Il concetto di Agenda in Hyperpolitics, dizionario interattivo di scienza politica di Mauro Calise e Theodore J. Lowi. Lezioni per il corso di Scienza Politica alla Sapienza (prof. Marco Cilento).
1. Il concetto di Agenda in Hyperpolitics Gianluca Giansante Sapienza Università di Roma Corso di Scienza Politica Prof. Marco Cilento Roma, 9-13 maggio 2011
17. Issue Le diverse esigenze attraverso il conflitto e la dialettica diventano issue (temi)
18. Le issue si accumulano È una dei “problemi” della democrazia
19. Per questo serve un’agenda Una lista di priorità, piani di azione e processi di decisione
20.
21. Un duplice ruolo Si risponde ai alle diverse istanze ma si impongono limiti sui tempi, i luoghi e le modalità della conversione delle issue in politiche pubbliche.
22. Un accordo sulle cose su cui essere in disaccordo La formazione dell’agenda è il “processo dell’elenco delle diverse alternative e della selezione di quelle da considerare seriamente” (Kingdon 1984)
23. Ampia discrezionalità Questa definizione ci fa capire come sia ampia la varietà delle possibilità, rispetto agli attori coinvolti (chi decide) e alle modalità della selezione (come)
24. Il contributo di Hyperpolitics Definire diverse modalità di formazione dell’agenda
31. L’asse verticale Da più disaggregato e casuale degli interessi: l’opinione ... … all’interesse razionalizzato e inserito nella più formale delle agende: l’ordine del giorno dei decision maker, la policy
32. L’asse verticale Muoversi dal basso in alto significa muoversi verso una modalità più articolata e formalizzata di comunicare opinioni, preferenze, esigenze.
33. L’asse orizzontale Dai media al partito . Le due istituzioni che costruiscono in maniera più evidente l’agenda.
34. L’asse orizzontale Dai media al partito . Le due istituzioni che costruiscono in maniera più evidente l’agenda.
35. L’asse orizzontale Tradizionalmente si considerava la politica, e quindi il partito l’attore deputato a selezionare le issue per il discorso pubblico e la decisione
36. L’asse orizzontale Ma con la crescita delle comunicazioni di massa ci si rende conto ch l’agenda istituzionale veniva fortemente influenzata dal modo in cui le issue venivano scelte e presentate dai media
37. L’asse orizzontale La stessa espressione Agenda setting è usata per decrivere la capacità dei media di determinare l’ordine del giorno dell’opinione pubblica…
38. L’asse orizzontale … di esercitare “una forte influenza sulle cose a cui le persone pensano e su come valutano le issue” (Bogdanor 1991, 15-16)
39. Sorgono due questioni Uno: in che misura partito e media influenzano l’agenda. Quante fra le principali decisioni sono influenzate dalla politica. E quanto invece i media possono influenzare il snostro sistema di valori per influenzare non solo le cose a cui pensare ma anche cosa pensare.
40. Sorgono due questioni Due: cosa rimane fuori dall’agenda e perché. Le elite non hanno solo il potere di decidere, ma anche quello di “non decidere”, cioè di tenere le questioni fuori dall’agenda se possono mettere a rischio la loro leadership.
41. Sorgono due questioni Sintetizzato con il concetto di “non decisione” (Bachrach and Baratz, 1963)
42. Sorgono due questioni Non c’è solo una volontà esplicita di occultare notizie ma anche altro (Teoria della Spirale del silenzio, Noelle-Neumann 1984)
43. Sorgono due questioni Spirale del silenzio : La maggior parte delle persone hanno esigenze di evitare l’isolamento e il disagio che derivano dal disaccordo. Per questo se sembra che l’opinione dominante sia diversa chi ha un’opinione differente tende a rimanere in silenzio anche se è molto in disaccordo. È evidente quindi anche un ruolo implicito dei media nello strutturare l’agenda.
44. Sorgono due questioni Spirale del silenzio : La maggior parte delle persone hanno esigenze di evitare l’isolamento e il disagio che derivano dal disaccordo. Per questo se sembra che l’opinione dominante sia diversa chi ha un’opinione differente tende a rimanere in silenzio anche se è molto in disaccordo. È evidente quindi anche un ruolo implicito dei media nello strutturare l’agenda.
49. È il modello liberista The laissez-faire model of government
50. È il mercato che detta le regole Un modello market-driven
51. Self government Il consenso prodotto dal markting attraverso il flusso libero della concorrenza fissa i parametri della scelta pubblica. Viene considerato più razionale di altri metodi decisionali.
52. Delega agli specialisti Almeno per l’agenda economica Dahl e Lindblom (1953) individuano due possibilità:
53. Delega agli specialisti Delegare agli specialisti o individuare criteri assoluti per effettuare le scelte. Ma in entrambi i casi ci troviamo di fronte a una attribusione delle scelte agli esperti.
54. Privatizzazione Una delle forme in cui si manifesta: far passare il potere della scelta dallo Stato a criteri di scelta guidati dall’economia e decentrati.
55. Economicismo non significa neutralità Attribuire potere alle elite considerandoli esponenti professionali dell’agenda politica significa farli diventare esponenti di un’elite di potere che controlla quali questioni possono o non possono entrare nell’agenda pubblica
59. Anni ‘60 e ‘70 La perdita di fiducia nei governi in molte democrazie occidentali produsse la diffusione di movimenti di “democrazia partecipativa”
60. Democrazia partecipativa Tutta o una parte dell’agenda dei governi centrali viene stabilita direttamente dai movimenti popolari senza la mediazione dei tradizionali canali di aggregazione e articolazione della politica.
61. Democrazia partecipativa Anche se gli obiettivi politici non vengono raggiunti si considera un bene che gli sforzi servano a educare e mobilitare la popolazione all’interno e all’esterno del movimento.
63. Limiti Il successo è più probabile se si concentra tutta l’attenzione dei media su un tema (possibilmente nuovo). È il caso dei movimenti pacifisti o per I diritti civili.
64. Limiti Ma in qualche modo sono i media a scegliere il tema e questo tema viene trattato in maniera unidirezionale
65. Limiti Non economic liberalism e.g. ci si concentra sulla discriminazione dei neri ma non si considerano le differenze all’interno della popolazione nera
68. È il modello “istituzionale” classico Si concentra sui meccanismi interni dell’agenda e dell’agenda setting, parlamento e governo
69. Attori chiave Legislatori, esperti, consulenti esterni, gruppi di interesse, lobbisti, e – ovviamente - i grandi partiti politici
70. Differenze legate al contesto Es. negli Stati Uniti c’è un dualismo fra Congresso e Presidente. Chi ha maggior potere di influenza sull’agenda?
71. Un esempio: il bilancio Può essere definito come un’organizzazione dell’agenda in termini monetari
72. Un esempio: il bilancio Caso: gli Stati Uniti. Al principio non c’era un bilancio consolidato ma questo risultava dalla somma di tutti gli atti votati dal Congresso e approvati dal Presidente
73. Un esempio: il bilancio La creazione di un processo per la formazione del bilancio e di un Ufficio deputato (Bureau of Budget) nel 1921 fu un modo per organizzare il processo e controllare l’agenda e di prendere il controllo sull’agenda. Budget making significa agenda making
74. Agenda in campagna elettorale e al governo Il ruolo dei partiti cambia molto
75. Agenda in campagna elettorale e al governo Le campagne sono eventi poco strutturati con i candidati che cercano di dirigere il dibattito pubblico sui temi su cui si sentono forti
76. Agenda in campagna elettorale e al governo L’agenda elettorale è influenzata dai sondaggi e dagli strateghi e non rilette un coerente insieme di priorità politiche (Riker 1993, Owen 1991, Semetko e altri 1991)
77. Agenda in campagna elettorale e al governo Lo scenario cambia quando si va al governo. I partiti sono capaci di sfruttare la natura organizzata e routinaria dei lavori parlamentari
78. Agenda in campagna elettorale e al governo Anche al governo bisogna rispondere agli eventi: una calamità naturale o un attacco terroristico o anche un diffuso supporto popolare verso una determinata scelta spesso costituiscono l’unica linea guida per la formazione dell’agenda (Kingdon 1984, Polsby 1984)
81. Il quadrante dei media il quadrante che più esplicitamente definisce il potere dei media di orientare – quando non di controllare – l’agenda
82. Un quadrante in mutamento Qualche anno fa ne avremmo parlato in maniera diversa: avremmo usato il termine Propaganda o Quarto potere
83. Un quadrante in mutamento I media non ci dicono cosa pensare ma a cosa pensare (Klapper 1960, Cohen 1963)
84. Un quadrante in mutamento Hanno un ruolo di “framing”, inquadrano le vicende in modo da enfatizzare certe caratteristiche degli eventi o dei personaggi coinvolti (McCombs e altri 1997, Iyengar 1991)
88. Oligarchia Parola chiave. I grandi gruppi mediatici che controllano i media hanno un crescente potere
89. Un quadrante in mutamento Qualche anno fa ne avremmo parlato in maniera diversa: avremmo usato il termine Propaganda o Quarto potere
90. Un quadrante in mutamento Qualche anno fa ne avremmo parlato in maniera diversa: avremmo usato il termine Propaganda o Quarto potere
91. Per approfondire Calise, M., Lowi, T.J., 2010, Hyperpolitics : an interactive dictionary of political science concepts, University of Chicago Press, Chicago. www.hyperpolitics.net