1. ARTE E IMMAGINEARTE E IMMAGINE
Prof. Giuseppe TorchiaProf. Giuseppe Torchia
Presentazione per le classi seconde
della scuola secondaria di 1° grado
2. INDICE
Il contesto storico
L'arte rinascimentale
Il recupero dell'arte classica
Il David di Michelangelo
La Bellezza Ideale:
La Primavera di Botticelli
La prospettiva
Raffaello, Lo sposalizio della
Vergine
Luce e ombra
Piero della Francesca, La leggenda
della vera croce
Il chiaroscuro
Michelangelo, Tondo Doni
Leonardo da Vinci
Lo Sfumato: La Gioconda
indice
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3. IL CONTESTO STORICO
Il territorio dell’ Italia del
Quattrocento si presenta
frantumato in numerosi stati,
soprattutto nel centro e nel
nord della penisola, spesso
governati da potenti famiglie
aristocratiche. I papi a Roma e
i Signori delle principali città
furono veri e propri mecenati,
ossia promossero il grande
sviluppo della cultura e delle
arti. Questa nuova situazione
portò a un rinnovamento
culturale definito
Rinascimento, che si
manifestò nella prima fase con
la riscoperta della centralità
dell'uomo, ritenuto in grado,
con le sue qualità morali e
intellettuali, di spiegare e
modificare la realtà.
IL
CONTESTO
STORICO
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4. L’ARTE RINASCIMENTALE
In Italia il rinnovamento artistico
partì dalla città di Firenze .
Decisivo fu proprio lo studio
dell'arte classica; molti artisti
fiorentini, infatti, si recarono a
Roma per studiare le statue e i
monumenti antichi, che non
venivano però copiati, bensì
reinterpretati con uno spirito
nuovo. Le regole dell'arte classica,
come la ricerca dell'armonia,
dell'equilibrio, della semplicità e
della bellezza, vennero riprese dagli
artisti del tempo, che le ritenevano
adatte a esprimere i moderni
contenuti rinascimentali legati
all'uomo e alla realtà. In questo
contesto l'osservazione e
l'imitazione della natura
acquistarono una notevole
importanza per gli artisti, che
cominciarono ad analizzare
accuratamente il corpo dell'uomo
e degli animali, le forme delle
piante e le linee del paesaggio per
riprodurli nelle loro opere.
L’ARTE
RINASCIMEN
TALE
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5. “Rinascimento significa rinascita, reviviscenza, e
l’idea di questa rinascita aveva cominciato a
diffondersi in Italia fin dal tempo di Giotto. A
quel tempo quando la gente voleva elogiare un
poeta o un artista, diceva che la sua opera non
era per nulla inferiore a quella degli antichi.
Così Giotto era stato esaltato per aver fatto
rinascere l’arte: con questa espressione si
intendeva che la sua arte poteva stare alla pari
con quella dei famosi maestri elogiati dagli
scrittori greci e romani.(...)
Gli italiani sapevano che nell’antichità, la loro
terra, sotto la guida di Roma, era stata il centro
del mondo civile e che la sua potenza e la sua
gloria erano finite il giorno in cui le tribù
germaniche, i goti e i vandali, avevano invaso il
paese e spezzato l’unità dell’impero romano.
L’idea di una rinascita era nella mente degli
italiani legata a quella di una reviviscenza della
grandezza romana. Il periodo fra l’età classica,
cui guardavano con orgoglio, e la nuova epoca di
rinascita in cui speravano, era soltanto un triste
lasso di tempo, l’ ”età di mezzo”.
Ernst H. Gombrich
Cosa
s'intende per
Rinascimento
6. .
La misurazione delle statue antiche e il ritorno
all’adozione dei canoni usati dagli artisti classici
stimolarono negli artisti del ‘400 e del ‘500 lo studio
dell’anatomia umana, ossia delle forme dei corpi.
Sull’esempio delle opere dell’antichità classica, essi
ricercarono nelle loro figure una bellezza ideale simbolo
di perfezione spirituale. Tuttavia, la corretta
rappresentazione del corpo fu cercata anche attraverso
l’osservazione degli uomini reali : questo fece soprattutto
Leonardo da Vinci che studiò il variare delle proporzioni
del corpo umano in rapporto allo stato di quiete e di
moto.
IL RECUPERO DELL’ARTE CLASSICA
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7. Salve! Sono David. Mi ha tirato fuori da
un blocco di marmo Michelangelo
Buonarroti nel 1504. Sono un
personaggio biblico famoso. Nel
combattimento contro il gigante Golia,
campione dei filistei (io ero dalla parte
degli israeliti), sferrai con la mia fionda
un sasso sulla sua fronte abbattendolo.
Dopo, afferrata la sua spada, gli mozzai
la testa.
Qui Michelangelo mi rappresenta come
un eroe antico, quasi un dio greco. Gli
artisti, si sa, sono tutti un po’ strani!
Guardate che sguardo ragazzi!
Mi potete trovare a Firenze alla Galleria
dell’Accademia. Fu proprio la città di
Firenze a commissionare l’opera al mio
creatore.
A proposito, dimenticavo di dirvi che
sono alto, senza tacchi, più di 4 metri
circa. Niente male, vero?
DAVID
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8. Sono concentratissimo, sto fissando il
mio avversario. Aggrotto le
sopracciglia: sto prendendo la mira.
Fra qualche istante scaglierò con la
fionda, che ho pronta sulla spalla, la
pietra che ho nella mano destra.
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11. IL DAVID E FIRENZE.
Michelangelo propone il David come simbolo della repubblica fiorentina. Così
come il re di Israele aveva difeso il suo popolo e governato con giustizia, così chi
governava Firenze doveva difenderla con forza e governarla giustamente.
La statua, appena ultimata, fu collocata a lato della porta di Palazzo Vecchio.
Nel 1873, l’originale, trasferito nella Galleria dell’Accademia, fu sostituito da una
copia.
Firenze,
Palazzo vecchio
ILDAVIDE
FIRENZE
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12. Sandro Botticelli (1445-1510) fu l’artista che cercò di tradurre in immagini un mondo
ideale, perfetto, spirituale e felice che nella realtà non esisteva. Il riferimento alla
cultura classica è ben evidente anche nei soggetti mitologici dipinti dall’artista. Questi
avevano nelle sue opere un valore allegorico, in quanto rappresentavano idee e concetti
per noi difficili da decifrare, come dimostra il famoso dipinto della Primavera.
Botticelli, per rappresentare la bellezza ideale, si basò principalmente sull’uso di linee
fluide, sinuose. Le figure umane, tratte dalla mitologia classica, sono tratteggiate con
uno stile raffinato e in pose eleganti. La luce diffusa che illumina i personaggi tende ad
appiattire i loro corpi e a farli apparire immateriali, simili ad apparizioni puramente
spirituali.
Sandro Botticelli,
La Primavera,
1482 ca., Firenze,
Uffizi.
LA BELLEZZA IDEALE
13. All’inizio del Quattrocento
Filippo Brunelleschi (scultore
e architetto fiorentino) “ideò”
la prospettiva lineare, un
metodo scientifico che
permette di rappresentare la
profondità dello spazio sulla
superficie del dipinto in modo
simile alla visione del nostro
occhio.
La prospettiva permetteva
definire con precisione le
proporzioni tra i vari elementi
della scena e di rendere,
quindi, più realistico il
dipinto.
Nello schema prospettico
della Città ideale possiamo
osservare le linee di
profondità, nella realtà
parallele tra loro, convergere
verso un punto di fuga posto
nell’ingresso del tempio.
LA PROSPETTIVA
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14. Città ideale, Scuola di Piero della Francesca, 1470-1490
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Nella Flagellazione di Piero della
Francesca, la costruzione prospettica
è evidente nel disegno della architetture.
I lati obliqui degli edifici, degli elementi
decorativi e delle piastrelle del pavimento
segnano linee di fuga convergenti
verso un unico punto al centro della
tavola. In questo modo la scena è
rappresentata in modo simile a come
la percepirebbe l'occhio umano.
Piero della Francesca, La flagellazione di Cristo,
1455, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
16. In questo dipinto di Raffaello le
lastre della pavimentazione della
piazza indicano con esattezza la
profondità del paesaggio ottenuta
applicando la prospettiva. Possiamo
notare anche le figure umane
rimpicciolirsi man mano che ci
allontaniamo dalle figure in primo
piano e ci avviciniamo al tempio che
si erge sullo sfondo.
Raffaello,Lo sposalizio della
Vergine, 1504, Milano,
Pinacoteca di Brera.
Io, Giuseppe, prendo qui in sposa
Maria, madre di Cristo. Il sacerdote
avvicina le nostre mani, tenendole
per i polsi. Maria mi porge la mano
affinché io possa infilarle l’anello
nuziale. Dietro di me stanno i
pretendenti sconfitti, tranne uno, che
è qui, più vicino a voi che guardate:
spezza la propria verga sul
ginocchio, mentre un altro dietro di
me piega la sua sul petto. La mia,
invece, è miracolosamente fiorita.
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17. Narra San Girolamo
che ciascuno dei
pretendenti di Maria
portò una verga al
sommo sacerdote
nel tempio di
Gerusalemme. La
verga di Giuseppe
fiorì: il miracolo
indicava la volontà
divina che
quell’uomo
divenisse lo sposo
della vergine.
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18. Gli artisti medievali non avevano quasi
dato importanza alla luce. Le loro
figure piatte non proiettavano ombre.
Fu nel Rinascimento che gli artisti
scoprirono le possibilità di applicazione
della luce e dell’ombra.
Piero della Francesca fu un maestro in
questo campo. In questo affresco la
luce modella le figure attraverso la
tecnica del chiaroscuro e crea, con la
prospettiva, l’illusione della profondità.
Il soldato sulla sinistra con i suoi toni
scuri si erge davanti all’apertura
illuminata della tenda. In questo modo
possiamo percepire la distanza che
separa i soldati dai gradini su cui siede
la guardia del corpo dell’imperatore.
Inoltre la luce e l’ombra ci permettono
di percepire la rotondità della tenda
cioè la sua tridimensionalità
Piero della Francesca, Il
sogno di Costantino, 1458-
1466, Arezzo,Chiesa di San
Francesco.
LUCE E OMBRA
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19. Procedimento
pittorico che,
usando il
passaggio
graduale dal
bianco al nero o
da colori più
chiari a colori
più scuri
riproduce il
passaggio dalla
luce all’ombra.
Con questo
metodo, come
possiamo
osservare nel
disegno del
David e del
Mosè, si può
dare rilievo ai
corpi e mettere
in evidenza le
forme
anatomiche.
Michelangelo,
Mosè
Michelangelo,
David IL CHIAROSCURO
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20. Il dipinto rappresenta in
primo piano la Sacra
Famiglia (la Madonna, san
Giuseppe, e Gesù); dietro un
muretto si trova san
Giovanni Battista (colui che
aveva annunciato la venuta
di Cristo), anch’egli bambino,
e ancora più in fondo una
serie di nudi che
rappresentano il mondo
pagano.
La luce che proviene dall’alto
a sinistra, scolpisce i corpi e
attraverso il gioco del
chiaroscuro, da’ rilievo alle
parti anatomiche
Michelangelo, Sacra
Famiglia (Tondo Doni),
Firenze, Uffizi.
LASACRA
FAMIGLIA
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21. Leonardo da Vinci
(Vinci, Firenze 1452 -
Castello di Cloux,
Amboise 1519)
Uomo di grande ingegno
e talento, versato in
tutte le arti e aperto ad
ogni interesse, Leonardo
dedicò in realtà una
modesta parte del suo
tempo all’attività
artistica, privilegiando
gli esperimenti tecnico-
scientifici, sempre basati
sull’esperienza diretta,
sull’indagine e sullo
studio dei fenomeni
naturali.
L
E
O
N
A
R
D
O
D
A
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22. Leonardo si distingue dai suoi
contemporanei per un uso
diverso del chiaroscuro. Nel
famoso ritratto di una dama
fiorentina di nome Lisa ("La
Gioconda"), egli elabora la
tecnica dello sfumato. Essa si
realizza attraverso passaggi
dalla luce all'ombra talmente
morbidi da far apparire
evanescenti le forme dipinte.
Gli angoli della bocca e gli
angoli degli occhi del volto di
Monna Lisa sono lasciati
volutamente nella penombra.
Sono proprio i loro contorni
indefiniti che rendono
sfuggente l'espressione con cui
la dama ci guarda.
L
O
S
F
U
M
A
LO SFUMATO
Leonardo da Vinci, La Gioconda,
1503-05 ca., Parigi, Museo del Louvre.
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