Eva Marie Saint, Piper Laurie, Marta Hyer, Hope Lange, Shirley Jones e Lana Turner. Durante le riprese il film aveva il titolo provvisorio di Production 9401 o Wimpy , in omaggio al cameraman della seconda unità Rex Wimpy. Il film fu girato con un budget di 800 000 dollari e ne incassò 40 milioni. Per le riprese Hitchcock s'avvalse della troupe della serie tv Alfred Hitchcock Presenta per risparmiare tempo e denaro. Hitchcock compare sul marciapiede davanti al luogo dove lavora Marion con in testa un cappello texano. Alle prime proiezioni nei cinema di Psyco , Hitchcock richiese che nessun spettatore, critici compresi, potesse entrare in sala una volta iniziata la proiezione del film perché ciò avrebbe rovinato loro la visione dell'opera nella sua completezza. Psyco fu il primo film in cui si poté vedere un Wc in cui viene tirato lo scarico. DIFFERENZE TRA IL LIBRO E IL FILM Il film si discosta per alcuni versi dal libro e le maggiori differenze sono: La segretaria Marion Crane nel libro si chiama Mary Crane. Nel film Marion durante la fuga cambia auto una volta sola mentre nel libro due volte. Nel film Marion nel registro del motel si firma come Marie Samuels mentre nel libro come Jane Wilson. Nel film la vicenda prende luogo in Arizona mentre nel libro inTexas. Nel film Norman Bates e Marion cenano nel retro dell'ufficio mentre nel libro cenano nella cucina della di lui casa (dietro il motel). Nel film quando arriva Arbogast al motel non ci sono clienti, mentre nel libro c'è una coppia. Nel film Lila prova che Marion è stata al motel trovando una carta con scritto 40.000$ nel WC mentre nel libro con un orecchino insaguinato della sorella. Nel film Sam e Lila al motel ricevono la camera 10 mentre nel libro la camera 6, inoltre mentre nel film le stanze attigua all'ufficio è la numero 1, nel libro è la numero 6. Nel libro Norman Bates origlia Sam e Lila che parlano riguardo la sorella. Nel film Norman Bates è scisso nella personalità di se stesso e in quella di sua madre, mentre nel libro vi è anche quella di Norman bambino.
  • 19. GLI UCCELLI (1964) TRAMA In un negozio di animali a San Francisco si incontrano l'avvocato Mitch Brenner ( Rod Taylor ) e la ricca e giovane Melanie ( Tippi Hedren ), figlia dell'editore di uno fra i maggiori giornali della città. Indispettita e insieme attratta dall'atteggiamento dell'uomo, Melanie decide di fargli una sorpresa e di recarsi a Bodega Bay -dove Mitch trascorre i fine settimana in compagnia della madre e della sorellina Cathy- col pretesto di donare alla bimba, per il suo compleanno, una coppia di pappagalli "inseparabili".Da poco arrivata sul posto, Melanie viene attaccata da un gabbiano che le ferisce il volto. Melanie viene ospitata da Annie, maestra di scuola di Cathy e vecchia fiamma di Mitch. Durante la notte un gabbiano, inspiegabilmente, sbatte sulla porta di casa. È solo il primo di una serie di strani accadimenti che vedono protagonisti gli uccelli: le galline della casa si rifiutano di mangiare; durante la festa di Cathy uno stormo di gabbiani attacca i bambini; la sera stessa la casa dei Brenner viene attaccata da centinaia di passeri che entrano attraverso il camino; viene ritrovato nella propria dimora un cadavere a cui gli uccelli hanno strappato gli occhi; un peschereccio viene assalito dai gabbiani; una trentina di bambini vengono aggrediti da una frotta di corvi mentre escono da scuola. I paesani sono per lo più increduli e tendono a minimizzare gli eventi, fino a quando non si verifica un attacco di vaste proporzioni in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti gli abitanti di Bodega Bay. L'intera cittadina viene assalita da migliaia di uccelli che seminano il terrore uccidendo alcune persone (tra cui la maestra Annie) e distruggendo ogni cosa. I protagonisti si barricano in casa, assediati dagli uccelli che feriscono gravemente Melanie; Mitch decide di portarla all'ospedale. All'alba i quattro partono alla volta di San Francisco.Appollaiati ovunque, migliaia di uccelli li osservano immobili e minacciosi. Il film non dà alcuna spiegazione sulla rivolta degli uccelli né su una possibile conclusione, lasciando molteplici interpretazioni. Gli uccelli è un film thriller del 1964 di Alfred Hitchcock interpretato da Rod Taylor, Jessica Tandy, Suzanne Pleshette e Tippi Hedren (al suo debutto sul grande schermo), che poi avrebbe interpretato anche il successivo film di Hitchcock, Marnie . È tratto dall'omonimo romanzo di Daphne Du Maurier, di cui però mantiene solo l'idea centrale del racconto, cioè l'attacco degli uccelli contro gli uomini, mentre la sceneggiatura (scritta da Evan Hunter) e personaggi sono creati ex novo. Fu presentato fuori concorso dal Festival di Cannes ed è considerato uno dei capolavori assoluti di Hitchcock. Gli uccelli ha avuto un sequel apocrifo, Uccelli 2 - La paura , nel 1987, e uno ufficiale, Gli uccelli II , nel 1994, prodotto però solo per la TV. Per il 3 luglio 2009 è prevista l'uscita di un remake cinematografico diretto da Martin Campbell e interpretato da Naomi Watts, la pre-produzione del quale è iniziata nell'autunno 2007.   CURIOSITA’ Le riprese furono interrotte per una settimana a causa di un esaurimento nervoso di Tippi Hedren: nella scena in cui sale in una camera e viene aggredita dagli uccelli, uno dei gabbiani la ferì involontariamente vicino al viso e lei perse la pazienza, il lunedì dopo quando dovettero riprendere le riprese la trovarono stesa sul divano in stato di choc. Usarono quindi una controfigura per la scena in cui Mitch la porta giù dalle scale. Uno dei corvi addestrati aveva preso in antipatia Rod Taylor, e lui appena arrivava sul set chiedeva preoccupato se lui lavorava quel giorno; il corvo però lo aspettava appoggiato su una trave del set e lo inseguiva per beccarlo. L'associazione per la protezione degli animali era sempre presente sul set per assicurarsi che non venisse fatto del male agli uccelli. Hitchcock detestava lavorare in esterni, infatti la maggior parte dei fondi che si vedono sono stati dipinti: nonostante le difficoltà per le tecniche di ripresa sul fondale blu in uso in quel periodo, trovarono un'alternativa usando il metodo della Disney, usando cioè mascherine e fondali illuminati con lampade al sodio su fondale giallo. Una prima versione del finale prevedeva che i fuggiaschi sarebbero giunti a San Francisco e avrebbero trovato il Golden Gate invaso dagli uccelli. In seguito Hitchcock optò per un finale aperto a diverse interpretazione e volle che dopo l'ultima inquadratura non comparisse la scritta “The End”. "Gli Uccelli" è inoltre totalmente privo di colonna sonora: neppure nei titoli di testa viene usata la musica, ma solo il gracchiare dei corvi. THE END
  • 20. VIDEO La finestra sul cortile
  • 21.