1. LA PRIMA META’ DEL CINQUECENTO
LE MONARCHIE EUROPEE E
LE «GUERRE D’ITALIA»
2. MONARCHIE «NUOVE» E
IMPERI «TRADIZIONALI»
Massimiliano
d’Asburgo, la
moglie Maria di
Borgogna, il figlio
Filippo e il
nipote Carlo,
futuro imperatore
3. I DOVERI DEL SOVRANO
Nel Medioevo il sovrano aveva alcuni compiti
fondamentali
1. amministrare la giustizia: mantenere l’armonia tra i
sudditi che le passioni e i peccati rendevano
incontrollabili
2. premiare i meritevoli
Il sovrano doveva essere:
a. equanime, cioè giusto e super partes
b. magnanimo, cioè generoso
Inoltre aveva la missione di:
I. proteggere le vite e i beni dei sudditi
II. difendere la religione cristiana
4. TASSE: BUROCRAZIA, ESERCITO, FLOTTA
Tra Quattrocento e Cinquecento i sovrani
aumentano la capacità e la forza di controllare i
territori che fanno parte del loro regno
L’aumento del controllo comporta anche un
aumento della capacità di prelievo fiscale:
impongono e incassano una maggiore quantità di
tasse
Le tasse finanziano apparati burocratici stabili che
dipendono direttamente dal sovrano. Inoltre con le
tasse vengono formati e sostenuti eserciti e flotte
stabili: soldati e marinai vengono pagati
costantemente e non solo in occasione di guerre.
5. IL SOVRANO NON TOLLERA ALTRI POTERI
Le conseguenze di questa affermazione di potenza
sono due
1. i sovrani rifiutano che all’interno dei propri
regni esistano poteri concorrenti e condizionanti
rispetto al loro: grandi feudatari o città autonome
2. i sovrani ritengono che il loro potere non
dipenda da alcuna autorità esterna ma derivi
direttamente da Dio, senza mediazioni né da parte
dell’imperatore, né soprattutto da parte del papa
Come effetto del punto 2., i sovrani tentano e
spesso riescono a mettere sotto il loro controllo
vescovi e abati (indirizzando la loro nomina)
6. LA MONARCHIA FRANCESE:
L’AZIONE DI LUIGI XI (1451-83)
La monarchia francese ottenne effetti positivi
dalla guerra dei Cent’anni
A. i sudditi del regno di Francia si strinsero
maggiormente al sovrano per difendere il
loro territorio dagli inglesi e crebbe lo spirito
nazionale
B. i sovraniValois approfittarono del
conflitto per eliminare i domini feudali
autonomi, che avrebbero tolto stabilità alla
monarchia e li inglobarono progressivamente
tra i loro territori
1477: Luigi XI, re di Francia, sconfisse Carlo
ilTemerario, duca di Borgogna e disintegrò
territorialmente il ducato
Negli anni successivi lo stesso Luigi XI
annesse al regno di Francia Anjou, Maine e
Provence
Luigi XI,
re di Francia
7. CARLO VIII: IL RAFFORZAMENTO TERRITORIALE, FISCALE, AMMINISTRATIVO
E MILITARE DELLA MONARCHIA FRANCESE
CarloVIII, successore di Luigi XI, sposò
Anna di Bretagna e annesse al suo
regno anche questo ampio territorio
Nuove tasse da versare alla corona: la
taille, un’imposta annuale che doveva
essere pagata da ogni focolare
domestico; le aides, imposte sui beni di
consumo; imposta sul sale
Il denaro ricavato dalle tasse permise tra
l’altro ai sovrani di rafforzare l’esercito
Altre innovazioni significative: controllo
sulla Chiesa francese; creazione di una
burocrazia stabile; riorganizzazione
degli uffici giudiziari
CarloVIII e
Anna di Bretagna
8. IL REGNO DI FRANCIA
DOPO LE ANNESSIONI TERRITORIALI, FINE XV SECOLO
9. L’INGHILTERRA DI ENRICO VII E ENRICO VIII
(1485-1547)
La guerra delle Due rose, 1455-1485, indebolì la
monarchia inglese a favore dell’aristocrazia, del clero,
delle città e del Parlamento
Il matrimonio del 1485 tra EnricoVIITudor, erede
designato dalla fazione dei Lancaster e Anna diYork
pose termine alla guerra
Negli anni successivi, la monarchiaTudor riorganizzò il
sistema fiscale per garantirsi maggiore autonomia
finanziaria e creò la Camera Stellata, un tribunale con
cui il sovrano poteva giudicare i reati politici
La politica economica di EnricoVII fu orientata a
sviluppare i commerci dell’Inghilterra con l’estero
attraverso il mare, con la protezione di una notevole
flotta militare.
EnricoVIII, figlio del monarcaTudor, re d’Inghilterra
1509 al 1547, proseguì la politica economica di
espansione commerciale, rafforzò la presenza
dell’Inghilterra negli affari diplomatici europei e
rafforzò ulteriormente la corona attraverso lo scisma
anglicano del 1534: con esso, il sovrano diventò anche
il capo religioso dell’Inghilterra.
Enrico
VII
Il
matrimonio
con Anna di
York
Enrico
VIII
nel
1519
10. IL REGNO DI SPAGNA/1:
L’AZIONE POLITICA DI FERDINANDO D’ARAGONA E ISABELLA DI CASTIGLIA
1469: Ferdinando, erede al
trono d’Aragona, sposa
Isabella, erede al trono di
Castiglia (seppure contestata)
1479: Isabella e Ferdinando,
rispettivamente regina di
Castiglia e Leon e re di
Aragona, Catalunya e Valencia,
congiungono i loro regni. La
congiunzione si svolge in modo
che ognuno dei due sovrani sia
principe consorte dell’altro nel
regno del rispettivo coniuge. I
due regni mantengono
istituzioni e leggi separate per
molto tempo, oltre che avere
tradizioni e lingua diverse.
Ferdinando I
d’Aragona
Isabella di
Castiglia
11. IL REGNO DI SPAGNA/2:LA POLITICA DEI «RE CATTOLICI»
La Castiglia era più ricca e popolosa dell’Aragona e
fu curata dai due sovrani con maggiore attenzione
della seconda
Furono repressi anarchia feudale e banditismo
Il governo della città fu affidato a corregidores
(funzionari regi)
Le cortes, che rappresentavano nobiltà, clero e
città, furono convocate raramente e indotte a
votare a favore delle richieste finanziarie dei
sovrani, attraverso trattative fatte di concessioni
fiscali e commerciali
Ferdinando ottenne dal papa il privilegio di
conferire seggi episcopali e benefici ecclesiastici:
in questo modo da concederli alle famiglie nobili e
di controllarle meglio perché non mettessero in
discussione il potere dei sovrani
La Mesta, la corporazione che univa i grandi
allevatori di pecore della Castiglia, in buona parte
grandi aristocratici, fu protetta e favorita dai
sovrani, spesso contro gli interessi degli agricoltori.
Le tre provincie che formavano il regno
d’Aragona avevano privilegi a autonomie che
mantennero intoccabili grazie alle proprie Cortes,
che erano più agguerrite di quelle castigliane
La Spagna al termine
della Reconquista
12. IL REGNO DI SPAGNA/3:LA RELIGIONE CEMENTO DEL REGNI
CONGIUNTI
I due regni erano unificati da dinamiche legate alla religione
cattolica
1. la tradizione secolare della Reconquista del territorio
spagnolo nei confronti dei musulmani
2. la difesa dell’ortodossia religiosa contro gli «Infedeli»,
musulmani e ebrei
Nel 1478 alla Spagna, per combattere fino in fondo contro gli
infedeli, fu concesso da parte del papa di avere un proprio
Tribunale dell’Inquisizione che era sottoposto all’autorità
dei sovrani
Le due dinamiche ebbero un esito positivo nel 1492 con la
conquista di Granada, ultimo califfato musulmano. Inoltre
in questa data furono espulsi anche gli ebrei. Qualche tempo
dopo furono espulsi anche i musulmani che non vollero
convertirsi al cattolicesimo
Nel 1494 Isabella e Ferdinando furono nominati «re cattolici»
dal papa
13. IL REGNO DI SPAGNA/4: I TORMENTI DI JUANA «LA LOCA»
Juana, figlia dei re cattolici, sposò
Filippo d’Asburgo, membro della
famiglia che deteneva il titolo imperiale
(1496). I due decisero di vivere nella terra
di Filippo, la regione di Gand,
nell’odierno Belgio
Filippo morì nel 1506 e questo contribuì
a peggiorare la già evidente fragilità
mentale di Juana, che divenne folle
I due ebbero sei figli di cui uno, Carlo,
diventerà il più importante sovrano
europeo del XVI secolo
La morte di Isabella nel 1504 rendeva
Juana l’erede legittima della corona di
Castiglia. Dopo la chiara manifestazione
della follia, la nobiltà spagnola si schierò
a favore dell’abdicazione della regina e
suo padre Ferdinando assunse di nuovo
il potere in Castiglia, mantenendolo fino
alla morte nel 1516 (Juana era morta
imprigionata nella fortezza diTordesillas
nel 1516)
Ferdinando,Juana e Isabella
Filippo e Juana
14. L’IMPERO: UNA MONARCHIA DIVERSA
L’impero era diverso dalle altre monarchie che si
stavano rafforzando: Francia, Inghilterra, Spagna
Emblematica è la situazione dell’impero nella
zona dell’attuale Germania
In primo luogo il titolo imperiale era elettivo e
non ereditario
In secondo luogo i territori imperiali erano
governati da signori che detenevano poteri
autonomi, subordinati all’autorità imperiale solo
formalmente.
15. GLI ASBURGO:
UNA STRATEGIA DINASTICA EUROPEA
A partire dal 1438 l’imperatore proviene sempre dalla
medesima dinastia: gli Asburgo, che detengono un
ampio potere nell’area austriaca e hanno una parte
significativa della Borgogna, per merito di Massimiliano
d’Asburgo che aveva sposato l’ultima erede del ducato
borgognone, Margherita.
Durante il Quattrocento gli Asburgo si pongono e
realizzano due obiettivi interconnessi
A. mantenere il potere imperiale all’interno della
propria famiglia e rendere il potere imperiale di
coordinamento dei territori autonomi e sempre più forte
B. ampliare i loro domini diretti e controllare i propri
territori tanto strettamente da avere le risorse per
rafforzare l’autorità imperiale.
Gli Asburgo acquisiranno, con Carlo V, anche le corone di
Boemia e Ungheria nel 1526. In questo modo
costituiscono un doppio argine nell’Europa orientale
contro l’avanzata militare e territoriale dell’impero
ottomano e contro il potere economico e politico della
Repubblica diVenezia
Massimiliano
d’Asburgo
16. L’IMPERO OTTOMANO: MULTIETNICO E MULTIRELIGIOSO
L’impero ottomano aveva il suo centro nell’attualeTurchia
Guidato da un sultano, l’impero era composto da molte
province e potentati che mantenevano autonomia politica, ma
dovevano pagare imposte al sultano e fornire uomini e mezzi
in occasione delle numerose spedizioni militari con le quali gli
ottomani si espansero nel bacino del Mediterraneo.
All’interno dell’impero la religione ufficiale era l’Islam, ma
venivano tollerati i sudditi di religione diversa che potevano,
entro determinati limiti, professare i propri culti: dovevano
pagare una tassa speciale per la loro diversità religiosa
L’impero era composto da ampi territori, talvolta
reciprocamente lontani, abitati da etnìe diverse che
differivano per lingua, cultura, fede religiosa.
Nel 1530 gli abitanti erano circa 30 milioni, buona parte dei quali
erano cristiani e ebrei
Governare una struttura politico-territoriale con queste
caratteristiche era complesso e in realtà questa diversificazione
estrema contribuì con il tempo a indebolire l’impero.
17. DENTRO L’IMPERO OTTOMANO:
GIANNIZZERI, ESERCITO, ECONOMIA,ISTITUZIONI
I sudditi cristiani ebbero un ruolo importante per
l’affermazione dell’impero ottomano
Periodicamente l’impero compiva una leva obbligatoria di
bambini cristiani, scelti per le loro qualità: essi venivano
sottratti alle proprie famiglie e educati nella fede
musulmana. Essi erano preparati per diventare o paggi di
corte o soldati di una fanteria d’elite, i «giannizzeri», che
costituiva il corpo militare migliore in Europa
L’esercito era il punto di forza degli ottomani, che contribuì in
modo decisivo all’espansione territoriale della «Sublime Porta».
Il fondamento economico dell’impero ottomano era la terra,
che apparteneva al sultano, il quale esercitava un’autorità
assoluta e sovente dispotica
La vita della maggioranza dei sudditi non era tuttavia
peggiore sotto il dominio ottomano rispetto alle monarchie
europee: non c’era la servitù della gleba (cioè il contadino non
era vincolato alla terra che coltivava in condizione giuridica di
sostanziale schiavitù); i prelievi forzosi che i contadini subivano
dagli alti ufficiali dell’esercito, detentori di concessioni di terre,
e dall’impero erano pesanti ma non quanto accadeva ad
esempio in Spagna o Francia; il sistema giuridico era
impostato sulla legge islamica, ma la giustizia era pronta e
imparziale; commercianti e artigiani costituivano
corporazioni di tipo religioso, protette dallo Stato
I «giannizzeri»
La «Sublime porta»
a Istanbul, simbolo
del potere ottomano
18. ORIGINI, CULTURA, MENTALITÀ DI
CHARLES/KARL/CARLOS/CARLO D’ASBURGO
Carlo d‘Asburgo era nato a Gand nel 1500, figlio
di Filippo d’Asburgo, il cui padre era l’imperatore
Massimiliano, e Juana, figlia dei «re cattolici».
Crebbe alla corte di Bruxelles, sotto l’influenza
della zia Margot, reggente del ducato di
Borgogna.
Essa instillò in lui l’orgoglio di essere
discendente della famiglia imperiale.
La corte, a sua volta, era legata ai valori della
cultura aristocratica e cavalleresca dei
borgognoni
Carlo era anche profondamente cattolico, per
merito del suo precettore, l’arcivescovo di Utrecht
e futuro papa Adriano VI e subì l’influsso di Erasmo
da Rotterdam
Il futuro imperatore aveva fin dall’età
adolescenziale due profonde convinzioni: doveva
diventare imperatore per guidare la cristianità e
per mantenerla unita nella giustizia e nella fede,
perché questo era il compito che la Provvidenza
aveva stabilito per lui.
Carlo d’Asburgo
a 19 anni:
«di mediocre statura,
magro al possibile,
pallido, molto
malinconico, la bocca
sempre aperta»
(L.Pasqualigo,
ambasciatore di
Venezia a Bruxelles)
19. L’ELEZIONE IMPERIALE DEL 1519:
CARLO D’ASBURGO VS. FRANCESCO I VALOIS
Nel 1519, alla morte dell’imperatore Ferdinando d’Asburgo, si
aprì una dura lotta per l’assunzione del trono imperiale, che
veniva decisa elettivamente
Ferdinando aveva preparato l’elezione del nipote Carlo, già re
di Spagna dal 1516, ma anche discendente della dinastia Asburgo
Tuttavia, in base alla Bolla d’Oro, che aveva fissato le regole
dell’elezione imperiale, poteva essere scelto come imperatore
chiunque fosse considerato «giusto, buono e idoneo alla
carica»
Il re di Francia Francesco I si candidò controCarlo temendo che
l’elezione del giovane Asburgo avrebbe creato un potere
politico e territoriale schiacciante in Europa occidentale, in cui
la Francia avrebbe rischiato di rimanere stritolata, in quanto
circondata da territori controllati da Carlo
La battaglia elettorale fu combattuta a suon di promesse e
soprattutto di molto denaro da distribuire ai sette elettori e a
tutti coloro che avrebbero potuto favorire la scelta del nuovo
imperatore
Alla fine la scelta cadde comunque suCarlo
Decisivi per la scelta furono: il denaro e l’ostilità dei principi
elettori verso la Francia, che era tradizionalmente ostile
all’impero.
Carlo d’Asburgo
Francesco
diValois
20. I DOMINI DI CARLO V
Padre,
Filippo il Bello
eredità austriaca
e borgognona
(dal 1506)
Madre,
Juana «la Loca»
eredità castigliana
e aragonese
(dal 1516)
Nonno,
Massimiliano I
d’Asburgo,
titolo imperiale
(dal 1519)
La Francia
si trovava
circondata
dai domini
di Carlo V.
21. Punti di forza e di debolezza dei domini di Carlo V
Eredità spagnola: ampia
flotta e robusta fanteria –
oro e argento dalle colonie
americane – commercio di
grano siciliano
Eredità imperiale: truppe
mercenarie di lanzichenecchi
Eredità borgognona:
commerci e manifatture
tessili dei Paesi Bassi e delle
Fiandre
Diversità territoriale,
culturale e linguistica dei
territori che avevano interessi
economici e politici spesso
divergenti
Ostilità francese: timore di
accerchiamento e rivalità per
Paesi Bassi, Spagna, Napoli e
Milano
Ostilità di alcuni papi per i
progetti universalistici di
CarloV
Pressione degli ottomani sui
confini orientali
22. Carlo I in Spagna: dai comuneros al rispetto
Carlo dal 1517 al 1520 rimase in Spagna per esercitare il suo ruolo di sovrano, con il
nome di Carlos I, ma con risultati non positivi
Scontentò gli aristocratici spagnoli attribuendo a gentiluomini fiamminghi e borgognoni
di sua fiducia cariche ecclesiastiche e funzioni superiori nell’amministrazione regia
Cercò di imporre tasse agli spagnoli per pagare le spese della sua incoronazione
imperiale
Nel 1520, poco dopo che il nuovo re si era allontanato dalla Spagna per andare in
Germania, scoppiò in Castiglia una dura rivolta, chiamata dei comuneros perché
guidata da una coalizione di città che rivendicavano le proprie autonomie.
La rivolta si estese a tutta la regione, con ampio sostegno da parte dei contadini che
speravano di mutare i rapporti di forza economica e sociale nelle campagne, in cui
permanevano diritti feudali che li assoggettavano
Gli aristocratici inizialmente sostennero i comuneros, ma poi si opposero a essi perché
temevano di perdere le proprie terre e i diritti feudali consuetudinari nelle campagne
La rivolta si concluse nel 1522 aToledo, con un assedio al termine del quale l’esercito di
Carlo sostenuto anche dagli aristocratici spagnoli, espugnò la città occupata dai
comuneros, che ne avevano fatto una roccaforte
Carlo imparò dalla rivolta dei comuneros a trattare la Spagna con maggiore attenzione
e rispetto: soggiornò in Spagna per diversi anni e scelse tra gli aristocratici spagnoli capi
militari e consiglieri
Nel 1526 sposò Isabella, infanta del Portogallo: alla moglie affidò la reggenza quando
era lontano dalla Spagna
23. I fronti aperti nella politica di Carlo V
Dopo la risoluzione della questione castigliana, si
presentarono a Carlo V ulteriori fronti politico-
diplomatici sullo scacchiere della politica
internazionale e dei suoi domini
L’ostilità della Francia: i Valois erano circondati da
domini asburgici, di cui volevano rompere
l’accerchiamento. Carlo V intendeva strappare ai
francesi Milano e territori borgognoni.
Gli ottomani stavano avanzando nel territorio
europeo: 1521, conquista della capitale serba Belgrado.
1522, conquista dell’isola di Rodi, detenuta fino allora
dai cavalieri di S. Giovanni (che si spostarono
definitivamente a Malta)
La Riforma con le sue conseguenze politiche
25. L’ITALIA DAL 1454 (pace di Lodi) AL 1494:
UN INSIEME DI ENTITÀ POLITICHE E TERRITORIALI
26. I contendenti delle guerre d’Italia,
1494 - 1554
L’Italia diventa nel periodo
1494 – 1554
un vero e proprio campo
di battaglia,
in cui si combattono
tutte le entità politico
territoriali italiane
tra loro e
alcune tra le “vecchie” e
“nuove” monarchie
europee
Ducato di Milano
Ducato di Savoia
Repubblica diVenezia
Repubblica di Firenze
Stato della Chiesa
Francia
Impero di CarloV:
Spagna, domini asburgici,
principati tedeschi, regno
di Napoli
Inghilterra
27. Le guerre d’Italia come guerre europee.
Le guerre d’Italia sono ritenute vere e proprie
guerre europee
cioè conflitti nei quali si viene creando un
sistema diplomatico continentale,
attraverso
un gioco di alleanze e schieramenti
sempre diversi.
28. L’importanza strategica dell’Italia alla
fine del 1400.
L’Italia, nel suo complesso, era la nazione europea
più ricca (banca e finanza) e più colta (cultura
sostenuta dalle corti, università) e il territorio in cui
risiedeva la massima autorità spirituale del
mondo cristiano: il papa.
Chi avesse dominato la penisola, avrebbe avuto un
dominio strategico sull’intero continente
europeo.
29. L’Italia alla fine del XV secolo:
una situazione di stallo.
Alla fine del XV secolo l’Italia
era divisa in diversi stati di
dimensioni medie e
piccole.
Milano, Firenze,Venezia,
Stato Pontifico,
sembrano in grado di
assoggettare gli altri.
Tuttavia ciascuno è forte
abbastanza da non farsi
sottomettere.
Si crea una situazione di
stallo.
30. Fattori di instabilità in Italia, 1:
il ducato di Milano e Ludovico “il Moro”.
Ludovico Sforza, “Il Moro”
A Milano, Gian Galeazzo Sforza era stato
imprigionato dallo zio, Ludovico, detto
“il Moro”, morendo misteriosamente.
Nel 1494 Ludovico era diventato duca di
Milano.
Ludovico temeva l’ostilità sia dentro la
sua famiglia, sia da parte degli altri
potentati italiani
31. Fattori di instabilità in Italia, 1:
la discesa in Italia di Carlo VIII,
il regno di Napoli.
CarloVIII, re di Francia
Ludovico chiama in aiuto per avere
sostegno contro i suoi avversari, il re di
Francia, CarloVIII, che intendeva
conquistare il regno di Napoli, già
appartenuto alla casata francese degli
Angiò nel XIV secolo, e ora spagnolo.
CarloVIII prosegue da Milano verso
Napoli, insieme a un grande esercito
armato di cannoni, e non trova
avversari.
Occupa Napoli nel 1495 senza fatica.
32. Fattori di instabilità in Italia, 1:
alleanza contro Carlo VIII e sua ritirata.
Il papa AlessandroVI Borgia
raduna una alleanza conVenezia,
Milano, l’imperatore Massililiano
d’Asburgo e i re cattolici.
Questa alleanza costringe Carlo
VIII a ritirarsi.
Papa AlessandroVI
33. Fattori di instabilità in Italia, 2:
lo Stato pontificio,
Alessandro VI, Cesare Borgia e Giulio II
AlessandroVI agì per fare in modo
che suo figlio Cesare Borgia
potesse crearsi un dominio
personale tra Marche e Romagna,
muovendosi ambiguamente tra
Francia e Spagna.
QuandoAlessandroVI morì, diventò
papa Giulio II della Rovere,
avversario dei Borgia, che pose fine
ai progetti di Cesare Borgia.
Cesare Borgia
Papa Giulio II
34. Fattori di instabilità in Italia, 3:
Firenze, la fine della signoria dei
de’ Medici
Quando a Firenze morì Lorenzo de’ Medici, nel 1492, la
sua famiglia si indebolì fino a perdere il potere.
I Medici vengono eliminati dal potere e viene
ripristinata la repubblica oligarchica, nel 1494.
La repubblica è tuttavia molto fragile, ma i nuovi leader
politici della città sostengono la predicazione di un
frate domenicano, Girolamo Savonarola, che diventa
sempre più popolare.
35. Fattori di instabilità in Italia, 3:
nascita e morte della “repubblica dei santi” di
Girolamo Savonarola a Firenze.
Girolamo Savonarola
Savonarola predicava il ritorno allo
spirito delVangelo, la purificazione
dei peccati della Chiesa corrotta, e
di una città rovinata dai semipagani
de’ Medici e dalle lotte politiche.
Le autorità civili per qualche tempo
sostennero l’azione “purificatrice” di
Savonarola, che fu puntellata anche
da CarloVIII di Francia.
Ma il pontefice AlessandroVI, contro
cui Savonarola si scagliò più volte, lo
scomunicò. Questo fatto, unito alla
ritirata di CarloVIII, portò alla
condanna al rogo del frate, ormai
isolato, nel 1498.
36. La Spagna riconquista il regno di Napoli: 1504
Luigi XII, successore di CarloVIII,
occupa Milano nel 1499.
Nel 1500 firma un trattato di
spartizione del regno di Napoli con
Ferdinando I, re di Spagna.
L’accordo però non verrà rispettato
e i due stati si scontreranno nel
1504 nella battaglia di Marignano
(Melegnano): vince la Spagna, che
da allora deterrà il ducato di
Milano fino al 1516 e poi dal 1526
per due secoli
Luigi XII di Francia
Ferdinando I di
Spagna
37. Le due leghe di Giulio II:
Cambrai (1508) e Lega Santa (1512)
Papa Giulio II intendeva rafforzare il
controllo di territori dello Stato
pontificio molto instabili, in particolare
la Romagna, contesa da Venezia. Per
questo organizzò due alleanze con
potentati italiani e grandi monarchie
europee.
La lega di Cambrai, con la Spagna e
l’imperatore Massimiliano e Napoli,
sconfisse i veneziani a Agnadello (1508)
La Lega Santa, che raduna tutti i
potentati italiani e gli Stati europei,
Asburgo, Inghilterra, Spagna e
Venezia, più importanti contro la
Francia, scaccia Luigi XII dall’Italia
(1512)
La battaglia di
Agnadello
Il sito della battaglia di
Agnadello
38. La Francia fuori dalla penisola:
Marignano, Noyon, Pavia, Madrid
Francesco I di Francia conquista il ducato di
Milano nella battaglia di Marignano (1515): col
trattato di Noyon (1516), Milano viene
assegnata alla Francia e Napoli alla Spagna.
CarloV, nuovo imperatore, promuove una
alleanza con il papa Giulio II e EnricoVIII di
Inghilterra per prendere Milano: a Pavia, nel
1525, gli spagnoli, dotati di archibugi e superiori
nel numero, sconfiggono i francesi.
La pace di Madrid segna il trionfo di CarloV: la
Francia rinuncia all’Italia e gli deve cedere anche
l’ex ducato di Borgogna, 1526
Battaglia di
Marignano
(1516)
Battaglia di Pavia (1525)
39. Papa Clemente VII e il cambio di alleanze.
Il nuovo papa Clemente VII (Giulio
de’ Medici) cambiò il sistema di
alleanze dello Stato pontificio.
Riuni nella Lega di Cognac Francia,
Venezia, Milano, Genova e Firenze,
per contrastare l’imperatore Carlo
V, diventato troppo potente.Papa ClementeVII
40. La reazione di Carlo V contro
la lega di Cognac: il “sacco di Roma”, 1527
Carlo V reagisce alla Lega di Cognac
percorrendo l’Italia e puntando su Roma
per invaderla.
Il papa si chiude a Castel S. Angelo
La città viene invasa dall’esercito
imperiale, ma i soldati più agguerriti, i
“lanzichenecchi”, di fede protestante,
non ricevendo il soldo pattuito,
saccheggiano e devastano Roma.
L’episodio rappresentò uno shock per tutta
l’opinione pubblica e l’intellettualità
europea, che spesso lo paragonò al ritorno
dei barbari a Roma.
La propaganda imperiale lo presentò come
un giudizio di Dio contro la chiesa
corrotta.
I lanzichenecchi e il “sacco” di
Roma
41. La pace di Cambrai, 1529.
L’incoronazione imperiale di Carlo V.
A Barcellona, nel 1529, il papa e Carlo V firmarono la
fine delle ostilità, che Carlo desiderava per le difficoltà
finanziarie e il riaprirsi a est del pericolo ottomano
A Cambrai, nello stesso anno , Francesco I di Francia
deve firmare una pace con cui accetta il ritorno di
Milano al duca Francesco II Sforza, uomo di CarloV.
Carlo V ottiene definitivamente il regno di Napoli,
Fiandre e Artois.
La Spagna è la nuova padrona d’Italia.
Nel 1530 Carlo V viene incoronato imperatore del
Sacro romano impero da Clemente VII a Bologna.
43. La lotta contro gli ottomani:
Ungheria e Boemia
L’avanzata nei Balcani degli ottomani, dopo Belgrado,
riprese dal 1526, puntando su Ungheria e Boemia: a
Mohacs il re di Ungheria e Boemia Luigi II perse la vita
con buona parte della nobiltà ungherese in una battaglia
vinta in modo schiacciante dall’esercito della “Sublime
porta”, che acquisì il controllo dell’Ungheria
Si aprì un fronte diretto di conflitto con l’impero Asburgo:
il sultano Suleyman (Solimano, detto anche «il
Magnifico») voleva rendere l’Ungheria uno stato
vassallo
Ferdinando, fratello di CarloV, che a lui aveva ceduto il
governo dei domini ereditari asburgici, era stato
riconosciuto come re di Boemia in quanto cognato del
defunto Luigi II
Il conflitto tra Asburgo e ottomani ebbe un solo episodio
significativo, un’offensiva ottomana nel 1532, che fu
respinta.
Suleyman preferì la pace con Ferdinando e si giunse a un
compromesso nel 1547: Ferdinando ebbe l’ «Ungheria
imperiale» , un’ampia area di territorio nel nord-ovest. In
cambio, tuttavia, come re di Ungheria gli ottomani
imposero Giovanni Szapolyai, principe diTransilvania.
Inoltre Ferdinando accettò di pagare alla «Sublime porta»
un tributo annuo
Battaglia di Mohacs
Suleyman «il
Magnifico»
Ferdinando
d’Asburgo
44. Guerra nel Mediterraneo
contro i pirati barbareschi
I pirati barbareschi, legati agli ottomani e
guidati da Khayr-ad-Din detto
«Barbarossa», signore di Algeri, erano
particolarmente pericolosi
1534:Tunisi viene conquistata dai barbareschi
1535: la città viene liberata da una spedizione
guidata da CarloV
1538: le flotte riunite di Spagna eVenezia sono
sconfitte al largo di Prevesa, nel Mar Jonio
1541: spedizione fallita, voluta da CarloV,
contro Algeri
Per i 29 anni successivi, fino alla notissima
battaglia di Lepanto vinta dalle flotte
cristiane, gli ottomani avranno il controllo
delle iniziative militari nel Mediterraneo
meridionale
Il pirata
«Barbarossa»
46. Due tentativi francesi di riaprire il conflitto
Francesco I, che si era alleato con gli ottomani,
cercò di approfittare delle difficoltà di CarloV
1535-37: alla morte di Francesco II Sforza, signore di
Milano sostenuto da CarloV, la città fu annessa ai
domini imperiali. I francesi, sostenuti da EnricoVIII,
come risposta occuparono la Savoia, i cui duchi
erano legati a CarloV, e CarloV fece occupare la
Provenza.
Si giunse a una pace non risolutiva
1542: Francesco I riapre la guerra contro CarloV,
impegnato a Algeri. EnricoVIII si schiera con
l’imperatore e lo aiuta a respingere l’attacco francese.
Al termine di queste due contese, la situazione dei
domini territoriali non si modificò
47. La questione religiosa: la Riforma e la lega di Smalcalda
CarloV voleva creare un ordine imperiale europeo: i
modelli erano la Roma imperiale e l’impero di Carlo
Magno uniti dalla dinastia Asburgo, che aveva la
missione universale di unire il mondo per volontà di Dio.
La rottura religiosa determinata dallo scisma
protestante nei territori imperiali rendeva il progetto di
impero universale impossibile da realizzare, visto che la
religione era componente essenziale delle aspirazioni
universalistiche di Carlo.
L’imperatore avrebbe voluto risolvere la questione della
Riforma con un Concilio universale e non con l’uso della
forza
1530: la Dieta di Augusta convocata dall’imperatore per
porre rimedio allo scisma fallì nonostante il tentativo di
mediazione di Melantone condotto attraverso la
confessio augustana che affermava i principi
fondamentali della Riforma luterana in termini moderati.
A essa aderirono buona parte di città e principi
riformati, ma contro di essa si schierarono i teologi
cattolici che spinsero Carlo a rifiutarla e a ordinare ai
riformati di sottomettersi
Essi costituirono invece un’alleanza militare, la Lega di
Smalcalda:. i membri giurarono di difendersi
reciprocamente se i loro territori fossero stati attaccati
da CarloV
La riunione dei riformati a
Augusta ricordata come
confessio augustana
L’area di Smalcalda, da cui
prese nome la Lega dei riformati
48. Carlo V contro la Lega di Smalcalda e la Francia
Quando la Lega nel 1532 si alleò con i sovrani
francesi, Francesco I e poi Enrico II, lo scacchiere
politico internazionale diventò tanto instabile da
mettere in discussione definitivamente il sogno
imperiale di CarloV
La lega confiscò terreni ai cattolici, espulse vescovi e
principi cattolici e operò per diffondere i princìpi della
Riforma in Germania settentrionale
Nel 1544 l’alleanza tra Smalcalda e Francia terminò
Nel 1547 l’imperatore guidò personalmente il suo
esercito contro Smalcalda, guidata da Giovanni
Federico di Sassonia, a Mühlberg dove gli imperiali
vinsero una battaglia che sembrava decisiva,ma che
non servì a ristabilire l’unità religiosa ormai impossibile
Nel 1551 il principe di Sassonia Moritz, ex alleato di
Carlo, temendo che l’imperatore diventasse troppo
potente, si unì a Smalcalda e cercò un accordo segreto
con Enrico II: il re francese in cambio dei vescovati di
Metz, Toul e Verdun avrebbe fornito denaro e armi
alla Lega dei riformati
Carlo fu sorpreso dalla nuova situazione e fu
costretto nel 1552 a fuggire da Innsbruck mentre
l’esercito protestante avanzava verso la città
Enrico II di Francia
Battaglia di
Mühlberg
(Brandebur
go)
CarloV a
Mühlberg,
ritratto
daTiziano
49. La pace di Augusta: cuius regio,eius religio
I principi tedeschi costrinsero l’imperatore a
mantenere la loro autonomia politica e
religiosa
Questo fu ottenuto nel 1555 con la pace di
Augusta, con cui CarloV dovette riconoscere
l’esistenza nei territori tedeschi di due diverse
confessioni religiose: cattolica e luterana
secondo il principio denominato
cuius regio, eius religio
A. nelle città imperiali le due confessioni
potevano convivere
B. nei principati territoriali i principi potevano
imporre il proprio credo ai sudditi, i quali, se
non si fossero convertiti, avrebbero dovuto
emigrare
51. Il significato della pace di Augusta:
fine dei sogni universalistici di Carlo V
La pace di Augusta certificò l’esistenza nell’area tedesca di
due confessioni religiose
I principi sia luterani, sia cattolici che ottennero dalla cuius
regio, eius religio un rafforzamento del loro potere all’interno
dei propri stati
Anche Ferdinando, fratello di CarloV, rafforzò la monarchia
asburgica, che deteneva per conto del fratello: creò organi
comuni ai vari regni e ducati che facevano parte dei territori
che controllava
CarloV era lo sconfitto: doveva rinunciare definitivamente al
sogno di rifondare l’impero cristiano di Carlo Magno
I domini imperiali erano divisi in due credi religiosi
Gli ottomani incombevano sull’Europa orientale, che
occupavano in parte
I francesi avevano resistito all’accerchiamento asburgico
alleandosi con gli avversari di Carlo, protestanti e ottomani e ne
erano usciti con alcune parziali conquiste territoriali
52. Il ritiro di Carlo V
CarloV aveva progettato di far proseguire al
figlio Filippo il suo progetto imperiale non
realizzato, lasciandogli in eredità tutti i suoi
domini.
Gli si opposero sia il fratello Ferdinando, a cui
aveva promesso la successione imperiale; sia i
principi tedeschi di entrambe le confessioni,
che non volevano un imperatore troppo
potente
Carlo si convinse che l’impossibilità di
realizzare il suo progetto imperiale nascesse
dalla volontà divina
«Questo produce in lui prima un turbamento
profondo e poi una vera e propria crisi
spirituale» che lo spinse a abdicare e poi a
ritirarsi in un oscuro monastero aYuste, in
Spagna (F.Benigno)
Qui morì nel 1558
CarloV ritratto
da anonimo nel
1550, qualche
anno
prima di abdicare
53. L’eredità di Carlo V, 1555-56
Filippo II (figlio)
Castiglia
Aragona
Colonie americane
Milano
Napoli
Sicilia
Paesi Bassi
Franca Contea
Ferdinando I d’Asburgo
(fratello)
Boemia
Ungheria
Austria
Titolo imperiale (elettivo,
ma detenuto da Carlo, che operò
perché fosse eletto Ferdinando)
Attraverso successive abdicazioni negli anni 1555-56, CarloV trasferì al
figlio Filippo e al fratello Ferdinando le sue dominazioni
55. La pace di Cateau Cambresis
Filippo II firmò nel 1559 la pace di Cateau
Cambrésis che pose fine al conflitto tra
Asburgo e Francia, sconfitta in modo decisivo a
S.Quentin nel 1557
Spagna e Francia erano sull’orlo del collasso
finanziario per le spese del lungo conflitto
La Spagna ottenne la conferma definitiva della
supremazia sull’Italia
La Francia ottenne il riconoscimento del
possesso di Metz, Toul e Verdun e acquisì
Calais, ultimo avamposto inglese sul continente
europeo.
56. L’Europa al tempo della pace di Cateau Cambresis, 1559
http://keynes.scuole.bo.it/sitididattici/farestoria/cartografia/c04_02.html
57. Bibliografia
F.Benigno, L’età moderna, Roma-Bari, Laterza
Carlo Capra, L’età moderna, Firenze, Le
Monnier
Ruggero Romano, Età moderna, Casale M.,
Marietti Scuola