1. Care concittadine, cari concittadini, care autorità militari, religiose e civili, cari rappresentanti del
Consiglio Comunale dei ragazzi, care Associazioni e a tutti voi oggi qui presenti, porgo il mio
saluto e il ringraziamento per la partecipazione a questa giornata particolarmente importante per la
nostra Nazione.
Abbiamo voluto variare, significativamente, il protocollo della cerimonia, introducendo da
quest’anno l’onore alla bandiera italiana
Il tricolore rappresenta, per antonomasia, lo spirito dell’unità nazionale, unità che si completò al
tramonto della prima guerra mondiale. Unità che è stata conquistata grazie al sacrificio di migliaia e
migliaia di giovani, ai quali rivolgiamo il nostro deferente omaggio. È grazie a loro se oggi la nostra
nazione è unita, è indipendente e noi siamo persone libere che operano in un contesto democratico.
Questa giornata è la festa laica di più lunga tradizione, onorata fin dal 1919, in memoria della firma
dell’armistizio che decretò la fine della dolorosissima esperienza della Grande Guerra e che, con
l’annessione di Trento e Trieste, decretò il completamento del lungo percorso dell’Unità d’Italia.
Quest’anno, peraltro, ricorre il centenario del volo di Cattaro, un’impresa temeraria condotta da
Gabriele D’Annunzio, decollata proprio dal campo di volo di Gioia del Colle, ribattezzata per
l’occasione Gioia della Vittoria.
La nostra città ha ricordato l’evento sia nella casa comunale, con la presentazione del libro “
Un’avventura di Ulissidi” scritto dal Prof. D’Onghia e distribuito gratuitamente grazie alla
collaborazione della Spes SpA e dell’Amministrazione Comunale, che presso la base del 36°
Stormo-Caccia.
Si è ripercorso l’epico volo in notturna di 5 aerei che, con strumentazioni del tutto inadeguate,
riuscirono, per la prima volta, ad effettuare un volo sull’Adriatico, coprendo complessivamente
quasi 1000 kilometri, e a fare ritorno sani e salvi.
L’andamento generale del conflitto, tuttavia, non era favorevole al nostro Paese, tanto che pochi
giorni dopo si verificò quella che passerà alla storia come “La disfatta di Caporetto”: una sconfitta
militare durissima per l’esercito italiano; anche se la vera disfatta fu il tentativo di far ricadere le
colpe di quanto accaduto sulle truppe impegnate.
Dopo Caporetto, tuttavia, la Nazione seppe riprendersi, riorganizzare la difesa sul Piave, vincere a
Vittorio Veneto e giungere all’armistizio con l’Austro Ungheria, il 4 novembre 1918, evento che,
ancora oggi, commemoriamo.
Passare da Caporetto ha permesso al popolo italiano di giungere a Vittorio Veneto, al
completamento del Risorgimento nazionale; il popolo italiano riscoprì il proprio senso di
appartenenza, ritrovando la forza e la giusta coesione per superare uno dei momenti più difficili
della nostra storia, ribaltando gli esiti della guerra. Attraverso la sconfitta più bruciante è stato
possibile ottenere vittorie brillanti, proprio grazie alla coesione di un popolo, all’unità di intenti tra
le Forze Armate ed i cittadini.
Ancora oggi il contributo delle Forze Armate è determinante per l’affermazione e difesa dei valori
democratici e di libertà, che nel tempo hanno permesso la nascita dell’odierna Repubblica Italiana.
È quanto mai opportuno porgere ai rappresentanti delle Forze Armate oggi intervenuti il sentito
ringraziamento della comunità gioiese per il sacrificio, a volte anche estremo, che quotidianamente
compiono, a difesa della nostra Patria.
La città di Gioia del Colle è particolarmente sensibile alla ricorrenza odierna, anche per via del
connubio con l’Aereonautica Militare, presente sul nostro territorio da un secolo e perfettamente
integrata nella nostra realtà, tanto da poter essere considerata un elemento caratterizzante il nostro
territorio.
Una base militare di rilevanza strategica a livello nazionale e internazionale, il 36° Stormo-Caccia,
garante della sicurezza aerea del Sud Europa, impegnato in diverse importanti missioni di
cooperazione internazionale ma sempre operativo sui nostri cieli, come nelle recentissima delicata
missione di intercettare un aeroplano egiziano che aveva perso il contatto radio con le autorità. Gli
intercettori della nostra base sono prontamente intervenuti ed hanno potuto appurare che,
2. fortunatamente, si trattava solo di un problema tecnico ed hanno scortato il volo fino alla
destinazione, verificando che la situazione fosse di assoluta sicurezza.
Esiste, tuttavia, una difesa della Patria “silenziosa”, perché silenziose sono le armi utilizzate per
combattere una guerra che, annualmente, decima molte vittime e per la quale anche il futuro dei
nostri figli è in serio pericolo: è la guerra contro la criminalità organizzata, contro la corruzione e
contro l’evasione fiscale.
Per fare un solo esempio, come ha recentemente ricordato, il nostro concittadino, Il magistrato
Giovanni Colangelo, ex Capo della Procura di Napoli, uomo di Stato la cui levatura morale lo
protegge dal rischio di ritenere le sue parole strumentali, i soldi sottratti alla comunità dall’evasione
e dalla corruzione sarebbero sufficienti a coprire numerose manovre finanziarie.
Ritengo che, attualmente, il problema risieda nell’assenza, all’interno della comunità, di spirito di
appartenenza.
Prevalgono i sentimenti individualisti e la crisi è diventata, in alcuni casi, un pretesto, per ridurre le
tutele dei lavoratori, impoverire la fascia media e creare i presupposti affinché si ampli il divario tra
i più ricchi ed il resto della popolazione (basti pensare che, ancora oggi, quasi un quarto della
ricchezza dell’intera nazione è detenuto da circa l’1,2% delle famiglie italiane)
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: aver determinato, in alcune fasce della popolazione, il
convincimento che sia necessario combattere contro chi sta peggio di noi, contro coloro il cui
tentativo è di migliorare la propria condizione di vita, tentativo spesso scambiato per una minaccia
“all’Italia e agli Italiani”, innescando nel sentimento comune una vera e propria lotta tra poveri.
Questa visione, sospinta dal vento populista che sta spirando in tante nazione europee, dal quale
anche la nostra comunità non è immune, ostacola fortemente la genesi e la diffusione di quello
spirito di appartenenza che dovrebbe sospingerci ad individuare i reali grandi nemici della nostra
comunità.
Se vorremo garantire un futuro migliore alla nostra nazione, dovremo essere capaci di individuare
chi o cosa realmente attenta alla stabilità del nostro Paese, coloro che stanno letteralmente rubando
il futuro ai nostri figli.
Solo ritrovando quel senso vero di appartenenza saremo capaci di affrontare, con immutato spirito
di abnegazione e di sacrificio delle nostre Forze Armate, la guerra più importante: garantire crescita,
benessere e sviluppo alla nostra società
Con l’augurio che possa riprendere vigore in ognuno di noi il senso di appartenenza, nato con
l’estremo sacrificio di coloro che hanno combattuto affinché l’Italia diventasse una grande nazione,
unita, libera ed indipendente, viviamo questi momenti, questa giornata, rimarcando l’impegno e la
dedizione delle nostre Forze Armate e ricordandoci, tutti quanti, di quanto sia bello e difficile essere
e rimanere un popolo unito, il popolo d’Italia.
VIVA GIOIA DEL COLLE, VIVA LE FORZE ARMATE, VIVA L’ITALIA!
Il Sindaco dott. Donato Lucilla