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PUGLIA
LA CAPRIATA
Ingredienti per 4 persone:
• 50 g di cicerchia
• 50 g di fave secche
• 50 g di fagioli
• 50 g di piselli secchi
• 100 g di grano
• 1 peperoncino

Preparazione
La sera prima mettere a bagno gli ingredienti in acqua salata; il giorno
successivo scolare l’acqua, sciacquare e mettere il tutto in una pentola.
Aggiungere un peperoncino, aggiustare di sale, versare un po’ d’olio e coprire di
acqua. Cuocere per circa due ore e mezzo, quindi condire con olio extravergine
crudo e servire su due crostini di pane abbrustolito.
CENNI SULL’ORIGINE DEL PIATTO
La capriata è un piatto antichissimo diffuso in tutta la regione con piccole
varianti, a seconda della zona. Le fave secche compaiono quale ingrediente
basilare, a cui si aggiungono, a seconda dell’area di provenienza e della
disponibilità, altri elementi, tra cui cereali e verdure. In Puglia si trova, per lo più,
la versione più semplice, che prevede il semplice accostamento con le cicorie
che, con il gusto leggermente amarognolo, bilanciano perfettamente la
dolcezza delle fave. La versione descritta è, con tutta probabilità, una variante
originaria dalla zona di confine con la Basilicata, dove la stessa preparazione è
conosciuta con il nome di “arrapat” e privilegia l’aggiunta di altri legumi e cereali.
La capriata ha origini antichissime, l’etimologia della parola riporta al greco
“kapiridia”(focaccia fatta di grano pestato). Aristofane nella sue commedia “Le
Rane”, racconta di come Ercole, figlio di Giove, se ne cibasse in abbondanza,
per ritemprarsi prima di intraprendere le sue leggendarie fatiche.
DOVE ASSAGGIARLA
al ristorante del Borgo Bianco Resort & Spa di Poglignano a mare; Trattoria
Ambasciata Orsarese, via Tenente Iorio, 53 Foggia; Ristorante Peccato di Vino
Otranto.
CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI
La Puglia è una regione pressoché pianeggiante, l’assenza di rilievi montuosi di
una qualche rilevanza, capaci di rappresentare barriere naturali, sia verso
l’interno, che verso l’esterno, ha contribuito, non solo a rendere piuttosto
omogenea la cucina regionale, ma anche ad esporla all’influenza delle culture
gastronomiche delle regioni confinanti. In effetti, la Puglia condivide non pochi
prodotti e preparazioni con la vicina Basilicata e, in generale, con le altre regioni
del sud; solo per fare un esempio, l’utilizzo delle fave ridotte in purea, è una
modalità costante diffusa anche in Sicilia e Calabria e conosciuta con il nome di
Maccu.
Le dominazioni occorse in epoche antiche, hanno ugualmente contaminato la
gastronomia pugliese, che ha altresì assimilato tradizioni gastronomiche di altri
popoli.
La conformazione del territorio, costituito da zone pianeggianti e collinose e da
un clima particolarmente mite ha, di fatto, privilegiato lo sviluppo dell’agricoltura
e dell’allevamento. La tradizione gastronomica è caratterizzata dall’utilizzo
creativo dei prodotti della terra, in particolare cereali, legumi e ortaggi, tra cui
spiccano due tipicità: il lampascione e il fungo cardoncello. Anche la
frutticoltura, in particolare, gli agrumi trovano nella zona del tarantino un area di
eccellenza; La frutta secca e quella fresca essiccata, in particolare i fichi, è
spesso impiegata insieme a miele e mosto di uva nella preparazione dei dolci
tipici pugliesi: mostaccioli e cartellate. Diffusissima la coltivazione della vite e
dell’ulivo, tanto che la produzione dell’olio extravergine di oliva rappresenta, sia
qualitativamente, che quantitativamente, il portabandiera della regione. Dal
promontorio del Gargano fino al Salento si contano ben cinque oli extravergini
di oliva a denominazione di origine protetta: Dauno DOP, Terre di Bari DOP,
Collina di Brindisi DOP, Terre Tarentine DOP e Terre d’Otranto DOP. Per
assaporarne appieno il gusto, che si distingue a seconda della varietà degli
olivi utilizzati e delle caratteristiche del terreno, è sufficiente abbinarlo ad un'altra
bontà tipica, il pane di Altamura; la cultura gastronomica popolare pugliese è,
del resto, molto legata alla tradizione del pane, alimento povero che
caratterizzava, anticamente, la cucina frugale dell’entroterra; abbrustolito sul
camino e abbinato a olive, erbe di campo, verdure fresche, oppure conservate
sottolio, spesso in modo casuale o determinato dalla disponibilità degli
ingredienti, non mancava nel convivio dei contadini ed è, ancora oggi,
protagonista dei gustosissimi antipasti tipici della cucina pugliese.
I prodotti da forno sono innumerevoli, molti dei quali condivisi con altre regioni
del sud, dai notissimi taralli, spesso aromatizzati con finocchio o peperoncino,
alle friselle, senza tralasciare la tipica focaccia pugliese, condita con il
pomodoro fresco e la gustosissima “puddica”, preparata con farina e patate e
condita con cipolle e pomodoro fresco.
La coltivazione dei cereali, in particolar modo del frumento, racconta sul
territorio una storia antichissima, tanto è vero che la Puglia è considerata
l’antica capitale del grano; pur vantando produzioni industriali di grande qualità,
che la collocano in una posizione di sicuro rilevo nella filiera della produzione di
pasta in Italia, la regione conserva intatta la tradizione della pasta fresca; nel
pranzo della domenica sono, ancora oggi,
molto presenti, strascinati,
orecchiette e cavatelli, rigorosamente fatti in casa, conditi con la cima di rapa o
alla barese, con un ragù preparato con carne di maiale, agnello manzo e
salsiccia.
Dalla tradizione contadina provengono anche le zuppe, preparate con cereali e
legumi, una volta lessati in pignate di terra cotta; proprio la zuppa, fave e
cicorie, classica pietanza povera locale, è divenuta di gran moda, negli ultimi
anni, rivisitata da grandi chef e servita nei migliori ristoranti, non solo in Puglia.
La coltura dei legumi dominante in tutta la cucina mediterranea, trova alcune
delle sue eccellenze in due prodotti regionali: il cece nero della Murgia Carsica
e la fava di Carpino.
Lo sviluppo dell’attività di allevamento ha, con il tempo, arricchito quella cucina
frugale povera e, spesso casuale, di uova, formaggi e carne, in prevalenza
ovina, anche se non mancano eccellenze nell’allevamento bovino; tra i presidi
slow food della Puglia, troviamo la Vacca podolica del Gargano e la Capra
garganica.
I formaggi freschi a pasta filata primeggiano nella zona di Andria, luogo di
eccellenza per la produzione e lavorazione del latte, che vede una notevole
presenza di caseifici, anche artigianali; oltre alla famosissima mozzarella,
meritano una menzione particolare la burrata e il Fiordilatte, in particolare
quello prodotto dal Caseificio Olanda, selezionato dal Gambero Rosso tra i
dieci migliori d’Italia.
Quasi totalmente bandita dall’alimentazione moderna, particolarmente attenta
alla salute, in Puglia, la frittura resta una modalità di cottura molto adoperata;
lungo le stradine lastricate del borgo antico di Bari, l’aria è intrisa dall’odore di
frittura proveniente da padelloni fumanti dove, ancora oggi, si friggono
sgagliozze, tranci di polenta fritta e pòpizze, frittelle sferiche croccanti fuori e
morbide dentro, fatte con un semplice impasto di farina; due preparazioni tipiche
della gastronomia tradizionale barese.
Attraversando la Puglia sono tantissimi i colori, gli odori e i sapori che si
sovrappongono, non ultimo quello del pesce, perché la variegata gastronomia
pugliese, si riassume nella antica tradizione contadina delle Murge, nella bontà
dei prodotti essiccati o conservati sottolio, arte e genialità della terra dei trulli,
ma anche nella varietà dei prodotti ittici di cui dispone, grazie agli oltre
ottocento chilometri di costa che la percorrono. Ed ecco la pasta fresca,
sublimata dai meravigliosi sapori del mare, con il ragù declinato alla marinara,
chiamato ciambotto, le zuppe di pesce, il polpo cucinato nella tradizionale
pignata salentina e la tiella di riso patate e cozze, dove traspare con forza la
contaminazione culinaria originata dalla dominazione spagnola; e, per finire,
una irrinunciabile usanza dei baresi, il “crudo di mare”, trionfo di molluschi,
crostacei e prelibati ricci; per assaggiarlo sono due gli indirizzi, entrambi a Torre
a Mare, borgo di pescatori poco distante dal centro della città: da Nicola - viale
Principe di Piemonte, 3 tel 080 5430043 - locale a conduzione familiare con
annessa pescheria e terrazza sul porticciolo, che propone un menù tradizionale,
apprezzabile soprattutto per la freschezza del pesce e la più recente Taverna Le
Rune, biosteria con piatti della cultura mediterranea, interpretati in modo
creativo e con un tocco “fusion”. Insolito, ma riuscito, l’accostamento tra pesce e
birra artigianale.
A dispetto dell’antichissima tradizione della coltivazione della vite, che in Puglia
risale addirittura a circa duemila anni prima di Cristo, la produzione di vini con
prerogative adeguate alla qualità dell’uva, è storia relativamente recente. Fino a
non molti anni fa, infatti, i vini pugliesi servivano prevalentemente per esaltare
vini prodotti al nord. Per contro, oggi, la Puglia ha raggiunto una qualità
elevatissima nella produzione. La gamma è vastissima, dalla Daunia al Salento;
segnaliamo alcuni tra i vini doc maggiormente apprezzati, provenienti da vitigni
autoctoni: San Severo, Cacc'è Mmitte di Lucera, Primitivo di Manduria,
Moscato di Trani, Ostuni, Aleatico di Puglia, Salice Salentino, Leverano,
Squinzano e l’ormai famosissimo Negroamaro. Di recente, la regione ha
ottenuto notevoli riconoscimenti per la produzione di vino rosato, una tipologia
che sta riscuotendo grande interesse tra i consumatori; dei dieci principali vini
rosati prodotti in Italia, ben quattro provengono dal territorio pugliese.
L’OGGETTO
La Pignatta Salentina

E’ una pentola tradizionale di terracotta, realizzata interamente a mano da
artigiani, detti “figuli” che, in terra salentina continuano a lavorare la creta e
l’argilla con tecniche secolari. Usualmente dotata di due manici, posti
appositamente a distanza ravvicinata per facilitarne la presa, la “pignata” è
smaltata solo fino all’altezza dei manici, così da poterla posizionare
direttamente tra le braci anche se, attualmente, si utilizza anche su piani di
cottura moderni. La parte meno rifinita e porosa, oltre a resistere al contatto con
la fiamma, consente al contenuto di respirare e di rimanere in temperatura.
Nella “pignata” si cucinavano e si cucinano tuttora pietanze prelibate a base di
carne, pesce, legumi e verdure.
DA NON PERDERE
La Notte della Taranta

Dedicato alla pizzica salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali, è
il più grande evento di musica popolare in Europa. La kermesse prevede un
festival itinerante, che visita diversi comuni della Grecia Salentina e un
concerto finale, a Melpignano, solitamente diretto da un musicista di prestigio;
lo scorso anno, il maestro concertatore è stato Goran Bregovich. La Notte della
Taranta è un evento molto partecipato di cui lo spettatore è veramente parte
attiva, coinvolto in un turbinio di musica e danza, fino all’ultimo respiro. L’evento
attira ogni anno un numero notevole di visitatori, anche dall’estero. La serata
finale dell’ultima edizione del 2012 ha potuto contare sulla presenza di oltre
centoventimila persone e ha visto la partecipazione di grandi nomi della musica
internazionale.
AUTORI E STORIE IN PUGLIA
La guerra dei cafoni, Carlo D’Amicis
“ …Questo è il mondo”, sputa infine. “La società. Il progresso. Intorno a noi,
Francisco Marinho, tutto sta cambiando”. Serro la mascella. Conto fino a dieci.
Mi ostino a fissare il marchio delle mie Adidas — semplicemente perfetto — e
mi chiedo cosa ci sia da cambiare. In che cosa dovrebbe consistere ‘sto
benedetto progresso …”
Estate del 1975 Torrematta, località fittizia del Salento ionico, è lo scenario entro
cui si dipanano le vicende di Angelo, detto Francisco Marinho (noto calciatore
brasiliano dell’epoca), ragazzino quattordicenne benestante che, durante le
vacanze estive, diventa protagonista dello scontro che, da sempre, contrappone
i figli della borghesia ai figli dei contadini, dei pastori e dei pescatori, una lotta
per la difesa del territorio e dei privilegi. Marinho è ossessionato dal fastidio per
i “cafuni”, vuole mantenere l’ordine sociale, la divisione di classe e la continuità
storica che tanto lo rassicurano. Le sue certezze finiranno per essere demolite,
sia per l’affacciarsi di un sentimento verso una “cafoncella”, sia per i profondi
cambiamenti che investono l’Italia e che contribuiscono al fallimento strutturale
di una divisone così netta tra i due poli. I cafoni, lasciano le loro case per
andare a lavorare all’Italsider e iniziano a desiderare e ad avere quello che
prima era loro precluso, mentre molti signori iniziano a faticare a mantenere
proprietà e privilegi. La contrapposizione non è più così definita, perché non è
ancora determinata da ciò che si è, ma da ciò che si ha. Il libro è una sorta di
metafora del passaggio interminabile da società contadina a paese post
moderno, ma anche la storia di un tempo e di una generazione.
ITINERARI (IN) CONSUETI

Tra le regioni del sud, la Puglia è sicuramente quella che, più di tutte, ha saputo
mettere a frutto elementi naturali e paesaggistici di incredibile bellezza, una
identità culturale forte e una cucina locale creativa, ricca di odori e sapori
autentici, vanto di una tradizione gastronomica che si rinnova di continuo, pur
essendo profondamente radicata nel territorio. Attraversata, soprattutto negli
ultimi venti anni, da un fermento culturale senza pari, è fucina di arte e
creatività, tanto da riuscire a catalizzare l’attenzione di un target di visitatori
sempre più ampio ed eterogeneo. La Puglia si svela offrendo un’ampia scelta di
itinerari: città d’arte, campagna, parchi naturali e mare; percorsi che, valorizzati
da un’ospitalità schietta e genuina e da una gastronomia eccellente, si snodano
tra castelli medievali, architetture barocche, masserie e dimore storiche e
splendide spiagge.
BARI

E LE

MURGE:

LA CITTA’ VECCHIA, IL LUNGOMARE, PAESAGGI RUPESTRI E
SAPORI CONTADINI

Gli interventi di riqualificazione urbana che hanno riguardato la città di Bari a
partire dalla metà degli novanta, hanno consegnato ad abitanti e visitatori una
città trasformata, sia nella dimensione fisica e infrastrutturale, che in quella
socio economica. La rivitalizzazione della parte di Bari Vecchia adiacente al
mare e a luoghi simbolici importanti, come la Cattedrale, il Castello Svevo e la
Basilica di San Nicola, ha contribuito notevolmente a ridurre gli spazi di degrado
e a rilanciare attività economiche e sociali. La promozione della città vecchia
con la ricollocazione di laboratori artigianali e artistici, negozi, bar e trattorie, ha
regalato alla città nuovi spazi di socializzazione e diffusione di cultura, in grado
di catalizzare l’interesse dei cittadini, ma anche dei visitatori, compresi quelli
stranieri, che sempre più numerosi accorrono nel capoluogo pugliese. Tanti gli
scorci suggestivi, nell’ambito della città antica: un avvicendarsi continuo di
vicoli, chiese, botteghe e piazze, come piazza Mercantile, dall’arredo urbano
completamente rivisitato e piazza del Ferrarese che collega il centro storico
all’ottocentesco quartiere “murattiano”, dal fascino borghese. Stupendo l’edifico
dell’Acquedotto Pugliese affacciato su via Bozzi, elegantissima con i suoi
concept store, gli show room di interior design, le boutique e i locali storici.
Bellissimo e suggestivo il lungomare, con palazzi di grande pregio
architettonico, come il teatro Margherita, progettato completamente in stile
Liberty e ristrutturato di recente, e il Grande Albergo delle Nazioni, storico hotel
degli anni trenta, dichiarato patrimonio storico dal Ministero per i Beni Culturali.
Un tempo ritrovo di aristocratici e artisti, è stato riportato agli antichi splendori
con un restyling giocato sul tema del film “polvere di stelle”, girato negli anni
settanta al teatro Petruzzelli di Bari.
Oggi, Il Boscolo Bari è ritornato ad essere, come un tempo, salotto mondano
della città, con la terrazza panoramica, la champagnerie e due ottimi ristornati
(ABC e Polvere di Stelle) che propongono una cucina raffinata, che coniuga
mirabilmente tradizione gastronomica locale e innovazione.
Per provare,
invece, la cucina barese più tradizionale, con interessanti inserti creativi e una
buona scelta di vini, quasi tutti di provenienza locale, c’è il ristorante La
Locanda di Federico, mentre per gli amanti del pesce, non lontano dal teatro
Petruzzelli, si può provare il ristorante Ai 2 ghiottoni.
Lasciata Bari inizia il percorso nell’entroterra delle Murge; la prima tappa è la
zona di Andria per una visita a Castel del Monte, il maniero federiciano
capolavoro unico dell’architettura medievale, appartenente alla rete castellare
sveva; di sicuro interesse anche la visita alle Chiese Rupestri della città. Sul
territorio andriese l’itinerario gastronomico alla scoperta dei sapori delle Murge,
può contare su due luoghi di grande qualità, il Ristorante Umami, dall’inusuale
nome giapponese, con una cucina ancorata alla tradizione, ma rinnovata dalle
curiose divagazioni dello chef; è ubicato poco fuori Andria, nel contesto di una
villa ottocentesca con volte in pietra a vista e arredi minimal; l’altra proposta
riguarda il ristorante Antichi Sapori di Montegrosso, celebrato tempio del gusto
della regione, caratterizzato dall’impiego esclusivo di prodotti del territorio. In
poco più di un’ora si raggiunge Gravina in Puglia, città d’arte immersa nel
suggestivo panorama delle gravine. Il centro storico è semplicemente
meraviglioso e la proposta della Trattoria Mamma Mia!! con vista sulle gravine
e tanti piatti tipici, è un’esperienza imperdibile. Senz’altro da visitare anche le
chiese, tra cui la chiesta rupestre di San Michele delle Grotte e il Santuario
Madonna della Stella che si raggiunge percorrendo un antico viadotto
settecentesco.
Per chi ama gli itinerari in mountain bike o il trekking a piedi, l’info point del
Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a Ruvo di Puglia, offre proposte interessanti;
proprio nell’ambito dei tredici comuni del parco si è svolto nel mese di maggio
2013, il primo Festival della Ruralità, una iniziativa che intende consolidarsi
diventando un appuntamento annuale.
OSTUNI LA CITTÀ BIANCA

, CEGLIE

TERRA DEI MESSAPI E CISTERNINO PICCOLO

GIOELLO NELLA MURGIA DEI TRULLI

La scorgi da lontano, Ostuni, appesa alla cima di un colle dalle pareti ripidissime
ed è proprio la cartolina che ti aspetti di vedere; rarefatta nel bianco
abbacinante delle case dipinte a calce, appare quasi come un miraggio. La
cittadina è poi un alternarsi di stili: l’obelisco barocco del protettore Santo
Oronzo, l’antico convento francescano che oggi ospita il municipio e la facciata
tardo gotica della cattedrale. Il centro storico, inimitabile esempio di architettura
popolare, è un labirinto di vicoli e scale, archi e portali, ma anche di negozietti,
trattorie e localini che le sere d’estate si animano per accogliere i visitatori. Nel
punto più alto di Ostuni, sempre nel centro storico cittadino, il Relais “Le
Sommità”, boutique hotel di grande charme, accoglie gli ospiti in una dimora del
500, arredata all’insegna del design più moderno; al suo interno, il ristorante “Il
Cielo”, propone una cucina raffinata con piatti della tradizione pugliese, come
l’Acquasale di mare o l’Agello della Valle d’Itria, rivisitati in chiave
contemporanea da Sebastiano Lombardi, chef che nel 2013 ha conquistato la
sua prima stella Michelin. Sempre nel centro storico all’ Osteria del Tempo
Perso si può scegliere se desinare in una suggestiva grotta, antico forno del
1500, oppure in una sala museo che espone una collezione unica di attrezzi
della civiltà contadina, di uso comune tra gli ostunesi. La cucina è quella tipica
del territorio.
A pochi chilometri, non lontana da alberi di ulivo secolari, la marina di Ostuni è
un incantevole affresco sui toni dell’azzurro e del cobalto, un mare bellissimo
che da oltre sedici anni conquista la bandiera blu, per la qualità delle acque,
delle coste e dei servizi. Il tratto di costa su cui si affacciano le località della
marina di Ostuni (Torre Ponzelle, Villanova, Rosa Marina..), si chiama riviera dei
Trulli e si sviluppa da Torre Canne Terme per circa cinquanta chilometri, tra
spiagge sabbiose, pervase dalla macchia mediterranea, e calette appartate;
diversi tratti dell’ambiente costiero sono compresi nel Parco delle Dune Costiere
da Torre Canne a Torre San Leonardo e la Riserva Naturale di Torre Guaceto,
un ambiente naturale protetto e tutelato, in cui è inserita anche la meravigliosa e
omonima spiaggia.
Poco lontano dalla costa e da Ostuni, un'altra antichissima città d’arte e di
buona cucina sorprende i visitatori con il suo patrimonio artistico e le stupende
testimonianze legate a riti dell’uomo preistorico; a Ceglie Messapica, infatti,
sono numerosi i megaliti che raccontano della presenza dell’uomo sin da tempi
antichissimi. In ambito gastronomico, il ristorante CIBUS è un vero e proprio
luogo di conoscenza per addentrarsi nella cultura e nella storia locale; ogni
piatto è servito insieme a racconti relativi alla provenienza degli ingredienti e
alla stagionalità e l’ottima cucina è il risultato di una ricerca incessante sui
possibili abbinamenti tra i diversi prodotti locali. Cucina di alto livello, qualità,
eleganza e grande ospitalità anche al Fornello da Ricci, sempre a Ceglie
Messapica, in contrada Montevicoli, tel. +390831377104.
Pochi chilometri e nel paesaggio si intensifica la presenza dei trulli, architetture
di tipo primitivo, realizzate in pietra a secco e presenti esclusivamente nella
Puglia centro meridionale. Caldi di inverno e freschi d’estate, sono stati per lo
più restaurati e trasformati in residenze per vacanze, bed&breakfast, ristoranti e
luxury hotel, come le Alcove di Alberobello. La località di Alberobello è, tra
l’altro, l’unica che conserva due interi rioni completamente costituti da trulli e
riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Poco distante, sempre nella
valle d’Itria, in un tripudio di colori e sapori c’è un altro gioiello da scoprire:
Cisternino, annoverata tra i borghi più belli d’Italia; la cittadina è un classico
esempio di architettura spontanea, dove case, vicoli, cortili e scale sono
semplicemente soluzioni architettoniche necessarie, spazi di aggregazione e
luoghi da condividere. Qui, il fattore gastronomico ha un ruolo importantissimo
perché a Cisternino si celebra la tradizione della carne al fornello, una sorta di
“contest” della carne che le stesse macellerie vendono e cucinano direttamente
nei tipici fornelli, spesso all’aperto. La scelta è veramente vastissima e quasi
sempre di qualità, come alla Macelleria Salumeria Pietro De Mola Via Duca
D'Aosta,3 tel. 080 4448300 oppure al Vecchio Fornello di Santino Via
Basiliani,18 tel 080 4441113. Molto carina anche l’ Enoteca con cucina il Cucco,
anche se al di fuori del rito collettivo della carne alla brace.
EVENTI ENOGASTRONOMICI, SAGRE E FIERE
Oltre agli eventi in ambito enogastronomico e alle tradizionali sagre, di seguito
elencate, la Puglia ospita fiere e saloni, anche di rilevanza internazionale.
Fiere ed eventi enogastronomici di carattere nazionale e internazionale:
 Agrimed, salone dell’agroalimentare, Fiera del Levante (BA);
 Agro.Ge.Pa.Ciok., salone nazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria
e dell’artigianato agroalimentare, Lecce Fiere (LE);
 Levante Prof, salone Internazionale della panificazione, pasticceria, gelateria,
pizzeria, birra, vini, bar, ristorazione, paste fresca, pubblici esercizi e hotel, Fiera
del Levante (BA)
 Festival della Ruralità, evento diffuso nei paesi del Parco Nazionale dell’Alta
Murgia;
 Fiera nazionale del carciofo mediterraneo, San Ferdinando di Puglia (BT).
Sagre:
 Festa del novello a Leverano (LE), nel mese di novembre
 Fiera della fica Mandorlata e dei prodotti tipici, San Michele Salentino (BR),
nel mese di agosto;
 Negroamaro wine festival a Brindisi, nel mese di giugno;
 Sagra della carne e del caciocavallo podolico, a Carpino (FG) nel mese di
agosto;
 Sagra della cucuzzata, a Santa Cesarea Terme (LE) nel mese di agosto;
 Sagra della pasta fatta a mano, a Castelluccio Valmaggiore (FG) nel mese di
agosto;
 Sagra del polpo, a Mola di Bari (BA), nel mese di agosto;
 Festa te lu mieru, a Carpignano Salentino (LE) tra fine agosto e inizio
settembre;
 GustoSia, a Fasano (BR) nel mese di novembre;
 Sagra delle clementine, a Palagiano (TA) nel mese di novembre;
 Sagra della cartellata, a Trani (BA) nel mese di dicembre;
 Sagra della pettola, a Rutigliano (BA) nel mese di dicembre;
 Sagra delle fave e delle olive, a Giovinazzo (BA) nel mese di gennaio;
 Sagra della farrata, a Manfredonia (FG) nel mese di febbraio
 Sagra dell’Agnello, a Celle San Vito (FG) nel mese di aprile
ALTRI EVENTI
 Festival dell’Innovazione Puglia, evento diffuso a Bari;
 Bif&st, Bari International Fil&tv Festival, evento diffuso a Bari;
 Imaginaria Film Festival a Conversano;
 Culturanze, eventi diffusi su tutto il territorio del Salento.
Default 13, Masterclass in Residence: arte, città e riqualificazione, presso
Manifatture Knoss a Lecce dal 17 al 26 settembre 2013

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  • 1. PUGLIA LA CAPRIATA Ingredienti per 4 persone: • 50 g di cicerchia • 50 g di fave secche • 50 g di fagioli • 50 g di piselli secchi • 100 g di grano • 1 peperoncino Preparazione La sera prima mettere a bagno gli ingredienti in acqua salata; il giorno successivo scolare l’acqua, sciacquare e mettere il tutto in una pentola. Aggiungere un peperoncino, aggiustare di sale, versare un po’ d’olio e coprire di acqua. Cuocere per circa due ore e mezzo, quindi condire con olio extravergine crudo e servire su due crostini di pane abbrustolito.
  • 2. CENNI SULL’ORIGINE DEL PIATTO La capriata è un piatto antichissimo diffuso in tutta la regione con piccole varianti, a seconda della zona. Le fave secche compaiono quale ingrediente basilare, a cui si aggiungono, a seconda dell’area di provenienza e della disponibilità, altri elementi, tra cui cereali e verdure. In Puglia si trova, per lo più, la versione più semplice, che prevede il semplice accostamento con le cicorie che, con il gusto leggermente amarognolo, bilanciano perfettamente la dolcezza delle fave. La versione descritta è, con tutta probabilità, una variante originaria dalla zona di confine con la Basilicata, dove la stessa preparazione è conosciuta con il nome di “arrapat” e privilegia l’aggiunta di altri legumi e cereali. La capriata ha origini antichissime, l’etimologia della parola riporta al greco “kapiridia”(focaccia fatta di grano pestato). Aristofane nella sue commedia “Le Rane”, racconta di come Ercole, figlio di Giove, se ne cibasse in abbondanza, per ritemprarsi prima di intraprendere le sue leggendarie fatiche. DOVE ASSAGGIARLA al ristorante del Borgo Bianco Resort & Spa di Poglignano a mare; Trattoria Ambasciata Orsarese, via Tenente Iorio, 53 Foggia; Ristorante Peccato di Vino Otranto.
  • 3. CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI La Puglia è una regione pressoché pianeggiante, l’assenza di rilievi montuosi di una qualche rilevanza, capaci di rappresentare barriere naturali, sia verso l’interno, che verso l’esterno, ha contribuito, non solo a rendere piuttosto omogenea la cucina regionale, ma anche ad esporla all’influenza delle culture gastronomiche delle regioni confinanti. In effetti, la Puglia condivide non pochi prodotti e preparazioni con la vicina Basilicata e, in generale, con le altre regioni del sud; solo per fare un esempio, l’utilizzo delle fave ridotte in purea, è una modalità costante diffusa anche in Sicilia e Calabria e conosciuta con il nome di Maccu. Le dominazioni occorse in epoche antiche, hanno ugualmente contaminato la gastronomia pugliese, che ha altresì assimilato tradizioni gastronomiche di altri popoli. La conformazione del territorio, costituito da zone pianeggianti e collinose e da un clima particolarmente mite ha, di fatto, privilegiato lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento. La tradizione gastronomica è caratterizzata dall’utilizzo creativo dei prodotti della terra, in particolare cereali, legumi e ortaggi, tra cui spiccano due tipicità: il lampascione e il fungo cardoncello. Anche la frutticoltura, in particolare, gli agrumi trovano nella zona del tarantino un area di eccellenza; La frutta secca e quella fresca essiccata, in particolare i fichi, è spesso impiegata insieme a miele e mosto di uva nella preparazione dei dolci tipici pugliesi: mostaccioli e cartellate. Diffusissima la coltivazione della vite e dell’ulivo, tanto che la produzione dell’olio extravergine di oliva rappresenta, sia qualitativamente, che quantitativamente, il portabandiera della regione. Dal promontorio del Gargano fino al Salento si contano ben cinque oli extravergini di oliva a denominazione di origine protetta: Dauno DOP, Terre di Bari DOP, Collina di Brindisi DOP, Terre Tarentine DOP e Terre d’Otranto DOP. Per assaporarne appieno il gusto, che si distingue a seconda della varietà degli olivi utilizzati e delle caratteristiche del terreno, è sufficiente abbinarlo ad un'altra bontà tipica, il pane di Altamura; la cultura gastronomica popolare pugliese è, del resto, molto legata alla tradizione del pane, alimento povero che caratterizzava, anticamente, la cucina frugale dell’entroterra; abbrustolito sul camino e abbinato a olive, erbe di campo, verdure fresche, oppure conservate sottolio, spesso in modo casuale o determinato dalla disponibilità degli ingredienti, non mancava nel convivio dei contadini ed è, ancora oggi, protagonista dei gustosissimi antipasti tipici della cucina pugliese.
  • 4. I prodotti da forno sono innumerevoli, molti dei quali condivisi con altre regioni del sud, dai notissimi taralli, spesso aromatizzati con finocchio o peperoncino, alle friselle, senza tralasciare la tipica focaccia pugliese, condita con il pomodoro fresco e la gustosissima “puddica”, preparata con farina e patate e condita con cipolle e pomodoro fresco. La coltivazione dei cereali, in particolar modo del frumento, racconta sul territorio una storia antichissima, tanto è vero che la Puglia è considerata l’antica capitale del grano; pur vantando produzioni industriali di grande qualità, che la collocano in una posizione di sicuro rilevo nella filiera della produzione di pasta in Italia, la regione conserva intatta la tradizione della pasta fresca; nel pranzo della domenica sono, ancora oggi, molto presenti, strascinati, orecchiette e cavatelli, rigorosamente fatti in casa, conditi con la cima di rapa o alla barese, con un ragù preparato con carne di maiale, agnello manzo e salsiccia. Dalla tradizione contadina provengono anche le zuppe, preparate con cereali e legumi, una volta lessati in pignate di terra cotta; proprio la zuppa, fave e cicorie, classica pietanza povera locale, è divenuta di gran moda, negli ultimi anni, rivisitata da grandi chef e servita nei migliori ristoranti, non solo in Puglia. La coltura dei legumi dominante in tutta la cucina mediterranea, trova alcune delle sue eccellenze in due prodotti regionali: il cece nero della Murgia Carsica e la fava di Carpino. Lo sviluppo dell’attività di allevamento ha, con il tempo, arricchito quella cucina frugale povera e, spesso casuale, di uova, formaggi e carne, in prevalenza ovina, anche se non mancano eccellenze nell’allevamento bovino; tra i presidi slow food della Puglia, troviamo la Vacca podolica del Gargano e la Capra garganica.
  • 5. I formaggi freschi a pasta filata primeggiano nella zona di Andria, luogo di eccellenza per la produzione e lavorazione del latte, che vede una notevole presenza di caseifici, anche artigianali; oltre alla famosissima mozzarella, meritano una menzione particolare la burrata e il Fiordilatte, in particolare quello prodotto dal Caseificio Olanda, selezionato dal Gambero Rosso tra i dieci migliori d’Italia. Quasi totalmente bandita dall’alimentazione moderna, particolarmente attenta alla salute, in Puglia, la frittura resta una modalità di cottura molto adoperata; lungo le stradine lastricate del borgo antico di Bari, l’aria è intrisa dall’odore di frittura proveniente da padelloni fumanti dove, ancora oggi, si friggono sgagliozze, tranci di polenta fritta e pòpizze, frittelle sferiche croccanti fuori e morbide dentro, fatte con un semplice impasto di farina; due preparazioni tipiche della gastronomia tradizionale barese.
  • 6. Attraversando la Puglia sono tantissimi i colori, gli odori e i sapori che si sovrappongono, non ultimo quello del pesce, perché la variegata gastronomia pugliese, si riassume nella antica tradizione contadina delle Murge, nella bontà dei prodotti essiccati o conservati sottolio, arte e genialità della terra dei trulli, ma anche nella varietà dei prodotti ittici di cui dispone, grazie agli oltre ottocento chilometri di costa che la percorrono. Ed ecco la pasta fresca, sublimata dai meravigliosi sapori del mare, con il ragù declinato alla marinara, chiamato ciambotto, le zuppe di pesce, il polpo cucinato nella tradizionale pignata salentina e la tiella di riso patate e cozze, dove traspare con forza la contaminazione culinaria originata dalla dominazione spagnola; e, per finire, una irrinunciabile usanza dei baresi, il “crudo di mare”, trionfo di molluschi, crostacei e prelibati ricci; per assaggiarlo sono due gli indirizzi, entrambi a Torre a Mare, borgo di pescatori poco distante dal centro della città: da Nicola - viale Principe di Piemonte, 3 tel 080 5430043 - locale a conduzione familiare con annessa pescheria e terrazza sul porticciolo, che propone un menù tradizionale, apprezzabile soprattutto per la freschezza del pesce e la più recente Taverna Le Rune, biosteria con piatti della cultura mediterranea, interpretati in modo creativo e con un tocco “fusion”. Insolito, ma riuscito, l’accostamento tra pesce e birra artigianale. A dispetto dell’antichissima tradizione della coltivazione della vite, che in Puglia risale addirittura a circa duemila anni prima di Cristo, la produzione di vini con prerogative adeguate alla qualità dell’uva, è storia relativamente recente. Fino a non molti anni fa, infatti, i vini pugliesi servivano prevalentemente per esaltare vini prodotti al nord. Per contro, oggi, la Puglia ha raggiunto una qualità elevatissima nella produzione. La gamma è vastissima, dalla Daunia al Salento; segnaliamo alcuni tra i vini doc maggiormente apprezzati, provenienti da vitigni autoctoni: San Severo, Cacc'è Mmitte di Lucera, Primitivo di Manduria, Moscato di Trani, Ostuni, Aleatico di Puglia, Salice Salentino, Leverano, Squinzano e l’ormai famosissimo Negroamaro. Di recente, la regione ha ottenuto notevoli riconoscimenti per la produzione di vino rosato, una tipologia che sta riscuotendo grande interesse tra i consumatori; dei dieci principali vini rosati prodotti in Italia, ben quattro provengono dal territorio pugliese.
  • 7. L’OGGETTO La Pignatta Salentina E’ una pentola tradizionale di terracotta, realizzata interamente a mano da artigiani, detti “figuli” che, in terra salentina continuano a lavorare la creta e l’argilla con tecniche secolari. Usualmente dotata di due manici, posti appositamente a distanza ravvicinata per facilitarne la presa, la “pignata” è smaltata solo fino all’altezza dei manici, così da poterla posizionare direttamente tra le braci anche se, attualmente, si utilizza anche su piani di cottura moderni. La parte meno rifinita e porosa, oltre a resistere al contatto con la fiamma, consente al contenuto di respirare e di rimanere in temperatura. Nella “pignata” si cucinavano e si cucinano tuttora pietanze prelibate a base di carne, pesce, legumi e verdure.
  • 8. DA NON PERDERE La Notte della Taranta Dedicato alla pizzica salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali, è il più grande evento di musica popolare in Europa. La kermesse prevede un festival itinerante, che visita diversi comuni della Grecia Salentina e un concerto finale, a Melpignano, solitamente diretto da un musicista di prestigio; lo scorso anno, il maestro concertatore è stato Goran Bregovich. La Notte della Taranta è un evento molto partecipato di cui lo spettatore è veramente parte attiva, coinvolto in un turbinio di musica e danza, fino all’ultimo respiro. L’evento attira ogni anno un numero notevole di visitatori, anche dall’estero. La serata finale dell’ultima edizione del 2012 ha potuto contare sulla presenza di oltre centoventimila persone e ha visto la partecipazione di grandi nomi della musica internazionale.
  • 9. AUTORI E STORIE IN PUGLIA La guerra dei cafoni, Carlo D’Amicis “ …Questo è il mondo”, sputa infine. “La società. Il progresso. Intorno a noi, Francisco Marinho, tutto sta cambiando”. Serro la mascella. Conto fino a dieci. Mi ostino a fissare il marchio delle mie Adidas — semplicemente perfetto — e mi chiedo cosa ci sia da cambiare. In che cosa dovrebbe consistere ‘sto benedetto progresso …” Estate del 1975 Torrematta, località fittizia del Salento ionico, è lo scenario entro cui si dipanano le vicende di Angelo, detto Francisco Marinho (noto calciatore brasiliano dell’epoca), ragazzino quattordicenne benestante che, durante le vacanze estive, diventa protagonista dello scontro che, da sempre, contrappone i figli della borghesia ai figli dei contadini, dei pastori e dei pescatori, una lotta per la difesa del territorio e dei privilegi. Marinho è ossessionato dal fastidio per i “cafuni”, vuole mantenere l’ordine sociale, la divisione di classe e la continuità storica che tanto lo rassicurano. Le sue certezze finiranno per essere demolite, sia per l’affacciarsi di un sentimento verso una “cafoncella”, sia per i profondi cambiamenti che investono l’Italia e che contribuiscono al fallimento strutturale di una divisone così netta tra i due poli. I cafoni, lasciano le loro case per andare a lavorare all’Italsider e iniziano a desiderare e ad avere quello che prima era loro precluso, mentre molti signori iniziano a faticare a mantenere proprietà e privilegi. La contrapposizione non è più così definita, perché non è ancora determinata da ciò che si è, ma da ciò che si ha. Il libro è una sorta di metafora del passaggio interminabile da società contadina a paese post moderno, ma anche la storia di un tempo e di una generazione.
  • 10. ITINERARI (IN) CONSUETI Tra le regioni del sud, la Puglia è sicuramente quella che, più di tutte, ha saputo mettere a frutto elementi naturali e paesaggistici di incredibile bellezza, una identità culturale forte e una cucina locale creativa, ricca di odori e sapori autentici, vanto di una tradizione gastronomica che si rinnova di continuo, pur essendo profondamente radicata nel territorio. Attraversata, soprattutto negli ultimi venti anni, da un fermento culturale senza pari, è fucina di arte e creatività, tanto da riuscire a catalizzare l’attenzione di un target di visitatori sempre più ampio ed eterogeneo. La Puglia si svela offrendo un’ampia scelta di itinerari: città d’arte, campagna, parchi naturali e mare; percorsi che, valorizzati da un’ospitalità schietta e genuina e da una gastronomia eccellente, si snodano tra castelli medievali, architetture barocche, masserie e dimore storiche e splendide spiagge.
  • 11. BARI E LE MURGE: LA CITTA’ VECCHIA, IL LUNGOMARE, PAESAGGI RUPESTRI E SAPORI CONTADINI Gli interventi di riqualificazione urbana che hanno riguardato la città di Bari a partire dalla metà degli novanta, hanno consegnato ad abitanti e visitatori una città trasformata, sia nella dimensione fisica e infrastrutturale, che in quella socio economica. La rivitalizzazione della parte di Bari Vecchia adiacente al mare e a luoghi simbolici importanti, come la Cattedrale, il Castello Svevo e la Basilica di San Nicola, ha contribuito notevolmente a ridurre gli spazi di degrado e a rilanciare attività economiche e sociali. La promozione della città vecchia con la ricollocazione di laboratori artigianali e artistici, negozi, bar e trattorie, ha regalato alla città nuovi spazi di socializzazione e diffusione di cultura, in grado di catalizzare l’interesse dei cittadini, ma anche dei visitatori, compresi quelli stranieri, che sempre più numerosi accorrono nel capoluogo pugliese. Tanti gli scorci suggestivi, nell’ambito della città antica: un avvicendarsi continuo di vicoli, chiese, botteghe e piazze, come piazza Mercantile, dall’arredo urbano completamente rivisitato e piazza del Ferrarese che collega il centro storico all’ottocentesco quartiere “murattiano”, dal fascino borghese. Stupendo l’edifico dell’Acquedotto Pugliese affacciato su via Bozzi, elegantissima con i suoi concept store, gli show room di interior design, le boutique e i locali storici. Bellissimo e suggestivo il lungomare, con palazzi di grande pregio architettonico, come il teatro Margherita, progettato completamente in stile Liberty e ristrutturato di recente, e il Grande Albergo delle Nazioni, storico hotel degli anni trenta, dichiarato patrimonio storico dal Ministero per i Beni Culturali. Un tempo ritrovo di aristocratici e artisti, è stato riportato agli antichi splendori con un restyling giocato sul tema del film “polvere di stelle”, girato negli anni settanta al teatro Petruzzelli di Bari.
  • 12. Oggi, Il Boscolo Bari è ritornato ad essere, come un tempo, salotto mondano della città, con la terrazza panoramica, la champagnerie e due ottimi ristornati (ABC e Polvere di Stelle) che propongono una cucina raffinata, che coniuga mirabilmente tradizione gastronomica locale e innovazione. Per provare, invece, la cucina barese più tradizionale, con interessanti inserti creativi e una buona scelta di vini, quasi tutti di provenienza locale, c’è il ristorante La Locanda di Federico, mentre per gli amanti del pesce, non lontano dal teatro Petruzzelli, si può provare il ristorante Ai 2 ghiottoni. Lasciata Bari inizia il percorso nell’entroterra delle Murge; la prima tappa è la zona di Andria per una visita a Castel del Monte, il maniero federiciano capolavoro unico dell’architettura medievale, appartenente alla rete castellare sveva; di sicuro interesse anche la visita alle Chiese Rupestri della città. Sul territorio andriese l’itinerario gastronomico alla scoperta dei sapori delle Murge, può contare su due luoghi di grande qualità, il Ristorante Umami, dall’inusuale nome giapponese, con una cucina ancorata alla tradizione, ma rinnovata dalle curiose divagazioni dello chef; è ubicato poco fuori Andria, nel contesto di una villa ottocentesca con volte in pietra a vista e arredi minimal; l’altra proposta riguarda il ristorante Antichi Sapori di Montegrosso, celebrato tempio del gusto della regione, caratterizzato dall’impiego esclusivo di prodotti del territorio. In poco più di un’ora si raggiunge Gravina in Puglia, città d’arte immersa nel suggestivo panorama delle gravine. Il centro storico è semplicemente meraviglioso e la proposta della Trattoria Mamma Mia!! con vista sulle gravine e tanti piatti tipici, è un’esperienza imperdibile. Senz’altro da visitare anche le chiese, tra cui la chiesta rupestre di San Michele delle Grotte e il Santuario Madonna della Stella che si raggiunge percorrendo un antico viadotto settecentesco. Per chi ama gli itinerari in mountain bike o il trekking a piedi, l’info point del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a Ruvo di Puglia, offre proposte interessanti; proprio nell’ambito dei tredici comuni del parco si è svolto nel mese di maggio 2013, il primo Festival della Ruralità, una iniziativa che intende consolidarsi diventando un appuntamento annuale.
  • 13. OSTUNI LA CITTÀ BIANCA , CEGLIE TERRA DEI MESSAPI E CISTERNINO PICCOLO GIOELLO NELLA MURGIA DEI TRULLI La scorgi da lontano, Ostuni, appesa alla cima di un colle dalle pareti ripidissime ed è proprio la cartolina che ti aspetti di vedere; rarefatta nel bianco abbacinante delle case dipinte a calce, appare quasi come un miraggio. La cittadina è poi un alternarsi di stili: l’obelisco barocco del protettore Santo Oronzo, l’antico convento francescano che oggi ospita il municipio e la facciata tardo gotica della cattedrale. Il centro storico, inimitabile esempio di architettura popolare, è un labirinto di vicoli e scale, archi e portali, ma anche di negozietti, trattorie e localini che le sere d’estate si animano per accogliere i visitatori. Nel punto più alto di Ostuni, sempre nel centro storico cittadino, il Relais “Le Sommità”, boutique hotel di grande charme, accoglie gli ospiti in una dimora del 500, arredata all’insegna del design più moderno; al suo interno, il ristorante “Il Cielo”, propone una cucina raffinata con piatti della tradizione pugliese, come l’Acquasale di mare o l’Agello della Valle d’Itria, rivisitati in chiave contemporanea da Sebastiano Lombardi, chef che nel 2013 ha conquistato la sua prima stella Michelin. Sempre nel centro storico all’ Osteria del Tempo Perso si può scegliere se desinare in una suggestiva grotta, antico forno del 1500, oppure in una sala museo che espone una collezione unica di attrezzi della civiltà contadina, di uso comune tra gli ostunesi. La cucina è quella tipica del territorio. A pochi chilometri, non lontana da alberi di ulivo secolari, la marina di Ostuni è un incantevole affresco sui toni dell’azzurro e del cobalto, un mare bellissimo che da oltre sedici anni conquista la bandiera blu, per la qualità delle acque, delle coste e dei servizi. Il tratto di costa su cui si affacciano le località della marina di Ostuni (Torre Ponzelle, Villanova, Rosa Marina..), si chiama riviera dei Trulli e si sviluppa da Torre Canne Terme per circa cinquanta chilometri, tra spiagge sabbiose, pervase dalla macchia mediterranea, e calette appartate; diversi tratti dell’ambiente costiero sono compresi nel Parco delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo e la Riserva Naturale di Torre Guaceto, un ambiente naturale protetto e tutelato, in cui è inserita anche la meravigliosa e omonima spiaggia.
  • 14. Poco lontano dalla costa e da Ostuni, un'altra antichissima città d’arte e di buona cucina sorprende i visitatori con il suo patrimonio artistico e le stupende testimonianze legate a riti dell’uomo preistorico; a Ceglie Messapica, infatti, sono numerosi i megaliti che raccontano della presenza dell’uomo sin da tempi antichissimi. In ambito gastronomico, il ristorante CIBUS è un vero e proprio luogo di conoscenza per addentrarsi nella cultura e nella storia locale; ogni piatto è servito insieme a racconti relativi alla provenienza degli ingredienti e alla stagionalità e l’ottima cucina è il risultato di una ricerca incessante sui possibili abbinamenti tra i diversi prodotti locali. Cucina di alto livello, qualità, eleganza e grande ospitalità anche al Fornello da Ricci, sempre a Ceglie Messapica, in contrada Montevicoli, tel. +390831377104.
  • 15. Pochi chilometri e nel paesaggio si intensifica la presenza dei trulli, architetture di tipo primitivo, realizzate in pietra a secco e presenti esclusivamente nella Puglia centro meridionale. Caldi di inverno e freschi d’estate, sono stati per lo più restaurati e trasformati in residenze per vacanze, bed&breakfast, ristoranti e luxury hotel, come le Alcove di Alberobello. La località di Alberobello è, tra l’altro, l’unica che conserva due interi rioni completamente costituti da trulli e riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Poco distante, sempre nella valle d’Itria, in un tripudio di colori e sapori c’è un altro gioiello da scoprire: Cisternino, annoverata tra i borghi più belli d’Italia; la cittadina è un classico esempio di architettura spontanea, dove case, vicoli, cortili e scale sono semplicemente soluzioni architettoniche necessarie, spazi di aggregazione e luoghi da condividere. Qui, il fattore gastronomico ha un ruolo importantissimo perché a Cisternino si celebra la tradizione della carne al fornello, una sorta di “contest” della carne che le stesse macellerie vendono e cucinano direttamente nei tipici fornelli, spesso all’aperto. La scelta è veramente vastissima e quasi sempre di qualità, come alla Macelleria Salumeria Pietro De Mola Via Duca D'Aosta,3 tel. 080 4448300 oppure al Vecchio Fornello di Santino Via Basiliani,18 tel 080 4441113. Molto carina anche l’ Enoteca con cucina il Cucco, anche se al di fuori del rito collettivo della carne alla brace.
  • 16. EVENTI ENOGASTRONOMICI, SAGRE E FIERE Oltre agli eventi in ambito enogastronomico e alle tradizionali sagre, di seguito elencate, la Puglia ospita fiere e saloni, anche di rilevanza internazionale. Fiere ed eventi enogastronomici di carattere nazionale e internazionale:  Agrimed, salone dell’agroalimentare, Fiera del Levante (BA);  Agro.Ge.Pa.Ciok., salone nazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria e dell’artigianato agroalimentare, Lecce Fiere (LE);  Levante Prof, salone Internazionale della panificazione, pasticceria, gelateria, pizzeria, birra, vini, bar, ristorazione, paste fresca, pubblici esercizi e hotel, Fiera del Levante (BA)  Festival della Ruralità, evento diffuso nei paesi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia;  Fiera nazionale del carciofo mediterraneo, San Ferdinando di Puglia (BT). Sagre:  Festa del novello a Leverano (LE), nel mese di novembre  Fiera della fica Mandorlata e dei prodotti tipici, San Michele Salentino (BR), nel mese di agosto;  Negroamaro wine festival a Brindisi, nel mese di giugno;  Sagra della carne e del caciocavallo podolico, a Carpino (FG) nel mese di agosto;  Sagra della cucuzzata, a Santa Cesarea Terme (LE) nel mese di agosto;  Sagra della pasta fatta a mano, a Castelluccio Valmaggiore (FG) nel mese di agosto;  Sagra del polpo, a Mola di Bari (BA), nel mese di agosto;  Festa te lu mieru, a Carpignano Salentino (LE) tra fine agosto e inizio settembre;  GustoSia, a Fasano (BR) nel mese di novembre;  Sagra delle clementine, a Palagiano (TA) nel mese di novembre;  Sagra della cartellata, a Trani (BA) nel mese di dicembre;  Sagra della pettola, a Rutigliano (BA) nel mese di dicembre;  Sagra delle fave e delle olive, a Giovinazzo (BA) nel mese di gennaio;  Sagra della farrata, a Manfredonia (FG) nel mese di febbraio  Sagra dell’Agnello, a Celle San Vito (FG) nel mese di aprile
  • 17. ALTRI EVENTI  Festival dell’Innovazione Puglia, evento diffuso a Bari;  Bif&st, Bari International Fil&tv Festival, evento diffuso a Bari;  Imaginaria Film Festival a Conversano;  Culturanze, eventi diffusi su tutto il territorio del Salento. Default 13, Masterclass in Residence: arte, città e riqualificazione, presso Manifatture Knoss a Lecce dal 17 al 26 settembre 2013