1. Appunti di Psicologia delle emozioni e della comunicazione. I miei appunti presi in classi dal 29 aprile 2010 di “Psicologia delle emozioni e della comunicazione” della professoressa Barbara Sini. Anno 2009/2010
7. La comunicazione è legata alle relazione anche se è difficile capire in che modo questo legame si mette in pratica.
8. Chi non è in grado di comunicare è in uno stato di forte frustrazione, mentre nel caso di persone che hanno malattie che portano a non avere la necessità di comunicare (autismo o SLA) la frustrazione si sposta nell'individuo che vorrebbe comunicare con loro.
12. Nella comunicazione non c'è mai un solo ricevente e un solo emittente poiché mentre si parla si tengono sotto controllo i feedback dell'altro.
13. L'emittente non sa tutto ciò che trasmette nella comunicazione (CNV) DUNQUE: solo aspetti quantitativi e non semantici, no agli aspetti soggettivi, aspetti di contesto, aspetti relazionali e trascurato il significato in continua trasformazione.
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15. Semantica: relazione tra significante (la parola) e significato (ciò che designa); è possibile dare un significato non condiviso pienamente dal ricevente.
16. Pragmatica: l'effetto che la comunicazione provoca nell'altro a seguito di una mia comunicazione. Questi effetti normalmente sorgono dal non verbale.
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18. 4 fasi: 1° solo comunicazione verbale, 2° il “narratore” ha dei feedback non verbali, 3° possibilità di fare delle domande al “narratore” che può rispondere solo si o no, 4° il ricevente può chiedere quello che vuole al “narratore”.
19. La comunicazione a due vie risulta la più efficace nonostante faccia perdere più tempo. Tuttavia essa non è da ritenersi in modo assoluto come la più efficace.
23. Massima di relazione, ciò che si sta per dire deve essere pertinente con ciò che si sta dicendo.
24. Massima di modo, evitare le ambiguità ovvero comunicare in modo chiaro.
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27. In ogni messaggio vi è un livello di contenuto ed uno di relazione, il secondo classifica il primo. Non è possibile disgiungere il contenuto della comunicazione dalla relazione.
28. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. (punteggiatura = ha a che fare con la sequenza di comunicazione tra gli interlocutori, il punto di partenza).
34. Gesti: ne esistono diversi e possono essere a modulo numerico se vengono interpretati in modo convenzionale oppure a modulo analogico se seguono il significato.
35. Voce e aspetti paralinguistici: tono, pause, ritmo, ecc.
36. Aspetti del contesto: abbigliamento, acconciatura, tatuaggi e l'organizzazione dell'ambiente in cui si vive e/o lavora.
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38. Si sposta il focus sul rispetto di sé per poter rispettare i bisogni degli altri.
42. Conquista della stima di sé (reciprocità), agire e comunicare in modo da salvaguardare la propria stima di sé, questo di solito ci porta a non esporci.
43. Poter decidere sui fini della propria vita, costantemente valutiamo il nostro comportamento in relazione all'idea che diamo di noi stessi, vorremmo sempre apparire in modo onesto e positivo. Quindi decidere consapevolmente ciò che vogliamo essere.
47. Nell'ascolto attivo è insito il cambiamento poiché mentre ascoltiamo l'altro noi gli facciamo capire che ha già dentro di lui le risorse per risolvere il suo problema.
48. L'ascolto attivo è anche saper spostare l'attenzione di chi parla su un argomento più utile per scoprire le proprie risorse.
54. In questo caso bisogna descrivere: il comportamento che crea il problema (non la persona!), l'effetto del problema sulla persona che parla e gli effetti a livello emotivo-soggettivo.
55. Serve a non giudicare la persona in modo negativo ma a far riflettere sul proprio comportamento.
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58. in questo caso si coinvolge il ricevente che manda feedbcak che servono a controllare il buon andamento della comunicazione. È una comunicazione meno rapida.
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60. Il gruppo lavora su due livelli: livello di realtà (cosa fa il gruppo per raggiungere i propri obiettivi) e livello emotivo (cosa fa il gruppo per soddisfare i propri bisogni, sia collettivi che individuali).
65. La definizione prototipica invece equivale a trovare l'oggetto più tipico rispetto ad un concetto, ovvero quello che racchiude in sé le maggiori caratteristiche tipiche presenti nella definizione tradizionale.
66. Fu condotto un esperimento per trovare la definizione tradizionale della parola emozione, i risultati furono le emozioni di base: rabbia, gioia, tristezza e paura.
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68. All'interno di una stessa cultura si hanno reti di significati simili perciò se si vogliono fare delle ricerche non è opportuno ricercare in contesti culturali diversi dal nostro poiché si avranno reti di significato differenti.
69. Il linguaggio struttura il pensiero e allo stesso tempo la cultura condiziona l'apprendimento di un certo lessico emozionale.
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71. Probabilmente accade il contrario ovvero noi abbiamo una vasta gamma di esperienze che in parte trova il suo corrispettivo nel lessico, parte dell'esperienza soggettiva rimane inesprimibile.
72. Non vi è una relazione biunivoca né tra esperienza e lessico, né tra espressioni facciali e esperienza.